Academic literature on the topic 'D'ufficio'

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Journal articles on the topic "D'ufficio"

1

Ferri, Giampietro. "Obiettivo. Inamovibilitŕ dei magistrati e governo della istituzione giudiziaria. Il trasferimento d'ufficio dei magistrati fra esigenze oragnizzative e principio di inamovibilitŕ." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 4 (September 2009): 61–81. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-004006.

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Abstract:
1. La legge n. 321 del 1991 e l'assegnazione d'ufficio dei magistrati per la copertura delle sedi «vacanti»2. Il trasferimento d'ufficio dei magistrati previsto dalla legge n. 133 del 1998 per la copertura delle sedi «disagiate»3. Le novitŕ introdotte dalla legge n. 181 del 2008: l'abolizione dell'assegnazione d'ufficio prevista dalla legge n. 321 del 1991 e la modifica dei criteri di identificazione delle sedi «disagiate»4. (segue) I benefici per i magistrati e il trasferimento d'ufficio nelle sedi «a copertura immediata» / 5. (segue) Il problema della sua compatibilitŕ con l'art. 107, comma 1, Costituzione6. Considerazioni conclusive.
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2

Caputo, Angelo. "Ritardi e responsabilitŕ disciplinare dei magistrati. Il punto sugli orientamenti della giurisprudenza." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 1 (March 2012): 44–61. http://dx.doi.org/10.3280/qg2012-001004.

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Abstract:
1. Durata del processo e responsabilitŕ disciplinare del magistrato2. Il ritardo nel compimento di atti d'ufficio nell'evoluzione della giurisprudenza relativa all'art. 18 legge guarentigie3. Il ritardo nel compimento di atti d'ufficio nel codice disciplinare del 20064. I connotati del ritardo: a) il ritardo "reiterato"; b) il ritardo "grave"5. c) il ritardo "ingiustificato"6. Esimente della "scarsa rilevanza del fatto" e ritardo nel compimento di atti d'ufficio.
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3

Siniscalchi, Vincenzo. "Quattro anni al Csm: ri/epilogo." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 4 (October 2010): 25–35. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-004003.

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Abstract:
La legge n. 181 del 2008: le modifiche alla disciplina del trasferimento d'ufficio nelle sedi «disagiate» e il trasferimento d'ufficio nelle sedi «a copertura immediata» / 2. Il decreto legge n. 193 del 2009: l'abolizione delle sedi «a copertura immediata», la previsione temporanea di un nuovo trasferimento d'ufficio e la modifica della disciplina del "vecchio" trasferimento d'ufficio nelle sedi «disagiate» / 3. La legge n. 24 del 2010: la deroga, per i magistrati nominati con decreto ministeriale 2 ottobre 2009, al divieto di esercitare le funzioni requirenti al termine del tirocinio; la possibile assegnazione, per tutti i magistrati, a una sede provvisoria al termine del tirocinio e la successiva assegnazione della sede anche in deroga al decreto legislativo n. 160 del 2006 / 4. Considerazioni conclusive.
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4

Carcano, Domenico. "Obiettivo. Il trasferimento per incompatibilitŕ: un istituto in cerca di autore." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 4 (September 2009): 82–92. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-004007.

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5

Lagazzi, Marco, Caterina Cerminara, Livia Clemente, Sonia Oppici, and Ugo Sabatello. "La "perizia telematica" in ambito minorile. Riflessioni preliminari." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (June 2021): 141–49. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004014.

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Abstract:
L'articolo indaga le modifiche introdotte dalle restrizioni dovute alla pandemia nel lavoro dei consulenti tecnici d'ufficio, evidenzia alcuni mutamenti che potrebbero determinare effetti positivi, al tempo stesso segnala a quali rischi la nuova modalità di lavoro a distanza può esporre e quali prassi debbono essere invece criticate.
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6

Salvi, Giovanni. "Obiettivo 1. Processo penale e segreto di Stato. Oltre Abu Omar." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 2 (June 2010): 71–101. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-002007.

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Abstract:
Il trasferimento d'ufficio ex art. 2 legge guarentigie mette alla prova il bilanciamento fra due princěpi costituzionali fondamentali: l'inamovibilitŕ del magistrato (art. 107) e il ruolo del Consiglio superiore della magistratura a tutela della credibilitŕ, indipendenza e imparzialitŕ della giurisdizione (art. 105). Tali princěpi non si affermano da soli, ma richiedono uno sforzo interpretativo per dare coerenza e armonia al sistema che, in seguito alla modifica della norma di cui all'art. 2, appare piů controverso.
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7

Distefano, Ivana, Caterina Puglisi, Domenica Belmondo, and Rosa Balistrocchi. "La consulenza tecnica d'ufficio in chiave sistemica: studio di un caso." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 33 (June 2011): 27–44. http://dx.doi.org/10.3280/pr2011-033003.

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Abstract:
Gli autori presentano le modalitŕ di svolgimento della CTU (consulenza tecnica d'ufficio) ad impianto familiare nei casi di separazione e le sue fasi, soffermandosi, attraverso la presentazione di un caso, sugli effetti traumatici della conflittualitŕ genitoriale sulla prole. Sul fronte genitoriale gli ex coniugi dovrebbero collaborare per garantire l'esercizio della funzione genitoriale ad entrambi e salvaguardare lo scambio generazionale al fine di assicurare ai figli la continuitŕ della loro storia e dei legami affettivi. Nei contesti di separazione la qualitŕ del legame genitore/figlio non viene sempre salvaguardata ed alto č il rischio che i bambini sviluppino un conflitto di lealtŕ che impedisce loro di vivere il ruolo di figli.
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8

Pajardi, Daniela, Carlo Trionfi, Viviana La Spada, Stephanie Castoldi, Claudia Rubis, and Monia Vagni. "La decisione del giudice di fronte all'alta conflittualità genitoriale: quando ricorrere alla coordinazione genitoriale." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (December 2019): 87–98. http://dx.doi.org/10.3280/mal2019-003007.

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Abstract:
Sempre più spesso le separazioni altamente conflittuali richiedono l'intervento del Tribunale per tutelare l'interesse dei minori. La letteratura internazionale, infatti, mostra come l'esposizione ad alti livelli di conflittualità genitoriale sia un fattore di rischio per i figli. Si propongono alcuni indicatori di conflittualità, rischio evolutivo e capacità di cura dei bisogni dei figli, come supporto, per il giudice e gli operatori, nella scelta degli interventi giudiziari e psicosociali più idonei. Si delineano vantaggi e finalità di interventi tradizionali (come la consulenza tecnica d'ufficio e la mediazione) e dell'innovativa pratica della coordinazione genitoriale.
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9

Brunelli, David. "Limitatori della penalità : dall'abuso d'ufficio alla gestione datoriale del rischio Covid-19." Archivio penale, no. 2 (2021): 433–35. http://dx.doi.org/10.12871/97888331810592.

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10

Benincasa, Giuseppe. "La Consulenza Tecnica d'Ufficio: occasione per prendersi cura di genitori e figli?" INTERAZIONI, no. 2 (February 2013): 23–39. http://dx.doi.org/10.3280/int2012-002004.

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Abstract:
Questo lavoro afferma che la CTU puň essere in molti casi un'esperienza che favorisce, nei genitori, la presa di coscienza del proprio mondo interno e quindi puň migliorare le capacitŕ genitoriali e la comunicazione tra i genitori. Le difficoltŕ maggiori esistono quando uno o entrambi i genitori presentano tratti di narcisismo patologico. In tali casi la Mediazione Familiare risulta inefficace e l'intervento piů valido sembra essere quello di accompagnare ciascun genitore alla scoperta e comprensione sia del proprio mondo interno, che del percorso che conduce ad un narcisismo sano. In tale ottica, anche le prescrizioni del Giudice, con cui il CTU collabora, sono funzionali a tale scopo.
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Dissertations / Theses on the topic "D'ufficio"

1

PERONI, ERIKA. "ANNULLAMENTO D'UFFICIO E DISCREZIONALITA' AMMINISTRATIVA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/171332.

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Abstract:
Erika Peroni, The ex officio power to set aside Administration measures and the discretion of the Public Administration This work analyzes the limits of the power of the Public Administration to set aside its measures under Article 21 nonies of the Law August 9th, 1990, no. 241. The principle aim of the work is to verify whether or not the aforesaid provision is consistent with the courts’ precedents and the scholars’ opinion prior to its entrance into force. This analysis concerns the wideness of the Public Administration's discretion while evaluating when the following requirements pursuant to Article 21 nonies of the Law no. 241 are met: the “reasonable term”, the “unlawfulness of the measure”, the “balance of the interests involved”, the “reliance of the recipient in the unlawful measure”, and above all the “public interest to set aside the unlawful measure”. The analysis concerns the value of the petition put forward by private entities to the Public Administration aimed at setting aside its unlawful measures as well as the discretion of the Public Administration in conducting the relevant procedure. Moreover, this study investigates the alignment of the Public Administration’s “duties to set aside” some of its unlawful measures according to the courts’ cases law and scholars’ opinion with the provision under Article 21 nonies of the Law no. 241. More specifically, the analysis focuses on the cases where such “duties to set aside” are mostly discussed, i.e. the so-called “indirect” violations of the Italian Constitution and the EU legislation by Public Administration’s measures. The author’s opinion is that the Public Administration’s power to set aside its unlawful measures is discretionary with the sole exceptions as ruled by the applicable special law provisions. The final part of this work refers to the privates right to claim for the damages compensation in the field of the Public Administration’s power to set aside its measures.
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2

CICCONE, MADDALENA. "Le eccezioni in senso lato." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2018. http://hdl.handle.net/10281/199157.

Full text
Abstract:
Il presente lavoro ha ad oggetto le eccezioni in senso lato e, in particolare, il controverso problema dei criteri distintivi tra eccezione in senso stretto, riservata alla parte, ed eccezione in senso ampio o lato, rilevabile anche d’ufficio, con particolare riguardo alle eccezioni di merito. La norma di riferimento è l’art. 112, seconda parte, c.p.c., in virtù del quale il giudice «non può pronunciare d’ufficio su eccezioni che possono essere proposte soltanto dalle parti». All’interprete si pone la seguente alternativa: o l’art. 112 c.p.c. è una norma di rinvio alle disposizioni che prevedono caso per caso l’indispensabile iniziativa della parte, senza che sia necessario o possibile la ricerca di un principio unitario; oppure la norma richiama un principio generale di distinzione che resta in essa inespresso e che dovrebbe desumersi da altra norma o dall’intero sistema. La giurisprudenza di legittimità sembra aver accolto la prima opzione interpretativa, secondo cui l’art. 112 c.p.c. non stabilisce soltanto che sulle eccezioni riservate alla parte il giudice non può pronunciare d’ufficio, ma stabilisce un principio generale ed una deroga: la regola è che i fatti estintivi, modificativi e impeditivi sono rilevabili di ufficio, laddove assumono carattere eccezionale le ipotesi in cui il loro rilievo è subordinato all’iniziativa di parte. In particolare, ricorre eccezione in senso stretto (in deroga al principio generale) nei casi previsti dalla legge e allorquando l’eccezione si coordina con una fattispecie che potrebbe dar luogo all’esercizio di un’azione costitutiva. Resta aperta, tuttavia, la questione dell’individuazione delle eccezioni riservate alla parte e delle eccezioni rimesse al rilievo anche officioso del giudice, in tutti quei casi in cui la legge nulla prevede in proposito. A tal fine, si è, pertanto, ipotizzato che l’art. 112 c.p.c. non costituisca una norma in bianco, ma rimandi ad un principio di distinzione che deve essere cercato in altre norme o nei principi generali dell’ordinamento. A tal fine, è apparso opportuno prendere le mosse dal dato positivo ed esaminare i casi in cui la legge prevede eccezioni riservate alla parte, al fine di verificare se esista un elemento comune, poiché, ove vi fosse un’unica ratio, sarebbe lecito estenderla ad altre ipotesi. In sede di analisi si è riscontrato che la negazione della rilevabilità di ufficio dei fatti impeditivi, estintivi, modificativi trova una corrispondenza in una peculiarità strutturale (non della fattispecie, ma) dell’effetto dell’eccezione, e cioè nella sua disponibilità per atto unilaterale del soggetto interessato e tale disponibilità è stata posta in relazione con la circostanza che il soggetto passivo del rapporto è portatore esclusivo dell’interesse tipico alla stabilità dell’effetto medesimo. Può dirsi, quindi, che le eccezioni in senso stretto corrispondono ai casi in cui l’effetto impeditivo, estintivo, modificativo è unilateralmente disponibile da parte del debitore e non esclude la possibilità di una valida attuazione spontanea del debito. Ne consegue che, di fronte ad un fatto impeditivo, estintivo, modificativo occorre innanzitutto interrogarsi intorno al modo in cui la legge sostanziale conforma gli interessi in gioco. Solo se questi appaiono conformati in modo tale che l’effetto impeditivo, estintivo, modificativo sia unilateralmente disponibile da parte del soggetto interessato, può allora concludersi nel senso che l’ipotesi integra un’eccezione in senso stretto. Il limite al potere del giudice, quindi, non è che un riflesso di quella particolare disponibilità per atto unilaterale che caratterizza l’effetto sul piano sostanziale. Tale impostazione è stata utilizzata per analizzare le ipotesi disciplinate dal legislatore, e si è trovata conferma, nel dato normativo, dell’ipotesi formulata.
The aim of the thesis is to investigate the objections and defenses that can be raised of the court’s own motion, and also the distinguishing criteria between the defenses for which is necessary the defendant’s motion and the defenses that are also raisable of the court’s own motion. Particular attention has been paid to the defenses on the substance. The reference point is the article 112 of the Italian civil procedure code, who states that the court cannot raise of its own motion the defenses for which is necessary the defendant’s motion. The jurist can assume that the article 112 simply sends to the provisions that require, case by case, the defendant’s motion, without any possibility to find a specific criterion to identify when is necessary the defendant’s motion, and when it’ not. Or he can believe that the reference rule of the article 112 implies a general principle, able to distinguish one case to the others, according to other rules or to the general legal system. The courts seem to accept the first option, saying that the article 112 lays down a general principle and, at the same time, an exception: the rule is that the defenses are normally raisable of the court’s own motion, while the defendant’s motion is the exception, that become necessary not only in the cases provided by law, but also when the defenses are linked to circumstances that give rise to certain kind of actions, called “azioni constitutive”. However, the problem remains unsolved when there is no provision in law to that end. For this purpose, we tried to analyze the issue of the clear distinction between defenses raisable of the court’s own motion and defenses that cannot be raised of the court’s own motion, under the assumption that the article 112 implies a general principle, according to the general legal system. It was possible to observe that the court’s inability to raise the defenses of its own motion is related to a structural feature of the single effect on which it is based the defense that has to be raised on trial, and that is its unilateral disposal by the defendant – who can renounce it – who is the only person interested in the stability of that effect. The boundaries on the court’s power to raise the defenses of its own motion is the reflection of that particular disposal that characterizes the effect, from the point of view of the substantive law.
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3

Rinaldo, Matteo <1991&gt. "La consulenza tecnica d'ufficio in tema di usura bancaria: aspetti tecnici e giuridici." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7218.

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Abstract:
L'elaborato si prefigge l'obiettivo di creare le linee guida per il consulente tecnico d'ufficio in modo da chiarire i dubbi per quanto riguarda la normativa e le sfumature di cui tener conto per lo svolgimento della perizia da presentare al giudice. Nell'elaborato verranno trattate numerose casistiche con particolare riferimento all'evoluzione normativa ed all'orientamento della dottrina e della giurisprudenza negli anni.
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4

Contin, Riccardo <1993&gt. "Segreto d'ufficio ed attività di vigilanza in ambito bancario: norme e casi di studio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14909.

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Abstract:
Il presente elaborato analizza delle recenti sentenze di segreto d'ufficio applicato all'ambito di vigilanza nel settore bancario e finanziario, concentrandosi successivamente sull'aspetto normativo a livello nazionale e comunitario in tema di attività di vigilanza e obblighi di riservatezza, realizzato anche attraverso un confronto tra i casi specifici.
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5

Silva, Chiara. "Il sindacato del giudice penale nei reati contro la pubblica amministrazione: una verifica alla luce del delitto di abuso d'ufficio." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3421988.

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Abstract:
The dissertation is on the syndacate of the penal judge as regards administrative field, taking in particular consideration the crimes against Public Government. The study is done distinguishing the subject from the different and more specific topic of the dis-enforcement of administative acts. The research underlines as, differently from the past, these days the perspective of the penal judge may rarely consist in diseinforcement since he must restrict himself merely to the investigation of the elements of the crime. After some general considerations and an examination of the legislative reforms, regarding this subject, which have been made with specific reference to the syndacate of the penal judge, the report focuses mainly on the crime of abuse of authority. About this specific crime, it has been necessary to verify here whether a wide syndacate of the judge is still existing, considering also the reform of 1997. Consequently the research study pays particolar attention to the problematic aspects of the offence of laws or regulations, the injustice of the event and the intention.
L’elaborato si occupa del sindacato del giudice penale in materia amministrativa, con particolare riferimento ai delitti contro la pubblica amministrazione. L’analisi si sviluppa, innanzi tutto, differenziando il tema rispetto al diverso e ben più ristretto argomento della disapplicazione del provvedimento amministrativo. Si pone in rilievo infatti come, al contrario che in passato, la prospettiva del giudice penale più che consistere nella disapplicazione debba limitarsi all’accertamento degli elementi del reato. Dopo alcune considerazioni generali, e una disamina delle riforme legislative succedutesi in materia, con particolare riferimento alle figure di reato che presentano maggiori spunti critici in tema di sindacato del giudice penale, lo studio si sofferma principalmente sul delitto di abuso d’ufficio. ‘E su tale reato, infatti, che si intende verificare, in particolare, la permanenza – o meno – di un ampio sindacato del giudice anche a seguito della novella del 1997. Gli elementi più problematici su cui si incentra l’attenzione, così, sono la violazione di legge o regolamento, l’ingiustizia dell’evento e il dolo intenzionale.
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6

Tonioni, Giulia. "analisi e ottimizzazione del processo di progettazione: il caso studio della linea Ninfea." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
L'elaborato di tesi nasce da un tirocinio formativo presso Sitmatic Italia, azienda che progetta, produce e commercializza sedute ergonomiche da lavoro. Durante la collaborazione con l'azienda ho potuto occuparmi dello sviluppo progettuale di una linea di sedute e di un divano modulare e della loro comunicazione, seguendo la progettazione dal concept alla produzione. Il progetto di tesi ha l'obiettivo di concretizzare le competenze apprese durante il percorso di studi e l'esperienza acquisita dalla collaborazione con questa realtà aziendale. Il risultato è la realizzazione di uno strumento di gestione del processo di progettazione che mette in relazione le necessità aziendali e la figura del designer.
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7

Vulpiani, Giorgia. "Unità e frammentazione della nullità: legittimazione, interesse e rilevabilità d'ufficio." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11393/257562.

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Abstract:
La ricerca si incentra sull'attuale inquadramento sistematico della categoria della nullità e della relativa azione, anche con riferimento alla legittimazione e l'interesse ad agire, nonché alla rilevabilità d'ufficio della nullità. Il dibattito sulla nullità del contratto ha subìto negli ultimi anni un deciso sviluppo in ragione dell'evoluzione, di matrice legislativa e giurisprudenziale, che ha interessato l'istituto, tanto che si è arrivati a ipotizzare il superamento della tradizionale categoria della nullità, affermandosi l'avvenuta frammentazione e destrutturazione della stessa in tante diverse fattispecie di nullità, ognuna con un proprio regime giuridico. Tale rilievo muove dall'assunto secondo cui la disciplina delle “nuove” nullità – emergenti sia dalle norme, soprattutto di derivazione europea, sia dalla ricostruzione giurisprudenziale – comporterebbe il dissolvimento di quello che da sempre viene considerato lo statuto generale della nullità. Si pensi, ad esempio, alla nullità c.d. derivata, che confligge con l'idea che l'atto debba essere invalido in sé; alla nullità sopravvenuta, che, parimenti, sembra porsi in contrasto con l'idea che il contratto nasca ab origine nullo. Si pensi, ancora, alle nullità di protezione, che, ponendosi a presidio di un interesse individuale, sembrano incompatibili con l'idea che la nullità tutela interessi generali. Si pensi, infine, a quei “tipi” di nullità di recente emersione giurisprudenziale, quali le nullità selettive e le nullità atipiche sanabili, entrambe disallineate dal canone tradizionale, stando al quale la nullità è la più grave forma d'invalidità, posta a tutela di interessi generali indisponibili, e come tale insanabile e imprescrittibile. Data questa situazione a livello di teoria generale, il lavoro di ricerca esamina i riflessi sull'azione di nullità, ponendosi, dunque, nella prospettiva rimediale, dando cioè rilievo alle correlazioni tra diritto e processo; angolo visuale necessario per l'effettiva comprensione dell'atteggiarsi della nullità nel nostro ordinamento. Nel lavoro di tesi ci si chiede, dunque, se possa ancora parlarsi della nullità come di una categoria unitaria o se sia più corretto ritenere che le “gemmazioni” della nullità abbiano frantumato l'istituto, tanto da scinderlo in autonome figure, ciascuna con diversificato regime, nonché quali siano i riflessi sul piano della tutela giurisdizionale con particolare riguardo alla legittimazione all'azione e alla rilevabilità d'ufficio di tale patologia negoziale. L'indagine muove dall'analisi dell'evoluzione dell'istituto all'interno della più generale categoria dell'invalidità, procedendo dal diritto romano ai codici del 1865 e del 1942, nonché all'attuale impianto normativo. Una volta tracciati i confini della categoria della nullità, distinguendola, da un lato, dall’inesistenza e, dall’altro, dall’annullabilità si esaminano le diverse ricostruzioni dogmatiche della nullità e se ne individuano le caratteristiche per procedere alla successiva verifica della loro sussistenza in tutte le “forme” di nullità, anche esaminando la giurisprudenza più recente in materia. Esaminate le “forme” di nullità, il lavoro di tesi, seguendo l'approccio rimediale, si è soffermato sull'azione di nullità, sulla legittimazione e l'interesse ad agire, nonché sulla rilevabilità d'ufficio della nullità stessa. In particolare, l'indagine sulla possibilità per il giudice di rilevare d'ufficio la nullità – compresa quella di protezione –, questione che involge anche quelle dell'oggetto del giudizio dell'azione di nullità e dei limiti del giudicato, è, infatti, di primaria importanza per stabilire se la nullità mantiene tutt'ora la sua funzione di tutela di interessi generali e una configurazione unitaria. Il lavoro di ricerca si sofferma, dunque, sull'azione di nullità, esaminando anche le problematiche legate all’individuazione dell’oggetto del giudizio e dei limiti del giudicato, la legittimazione ad agire, l'interesse ad agire e la rilevabilità ex officio della nullità stessa. Su tale ultima questione sono intervenute le note sentenze gemelle della Corte di Cassazione a Sezioni Unite nn. 26242 e 26243 del 2014, le quali, riorganizzando in un quadro coerente e unitario le opzioni teoriche sui temi cardine del rapporto tra contratto e processo, hanno delineato un vero e proprio “sistema” delle impugnative negoziali e dell'azione di nullità. Il dictum delle Sezioni Unite del 2014 si pone nel senso della necessità di ricondurre ad unità la categoria della nullità, posta in ogni caso – e dunque anche nei casi di nullità di protezione – a tutela di un interesse generale. Lo stesso discorso può applicarsi anche alle altre “forme” di nullità esaminate all'interno del lavoro, come le nullità bancarie e finanziarie, derivate, selettive. Le particolarità dei loro regimi non sono tali da intaccare il nucleo fondamentale della categoria della nullità, entro cui vanno, dunque, sicuramente ricomprese: la tutela di interessi generali – e ciò anche nel caso in cui l'interesse tutelato sia quello del soggetto debole, essendo anche tale finalità espressione di un interesse generale – e la possibilità del rilievo d'ufficio da parte del giudice. La riconduzione ad unità della categoria della nullità risulta l'unica soluzione in grado di permettere a tale forma di invalidità di svolgere la funzione che le è precipua. Infine, data l'influenza che ha avuto il diritto francese sul nostro codice civile, unita alla crescente rilevanza che sta assumendo la prospettiva di armonizzazione europea del diritto, la parte finale del lavoro di ricerca si sofferma sull'esame della disciplina della nullité du contrat nel diritto francese, che ha avuto una significativa evoluzione in seguito all'ordonnance n. 2016-131 del 10 febbraio 2016 «portant réforme du droit des contrats, du régime général et de la preuve des obligations». L'ordonnance 131/2016 ha inciso profondamente sulle sanzioni relative alla formazione del contratto: la nullité e la caducité, inserite nella sezione 4 – les sanctions – del Capitolo II del Code civil, dedicato alla formation du contrat. Più in particolare, la riforma ha codificato la distinzione tra nullité absolue e relative; introdotto la nullité conventionnelle, cioè la possibilità per le parti di stipulare un negozio di accertamento sulla nullità (peraltro limitata, seppur non previsto espressamente dalla norma, alla nullité relative) accanto alla nullité judiciaire e previsto la possibilità di proporre l'actio interrogatoria ayant pour objet la nullité, ovvero la possibilità per una parte di chiedere, per iscritto, al soggetto legittimato a far valere la nullité relative se intende proporre azione di nullità o sanare il contratto, nel termine di sei mesi, trascorsi i quali, in caso di silenzio, il contratto si intenderà comunque valido.
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Books on the topic "D'ufficio"

1

Rea, Claudio. Difesa d'ufficio. Milano: Baldini&Castoldi, 2012.

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2

1944-, Mattalucci Lauro, ed. L' analisi del lavoro d'ufficio. Milano, Italy: FrancoAngeli, 1990.

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3

Trivellato, Piero. Tecnica d'ufficio e amministrazione del personale. Milano: Tramontana, 1988.

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4

Michele, Leoni. Il nuovo reato di abuso d'ufficio. Padova: CEDAM, 1998.

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5

Perulli, Gianfranco. La consulenza tecnica d'ufficio nel processo amministrativo. Padova: CEDAM, 2002.

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6

Arcellaschi, Davide. La difesa d'ufficio: Aspetti normativi e pratici. Milano: Giuffrè, 2009.

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7

Arcellaschi, Davide. La difesa d'ufficio: Aspetti normativi e pratici. Milano: Giuffrè, 2009.

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8

Manna, Adelmo. Abuso d'ufficio e conflitto d'interessi nel sistema penale. Torino: G. Giappichelli, 2004.

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9

Giusti, Giusto. Le fasi avanzate della putrefazione: 18 relazioni peritali d'ufficio. Padova: CEDAM, 1994.

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10

Stevanato, Dario. L'autotutela dell'amministrazione finanziaria: L'annullamento d'ufficio a favore del contribuente. Padova: CEDAM, 1996.

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