Journal articles on the topic 'DELITTO CONTRO IL PATRIMONIO'

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Borghi, Vando, and Lisa Dorigatti. "Trasformazioni del lavoro, globalizzazione e ricerca sociale: piste di esplorazione per rinnovare la difesa del lavoro." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 123 (September 2011): 32–48. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-123003.

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Abstract:
L'articolo si colloca al crocevia tra tre ambiti problematici: le trasformazioni del capitalismo contemporaneo, gli orizzonti dell'azione sindacale e il ruolo della ricerca sociale. Alcune delle principali caratteristiche del capitalismo reticolare, che è la forma assunta dal capitalismo nei decenni più recenti, vengono schematicamente richiamate. è in questo contesto, infatti, che l'azione sindacale è venuta mostrando crescenti segni di affanno e di difficoltŕ, sia per quanto riguarda il suo ‘potere strutturale' che quello ‘associativo'. Tuttavia, è in questo stesso contesto che emergono, in diverse parti del mondo, esperienze significative di innovazione dell'azione sindacale stessa. Queste risultano assai interessanti per rinnovare il patrimonio delle risorse cognitive e metodologiche cui la solidarietŕ organizzata puň attingere. Si tratta di uno scenario in cui, a fronte dell'ondata espansiva della mercificazione che ha segnato i decenni più recenti, sembra particolarmente utile riprendere il concetto messo a fuoco da Karl Polanyi, di ‘contro-movimento'. A tale proposito, la ricerca sociale svolge un ruolo assai importante, per quanto delicato.
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2

León Mendoza, Juan. "Determinantes de la violencia urbana en Lima Metropolitana y Callao: Casos de delitos contra el patrimonio." Pensamiento Crítico 20, no. 1 (January 26, 2016): 075. http://dx.doi.org/10.15381/pc.v20i1.11485.

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Abstract:
El artículo tiene como objetivo fundamental especificar las variables que coadyuvan a la generación de los delitos contra el patrimonio (robos y asaltos).Actualmente, el delito contra el patrimonio es el problema de violencia e inseguridad urbana más importante en la capital peruana e inclusive su grado de incidencia tiende a incrementarse.Según los resultados de las regresiones econométricas efectuadas, los principales determinantes de la generación de los delitos contra el patrimonio son: la desigualdad en la distribución de ingresos, el consumo de droga, la densidad poblacional y la pobreza; siendo las elasticidades estimadas de 4.23, 0.20, 0.17 y-0.15 respectivamente.Clasificación JEL: K11
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3

Meza Lagos, Consuelo. "Vocabulario del delito contra el patrimonio." Consensus 21, no. 2 (December 1, 2016): 39–52. http://dx.doi.org/10.33539/consensus.2016.v21n2.386.

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4

Reales, Francesc. "El delito de robo con fuerza en vivienda en Cataluña: Un estudio criminológico." Revista Española de Investigación Criminológica 8 (April 1, 2010): 1–26. http://dx.doi.org/10.46381/reic.v8i0.54.

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Abstract:
Dentro de los delitos contra el patrimonio y el orden socioeconómico se encuentra el robo en domicilio, este agravante del delito de robo con fuerza, de gran repercusión mediática, aumenta y disminuye a lo largo de diversos periodos temporales y debido a multiplicidad de causas. En el estudio empírico que aquí se presenta se analizan diversas variables tales como, la inmigración, el paro, la construcción de viviendas..etc. en unas determinadas áreas geográficas de Cataluña y durante el periodo 2000-2008. A la conclusión que se llega es que, determinadas variables sí favorecen la comisión de este delito, mientras que otras aportan poco al desarrollo del hecho delictivo.
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Muñoz Arango, Campo Elías. "EL DELITO DE SECUESTRO." Anuario de Derecho, no. 48 (November 5, 2018): 178–86. http://dx.doi.org/10.48204/j.aderecho.n48a12.

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Abstract:
El secuestro es un delito grave que va en aumento, que atenta contra la libertad, en concreto la libertad ambulatoria por cuanto el sujeto no puede trasladarse de un lugar a otro, y en segundo lugar el patrimonio económico del mismo ya que está siendo obligado a entregar algo a cambio de su libertad. Al igual que en los delitos de privación de libertad, se afecta la libertad, sin embargo, en el secuestro consiste en secuestrar a la persona para obtener de ello o de otra como precio de liberación, dinero, bienes, información u otros documentos con efecto jurídico.
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6

Najar Farro, César Alfonso, Gerardo Garay Robles, and Leoncio Enrique Vásquez Solís. "La inclusión social educativa de los reos en cárcel por delito contra el patrimonio." Investigación Valdizana 12, no. 3 (September 28, 2018): 129–36. http://dx.doi.org/10.33554/riv.12.3.147.

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Abstract:
Consideramos que la inclusión social educativa de los reos en cárcel, es la situación donde éstas personas están directamente vinculadas a procesos de integración educativa, pero desaprovechada por este grupo poblacional, alienados culturalmente, que son inducidos a optar por el delito como alternativa de vida; y que son aceptados desde un punto de vista democrático por el Estado. El desarrollo del estudio tuvo como objetivo describir la inclusión social educativa de los reos en cárcel del Centro Penitenciario de Potracancha de Huánuco, reos que purgan condena por delitos contra el patrimonio; para ello se tuvo en cuenta el tipo de muestreo criterial, encuestados que tiene un rango de edad de 18 a 72 años. Para la recogida de datos se optó por un cuestionario, el cual estuvo basado en siete dimensiones. Los resultados muestran que en las siete dimensiones mayormente no existe inclusión social educativa, en forma general; un 70% de los encuestados considera que no existe inclusión social educativa, un 22% considera ocasionalmente y solo un 8% responde afirmativamente. Estos resultados demuestran que el país enfrenta una compleja y desafiante situación interna y que desborda la capacidad de la autoridad competente para solucionarlo.
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7

Suchecki, Zbigniew. "Wydalanie duchownych na podstawie kanonicznego procesu karnego." Prawo Kanoniczne 54, no. 3-4 (December 10, 2011): 77–115. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2011.54.3-4.03.

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Abstract:
Il processo penale canonico ha sempre costituito l’extrema ratio cui ricorrere solo quando fossero esaurite tutte le altre vie per ottenere la riparazione dello scandalo, il ristabilimento della giustizia, l’emendamento del reo (cfr. c. 1341). Le cause penali necessitano della presenza del promotore di giustizia in quanto con esse si vuole perseguire le finalità della giustizia e della tutela del bene pubblico. Per irrogare o dichiarare la pena il Codice di Diritto Canonico del 1983 prevede una doppia procedura penale: giudiziaria (che si concluderà con una sentenza) o amministrativa (stragiudiziale – che si concluderà con un decreto). Nel processo penale giudiziario il Promotore di giustizia svolge il compito di parte attrice o titolare dell’azione criminale contro l’imputato. Giovanni Paolo II nel discorso alla Rota Romana ha sottolineato che «l’istituzionalizzazione di quello strumento di giustizia che è il processo rappresenta una progressiva conquista di civiltà e di rispetto della dignità dell’uomo» (Cfr. Giovanni Paolo II, Discorso alla Rota Romana, (18 gennaio 1990), in L’Osservatore Romano, 19 gennaio 1990, p. 5). Si evince molto chiaramente dal can. 1342, § 1 la preferenza del legislatore per la via giudiziale. Infatti, il processo penale giudiziario offre maggiori garanzie di giustizia, in quanto assicura e garantisce in modo conforme il diritto alla difesa, permette al giudice di consolidare una maggiore certezza morale sull’esistenza dei fatti mediante l’acquisizione giudiziale delle prove, delle circostanze e dell’imputabilità, valutando tutte le circostanze del delitto, determina la condizione dell’imputato, precisa il grado del danno causato dal delitto, applica con equità la pena giusta alla luce degli elementi emersi durante il giudizio. Rimangono tuttavia casi in cui il legislatore indica la via giudiziale come la più adatta, che certamente offre maggiori certezze e garanzie ai fini dell’accertamento della verità, della giustizia e soprattutto della salvaguardia dei diritti dei fedeli. Innanzitutto essa è obbligatoria per irrogare o dichiarare le pene più gravi, come quelle espiatorie perpetue (can. 1336). «Per decreto non si possono infliggere o dichiarare pene perpetue; né quelle pene che la legge o il precetto che le costituisce vieta di applicare per decreto» (can. 1342, § 2). Il promotore di giustizia assume le vesti di parte attrice o titolare dell’azione criminale (actio criminalis) contro l’imputato. Egli è la persona pubblica costituita per tutelare il bene pubblico, che deriva dall’osservanza della legge, al di là delle considerazioni soggettive can. 1362, § 1; 1720, 3°; 1726. Nel processo penale, a protezione dei diritti del fedele il legislatore vieta espressamente di imporre all’imputato il giuramento e l’accusato non è tenuto a confessare il delitto (can. 1728, § 2). In questo modo si garantisce al reo la scelta della linea difensiva più opportuna senza costrizione a riconoscere i fatti che siano a sé sfavorevoli. Il processo penale giudiziario prevede e garantisce al reo un diritto fondamentale di appello dopo l’emanazione della sentenza di condanna (can. 1727, § 1). Inoltre garantisce il diritto di appello al promotore di giustizia nelle cause in cui la loro presenza è richiesta (cfr. cann. 1727, § 2, 1628). Il termine per proporre l’appello è di 15 giorni e va proposto avanti al giudice a quo, che ha emesso la sentenza. Può essere fatto a voce, ed in tal caso il notaio lo deve mettere per scritto avanti allo stesso appellante (can. 1630, § 2). Il can. 1353 disciplina che «l’appello o il ricorso contro le sentenze giudiziali o i decreti che infliggono o dichiarano una pena qualsiasi hanno effetto sospensivo». Il legislatore prevede nel Capitolo III: «de actione ad damna reparanda» un’azione contenziosa per la riparazione dei danni ingiustamente inferti dal delitto (cann. 1729–1731). Pur consentendo nell’ambito del processo penale giudiziario l’esercizio dell’azione per il risarcimento dei danni, il legislatore tiene sempre distinte le due azioni, quella criminale, tendente all’irrogazione o alla dichiarazione della pena, e quella contenziosa per la riparazione dei danni inferti dal delitto. La sentenza può essere eseguita dopo che sia passata in giudicato, ossia dopo una duplice sentenza conforme che non sempre si ha con la decisione di secondo grado.
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Flores Dávila, María Lourdes, and Sara Ynés Tello Cabello. "Reflexiones sobre el delito societario." LEX 15, no. 20 (December 2, 2017): 317. http://dx.doi.org/10.21503/lex.v15i20.1447.

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Abstract:
El presente artículo tiene por objetivo mostrar la necesidad de tipificar el delito societario en nuestro ordenamiento jurídico penal, para que se pueda controlar a las empresas y reprimir las conductas ilícitas que atentan contra el orden socioeconómico del país, ya que las conductas lesivas tienen un impacto en la economía, afectando a la comunidad. Mantener tales conductas como un delito contra el patrimonio (por ejemplo, fraude en la administración de personas jurídicas) solamente protege al particular. La investigación permite concluir en un aporte académico con una aproximación al problema planteado.
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Flores Dávila, María Lourdes, and Sara Ynés Tello Cabello. "Reflexiones sobre el delito societario." LEX 16, no. 20 (December 2, 2017): 339. http://dx.doi.org/10.21503/lex.v16i20.1447.

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Abstract:
El presente artículo tiene por objetivo mostrar la necesidad de tipificar el delito societario en nuestro ordenamiento jurídico penal, para que se pueda controlar a las empresas y reprimir las conductas ilícitas que atentan contra el orden socioeconómico del país, ya que las conductas lesivas tienen un impacto en la economía, afectando a la comunidad. Mantener tales conductas como un delito contra el patrimonio (por ejemplo, fraude en la administración de personas jurídicas) solamente protege al particular. La investigación permite concluir en un aporte académico con una aproximación al problema planteado.
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Cando-Vinces, Cesar Gabino, Julio César-de-Jesús Arrias-Añez, and Cesar Elias Paucar-Paucar. "Análisis jurídico sobre la evolución del delito de usura en la Legislación Ecuatoriana." IUSTITIA SOCIALIS 5, no. 2 (December 11, 2020): 759. http://dx.doi.org/10.35381/racji.v5i2.1058.

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Abstract:
La investigación tiene como objetivo realizar un análisis jurídico sobre la evolución del delito de usura en la legislación ecuatoriana con el objeto de medir la eficiencia y eficacia de la normativa vigente en la materia de delitos que afectan el patrimonio. Desde el ámbito metodológico se desarrolló bajo el enfoque analítico – sintético y a nivel descriptivo-documental desde un diseño bibliográfico; analizándose la información recopilada a través de la técnica de análisis de contenido, agrupándose aspectos teoréticos sobre el tema de la usura en el derecho del Ecuador. Se concluye que la usura representa un tipo penal que atenta contra la capacidad económica y financiera de las víctimas al ocasionar una disminución de su capital como consecuencia de estipularse un interés mayor al previsto en la ley, atentando contra el sistema financiero en detrimento de la política monetaria nacional, socavando el principio del comercio justo.
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Sánchez Zorrilla, Manuel. "El delito de atentados contra Monumentos Arqueológicos: caso Huacaloma en Cajamarca." REVISTA PERSPECTIVA 20, no. 1 (June 25, 2019): 67–78. http://dx.doi.org/10.33198/rp.v20i1.00022.

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Abstract:
Los hechos acontecidos durante la Segunda Guerra Mundial, en donde se perdieron, destrozaron y robaron miles de obras artísticas, permitieron que la humanidad asuma la responsabilidad de cuidar el legado que había sido producido por nuestros antepasados. Es así que en los siguientes tratados y convenios, se les llamó «bien cultural» y buscaron su protección. La importancia de la creación de este bien radica en que en muchos países se presente una protección penal, con el fin de sancionar a los responsables de su deterioro. En el Perú sucede esto desde la promulgación del Código Penal de 1991, pero los estudios sobre estos delitos son escasos, tanto a nivel doctrinario como empíricos. Al tener Cajamarca el Monumento de Huacaloma, del cual es notorio su deterioro, en este artículo se presentará una breve revisión de la intervención penal. Se llega a establecer que resulta siendo insuficiente para frenar su destrucción. El artículo también deja notar que es necesario contar con autoridades competentes para evitar su completa destrucción. Palabras Clave: Protección penal, delito, patrimonio cultural prehispánico, bien jurídico penal, bien cultural.
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Sánchez Zorrilla, Manuel. "El delito de atentados contra Monumentos Arqueológicos: caso Huacaloma en Cajamarca." REVISTA PERSPECTIVA 20, no. 1 (June 25, 2019): 67–78. http://dx.doi.org/10.33198/rpe.v20i1.623.

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Abstract:
Los hechos acontecidos durante la Segunda Guerra Mundial, en donde se perdieron, destrozaron y robaron miles de obras artísticas, permitieron que la humanidad asuma la responsabilidad de cuidar el legado que había sido producido por nuestros antepasados. Es así que en los siguientes tratados y convenios, se les llamó «bien cultural» y buscaron su protección. La importancia de la creación de este bien radica en que en muchos países se presente una protección penal, con el fin de sancionar a los responsables de su deterioro. En el Perú sucede esto desde la promulgación del Código Penal de 1991, pero los estudios sobre estos delitos son escasos, tanto a nivel doctrinario como empíricos. Al tener Cajamarca el Monumento de Huacaloma, del cual es notorio su deterioro, en este artículo se presentará una breve revisión de la intervención penal. Se llega a establecer que resulta siendo insuficiente para frenar su destrucción. El artículo también deja notar que es necesario contar con autoridades competentes para evitar su completa destrucción. Palabras Clave: Protección penal, delito, patrimonio cultural prehispánico, bien jurídico penal, bien cultural.
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Macri, Francesco. "LO STALKING QUALE FORMA DI VIOLENZA DI GENERE, E LA SUA DISCIPLINA PENALE NELL'ORDINAMENTO ITALIANO." Revista Direitos Sociais e Políticas Públicas (UNIFAFIBE) 7, no. 3 (December 17, 2019): 494. http://dx.doi.org/10.25245/rdspp.v7i3.668.

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Abstract:
In l'Italia, l'incriminazione delle condotte di Stalking è stata introdotta dall'art. 7 del d.l. n° 11 del 23 febbraio 2009. Nel presente articolo, si analizzerà lo Stalking quale forma di violenza contro le donne e la sua diffusione, gli elementi oggettivo e soggettivo del delitto di “Atti persecutori” (art. 612-bis c.p.), e le altre peculiarità della normativa italiana anti-Stalking. Si discuterà inoltre la questione della costituzionalità della fattispecie de qua, cercando di dimostrare come un'appropriata esegesi della fattispecie, che tiene in conto i requisiti della reiterazione e del carattere molesto o minaccioso della condotta, può assicurare quel minimum 'garantista' in termini di rispetto alla tassatività/determinatezza della fattispecie incriminatrice richiesto dal principio costituzionale di legalità. La analisi includerà altresì cenni comparatistici al diritto tedesco e spagnolo.
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Ramírez Baños, Gerald Ford, and Henry José Umanzor Guevara. "La legislación penal salvadoreña vigente y su eficacia en el control de la delincuencia de pandillas en la ciudad de Santa Tecla." Crea Ciencia Revista Científica, no. 2 (January 17, 2020): 24–28. http://dx.doi.org/10.5377/creaciencia.v0i2.9254.

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Abstract:
Las maras o pandillas en El Salvador aparecieron con fuerza en la década de los ochentas, pero particularmente en el año 2003 la ola criminal se manifestó en crímenes atroces e inhumanos como decapitaciones, violaciones, descuartizamientos de personas, lo cual pareci6 ser un mecanismo para llamar la atención de la sociedad ante la marginación en que se encontraban; esto a su vez trajo como consecuencia una respuesta por parte de las autoridades Llevando a cabo medidas represivas y la formulación de Leyes especiales, con el fin de disminuir el auge delictivo de las pandillas. La investigación fue de tipo descriptiva y se tome como muestra los tipos de delito que usualmente son cometidos por los pandilleros, los cuales se encuentran regulados en el Código Penal y en las Llamadas Leyes antimaras. La hipótesis planteada sostenía que el Código Penal no disminuye ni mucho menos erradica el accionar delictivo de las pandillas, sino que lo único que hace es sancionar conductas antijurídicas cometidas constantemente por estos individuos. Los resultados mostraron que el tipo de delito que con mayor frecuencia cometen los miembros de pandillas son los relativos a la integridad personal coma lesiones no graves y lesiones graves; delitos relativos al patrimonio como: robo no agravado y robo agravado, hurto no agravado y hurto agravado; delitos relativos a la libertad individual y a la paz pública como: amenazas, asociaciones ilícitas, pertenencia a una mara o pandilla. En cuanto a las Resoluciones Judiciales pronunciadas par los Jueces consultados al momento de aplicar la Legislación Penal a los miembros de las pandillas fueron: instrucción formal, sobreseimiento definitivo, sobreseimiento provisional y conciliación. En general se concluy6 que la Legislación Penal vigente durante el desarrollo de la investigación no era eficaz en el control de la delincuencia de pandillas en Ia ciudad de Santa Tecla.
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Párraga-Murillo, Michelle Polette, Manacés Esaud Gaspar-Santos, and Pamilys Milagros Moreno-Arvelo. "Análisis jurídico del delito de contrabando aduanero en perjuicio efectivo al patrimonio público ecuatoriano." IUSTITIA SOCIALIS 6, no. 10 (January 1, 2021): 59. http://dx.doi.org/10.35381/racji.v6i10.1161.

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Abstract:
La investigación tiene por objetivo analizar jurídicamente el delito de contrabando aduanero en perjuicio efectivo al patrimonio público ecuatoriano. Se desarrolló desde una orientación metodológica descriptiva documental con diseño bibliográfico. Desde el análisis jurídico, y a partir del objetivo de la investigación planteado; se concluye que el delito de contrabando aduanero no sólo perjudica puntos patrimoniales públicos del Estado, sino que además afecta el control del comercio exterior. Por lo tanto, el delito de contrabando es el ingreso de mercadería que llega de otro país al territorio ecuatoriano, evadiendo los controles aduaneros, de esta forma como el de provecho otorgado de forma exclusiva a las ubicaciones de menor avance, estas zonas son las ubicaciones colindantes.
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Figuera Vargas, Sorily Carolina, and Johana Liseth Robles Arias. "Delitos contra el patrimonio genético nacional desde la perspectiva del COESCCI." Revista de la Facultad de Derecho y Ciencias Políticas 50, no. 132 (2020): 80–98. http://dx.doi.org/10.18566/rfdcp.v50n132.a04.

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Montanari, Ilaria. "Un "delitto" contro il nome: il coinvolgimento di padre Gemelli nel caso clinico dello smemorato di collegno." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (March 2014): 459–70. http://dx.doi.org/10.3280/rip2013-004010.

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Lo Russo, Michelantonio. "L’ uomo che uccise la principessa, Lucheno e la scrittura di sé." Mnemosyne, no. 5 (October 15, 2018): 12. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i5.13533.

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Abstract:
Questo contributo si propone di mostrare come l’autobiografia del ribelle possa essere considerata parte di una strategia più ampia, quella del desiderio di riconoscimento. Il lavoro ruota attorno alla vicenda di Luigi Lucheni, l’assassino di “Sissi”, l’imperatrice Elisabetta d’Austria-Ungheria. Lucheni diventa oggetto di studio per psichiatri e giuristi. Le perizie fanno emergere un ‘personaggio’. Il delitto manca di un motivo preciso e retrocede sullo sfondo, lasciando il campo al modo di essere, quello del deviante. Si profila così il mostro morale, il degenerato mosso da insane passioni. Il soggetto è indagato a fondo e la biografia diventa arma per normalizzare, rinchiudere, correggere, strategia del potere che produce sapere, cioè controstrategie. E infatti Lucheni non solo prende posizione contro la perizia di Lombroso. Inizia a scrivere un’autobiografia per mostrare che ribelli non si nasce, ma lo si diventa a causa della miseria, la stessa che spinge le madri ad abbandonare i propri bambini. Il trovatello Lucheni indaga se stesso e finisce con il riabilitare la madre, chiedendo forse ai lettori della sua autobiografia che venga fatto lo stesso con lui.
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Serventi Longhi, Enrico. "Gli italiani «senza patria». La denazionalizzazione degli esuli antifascisti: ideologia del fascismo e politica internazionale (1925-1932)." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (July 2012): 5–34. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-001001.

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Abstract:
Il saggio si propone di analizzare la genesi ideologica, l'applicazione e le conseguenze dell'approvazione della cosiddetta «legge sui fuorusciti» e della denazionalizzazione di 17 esuli antifascisti nel 1926. Mesi dopo il delitto Matteotti, la denazionalizzazione fu soprattutto uno strumento per colpire i protagonisti dell'efficace campagna democratica contro il regime e per dissuadere altri italiani dall'appoggiare le correnti antifasciste in esilio. Ma la legge 31 gennaio 1926 n. 108, detta, appunto, «legge sui fuorusciti», fu l'espressione coerente dell'orientamento culturale e ideologico del regime, teso a subordinare la cittadinanza italiana all'adesione al fascismo e a considerare come stranieri («senza patria») gli oppositori. La peculiare dottrina fascista della cittadinanza si pose in evidente contrasto con il tentativo degli organismi internazionali di eliminare l'apolidia e di stabilire una disciplina comune sui rapporti tra cittadino e Stato. Il provvedimento causň un'aspra controversia nella Societŕ delle nazioni, anche a causa delle proteste degli antifascisti italiani e dell'appoggio di correnti radico-socialiste francesi. Il dibattito fu il riflesso dell'inconciliabile differenza fra la visione della cittadinanza fascista e quella democratica e divenne un terreno su cui misurare il desiderio di Mussolini di affermare in sede internazionale i diritti della sua rivoluzione.
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Orúe Cruz, José René. "Comentarios a determinadas disposiciones establecidas en los títulos VII y IX del anteproyecto de Código Penal." Encuentro, no. 54 (July 25, 2000): 26–31. http://dx.doi.org/10.5377/encuentro.v0i54.3918.

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Abstract:
Recientemente fue aprobado en lo general el anteproyecto de Código Penal. Al analizar algunos artículos de los Títulos VII y IX, sobre el derecho de autor, propiedad industrial, quiebra, delitos económicos y contra el patrimonio nacional y patrimonio indígena, se observan deficiencias en aspectos elementales: La división de los derechos de propiedad intelectual; el uso de expresiones que no son de uso empresarial; imprecisiones sobre la quiebra, entre otras cosas. Esto obliga a un esfuerzo conjunto para contribuir a que se corrijan aquellos aspectos necesarios para que dispongamos de un nuevo Código Penal que responda a las necesidades de Nicaragua.
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Recéndez Guerrero, Cristina, and Miguel Omar Muñoz Domínguez. "Violencia: criminalidad e inseguridad en el Triángulo del Norte de Centroamérica, aristas del modelo neoliberal." Sapientiae 5, no. 1 (July 10, 2019): 157–81. http://dx.doi.org/10.37293/sapientiae51.08.

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Abstract:
En este análisis tomando como base bibliografía producida en los últimos años, se reflexiona sobre algunos aspectos problemáticos de la violencia: la criminalidad, delitos al patrimonio e inseguridad en los países del Triángulo Norte –Guatemala, El Salvador y Honduras-, el objetivo es aportar elementos que ayuden a comprender su evolución y profundización a partir de los procesos de democratización alcanzada y el crecimiento económico. La metodología utilizada para el desarrollo del artículo fue analítica y cualitativa, considerando principalmente las aportaciones realizadas por Dammert y Arias (2007), Figueroa (2013), Devia, Ortega y Niño (2016), Andrade (2015), Jiménez (2016), Cáceres (2017), además, datos extraídos de informes emitidos por PNUD (2009; 2015), OIT (2016), e instituciones oficiales de cada país. Entre los principales elementos se consideró a) el proceso de paz como sinónimo de democratización, entre los aspectos económicos principales b) la desindustrialización y sus repercusiones en las variables empleo y subempleo, ingresos y salarios, pobreza y desigualdad, y su impacto; d) incremento de homicidios y delincuencia, delitos contra el patrimonio. El artículo concluye que el proceso de democratización política y el crecimiento económico no han brindado seguridad a la ciudadanía, contradictoriamente, han dejado un saldo negativo a la sociedad en general al dispararse las altas tasas de homicidios y delitos de oportunidad que privan en los países del Triángulo Norte.
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Ibarra Padilla, Adelaida María, Gloria Cristina Martínez Martínez, and Esquid Bernardo Mena Bermúdez. "Política criminal contra el hurto en Colombia 2016-2020." Justicia 26, no. 39 (May 8, 2021): 237–54. http://dx.doi.org/10.17081/just.26.39.4312.

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Abstract:
El hurto figura entre los comportamientos delictivos que más afectan los bienes particulares y que mayor incidencia tiene en la precepción de inseguridad ciudadana. La política criminal estatal ha resultado ineficaz en su labor de reducir este delito y garantizar la protección de los bienes de sus habitantes, conforme al mandato constitucional y, por el contrario, se observa una tendencia al alza. Esta situación revela la necesidad de establecer las diferentes causas que lo generan y las políticas públicas que se vienen implementando para la garantía del patrimonio económico. Para ello, este estudio analiza desde una perspectiva criminológica el abordaje del tema en el país y su conformidad con las garantías y derechos fundamentales de los infractores. Se concluye que la política criminal en esta materia ha sido principalmente represiva, aunque en los últimos años se observa un incremento en las medidas jurídicas y sociales de carácter preventivo e integral.
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Monroy Bernal, Enrique. "Estudio comparativo del proceso de investigación del delito de trata de mujeres con fines de explotación sexual en El Salvador y España." Ciencia, Cultura y Sociedad 8, no. 1 (January 23, 2023): 68–89. http://dx.doi.org/10.5377/ccs.v8i1.15623.

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Abstract:
Este artículo analiza desde el enfoque de Derechos Humanos y la perspectiva de género, el proceso de investigación del delito de trata de mujeres desarrollado en El Salvador y España. La metodología fue aplicada de análisis descriptivo y comparativo con enfoque cualitativo, analizando desde una perspectiva jurídico social, las acciones y resultados obtenidos en la investigación del delito de trata de mujeres a partir de las diferentes herramientas legales. El aporte de esta investigación es relevante, en cuanto permite conocer las acciones realizadas por El Salvador y España para recolectar pruebas y desarrollar una persecución del delito. Entre los hallazgos encontrados se determinó que El Salvador ha mostrado avances en investigación del delito de trata teniendo herramientas legales similares a las establecidas en España. Sin embargo, es necesario reforzar el registro de datos de casos de trata y valorar una reforma a la Ley Especial contra la Trata de Personas en El Salvador para incorporar la investigación patrimonial de los tratantes y el aseguramiento de los bienes productos de la trata
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Pineros Polo, Elena. "Primera condena de la Corte Penal Internacional por destrucción de patrimonio histórico en Tombuctú: el caso Al Mahdi = The first sentence delivered by the International Criminal Court for destruction of cultural heritage in Timbuktu: the Al Mahdi case." EUNOMÍA. Revista en Cultura de la Legalidad, no. 18 (April 1, 2020): 104. http://dx.doi.org/10.20318/eunomia.2020.5266.

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Abstract:
Resumen: Este trabajo examina la primera condena de la Corte Penal Internacional por destrucción de patrimonio histórico. Tras analizar brevemente el conflicto interno en Mali, se estudia el desarrollo del proceso penal contra el Sr. Ahmad Al Faqi Al Mahdi, desde la remisión de la situación por el ministro de justicia maliense a la Oficina del Fiscal de la Corte hasta la fase final de reparación del daño tras la sentencia de condena. La relevancia de este caso es mayúscula, no solo por el delito objeto de la condena sino por las dificultades a la hora de establecer la reparación del daño, atendiendo a la categorización diversa de las víctimas de tales crímenes internacionales.Palabras clave : Corte Penal Internacional, Mali, crímenes de guerra, destrucción patrimonio histórico, protección internacional del patrimonio histórico-cultural, condenas por destrucción de patrimonio cultural.Abstract: This paper analyses the first international conviction for destruction of cultural heritage delivered by the International Criminal Court. After a brief study of the situation in Mali, the development of the procedure is examined, from the beginning, the referral of the situation by the Malian Ministry of Justice, till the reparations phase. The relevance of this case is absolutely exceptional, not alone by the particular war crime subject to the judgment, but also by the innovative Reparations Order, regarding the categorization of the multiple types of victims. Keywords: International Criminal Court, Mali, war crime, destruction of cultural heritage, international protection of historic and cultural heritage, convictions for destruction of cultural heritage.
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Hurtado Pozo, José. "Relaciones entre el derecho penal y el derecho civil respecto al delito de hurto en el Código Penal Peruano." Revista Oficial del Poder Judicial. Órgano de Investigación de la Corte Suprema de Justicia de la República del Perú 6, no. 6/7 (June 30, 2011): 231–53. http://dx.doi.org/10.35292/ropj.v6i6/7.202.

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Abstract:
En el proceso de interpretación y comprensión de los tipos legales referentes a los delitos contra el patrimonio, el aspecto decisivo está relacionado con la función que se atribuya al derecho penal respecto a otras ramas del derecho, en especial al derecho civil. Los factores civiles o comerciales que contienen los tipos legales penales deben ser comprendidos de acuerdo con las limitaciones, fundamentos y finalidades del derecho penal. Sin embargo, las clasificaciones y los criterios de distinción empleados por el derecho civil no siempre concuerdan con las distinciones realizadas en el derecho penal, ni con los fines de las disposiciones penales concernidas, lo cual muestra la relativa autonomía del derecho penal frente al derecho civil.
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Nykiel, Krzysztof. "Przyczyny i procedury wydalania duchownych według norm i praktyki Kongregacji Nauki Wiary." Prawo Kanoniczne 54, no. 3-4 (December 10, 2011): 31–52. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2011.54.3-4.01.

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Abstract:
La conferenza intende illustrare le cause e la procedura per le quali un chierico possa essere colpito con la pena di dimissione dallo stato clericale. Le cause sono la commissione da parte dello stesso di delitti gravi, descritti nel motu proprio Sacramentorum sanctitatis tutela di Giovanni Paolo II del 30 aprile 2001, in cui sono state, a distanza di nove anni, apportate delle modifiche sia per quanto riguarda le norme sostanziali, che procedurali. Tali modifiche vengono descritte nella prima parte della Conferenza. Queste nuove Norme sui “Delitti Riservati”, approvate da Papa Benedetto XVI il 21 maggio 2010, sono state pubblicate il 15 luglio 2010. Il testo in parola, che tratta dei delitti riservati alla competenza esclusiva della Congregazione per la Dottrina della Fede, contiene le Norme Sostanziali (artt. 1-7) e quelle Processuali (artt. 8-31) ed è stato il punto di riferimento per presentare le cause e la procedura che il predetto Dicastero osserva nel giudicare i casi di delicta reservata. A queste Norme si aggiunge anche una lunga prassi del Dicastero nel trattare simili casi. Per la commissione di questi gravi delitti (ad esempio: contro la fede, i Sacramenti dell’Eucaristia e della Penitenza, nonché contro la morale, specialmente l’abuso sessuale di minori), i chierici colpevoli, secondo la gravità del crimine da loro commesso, possono essere puniti anche con il massimo della pena, ovvero con la dimissione dallo stato clericale o la deposizione. Nella seconda parte della Conferenza viene esposta la procedura seguita dalla Congregazione nei casi di delicta reservata e le relative possibili soluzioni, esaminando i singoli casi. Il chierico accusato di aver commesso un grave delitto come, ad esempio, l’abusosessuale di minore, può, una volta accertatane la colpevolezza e ricorrendo gli estremidi cui all’art. 21 delle Normae, essere dimesso dallo stato clericale sia tramite la viagiudiziale sia anche percorrendo le vie alternative del processo amministrativo o dellapresentazione diretta delcaso al Romano Pontefice. In quest’ultima ipotesi il casoviene presentato al Santo Padre con il previo voto favorevole della Congregazione,motivando la richiesta dell’inflizione della succitata pena con la dicitura “pro bono Ecclesiae“ oppure, per i casi particolarmente gravi, “in poenam”. In via graziosa è contemplata anche la dispensa dagli obblighi che derivano dall’Ordine Sacro, inclusoil celibato, a seguito di supplice istanza dell’oratore-reo. La Conferenza si conclude con il richiamo ai due canoni 292-293 CIC che determinano la situazione canonica dei chierici che hanno perso lo stato clericale.
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Salazar Cruz, Luz María. "De la violencia al feminicidio en el Estado de México." Textos y Contextos 1, no. 25 (November 23, 2022): e4031. http://dx.doi.org/10.29166/tyc.v1i25.4031.

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Abstract:
El presente artículo se propone analizar el feminicidio en el Estado de México como continuum de violencias contra las mujeres, proceso que concluye en lo que ya hoy es tipificado como delito de feminicidio. Con este fin, se estructura en 4 apartados. El primero contiene los referentes teóricos y contextuales; luego se refieren las tipologías de feminicidio derivadas de la investigación en México; se analizan algunas fuentes de información públicas disponibles que permiten reconstruir los datos sobre este crimen; y se exponen las conclusiones resaltando que el feminicidio es el último evento de violencia contra una mujer, al que le anteceden hechos y experiencias de violencia emocional, física, sexual, psicológica, económica y patrimonial.
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Briole, Guy. "Nati da Y. Segreto e anonimato." ATTUALITŔ LACANIANA, no. 9 (April 2009): 9–12. http://dx.doi.org/10.3280/ala2009-009002.

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Abstract:
- Nella scoperta freudiana il segreto si situa nel punto in cui la psicoanalisi si annoda con l'intimo delle famiglie. Con le infinite combinazioni che la tecnica permette, la modernitŕ della procreazione rimescola le filiazioni. Cosě il segreto si sposterebbe dall'intimo delle famiglie verso un esterno in cui si trovano il legislatore e i medici che hanno il compito di vigilare su questo. Il reale della procreazione non dissolve i fantasmi né i segreti d'alcova piů di quanto i desideri e le loro impasse non possano ridursi a una carta cromosomica. I soggetti nati da gameti anonimi si organizzano in associazioni per il diritto di sapere quale sia la parte mancante del loro patrimonio genetico: il segreto diventa la barriera contro la rivelazione dell'anonimato. Essi si definiscono "geneticamente" figli di madre ma non del padre e la forza della formula non impedisce lo scivolamento verso le questioni proprie di ogni soggetto nevrotico. Parole chiave: segreto - padre reale - significante - fantasmi - desiderio di sapere.
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Alvarez A., Juan Carlos, María Adelaida Ceballos Bedoya, and Álvaro Mauricio Muñoz Sierra. "De los delitos contra los derechos de autor en el Código Penal colombiano." Nuevo Foro Penal 9, no. 81 (March 20, 2015): 93–115. http://dx.doi.org/10.17230/nfp.9.81.3.

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Abstract:
Los derechos de propiedad intelectual comprenden los derechos de autor, el derecho de propiedad industrial y el derecho sobre descubrimientos científicos y demás. De allí que en nuestro código penal se encuentren, por un lado, normas protectoras de marcas y patentes (art 306 C.P.); y, por otro, normas relativas a la protección de los derechos de autor (arts. 270 a 272 C.P.). Dentro de estos últimos a su vez se encuentran los derechos de autor en sentido estricto y los derechos conexos o afines: el objeto material en los primeros recae sobre la obra literaria, artística, científica, entre otros.; mientras en los segundos recae sobre la interpretación o ejecución artística de una obra literaria, artística o científica, fonogramas, videogramas y emisiones. La propuesta que aquí se desarrollará es que al momento de interpretar y aplicar estos tipos penales se exija, primero, un ánimo de lucro al autor de la conducta y, segundo, un perjuicio concreto a un tercero. Aceptar esta propuesta no sólo permitirá limitar el tipo penal, sino que también reforzará la protección del elemento patrimonial.
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Ochoa López, Jeannette Ana Lily. "El tráfico ilegal transfronterizo de animales silvestres en Guatemala." Revista Naturaleza, Sociedad y Ambiente 9, no. 1 (September 13, 2022): 25–34. http://dx.doi.org/10.37533/cunsurori.v9i1.73.

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Abstract:
Guatemala es un país con un ecosistema diverso, en el que convergen especies de animales silvestres exóticos, que, por su belleza natural, resultan llamativos para personas inescrupulosas que habitan del otro lado de las fronteras, para utilizarlos como ornamentos, manufacturar artículos de moda, incluso los convierten en mascotas, también son extraídos de sus hábitats naturales para otros usos como producir medicamentos, para brujería, se realizan con ellos rituales de todo tipo, son traficados para el consumo humano. Es por ello que los contrabandistas transnacionales ven en la fauna silvestre, un artículo que pueden explotar y vender con facilidad en el mercado negro extranjero, enriqueciéndose ilícitamente, depredando el ecosistema, el delito de tráfico ilegal de fauna silvestre, se comete todos los días en las selvas guatemaltecas, atentando contra el patrimonio natural, es una actividad ilícita que reditúa para los delincuentes un negocio de millones de dólares. PALABRAS CLAVE: Tráfico, ilegal, delincuencia, fauna, silvestre
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Florentini Castañeda, Marlon Wilbert. "Factores de riesgo en personas privadas de libertad en cárceles peruanas por delitos patrimoniales." Revista de Investigación en Psicología 24, no. 2 (December 23, 2021): 81–103. http://dx.doi.org/10.15381/rinvp.v24i2.20091.

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Abstract:
La presente investigación se orienta a explorar los factores de riesgo del contexto personal, familiar y social, presentes en la historia de vida de las personas privadas de libertad, hombres y mujeres sentenciadas por delitos contra el patrimonio. Con tal propósito se diseñó un estudio empírico cuantitativo no experimental, de corte transversal y de alcance descriptivo-comparativo. Para la investigación se seleccionó una muestra de reclusos compuesto por sentenciados de los establecimientos penitenciarios de régimen cerrado ordinario Lurigancho y Callao, también una muestra de reclusas del establecimiento penitenciario de Chorrillos comunes, conformando en total 358 personas. El instrumento de recolección de datos se elaboró en base a la ficha psicosocial aplicable por el Instituto Nacional Penitenciario del Perú y fue aplicado mediante entrevista directa con cada integrante de la muestra. Los datos fueron procesados mediante el programa estadístico SPSS. Los resultados muestran que tanto las reclusas como reclusos presentan similares factores de riesgo los contextos individual, familiar, educativo y social a lo largo de su historia de vida. Estos factores deberían ser tomados en cuenta en los programas y políticas de prevención de criminalidad y delincuencia.
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Rios, Angelita Maria Ferreira Machado, Pedro Vieira da Silva Magalhães, and Lisieux E. de Borba Telles. "Violência contra mulheres: feminicídio." Debates em Psiquiatria 9, no. 2 (June 28, 2019): 38–42. http://dx.doi.org/10.25118/2763-9037.2019.v9.60.

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Abstract:
A violência contra a mulher é considerada um problema de saúde pública que afeta pessoas de todas as idades e de todos os estratos socioeconômicos e culturais. A agressão realizada por um parceiro íntimo pode envolver violência física, psicológica, sexual, patrimonial e moral, sendo mais frequentemente parte de um padrão repetitivo. Normalmente, antecedendo o feminicídio, costumam ocorrer várias ameaças, chantagens, agressões e denúncias policiais. Esse delito constitui uma das principais causas de mortes prematuras femininas, ocorrendo como um fenômeno universal com especificações próprias de cada país. Vários fatores de risco podem estar associados ao feminicídio, tais como: mulheres imigrantes ou de minoria étnica, com parceiro ou ex-parceiro desempregado, ausência de união legal, presença de filhos de uniões anteriores, ruptura da relação por parte da mulher, violência prévia na relação ou durante a gestação, ciúmes, diferença de idade entre os parceiros e o consumo de álcool/drogas pelo agressor, vítima ou ambos. Nos últimos anos, observam-se avanços na legislação penal brasileira no que diz respeito ao combate à violência contra a mulher no âmbito familiar, sendo o feminicídio legislado na recente Lei nº 13.104, de 9 de março de 2015. A mudança na legislação é um avanço positivo e, juntamente com medidas protetivas nas áreas de saúde e segurança públicas, poderá proporcionar às futuras gerações uma sociedade em que as diferenças de gênero sejam respeitadas. Cabe aos psiquiatras o papel de atuar na detecção desse fenômeno, sugerindo ações de políticas públicas que englobem a avaliação e a assistência aos envolvidos.
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Linde, Antonia, and Marcelo Aebi. "¿Realmente theft quiere decir hurto? y otras equivalencias dudosas entre las definiciones legales y criminológicas de las infracciones: Consecuencias para el estudio de la delincuencia." Revista Española de Investigación Criminológica 19, no. 2 (November 15, 2021): 1–30. http://dx.doi.org/10.46381/reic.v19i2.529.

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Abstract:
Este artículo analiza la comparabilidad de las definiciones de las infracciones utilizadas en la literatura científica y la investigación en criminología comparada —provenientes de la tradición anglosajona del common law— con aquellas utilizadas en el Código Penal Español (CPE), que provienen de la tradición del derecho continental. El análisis demuestra que la definición criminológica en inglés de algunas infracciones incluidas en el European Sourcebook no tiene un equivalente directo en el CPE, y viceversa. Las principales diferencias provienen de la clasificación y definición de los hurtos y robos en el CPE —similar por cierto a las de diversos códigos latinoamericanos— que implica que los conceptos legales de fuerza y violencia no sean sinónimos de los términos force y violence, lo que conlleva incompatibilidades con conceptos como theft y burglary, y afecta a la distinción entre delitos contra el patrimonio (robo) y contra la persona (robbery). Algunas de estas divergencias tienen un impacto directo sobre las comparaciones internacionales de diversas tasas de delincuencia y podrían haber pasado desapercibidas en muchos de las traducciones de textos en inglés utilizados para la enseñanza de la Criminología.
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Sánchez, María de Jesús Ávila, Eric Omar Pantoja Donia, and José Alfredo Jáuregui Díaz. "Percepción de la violencia y el capital social en Nuevo León, México." Opinião Pública 25, no. 2 (August 2019): 287–311. http://dx.doi.org/10.1590/1807-01912019252287.

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Abstract:
El presente artículo tiene como objetivo analizar la relación entre algunas dimensiones del capital social y la incidencia observacional de diferentes tipos de violencia en la Zona Metropolitana de Monterrey. En este análisis se utilizó como fuente primaria de información la base de datos de la Encuesta de Cohesión Social para la Prevención de la Violencia y la Delincuencia (Ecopred). Los datos de la encuesta fueron analizados aplicando la técnica estadística de componentes principales para determinar la tipología del capital social y de los diferentes tipos de violencia. Posteriormente se elaboró un modelo de regresión lineal múltiple. A partir de los resultados se demostró que tres dimensiones del capital social, las redes sociales organizadas, la confianza interpersonal fuerte y las altas expectativas sociales tuvieron un efecto positivo en la disminución de la violencia por convivencia, pandillas, contra el patrimonio y por delitos menores. En conclusión, poseer alguna dimensión de capital social es una estrategia comunitaria para contener la violencia.
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Alvim Cantarino, Natalia, and Artur Alves Pinho Vieira. "(In)aplicabilidade das escusas absolutórias aos delitos patrimoniais cometidos contra a mulher no âmbito doméstico e familiar." Revista Vianna Sapiens 12, no. 1 (February 23, 2021): 30. http://dx.doi.org/10.31994/rvs.v12i1.746.

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Abstract:
O presente estudo visa à análise acerca da (im)possibilidade de aplicação da escusas absolutórias, também chamadas imunidades penais, previstas no Código Penal Brasileiro, às infrações penais de violência patrimonial cometidas contra a mulher, nos termos da Lei 11.340/06, diante do aparente conflito de normas observado entre os artigos 181 e 182 do Código Penal e o artigo 7º, inciso IV, da Lei Maria da Penha. Para tanto, após análise histórica e contextual da violência doméstica no Brasil, procede-se à apresentação e discussão dos posicionamentos favoráveis e desfavoráveis à esta aplicabilidade através de pesquisa bibliográfica em doutrinas, revistas científicas e informativas, jurisprudências, sítios da internet e outros que se fizeram necessários. Por fim, no tocante às conclusões alcançadas, em que pese a divergência doutrina que ainda paira sobre o tema, tem-se o entendimento do STJ pela aplicabilidade das imunidades penais no contexto ora em foco, ao argumento, em síntese, de que a Lei 11.340/06 não as revogou, quer de forma expressa ou tácita, razão pela qual sua inaplicabilidade violaria de forma direta o princípio constitucional da isonomia. Diante disso, os tipos de pesquisas utilizados foram bibliográficos e documentais, ao amparo de leis, doutrinas e artigos de autores, os quais dispõem sobre os supracitados assuntos.
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Martínez Reyes, Johana. "Alcance de la Norma ISO 14001:2015 como Programa de Compliance Ambiental." Observatorio Medioambiental 23 (December 21, 2020): 63–82. http://dx.doi.org/10.5209/obmd.73168.

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Abstract:
La inclusión de la responsabilidad penal de la persona jurídica en el ordenamiento jurídico español, resulta ser un tema bastante debatido que ha dado lugar a la adopción de programas de compliance en diferentes sectores empresariales. Este ESTUDIO pretende identificar el alcance de la Norma ISO 14001:2015 como programa de compliance ambiental, con la finalidad de verificar si puede llegar a tener incidencia alguna dentro del proceso penal como programa de organización y gestión que genere alguna circunstancia de exención o atenuación de la pena, de conformidad con lo establecido en los artículos 31 y siguientes del Código Penal – CP, teniendo en cuenta que el artículo 328 CP, establece las penas que acarreará la persona jurídica cuando sea responsable de los delitos contenidos en el Capítulo III De los delitos contra los recursos naturales y el medio ambiente, del Título XVI De los delitos relativos a la ordenación del territorio y el urbanismo, la protección del patrimonio histórico y el medio ambiente, del Libro II CP. Así mismo, la presente investigación tiene por objeto analizar y valorar figuras jurídicas desconocidas en el marco legal colombiano, como lo son los programas de compliance y la responsabilidad penal de la persona jurídica; sino también realizar un estudio del contenido de la Norma ISO 14001:2015, como un estándar de calidad ambiental. Los resultados obtenidos, me permitieron establecer las causas y los requisitos que harían de la Norma ISO 14001:2015, un programa de compliance ambiental que cumpla con los requisitos de la normatividad penal española para ser un modelo de organización y prevención ambiental apto que podría ser considerado dentro del proceso penal como eximente o atenuante de la responsabilidad penal de la persona jurídica.
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Berto, Raul, Antonio Prà, Sergio Pratali Maffei, and Paolo Rosato. "The appraisal of reproduction costs of historic properties: the case of Venetian Villas / La stima del costo di riproduzione delle dimore storiche: il caso delle Ville Venete." Valori e Valutazioni 30 (August 2022): 45–58. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223003.

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Abstract:
This paper illustrates a model for the quick estimate of the cost of reproduction of historic buildings, with particular regard to Venetian Villas. The goal is to provide an operational tool for the stipulation of an insurance contract, against partial or total damages, for products with an “accepted” value. This type of contract, although still not very widespread, allows, in the event of total destruction, to have the adequate resources for the reconstruction of the building in its original conditions, as far as possible. The “accepted value” insurance of the building becomes an instrument for the protection of the collective historical-architectural heritage. The article, in addition to illustrating the procedure in detail, presents a concrete application to historic homes in the Veneto region. L’articolo illustra un modello per la stima spediva del costo di riproduzione di edifici storici, con particolare riferimento alle Ville Venete. L’obiettivo è quello di fornire uno strumento operativo per la stipula di contratti di assicurazione contro danni, parziali o totali, ai manu- fatti a valore “accettato”. Questa tipologia di contratto, ancora poco diffusa, consente, in caso di distruzione totale, di avere risorse adeguate per la ricostruzione del manufatto nelle condizioni originarie, per quanto possibile. L’assicurazione del manufatto a “valore accettato” diventa, quindi, uno strumento di tutela del patrimonio storico-architettonico collettivo. L’articolo, oltre ad illustrare dettagliatamente la procedura presenta un’applicazione del modello a una Villa Veneta.
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Lazo García, Verónica, and Gerald Rivas Champion. "La relación entre el extorsionador y la víctima en un caso de extorsión: una aproximación desde el análisis de la conversación." Lengua y Sociedad 21, no. 2 (December 5, 2022): 373–400. http://dx.doi.org/10.15381/lengsoc.v21i2.22535.

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Abstract:
La extorsión es un delito donde un individuo obliga a otro a entregar un bien patrimonial por medio de la intimidación, que se expresa por acciones agresivas y también verbalmente, mediante la negociación (Goicochea, 2018). El propósito del presente artículo es describir la relación de poder entre el extorsionador y la víctima a través del estudio de la conversación. Para ello, se analizaron cinco conversaciones telefónicas de un caso de extorsión. Empleamos el marco teórico-metodológico del análisis de la conversación (propuesta del Grupo Val.Es.Co, 2014), de la cortesía (Brown y Levinson, 1987) y de la descortesía (Kaul de Marlangeon, 2017). Los resultados muestran que las conversaciones se caracterizan formalmente por el uso de la perífrasis ir +a +infinitivo, de las construcciones condicionales e imperativas, y de los marcadores del discurso de relleno, de contacto y contraargumentativo. Asimismo, el poder del extorsionador se evidencia en su control al cortar las llamadas e iniciar todos los pares adyacentes; sin embargo, no tiene un poder absoluto sobre la víctima, ya que esta se resiste, da sugerencias y se queja. En este tipo de interacción, tales acciones constituyen estrategias de cortesía y descortesía desplegadas por ambos interlocutores.
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Wołodkiewicz, Witold. "LEX RETRO NON AGIT. SFORMUŁOWANIE W POLSKIEJ DOKTRYNIE PRAWNICZEJ." Zeszyty Prawnicze 1 (January 27, 2017): 103. http://dx.doi.org/10.21697/zp.2001.1.06.

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Abstract:
LEX RETRO NON AGIT. UN BROCARDO NELLA GIURISPRUDENZA POLACCAII problema della irretroattività della norma giuridica è stato trattato molto spesso nella dottrina giuridica generale e in quella romanistica. La regola lex retro non agit (che nella giurisprudenza e dottrina giuridica polacca esprime il principio délia irretroattività del diritto) è il brocardo latino il più spesso usato nella giurisprudenza polacca.Considerazioni a proposito del vigore délia norma giuridica nel tempo si incontrano nelle fond del diritto romano nelle varie epoche del suo sviluppo. Il problema délla retroattività délia legge fu affrontato già dai giuristi repubblicani. Fu toccato anche dai giuristi classici. La generalizzazione del principio secondo il quale la legge non deve retroagire, si trova peraltro in diverse costituzioni imperiali del Basso Impero. Il principio délia irretroattività del diritto compare più volte nella storia giuridica postgiustinianea.Nelle visioni dello Stato di diritto, sviluppate dai filosofi del Secolo dei Lumi il principio dell’irretroattività délia legge è stato trattato come un dogma fondamentale ed assoluto.II principio d’irretroattività è molto spesso enunciato nei codici contemporanei. E un elemento fondamentale della definizione classica del delitto penale, peró la dottrina e la pratica penale e costituzionale dopo la seconda guerra mondiale hanno cominciato, almeno in certa misura, ad allontanarsi dal principio d’irretroattività nel diritto penale. Questa tendenza fu stata già notata, a proposito del processo di Norimberga, dal Berger in un articolo del 1949. Le dichiarazioni e convenzioni internazionali sui crimini di guerra e contro l’umanità , hanno poi introdotto diverse eccezioni al principio dell’irretroattività della legge penale. Questi atti di diritto internazionale hanno tendenzialmente influenzato i sistemi nazionali di diritto costituzionale e penale (come esempio si puô citare l’art. 42 punto 1 della Costituzione polacca del 2 aprile 1997).II brocardo lex retro non agit non fu mai esplicitamente individuato eon queste parole, né ai tempi romani, né nella storia posteriore del diritto. Questa formulazione è infatti sconosciuta ai dizionari ed alle enciclopedie giuridiche in quasi tutta Europa al di fuori della Polonia.Nella romanistica polacca, l’autore che cita il brocardo lex retro non agit fu Stanisław Wróblewski (nel suo manuale di diritto romano, pubblicato nel 1916). E probabile che l’autorità del Wróblewski (a lungo professore di diritto romano a Cracovia, ed influente membro della Commissione di Codificazione polacca, chiamato spesso il „Papiniano polacco”) abbia influenzato la divulgazione del brocardo lex retro non agit nella dottrina e nella giurisprudenza polacca e radicato per conseguenza la persuasione della derivazione romanistica del concetto d’irretroattività del diritto, letteralmente cosi individuato, nell’odierna pratica giurisprudenziale polacca.
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Bellieni, Carlo V. "Privacy fetale." Medicina e Morale 53, no. 4 (August 31, 2004): 793–803. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.633.

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Abstract:
Nuovi scenari clinici si stanno affermando nel settore della medicina prenatale. In alcuni casi le conseguenze sono patologiche per la prole. Vengono esaminati alcuni degli effetti di tre scenari: abuso della diagnosi prenatale a fini di selezionare embrioni paradossalmente portatori di anomalie, diagnosi prenatale invasiva e fecondazione in vitro. L’autore fa delle considerazioni sui loro effetti collaterali, sul modo con cui talora sono utilizzati e sulla necessità di tutelare il feto, che porterà poi le conseguenze di eventuali, seppur rari, effetti collaterali. Infatti, se stanno aumentando le possibilità di “scelta” per i genitori, diminuiscono le garanzie per chi nascerà. Le conseguenze di questo “consumismo prenatale” non sono più solo la soppressione del nascituro, ma un rischio di disabilità per chi nasce. Viene poi considerato il problema dell’intrusione nella sfera della privacy del feto, del suo patrimonio genetico, del suo rischio di essere portatore di malattie nel corso della vita. Spesso infatti queste informazioni non hanno lo scopo di curare, ma di prevenire la nascita di feti affetti da caratteristiche che i genitori non vogliono. Siamo di fronte ad un atto medico fatto nell’interesse del paziente o ad un abuso che mai sarebbe possibile compiere su un essere già nato? Una volta decodificate, le informazioni sulla salute non saranno più una proprietà privata del paziente, ma già saranno note ai suoi genitori e possibilmente a lui stesso quando sarà nato, senza che egli/lei lo abbia richiesto. Queste informazioni possono essere ritorte contro di lui sia dal punto di vista di rischio per la sua soppressione prenatale, che da quello della coscienza di sé che già dall’età infantile potrebbe conoscersi predestinato a possibili tendenze e patologie.
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Sotomayor Rivera, Edilma Narcisa, and Daniel Eduardo Rafecas. "Análisis crítico de la reparación integral de las víctimas indirectas en los casos de femicidio en el Ecuador." AlfaPublicaciones 4, no. 4.2 (November 16, 2022): 63–79. http://dx.doi.org/10.33262/ap.v4i4.2.298.

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Abstract:
El trabajo desarrollado a continuación consiste en la revisión analítica del conjunto de medidas de reparación integral previstas en el ordenamiento jurídico ecuatoriano para las víctimas indirectas en los delitos de femicidio. Considerando la gravedad de tales hechos, la violencia contra la mujer en el Ecuador es uno de los retos más arduos para el sistema de justicia ecuatoriano y su ordenamiento jurídico en general, dado que las muertes por femicidio afectan profundamente al núcleo familiar de la víctima y a la sociedad en general. El estudio fue planteado a través del enfoque cualitativo, en aras de identificar las medidas de reparación integral aplicables a las víctimas indirectas del tipo penal a analizar. A tales efectos, fueron aplicados los métodos analítico-sintético, inductivo-deductivo, histórico-lógico y dogmático, así como la revisión bibliográfica con el propósito de destacar el nivel de aplicabilidad de los mecanismos de reparación integral en las sentencias condenatorias, y si son capaces de satisfacer efectivamente a las víctimas indirectas, de lo cual, se determinó que éstas resultan insuficientes para reparar integralmente a las víctimas, especialmente en el aspecto patrimonial.
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Suchecki, Zbigniew. "Wolnomularstwo w dokumentach Stolicy Apostolskiej i Kodeksie Prawa Kanonicznego, ze szczególnym uwzględnieniem dekretów Kongregacji Doktryny Wiary (1949-1983)." Prawo Kanoniczne 41, no. 3-4 (December 20, 1998): 133–86. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1998.41.3-4.06.

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Abstract:
La libera muratoria (comunemente chiamata massoneria) viene trattata e presentata in molte pubblicazioni sotto diversi aspetti e svariati punti di vista. Dal punto di vista del diritto canonico non esistono pubblicazioni riguardanti la libera muratoria, manca­no anche approfonditi studi critici in materia condotti in un'ottica comparata con la filosofia, la teologia e il diritto dai studiosi cattolici. Nella nostra ricerca, passando attraverso un confronto delle disposizioni della Chie­sa previste per la libera muratoria, facciamo un riferimento diretto alla legislazione della Chiesa contenuta nel Codice di Diritto Canonico del 1917 e a numerosi docu­menti emanati dai Papi e dalle Congregazioni, per arrivare alle disposizioni del Codice di Diritto Canonico del 1983. Negli ultimi secoli la massoneria, fosse essa regolare, legittima, irregolare o «devia­ta», senza distinzioni, è stata condannata da diversi Papi ìn circa seicento documenti. La questione comunque è quanto mai attuale perché molti cattolici appartengono alla libera muratoria. La divisione fondamentale, a mio avviso, comprende la fase pre­istituzionale e la fase istituzionale. Nella fase preistituzionale emergeva la massoneria operativa propensa alla costruzione delle cattedrali, delle basiliche e delle chiese; nella fase istituzionale si sviluppa la massoneria moderna detta speculativa. I liberi muratori londinesi, il 24 giugno 1717, nella festa di S. Giovanni Battista costituivano la Gran Loggia d'Inghilterra, la Gran Loggia Madre del Mondo. Fin dall'inizio, in un testo diretto a tutti i fedeli, emerge la preoccupazione per la difficile definibilità, a livello concettuale e terminologico, della libera muratoria con i suoi effetti negativi a livello della Chiesa e della societa civile. Leone XIII, nell'enciclica programmatica Quod sectam massonum: Humanum Ge­nus, del 20 aprile 1884, in modo significativo sottolinea gli effetti negativi delle socie­ta clandestine. L'enciclica costituisce un documento fondamentale di quel periodo. Nel CIC del 1917 il legislatore menziona esplicitamente la setta massonica e le altre associazioni dello stesso genere le quali incorrono ipso facto nella scomunica riservata simpliciter alla S. Sede: «Chi si ascrive alla setta massonica o ad altre associazioni dello stesso genere, che macchinano contro la Chiesa o le legittime autorita civili, incorrono ipso facto nella scomunica riservata simpliciter alla S. Sede» (c. 2335). Un graduale approfondimento della natura e dei fini della massoneria svolto da par­te della Chiesa, prima dell'emanazione della Dichiarazione sulla massoneria del 26 novembre 1983, Quaesitum Est, permise alla Congregazione di accertare le posizioni dottrinali, filosofiche e morali dell'istituzione. Mariano Cordovani in un articolo pubblicato in prima pagina dall'Osservatore Romano sostiene che «fra le cose che risorgono e riprendono vigore, e non solo in Italia, c'è la massoneria con la sua ostilita sempre rinnovata contro la Religione Catto­lica». Egli rileva un fatto che appare nuovo: «la voce che si sparge, nei diversi ceti sociali, che la massoneria di un certo rito non sia piu in contrasto con la Chiesa, che anzi sia avvenuto un accordo tra la massoneria e la Chiesa, in forza del quale anche i cattolici possono tranquillamente iscriversi alla setta senza pericolo di scomuniche e dì riprovazione». Dopo 57 anni dall'entrata in vigore del «Codex» del 1917 «molti vescovi hanno posto il quesito a questa S. Congregazione (per la Dottrina della Fede) circa il valore el'interpretazione del can. 2335 del C.I.C. che sotto pena di scomunica vieta ai cattolici d'iscriversi alle associazioni massoniche o ad altre dello stesso tipo. Il dialogo cattolico-massonico inizia con degli incontri informali tra esponenti della Chiesa Cattolica e della massoneria. Tali incontri ebbero iniziato in Austria, Italia e Germania. Per approfondire alcuni aspetti di questo tema, si possono consultare, an­che se in modo molto critico, diverse pubblicazioni. Negli anni 1974-1980 la Conferenza Episcopale Tedesca costituisce una Commis­sione ufficialmente incaricata di esaminare la compatibilità dell'appartenenza contem­poranea alla Chiesa cattolica e alla libera muratoria. La Commissione sostenne che «Indipendentemente da tutte le concezioni soggettive, l'essenza oggettiva si manifesta nei Rituali ufficiali della libera muratoria. Percio questi documenti vennero sottoposti ad un attento e lungo esame (negli anni 1974-1980); si tratta dei Rituali dei primi tre gradi, dei quali i massoni permisero di studiare i testi, anche se i colloqui non si riferi­rono solo ai Rituali». Il fatto che la libera muratoria metta in discussione la Chiesa in modo fondamentale non è mutato. La libera muratoria non e mutata nella sua essenza. L'appartenenza ad essa mette in questione i fondamenti dell'esistenza cristiana. L'esame approfondito dei Rituali della libera muratoria e del modo di essere massonico, come pure la odierna immutata autocomprensione di sé, mettono in chiaro che l'appartenenza contempora­nea alla Chiesa cattolica e alla Libera Muratoria è esclusa. Da diverse parti del mondo arrivavano domande alla S.C. per la Dottrina della Fede sul giudizio della Chiesa nei confronti della massoneria. La normativa penale del Co­dice non prevede nessuna sanzione per i fedeli che si iscrivono alla massoneria, perché la medesima non viene espressamente nominata dal legislatore; quindi prima dell'ema­nazione della Dichiarazione l'iscrizione non costituiva un delitto punibile con sanzioni a meno che la massoneria non entrasse nella categoria delle associazioni «che com­plottano contro la Chiesa» (can. 1374) e questo si doveva provare. La Dichiarazione invece afferma che gli «appartenenti alle associazioni massoniche sono in peccato gra­ve» e proibisce ai fedeli appartenenti alle associazioni massoniche l'esercizio del dirit­to soggettivo fondamentale dei fedeli di accedere alla S. Comunione. «Solo Gesù Cri­sto e, infatti, il Maestro della Verità e solo in Lui i cristiani possono trovare la luce e la forza per vivere secondo il disegno di Dio, lavorando al vero bene dei loro fratelli».
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Del Missier, Giovanni. "Le mutilazioni genitali femminili." Medicina e Morale 49, no. 6 (December 31, 2000): 1097–143. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.774.

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Abstract:
L’articolo intende approfondire la tematica delle mutilazioni genitali femminili (MGF) per esprimere un fondato giudizio morale su queste pratiche e offrire delle linee di riferimento per la promozione di comportamenti sociali giusti e responsabili, nel pieno rispetto della dignità personale delle donne coinvolte. L’autore offre un quadro generale del fenomeno, emergente anche in Italia, individuando le testimonianze storiografiche delle MGF, le diverse tipologie di intervento, le conseguenze psico-fisiche che esse comportano per le donne che vi si sottopongono, la distribuzione geografica e quantitativa dei soggetti coinvolti. Vengono esaminate le motivazioni tradizionalmente addotte a giustificazione di queste pratiche e le teorie esplicative moderne fornite dalle scienze umane che hanno tentato di interpretare in vario modo le mutilazioni sessuali, con particolare attenzione alla riflessione ispirata ai diritti umani. Successivamente, vengono considerati criticamente i paradigmi etici più utilizzati in letteratura per schierarsi a favore o contro la legittimità delle MGF. I limiti rilevati inducono l’autore ad inquadrare il discorso in una più ampia cornice di tipo antropologico personalista e a percorrere una via di soluzione equidistante dal culturicentrismo e dal relativismo culturale. Sulla base del significato della corporeità si sostiene la grave illiceità delle pratiche mutilatorie, analizzando nel dettaglio le responsabilità dei diversi attori sociali che vi si possono trovare coinvolti. Sulla scorta di alcune argomentazioni derivate per analogia dai Teologi Dottori della tradizione cattolica viene individuato, inoltre, un criterio minimale di riferimento per avviare un dialogo interculturale non direttivo né paternalistico, ma rispettoso e fermo che conduca le etnie, presenti nella società italiana, a superare queste pratiche trasformandole in una nuova ritualità non cruenta, senza compromettere il patrimonio di valori che esse vorrebbero salvaguardare e trasmettere. L’esposizione si conclude con una serie di indicazioni volte a guidare la progettazione di interventi sociali finalizzati a modificare le tradizioni dannose per la salute, secondo una strategia ispirata non solo all’efficacia, ma soprattutto al rispetto della dignità umana e delle diversità culturali, con particolare riguardo ai problemi delle donne, delle famiglie, delle comunità di riferimento, degli operatori socio-sanitari e alla questione dell’introduzione di norme penali specifiche anti-MGF.
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Sobański, Remigiusz. "Prawo kanoniczne a kultura prawna." Prawo Kanoniczne 35, no. 1-2 (June 5, 1992): 15–33. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1992.35.1-2.02.

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Abstract:
Si presenta la versione polacca di una relazione tenuta nell’ambito dei seminari sul tema „Scienza giuridica e diritto canonico” al’Università di Torino 2. 5. 1990. Il testo originale viene pubblicato nel volume sullo stesso tema curato da Rinaldo Bertolino, Torino 1991. Ci presentiamo le osservazioni finali. 1. Il diritto canonico non può non giovarsi dello sviluppo della cultura giuridica (allo stesso modo che l'intero magistero della Chiesa non può non giovarsi del patrimonio culturale dell’umanità). Immutato è il quesito di fondo: in che misura queste vicende possono riuscire utili ad esprimere la „verità” ecclesiale. L’utilità dipende dallo sviluppo delle scienze giuridiche, come di quelle ecclesiali: il che significa che il diritto canonico ha, di fronte alla cultura giuridica, un atteggiamento aperto ed assorbente, pur se differenziato e non privo di critica. 2. Per sua vocazione universale la Chiesa ha un atteggiamento aperto di fronte alla cultura giuridica d’ogni ambiente in cui esse è presente ed agisce. Il riferimento alla cultura giuridica locale e i rapporti con le vicende delle culture regionali sono omogenei con i principi fondamentali della relazione Chiesa universale-Chiese locali. L’influsso del diritto romano e di quello germanico sul diritto canonico, da un lato; la romanizzazione del diritto dei barbari attraverso la Chiesa o, anche, l’influsso del diritto canonico p. es. sul diritto polacco dall’altro, dimostrano quanto il contatto della Chiesa con la cultura giuridica dell’ambiente possa ruiscire fecondo. 3. Negli ultimi secoli la presenza del diritto canonico nella cultura giuridica è, al massimo, passiva. Cerca d’assicurarsela una presenza mediante l’adattamento. Se anche sia vero che qualunque presenza debba accompagnarsi con la disponibilità ad imparare, occorre riconoscere che questa posizione unicamente difensiva non consente al diritto canonico di incidere e di ispirare la cultura giuridica. Inoltre, l’esito di questa presenza (passiva) è parziale, non solo perché le premesse filosofiche che fondano il pensiero giuridico sono (o sembrano essere) per la Chiesa inaccettabili, ma perché, in seguito all‘atteggiamento esclusivamente recettizio, si corre il rischio di trasferire nell’ambito metagiuridico tutto cio che non si ritrovi nell’ottica delle attuali dottrine giuridiche. 4. Non c’è dubbio che la Chiesa non sia l’ambiente topico di sviluppo delle scienze giuridiche e che la scienza giuridica goda di una sua piena autonomia. Ma la comunione ecclesiale, non di raro definita Ecclesia iuris, non lo è in seguito alla recezione del diritto ab extrinseco, ma in forza della propria immanente dimensione giuridica. (Senza di essa non avrebbe ragion d’essere un autonomo diritto canonico, ed i problemi organizzativi della Chiesa potrebbero essere risolti alla stregua del solo diritto ecclesiastico dello Stato). Si deve quindi riconoscere che la Chiesa, iscritta nella storia umana del diritto, ha qualche cosa da dire nella sfera del diritto, sia nella sua dimensione ideologica che in quella della sua realizzazione pratica. L’assenza di un ruolo ispiratore del diritto canonico sulla scienza giuridica contemporanea dovrebbe dar a pensare per la più che i fondamentali problemi giuridici vengono continuamente discussi dai cultori di diritto: viviamo tuttavia in un mondo di nazioni sempre più unite nel quale le interferenze di differenti teorie e sistemi giuridici tendono ad aumentare e le dottrine giuridiche si rivelano particolarmente suscettibili agli influssi di molteplici filosofie. 5. Su un contatto non unidirezionale ma bilaterale del diritto canonico con la cultura giuridica si potrà contare soltanto allora, quando la canonistica abbia fatto proprio il metodo del Concilio Vaticano II, durante il quale la Chiesa ha rinunciato a presentarsi ratione status, ed ha invece cercato di esporre la sua natura secondo la propria convinzione di fede. Anche nel diritto canonico bisogna finalmente decidersi ad una riflessione profondo sulla Chiesa alla luce della fede, sulle proprie radici e finalità, per poter realizzare il diritto ecclesiale nel modo più coerente e per potere, per cio stesso, dialogare con le altre culture giuridiche. Il dialogo non nascerà da una passiva traslitterazione, quasi a ricalco, del diritto civile nell’ambiente ecclesiale, ma attraverso una franca ed aperta meditazione sulle proprie premesse ontologiche, le proprie peculiarità, le proprie esigenze: anche quelle di una „nuova giustizia”. Soltanto allora la presenza del diritto canonico nella cultura giuridica potrà essere non solo riproduttiva, ma anche produttiva. 6. Anche sotto questo punto di vista appare urgente la necessità di una robusta elaborazione di una teoria generale del diritto canonico. Si tratta di una teoria del diritto della Chiesa secondo il suo proprio „credo Ecclesiam”, non già elaborata all’interno di rigide teorie aprioristiche. Troppo generiche e scarsamente feconde le prese di posizione a favore di una deteologizzazione del diritto ecclesiale e, al contrario, le obiezioni stesse contro una presunta sua teologizzazione. Non si tratta invero di una „teologizzazione”, ma di prendere in seria considerazione i principi teologici, grazie ai quali il dialogo con la cultura giuridica diventa possibile e razionale.
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Faraldo Cabana, Patricia. "Del hurto de hallazgo al expolio de yacimientos arqueológicos. ¿Una oportunidad perdida?" Estudios Penales y Criminológicos, September 2, 2020. http://dx.doi.org/10.15304/epc.40.6540.

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Abstract:
En este trabajo se analizan los problemas que suscita el tratamiento penal del apoderamiento de bienes encontrados en yacimientos arqueológicos por parte del descubridor. El objetivo es valorar qué aporta a estos efectos el nuevo delito de expolio, introducido por la reforma de 2015, a la hora de afrontar esos problemas. El estudio tiene en cuenta la larga tradición de incardinación de esta conducta entre los delitos contra el patrimonio y los problemas concursales que se plantean con los delitos de daños sobre el patrimonio histórico.
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Juárez Muñoz, Alberto. "Análisis y comentario del delito de administración fraudulenta." LEX 14, no. 17 (May 31, 2016). http://dx.doi.org/10.21503/lex.v14i17.940.

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Abstract:
El delito de administración fraudulenta es el nombre con el que se designa a cualquiera de las ocho formaciones delictivas en las que puede incurrir el sujeto que lleva las riendas de una persona jurídica al desacatar normas básicas de la conducción de la misma que le han sido impuestas por la Ley General de Sociedades, las que esencialmente se refieren a la veracidad en la información sobre la real situación económica y financiera de la persona jurídica, con lo que se tiende a proteger el patrimonio social y el interés de la comunidades interna como externa a la persona jurídica. El analista, simplifica las diversas variables que contiene el amplio articulado penal con el objeto de facilitar su aprendizaje y comprensión, tratando de aclarar los supuestos normativos que integran cada una de sus modalidades penales, comprendiendo que se trata de un delito contra el patrimonio que protege la posibilidad de que se cause un daño económico a los interesados, aun cuando en la mayoría de sus párrafos se verifica actos de falsedad, implicancia de normas de la Ley General de Sociedades y hasta conductas omisivas propias.
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Rufino Rus, Javier. "La protección del patrimonio arqueológico en el Código Penal. Deficiencias y propuestas para una reforma de las leyes sustantivas y procesales." revista PH, May 1, 2012, 54. http://dx.doi.org/10.33349/2012.82.3306.

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Abstract:
En este artículo se analizan los antecedentes legislativos en España para la regulación de los delitos contra el patrimonio histórico previos a su inclusión en el actual Código Penal, vigente desde 1995; al mismo tiempo que se expone una muestra significativa de la doctrina de los tribunales provinciales y abordan propuestas sobre la tipificación de los delitos que afectan al patrimonio arqueológico. Se trata de referir, asimismo, los aspectos más problemáticos de la persecución penal de los ataques a los yacimientos arqueológicos, con sucinta cita de las más relevantes contribuciones doctrinales y judiciales en la materia. Se pretende, en fin, allegar una válida muestra del estado actual del asunto según sus intérpretes, con la consiguiente toma de postura sobre la cuestión.
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Martín, Álvaro. "Dificultades de la instrucción y el enjuiciamiento de los delitos contra el patrimonio histórico." revista PH, May 1, 2012, 77. http://dx.doi.org/10.33349/2012.82.3309.

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Pérez-Bustamante Yabar, David Ricardo. "Responsabilidad penal de los administradores. Delito tributario o concurso culpable." Revista de Contabilidad y Tributación. CEF, November 7, 2017. http://dx.doi.org/10.51302/rcyt.2017.4519.

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Abstract:
La responsabilidad penal de los administradores de una entidad mercantil puede derivarse, entre otros, por la presunta comisión de un delito contra la Hacienda pública por parte de la sociedad o por, en caso de que la entidad mercantil se encuentre en situación de concurso, la declaración de concurso culpable. Habrá que analizar no solo el elemento objetivo del tipo penal del delito contra la Hacienda pública, sino también el elemento subjetivo –dolo– en aras de determinar si la actuación del administrador es constitutiva de un ilícito penal por acción u omisión como consecuencia de un menoscabo patrimonial a la Administración. Para ello, deberá probarse la existencia de mendacidad u ocultación en la actuación de la sociedad y de los administradores, no bastando la mala gestión empresarial por sí sola para determinar tales ilícitos, analizándose de manera individualizada tales actos.
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Bustos Rubio, Miguel. "Luces y sombras del nuevo delito de fraude en las prestaciones del sistema de Seguridad Social (art. 307 ter del Código Penal)." Revista de Trabajo y Seguridad Social. CEF, November 7, 2014, 177–83. http://dx.doi.org/10.51302/rtss.2014.3044.

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Abstract:
La Ley Orgánica 7/2012, de 27 de diciembre, por la que se reformó el Código Penal (CP) en materia de transparencia y lucha contra el fraude fiscal y en la Seguridad Social, introdujo en nuestro ordenamiento jurídico el nuevo delito de fraude de prestaciones en el sistema de la Seguridad Social (art. 307 ter), que castiga la obtención, para sí o para otro, del disfrute de prestaciones de la Seguridad Social, la prolongación indebida de las mismas, o el hecho de facilitar a otros su obtención, por medio de error provocado mediante simulación o tergiversación de hechos u ocultación de aquellos que el sujeto tenía el deber de informar, causando con ello un perjuicio a la Administración. La introducción de este nuevo delito otorga un tratamiento diferenciado de la obtención fraudulenta de ayudas o subvenciones (art. 308), que según el propio preámbulo legal deviene como una respuesta eficaz frente a los supuestos de fraude con grave quebranto para el patrimonio de la Seguridad Social.
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