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Dissertations / Theses on the topic 'Dell'infanzia'

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1

Andaloro, Maria. "L'iperinsulinismo congenito dell'infanzia e il registro italiano (Rici)." Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1373.

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Abstract:
Con il termine di Iperinsulinismo Congenito dell'Infanzia (CHI) ci si riferisce ad un gruppo eterogeneo di malattie, differenti tra loro dal punto di vista clinico, genetico e anatomopatologico. Nonostante i progressi nella comprensione dei meccanismi molecolari alla base di questa patologia e nella diagnostica delle diverse forme di CHI molto è ancora da fare per migliorare la prognosi dei pazienti affetti. Inoltre, l'incidenza delle principali complicanze correlate all ipoglicemia persistente, riportate con incidenza del 50% in alcune casistiche (3), si è solo leggermente ridotta negli ultimi vent'anni, il che sta ad indicare che la corretta gestione e il corretto trattamento di questa malattia sono ancora da migliorare (4,5,6).Questa tesi di Dottorato verte sui risultati ottenuti con l istituzione del Registro, e la relativa analisi dei dati raccolti ad oggi.
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2

Skremmyda, Vassiliki-Alessandra <1992&gt. "Tradurre in greco "Tragedia dell'infanzia" di A. Savinio. Questioni interpretative." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8247.

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Abstract:
Questa tesi ha come oggetto di studio le problematiche della traduzione, qui affrontate attraverso la traduzione da me proposta della "Tragedia dell'Infanzia" di Alberto Savinio. Il presente studio si avvale inoltre del giudizio critico della professoressa Anna Temou, docente di Letteratura italiana contemporanea presso l'Università Nazionale e Capodistriaca di Atene.
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3

Giuseppe, Bolotta. "I bambini delle baraccopoli: politiche culturali dell'infanzia marginale a Bangkok (Tailandia)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10278/3735719.

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4

Milite, Erika <1988&gt. "L'ontologia dell'infanzia e il valore magico della parola in P.A. Florenskij." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4337.

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Abstract:
Il lavoro inizia con l’introduzione di alcune linee di base del pensiero filosofico russo e del contesto storico-culturale in cui si sviluppò il pensiero di P.A. Florenskij. Segue un capitolo dedicato alla concezione della percezione infantile di P.A. Florenskij affrontato come elemento portante della sua filosofia. Per questa parte si sono usati esclusivamente gli scritti autobiografici e le lettere alla famiglia. Si prosegue poi affrontando il tema della parola e del suo valore magico. Si conclude cercando di far vedere le connessioni tra parola e icona.
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5

Garaffo, Teresa. "Teoria della mente e comunicazione. Il bambino come interlocutore esperto nella scuola dell'infanzia." Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/200.

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Abstract:
Nel periodo dai tre ai sei anni i bambini accrescono significativamente le competenze linguistiche. Nello stesso periodo, all'incirca intorno ai quattro anni, essi conquistano la capacita' di interpretare e comprendere i comportamenti alla luce di ragioni non immediatamente visibili. Le ricerche sulla teoria della mente hanno messo in relazione il rapporto tra acquisizione del linguaggio e sviluppo di abilita' mentalistiche. Nel presente lavoro si analizza l'ipotesi che la maturazione di queste abilita' cognitive e linguistiche abbia a sua volta un ruolo di rilievo nello sviluppo di abilita' cognitive complesse, in particolare nel rendere possibile l'impiego di strategie cognitive ricorsive (metacognizione) e la ricombinazione in forme nuove delle rappresentazioni mentali gia' in proprio possesso. Obiettivo della ricerca e' quello di capire quali strategie educative sia possibile mettere in atto nella scuola dell'infanzia per sostenere i bambini nel processo di acquisizione del linguaggio e del pensiero, anche attraverso la promozione di processi di socializzazione tra pari e con gli adulti.
Children sensibly increase their linguistic abilities in the period from three to six years of age. In the same period, at about four years, they acquire the ability to interpret and understand behavior in the light of covert reasons and motivations. Recent research on theory of mind has enlightened the relationship between language acquisition and development of mentalizing abilities. In the present work I analyze the hypothesis that the maturation of these linguistic and cognitive abilities is in turn crucial for the development of other cognitive abilities, with particular regard to the exploitation of recursive cognitive strategies (metacognition) and the recombination of old mental representations in unexpected ways. A main purpose of this research is to analyze educative strategies through which preschool can support children in the acquisition of language and linguistic thought, also thanks to socialization processes with adults and between peers.
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6

Grandi, Virginia <1989&gt. ""Alle radici della concezione dell'infanzia di Zhang Ailing: un'analisi di due romanzi autobiografici"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9481.

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Abstract:
Questo lavoro nasce dalla lettura di un interessante articolo di Feng Ailin, che tratta la particolare concezione dell'infanzia di Zhang Ailing. La parte introduttiva consisterà in una descrizione ed un commento dell'articolo in questione; in seguito, si andrà ad approfondire quella che Feng Ailin considera essere la principale causa di tale concezione da parte dell'autrice, ovvero la traumatica esperienza dei primi anni di vita della scrittrice stessa. A questo scopo, si analizzeranno i romanzi autobiografici "The Fall of the Pagoda", "The Book of Change" e "Xiao Tuanyuan". Infine, si procederà, nell'ultimo capitolo, alle considerazioni conclusive.
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Tarroni, Nadia <1978&gt. "I nidi e le scuole dell'infanzia come servizi relazionali: uno studio sociologico di caso." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/236/1/Tesi_dottorato.Tarroni.pdf.

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Tarroni, Nadia <1978&gt. "I nidi e le scuole dell'infanzia come servizi relazionali: uno studio sociologico di caso." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/236/.

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9

Finelli, Manuel <1972&gt. "Bambini di famiglie con il cancro: interazioni tra agency dell'infanzia e rotture biografiche eterovissute." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9224/1/MFinelli%20Phd%20Tesi.pdf.

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Abstract:
Quando il cancro colpisce un soggetto, i familiari più giovani tendono ad essere emarginati all'interno del sistema relazionale del nucleo d’appartenenza con conseguenze sulla vita individuale dei singoli e sul benessere emotivo della famiglia. Verificando questa ipotesi, la ricerca mira a capire se e come il coinvolgimento di bambini e adolescenti nelle cure oncologiche dei familiari possa rappresentare una risorsa. Fin dalla fase di progettazione, l'indagine è stata condotta adottando un approccio di Grounded Theory mediante il quale, attingendo esperienze da professionisti consultati attraverso interviste semi-strutturate, ho focalizzato l’analisi della letteratura svolta in parallelo. Comprendendo apporti disciplinari dai Childhood Studies, , dalla sociologia della salute e dalla sociologia della famiglia, il concetto di agency dell’infanzia (Favretto, Zaltron, Fucci: 2017) è stato assunto integrandolo a quelli di semantica dell’illness e illness esperita (Maturo: 2007), così da comprendere le interruzioni biografiche correlate al cancro (Bury: 2001) attraverso una medicine-based narrative (Kleinman : 1988) adottata con una centratura sull’infanzia/adolescenza (Alanen e Mayall: 2001, 2015). Sulla base di questi principi, 16 soggetti sono stati consultati attraverso colloqui in profondità in qualità di portatori di interesse: di un’età compresa tra i 13 ai 26 anni, tutti avevano avuto un membro della famiglia che ha sofferto di cancro durante la loro infanzia e l'adolescenza. Le narrazioni raccolte sono state organizzate in cinque cornici tematiche: 1) attribuzioni di significato alla malattia del familiare, 2) modalità ed effetti delle interruzioni biografiche condivise, 3) processi di normalizzazione rispetto alle malattie oncologiche del parente primario, 4) opportunità di partecipazione alle pratiche di cura 5) effetti positivi e negativi dell’essere coinvolti nella cura del familiare. Armonizzando modelli acquisiti da discipline di solito separate la tesi sostiene l’opportunità di ridefinire l'interazione tra l'agenzia dei bambini e le interruzioni della biografia familiare, offrendo un contributo epistemologico nella ricerca sulle relazioni intergenerazionali di malattia.
When cancer affects a relative in the household, the younger members tend to be marginalised within the family relationship system; this implies consequences on individual lives and the family emotional wellbeing. Testing this hypothesis, the research aimed to understand whether and how the involvement of children and adolescents in caring for family members in oncology treatments can represent a resource for the family. Since the design phase, the investigation was implemented in adopting a Grounded Theory approach tapping into the experiences of professionals questioned through semi-structured interviews which lead to focus a parallel literature review ranging from sociology of childhood, sociology of health and sociology of family. The review identified children’s agency (Favretto, Zaltron, Fucci:2017), along with semantics and experienced illnesses (Maturo:2007) as crucial concepts to understand cancer-related biographical disruptions (Bury:2001) through a narrative-based medicine approach (Kleinman:1988) adopted from child-centred point of view (Alanen and Mayall:2001, 2015). Based on these principles and concepts, 16 children and youth were consulted through in-depth interviews; their age ranging from 13 to 26 y.o., they all have had a family member suffering from cancer during their childhood and adolescence. The participants’ narratives were organised in five thematic frames: 1) attributions of meaning to a primary relative’s illness, 2) modalities and effects of shared biographical disruptions, 3) normalization processes implemented towards the oncological illnesses, 4) opportunities of participation in caring practices 5) perceptions of positive and negative effects of being involved as children/adolescents in the care of a family member. In harmonising theories from sociology of health and childhood studies, the paper sustains the worthiness of re-thinking and re-defining the interplay between children’s agency and family’s biographical disruptions. The combination of alternative models from usually separated disciplines offers an epistemological contribution in researching on intergenerational relationships within sociology of health and illness frameworks.
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Pagliarusco, Matteo. "Produzioni multimediali e cinematografiche per i bambini della scuola dell'infanzia “Realizziamo insieme un cartone animato!”." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
L'obiettivo principale dell'attività descritta in questa tesi magistrale è stato di trasformare i bambini della scuola dell'infanzia da consumatori passivi ad attivi creatori di contenuti multimediali tramite la creazione di un cartone animato. La creazione del cortometraggio animato ha abbracciato tutte le fasi produttive di un progetto cinematografico, rendendo i bambini i veri protagonisti e artefici dell'opera. Pre-produzione, produzione, post-produzione e distribuzione: ogni sequenza di lavoro è stata organizzata, presentata e svolta seguendo specifiche procedute e attività didattiche ideate per essere alla loro portata. A livello grafico i bambini hanno realizzato le ambientazioni e i fondali del cortometraggio d'animazione, gli oggetti di scena e i personaggi. Hanno inoltre doppiato i personaggi, cantato la sigla originale e appreso le tecniche per animare le figure; arrivando a confezionare un prodotto di altissima qualità che si è aggiudicato la partecipazione alla 78esima mostra internazionale del cinema di Venezia. Questo lavoro ha sviluppato in loro grandi conoscenze delle nuove tecnologie multimediali e interattive, importanti insegnamenti sul lavoro di squadra e fondamentali stimoli creativi adatti ad accrescere la loro conoscenza di sé; tutte qualità indispensabili per crescere e svilupparsi pienamente in una società sempre più indirizzata ad uno stile di vita che non permette la possibilità di avere lacune tecnologiche.
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CESARINI, VALENTINA. "Prevenzione precoce dell'obesità infantile: validazione trans-culturale dell'intervento europeo ToyBox nel setting della scuola dell'infanzia." Doctoral thesis, Università degli Studi dell'Aquila, 2021. http://hdl.handle.net/11697/169131.

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Abstract:
ABSTRACT The World Health Organization (WHO) declared obesity a major public health problem in the world and the neologism globesity evokes its alarming spread, contributing to a global obesity epidemic, in particular during developmental age. Children with an excessive ponderal index are more likely to stay obese into adulthood with increased risk of several serious health conditions associated with obesity, which also has a significant social and economic impact. Thus, the development of evidence-based prevention interventions for early childhood (3-5 years of age), deemed a crucial period, is fundamental because the behaviours related to energy balance, the psychological characteristics and the physiological development during this age. Therefore, preschool represents an ideal setting to implement obesity prevention programmes because, on the one hand, a change in behaviour patterns can be encouraged and, on the other hand, a larger population, including children and their families, can be reached. This research project aims at achieving a cross-cultural validation, in Italy, of the ToyBox intervention designed to prevent early obesity within the preschool settings. An effectiveness trial has already been conducted and the projects has been implemented across Europe thanks to a multi-centre international research funded by the European Commission. In 2017, following the formal agreement with the steering committee of the ToyBox-Study, for the acquisition of the materials in their English standard version, the trial began and developed over a 3-year period, through different phases: organization and validation of the materials (teachers’ guides and assessment tools, in particular the questionnaires targeted to the children's parents and to the teachers); cross-sectional epidemiological analysis of the baseline data related in particular to the dietary pattern; assessment of the feasibility of the intervention. Because of the COVID-19 pandemic, the programme had to be adapted to the health emergency by experimenting a ‘distance’ implementation of the ToyBox. Overall, the project involved 10 schools, in 6 provinces in the North, Centre and South of Italy, enrolling a total of 704 children and their parents, and 92 teachers. Notwithstanding some limitations of the methods and the contents, and the distance implementation, the study has highlighted the relevance, reproducibility and the approval of the intervention and, as an operative result, it has made available an effective prevention tool to the Italian cultural context.
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Tiozzo, Federica <1990&gt. "Insegnare le lingue straniere nella Scuola dell'infanzia. Indagine nel territorio di Chioggia e Proposta progettuale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7806.

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Abstract:
La tesi vuole essere un’indagine sull’Educazione Bilingue in età precoce, quel tipo di insegnamento educativo che coinvolge i bambini dai tre ai sei anni di età circa(periodo relativo alla Scuola dell’Infanzia)e li rende protagonisti di un contesto in cui vengono utilizzate due o più lingue per comunicare. La tesi è suddivisa in due parti, una parte teorica ed una parte pratica. All’interno della parte teorica, il tema si ramifica in differenti argomenti, fondamentali per l’Educazione Bilingue:gli aspetti dell’apprendimento nei bambini, gli aspetti dell’apprendimento linguistico nei bambini, gli aspetti neuropsicologici dell’apprendimento linguistico nei bambini, cioè le componenti neurofisiologiche cerebrali, la motivazione, gli aspetti emotivi, mnestici e attentivi nel processo educativo linguistico, ed, infine, il Bilinguismo e la relativa formazione dell’insegnante di lingue straniere. La parte pratica ha l’obiettivo di stilare un quadro, il più chiaro possibile, della situazione del Comune di Chioggia, in termini di presenza di stranieri; si svolge un’indagine all’interno delle Scuole dell’Infanzia attraverso un questionario somministrato agli insegnanti, e se ne esplicano i risultati. Si articola una proposta progettuale di un’attività pratica, il cui obiettivo è di ricreare un setting educativo bilingue, integrando l’apprendimento della lingua inglese attraverso le tecniche dell’apprendimento cooperativo, del gioco simbolico e della partecipazione attiva del bambino.
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STEFANELLO, LAURA. "Dire è fare. Una ricerca sulle interazioni verbali tra insegnanti e bambini nella Scuola dell'Infanzia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/50224.

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Abstract:
This thesis addresses the issue of language and discourse in educational contexts for children from an empirical research perspective. The goal is to analyze the discursive dimension that characterizes the daily lives of children in the preschool context, explored based on what teachers think and do with language. From a theoretical point of view, the research falls in the field of childhood pedagogy (Mantovani, 2003, 2007) and develops pedagogical reflections on the links between language and educational processes (Vygotsky 1934, Bruner,1996) and research conducted on the verbal interactions in learning and development contexts (Lumbelli,1987; Pontecorvo et al., 1991; Pontecorvo, 2005; Molinari, 2010). From a methodological point of view, the study is an idiographic-qualitative survey interweaving the dimension of discourses on language explored starting from the ideas of adults, with what is observed in the context of discursive practices (Duranti, 1992; Fasulo, Pontecorvo, 1999; Ochs, 2006). The study is based on two preliminary pedagogical considerations. On the one hand, there are systematic studies which from epistemological perspectives (interactionism, socio-constructivism) and different disciplines (anthropology, sociology, ethnomethodology, pedagogy) have highlighted how, in daily verbal interaction with adults, children not only learn to speak, but acquire and use reasoning and thinking skills, learn new skills, co-construct meanings and their experience of the world, their roles as speakers, their conversational rights and duties and interaction and context rules, which are simultaneously produced and learned by the participants (Mead, 1934, Vygotsky, 1934 Leont'ev, 1978, Wertsch, 1985, 2008, Rogoff, 1990 Bruner, 1996 Cole, 1995). Speaking with peers and adults, children learn how to interpret and make sense of the world and how to think, the status of the knowledge produced and the processes that build it. On the other hand the study is based on the awareness of how these processes depend verbal interaction forms and content that trigger development processes and culturally situated learning (Rogoff, 1990, 2003). Research on dialogical educational practices between teachers and children, mostly conducted in the school context and only marginally in pre-schools (es. Lumbelli, 1987; Pontecorvo et al., 1991; Fasulo, Pontecorvo, 1999; Pontecorvo, 2005; Molinari, 2010), reveal that in this process, both content and how verbal interaction is produced, structured and articulated form the basis and the expression of all learning. These modes depend largely on the adult-teacher, who is in an asymmetrical position and is therefore always " structuring " (Foucault, 1970, Orletti, 2000). From this point of view, the interactive, strategic and semantic levels on which the teacher structures daily classroom discourse can perpetuate and amplify the constitutive asymmetry of the teacher-child relationship, or (conversely) it supports the use of discursive modes that facilitate children’s growth and development processes by assigning an active roles, participating in dialogues that amplify the possibility for knowledge, development and learning at an early age. The qualitative, exploratory research presented in this thesis investigated these processes from a pedagogical perspective based on the analysis of verbal interactions between teachers and children in two kindergartens in Milan. Specifically, classroom speech was observed, analyzed and discussed. These "typical" discursive situations for children in kindergarten were used as a possible unit of analysis for the study of language and verbal interaction processes in a situated, participatory research setting. The data obtained shows some "cultural constants" that characterize the communication style of teachers in preschool, which is both the result and the mirror of a pedagogical tradition in early childhood services strongly oriented towards the dimension of well-being and relationships. On the other hand, it focuses on the need to broaden knowledge on this subject by studying descriptive verbal interactions in order to respond in a formative way to the cultural, cross-cultural and multilingual challenges that characterize educational contexts in contemporary societies.
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CARDARELLI, Annarita. "L'approccio della cooperazione allo sviluppo non governativa italiana ai diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Valutazioni e prospettive." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2012. http://hdl.handle.net/11695/66260.

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Abstract:
Children are human beings - just for the young and the resulting vulnerability – that need special protection. And, in the phase of childhood there is the foundations were laid for the realization of the adult life: ensure a happy and free from worries or problems about making sure to child the chance to become a happy adult, and made responsible. Therefore, any economic or social situation that might impair the proper growth and development of the child shall be a violation of his rights. Development cooperation aims primarily to contribute to raising the level of protection of the rights of children worldwide. Although on the rights of children we have, now, internationally, a comprehensive legislation and universally shared, millions of girls and children and adolescents in the world continue to suffer abuses of all kinds, just read the daily news, the reports of NGOs, the UN Commission on Human Rights or the Committee on the Rights of the Child United Nations. The development cooperation is directed towards solving these problems by addressing the most serious problems affecting children in situation of vulnerability and risk in many parts of the world. In this work we examined the Italian development cooperation and its approach to children's rights, at first, we analyzed the governmental cooperation implemented by the Ministry of Foreign Affairs, after which the non-governmental cooperation and decentralized into being by the NGOs and institutions local, then a research was made of field on some of the major Italian NGOs that deal with childhood and adolescence and we analyzed a cooperation project carried out by an Italian NGO in Morocco, Algeria, France, Spain and Italy on the protection of migrant children. In the work We try to answer a fundamental question: in times of crisis, financial, economic and, sometimes, also of values, can the non-governmental development cooperation, and particularly the decentralized one, save the Italian cooperation and bring it back the momentum they need to regain confidence and effectiveness of the Italians, and give Italy an important place in the international arena that deals with development?
I bambini sono esseri umani che - proprio per la giovane età e la conseguente vulnerabilità - hanno bisogno di una specifica protezione. E’ nella fase dell’infanzia che si pongono le basi per la realizzazione della vita da adulto: garantire un’infanzia felice e libera da preoccupazioni e problemi significa assicurare al bambino la possibilità di diventare un adulto felice, realizzato e responsabile. Quindi qualsiasi situazione economica o sociale che possa mettere in pericolo la corretta crescita e lo sviluppo del minore costituisce una violazione dei suoi diritti. La cooperazione allo sviluppo si pone come obiettivo principale quello di contribuire all’innalzamento del livello di protezione dei diritti dei bambini su scala mondiale. Nonostante in materia di diritti dell’infanzia si disponga, ormai, a livello internazionale, di una normativa esauriente e universalmente condivisa, milioni di bambine e bambini e di adolescenti nel mondo continuano a subire soprusi di ogni tipo: basta leggere le cronache quotidiane, i rapporti delle Ong, della Commissione ONU per i diritti umani o del Comitato per i diritti del fanciullo delle Nazioni Unite. La cooperazione alo sviluppo si orienta verso la risoluzione di questi problemi affrontando le problematiche più gravi che colpiscono i minori in situazioni di vulnerabilità e rischio in tante parti del mondo. In questo lavoro si è esaminata la cooperazione allo sviluppo italiana e l’approccio ai diritti dell’infanzia; dapprima, si è analizzata la cooperazione governativa attuata dal Ministero degli Esteri; successivamente la cooperazione non governativa e decentrata posta in essere dalle ong e dagli enti locali; è stata realizzata quindi una ricerca di campo su alcune tra le maggiori ong italiane che si occupano di infanzia e di adolescenza ed è stato analizzato un progetto di cooperazione realizzato da una ong italiana in Marocco, Algeria, Francia, Spagna e Italia sulla tutela dei minori migranti. Nel lavoro si cerca di rispondere a un quesito fondamentale: in tempi di crisi, finanziaria, economica e, a volte, anche di valori, può la cooperazione allo sviluppo non governativa, e in particolare quella decentrata, salvare la cooperazione italiana e ridarle quello slancio di cui ha bisogno per riacquistare efficacia e fiducia da parte degli Italiani, e ridare all’Italia un posto importante nello scacchiere internazionale che si occupa di sviluppo?
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Yuan, Qin <1985&gt. "La cura delle bambine e dei bambini nella scuola dell'infanzia: buone pratiche in Cina e in Italia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7660/1/yuan_qin_tesi.pdf.

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Abstract:
Motivazione: La ricerca proposta vuole individuare e indagare i modelli educativi e le buone pratiche di cura dei bambini e delle bambine che si sono sviluppati nelle scuole d’infanzia di alcune zone della Cina e dell’Italia. A tale fine, verranno considerati i fattori connessi all’individuazione: a) del modello educativo; b) del pattern educativo informale; c) delle buone pratiche. Queste diverse fasi delle analisi ci aiutano a capire quali siano le teorie pedagogiche (implicite e/o esplicite) presenti nella scelta delle attività educative e nella loro organizzazione e le concezioni d'infanzia strettamente legate alle tradizioni culturali della cura e dell'educazione dei due paesi. Metodologia: La ricerca ha appoggiato alle diverse metodologie e strumenti di indagine. Si è scelto di utilizzare una metodologia di tipo descrittivo, alternando diversi metodi osservativi in alcune sezioni di diverse scuole d’infanzia sia in Italia sia in Cina. Inoltre si è scelto di utilizzare un altro strumento guida dell'osservazione, applicato solo alle scuole d’infanzia italiane perché si tratta della scala di valutazione della qualità della scuola dell'infanzia (PraDISI) elaborata sulla base delle storie e della culture dell'infanzia diverse da quelle della Cina, che permette di valutare la qualità delle scuole dell'infanzia coinvolte nell’indagine. Oltre a ciò, nelle scuole d’infanzia di Shanghai è stata utilizzata la tecnica della video-registrazione per poter documentare e successivamente analizzare momenti specifici e rilevanti delle giornate. Conclusione: Dalle analisi sui dati raccolti, si risulta che è interessante integrare due modelli: uno della scuola dell'infanzia di Shanghai centrato più sul gruppo e l'altro della scuola dell'infanzia di Bologna e di Reggio Emilia più sul singolo.
Objective: The mail objective of the research is to identify: a. The educational model; b. The informal educational pattern; c. The best practice in some preschools of China and Italy. The research of this project has something with my personal experiences. The Chinese government pays more attention to the child care and more preschools choose the Montessori educational model from others. The negligence of training of teacher created many problems during the importation of the education model, coming from another country. Method: In the part of empirical research, I used different tools for doing observation. In the three preschools of Shanghai, it is applied that named descriptive, that is, collecting the data with the paper and pen (Anna Bondioli); while in the preschool of Bologna and Reggio Emilia, it used the PraDISI (Rossaella D’Ugo, Ira Vannini), an instrument for observation and valuation of the quality of the teaching practice. The third tool which is applied just in one of the three preschools of Shanghai is the video-cued multivocal ethnography, elaborated by the group of researchers of Joseph Tobin. Result: After the analysis of data, it noted that the educational model in of preschool of Shanghai emphasized the collective value, while in Italy it focus more on the individual realization. So it is interesting that the one model can be integrated with another.
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Yuan, Qin <1985&gt. "La cura delle bambine e dei bambini nella scuola dell'infanzia: buone pratiche in Cina e in Italia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7660/.

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Abstract:
Motivazione: La ricerca proposta vuole individuare e indagare i modelli educativi e le buone pratiche di cura dei bambini e delle bambine che si sono sviluppati nelle scuole d’infanzia di alcune zone della Cina e dell’Italia. A tale fine, verranno considerati i fattori connessi all’individuazione: a) del modello educativo; b) del pattern educativo informale; c) delle buone pratiche. Queste diverse fasi delle analisi ci aiutano a capire quali siano le teorie pedagogiche (implicite e/o esplicite) presenti nella scelta delle attività educative e nella loro organizzazione e le concezioni d'infanzia strettamente legate alle tradizioni culturali della cura e dell'educazione dei due paesi. Metodologia: La ricerca ha appoggiato alle diverse metodologie e strumenti di indagine. Si è scelto di utilizzare una metodologia di tipo descrittivo, alternando diversi metodi osservativi in alcune sezioni di diverse scuole d’infanzia sia in Italia sia in Cina. Inoltre si è scelto di utilizzare un altro strumento guida dell'osservazione, applicato solo alle scuole d’infanzia italiane perché si tratta della scala di valutazione della qualità della scuola dell'infanzia (PraDISI) elaborata sulla base delle storie e della culture dell'infanzia diverse da quelle della Cina, che permette di valutare la qualità delle scuole dell'infanzia coinvolte nell’indagine. Oltre a ciò, nelle scuole d’infanzia di Shanghai è stata utilizzata la tecnica della video-registrazione per poter documentare e successivamente analizzare momenti specifici e rilevanti delle giornate. Conclusione: Dalle analisi sui dati raccolti, si risulta che è interessante integrare due modelli: uno della scuola dell'infanzia di Shanghai centrato più sul gruppo e l'altro della scuola dell'infanzia di Bologna e di Reggio Emilia più sul singolo.
Objective: The mail objective of the research is to identify: a. The educational model; b. The informal educational pattern; c. The best practice in some preschools of China and Italy. The research of this project has something with my personal experiences. The Chinese government pays more attention to the child care and more preschools choose the Montessori educational model from others. The negligence of training of teacher created many problems during the importation of the education model, coming from another country. Method: In the part of empirical research, I used different tools for doing observation. In the three preschools of Shanghai, it is applied that named descriptive, that is, collecting the data with the paper and pen (Anna Bondioli); while in the preschool of Bologna and Reggio Emilia, it used the PraDISI (Rossaella D’Ugo, Ira Vannini), an instrument for observation and valuation of the quality of the teaching practice. The third tool which is applied just in one of the three preschools of Shanghai is the video-cued multivocal ethnography, elaborated by the group of researchers of Joseph Tobin. Result: After the analysis of data, it noted that the educational model in of preschool of Shanghai emphasized the collective value, while in Italy it focus more on the individual realization. So it is interesting that the one model can be integrated with another.
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Rampioni, Patrizia <1971&gt. "Il coordinatore pedagogico nella scuola dell'infanzia statale: modelli e prospettive di sviluppo. Presentazione di due casi studio." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/9120/5/Tesi%20Coordinamento%20pedagogico%20nella%20scuola%20dell%27infanzia%20statale%20-%20Rampioni%202019.pdf.

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Abstract:
L’ambito di ricerca su cui ci si concentra il questo lavoro prende le mosse dall’istituzione del “Sistema Integrato 0-6 anni” previsto dalla legge 107/2015 ed intende focalizzarsi sulla figura del coordinatore pedagogico nella scuola dell’infanzia statale. In tal senso, scopo prioritario della ricerca è quello di analizzare l’esperienza del coordinamento pedagogico e la sua applicabilità nelle scuole dell’infanzia statali. In particolare, la ricerca intende esplorare nuovi possibili modelli di coordinamento pedagogico e la loro evoluzione alla luce della Legge 107/2015 e dei successivi decreti. La ricerca intende quindi rispondere alla seguente domanda: quali modelli organizzativi e funzionali per un coordinamento pedagogico alla luce delle esperienze in atto? Affrontando questi interrogativo, sulla base dei casi studio analizzati, è possibile trarre suggerimenti per l’implementazione del coordinamento pedagogico nelle scuola dell’infanzia statali su tutto il territorio nazionale nell’ottica di diffondere l’alto livello qualitativo dei servizi e delle scuola dell’infanzia per cui la figura del coordinamento pedagogico è stata nel tempo implementata dalle realtà regionali che l’hanno qualificata. La ricerca empirica procede tramite lo studio di caso, analizzando figure di coordinamento e di dirigenza presenti sul territorio della nostra Regione. La ricerca è stata condotta in particolare a Bologna e a Vignola dove sono presenti alcune rilevanti esperienze di coordinamento pedagogico all’interno delle scuole dell’infanzia statali che durano da alcuni anni. Il lavoro empirico, nel caso studio di Vignola consiste di interviste al dirigente scolastico e alla coordinatrice pedagogica individuata presso la Direzione Didattica di Vignola; nel caso di Bologna, in cui si è consolidata un’esperienza sperimentale di coordinamento pedagogico all’interno di tutti gli Istituti Comprensivi della città, il lavoro empirico è consistito di 1 intervista di gruppo alle 5 coordinatrici pedagogiche, 1 intervista alla coordinatrice di 2°livello delle coordinatrici pedagogiche del Comune di Bologna e 2 interviste alle Dirigenti scolastiche di alcuni IC.
The study focalise on the pedagogical coordination in the governamental pre-schools after the new law 107/2015 which reform the ecec system turning it from a split system in an integrated system 0-6. In particular the research intend to explore new possible organisational and functional models of pedagogical coordination at the light of the new law. The empiric research has used the case study methods analysing experiences of coordination in cities of Bologna and Vignola; a group research of coordinators and 2 in depth semi-structured interview to second level coordinator were conducted; also 3 school principal were interviewd. The collected data have been analysed using the spiral-like methodology of grounded theory.
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Mion, Silvia. "La comprensione matematica come costruzione di racconti. Un design experiment per apprendere la sottrazione alla scuola dell'infanzia." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3421796.

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Abstract:
The PhD research investigates how children elaborate solution strategies to numerical problematic situations, involving the concept of subtraction. The study is conducted as a design experiment (Yackel & Cobb, 1996) integrating the constructivist and the socio-cultural perspectives. The concept of subtraction is defined first as taking apart and taking from and then within differently structured situations (Nesher, Greeno & Riley, 1982; Hayloch & Cockburn, 2008), that can be connected with the same symbol of "minus". The teaching intervention begins with careful analysis and observation of the teaching practices in the daily school context of two groups of 5-years-old-children. The researcher joints the classes as a teacher-expert. Each teaching session is made up of three stages. In a first phase the teacher-researcher introduces a problematic situation through a story (Zazkis & Liljedahl. 2005) and with the implementation of auxiliary materials (Skoumpourdi, 2012). Secondly, the researcher and the children participate in a mathematical discussion (Bartolini Bussi & Boni, 1995) in order to find the numerical solution of the problem. Finally, the children are invited to imagine and express individually their conceptualization drawing by (Van Oers, 1997; Burton, 2002) and verbalizing their own mathematical version of the story. Mathematical reasoning develops as a recursive processes through different levels of understanding (Pirie & Kieren, 1989) where each level of sophistication is contained in the following one. Children can draw back to a previous level, in order to incorporate partially understood aspects and then move again to the outer level. It has been chosen a qualitative research methodology, based on video-recordings. The study is intended to offer an enlarged contextualization of the factors influencing the learning process and to a methodological-didactic perspective, supporting teachers in the design of innovative teaching contexts and acting in the zone of proximal development (Vygotsky, 1962), for the development of numerical competencies in pre-schools.
La ricerca di dottorato indaga come i bambini elaborino strategie risolutive di fronte a situazioni numericamente problematiche, coinvolgenti il concetto di sottrazione, attraverso l’attivazione di modalità di apprendimento innovative secondo il modello del Design Experiment (Cobb & Yackel, 1996). Il quadro teorico integra prospettiva costruttivista e socio-culturale e definisce il concetto di sottrazione, dapprima come differenza e resto e poi all’interno di modelli di situazioni sottrattive (Nesher, Greeno & Riley, 1982; Hayloch & Cockburn, 2008) che sottendono diversi approcci al calcolo e alla strutturazione del processo risolutivo dell’operazione. La proposta didattica parte da un’attenta analisi ed osservazione del contesto delle pratiche didattiche delle insegnanti e vede la ricercatrice coinvolta in prima persona come insegnante-esperta. Il breve intervento didattico coinvolge due gruppi di bambini di 5 anni. In ogni incontro è possibile individuare tre momenti. In una prima fase l’insegnante-ricercatore fa emergere una situazione problematica attraverso un racconto (Zazkis & Liljedahl. 2005) e con l’implementazione di materiali ausiliari (Skoumpourdi, 2012). Ricercatore e bambini sono poi coinvolti in una discussione matematica (Bartolini Bussi & Boni, 1995) volta a trovare la soluzione numerica a quanto rilevato. Da ultimo ogni bambino è invitato a fornire la propria concettualizzazione tramite la rappresentazione grafica (Van Oers, 1997; Burton, 2002) e la successiva descrizione a parole del disegno all’esperto. L’analisi evidenzia come l’articolarsi della discussione matematica si sviluppi come un vero e proprio processo di comprensione matematica, in cui le ipotesi avanzate dai bambini, sia in termini di valori numerici che di strategie di calcolo, non si susseguono in maniera lineare, ma siano piuttosto inquadrabili all’interno di una teoria di apprendimento ricorsiva multiplanare (Pierie & Kieren, 1989) caratterizzata da frequenti momenti di ritorno a quanto già emerso in un’ottica di integrazione dei vari aspetti parzialmente compresi. La ricerca si basa su una metodologia prevalentemente qualitativa, che si avvale di videoriprese e si presenta come un’indagine esplorativa che si apre ad una contestualizzazione allargata dei fattori che intervengono sull'apprendimento e quindi ad un’interpretazione di tipo metodologico-didattico, che sostenga le insegnanti nella progettazione di contesti di insegnamento innovativi e che agiscono nella zona di sviluppo prossimo (Vygotskij, 1962), per lo sviluppo delle competenze numeriche fin dalle prime fasi della scolarizzazione.
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Dussin, Giada <1986&gt. "Il ruolo dell'Unicef nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio a favore dell'infanzia. L'esperienza Unicef-Regione Veneto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2640.

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Abstract:
Partendo da un'analisi degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e studiando dettagliatamente i progressi di ogni singolo Obiettivo, conseguiti nel 2005 e nel 2011, il mio lavoro si focalizza sulla Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza che l'Unicef ha adottato nel 1989, in cui vengono enunciati i diritti fondamentali che devono essere riconosciuti e garantiti a tutti i bambini del mondo. L'Unicef ha incorporato nella sua missione gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, essendo questi ultimi la messa in pratica della Convenzione. Parte del mio lavoro è poi dedicata alle campagne che l'Unicef adotta a livello internazionale per il conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e all'esperienza di tirocinio svolta presso il Comitato Regionale Veneto per l'Unicef, con particolare attenzione alle attività svolte in merito alla Convenzione e agli Obiettivi del Millennio.
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Dalmonte, Federica <1981&gt. "Come città dell'infanzia. Architettura, educazione e immagine in due colonie per i figli degli Italiani all'estero a Cattolica e Tirrenia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2811/1/dalmonte_federica_tesi.pdf.

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Abstract:
The present doctoral dissertation deals with two significant case studies of Italian holiday camps which appear as interesting architectural experiences that reflect both the pedagogic and educational programmes of the fascist regime, and the discussion on the constructive and expressive principles that characterize the Italian architecture during the Thirties. The research explains the colony "XXVIII October for the sons of the Italian workers living abroad", today known as "Le Navi" ("The Ships"), built in Cattolica in 1934 and projected by the Roman architect Clemente Busiri Vici, and the feminine colony "for the sons of the Italian workers living abroad" built in 1934 in Tirrenia and projected by the architects Mario Paniconi and Giulio Pediconi. These holiday camps are the sole buildings commissioned directly by the Department in the Italian Foreign Office with the aim of offering a seaside stay to the sons of the Italians living in the colonies who, probably, could visit Italy only one time in their life. Firstly, the work illustrates the most relevant themes concerning these holiday camps, such as the representative intents that the buildings evoked to the children attending the places. Sun-bathing and group gymnastics were some of the rituals in the communal life, where order and discipline gave a precise internal organization to the spaces. Over the correspondence to practical functions, the figures and the forms of the different spaces of the buildings involve the children in an educational dimension. Subsequently, the function of the Department in the Italian Foreign Office and the planning and constructive ideas of the two colonies will be introduced. These colonies were conceived by a precise social project with educational, welfare and therapeutic aims. The elements, the spaces and the volumes create a fixed and theatrical scene of the life, full of ideological, political and celebratory overtones. Finally, the research shows that the relation between the architectural shape of the buildings and the rituals performed by fascist tutors produces an ideal space, extraneous to the external world that could influence the behavior of the children. The plan is to transmit to the children an image of Italy that will remain engraved in their minds once they have returned to their countries. In these projects there is the intent to transmit the image of "italianity" abroad. The way to do this was to plan for them a scenery which contains all the architectural elements of Italian cities. The holiday camps are proposed a sort of microcosm that appears as an "evocation" of the places and the spaces of Italian cities. The buildings appear as veritable "cities of childhood".
La tesi di dottorato di ricerca ha come oggetto lo studio della relazione tra l'immaginario proposto ai bambini dal regime fascista attraverso le colonie di vacanza e la soluzione architettonica offerta da due casi esemplari: la colonia marina "XXVIII ottobre per i Figli degli Italiani all'Estero" realizzata a Cattolica nel 1933-34 su progetto dell'ingegnere Clemente Busiri Vici, e la colonia marina femminile "per i Figli degli Italiani all'Estero" realizzata a Tirrenia nel 1934 su progetto degli architetti Mario Paniconi e Giulio Pediconi. Le colonie selezionate costituiscono i due soli edifici commissionati direttamente dalla Direzione Generale degli Italiani all'Estero del Ministro degli Esteri per l'accoglienza di bambini che vivevano lontano dall'Italia e che avrebbero visitato il paese forse solo una volta nella loro vita. Questo importante aspetto trova traccia nella stessa configurazione degli edifici. La metodologia di analisi, fondata sul confronto tra la conoscenza delle due opere architettoniche con le relazioni che esse intrattengono con il contesto culturale dell'Italia degli anni Trenta, si riflette nella struttura del lavoro. La ricerca affronta dapprima le strategie territoriali e localizzative che presiedono la diffusione di questi edifici, il progetto sociale, educativo e assistenziale che sta alla base della politica del regime fascista sulla vacanza dell'infanzia, e sul ruolo della cultura figurativa che accompagna la diffusione di questi edifici negli anni del fascismo. Successivamente viene esaminato il ruolo svolto dalla Direzione Generale dei Fasci Italiani all'Estero e viene esaminata la specifica vicenda progettuale e costruttiva delle due colonie di Cattolica e di Tirrenia, con particolare riferimento alla loro composizione ed agli specifici dispositivi spaziali sempre inseriti in una dimensione ad un tempo educativa e celebrativa. Infine la ricerca indaga le questioni insediative e tipologiche, e la relazione delle figure architettoniche della due colonie marine con i rituali e le pratiche sociali. Emerge come un tema di fondo l'esigenza di comunicare ai giovani ospiti "figli degli italiani emigrati all'estero" un'immagine nitida dell'Italia e del suo paesaggio; si tratta di un'esigenza di comunicazione che informa la progettazione delle due colonie di vacanza. A Cattolica come a Tirrenia le colonie si costituiscono come uno scenario attentamente articolato che contiene tutti gli elementi architettonici delle città  italiane. La colonia viene quindi proposta coma una sorta di microcosmo autonomo che si mostri come una "evocazione" dei luoghi e degli spazi delle città  italiane.
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Dalmonte, Federica <1981&gt. "Come città dell'infanzia. Architettura, educazione e immagine in due colonie per i figli degli Italiani all'estero a Cattolica e Tirrenia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2811/.

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Abstract:
The present doctoral dissertation deals with two significant case studies of Italian holiday camps which appear as interesting architectural experiences that reflect both the pedagogic and educational programmes of the fascist regime, and the discussion on the constructive and expressive principles that characterize the Italian architecture during the Thirties. The research explains the colony "XXVIII October for the sons of the Italian workers living abroad", today known as "Le Navi" ("The Ships"), built in Cattolica in 1934 and projected by the Roman architect Clemente Busiri Vici, and the feminine colony "for the sons of the Italian workers living abroad" built in 1934 in Tirrenia and projected by the architects Mario Paniconi and Giulio Pediconi. These holiday camps are the sole buildings commissioned directly by the Department in the Italian Foreign Office with the aim of offering a seaside stay to the sons of the Italians living in the colonies who, probably, could visit Italy only one time in their life. Firstly, the work illustrates the most relevant themes concerning these holiday camps, such as the representative intents that the buildings evoked to the children attending the places. Sun-bathing and group gymnastics were some of the rituals in the communal life, where order and discipline gave a precise internal organization to the spaces. Over the correspondence to practical functions, the figures and the forms of the different spaces of the buildings involve the children in an educational dimension. Subsequently, the function of the Department in the Italian Foreign Office and the planning and constructive ideas of the two colonies will be introduced. These colonies were conceived by a precise social project with educational, welfare and therapeutic aims. The elements, the spaces and the volumes create a fixed and theatrical scene of the life, full of ideological, political and celebratory overtones. Finally, the research shows that the relation between the architectural shape of the buildings and the rituals performed by fascist tutors produces an ideal space, extraneous to the external world that could influence the behavior of the children. The plan is to transmit to the children an image of Italy that will remain engraved in their minds once they have returned to their countries. In these projects there is the intent to transmit the image of "italianity" abroad. The way to do this was to plan for them a scenery which contains all the architectural elements of Italian cities. The holiday camps are proposed a sort of microcosm that appears as an "evocation" of the places and the spaces of Italian cities. The buildings appear as veritable "cities of childhood".
La tesi di dottorato di ricerca ha come oggetto lo studio della relazione tra l'immaginario proposto ai bambini dal regime fascista attraverso le colonie di vacanza e la soluzione architettonica offerta da due casi esemplari: la colonia marina "XXVIII ottobre per i Figli degli Italiani all'Estero" realizzata a Cattolica nel 1933-34 su progetto dell'ingegnere Clemente Busiri Vici, e la colonia marina femminile "per i Figli degli Italiani all'Estero" realizzata a Tirrenia nel 1934 su progetto degli architetti Mario Paniconi e Giulio Pediconi. Le colonie selezionate costituiscono i due soli edifici commissionati direttamente dalla Direzione Generale degli Italiani all'Estero del Ministro degli Esteri per l'accoglienza di bambini che vivevano lontano dall'Italia e che avrebbero visitato il paese forse solo una volta nella loro vita. Questo importante aspetto trova traccia nella stessa configurazione degli edifici. La metodologia di analisi, fondata sul confronto tra la conoscenza delle due opere architettoniche con le relazioni che esse intrattengono con il contesto culturale dell'Italia degli anni Trenta, si riflette nella struttura del lavoro. La ricerca affronta dapprima le strategie territoriali e localizzative che presiedono la diffusione di questi edifici, il progetto sociale, educativo e assistenziale che sta alla base della politica del regime fascista sulla vacanza dell'infanzia, e sul ruolo della cultura figurativa che accompagna la diffusione di questi edifici negli anni del fascismo. Successivamente viene esaminato il ruolo svolto dalla Direzione Generale dei Fasci Italiani all'Estero e viene esaminata la specifica vicenda progettuale e costruttiva delle due colonie di Cattolica e di Tirrenia, con particolare riferimento alla loro composizione ed agli specifici dispositivi spaziali sempre inseriti in una dimensione ad un tempo educativa e celebrativa. Infine la ricerca indaga le questioni insediative e tipologiche, e la relazione delle figure architettoniche della due colonie marine con i rituali e le pratiche sociali. Emerge come un tema di fondo l'esigenza di comunicare ai giovani ospiti "figli degli italiani emigrati all'estero" un'immagine nitida dell'Italia e del suo paesaggio; si tratta di un'esigenza di comunicazione che informa la progettazione delle due colonie di vacanza. A Cattolica come a Tirrenia le colonie si costituiscono come uno scenario attentamente articolato che contiene tutti gli elementi architettonici delle città  italiane. La colonia viene quindi proposta coma una sorta di microcosmo autonomo che si mostri come una "evocazione" dei luoghi e degli spazi delle città  italiane.
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Ghidoni, Margherita <1988&gt. "Bing Xin e Ye Shengtao: due sguardi adulti sul mondo dell'infanzia. Proposta di traduzione e commento traduttologico di alcune opere." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4411.

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Abstract:
La presente tesi propone un confronto tra gli autori Bing Xin e Ye Shengtao che, attraverso le loro opere, hanno contribuito allo sviluppo della “letteratura per l'infanzia”in Cina. Dopo aver illustrato il concetto di “letteratura per l'infanzia” e la sua evoluzione nel contesto storico e culturale cinese, mi sono concentrata sulla selezione e sulla traduzione degli scritti che ho ritenuto più significativi a tale riguardo. In particolare, la scelta si è concentrata su alcune delle 29 lettere che compongono la raccolta 寄小读者 Ji xiao duzhe riproposta nell'opera 冰心选集 Bing Xin xuan ji e alcuni testi dall'opera 叶圣陶儿童文学全集 Ye Shengtao ertong wenxue quan ji. L'analisi dei testi, dei temi e dei motivi ricorrenti mi ha permesso di mettere in luce il diverso approccio con cui gli autori sopracitati hanno affrontato la tematica e di evidenziare le peculiarità della loro poetica.
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Gallicchio, Adriana <1970&gt. "Le rappresentazioni sociali della musica degli insegnanti di scuola dell'infanzia. Documenti orientativi e indagini empiriche a confronto tra Italia e Venezuela." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5514/1/gallicchio_adriana_tesi.pdf.

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Abstract:
Questo lavoro si occupa di studiare l’effetto delle rappresentazioni sociali della musica degli studenti universitari che diventeranno insegnanti di scuola dell’infanzia e in particolare i cambiamenti che intervengono durante il periodo di formazione universitaria sia italiana sia venezuelana. Obiettivo fondamentale è quindi realizzare un’analisi comparativa sulle seguenti tematiche: bambino musicale, competenze dell’insegnante e finalità dell’educazione musicale. Questo lavoro si è inserito all’interno del progetto “Il sapere musicale come rappresentazione sociale” (Addessi-Carugati 2010). L’ipotesi guida è che le concezioni implicite della musica funzionino come rappresentazioni sociali che influenzano le pratiche dell’insegnamento e dell’educazione musicale. Il primo capitolo, affronta i temi dei bambini, degli insegnanti e dell’educazione musicale nella scuola dell’infanzia in Italia e Venezuela. Nel secondo vengono presentati gli studi sui saperi musicali; la teoria delle rappresentazioni sociali (Moscovici 1981) e il progetto pilota realizzato presso l’Università di Bologna “Il sapere musicale come Rappresentazione Sociale”. Il capitolo successivo presenta l'analisi e l'interpretazione dell’indagine empirica effettuata su un gruppo di studenti dei corsi di formazione per insegnanti dell’Università di Mérida (Venezuela). Nel quarto capitolo si sviluppano riflessioni e discussioni riguardo i risultati dello studio comparativo; i piani e programmi di studio universitari e il profilo professionale musicale dell’insegnante. Le conclusioni finali illustrano come l’ipotesi iniziale sia effettivamente confermata: dall’analisi e interpretazione dei dati sembra che le concezioni implicite sui saperi musicali possedute dagli studenti influiscano sulla loro pratica professionale in qualità di futuri insegnanti. Si è anche osservato che le differenze incontrate sembrano essere dovute ai diversi tipi di variabili del contesto dove si trova l’insegnante di educazione musicale; e soprattutto ai significati espressi dai programmi di studi, dai contenuti didattici diversi, dai contesti sociali e culturali e dal curriculum universitario.
This work is to study the effect of social representations of music college students who will become teachers of kindergarten and in particular the changes that occur during the university education period in Italy and Venezuela. The main objective was to make a comparison on the following issues: musical child, skills of the teacher and the purpose of music education. This work is embedded within the project "The musical knowledge as a social representation" (Addessi-Carugati 2010). The leading hypothesis is that the implicit conceptions of music work as social representations that influence the practices of teaching and music education. The first chapter deals with the themes of children, teachers and music education in kindergarten in Italy and Venezuela. The second shows studies on musical knowledge, the theory of social representations (Moscovici 1981) and the pilot project at the University of Bologna "The musical knowledge as Social Representation". The third chapter presents the analysis and interpretation of the empirical investigation carried out on a group of students of teacher training at the University of Mérida (Venezuela). In the fourth chapter we reflect and discuss on the results of the comparative study, the plans and programs of graduate study and the professional music teacher profile. The conclusions illustrate how the initial hypothesis has actually been confirmed: by the analysis and interpretation of the findings seems that the concepts implicit knowledge about music owned by the students affect their practice as future teachers. It was also noted that the differences encountered seem to be caused by different types of variables in the environment of the music education teacher, and especially by the meanings expressed by the different teaching contents, the social and cultural contexts and university curriculum.
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Gallicchio, Adriana <1970&gt. "Le rappresentazioni sociali della musica degli insegnanti di scuola dell'infanzia. Documenti orientativi e indagini empiriche a confronto tra Italia e Venezuela." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5514/.

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Abstract:
Questo lavoro si occupa di studiare l’effetto delle rappresentazioni sociali della musica degli studenti universitari che diventeranno insegnanti di scuola dell’infanzia e in particolare i cambiamenti che intervengono durante il periodo di formazione universitaria sia italiana sia venezuelana. Obiettivo fondamentale è quindi realizzare un’analisi comparativa sulle seguenti tematiche: bambino musicale, competenze dell’insegnante e finalità dell’educazione musicale. Questo lavoro si è inserito all’interno del progetto “Il sapere musicale come rappresentazione sociale” (Addessi-Carugati 2010). L’ipotesi guida è che le concezioni implicite della musica funzionino come rappresentazioni sociali che influenzano le pratiche dell’insegnamento e dell’educazione musicale. Il primo capitolo, affronta i temi dei bambini, degli insegnanti e dell’educazione musicale nella scuola dell’infanzia in Italia e Venezuela. Nel secondo vengono presentati gli studi sui saperi musicali; la teoria delle rappresentazioni sociali (Moscovici 1981) e il progetto pilota realizzato presso l’Università di Bologna “Il sapere musicale come Rappresentazione Sociale”. Il capitolo successivo presenta l'analisi e l'interpretazione dell’indagine empirica effettuata su un gruppo di studenti dei corsi di formazione per insegnanti dell’Università di Mérida (Venezuela). Nel quarto capitolo si sviluppano riflessioni e discussioni riguardo i risultati dello studio comparativo; i piani e programmi di studio universitari e il profilo professionale musicale dell’insegnante. Le conclusioni finali illustrano come l’ipotesi iniziale sia effettivamente confermata: dall’analisi e interpretazione dei dati sembra che le concezioni implicite sui saperi musicali possedute dagli studenti influiscano sulla loro pratica professionale in qualità di futuri insegnanti. Si è anche osservato che le differenze incontrate sembrano essere dovute ai diversi tipi di variabili del contesto dove si trova l’insegnante di educazione musicale; e soprattutto ai significati espressi dai programmi di studi, dai contenuti didattici diversi, dai contesti sociali e culturali e dal curriculum universitario.
This work is to study the effect of social representations of music college students who will become teachers of kindergarten and in particular the changes that occur during the university education period in Italy and Venezuela. The main objective was to make a comparison on the following issues: musical child, skills of the teacher and the purpose of music education. This work is embedded within the project "The musical knowledge as a social representation" (Addessi-Carugati 2010). The leading hypothesis is that the implicit conceptions of music work as social representations that influence the practices of teaching and music education. The first chapter deals with the themes of children, teachers and music education in kindergarten in Italy and Venezuela. The second shows studies on musical knowledge, the theory of social representations (Moscovici 1981) and the pilot project at the University of Bologna "The musical knowledge as Social Representation". The third chapter presents the analysis and interpretation of the empirical investigation carried out on a group of students of teacher training at the University of Mérida (Venezuela). In the fourth chapter we reflect and discuss on the results of the comparative study, the plans and programs of graduate study and the professional music teacher profile. The conclusions illustrate how the initial hypothesis has actually been confirmed: by the analysis and interpretation of the findings seems that the concepts implicit knowledge about music owned by the students affect their practice as future teachers. It was also noted that the differences encountered seem to be caused by different types of variables in the environment of the music education teacher, and especially by the meanings expressed by the different teaching contents, the social and cultural contexts and university curriculum.
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Badran, Adeeb Said Ibrahim <1969&gt. "Migliorare le aspettative delle scuole dell'infanzia in Palestina attraverso lo sviluppo professionale del curricolo degli educatori e il coinvolgimento dei genitori." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/10262.

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Abstract:
Questa ricerca intende ad indagare sul ruolo dei educatori nelle scuole dell'infanzia, e il coinvolgimento dei educatori dentro le scuole le scuole dell’infanzia. I dati dei questionari, interviste e osservazione sono stati raccolti e analizzati per esplorare gli aspetti della professionalità nel campo della educazione della prima infanzia. I dati sono stati analizzati utilizzando alcune teorie culturale e sociale come un quadro analitico per comprendere la preparazione professionale degli educatori. Entrambi gli approcci qualitativi e quantitativi sono stati impiegati per raggiungere gli obiettive della ricerca. I dati quantitative e qualitative sono stati analizzati utilizzando SPSS, per riassumere i risultati delle domande chiuse dell'questionario. Tutti le intervisti e l’osservazione sono stati trascritte e registrati in lingua araba e poi tradotti in lingua italiana. I risultati della ricerca hanno scoperto che le competenze, conoscenze e la capacità dei educatori erano ad un livello bassissimo, e il curriculum era in adeguato per preparare i bambini alla scuola primaria. Il coinvolgimento dei genitori nelle scuole dell’infanzia era assente per la mancanza delle politiche educative e il degrado del ruolo della scuola dell’infanzia. Le implicazioni della ricerca mettono in evidenza l'importanza di fornire gli educatori e i genitori una formazione adeguata e curriculum efficace, e programmi di intervento da parte dal ministero della pubblica istruzione per promuovere il dialogo tra scuola, educatori e famiglia.
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Ceccarini, Chiara. ""Il pipistrello dai mille colori" di Zélia Gattai: traduzione e commento delle scelte traduttive del racconto brasiliano di sensibilizzazione dell'infanzia verso il rispetto della natura." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9110/.

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Abstract:
Abstract in italiano L’oggetto del presente elaborato è una proposta di traduzione dal portoghese all’italiano di un racconto della scrittrice brasiliana Zélia Gattai intitolato "Pipistrelo das mil cores". Il libro ha come fine quello di educare i più piccoli alla tutela della fauna e porre un freno alla crudeltà sugli animali. Questo progetto si divide in tre capitoli: nel primo vengono presentate l’autrice e l’opera, nel secondo la traduzione e, nell’ultimo, vengono commentate le scelte traduttive con particolare attenzione al tipo di pubblico cui il testo è rivolto. Sinopse em português O tema desta dissertação é uma proposta de tradução de português para italiano dum conto da literatura infantil brasileira cujo título é "Pipistrelo das mil cores" escrito por Zélia Gattai. O livro tem o fim de sensibilizar as crianças sobre a salvaguarda da fauna e de pôr fim aos maus tratos infligidos aos animais. Este estudo encontra-se dividido em três capítulos: no primeiro, é apresentada a autora e a obra, no segundo, a tradução e, no terceiro, analizam-se as opções tradutivas com especial atenção para o tipo de leitores aos quais o texto está endereçado. Abstract in English The aim of this dissertation is to translate a piece of Brazilian children’s literature published under the title of "Pipistrelo das mil cores" written by Zélia Gattai from Portuguese into Italian. The objective of the book is to raise awareness of wildlife conservation and of cruelty to animals. This study is divided into three chapters. The first one introduces the author and the book, the second one presents a translation proposal and the last one analyses the translating choices with particular attention to the target audience.
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IZZO, EMANUELA. "SEQUENZE CONVERSAZIONALI TRA INSEGNANTI E BAMBINI IN UN CONTESTO MULTILINGUE DI SCUOLA DELL’INFANZIA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2017. http://hdl.handle.net/10281/170823.

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Abstract:
Diversi studi condotti tra insegnanti di scuola dell’infanzia e bambini in piccolo gruppo, hanno mostrato l’utilità della conversazione per incentivare lo sviluppo del linguaggio e una miglior crescita cognitiva. Questo studio si è occupato di investigare gli interventi a cui gli insegnanti di scuola dell’infanzia ricorrono per gestire momenti di conversazione con un piccolo gruppo di bambini, in un contesto scolastico multilingue. Inoltre si è considerata la relazione tra gli effetti degli interventi degli insegnanti e l’emergere di ragionamenti condivisi tra i bambini all’interno di sequenze. Da ultimo, questo studio ha esaminato la 7 partecipazione dei bambini bilingue all’interno delle sequenze di co-costruzione del discorso. Dieci insegnanti sono state videoregistrate mentre conversavano con bambini italiani e bilingue, con un’età compresa tra i 3 e i 5 anni. Tutte le conversazioni sono state trascritte ricorrendo ai criteri usati da Pontecorvo e Fasulo (1999). Con l’obiettivo di comprendere più a fondo alcune dinamiche, sono stati utilizzati altri strumenti per la raccolta dei dati: questionari, note di campo, interviste. Una prima analisi quantitativa è stata condotta sugli interventi delle insegnanti all’interno delle conversazioni, sull’emergere di sequenze di co-costruzione del ragionamento da parte dei bambini e sulla partecipazione dei bambini italiani e bilingue all’interno di queste sequenze. In seguito, a partire dai risultati dell’analisi quantitativa, è stata condotta un’analisi qualitativa sulle conversazioni. L’analisi quantitativa ha mostrato una relazione tra gli interventi degli insegnanti e l’emergere di sequenze di co-costruzione del discorso tra insegnante e bambini. Inoltre la partecipazione dei bambini bilingue all’interno di queste sequenze è risultata inferior a quella degli italiani. L’analisi qualitativa ha fatto emergere che gli insegnanti promuovono la partecipazione dei bambini mostrando un interesse autentico per le loro parole. Questo aspetto è collegato a un’attenta e consapevole valutazione delle domande da rivolgere ai bambini e con la scelta di ricorrere a interventi a specchio. Infine è risultato importante supportare i ragionamenti dei bambini creando dei collegamenti tra i loro interventi e usando i loro contributi per guidare la conversazione.
Different studies suggested that conversations between preschool teachers and small groups of children improve language development and cognitive growth. The current study investigated the interventions of preschool teachers to manage conversations with a small group of children in a multilingual context. Moreover, it also investigated the relationship between teachers' interventions and children's co-construction of reasoning, within sequences. Finally, it focused on bilingual children participations during the co-constructional sequences. Ten teachers were video recorded while conducting conversations with Italian and bilingual children aged 3 to 5 years old. All conversations were transcribed using Pontecorvo Fasulo’s (1999) criteria. In order to understand better some dynamics, other collecting data instruments were used: questionnaire, field notes, and interviews. A first quantitative analysis was conducted on teacher’s interventions in conversations, children's co-construction of reasoning within sequences, and Italian and bilingual children's participation during these sequences. Afterwards, starting from quantitative results, a qualitative analysis on conversations was computed . The quantitative analysis indicated a relationship between teacher’s interventions and the emergence of children-teacher co-constructional sequences . Furthermore, bilingual children were found to participate within these sequences less frequently than Italian children. Qualitative analyses suggested that teachers promoted children’s participation by showing an authentic interest in their speech. This was related with a conscious choice of what and how to ask questions, and with teachers' responsiveness by doings things like mirror talk and revoicing. At last, it emerged the importance of supporting children's discourse by connecting their interventions and using their contributions to guide conversations.
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Ziliotto, S. "Analisi geo-didattica sui temi dell'Educazione allo Sviluppo Sostenibile nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria in Veneto e in Baviera. Confronto tra Padova e Würzburg." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3421707.

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Abstract:
Bildung zu nachhaltiger Entwicklung setzt einen systematischen Ansatz voraus, der sozioökonomische Umweltaspekte in enge Beziehung zueinander setzt. Bildung zu nachhaltiger Entwicklung bedeutet also, die Komplexität von Phänomenen und deren Beziehung zueinander zu begreifen lernen und Schlüsselkompetenzen zu entwickeln, um aktiv, bewusst, verantwortungsvoll und kritisch an der Gestaltung der Gegenwart und somit der Zukunft teilzuhaben. Gegenstand vorliegender Forschungsarbeit ist die Bildung für nachhaltige Entwicklung (BNE) aus Sicht der Geographie und im internationalen Vergleich zwischen der italienischen Stadt Padua in der Region Venetien und Würzburg in Bayern. Im Mittelpunkt stehen Aktivitäten und Projekte, die im formalen Bereich, d.h. in Kindergärten/scuola dell'infanzia und Grundschulen/scuola primaria, und im non-formalen Bereich, wie Vereine, Einrichtungen, lokale Körperschaften, durchgeführt wurden. Damit war die Voraussetzung geschaffen, das gesamte Spektrum an Angeboten zu BNE in den für die Fallstudie gewählten Städten zu erfassen, also einschließlich der Angebote von und der Angebote an die Schulen. Dem Forschungsverfahren liegt ein Fragebogen über die Glaubenssysteme von Erziehern und Lehrern in Bezug auf geographische Bildung zugrunde. Dabei stellt sich unter anderem heraus, dass der Zusammenhang zwischen BNE und geographischer Bildung kaum wahrgenommen wird. Diese Feststellung bestätigt sich im weiteren Verlauf des Untersuchungsverfahrens, das sich auf die Auswertung von dreizehn, aus der Fachliteratur und aus internationalen Dokumenten ausgewählten und behandelten BNE-Themen konzentriert. Das Monitoring legt offen, dass die Durchführung der Projekte ohne jeglichen Bezug zu geographischer Bildung erfolgt. Nichtsdestotrotz zeigen die Ergebnisse auch, dass es in beiden Städten und in beiden Bereichen, im formalen wie im non-formalen, „Best-Practice-BNE“ gibt und dass Themen mit Bezug zu Bildung für Nachhaltigkeit gegenüber Themen mit Bezug zu entwicklungsbezogener Bildung der Vorzug gegeben wird. Weiter geht daraus hervor, dass in erster Linie Umweltaspekte behandelt werden, gefolgt von sozialen, während ökonomische Aspekte das Schlusslicht bilden. In Bezug auf das, was nachhaltige Entwicklung und BNE bedeuten, herrscht bei den Interviewpartnern ziemliche Unklarheit und ein geringes Bewusstsein. Im non-formalen Bereich Tätige wissen über die Grundlagen nachhaltiger Entwicklung Bescheid, bevorzugen jedoch die Bezeichnung „Umwelterziehung“, weil dieser Begriff für die Allgemeinheit angeblich besser verständlich ist. Die Mehrheit der Erzieher und Lehrer hingegen erkennt keinen Unterschied zwischen BNE und Umwelterziehung. Auch die staatlichen Lehrpläne und Richtlinien geben kaum Aufschluss darüber, was BNE ist. Manchmal wird BNE mit Umwelterziehung gleichgesetzt, dann ist sie wieder Teil davon, andere Male wird sie als Orientierungshilfe für Umwelterziehung empfohlen. Jedenfalls wird darin nichts anderes als Umwelterziehung damit in Verbindung gebracht. Die befragten Personen sind wesentlich mehr auf die „Praxis“ als auf die „Theorie“ bedacht. Sie führen interessante Projekte und Aktivitäten durch, sind sich aber des Paradigmas, das BNE zugrunde liegt und das mit dem der Geographie in gar einigen Punkten konvergent ist, nicht wirklich bewusst. In diesem Sinne erschließt vorliegende Forschungsarbeit das Potential an Synergien von BNE und geographischer Bildung. Denn einerseits könnte die Geographie aufschlussreiche theoretische Überlegungen und Impulse liefern, andererseits könnte BNE den Anstoß zur Erneuerung geographischer Bildung geben und sie damit aus der gesellschaftlichen Isolation führen.
Educare allo sviluppo sostenibile significa adottare un approccio di tipo sistemico nel quale processi ambientali, sociali ed economici sono strettamente collegati fra loro. Significa, quindi, educare alla complessità dei fenomeni e delle relazioni e sviluppare le competenze chiave per prendere parte in modo attivo, consapevole, responsabile e critico alla creazione del presente, quindi del futuro. L'oggetto di ricerca di questo lavoro è l'Educazione allo Sviluppo Sostenibile (ESS) in ottica geografica attraverso un confronto internazionale tra la città italiana di Padova, in Veneto, e la città tedesca di Würzburg, in Baviera. In particolare, l'attenzione si focalizza su attività e progetti realizzati sia nell'ambito formale, ossia all'interno di scuole dell'infanzia/Kindergarten e di scuole primarie/Grundschule, sia nell'ambito non formale, vale a dire all'interno di associazioni, istituzioni ed enti del territorio. In tal modo è preso in esame l'intero spettro di proposte sull'ESS offerte dalle scuole ed alle scuole nelle due città scelte come casi di studio. Il punto di partenza del processo di ricerca è la somministrazione di un questionario sulle credenze di insegnanti ed educatori rispetto all'educazione geografica che, tra i vari esiti, ha messo in luce come il collegamento tra ESS ed educazione geografica sia percepito come molto debole. Ciò ha trovato conferma nel proseguimento dell'indagine che si è concentrata sulle proposte realizzate in merito a tredici temi di ESS, scelti tra quelli individuati nella letteratura e nei documenti internazionali. Infatti, i progetti monitorati sono stati affrontati senza intessere alcun legame con l'educazione geografica. Tuttavia, gli esiti emersi evidenziano l'esistenza di "buone pratiche" di ESS realizzate sia nell'ambito formale sia in quello non formale di entrambi i casi di studio ed indirizzate ad affrontare maggiormente i temi connessi all'Educazione alla Sostenibilità che quelli connessi all'Educazione allo Sviluppo. Emerge, inoltre, che dei temi affrontati vengono presi in considerazione primariamente gli aspetti ambientali, a seguire quelli sociali ed infine quelli economici. Gli intervistati risultano essere piuttosto confusi e scarsamente consapevoli rispetto al significato di sviluppo sostenibile e di ESS. In particolare, mentre gli operatori dell'ambito non formale risultano essere informati rispetto ai principi base dello sviluppo sostenibile ma preferiscono utilizzare l'espressione "educazione ambientale" poiché sostengono di essere compresi meglio dalla comunità, la maggior parte degli insegnanti e degli educatori, invece, non vede differenza tra ESS ed educazione ambientale. Anche all'interno dei documenti ministeriali per la scuola si è rilevata una grande confusione su cosa sia l'ESS, infatti alle volte viene fatta coincidere con l'educazione ambientale, altre volte ne è una parte, altre volte ancora rappresenta un orientamento per l'educazione ambientale. In nessun caso essa viene presentata come una prospettiva diversa dall'educazione ambientale. Nel complesso, gli intervistati sono risultati essere maggiormente concentrati sulla "pratica" che sulla "teoria", infatti realizzano progetti e attività interessanti ma non sono del tutto a conoscenza del paradigma che sta alla base dell'ESS, che risulta avere molti punti di convergenza con quello della geografia. In tal senso la ricerca valorizza le potenzialità della sinergia tra ESS ed educazione geografica poiché se da un lato la geografia potrebbe fornire riflessioni teoriche chiare e signicative, dall'altro l'ESS potrebbe offrire l'opportunita all'educazione geografica di rinnovarsi e di superare il suo isolamento rispetto alla società.
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Baccin, Vania <1983&gt. "Cambiamenti culturali e modifiche delle politiche a favore dell'infanzia e dell'adolescenza. L'esperienza delle "Linee di indirizzo regionali per lo sviluppo dei servizi di protezione e cura del minore-biennio 2009/2010" in Veneto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4260.

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Abstract:
Partendo dalla definizione di una "cornice di senso" attraverso la definizione di concetti fondamentali quali le politiche pubbliche e sociali, si analizzano i processi di cambiamento del welfare e delle politiche per l'infanzia e l'adolescenza in Italia, fino ad arrivare all'analisi di una politica realizzata nella regione veneto, sulla programmazione dei servizi di protezione e cura che si rivolgono ai minori.
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Righetto, Elena. ""Sarò anche malata, ma qui dentro ho un cuore!" Bambini in Pediatria: un'etnografia." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424377.

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Abstract:
The main theoretical framework of this research is the new sociology of childhood: it adopts, therefore, the analytical perspective which assumes that children are actors who are capable of acting coherently within their social worlds. Through an 8 months’ ethnography in the wards of the Paediatric Clinic of the Hospital of Padua, which was conducted in a dialogical style – proposing, thus, to consider the Other as a subject involved in an interaction, even in the process which leads to scientific knowledge, and not as an object from which the researcher can gain experience and gather information – I investigated the relationship hospitalized children establish with adults, within their peer group and the hospital environment, with reference to the illness and to the processes of treatment. The research explores several themes: the symbolic meanings given by the actors to the space and the places where the interactions come to life; the doctor-patient communication in the paediatric context, paying particular attention to the situations in which this communication takes on characteristics which conflict with the demands and the wishes of the children, who act by putting into action different tactics to collect information about themselves; the relation with the bodies, often considered by adults as objects of the medical practice, bodies which become instead the means children have to exercise their own autonomy and their self-recognition; the issue of competence and agency, developed from the idea that children always possess a situational and relational knowledge, which is specific for the social worlds where they act, but always according to different styles of intervening on the world, which adults sometimes notice with difficulty; the role of the game in the hospital environment, as a particular frame of the action and as a source of sense and meanings. The main conclusions show how children are always subjects, and are always able to act coherently within their social words, even in a context, such as the hospital one, which seems rigidly binding; how children constantly exercise autonomy and self-recognition, through different tactics, although the medical practice appears to limit their spaces of action, and independently of the manner adults relate to them. The research points out, moreover, how a lack of attention among the adults to the subjectivity of children, to the symbolical meanings in the interactions, can become a strong limit to the effectiveness of the therapeutic relations themselves, to the success of treatment processes which take into account the specificities of children, considered as people and not as objects of the medical practice.
La presente ricerca si colloca all’interno della cornice teorica della nuova sociologia dell’infanzia: adotta quindi una prospettiva analitica che parte dal presupposto che i bambini siano attori capaci di agire coerentemente all’interno dei propri mondi sociali. Attraverso un’etnografia durata 8 mesi all’interno dei reparti della Clinica Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera di Padova, condotta in stile dialogico – che si propone, quindi, di considerare l’Altro come soggetto in interazione, anche nel processo che porta alla conoscenza scientifica, e non un oggetto sul quale fare esperienza, da cui raccogliere informazioni – ho indagato la relazione che i bambini ricoverati sviluppano con gli adulti, all’interno del gruppo dei pari e con il contesto ospedaliero, in riferimento alla malattia e ai processi di cura. La ricerca approfondisce numerosi temi: i significati simbolici che gli attori attribuiscono agli spazi e ai luoghi in cui prendono vita le interazioni; la comunicazione medico-paziente in ambito pediatrico, con particolare attenzione alle situazioni in cui la comunicazione assume caratteristiche che discordano con le richieste e i desideri dei bambini, che agiscono mettendo in gioco differenti tattiche per la raccolta delle informazioni che riguardano loro stessi; il rapporto con i corpi, spesso intesi dagli adulti come oggetti della pratica medica, che diventano invece strumento attraverso cui i bambini praticano la propria autonomia e il riconoscimento di loro stessi; il tema della competenza e dell’agency, sviluppato a partire dall’idea che i bambini siano sempre portatori di saperi situazionali e relazionali specifici per i mondi sociali in cui agiscono, e che lo facciano secondo differenti stili di intervento sul mondo, dei quali a volte gli adulti faticano ad accorgersi; il gioco in ambito ospedaliero, come particolare cornice all’azione e matrice di senso e significati. Le principali conclusioni mostrano come i bambini siano sempre soggetti, e siano sempre capaci di agire coerentemente all’interno dei propri mondi sociali, anche in un contesto che appare rigidamente vincolante come quello ospedaliero; come i bambini pratichino costantemente autonomia e autoriconoscimento, attraverso molteplici tattiche, anche quando le pratiche mediche sembrano limitare i loro spazi di azione, e indipendentemente dal modo in cui gli adulti si relazionano con loro. La ricerca mostra, inoltre, come una scarsa attenzione da parte degli adulti verso la soggettività dei bambini, verso i significati simbolici che entrano in gioco nelle interazioni, possa diventare un forte limite per l’efficacia delle relazioni terapeutiche stesse, per la riuscita di processi di cura che tengano conto delle specificità dei bambini, intesi come persone e non come oggetti della pratica medica.
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DE, VITA ANASTASIA. "Frammenti di complessità dell'esistenza. Questioni di significato nell'infanzia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/23679.

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Abstract:
This study focuses on existential questions that children pose during their preschool years in early education settings. It aims to identify areas of interest within ECECs, so as to analyze their significance; to document the interaction modes adopted by the subjects involved regarding those themes which adults consider to be difficult topics for dialogue with children; to test a few survey tools for studying the conversations between children and between children and adults. The empirical part consists in an exploratory study involving children, parents and educators within two ECEC services in the province of Milan. The research method has been chosen to encourage dialogue between descriptions and interpretation. Descriptive data (the daily practices utilized in the school context) and the interpretations and experiences of the subjects have been considered. The voices of the different protagonists have been gathered through interviews and group conversations, triggered by verbal and visual stimuli, and especially using illustrated books and stories as one of the main sources familiar and available to children which they turn to in an effort to find meaning in their experiences. Observations regarding typical conversations between the teachers and the children have also been collected and discussed. Dialogue has been the tool to address the complexity of the subject. The constant intertwining of voices and stimuli have allowed it to become an important part of the study, both in terms of epistemological reflection (tied to the type of awareness emerging from the survey) and methodological reflection (linked to the search for appropriate strategies for encouraging the participation by the different subjects). The discussion of results emphasizes the lack of specific studies on these themes within ECEC during the period when children spend most of their time in contexts characterized by a plurality of values, deeply involved in and linked to their process of awareness. This study evidences the importance of including these themes in ECEC pedagogy, research and professional development.
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De, Luca Marcella, and Giuseppe Spadafora. "Multiculturalità ed integrazione dei bambini stranieri nella scuola dell'infanzia." Thesis, 2013. http://hdl.handle.net/10955/176.

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COTRONA, FRANCESCO. "Modelli di genere e sessualizzazione dell'infanzia nel mondo 2.0." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/11573/948886.

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Abstract:
Fin dal 2005, c'è stato un moltiplicarsi nei media di articoli, inchieste e dossier sul fenomeno, allora del tutto inedito, di una precoce sessualità esibita, nello specifico, dai preadolescenti italiani. Prostituzione in classe fin dalle scuole medie, violenze di gruppo fra dodicenni, scambio fra minori (o fra minori e adulti) di foto e filmati pedopornografici prodotti “in proprio”, inclusa la vendita di tale materiale da parte dei minori per ottenere beni o denaro. Il grande clamore sollevato dalle prime inchieste ha garantito al fenomeno una notevole copertura mediatica, che però non sembrava sufficientemente sostenuta dai fatti. A leggere le numerose inchieste della stampa si sarebbe portati a pensare che la sessualizzazione sia rampante e pervasiva, ma i giornalisti sono lontani dal proporre spiegazioni organiche, ma sono necessari precisi strumenti teorici per poter identificare il fenomeno e darne ragione. Si è quindi offerta la sfida di analizzare come i preadolescenti italiani si rapportino oggi alla sessualità e come le nuove tecnologie di comunicazione entrino in contatto con questo rapporto. Cosa pensano i preadolescenti stessi della precoce sessualizzazione dell'infanzia? È possibile che i preadolescenti italiani abbiano cominciato a usare il sesso in modo strumentale, al di fuori delle relazioni di coppia, per ottenere in cambio soldi e beni di lusso? Perché lo fanno? Come utilizzano le nuove tecnologie di comunicazione? Che ruolo hanno i social network nella loro vita? Tramite questionari e interviste in 4 scuole media statali di Roma si è gettato uno sguardo nel senso soggettivo che i comportamenti sessualizzati hanno per chi li agisce: i preadolescenti. Le loro parole e azioni sono conseguenza diretta non di un generico stato di "disagio sociale", quanto piuttosto delle rappresentazioni di genere che hanno interiorizzato. I comportamenti sessualizzati che hanno raccontato sono parte della loro socialità e associati a strumenti che usano tutti i giorni per comunicare, intrecciare rapporti, segnalarsi agli altri come individui.
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Fuoco, Maria Grazia, Gaetano Roberto De, Cesare Pitto, and Giuseppe Spadafora. "Comparazioni territoriali nella scuola primaria e dell'infanzia in alcune aree del Mezzogiorno e riscontri operativi in realtà del Mediterraneo." Thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10955/959.

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Ciccia, Emilia, Giuseppe Spadafora, and Antonella Valenti. "Scrittura e rappresentazione del pensiero. Risultati di un'indagine preliminare in alunni della scuola dell'infanzia e proposta di un curriculo trasversale." Thesis, 2013. http://hdl.handle.net/10955/139.

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