Academic literature on the topic 'Danno da OGM'

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Journal articles on the topic "Danno da OGM"

1

Sobbrio, Paola. "Diritto all'informazione, partecipazione democratica del consumatore e Ogm." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 3 (March 2010): 79–126. http://dx.doi.org/10.3280/aim2008-003005.

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Abstract:
Il consumatore di alimenti prodotti con l'utilizzo di Ogm o che li contengono, ha diritto ad essere informato sia della loro immissione in commercio quanto dell'emissione deliberata nell'ambiente di questi organismi. Il diritto all'informazione non si limita ai soli strumenti dell'etichettatura e della tracciabilità ma si estende alla possibilità , prevista da diverse normative, per il cittadino/consumatore di rivolgersi alle Autorità competenti per richiedere tutte quelle informazioni da cui egli può trarre conoscenze sullo stato tanto dell'emissione nell'ambiente quanto dell'immissione in commercio degli Ogm. Le Autorità , inoltre, devono effettuare consultazioni pubbliche in merito alle decisioni da prendere in entrambe queste fasi. Tali consultazioni, per come vengono effettuate, non conferiscono effettività a tale diritto minando così il rapporto di fiducia tra Istituzioni e cittadini e facendo venire meno la possibilità che il diritto all'informazione si traduca in uno strumento di partecipazione democratica che crei le condizioni per una "co-produzione di conoscenza". Questo comporta una violazione del diritto all'informazione fonte di risarcimento del danno ex art. 2043 c.c.
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2

Mele, Vincenza. "Gli organismi geneticamente modificati: la lettura bioetica personalista." Medicina e Morale 54, no. 1 (February 28, 2005). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2005.410.

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Abstract:
Le chiavi di lettura della bioetica della realizzazione e l’utilizzo degli OGM adottate nell’attuale dibattito culturale e filosofico sono: la filosofia del rapporto scienze sperimentali/etica e la filosofia del rapporto uomo/natura/ economia. Il rapporto scienze sperimentali/etica viene letto secondo due prospettive: la prospettiva scientista/progressista e la prospettiva precauzionista. La prospettiva scientista/progressista, cadendo nelle maglie della della fallacia scientifica e della fallacia naturalistica, sostiene che gli OGM sono eticamente da accettare, in quanto non si sono finora dimostrati dannosi. La prospettiva precauzionista, al contrario, supportata da un pregiudizio sostanzialmente antiscientifico, ritiene che la scienza non offra elementi di certezza sull’assenza di danno e che quindi spetti al diritto stabilire i criteri di accettabilità etica delle biotecnologie. L’orientamento personalista prende le distanze da entrambe, esprimendo i seguenti punti di vista: le scienze sperimentali, per il loro statuto epistemico, non possono offrire elementi di certezza assoluta sull’innocuità degli OGM, vanno quindi incrementate la ricerca e la sperimentazione case by case ed il follow-up nei lunghi tempi; i dati sperimentali finora acquisiti offrono elementi che sono probanti per stabilire il loro carattere di non dannosità e sono ritenuti irrinunciabili per un giudizio morale, che deve comunque tenere conto di elementi extrascientifici di valutazione. L’altro cardine filosofico di riferimento, che è i l rapporto uomo/natura/economia, si incentra sulla sostenibilità, concetto di matrice economica. I criteri della sostenibilità debole e della sostenibilità forte vedono rispettivamente la predominanza dello sviluppo economico sulla natura oppure la priorità della preservazione assoluta della natura sullo sviluppo. I diversi significati di sostenibilità sono motivati da concezioni radicalmente diverse di natura: la natura come risorsa, la natura come bene intangibile. L’orientamento personalista permette di superare la dicotomia incremento dello sviluppo/tutela della natura, con un radicale cambiamento di prospettiva, uno sviluppo non più sfrenato ed autonomo, che diventa sapiente amministrazione, ed una natura non più fine a se stessa, che diventa dono. Il concetto di amministrazione del dono affonda le sue radici nel libro della Genesi, laddove è scritto che Dio creò l’uomo e lo pose nel giardino dell’Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. L’imperativo del coltivare sollecita l’uomo ad impegnare la sua intelligenza e la sua libertà per fare fruttificare il giardino, con l’avvertenza però di non dimenticare che esso proviene da una “originaria donazione di Dio”. L’imperativo del custodire chiama in causa la responsabilità dell’uomo nel custodire l’essere, l’essere delle cose e l’essere dell’uomo, che dalla creazione sono inscindibilmente connessi. Ed è proprio la connessione originaria che impone alla bioetica questa come domanda etica di fondo: nel nostro rapporto con la natura, che cosa perdiamo o acquistiamo di noi stessi, che uomini diventiamo? In definitiva il vero sviluppo che siamo chiamati a realizzare non riguarda l’economia e quindi l’avere di più ma la pienezza di un’umanità autentica, e quindi l’essere di più mediante l’agire virtuoso: un agire prudente, temperante e, per ultimo, ma non da ultimo, giusto. ---------- The reading keys of bioethics about the creation and the utilization of GMO that are adopted in contemporary cultural and philosophical debate are: the philosophy of experimental sciences/ethics relationship and the philosophy of man/nature/economy relationship. The experimental sciences/ethics relationship could be read following two perspectives: the scientistic-progressist perspective and the precautionary perspective. The scientistic-progressist perspective, getting involved in the scientific and naturalistic fallacy, sustains that GMO are ethically acceptable because up to now they do not prove to be harmful. On the contrary, the precautionary perspective, supported by a substantially antiscientific prejudice, affirms that science does not offer elements of certainty about the absence of damage and that thus it is up to the right to establish the criteria of ethical acceptability of biotechnologies. The personalist approach dissociates itself from both perspectives, affirming the following points of view: experimental sciences, because of their epistemic statute, can not offer elements of absolute certainty about GMO harmlessness, so it is necessary to increase research, case by case experimentation and long-term follow-up; experimental data acquired up to now offer probative elements for establishing their character of harmlessness and that are considered as irrenounceable for a moral judgement which in any case must take into account extra-scientific elements of evaluation. The other philosophical support of reference, the man/nature/economy relationship, is based on sustainability, a concept having an economical matrix. The criteria of weak and of strong sustainability reflect respectively the prevailing of economic growth over nature or the priority of absolute preservation of nature over development. The different meanings of sustainability derive from radically different ideas of nature: nature as a resource, nature as intangible good. The personalist approach allows to overcome the dichotomy between the increase of development and the protection of nature through a radical change of perspective, a development which is no more unbridled and autonomous, which becomes wise administration and a nature which is no more an end in itself but becomes a gift. The idea of administration of the gift is rooted in the Book of Genesis, where it is written that God created man and put him in the Garden of Eden to dress it and to keep it. The imperative of dressing it urges man to use his intelligence and freedom to make the garden fructify, with the advise of never forgetting that it derives from a “God’s prior and original gift”. The imperative of keeping it involves man’s responsibility in keeping the being, the being of things and the being of man that from creation are inseparably connected. It is precisely this original connection that imposes on bioethics the following question as a basic ethical question: through our relationship with nature, what we lose or acquire of ourselves, what kind of men we become? Finally, the true development we are called to realize does not concern economy and thus having more, but the fullness of an authentic humanity, that is to say being more by acting virtuously: acting prudently, temperately and, last but not least, rightly.
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3

Kunimoto, Simone Yukimi, Dany Rafael Fonseca Mendes, Heitor Romero Marques, and Michel Constantino. "Desenvolvimento sustentável no Brasil: uma análise textual dos fóruns de discussão." Multitemas, March 30, 2021, 153–75. http://dx.doi.org/10.20435/multi.v25i61.2383.

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Abstract:
O desequilíbrio da relação entre o ser humano e o ambiente tem gerado discussões mundiais sobre o futuro do planeta, dando origem, a partir da década de 1970, a diversos fóruns globais de discussão. Sob a coordenação da Organização das Nações Unidas (ONU), as discussões sobre o tema foram avançando e, baseadas nos Objetivos de Desenvolvimento do Milênio (ODM), deram origem aos Objetivos de Desenvolvimento Sustentável (ODS). Em uma conjuntura com vistas à década de 2030, a presente pesquisa tem por objetivo investigar se o contexto brasileiro, notadamente com relação à atividade legislativa do País, está alinhado aos discursos contemporâneos de Desenvolvimento Sustentável (DS), partindo do mapeamento do conceito de DS no mundo e no Brasil, com utilização, também, do método de análise Text Mining (TM). Este trabalho tem caráter exploratório e busca responder se o Brasil está alinhado ao desenvolvimento sustentável, tal como o DS é defendido nos fóruns de discussão mundial, por meio da análise do arcabouço legal brasileiro. Os resultados apresentaram evidências de que, legalmente, o Brasil incorporou os avanços obtidos na discussão sobre o tema ao longo dos diferentes momentos históricos. Isso pode ser notado a partir da análise do arcabouço legal brasileiro, inclusive integrando a Carta Magna como marco decisivo, caracterizando a legislação do País sobre o assunto como uma das mais completas do mundo.
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Dissertations / Theses on the topic "Danno da OGM"

1

Salvatori, Giulia Carlotta. "Profili di responsabilità per danno da OGM con particolare riferimento al danno alla salute e al danno da contaminazione genetica." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11562/960496.

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Abstract:
La presente analisi si propone l’obiettivo di affrontare il tema della responsabilità per danno da OGM, alla luce delle recenti evoluzioni registratesi nel contesto dell’UE con l’entrata in vigore della Direttiva n. 2015/412/UE: tematica, questa, da sempre considerata ‘scottante’, alla luce del necessario bilanciamento che gli OGM richiedono tra ricerca scientifica, anche a fini industriali, e libertà di iniziativa economica da un lato, e tutela della salute e dell’ambiente, dall’altro lato. Dopo aver ripercorso le tappe fondamentali della vicenda degli OGM – partendo dalla definizione giuridica di OGM, attraverso una ricognizione della normativa europea in tema, con un focus finale sulle novità introdotte dalla Direttiva del 2015 – si è passati all’analisi delle ipotesi di danno da OGM, che la dottrina suddivide, in considerazione del bene giuridico che verrebbe di volta in volta leso, in danno alla salute dell’uomo, danno all’ambiente e danno da contaminazione genetica. Focalizzandosi sulla prima ipotesi, dopo una breve disamina sull’importanza assunta, sia nel nostro ordinamento giuridico sia in quello europeo, dal bene ‘salute’ – alla luce del fatto che gli OGM rappresentano una fattispecie potenzialmente dannosa che travalica i confini del singolo individuo leso, per investire l’intera collettività –nel tentativo di vagliare quali norme possano venire in rilievo in caso di danno da OGM alla salute, si è ritenuto opportuno procedere ad una suddivisione, analizzando da un lato, l’approccio basato sul sistema della responsabilità civile – art. 2050 cod. civ. o disciplina della responsabilità del produttore –, dall’altro lato quello fondantesi su una logica precauzionale ed evidenziando i punti deboli insiti in ognuno dei sistemi. Si propone pertanto una soluzione di contemperamento degli strumenti precauzionali con quello tradizionale della responsabilità civile, attraverso una rivalutazione del contratto di assicurazione, in maniera tale da poter, attraverso tale strumento, gestire i rischi anche potenziali, quali appunto quelli derivanti dall’immissione in commercio di OGM. L’ultima parte del lavoro è riservata all’analisi al danno da contaminazione genetica, per tale intendendosi il danno creato alle coltivazioni tradizionali o biologiche dalla contaminazione proveniente da coltivazioni transgeniche. Dopo aver vagliato il significato e l’evoluzione normativa del principio di coesistenza, sia a livello europeo, che a livello interno ed aver analizzato i principali casi giurisprudenziali in tema di danno da contaminazione genetica, ci si è focalizzati sulle novità introdotte dalla Direttiva del 2015 in tema: si prevede che a decorrere dal 3 aprile 2017 gli Stati membri in cui sono coltivati OGM dovranno adottare i provvedimenti necessari, nelle zone di frontiera del loro territorio, al fine di evitare eventuali contaminazioni trasnfrontaliere in Stati membri limitrofi in cui la coltivazione di tali OGM è vietata. Individuata pertanto una nuova natura del danno da contaminazione genetica, che diventa un danno cd. transfrontaliero, si indaga quali regole utilizzare per disciplinare la responsabilità di uno Stato per danno da contaminazione genetica ad un altro Stato, differenziando il caso in cui la contaminazione avvenga tra due Stati membri dell’UE da quello in cui uno o entrambi gli Stati non sono membri dell’UE.
My research activity focuses on different types of liability stemming out from the various range of GMOs damages, in the light of the entry into force of the Directive no. 2015/412/EU. The Regulation of GMOs has always been considered a 'hot' topic for the required balance between scientific and industrial research and freedom of economic initiative on the one hand, and protection of health and the environment, on the other hand. Starting from both the legal definition of GMOs, and the analysis of the European legislation concerning them, the reserach focuses on the cases of GMOs damages, with a final focus on the changes by the Directive of 2015. The doctrine in fact has indicated a three-fold partition of GMOs damages, based on the type of juridical right protected: the damage to human health, to the environment and to genetic contamination. On the first hypothesis, having highlighted the importance of health both in our legal framework and in the European one – since GMOs are potentially harmful non only for the individual injured but also for the entire community –the research proceeds to a subdivision, attempting to explore which rules can be relevant in case of damage by GMOs to human health: on the one hand, the approach based on the civil liability system – art. 2050 cod. civ. or the rules on product liability –, on the other hand the approach based on the precautionary principle. Highlighting the weaknesses inherent in both of the systems, a compromise solution achieved through a reconciliation of the precautionary principle with the traditional civil liability, is proposed, re-evaluating the insurance contract, in order to be able to manage potential risks, such as those arising by the market placement of GMOs. The last part of my dissertation analyses the damage rising from genetic contamination, a specific type of damage caused to agricultural production – wether traditional or biological – by genetic pollution. After considering the meaning and the normative evolution of the co-existence principle, both under European and Italian law, and analyzing the main case-law concernig the damage to genetic contamination, the research emphasises that the recent modification (with the introduction of Article 26 bis, paragraph 1 bis in the Directive 2001/18/EC) opens new horizons in the configuration of damage caused by genetic contamination. According to the new provision, Member States in which GMOs are cultivated shall take appropriate measures in border areas of their territory with the aim of avoiding possible cross-border contamination into neighbouring Member States in which the cultivation of those GMOs is prohibited. As a consequence of that, the structure of damage to genetic contamination has been modified on the EU level to (essentially) a transboundary damage. In the light of the aforementioned considerations, the research will single out the rules applicable to the liability of a certain Member State for cross-border contamination towards another Member State, while noticing the differential treatment of cases depending on whether the contamination takes place between two both EU member States or not.
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Books on the topic "Danno da OGM"

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Golvers, Noël, and Carlota Simões. 1655 Escala em Coimbra: Um jovem jesuíta entre o Ocidente e o Oriente. Imprensa da Universidade de Coimbra, 2022. http://dx.doi.org/10.14195/978-989-26-2201-9.

Full text
Abstract:
Na carta que aqui se publica, um jovem padre jesuíta educado nos colégios da Companhia de Jesus de Brabante faz um relato detalhado da vida no Colégio de Jesus de Coimbra, onde permaneceu alguns meses no ano de 1655, numa escala imprevista durante a sua viagem entre a Europa e o Extremo Oriente. <br>A descrição de Inácio Hartoghvelt oferece-nos uma visita guiada aos espaços da Companhia de Jesus de Coimbra (Colégio de Jesus, Colégio das Artes, Quinta de Vila Franca), permitindo-nos olhar para os edifícios pelo seu lado de dentro, dando-nos a oportunidade de vislumbrar as quase duas centenas de ocupantes nas suas atividades diárias. Inácio compara constantemente o colégio de Coimbra com os de Brabante, enfatizando a austeridade espartana em Coimbra. Alguns aspetos provocam o espanto do autor, revelando também a sua admiração e o seu respeito ao perceber que esta escala em Coimbra era a melhor preparação para as dificuldades que o aguardavam na sua missão na China. —— In de brief die hier gepubliceerd wordt, geeft een jonge jezuïetenpriester, opgeleid aan de colleges van de Societeit van Jesus in Brabant, een gedetailleerd verslag van zijn leven aan het Colégio de Jesus in Coimbra, waar hij in 1655 enkele maanden verbleef, tijdens een onvoorziene tussenstop op zijn reis van Europa naar het Verre Oosten.<br>Ignatius Hartoghvelt’s beschrijving biedt ons een rondleiding door de ruimtes van de Societeit van Jesus in Coimbra (Colégio de Jesus, Colégio das Artes, Quinta de Vila Franca), waardoor we de gebouwen van binnenuit kunnen bekijken, en de kans krijgen om een glimp op te vangen van de bijna tweehonderd bewoners in hun dagelijkse bezigheden. Ignatius vergelijkt voortdurend het Colégio van Coimbra met de colleges van Brabant en benadrukt daarbij de Spartaanse soberheid in Coimbra. Sommige aspecten lokken de verbazing van de auteur uit en tonen ook zijn bewondering en respect omdat hij besefte dat deze tussenstop in Coimbra de beste voorbereiding was op de moeilijkheden die hem te wachten stonden tijdens zijn missie in China.
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