Dissertations / Theses on the topic 'De-costruzione'

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Labruna, Serena <1987&gt. "Alessandria d'Egitto: luogo del 'caos' : la de-costruzione dello spazio scenico in Thaïs, Maria Egiziaca e Maria d'Alessandria." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18447.

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Abstract:
La tesi parte dall'interrogativo su come venga costruito lo spazio per rappresentare la città di Alessandria d’Egitto, luogo del caos, nelle opere liriche Thaïs, Maria Egiziaca e Maria d’Alessandria, opere diacroniche legate dal file rouge della redenzione della cortigiana (alessandrina). Viene affrontato lo studio dello spazio inteso nella sua dimensione librettistica, musicale e scenografica. La prima parte della tesi analizza le tre opere, di cui due poco note, collocandole storicamente e musicalmente, offrendone l’analisi musicale e librettistica e mostrando alcuni documenti – finora sconosciuti – utili per comprendere la collocazione storica, ovvero il periodo fascista in cui si collocano le opere di Respighi e di Ghedini. Per l’opera di Massenet si è analizzata la seconda edizione dell’opera impiegando lo stesso approccio metodologico attuato per le opere degli italiani. La seconda parte si concentra sulla rappresentazione di Alessandria d’Egitto nelle opere attraverso l’eterotopia della nave (Maria Egiziaca e Maria d’Alessandria) e nell’entità ‘teatro’ (Massenet). Dopo aver individuato alcuni parametri per la definizione dello spazio, si opera un confronto delle opere con i capolavori del periodo corrispondente e si definiscono gli spazi. La tesi è corredata di una appendice iconografica ove sono presenti i materiali scenici quali fotografie, piantazioni, libretti per la messa in scena e figurini, di utile ausilio per la collocazione scenico-spaziale.
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Chiamulera, Marcia <1985&gt. "L’IMMAGINE RIFLESSA: Una lettura antropologico-culturale del teatro di Grotowski. La (de)costruzione dell’identità del Performer tra Parateatro e Teatro delle Fonti." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6452/1/Chiamulera_tesi.pdf.

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Abstract:
Il continuo sdoppiamento e la riverberazione sono le matrici di sviluppo di questa tesi, in cui le ricerche di Grotowski legate al Parateatro e al Teatro delle Fonti sono indagate e interpretate a partire da un pensiero polivalente che prende avvio nella sociologia della cultura e si radica in un terreno antropologico. La ricerca si configura come un’interpretazione possibile delle scelte operate da Grotowski e, complessivamente, dal Teatro Laboratorio, nel contesto delle trasformazioni socio-culturali successive agli anni Sessanta verificando come nel periodo dal '70 all'82 le scelte stesse rispecchino i valori culturali dell’epoca.La ricerca ricorre alla categoria della “festa” - intesa come realtà quotidiana elevata alla forma rituale, attraverso gli elementi culturali e identitari del gruppo di appartenenza - e, a partire da essa, sovrappone criticamente la logica dell’“identità in performance” con la nozione di “Incontro” elaborata da Grotowski. Questa logica è, successivamente, problematizzata attraverso il “diamante culturale”, un dispositivo di analisi della sociologia della culturache, a sua volta, è discusso eridimensionato a partire dalpresuppostodi “Decostruzione” e dall’idea di “Decondizionamento”legata al lavoro del Performer, inteso come individuo.Tre immagini e un’incognita rivelano i campi d’azioneed i principi che permeano l’intera ricerca raddoppiandosi e congiungendo l’immagine del Performer come individuo riflessivo. L’immagine riflessa si configura nel contrasto fra apparenza e presenza: nella domanda posta da Grotowski “che si può fare con la propria solitudine?” si evidenzia uno dei problemi a cui deve far fronte l’individuo in una determinata struttura culturale e, al contempo, viene suggerita una possibilità di amplificazione della percezione di “se stesso” da parte dell’Attore-Performer come Individuo.
The reverberation is the principle of the development of this thesis, in which Grotowski's research related to Paratheatre and Theatre of Sources is interpreted from the point of view of cultural sociology and anthropology. This research aims to be a possible interpretation of Grotowski's choices and of the whole Teatr Laboratorium, as seen in the contest of the post-Sixties social and cultural changes, verifying how such choices mirrored the culture of the time between 1970 and 1982. In this research, the concept of "holiday" is conceived as a ritual form of daily life of a particular culture and identity, and hence the notion of “identity in performance” overlaps with the notion of "meeting" as elaborated by Grotowski. This logic is then discussed through the "cultural diamond", which is an analytical tool used in cultural sociology that is re-discussed in turn through the assumption of Deconstruction and de-conditioning linked to the work of the Performer as an individual. Three images and something “unknown” pervade the entire research and reveal its principles and grounds, developing and merging with the Performer as a reflective individual. The reflected image appears in the contrast between appearance and presence. Grotowski's question: "what can you do with your loneliness?" highlights one of the problems the person has to face in a particular cultural structure, and at the same time it suggests the possibility of amplifying the self perception of the Actor-Performer as an individual.
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Chiamulera, Marcia <1985&gt. "L’IMMAGINE RIFLESSA: Una lettura antropologico-culturale del teatro di Grotowski. La (de)costruzione dell’identità del Performer tra Parateatro e Teatro delle Fonti." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6452/.

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Abstract:
Il continuo sdoppiamento e la riverberazione sono le matrici di sviluppo di questa tesi, in cui le ricerche di Grotowski legate al Parateatro e al Teatro delle Fonti sono indagate e interpretate a partire da un pensiero polivalente che prende avvio nella sociologia della cultura e si radica in un terreno antropologico. La ricerca si configura come un’interpretazione possibile delle scelte operate da Grotowski e, complessivamente, dal Teatro Laboratorio, nel contesto delle trasformazioni socio-culturali successive agli anni Sessanta verificando come nel periodo dal '70 all'82 le scelte stesse rispecchino i valori culturali dell’epoca.La ricerca ricorre alla categoria della “festa” - intesa come realtà quotidiana elevata alla forma rituale, attraverso gli elementi culturali e identitari del gruppo di appartenenza - e, a partire da essa, sovrappone criticamente la logica dell’“identità in performance” con la nozione di “Incontro” elaborata da Grotowski. Questa logica è, successivamente, problematizzata attraverso il “diamante culturale”, un dispositivo di analisi della sociologia della culturache, a sua volta, è discusso eridimensionato a partire dalpresuppostodi “Decostruzione” e dall’idea di “Decondizionamento”legata al lavoro del Performer, inteso come individuo.Tre immagini e un’incognita rivelano i campi d’azioneed i principi che permeano l’intera ricerca raddoppiandosi e congiungendo l’immagine del Performer come individuo riflessivo. L’immagine riflessa si configura nel contrasto fra apparenza e presenza: nella domanda posta da Grotowski “che si può fare con la propria solitudine?” si evidenzia uno dei problemi a cui deve far fronte l’individuo in una determinata struttura culturale e, al contempo, viene suggerita una possibilità di amplificazione della percezione di “se stesso” da parte dell’Attore-Performer come Individuo.
The reverberation is the principle of the development of this thesis, in which Grotowski's research related to Paratheatre and Theatre of Sources is interpreted from the point of view of cultural sociology and anthropology. This research aims to be a possible interpretation of Grotowski's choices and of the whole Teatr Laboratorium, as seen in the contest of the post-Sixties social and cultural changes, verifying how such choices mirrored the culture of the time between 1970 and 1982. In this research, the concept of "holiday" is conceived as a ritual form of daily life of a particular culture and identity, and hence the notion of “identity in performance” overlaps with the notion of "meeting" as elaborated by Grotowski. This logic is then discussed through the "cultural diamond", which is an analytical tool used in cultural sociology that is re-discussed in turn through the assumption of Deconstruction and de-conditioning linked to the work of the Performer as an individual. Three images and something “unknown” pervade the entire research and reveal its principles and grounds, developing and merging with the Performer as a reflective individual. The reflected image appears in the contrast between appearance and presence. Grotowski's question: "what can you do with your loneliness?" highlights one of the problems the person has to face in a particular cultural structure, and at the same time it suggests the possibility of amplifying the self perception of the Actor-Performer as an individual.
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Tedeschini, Gabriele <1992&gt. "L’ “azione psicologica” del Proceso de Reorganización Nacional (1976-1983) sul processo di costruzione della memoria. Il caso specifico dei lavoratori ferroviari di Remedios de Escalada." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17743.

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Abstract:
Il presente lavoro indaga l’ “azione psicologica” realizzata dall’ultima dittatura militare argentina, denominata Proceso de Reorganización Nacional, e come essa abbia influito sul processo di costruzione delle memoria degli operai ferroviari della cittadina argentina di Remedios de Escalada, nella provincia di Buenos Aires, attraverso l’analisi dei dialoghi con cinque testimoni, unici sopravvissuti al periodo oggetto di studio. Altresì, analizza il trauma generato dalla paura del terrorismo di Stato, e come questo abbia influito sui testimoni, impedendo loro un accesso libero alla memoria e la possibilità di raccontare gli avvenimenti legati agli anni del regime de facto.
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De, Marco Domenico. "La (de)costruzione sociale dello straniero tra discorsi politici, norme giuridiche e politiche locali per l'immigrazione. Una ricerca comparativa tra Roma e Barcellona." Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2015. http://hdl.handle.net/10803/306000.

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Abstract:
La presente tesi di dottorato approfondisce l’immigrazione e, precisamente, le politiche delle amministrazioni locali per l’accoglienza e l’integrazione sociale degli stranieri. La ricerca non affronta un argomento nuovo ma, visto il gran numero di cittadini stranieri comunitari ed extracomunitari che raggiungono ogni anno l’Italia e la Spagna, le politiche per l’integrazione sociale degli immigrati (immigrants politics) hanno acquistato un significato sociale e culturale che le ha trasformate in un tema di speciale rilevanza e interesse dal punto di vista sociologico, politologico e giuridico. Nello specifico, la ricerca si concentra sulle politiche implementate nelle città di Roma e Barcellona, con il fine di comprendere le analogie e le differenze che soggiacciono al modello di politica locale specifico di ognuna di esse. I primi capitoli della tesi sono il frutto di un ampio lavoro di ricerca bibliografica orientata a ricostruire i principali approcci teorici che nell’ambito delle scienze sociali studiano lo straniero e l’immigrazione, tanto nella sua articolazione quanto nel suo impatto con la società di accoglienza. Nel primo capitolo è presentato il dibattito sulla figura dello straniero e i contributi degli autori che all’interno delle scienze sociali, hanno contribuito alla definizione dello straniero come categoria sociologica. In questa parte della ricerca lo sforzo è stato quello di collegare le riflessioni dei classici della sociologia come G. Simmel, N. Elias e W. Sombart, a quelle di autori più recenti quali Z. Bauman, A. Touraine, con lo scopo di far “dialogare” tra loro autori di differenti epoche storiche. Nel secondo capitolo è esaminata la letteratura sui discorsi politici sull’immigrazione e si approfondisce il ruolo dei mezzi di comunicazione nella diffusione di un’immagine dell’immigrazione come problema sociale e nazionale. Nello specifico, sono ricostruiti i processi che hanno contribuito a diffondere una rappresentazione dell’immigrazione legata alla criminalità e all’irregolarità degli stranieri. In questa parte del lavoro si approfondisce l’origine del discorso securitario al cui interno l’immigrazione è rappresentata come problema collegato alla sicurezza. La seconda parte della ricerca si concentra sugli aspetti interpretativi del fenomeno migratorio attraverso la ricostruzione di due casi nazionali: l’Italia e la Spagna. A questo proposito, il terzo capitolo è dedicato all’analisi delle leggi sull’immigrazione, italiane e spagnole, e alla ricostruzione delle tappe della loro evoluzione, un percorso che ha complessificato la gestione dell’immigrazione e stabilito un sistema di governance multilevel, dove le istituzioni locali e le associazioni del Terzo Settore diventano “partner” della Pubblica Amministrazione nella prestazione di servizi alle persone immigrate. In seguito, è presentata la raccolta e l’analisi del materiale empirico, attraverso una metodologia di analisi qualitativa. Nello specifico, si presenta uno studio comparativo delle politiche locali per gli immigrati delle città di Roma e Barcellona. In entrambe le città sono state realizzate interviste-semistrutturate con testimoni privilegiati appartenenti al settore pubblico e al Terzo Settore (in totale 50), operanti a livello regionale, comunale e territoriale, con il fine di individuare le peculiarità delle politiche locali per gli immigrati (reti di attori, relazioni, programmi di intervento, risorse, ecc.) implementate in ognuno dei due casi di studio. Nel capitolo quinto sono esposti i dati raccolti con le interviste, mentre i risultati dell’analisi comparativa sono presentati nel capitolo finale, mostrando analogie e differenze tra i due modelli i immigrants policy osservati nel caso di Roma e in quello di Barcellona.
La presente tesis doctoral se centra en la inmigración, precisamente, en las políticas de las administraciones locales relacionadas a la acogida y a la integración social de los ciudadanos extranjeros. La investigación no se enfrenta a un problema nuevo en sí, sin embargo dado el gran número de ciudadanos comunitarios y no comunitarios que cada año llegan a Italia y España, las políticas locales para la integración social de las personas recién llegadas han adquirido un significado social y cultural que las convierte en un tema de especial relevancia e interés desde el punto de vista sociológico, polito1ógico y jurídico. Concretamente, el estudio se centra en las políticas implementadas en las ciudades de Roma y Barcelona, con el fin de comprender las similitudes y las diferencias que subyacen detrás del modelo de política local específico de cada una de ellas. Los primeros capítulos de la tesis son el fruto de un amplio trabajo de investigación bibliográfica con el fin de reconstruir los principales enfoques teóricos que en el ámbito de las ciencias sociales estudian el extranjero y la inmigración, tanto en su articulación cuanto en su impacto en la sociedad receptora. En el primer capitula se presenta el debate sobre la figura del extranjero, así como las contribuciones de los autores que, dentro de las ciencias sociales, han contribuido a la definición del extranjero coma una categoría sociológica. Esta parte de la investigación consiste en conectar la reflexión y los aportes de los clásicos de la sociología como Simmel, Elias y Sombart a las de autores más recientes como Bauman y Touraine, en el intento de hacer "dialogar" a los autores de diferentes épocas históricas. En el segundo capitula se examina la literatura sobre los discursos políticos en torno a la inmigración profundizando el papel de los medios de comunicación en la difusión de una imagen de la inmigración como problema social. En concreto, se han reconstruido los procesos que han contribuido a la propagación de una representación de la inmigración relacionada a la criminalidad y a la irregularidad de los extranjeros. En esta parte del trabajo, se ha profundizado en el origen del discurso securitario en el que la inmigración está representada coma problema social enlazado a la seguridad. La segunda parte del trabajo de tesis se concentra en la cuestión interpretativa del fenómeno migratorio mediante la reconstrucción de dos casos nacionales: Italia y España. A este propósito, se ha dedicado el tercer capitula al análisis de las leyes de extranjería, italiana y española, hallando las etapas de un recorrido que ha vuelto más compleja la gestión de la inmigración y ha establecido un sistema de gobernanza multinivel en la que las instituciones locales y las entidades del Tercer Sector Social se convierten en "aliados" de las administraciones públicas en la prestación de servicios a las personas inmigradas. Posteriormente, se ha recopilado y analizado el material empírico a través de metodologías de análisis cualitativas. En concreto, se lleva a cabo un estudio comparativo entre las políticas locales para los inmigrantes de la ciudad de Roma y las de la ciudad de Barcelona. En ambas ciudades se han realizado entrevistas semiestructuradas con actores clave tanto públicos, cuanto del Tercer Sector Social (en total 50), operativas tanto a nivel autonómico como municipal y territorial, con el objetivo de reconstruir las peculiaridades de las políticas locales para los inmigrantes (redes de actores, recursos, relaciones, programas de intervención). En el capítulo siguiente se exponen los datos recopilados con las entrevistas, mientras que los resultados del análisis comparativo se muestran en el capítulo de conclusiones, destacando similitudes y diferencias entre los dos modelos de política inmigratoria observados.
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Camelo, Midori Hijioka. "O espelho e a janela: as investigações ópticas de Filippo Brunelleschi (1377-1446) e Leon Battista Alberti (1404-1472) para a "costruzione legittima"." Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2009. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/13444.

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Abstract:
Made available in DSpace on 2016-04-28T14:16:43Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Midori Hijioka Camelo.pdf: 3378645 bytes, checksum: d5a844d84ac1ae690e2ae66fd45c6c79 (MD5) Previous issue date: 2009-10-16
This work tried to identify the contributions of Filippo Brunelleschi and Leon Battista Alberti to the geometrical optics study. Tradicinally, seen by the history of arts and architecture study as inventors of the perspective, in this history of science study, the issue of genealogy was left behind, so they could find in the investigations about costruzione legittima , contributions for the geometrical optics. The period lived by Brunelleschi and Albert, the Renaissance one, shows many changing elements that made the transition from the Medieval and the Modern History. Specially about the perspective study, it s an incorporating moment, with a different meaning to the word. What used to be the synonym of optics throughout Middle Age, thanks largely to the investigations of architects and painters started then, has now the idea of the representation way , keeping it though the time, like we understand it today. Along with the complex movement of approaching of the heavenly thing to the ones here on Earth, witch in canvas mean the introduction of elements of the real world in representations, we can also see an approach of mathematics to the useful things of life, and geometry becomes equally important to the costruzione legittima of visual reality. In the arts and science knowledge and duties meetings, brought to you by the humanism, the spirit of modern science blends together, In the history of geometrical and experimental optics, the art of painting is show more present than it was traditionally thought to. At the time of seeing, the birth of modern science, the connections of Brunellesch and Alberti revealed how artificial the limit of art and science, the duties and the knowledge
Esta pesquisa buscou identificar as contribuições de Filippo Brunelleschi e Leon Battista Alberti para o estudo da óptica geométrica. Tradicionalmente, disputados pelos estudiosos da história da arte e arquitetura como inventores da perspectiva, neste estudo em história da ciência, deixaram-se de lado a questão de genealogia para encontrar, no interior das investigações para a costruzione legittima , contribuições para a óptica geométrica. O período vivido por Brunelleschi e Alberti, o Renascimento, apresenta muitos elementos de transformações que marcaram historicamente a transição entre o Medieval e o Moderno. Particularmente para o estudo da perspectiva, trata-se de um momento de formação de um novo significado para o termo. O que era sinônimo de óptica durante toda Idade Média, passa a incorporar, graças às investigações dos pintores e arquitetos iniciada ali, a idéia de modo de representação , ficando no decorrer do tempo somente com esta última, tal como entendemos hoje. Juntamente com o complexo movimento de aproximação de elementos do mundo real para a pintura, vemos ocorrer uma aproximação da geometria à forma de representação. No encontro de saberes e fazeres, de arte e ciência, plasma-se o espírito da ciência moderna. Na história da óptica geométrica e experimental, a arte da pintura mostra-se mais presente que tradicionalmente se pensa. Ao vislumbrar, no alvorecer da ciência moderna, as conexões entre Brunelleschi e Alberti revelou-se a artificialidade da fronteira entre a arte e a ciência, o fazer e o saber
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PIRAGUA, CHAPARRO LILIANA CONSUELO. "IL VERO TESORO DELLA SCUOLA. Processo di costruzione della conoscenza scientifica da parte di studenti di una scuola rurale colombiana, a partire dallo studio di fenomeni quotidiani dell’astronomia di posizione." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/77597.

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Abstract:
Questa tesi indaga i modi di costruzione della conoscenza scientifica da parte degli studenti di questa scuola, a partire dall’adattamento alle caratteristiche socio culturali e geografiche del contesto scelto di una serie di attività che fanno parte di un percorso longitudinale ri-costruito sulla base del lavoro di un gruppo di ricercatori italiani guidati dalle professoresse Enrica Giordano e Nicoletta Lanciano . L’obiettivo generale di questa implementazione é stato progettare e sperimentare un percorso didattico allo scopo di analizzare le caratteristiche associate al processo di costruzione delle conoscenze scientifiche da parte degli studenti. La seguenza didattica ha come contenuto l'astronomia osservativa per coinvolgere gli studenti in un contesto scientifico nel quale individualmente e collettivamente, possano esplorare una molteplicità di strade per la costruzione della conoscenza associata ad un soggetto per sua natura multidimensionale. Nel primo capitolo si presenta l’ipotesi concettuale che sostiene tutto il modello cognitivo di base, e L’insegnamento delle scienze dalla prospettiva culturale. Il secondo capitolo presenta un quadro organizzato secondo uno schema originale, la linea di base, della ricerca colombiana in didattica della scienza. Si presentano anche riferimenti alle ricerche nella didattica della scienza dei contesti europeo e latinoamericano. Il terzo capitolo esplicita le domande di ricerca e gli obiettivi associati. Nel quarto capitolo presenta il Quadro Concettuale e la Descrizione Contestuale. Si tratta di una composizione dialogica tra le diverse prospettive metodologiche utilizzate nel divenire della ricerca Il quinto, sesto e settimo capitolo corrispondono rispettivamente a: l’analisi dei risultati, le conclusioni e le prospettive. Gli allegati sono inseriti dopo la Biliografia. L’elaborazione dell’ipotesi in relazione al modello cognitivo è stata fatta a partire da un confronto originale tra il lavoro dell'italiano Paolo Guidoni, (L-E-C) e del colombiano Carlos A. Hernández (V-I-Ap) a partire dalle fonti primarie. Nella organizzazione e stesura della linea di base sono state analizzate 384 esperienze di ricerca e innovazione didattica colombiane, riprese da fonti secondarie. Le fonti primarie utilizzate nella descrizione del contesto sono prese dagli attori diretti (studenti) e indiretti (comunitá) del processo. Gli strumenti che sono stati ri-costruiti secondo una metodologia qualitativa, si sono trasformati progressivamente a seconda delle caratteristiche del processo, arrivando ad una nuova configurazione metodologica. Ci si è per questo ispirati all’Opportunismo Metodologico descritto da Feyerabend riguardo al modo costitutivo della pratica scientifica reale, sostenendo che non esiste una sola forma legittima di fare ricerca qualitativa, nè una sola posizione o cosmovisione che la supporti. Alcuni conclusioni di ordine generale: 1. Il valore della sequenza didattica, riferito non solo alle implicazioni di contenuto e metodologiche, sta nel fatto che diventa lo strumento che permette allo studente di avvicinarsi ad un altro mondo, il mondo delle scienze. 3. Il nucleo dell’esperienza é stato cercare di arrivare alla razionalitá e alla comprensione dell’ esperienza stessa, in forma discorsiva e attraverso medellizzazioni, come consolidamento dell’apprendimento. 4. Si tratta di una proposta che offre la possibilità di costruzione di conoscenza nel rispetto delle condizioni individuali e non soltanto trasforma la vita di chi partecipa direttamente ma addirittura l’opinione che la comunità ha della scuola stessa.
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Vannucchi, de Camargo Felipe <1993&gt. "Relação entre resistência ao cisalhamento no plano e parâmetros processuais de co-cura de juntas em compósitos auto-reforçados de polietileno de matriz reprocessada." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9538/1/Tesi_Felipe_Vannucchi.pdf.

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Abstract:
Este estudo investiga a otimização da resistência ao cisalhamento no plano de juntas de sobreposição co-curadas do compósito termoplástico unidirecional auto-reforçado de polietileno de baixa densidade reciclado reforçado por fibras de polietileno de ultra alto peso molecular através da relação desta resistência com os parâmetros processuais de prensagem a quente para a conformação da junta (pressão, temperatura, tempo e comprimento). A matriz teve sua estrutura química analisada para verificar potenciais degradações devidas à sua origem de reciclagem. Matriz e reforço foram caracterizados termicamente para definir a janela de temperatura de processamento de junta a ser estudada. A elaboração das condições de cura dos corpos de prova foi feita de acordo com a metodologia de Projeto de Experimento de Superfície de Resposta e a relação entre a resistência ao cisalhamento das juntas e os respectivos parâmetros de cura foi obtida através de equação de regressão gerada pelo método dos Mínimos Quadrados Ordinários. A caracterização mecânica em tração do material foi analisada micro e macromecanicamente. A análise química da matriz não demonstrou a presença de grupos carboxílicos que evidenciassem degradação por ramificações de cadeia e reticulação advindos da reciclagem do material. As metodologias de ensaio propostas demonstraram ser eficazes, podendo servir como base para a constituição de normas técnicas. Demonstrou-se que é possível obter juntas com resistência ótima ao cisalhamento de 6,88 MPa quando processadas a 1 bar, 115°C, 5 min e com 12 mm. A análise da fratura revelou que a ruptura por cisalhamento das juntas foi precedida por múltiplas fissuras longitudinais induzidas por sucessivos debondings, tanto dentro quanto fora da junta, devido à tensão transversal acumulada na mesma, proporcional a seu comprimento. A temperatura demonstrou ser o parâmetro de processamento mais relevante para a performance da junta, a qual é pouco afetada por variações na pressão e tempo de cura.
This study investigates the optimization of in-plane shear strength of co-cured overlap joints of unidirectional self-reinforced thermoplastic composite tapes made with recycled low-density polyethylene and reinforced by ultra-high molecular weight polyethylene through the relationship of this resistance with the hot-press processing parameters for the conformation of the joint (pressure, temperature, time and length). The matrix had its chemical structure analyzed to check for potential degradation due to its recycled origin. Matrix and reinforcement were thermally characterized to define the joint processing temperature window to be studied. The elaboration of the curing conditions of the specimens was done according to the Design of Experiment approach of Response Surface methodology, and the relationship between the shear strength of the joints and the respective cure parameters was obtained through a regression equation generated by the method of Ordinary Least Squares. The tensile characterization of the material was also conducted both micro and macromechanically. The chemical analysis of the matrix did not demonstrate the presence of carboxylic groups that could account for degradation by chain-scission and cross-linking resultant from the recycling of the material. The proposed test methodologies have proven to be effective and may serve in the future as a basis for the constitution of new technical standards. It has been shown that it is possible to obtain joints with optimum in-plane shear strength of 6.88 MPa when processed at 1 bar, 115°C, 5 min and 12 mm. The fracture analysis revealed that the shear rupture of the joints was preceded by multiple longitudinal cracks induced by successive debondings, both inside and outside the joint, due to the accumulated transverse tension, proportional to its length. Temperature proved to be the most relevant processing parameter for the performance of the joint, which is little affected by variations in pressure and curing time.
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Miatto, Marta. "Costruzione e percezione dello spazio rituale nel Mediterraneo antico : l'esempio dell'Africa romana." Thesis, Paris Sciences et Lettres (ComUE), 2017. http://www.theses.fr/2017PSLEP020.

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Abstract:
La recherche se présente comme une enquête sur les pratiques religieuses et spatiales dans l’ancienne Méditerranée, à travers une analyse interdisciplinaire sur la catégorie d’espace rituel comme procès intégré des traits corporels, idéologiques et symboliques. Dans la première partie on discute les catégories anciennes et modernes aptes à définir l’espace rituel en tant que concept compréhensif de paysage religieux, lieux de culte et architecture sacrée, en utilisant perspectives différentes comme celles de l’histoire de religions, de l’anthropologie religieuse et de l’archéologie. La deuxième partie se concentre sur les catégories d’espace et de rituel dans ses relations avec les principes de la logique polythéiste et des pratiques spatiales ; au centre de la réflexion sont l’aspect de la monumentalisation des lieux de culte et de la présence des dieux dans l’espace rituel que leur consacrent les hommes, en particulier à Rome. La troisième partie est centrée sur le contexte de l’Afrique romaine et prend en examen des cas d’études dans le cadre du contact entre cultures, romaine et indigène. En utilisant des sources épigraphiques et archéologiques on réfléchit sur la transformation des espace rituels et cultuels après la ‘romanisation’, comme le sanctuaire de Thinissut et les lieux de culte de Thugga
This research is a survey of religious and spatial practices in the ancient Mediterranean, that takes its start from an interdisciplinary analysis of the category of ritual space as an integrated process of bodily, ideological and symbolic traits. The first part discusses the categories that in ancient and modern times have been used to define the ritual space (religious landscape, places of worship, religious architecture) considering the perspectives of history of religions, religious anthropology and archeology. The second part focuses on the categories of space and of ritual in their relationship with the founding principles of polytheistic logic and religious practice. Both the concrete aspect of the monumentalization of the places of worship and the conceptual one of the presence of gods in ritual spaces (particularly in Rome) are investigated. In the third part the Roman Africa is explored, examining some significant case studies in the context of the contact between roman and indigenous cultures. Using epigraphic and archaeological sources, the transformation of the cultural spaces in the Roman period, and the expansion of Roman models in contact with indigenous models, are investigated, focusing on the cases of the Thinissut sanctuary and of the places of worship of the city of Thugga
La ricerca si configura come un’indagine sulle pratiche religiose e spaziali nel Mediterraneo antico, a partire da analisi interdisciplinare sulla categoria di spazio rituale quale processo integrato di tratti corporei, ideologici e simbolici. Nella prima parte si discutono in modo teorico le categorie antiche e moderne atte a definire lo spazio rituale come categoria comprensiva di paesaggio religioso, luoghi di culto, architettura religiosa, nella molteplicità di prospettive aperte dalle discipline, della storia delle religioni, dell’antropologia religiosa e dell’archeologia. La seconda parte si concentra sulle categorie di spazio e di rituale e sulle relazioni tra i principi fondanti della logica e della pratica religiosa politeista e le loro ricadute sulle pratiche spaziali; vengono indagati sia l’aspetto più concreto della monumentalizzazione dei luoghi di culto, sia quello più concettuale della modalità di presenza degli dei negli spazi rituali, in particolar modo a Roma. Nella terza parte si indaga il contesto storico-religioso dell’Africa romana, prendendo in esame alcuni casi di studio significativi nell’ottica del contatto tra culture. Ricorrendo alle fonti epigrafiche e archeologiche si focalizza in particolare la trasformazione degli spazi cultuali nel periodo della ‘romanizzazione’, e l’espansione di modelli romani nel contatto con modelli indigeni, dal santuario di Thinissut ai luoghi di culto della città di Thugga
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CUCCHIARA, STEFANIA. "Costruire conoscenza nei web-forum: due studi di caso = Construir conocimiento en los foros de discusión online: dos estudios de caso." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/202129.

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Abstract:
We live in a knowledge society that requires continuous knowledge advancement as essential for social progress. Consequentially the primary task of education should be sustaining students in this knowledge-creating process. But how it would be possible to assess this process in an online discussion? And how we can evaluate learning process including both the individual and the social dimension (Chan, van Aalst, 2004)? In order to give to teachers some important and practical tools to assess and improve students participation (Mazzoni, 2005), we analyzed how students develop and carry on online discussions to understand how students learn skills and knowledge with and through technology. Therefore, the aim of this research is to analyze how students develop and carry on the knowledge building process in different online discussions. In particular, we would analyze how students develop concepts – theories – on the course contents and which interactive strategies they use to support the discussion within the group. The discussions were held for two university courses: the first one is an Italian course (University of Bari) on Educational Psychology and e-Learning course, the second one is a Spanish course (University of Granada) on Information and communication Technology applied to Education; both the courses have been projected and put into practice in a blended-learning mode, in fact students had face to face meetings and online activities, as discussions on the web-forum. First of all, we describe in detail the courses and the platforms used for online activities, to understand better the context in which knowledge building develops; then we present the analysis methods and the reached results. Due to the goals of the research and the kind of recording data we choose to use a mixed analysis. The qualitative one aims to deeply understand the content of the notes in the forum, both as concerns their evolution from “simple theories” to “complex theories” and the interactive strategies used by students. While the quantitative one let us know the relationship of elicitation among strategies in order to understand which strategies are more effective to support an online discussion. Results shows that the knowledge building process is not spontaneous and it must be carry out constantly; moreover both contents and interactive strategies are deeply influenced by organization of the course and by its tasks and its goals
El trabajo de investigación presentado tiene como objetivo general el análisi de las modalidades con las cuales los estudiantes universitarios desarrollan y sostienen el proceso de construcción del conocimiento en un forum universitario. En particular, se quiere analizar el desarrollo de conceptos – “teorías” – producidos por los estudiantes sobre lo diferentes contenidos tratados en los cursos universitarios y las estrategias discursivas realizadas para mantener la discusión entre los estudiantes. Los debates examinados forman parte del curso de Psicología de la Educación y e-Learning de la Univesidad de Bari (total: 7 debates) y del curso de Tecnologías de la Información y Comunicación aplicadas a la Educación de la Universidad de Granada (total: 3 debates), (A.A.2008/2009); estos cursos han sido deseñados y realizados en modalidad blended, por lo tanto han previsto la alternancia de actividades en presencia y actividades que se realizan en línea, entre los cuales están incluidos los debates en un web forum. La necesidad de investigar las formas en que los estudiantes desarrollan y sostienen el proceso de construcción del conocimiento dentro de los debates de un forum universitario nace por la necesidad de realizar estudios dentro de contextos reales que permiten entender cómo se desarrollan algunas dinámicas y al mismo tiempo riflejen la importancia de identificar nuevas formas de evaluar los procesos, habilidades y conocimientos que el estudiante aprende con y mediante el uso de la tecnología. Los resultados de los análisis realizados ofrecen a los docentes instrumentos para evaluar los procesos de aprendizaje que incluyan tanto un nivel individual como uno de grupo (Chan, van Aalst, 2004), para mejorar las prácticas discursivas (Sha, van Aalst, 2003) e intervenir, cuando necesario, para mejorar la partecipación activa (Mazzoni, 2005), a fin de enfrontar en la manera mejor el proceso de construcción del conocimiento. Esto es lo que se ha hecho aquí: se realizaron dos estudios de caso, a partir de un minucioso y exhaustivo análisis de dos cursos universitarios, que utilizan dos plataformas virtuales para algunas actividades educativas, con el fin de comprender mejor el contexto en el que se desarrollan dinámicas y procesos de aprendizaje y enseñanza basados en la construcción colaborativa del conocimiento; la profunda comprensión de las condiciones en que las actividades se realizan, en este caso las discusiones en el forum, hizo posible analizar y describir cómo se desarrolló el proceso de construcción del conocimiento, para ofrecer implicaciones prácticas para los docentes sobre la implementación y desarrollo de este modelo. La parte empírica se centra por un lado en la descripción de los cursos examinados y en las plataformas utilizadas, y por otro en el estudio, presentando las metodologías utilizadas en el ánalisis, los datos y presentando los resultados obtenidos. A causa de las preguntas de investigación planteadas y la naturaleza de los datos recogidos, se decidió utilizar tanto la metodólogia cualitativa como la cuantitativa. La metodólogia cualitativa tiene como objetivo: a) la comprensión más profunda del contendido de las notas publicadas en el forum y su evolución en terminos de complejidad de los conceptos expresados y b) las modalidades interactivas utilizados por los estudiantes. En cambio, la metodólogia cuantitativa aplicada a los datos relacionales (Mazzoni, 2005) tiene el fin de dar cuenta de cuáles son las estrategias interactivas que más consiguen elicitar otras estrategias para sostener el diálogo finalizado a la construcción del conocimiento. Los resultados demuestran que el proceso de construcción del conocimiento no es espóntaneo, sino tiene que ser guiado y constantemente apoyado y que sea los contenidos producidos que las estrategias utilizadas estan profundamente influidas de la organización de los cursos, de la tarea y de los objetivos
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TEDESCHI, Filippo. "UNAMUNO E LA COSTRUZIONE DEL “SENTIMIENTO TRÁGICO”: RISCRITTURA DI PROGETTI ABBANDONATI E ABBOZZI AVANTESTUALI." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2010. http://hdl.handle.net/11392/2389192.

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Abstract:
The aim of this dissertation is the study of fragments of the early work by Unamuno, which are also present in the second half of the avant-texte of The tragic sense of life. These fragments are mainly found in the third chapter of his book, and to a lesser extent in the seventh, eighth and ninth chapter. The last three chapters, by contrast, are almost completely free from textual connections with Meditaciones Evangélicas and the Tratado del Amor de Dios. This finding confirms the hypothesis that the last chapters of The tragic sense of life have been written after Meditaciones Evangélicas and the Tratado del Amor de Dios, presumably around 1911-1912, with certainty after 1908 (the year when Unamuno abandoned the project of the Tratado.
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BOTTO, FABIO. "Il luogo nella formazione. L'incidenza simbolica degli elementi pre-formali nelle pratiche educative." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/43607.

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Abstract:
1.Lo sfondo teoretico Il canone filosofico occidentale. Sulla base di un confronto con le più significative posizioni acquisite dal dibattito ontologico svoltosi nello scorso secolo – in particolare seguendo la traiettoria tracciata dal pensiero di M. Heidegger, J. Derrida e J.-L. Nancy – nella prima parte dello studio si approda a una preliminare fissazione di quello che, nella tradizione filosofica occidentale, si è imposto come un vero e proprio canone. Una colonna vertebrale rispetto alla quale hanno potuto ramificarsi anche le direzioni teoretiche solo in apparenza più divergenti. Heidegger e Derrida hanno definito questo canone, che ha assunto il ruolo di DNA costitutivo del pensiero occidentale egemone, come onto-teo-ego-logia. L’ontologia della forma-presenza. Le analisi di Heidegger e Derrida convergono sulla definizione della “presenza” come concezione ontologica centrale dell’essere. Un oggetto è dichiarato come reale solo nella misura in cui è “reso-presente” (prae-ens) nell’esperienza. La presenza dell’oggetto viene fatta collimare, sempre all’interno del paradigma ontologico dominante, con la sua realtà. Quindi, con la sua calcolabilità razionale e con il suo inserimento in quella logica dell’oggettivazione e della manipolabilità che è alla radice dello sviluppo tecnologico della tecnica moderna e contemporanea. 2. Il mito cosmologico e il suo non-detto Il luogo di accoglienza della formazione. Nel mito del Timeo, a fronte della preponderanza ontologica delle istanze formali (Modello ideale) e formatrici (Demiurgo), viene lasciata indecisa da Platone la questione dello “sfondo”, del “luogo” (chōra), della “matrice” pre-originaria. Nella misura in cui essa sarebbe priva di forma (e quindi di presenza, di oggettività, di “realtà”), sarebbe in grado di accogliere, di dislocare al proprio interno ciò che può essere formato. Il pensiero spurio e onirico. Nel Timeo, Platone sostiene che la Madre di tutto ciò che è non può essere pensata dialetticamente, ma solo accostata facendo ricorso a un non meglio specificato pensiero “spurio”, “bastardo”, che somiglia molto da vicino all’esperienza onirica (Timeo, 52 b). Formazione e nichilismo. Mettendo a frutto le rarefatte ed enigmatiche indicazioni fornite dal Timeo, questa riflessione sull’incidenza simbolica del “luogo” della formazione, intende inserirsi nel dibattito filosofico-pedagogico contemporaneo sul nichilismo, contribuendo ad aprire un ulteriore fronte di discussione sulle radicali ricadute pedagogiche che la centralità nichilistica della categoria educativa di “formazione” ha via via assunto nella cultura occidentale. In quali termini parlare, allora, del “luogo” della formazione, della “Madre di ciò che viene formato”? Quale linguaggio, quale possibilità di comunicazione rimane dischiusa davanti all’intento di confrontarsi con quel senza-forma che rende possibile, accogliendola al proprio interno, ogni modalità della formazione? Il luogo, la Madre e l’immaginazione simbolica. Ripercorrendo alcune tra le più suggestive interpretazioni del dialogo platonico e, su tutte, facendo particolare riferimento al commento neoplatonico di Calcidio e al pensiero dell’ultimo Bachelard, si parte dall’ipotesi che quel “pensiero onirico” che ci consente di accostarci al regno simbolico della Madre di ciò che viene formato, possa essere considerato l’immaginazione simbolica. 3. Ricadute pedagogiche e prospettive di ricerca Paideia, formazione, Bildung. A partire dalla riflessione educativa di Platone, sotto il profilo pedagogico, la categoria di paideia rimanda all’intento sociale di “elevare” l’individuo (concepito come spontaneamente “immaturo” e “indifferenziato”) all’universalità, alla civiltà, all’individualità, alla competenza (Jaeger). L’individuo sarebbe restituito del tutto alla sua funzione sociale e alla capacità di esprimere compiutamente la propria natura profonda solo nella misura in cui possa venire sottomesso al regime ontologico-educativo della forma. Forma che, con l’avvento della civiltà moderna, si fa sempre più dinamica, duttile, diveniente (Bildung), restando pur sempre principio di delimitazione e di riduzione dell’individualità del soggetto alla sua oggettività, alla calcolabilità. La concezione demiurgica dell’educazione. La ricaduta pedagogica del discorso teoretico sviluppato nella sezione precedente richiede inoltre di impostare un parallelo con il discorso sull’educazione centrale nel pensiero platonico, corrispondente al “mito” della caverna. Qui la nostra guida di riferimento rimane l’esegesi articolata da H. Blumenberg. Il mito della caverna di Platone resta la metafora di riferimento di tutto il successivo discorso occidentale sull’educazione. Una lettura che intenda connetterlo al tema ontologico della formazione, sempre mettendo a frutto le direttive ermeneutiche del filosofo tedesco, richiede una ricalibrazione del suo significato in relazione al mito cosmologico esposto nel Timeo. Esisterebbe una pulsione tesa alla formazione già inscritta a livello metafisico nella dottrina delle Idee. L’operatore della formazione, il Demiurgo, non farebbe altro che mettere in scena sul piano retorico e della temporalità l’istanza modellatrice veicolata dai paradigmi ontologici. Parlare di educazione demiurgica significa allora riconoscere il doppio movimento paideutico di discesa della forme ideali nel “luogo” pre-formale dell’accoglienza dei modelli, connotato come di per sé insofferente e indipendente da ogni docile sottomissione alla funzione formatrice, e di ascesa del prigioniero pre-destinato a conseguire la paideia in direzione dell’orizzonte luminescente dei paradigmi. Il contributo di Bourdieu e di Deleuze. L’ulteriore angolatura prasseologica dischiusa da P. Bourdieu alla riflessione sulla sociologia e l’antropologia dell’educazione e la logica del senso di G. Deleuze ci consentono di parlare dell’esperienza formativa, anche e soprattutto presa nella sua accezione pedagogica, come del luogo di massima esposizione alla violenza simbolica esercitata dai modelli sulla condizione di sudditanza nei loro confronti manifestata dalle copie e da simulacri. Paideutica e letteratura. Al fine di esemplificare in modo più articolato il concetto di educazione demiurgica, abbiamo convocato nell’orbita della nostra analisi la grande letteratura occidentale, e in particolare i due romanzi Martin Eden di J. London e Padre padrone di G. Ledda, all’interpretazione pedagogica dei quali abbiamo dedicato due lunghi capitoli della seconda parte della dissertazione. Il pensiero onirico in educazione. Nella terza parte del nostro lavoro siamo prepotentemente riapprodati alla sfera del simbolico. Annunciando la nostra intenzione di prendere sul serio il suggerimento del Timeo platonico di fare ricorso alle risorse di un ragionamento “spurio e onirico” come canale di collegamento privilegiato al luogo pre-formale della Madre della formazione, ci siamo confrontanti, pur se in modo sintetico, con la concezione occidentale del significato dell’esperienza onirica. Abbiamo quindi proceduto a una articolata re-visione in chiave sociologica e in senso lato “politica” della teoria del sogno elaborata da J. Hillman in una direzione inizialmente di stampo più soggettivistico e in sintonia con la psicologia del profondo di derivazione junghiana. Nella misura in cui è possibile dimostrare, attraverso le risorse ermeneutiche dispiegate dalla teoria socio-analitica del social dreaming formulata da esponenti di spicco del Tavistock Institute of Human Relations, che quella del sogno non è una fenomenologia destinata a essere confinata in via esclusiva entro la sfera privata della soggettività individuale, il passo successivo consiste nel mettere a disposizione questo vasto patrimonio di esperienze e di riflessioni al setting educativo. 4. Le cinque domande che alimentano questa ricerca Tra le domande a cui si cerca di dare una risposta vi sono le seguenti: 1) La ricerca educativa è ancora costretta a collocare il momento della formazione in posizione preminente o le è finalmente possibile disporsi a una esplorazione simbolica degli elementi pre-formali dell’educazione? 2) La filosofia dell’educazione può continuare a non tenere in alcun conto degli sviluppi post-strutturalistici dell’ontologia? 3) Come dovrebbe trasformarsi un discorso pedagogico che volesse ispirarsi a una filosofia non più fondata su una ontologia della presenza? 4) Quale trasformazione della sua identità, in senso pedagogico, dovrebbe subire un soggetto non più modellato sull’istanza della forma? 5) Come dovrebbe essere accolta l’attuale tendenza pedagogica che si richiama alla neo-Bildung?
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Romano, Luciano. "Transférabilité des savoirs et des compétences dans la formation et la mobilité professionnelle des éducateurs spécialisés dans l’espace européen. Étude comparative entre l’Italie et la France." Thesis, Université Côte d'Azur (ComUE), 2017. http://www.theses.fr/2017AZUR2027/document.

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Abstract:
Cette recherche s’inscrit dans le cadre plus large d’une cotutelle de thèse en Sciences de l’Éducation entre les Universités de Nice et de Turin. Nous sommes partis du constat que l’organisation de l’éducation spécialisée en Europe est loin d’être homogène. Ainsi, en Italie, contrairement à la France, la formation en travail social est confiée aux universités. Depuis l’inscription de la formation française dans le cadre européen en 1989, la réorganisation des contenus de formation et la mise en conformité avec le reste de l’Europe a provoqué une révision profonde du modèle pédagogique de référence et de la conception même de la profession. À partir de cette étude comparative, notre thèse étudie l’impact de ce nouveau modèle de transmission et de reconnaissance des savoirs sur la professionnalisation des travailleurs sociaux, afin d’envisager comment le cadre européen agit à travers ses deux postulats : la transférabilité des savoirs et des compétences professionnelles. En partant d’un secteur spécifique comme celui de l’éducation spécialisée, notre thèse explore le double aspect de la formation – transférabilité des savoirs- et de la professionnalisation – transférabilité des compétences –afin de vérifier s’il est judicieux de parler d’une véritable "Europe des métiers du social"
This research is incorporated within the wider framework of a thesis in Educational Studies which was co-tutored by the University of Nice in France and the University of Turin in Italy. We started by observing that the organisation of specialised education in Europe is far from being homogeneous. Consequently, Social Work Education in Italy is entrusted to Universities, yet not in France. Since French education was incorporated within the European Framework in 1989, the re-organisation of the educational content and its compliance with the rest of Europe has led to a deep reviewing of both the pedagogical model of reference and the conception of the profession itself. Moving from this comparative study, our thesis analyses the impact of this new model of transmission and recognition of knowledge on the professionalization of social workers in order to understand how the European framework acts through the two following postulates : the transferability of knowledge and the transferability of professional expertises. Starting from the specific field of specialised education, our study explores the double aspect of education – knowledge transferability – and professionalization – expertises transferability – in order to verify whether it is wise to talk about a common “European approach to social work”
Questa tesi in Scienze dell’Educazione ha visto la luce nell’ambito di una co-tutela tra l'Università di Nizza e l’Università di Torino. La premessa è che la professione dell’educatore in Europa è tutt’altro che omogenea. In Italia, sin dagli anni Novanta, la formazione degli educatori è affidata alle università e conserva una base disciplinare. In Francia, invece, essa é delegata alle scuole regionali ed é declinata in competenze. Inoltre, nel 2010 é stata attuata una profonda revisione del modello pedagogico in nome dell’adesione alle norme che regolano lo Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore (SEIS). In questo quadro si colloca il nuovo modello di trasmissione e di riconoscimento dei saperi proposto dall’Europa, basato su due postulati : la trasferibilità delle conoscenze e delle competenze professionali. Partendo da un settore specifico come quello dell’educazione professionale, la ricerca si è proposta di esplorare il doppio aspetto della comparazione dei sistemi di formazione – trasferibilità delle conoscenze – e professionali – trasferibilità delle competenze – al fine di verificare se è possibile parlare di una "Europa dei mestieri del sociale"
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SOSIO, FRANCESCA. "«... DISPERATAMENTE FECESI TURCHO»: Alipio di S. Giuseppe (1617-1645, OAD), tra adesione all'Islam, martirio e santità." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/713.

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Abstract:
Prigioniero a Tripoli e falso sacerdote. Apostata e penitente. Supposto martire e, pertanto, candidato alla santità. È questo il ritratto di Alipio di S. Giuseppe che emerge dalle fonti agiografiche e dal cospicuo, e in gran parte inedito, corpus documentario, di cui il primo capitolo della tesi offre un’articolata ricognizione. La vicenda di questo frate agostiniano scalzo di origine palermitana – che ben si inserisce nel contesto mediterraneo dei secoli XVI-XVII, caratterizzato da un continuo e ampio rimescolamento di uomini, merci, appartenenze religiose e culturali, e di cui la guerra di corsa, con tutte le sue conseguenze, costituisce una delle dimensioni più rappresentative – fu anzitutto una vicenda di prigionia, conversione all’islam e successiva abiura, nonché di martirio, cui il religioso andò volontariamente incontro nel febbraio del 1645; di questi aspetti, delle modalità con cui il tragico fatto fu trasmesso dai missionari apostolici residenti a Tripoli e recepito all’interno dell’Ordine degli Agostiniani Scalzi, oltre che delle interessanti analogie con altri episodi di apostasia si parla nel secondo capitolo. Nel terzo capitolo, invece, si dà conto del ruolo di primo piano avuto dalla famiglia siciliana dei Tomasi nella promozione della causa di beatificazione di fra Alipio, avviata in seguito all’arrivo, nel 1653, delle sue reliquie sul litorale agrigentino e approdata, dopo le ordinariae inquisitiones del biennio 1654-1656, alla Congregazione dei Riti, che però espresse parere negativo sia nel 1658 sia sessant’anni più tardi.
Captive in Tripoli and false priest, apostate and penitent, alleged martyr and then candidate to sainthood. That is the portrait the first part of this work brought to light from the considerable documentary corpus about Alipio di San Giuseppe, mostly still unpublished. The human existence of this Augustinian Discalceate friar from Palermo – set in the XVI and XVII centuries, when in the Mediterranean mix of people, goods, religions, also privateering was a significant aspect – is a sequence of captivity, conversion to Islam and following abjuration, culminating in the martyrdom he deliberately chose in February 1645. This story, its narration made by the apostolic missionaries in Tripoli as wells as its understanding by the Augustinian Discalceate order are investigated in the second chapter and compared with similar episodes of abjuration. In the third part the relevant role played by the Sicilian family Tomasi in promoting the beatification proceedings of Alipio is explained; started after his relics were brought to the shore near Agrigento in 1653, the proceedings moved to the Congregatio Sacrorum Rituum after the ordinariae inquisitiones in 1654-1656, and there were denied first in 1658 and definitively 60 years later.
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Favaloro, Frine Beba. "La didactique de la culture chinoise dans le cadre de construction disciplinaire de l’enseignement de Lingua e cultura cinese." Thesis, Paris, INALCO, 2020. http://www.theses.fr/2020INAL0003.

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Abstract:
Notre thèse s’inscrit dans le domaine de la didactique des langues étrangères et a pour objet la construction de la discipline scolaire de Lingua e cultura cinese et le développement de la didactique de la culture chinoise dans l’enseignement secondaire du deuxième cycle italien. S’appuyant sur les notions de construction disciplinaire et de transposition didactique, elle se développe avec l’observation du parcours analogue de disciplinarisation de l’enseignement de la langue et de la culture chinoises en France. L’objectif de l’enquête est d’exposer la constitution particulière de la discipline scolaire italienne par rapport aux autres langues et au contexte français, en montrant l’écart entre le processus de transposition didactique des objets à enseigner-enseignables relatifs à la langue, largement développés, et ceux concernant la culture, pour lesquels les objets à enseigner ont été identifiés mais où la réflexion sur la méthode pour les rendre enseignables est encore à un stade initial. La représentation de distance culturelle associée à la culture chinoise renforce ce processus, rendant plus complexe l’intégration des composantes de la didactique. Cette intégration concerne notamment les thèmes culturels, proposés de manière compartimentée, et la didactique de la langue et de la culture, encore insuffisamment mises en communication. Enfin, tout cela montre que l’intégration des champs de référence et de réflexion de la discipline dans son ensemble est encore en cours d’élaboration
Our thesis places itself in the domain of foreign language teaching. Its object is the construction of the scholastic discipline of Lingua e cultura cinese and the development of the teaching of Chinese culture in Italian upper secondary school. Based on the concepts of discipline construction and didactic transposition, the thesis develops from the observation of disciplinarisation process of Chinese language and culture teaching completed in France. The goal of the research is twofold. First, we want to show how the Italian discipline took unique shape compared to other languages and to the French context, and secondly, to show how there is a divide between the process of didactic transposition of objects to teach-teachable related to Chinese language and the corresponding one related to Chinese culture. While the former is widely developed, the objects to be taught have been identified for the latter but a reflection on how to make them teachable is still at an early stage. This process is influenced by the representation of cultural distance associated with Chinese culture, which makes the integration of the teaching components more complex. Specifically, this integration concerns cultural themes, proposed in a compartmentalized way, and the teaching of language and culture, which are not yet sufficiently connected. Finally, this shows how the integration of reference components and conceptual issues of the discipline as a whole are yet being defined
La nostra tesi si iscrive nel dominio della didattica delle lingue straniere e ha per oggetto la costruzione della disciplina scolastica di Lingua e cultura cinese e lo sviluppo della didattica della cultura nella scuola secondaria di secondo grado italiana. Basandosi sulle nozioni di costruzione disciplinare e trasposizione didattica, essa si sviluppa a partire dall’osservazione del percorso di disciplinarizzazione dell’insegnamento della lingua e della cultura cinese compiuto in Francia. Obiettivo dell’indagine è mostrare come la disciplina scolastica italiana si sia costituita secondo una forma peculiare rispetto alle altre lingue e al contesto francese, e mostrare come esista un divario tra il processo di trasposizione didattica degli oggetti da insegnare-insegnabili relativi alla lingua, ampiamente sviluppati, e quelli relativi alla cultura, rispetto a cui sono stati individuati gli oggetti da insegnare ma la riflessione su come renderli insegnabili è ancora agli inizi. Influisce su questo processo la rappresentazione di distanza culturale associata alla cultura cinese, che rende più complesso integrare le componenti della didattica. Nello specifico, tale integrazione riguarda i temi culturali, che sono proposti in modo compartimentalizzato, e la didattica della lingua e della cultura, che non sono sufficientemente poste in comunicazione. Tutto questo, infine, mostra come l’integrazione dei campi di riferimento e di riflessione della disciplina nel suo complesso sia ancora in corso di definizione
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GIANDORIGGIO, GAETANO. "Croce e Hegel. Storia di un confronto: dagli anni della formazione alla costruzione della Filosofia dello Spirito." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11570/3114808.

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Abstract:
Il presente lavoro di ricerca si propone di esaminare il profondo rapporto che ha legato le riflessioni di Benedetto Croce alla filosofia di Hegel attraverso l‘analisi degli influssi che le teorie hegeliane hanno avuto sulla progressiva maturazione della dimensione logico-teoretica del filosofo napoletano, a partire dal periodo di formazione giovanile fino alla delineazione matura del sistema della Filosofia dello spirito nelle pagine della Logica del 1909.
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