Dissertations / Theses on the topic 'D'IMPRESA'

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1

Poggi, Giacomo <1992&gt. "Sistemi gestionali d'impresa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9926.

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Abstract:
Nell'elaborato si andrà ad analizzare l'impatto che le tecnologie hanno avuto, in questi ultimi anni, sulle organizzazioni diventando vere e proprie leve strategiche. La comunicazione e lo scambio informativo hanno assunto fondamentale importanza per la creazione del valore aziendale e quindi permettono alle aziende di rimanere competitive. I due elementi appena citati, diventano efficaci quando le aziende dispongono di efficienti sistemi gestionali. Negli anni si è passati dai vecchi sistemi di tipo legacy a quelli più moderni, denominati Enterprise Resource Planning. Questi ultimi consentono una visione integrata dei processi aziendali, garantendo una direzione aziendale unitaria orientata alla creazione di valore. Inoltre, nell'elaborato, si descriverà anche il leader di mercato degli ERP, cioè SAP. Si effettuerà inoltre una breve descrizione dei prodotti e delle caratteristiche che le hanno permesso di primeggiare. In particolare si analizzera il prodotto client-server SAP R/3.
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2

SPOLAORE, PIERGIUSEPPE. "CRISI D'IMPRESA E TRUST." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6135.

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Abstract:
La tesi ha ad oggetto lo studio dei rapporti tra il trust e il nucleo di principi inderogabili in materia di crisi dell’impresa esercitata in forma societaria e delle sue soluzioni “negoziali” (: piani attestati, accordi di ristrutturazione, concordato preventivo) tanto in termini di compatibilità sistematico-astratta, quanto con riguardo alle funzioni concrete che detto istituto può svolgere in tali contesti. Il primo capitolo analizza le problematiche connesse alla fattispecie, diffusa nella prassi, del c.d. trust liquidatorio “extra-concorsuale”, anche alla luce delle regole che, in common law, disciplinano le interferenze tra «trust» e «insolvenza», sia del settlor sia del trustee, giungendo a negarne la legittimità. Il capitolo secondo prosegue con l’analisi comparatistica degli ulteriori istituti e contesti, propri del diritto statunitense e inglese, nei quali il trust viene utilizzato, a vari scopi, nell’ambito delle soluzioni non fallimentari della crisi d’impresa. Il terzo capitolo è dedicato all’esame delle fattispecie – diverse da quelle considerate nel capitolo primo – di trust nell’ambito delle tecniche di regolazione della crisi d’impresa, alternative al fallimento, nell’ordinamento italiano (: piani attestati, accordi di ristrutturazione e concordato preventivo): da una parte, sulla scorta degli esiti dell’analisi, svolta nel capitolo secondo, quanto agli utilizzi del trust nella crisi d’impresa societaria tipici dei sistemi statunitense e inglese; dall’altra, tenendo ferme le risultanze, emerse nel capitolo primo, in ordine al rapporto tra fenomeno fiduciario anglosassone e diritto fallimentare.
My dissertation deals with the compatibility of the «trust» – as a “foreign” institution – with the basic principles of corporate debt restructuring and/or reorganization in Italian bankruptcy law. More specifically, it draws extensively on the evidences from the common law experiences, with regard both to the general relationship between trusts and bankruptcy law [i.e. the treatment of the trust (rectius: the rights of the parties involved as well as their creditors) in the subsequent bankruptcy respectively of the trustee or the settlor] and to how and to which purposes are trusts used specifically in the corporate distress framework. The first chapter analyzes and criticizes a line of Italian cases dealing with the use of the trust as a form of private regulation of the corporate crisis. The second chapter further explores the functions played by trusts in the corporate bankruptcy – and their limits – in North-American and English law. The third chapter draws the consequences for Italian regulation on corporate restructuring, developing a new model on the use of trusts within said scope.
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SPOLAORE, PIERGIUSEPPE. "CRISI D'IMPRESA E TRUST." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6135.

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Abstract:
La tesi ha ad oggetto lo studio dei rapporti tra il trust e il nucleo di principi inderogabili in materia di crisi dell’impresa esercitata in forma societaria e delle sue soluzioni “negoziali” (: piani attestati, accordi di ristrutturazione, concordato preventivo) tanto in termini di compatibilità sistematico-astratta, quanto con riguardo alle funzioni concrete che detto istituto può svolgere in tali contesti. Il primo capitolo analizza le problematiche connesse alla fattispecie, diffusa nella prassi, del c.d. trust liquidatorio “extra-concorsuale”, anche alla luce delle regole che, in common law, disciplinano le interferenze tra «trust» e «insolvenza», sia del settlor sia del trustee, giungendo a negarne la legittimità. Il capitolo secondo prosegue con l’analisi comparatistica degli ulteriori istituti e contesti, propri del diritto statunitense e inglese, nei quali il trust viene utilizzato, a vari scopi, nell’ambito delle soluzioni non fallimentari della crisi d’impresa. Il terzo capitolo è dedicato all’esame delle fattispecie – diverse da quelle considerate nel capitolo primo – di trust nell’ambito delle tecniche di regolazione della crisi d’impresa, alternative al fallimento, nell’ordinamento italiano (: piani attestati, accordi di ristrutturazione e concordato preventivo): da una parte, sulla scorta degli esiti dell’analisi, svolta nel capitolo secondo, quanto agli utilizzi del trust nella crisi d’impresa societaria tipici dei sistemi statunitense e inglese; dall’altra, tenendo ferme le risultanze, emerse nel capitolo primo, in ordine al rapporto tra fenomeno fiduciario anglosassone e diritto fallimentare.
My dissertation deals with the compatibility of the «trust» – as a “foreign” institution – with the basic principles of corporate debt restructuring and/or reorganization in Italian bankruptcy law. More specifically, it draws extensively on the evidences from the common law experiences, with regard both to the general relationship between trusts and bankruptcy law [i.e. the treatment of the trust (rectius: the rights of the parties involved as well as their creditors) in the subsequent bankruptcy respectively of the trustee or the settlor] and to how and to which purposes are trusts used specifically in the corporate distress framework. The first chapter analyzes and criticizes a line of Italian cases dealing with the use of the trust as a form of private regulation of the corporate crisis. The second chapter further explores the functions played by trusts in the corporate bankruptcy – and their limits – in North-American and English law. The third chapter draws the consequences for Italian regulation on corporate restructuring, developing a new model on the use of trusts within said scope.
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BARDELLI, ELISABETTA. "L'autonomia negoziale nei contratti d'impresa." Doctoral thesis, Università degli Studi di Camerino, 2007. http://hdl.handle.net/11581/401878.

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Abstract:
This work relates to private autonomy in business contracts. The thesis is developed in two parts. The first part deals with the category of business contracts. It considers the special law of business contracts and analyses the characterizations of enterprise bargaining; it concludes by considering the business contracts as an autonomous category. The second part deals with relations between private autonomy and market regulation. It looks at private autonomy from a historical perspective and analyzes the various private autonomy limits introduced by the recent rules governing corporate contracts. The work concludes with the configuration of a new trend and with the analysis of the impact this may have in the traditional theory of contract and autonomy negotiations.
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Epifani, Andrea <1975&gt. "Strategie d'impresa: un'applicazione all'industria ferroviaria." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2844/1/epifani_andrea_tesi.pdf.

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Epifani, Andrea <1975&gt. "Strategie d'impresa: un'applicazione all'industria ferroviaria." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2844/.

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PORRARO, DOMENICO. "La rinegoziazione del debito d'impresa." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2001. http://hdl.handle.net/2108/59855.

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8

COPPINI, PIETRO. "Destinazione patrimoniale e autonomia d'impresa." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2022. http://hdl.handle.net/11571/1453468.

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Abstract:
La destinazione patrimoniale rappresenta da sempre una figura estremamente discussa all’interno del nostro ordinamento. Già prima dell’introduzione dell’art. 2645ter cod. civ., infatti, il dibattito relativo all’utilizzo in Italia di fattispecie destinatorie (su tutte, il trust) era molto acceso. La norma, introdotta nel 2006, e che non brilla senz’altro per chiarezza, non ha dissipato i dubbi legati a tale istituto, ma, al contrario, li ha ulteriormente acuiti. Nonostante le numerose opinioni espresse sul punto, l’unica corrente dottrinale in grado di valorizzare le potenzialità di tale istituto è quella che ha ravvisato, nell’art. 2645ter cod. civ., una norma di carattere sostanziale, che introduce, nel nostro ordinamento, una struttura effettuale causalmente neutra. La destinazione patrimoniale dev’essere dunque qualificata come un effetto negoziale, di volta in volta sostenuto da un adeguato fondamento causale. Proprio questa conclusione costituisce una premessa indefettibile dell’indagine, volta a comprendere come ed entro quali limiti l’autonomia d’impresa possa impiegare l’istituto della destinazione con separazione patrimoniale. Del resto, la potenziale utilità di questo strumento, nell’ambito d’impresa, ben emerge dai sempre più numerosi riferimenti legislativi contenuti proprio nella normativa d’impresa (si pensi, su tutti, ai patrimoni destinati ad uno specifico affare, ex artt. 2447bis ss. cod. civ., o alla cartolarizzazione, di cui alla Legge n. 130 del 1999, recentemente riformata). In tale ottica, viene innanzitutto esaminata la questione relativa alla possibilità di individuare l’impresa ex se quale ragione da sola idonea a fondare causalmente il negozio destinatorio. La risposta negativa è giustificata prevalentemente dal fatto che, altrimenti, l’impresa rischierebbe di costituire una sorta di passe-partout, in grado di giustificare qualsivoglia assetto negoziale, purché inerente all’attività imprenditoriale. Pertanto, il negozio destinatorio deve trovare la propria causa nelle specifiche esigenze (imprenditoriali) che vengono, nel caso concreto, perseguite con il suo perfezionamento. Una volta giunti a questa prima conclusione, è poi necessario comprendere le possibili conformazioni che il negozio destinatorio può assumere e che dipenderanno dalla causa ad esso sottostante. La tesi non prende in considerazione soltanto le più note fattispecie di destinazione con causa di garanzia o solutoria, ma si sofferma in particolare sulle più innovative ipotesi di destinazione patrimoniale per la settorializzazione dell’attività di impresa e di destinazione liquidatoria. Nello specifico, riguardo alla prima fattispecie (destinazione patrimoniale per la settorializzazione dell’attività d’impresa), viene consentita la creazione di un patrimonio separato, i cui beni vengano utilizzati al fine di perseguire uno specifico affare e siano oggetto di esecuzione da parte dei soli creditori dell’affare. Così facendo, vengono notevolmente incrementate le chances dell’impresa di reperire finanziamenti, in quanto i creditori dell’affare acquisiscono, fin da subito, la certezza di essere gli unici a potersi soddisfare sul patrimonio destinato. Un altro impiego esaminato, relativo alla destinazione patrimoniale d’impresa, è quello della destinazione con causa liquidatoria, volta cioè alla gestione di un determinato patrimonio, finalizzata alla sua liquidazione e al soddisfacimento dei creditori dell’impresa. L’intento, anche in tal caso, è chiaro e così sintetizzabile: si tratta di fornire all’imprenditore uno strumento volto non tanto ad aggirare la normativa sulla crisi e l’insolvenza d’impresa, quanto piuttosto a soddisfare i suoi creditori, nel rispetto dei principi previsti in tema di liquidazione societaria e di risoluzione della crisi d’impresa.
In 2006, after a long debate, the introduction of art. 2645ter of the Italian Civil Code regulated the so-called “atti di destinazione patrimoniale” (obligations to use segregated assets for a specific purpose, functionally comparable to trusts in Common Law systems). This provision is not clearly written: consequently, it has been differently interpretated. Nevertheless, the “destinazione patrimoniale” shall be qualified as a contractual effect, which the negotiation autonomy conforms to the “causa” pursued by the parties. Starting from this assumption, the thesis aims to understand if and how the “destinazione patrimoniale” can be used by an entrepreneur, in order to pursue his own business interests. This is demonstrated by the most recent reforms, that often recur to the “destinazione patrimoniale” in companies’ activity (such as segregated assets for a specific deal, art. 2447bis of the Italian Civil Code, or securitisation, Law n. 130/1999, recently reformed). In this perspective, we must preliminarily state that the business activity itself cannot be seen as the ground (Italian “causa”) on which the “atto di destinazione patrimoniale” (the deed that creates the obligations to use segregated assets for a specific purpose) can be based. On the contrary, the phenomenon of the “destinazione patrimoniale” may be based on multiple grounds, referred to the business activity. Hence, the contractual autonomy conforms the structure to the "causa" pursued by the parties. The research focuses both on the most common uses of the “destinazione patrimoniale” (as security or in order to pay off a debt) and (mostly) on the innovative uses of this instrument, such as the obligations to use the assets in order to “isolate” a company branch or in order to dismiss certain assets. In the first case ("destinazione per la settorializzazione dell’attività d’impresa"), the aim of the entrepreneur is to increase the chances of being financed: this goal is achieved by binding himself to use the assets for a specific deal, assuring, at the same time, that the deal creditors will be the only creditors that could use those assets as collateral. In the second case ("destinazione liquidatoria"), the assets are used in order to be sold (or to achieve higher returns) and, with the revenues, the entrepreneur pays off his debts: this instrument can be used in order to give the debtor a new way to satisfy his creditors, without being brought to trial or declaring bankruptcy.
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9

Savioli, Matteo <1992&gt. "La fiscalità delle reti d'impresa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11683.

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Abstract:
Il contratto di rete è uno strumento con il quale più imprenditori perseguono lo scopo di accrescere la propria capacità innovativa e competitiva. In seguito alla sua emanazione, la dottrina si è posta il problema se la rete possedesse o meno un’autonoma soggettività giuridica e, di conseguenza, fiscale. La sua evoluzione normativa ha portato a configurarsi due fattispecie: la rete-contratto e la rete-soggetto. L’elaborato si presta ad analizzare le discipline fiscali delle reti-contratto e delle reti-soggetto, e le altre agevolazioni fiscali predisposte nel tempo dal legislatore con lo scopo di incentivarne il suo impiego tra le piccole e medie imprese italiane e permettere loro di ottenere gli strumenti giusti per poter competere nel mercato globale.
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10

Signor, Riccardo <1997&gt. "La valorizzazione dei marchi d'impresa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20198.

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Abstract:
In un contesto globale sempre più competitivo, le società hanno visto nel tempo crescere l’importanza del loro patrimonio intangibile. Gli intangibili rappresentano, spesso, la principale determinante del vantaggio competitivo delle imprese, le quali attualmente basano la loro organizzazione e le loro scelte strategiche sulla tutela dell’innovazione. Nella prima istanza del suddetto lavoro verrà delineata la definizione e la classificazione secondo le linee guida impartite dagli organismi contabili internazionali e nazionali. Tra gli intangibili più rilevanti rientrano brevetti, loghi e marchi che forniscono un’identità all’impresa e permettono alla stessa di crearsi un’immagine che li differenzi dai competitors. Il marchio, più di altri intangibili, rappresenta una quota significativa del valore di mercato delle imprese; tale bene immateriale assume rilevanza, e quindi valore economico, quando consiste in una risorsa capace di attribuire un vantaggio competitivo. Lungo la vita dell’impresa, il marchio può vedere il proprio valore incrementarsi ma non sempre questo emerge contabilmente, perciò molto spesso questi maggiori valori rimangono latenti all’interno del patrimonio aziendale. I principi contabili nazionali prevedono la rivalutazione dei suddetti beni, secondo le condizioni previste dalle leggi di rivalutazione in vigore. In questo modo, l’imprenditore o la società interessata a far emergere il valore del proprio o a rivalutarlo se già iscritto a bilancio, può usufruire di tali leggi che ne permettono la rivalutazione valida ai fini civilistici oppure anche ai fini fiscali. Nel proseguo del suddetto elaborato verrà approfondita nel dettaglio la disciplina di rivalutazione dei beni d’impresa, illustrando la normativa attualmente in vigore contenuta nel decreto-legge n. 104/2020, convertito in Legge n. 126/2020. L’attenzione, in seguito, si volgerà all’intangibile specifico costituito dal marchio, approfondendo i principali metodi di valorizzazione dello stesso. L’obiettivo del presente lavoro è fornire alcuni spunti di riflessione in ordine alle più diffuse metodologie di valutazione del marchio evidenziandone le principali caratteristiche e individuandone le criticità. Questo elaborato muove dalla necessità di far luce sulle tecniche impiegate per la valutazione dei marchi d’impresa, in un contesto in cui tali beni immateriali hanno assunto un ruolo primario. Al termine dell’elaborato sono proposti alcuni casi di applicazione dei metodi di valorizzazione di marchi commerciali.
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Storai, Dimitri. "Distretti industriali, localizzazione d'impresa e profittabilità." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2016. http://hdl.handle.net/11566/243084.

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Abstract:
La tesi si compone di tre paper empirici che esplorano l’associazione fra profittabilità delle imprese manifatturiere e il loro territorio di insediamento analizzandone le determinanti. I primi due lavori si riferiscono all’Italia mentre il terzo estende l’analisi alla Gran Bretagna e propone uno studio comparato fra i due paesi. I dataset utilizzati sono stati ottenuti dalla fusione delle banche dati AIDA e FAME con le mappatura territoriali rese disponibili dall’OCSE, dagli istituti nazionali di statistica italiano e britannico e da precedenti lavori empirici. Nel complesso, sono state analizzate circa 70.000 imprese manifatturiere italiane e circa 135.000 companies manifatturiere britanniche. Il primo paper affronta una tematica caratteristica della manifattura italiana: i distretti industriali. Attraverso l’analisi del c.d. effetto distretto e la sua misura in specifici sottocampioni di imprese, viene proposta una originale chiave di lettura delle trasformazioni che stanno interessando questi particolari sistemi socio-economici localizzati. Il secondo paper analizza l’impatto della localizzazione sulla profittabilità delle imprese manifatturiere utilizzando una mappatura del territorio italiano molto più articolata che comprende le aree urbane e i territori prevalentemente manifatturieri. I risultati consentono una originale rilettura degli elementi di efficienza che caratterizzano i diversi territori. Il terzo paper analizza le companies manifatturiere britanniche. La mappatura proposta evidenzia una articolazione territoriale abbastanza dissimile rispetto a quella italiana. Ciononostante, in termini di impatto della localizzazione sulla profittabilità d’impresa sono riscontrabili interessanti analogie fra i due paesi. I tre contributi confermano la rilevanza dei territori in termini di impatto sulla profittabilità delle imprese manifatturiere e forniscono elementi per comprenderne le determinanti economiche sottostanti. Con rilevanti implicazioni anche in termini di policy.
The three empirical papers of this thesis inspect the relationship between manufacturing firms profitability and the territories in which they are located. The first and the second paper focus on the Italian case whereas the third one extends the analysis to the Great Britain and proposes a comparative study between the two countries. The data used are from different sources: AIDA and FAME datasets for firm level data; OECD, Italian and British national offices for statistics, and former empirical contributes for territory classifications. Overall, about 70.000 Italian manufacturing firms and about 135.000 British manufacturing companies have been taken into account. The first paper explores a topic characterising Italian manufacturing industry: industrial districts. The paper proposes an original reading of the transformations taking place in Italian industrial districts through the analysis of the so-called district effect and its measure in specific firm subset. The second paper analyses the impact exerted by localisation on firm profitability through a more detailed classification of Italian territory including urban areas and territories with manufacturing specialisation. Results suggest an original perspective of territories characteristics that are able to sustain firm profitability. The third paper analyses British manufacturing companies. The geographical distribution of these firms appears quite dissimilar from the Italian one. Nevertheless, in terms of impact of localization on firm profitability, interesting analogies between the two countries emerge. The three contributions confirm the relevance of territories in terms of impact on manufacturing firm profitability. Furthermore, they provide evidences for understanding the underlying economic determinants and for supporting policy-making.
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Chinello, Eugenio <1986&gt. "Le memorie d'impresa: il caso Menon." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6110.

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Abstract:
La tesi si basa su un'esperienza di tirocinio durante il quale emergono delle forme diverse di memoria culturale d'impresa da gestire e a cui approcciare in modo differente, ma che concorrono insieme alla valorizzazione della storia dell'impresa del caso d'interesse e al legame col proprio territorio.
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Galeotti, Elisabetta <1994&gt. "Indici di bilancio nella crisi d'impresa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18434.

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Abstract:
Il Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, pubblicato il 12 gennaio 2019 ha l’obiettivo di riorganizzare ed innovare la disciplina delle procedure concorsuali. In un contesto di impresa è fondamentale essere in grado di riconoscere e percepire una crisi aziendale. Tra le novità più rilevanti vi è l’introduzione di un regime di allerta incaricato di individuare preventivamente una potenziale crisi e di prevenire casi di default, attraverso una maggiore responsabilizzazione del debitore e degli organi di governance. A tale fine il CNDCEC ha elaborato degli appositi indici, suddivisi anche per attività, che permettono di identificare le imprese in grado di non sostenere i propri debiti e prive di continuità aziendale. Tali indicatori talvolta possono non essere sufficienti a rappresentare in modo adeguato la situazione aziendale. Il CNDCEN ha pertanto inserito la possibilità di utilizzare ulteriori indici, con idonea spiegazione nella Nota Integrativa, nel caso questi ultimi siano ritenuti più adeguati.
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Bolgan, Erica <1998&gt. "Indicatori e cause della crisi d'impresa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21975.

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Abstract:
Oggi più che mai, le imprese si trovano a dover affrontare situazioni di crisi, a causa dell’instabilità che ha coinvolto il nostro Paese nell’ultimo periodo. In questa situazione di incertezza le imprese si sono indebolite e hanno dovuto affrontare, in un panorama emergenziale, dissesto ed insolvenza. Per questi motivi viene messa in discussione la capacità dell’azienda di continuare a svolgere la sua attività, mettendo in dubbio il presupposto di continuità aziendale che rappresenta uno dei principi per la redazione del bilancio d’esercizio. L’obiettivo del primo capitolo è quello di sviluppare tale tematica sia a livello di normativa civilistica che internazionale, nonché secondo i principi di revisione e i decreti attuati per far fronte alla mancanza di tale elemento a causa della crisi sanitaria da Covid-19. Le difficoltà che sorgono fanno convergere inevitabilmente verso un unico concetto ossia la crisi di impresa. L’obiettivo dell’elaborato è quello di analizzare tale fenomeno concentrandosi in particolar modo sulle novità in tema di Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, fornendo anche delle testimonianze su come le imprese abbiano affrontato tale situazione. Nell’ultimo capitolo, si è voluto dare importanza alla capacità di saper valutare lo stato di “salute” delle imprese, che grazie a degli strumenti appositi possono essere in grado di identificare in modo tempestivo eventuali segnali di allerta per evitare di incorrere in una potenziale crisi.
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15

MARTINO, ANTONELLA. "Responsabilità sociale d'impresa e stakeholder view." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/7789.

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Abstract:
The work analyzes the evolution of Corporate Social Responsibility (CSR) concept and the importance of CSR for companies operating in ipercompetitive contexts. Carroll defines that companies must respect four responsibilities (economic, legal, ethic and philanthropic) and therefore they must respect people who are affected by their choices (Stakeholder view). Companies implementing CSR actions believe that organizations are successful when they satisfy requests of different stakeholders; organizations to achieve success and improve their competitive advantage by using corporate resources and capabilities (Resource-Based view). The originality of the proposed work lies in considering CSR as a dynamic capability. Resources and capabilities must be adapted to changes of the environment. Finally, companies must reconfigure their resources and capabilities to face the context in which they operate, so as satisfy stakeholder expectations before and better than competitors (Market-Driven Management) through innovative actions needed to increase their competitive advantage.
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MINUTOLI, PASQUALE. "La disciplina tributaria delle perdite d'impresa." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/13207.

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Abstract:
Con il presente lavoro si è voluto realizzare un inquadramento sistematico della disciplina tributaria delle perdite d’impresa. Ad un primo approccio il tema sembrerebbe offrire pochi spunti di riflessione. Anche la dottrina sul punto ha focalizzato la propria attenzione prevalentemente su singoli aspetti attinenti la disciplina sostanziale e riguardanti in particolare la capacità o meno di quest’ultima di porre un freno alle varie forme di elusione collegate al riporto delle perdite e riscontrabili sia nella vita ordinaria dell’impresa, sia in presenza di operazioni straordinarie. Il nostro intento è stato, invece, quello di realizzare un’analisi della disciplina fiscale contenuta nel Tuir in una visione generale del problema non limitandosi ad un commento della disciplina sostanziale in quanto tale, ma a ricercare nella disciplina stessa l’esistenza o meno di un principio di sistema.
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17

VISCHI, ALESSANDRA. "RIFLESSIONE PEDAGOGICA E RESPONSABILITA' SOCIALE D'IMPRESA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/515.

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Abstract:
La promozione del capitale umano e la salvaguardia del creato rappresentano compiti fondamentali per la formazione della civiltà nel tempo futuro. La pervasività delle trasformazioni in atto su scala planetaria sollecita la pedagogia ad individuare e interpretare ciò che è essenziale, per promuovere una progettualità educativa assiologicamente e teleologicamente connotata. L’impresa socialmente responsabile è chiamata oggi a coniugare tutela dei diritti e libertà di mercato, soddisfazione delle attese degli stakeholder e performance economica, promozione del bene comune e tutela dell’ambiente. Lo studio, con un intento esplorativo, avvalora la responsabilità sociale d’impresa riconoscendone criticamente le potenziali implicazioni etico-educative; pone a tema la rilevanza del concetto di responsabilità nel discorso pedagogico e individua una stretta connessione tra la formazione delle risorse umane e l’impresa della sostenibilità. Nell’alveo della pedagogia sociale, l’espressione “pedagogia della responsabilità sociale” identifica un ambito del discorso che pone a tema la responsabilità sociale d’impresa, ne considera la pluralità delle forme euristiche e i significati attribuiti alle forme applicative; può concorrere allo sviluppo del confronto tra saperi disciplinari diversi e al rafforzamento della presenza della pedagogia nel dibattito socio-culturale e politico-economico attuale; un orientamento riflessivo di carattere fondamentale ovvero un’articolazione teoretica della formazione che considera in modo critico l’ambiente del lavoro e dell’impresa, con riferimento alle pratiche di responsabilità sociale; una prospettiva euristica connessa con l’analisi delle best practice e la progettazione di ambienti e scenari per lo sviluppo del capitale umano nel quadro di una convivenza democratica.
The promotion of human capital and the protection of creation are key tasks for the pedagogy of civilization in the future. The pervasiveness of global changes urges pedagogy to identify and interpret what is essential to promote an axiological and teleological educational project. Today the socially responsible company is called to combine rights protection and market freedom, meeting stakeholders’ expectations and economic performance, promoting common good and environmental protection. This study, with an exploratory intent, supports social responsibility of businesses recognizing its ethical and educational implications, analyses the relevance of the concept of responsibility and identifies a close link between the training of human resources and the enterprise of sustainability. The term "pedagogy of social responsibility" identifies an area of discourse that considers Corporate Social Responsibility and the diversity of heuristic forms and meanings given to application. It can contribute to develop comparison between different disciplinary knowledge and to strengthen the presence of pedagogy in current debate; a reflective direction that considers work and enterprise in a critical way, with reference to practices of social responsibility; a heuristic perspective connected with the analysis of best practices and the design of environment and scenarios for the development of human capital as part of a democratic coexistence.
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VISCHI, ALESSANDRA. "RIFLESSIONE PEDAGOGICA E RESPONSABILITA' SOCIALE D'IMPRESA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/515.

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Abstract:
La promozione del capitale umano e la salvaguardia del creato rappresentano compiti fondamentali per la formazione della civiltà nel tempo futuro. La pervasività delle trasformazioni in atto su scala planetaria sollecita la pedagogia ad individuare e interpretare ciò che è essenziale, per promuovere una progettualità educativa assiologicamente e teleologicamente connotata. L’impresa socialmente responsabile è chiamata oggi a coniugare tutela dei diritti e libertà di mercato, soddisfazione delle attese degli stakeholder e performance economica, promozione del bene comune e tutela dell’ambiente. Lo studio, con un intento esplorativo, avvalora la responsabilità sociale d’impresa riconoscendone criticamente le potenziali implicazioni etico-educative; pone a tema la rilevanza del concetto di responsabilità nel discorso pedagogico e individua una stretta connessione tra la formazione delle risorse umane e l’impresa della sostenibilità. Nell’alveo della pedagogia sociale, l’espressione “pedagogia della responsabilità sociale” identifica un ambito del discorso che pone a tema la responsabilità sociale d’impresa, ne considera la pluralità delle forme euristiche e i significati attribuiti alle forme applicative; può concorrere allo sviluppo del confronto tra saperi disciplinari diversi e al rafforzamento della presenza della pedagogia nel dibattito socio-culturale e politico-economico attuale; un orientamento riflessivo di carattere fondamentale ovvero un’articolazione teoretica della formazione che considera in modo critico l’ambiente del lavoro e dell’impresa, con riferimento alle pratiche di responsabilità sociale; una prospettiva euristica connessa con l’analisi delle best practice e la progettazione di ambienti e scenari per lo sviluppo del capitale umano nel quadro di una convivenza democratica.
The promotion of human capital and the protection of creation are key tasks for the pedagogy of civilization in the future. The pervasiveness of global changes urges pedagogy to identify and interpret what is essential to promote an axiological and teleological educational project. Today the socially responsible company is called to combine rights protection and market freedom, meeting stakeholders’ expectations and economic performance, promoting common good and environmental protection. This study, with an exploratory intent, supports social responsibility of businesses recognizing its ethical and educational implications, analyses the relevance of the concept of responsibility and identifies a close link between the training of human resources and the enterprise of sustainability. The term "pedagogy of social responsibility" identifies an area of discourse that considers Corporate Social Responsibility and the diversity of heuristic forms and meanings given to application. It can contribute to develop comparison between different disciplinary knowledge and to strengthen the presence of pedagogy in current debate; a reflective direction that considers work and enterprise in a critical way, with reference to practices of social responsibility; a heuristic perspective connected with the analysis of best practices and the design of environment and scenarios for the development of human capital as part of a democratic coexistence.
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ROSSI, Alice. "Governo d'impresa e security-based crowdfunding: da un'analisi a livello di piattaforma ad un'analisi a livello d'impresa." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2022. http://hdl.handle.net/10446/207093.

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Moretto, Luana <1990&gt. "Competenze imprenditoriali e performance d'impresa: un'analisi empirica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5270.

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Abstract:
Le competenze sono state oggetto di studio degli ultimi decenni e hanno assunto un’importanza sempre più riconosciuta per ottenere un’elevata performance lavorativa. Gli studi più recenti hanno poi cercato di capire quali sono quelle particolari competenze che contraddistinguono gli imprenditori dal resto della popolazione e in particolare gli imprenditori di successo dall'insieme di tutti gli imprenditori. In questo studio, si sono analizzate quelle competenze che sono considerate alla base del ruolo imprenditoriale, che negli ultimi anni sono state oggetto di numerosi studi, e si è cercato di capire qual è la relazione che intercorre tra queste competenze e la performance delle PMI nel territorio veneto per identificare quelle competenze che tra tutte impattano maggiormente sul successo imprenditoriale e dell'impresa.
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Vincenti, Alberto <1993&gt. "La Responsabilità Sociale d'Impresa delle aziende venete." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10750.

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Abstract:
L'argomento della mia Tesi magistrale è la Responsabilità Sociale d'Impresa(la cui sigla è RSI) o Corporate Social Responsibility(CSR). Nel primo capitolo del trattato viene spiegato approfonditamente il concetto di RSI e il modo in cui le imprese possono adottare un modello di business conforme ai canoni di CSR. Nel secondo capitolo viene analizzato il questionario per l'indagine della RSI delle aziende presente nel portale della RSI del Sistema Camerale. Tale questionario contiene una trentina di quesiti riferiti ad alcune aree fondamentali di competenza del management aziendale. Per le aziende che hanno compilato in maniera corretta ed esaustiva tale questionario è stato possibile determinarne il grado di RSI. Nel terzo capitolo viene presentato il progetto "Responsabilmente" della regione Veneto. Tale progetto ha come obiettivo l'indirizzamento delle aziende venete verso strategie di business che ricercano sinergie tra le dimensioni economica, ambientale e sociale dell'attività produttiva. Il progetto si avvale di una griglia dettagliata di indicatori che analizzano la RSI delle aziende all'interno di specifiche aree operative. Nel quarto capitolo avviene lo studio degli indicatori di RSI che sono presenti nella griglia. Viene determinato il grado di CSR delle aziende venete e si effettua una comparazione tra esso e le performances economiche delle imprese considerate, per studiarne le esistenti correlazioni.
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Uccelli, Nicol <1992&gt. "IRI, LA NUOVA IMPOSTA SUL REDDITO D'IMPRESA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13057.

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Abstract:
Il presente elaborato è stato concepito con la finalità di analizzare in modo approfondito e critico la disciplina relativa alla nuova Imposta sul Reddito d’Impresa, comunemente denominata IRI, introdotta dalla Legge n. 232 del 11.12.2016, la così detta Legge di Bilancio 2017. Tale nuova imposta si innesta in un momento di profondo cambiamento del sistema tributario italiano, con l’obiettivo di rendere uniforme il sistema di tassazione delle società, assimilando il trattamento impositivo riservato ad imprese individuali e società di persone e soggetti a queste equiparati a quello previsto per le società di capitali. La finalità di questo elaborato consiste nel fornire una disamina del percorso normativo che ha condotto all’introduzione di tale nuova imposta sul reddito d’impresa, analizzando i tratti salienti della relativa disciplina. Oltre ad un analisi delle caratteristiche proprie di tale nuovo tributo, verrà proposta un’analisi dei benefici e degli aspetti negativi derivanti dalla sua adozione, avendo cura anche di delineare le conseguenze derivanti dal rinvio dell’applicazione delle disposizioni in materia IRI, così come disposto dalla Legge di bilancio 2018. Si procederà, infine, all’analisi delle motivazioni che hanno portato ad escludere lavoratori autonomi e professionisti dall’ambito soggettivo caratterizzante un’imposta di tale tipo, con la conseguente esclusione di tali soggetti dal progetto di progressiva uniformazione e neutralità del sistema tributario.
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Visentin, Giulia <1994&gt. "Dalla Responsabilità sociale d'impresa all'innovazione strategica sociale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14891.

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Abstract:
L’obiettivo di questo elaborato è lo studio delle tematiche principali che vengono affrontate nelle aziende al giorno d’oggi: la responsabilità sociale d’impresa, il social business e la social innovation. Nel primo capitolo viene definita la Corporate Social Responsibility principalmente come un approccio strategico e volontario adottato dalle aziende nelle questioni sociali ed ecologiche. Dall’altra parte, la triple bottom line evidenzia, invece, come nelle aziende siano presenti tre scopi principali: la ricerca del profitto, il valore sociale e quello ambientale. Le figure che intervengono di più nel contesto aziendale, talvolta facendo cambiare anche la direzione delle decisioni, sono gli stakeholder o portatori di interessi che si dividono in “forti” quando contribuiscono alle risorse strategiche dell’organizzazione e in “deboli” quando cooperano meramente con essa. Il secondo capitolo, invece, è molto più tecnico e in esso sono presenti la discussione della questione ambientale con le relative certificazioni e norme (ISO 14000 e 14001), le due dimensioni che fanno capo alla Corporate Social Responsibility: quella interna che responsabilizza ciascuna azienda nel produrre prodotti sicuri e attenti all’ambiente e che venga rispettata la sicurezza dei propri lavoratori e quella esterna, invece, che fa riferimento all’attenzione che l’azienda pone nel contesto sociale in cui si trova ad operare; la sfera etica è controllata dalla certificazione SA 8000. Infine, viene riportato come le grandi organizzazioni trattano il tema della responsabilità sociale d’impresa (OCSE, ONU,OIL) e un confronto con le politiche ESG. Il terzo capitolo tratta le tematiche del social business come un’attività che pone al centro dell’attenzione le questioni sociali utilizzando come mezzo l’aspetto economico. La social innovation consiste, per la maggior parte dei pensieri degli studiosi in materia, nell’introduzione di nuove idee, processi, o prodotti che consentono la soddisfazione delle richieste sociali. Per concludere vengono riportati dei casi aziendali di adozione del business sociale: la partnership Grameen Danone con la commercializzazione e la produzione in Bangladesh di uno yoghurt dall’alto potere nutritivo, Grameen Shakti nel campo dell’energia elettrica e McCain Foods per la rigenerazione degli sfridi.
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Barro, Luca <1993&gt. "La Responsabilità Sociale d'Impresa nel settore vitivinicolo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15652.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi tratta il tema della Responsabilità Sociale d’Impresa, un modo innovativo di gestire la propria azienda ma allo stesso tempo necessario alla luce degli evidenti mutamenti che caratterizzano l’attuale contesto economico, politico e sociale in cui le aziende si trovano a operare e della crescente consapevolezza e sensibilità dell’opinione pubblica in merito alle suddette questioni. L’obiettivo dell’elaborato è quello di indagare il livello di conoscenza rispetto alla tematica da parte delle aziende del comparto vitivinicolo italiano; nonché pervenire ad una migliore comprensione di quello che può essere il ventaglio di attività sostenibili e socialmente responsabili che le varie imprese possono attuare. A tal fine è stato sviluppato un questionario online che ha permesso di raccogliere dati ed informazioni dai quali emergono interessanti spunti di riflessione. Per concludere, dopo aver presentato il progetto di viticoltura sostenibile VIVA, si cercherà di definire la relazione esiste tra quest’ultimo e la Responsabilità Sociale d’Impresa, con lo scopo di valutare la possibilità di interpretarlo come uno standard grazie al quale implementare pratiche socialmente responsabili.
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Noschese, Giovanna <1994&gt. "Responsabilità sociale d'impresa. Le politiche di governance." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16485.

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Abstract:
La mia tesi magistrale ha come obiettivo quello di discutere la tematica della responsabilità sociale d’impresa (RSI) o anche definita come corporate social responsibility (CSR). L’elaborato è diviso in tre capitoli, i quali trattano aree differenti. Il primo capitolo verte sulla presentazione dell’argomento passando dalle prime letterature fino ad arrivare all’esistenza di nuove forme d’impresa che abbiano come core business la RSI. Facendo il caso del vincitore del Premio Nobel per la Pace ed inventore del Microcredito “Muhammad Yunus”. Il secondo capitolo darà un taglio all’elaborato sulle politiche di governance e aspetto normativo andando a fare un lavoro dapprima a livello mondiale poi spostando il focus a livello europeo, nazionale e regionale, dando maggiore attenzione alle politiche a livello regionale in particolar modo la Regione Veneto. Il terzo capitolo invece è un lavoro sperimentale che darà alla mia tesi magistrale un valore aggiuntivo, in quanto verranno analizzati i dati del progetto “Responsabilmente”.
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Iannoccari, Alberto <1997&gt. "Crisi d'impresa: cause, conseguenze e possibili soluzioni." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21091.

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Abstract:
La tesi si basa sull’analisi della crisi d’impresa prendendo in considerazione anche l’impatto umano che si riflette sull’imprenditore. L’elaborato ha lo scopo di definire le cause dell’uscita di alcune aziende da una situazioni di crisi rispetto ad altre che invece diventano insolventi. Si parte dalla panoramica della vita d’impresa nel nostro paese descrivendo le novità introdotte dal nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, andando poi a definire il fallimento e a descrivere le procedure concorsuali. Si andrà poi a fare un confronto dei dati raccolti attraverso delle interviste che sono state proposte ad alcuni imprenditori con precedenti esperienze di crisi d’impresa con dati raccolti da altre interviste rivolte invece a professionisti come commercialisti, avvocati o direttori di banca. La tesi concluderà con l’analisi dei dati raccolti.
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D'Errico, Antonella. "La determinazione del prezzo nella contrattazione d'impresa." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2013. http://hdl.handle.net/10556/1322.

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Abstract:
2011 - 2012
La riflessione sulla determinazione del prezzo nella contrattazione d’impresa coinvolge ampi e variegati profili della teoria generale del contratto. Preliminarmente, occorre verificare la praticabilità di una opzione ermeneutica tendente a configurare una distinta classe contrattuale in riferimento ai contratti tra imprese rispetto alla contrattazione in generale. All’indomani dell’unificazione del codice civile e di commercio all’interno della codificazione del 1942, si è prospettata la necessità di reintrodurre i c.d. contratti d’impresa, in luogo dei precedenti contratti commerciali. Si tratterebbe di una categoria incentrata sulla considerazione dell’esistenza di alcune figure contrattuali che risultano caratterizzate non soltanto dalla partecipazione ad esse dell’imprenditore, ma anche dal fatto che, attraverso queste, si esplica e realizza la specifica e oggettivamente qualificante attività d’impresa. Tali contratti presenterebbero caratteristiche comuni, peculiari rispetto al loro raggruppamento e riferibili a tutte le figure contrattuali che in esso rientrano, tali da giustificare esigenze di configurazione e disciplina comuni. La formula contratti d’impresa rappresenta, tuttavia, una categoria convenzionale, priva di utilità e, soprattutto, non supportata da specifici dati normativi. Il comune riferimento all’impresa, inoltre, quale parte del rapporto giuridico, è troppo generica e onnicomprensiva per fondare su di essa una categoria concettuale unitaria, che sia significativa sotto il profilo ermeneutico per l’identità di ratio ispiratrice delle norme che ad essa dovrebbero fare riferimento. Il ricorso a categorie precostituite e astratte non sembra poter trovare accoglimento. Ciascun contratto possiede caratteristiche funzionali e strutturali peculiari, distinte rispetto a quelle degli altri contratti. Di qui, la necessità di stabilire, volta per volta, la disciplina più congrua da applicare in riferimento al singolo caso concreto. Così ragionando, è possibile rintracciare una pluralità di norme, regole e princípi all’interno del complesso ordinamento italo- comunitario delle fonti, in modo da stabilire un collegamento tra le singole discipline e i valori contenuti nella Costituzione. Quanto alla riflessione sulla determinazione del prezzo nel contratto, si rivela preminente delineare gli esatti confini entro i quali esso si colloca, quale elemento essenziale nei contratti di scambio a titolo oneroso. Il prezzo manca di una sua esatta collocazione e di una disciplina unitaria che stabilisca le conseguenze giuridiche da ricollegare a una sua eventuale mancanza. Di qui, la necessità di analizzare cos’è il prezzo, in quanto parte dell’oggetto del contratto, e le conseguenze della sua mancata determinazione. La disamina dei meccanismi di determinazione del prezzo nella disciplina del contratto in generale rivela come in caso di mancata determinazione espressa del prezzo, soccorrano i criteri suppletivi, elencati nell’articolo 1474 c.c., del prezzo abitualmente praticato, del prezzo di mercato, del “giusto prezzo”. Essi rispondono all’esigenza di evitare la declaratoria di nullità del contratto per indeterminatezza dell’oggetto e favorire il mantenimento del vincolo contrattuale: anche qualora non vi sia accordo tra le parti e manchino i criteri di successiva determinazione è sempre possibile stabilire l’entità del corrispettivo, attraverso il riferimento al “giusto prezzo”. Alla sanzione della nullità per indeterminatezza dell’ oggetto, sub specie prezzo, è da preferire una valutazione del contratto in termini di incompletezza. La tecnica del contratto «incompleto» rappresenta, in questo senso, uno strumento duttile per le parti, soprattutto quando esse siano costituite da imprese, in grado di preservare la stabilità del rapporto, lasciando a una successiva futura determinazione l’individuazione di altri aspetti del contenuto contrattuale, in un’ottica di favor alla conservazione del rapporto. In tali casi il contratto non è in fase di formazione, ma già concluso. Né si potrebbe obiettare che esso sia invalido per mancanza di uno dei suoi elementi strutturali. Il contratto è concluso, ma incompleto, in quanto manca di un elemento essenziale - il prezzo -, che potrà essere in sèguito specificato. L’applicazione del principio di conservazione del contratto è ancora più stringente in rapporto alla contrattazione d’impresa: l’unica strada per garantire stabilità al rapporto è, infatti, la non previsione iniziale di un prezzo che potrebbe subire alterazioni nel prosieguo dello stesso. [a cura dell'autore]
XI n.s.
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Procicchiani, Tommaso. "Apprendimento organizzativo: Teorie e metodi nella gestione d'impresa." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6400/.

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Abstract:
Apprendere nelle organizzazioni, analisi della letteratura afferente con particolare attenzione al modello della "learning organization". Applicazioni e casi pratici per un raffronto con gli aspetti teorici precedentemente approfonditi e per l'individuazione dei trend attuali della gestione della conoscenza e dei processi di apprendimento all'interno delle organizzazioni con particolare attenzione al mondo del business internazionale.
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ANTINOLFI, Mariagiovanna. "L'articolazione dei patrimoni familiari destinati ad attività d'impresa." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2013. http://hdl.handle.net/11695/66433.

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Abstract:
La forte connessione tra impresa e famiglia, elemento costante nello sviluppo del capitalismo italiano, è alla base di numerosi studi condotti, anche in ambito internazionale, al fine di enucleare le caratteristiche peculiari del diffuso fenomeno rappresentato dalle imprese a base familiare. La linea di fondo del lavoro consiste, pertanto, nella individuazione di una tendenza evolutiva del nostro sistema che, nel regolare fenomeni di articolazione dei patrimoni familiari destinati ad attività di impresa, appare muovere da un’iniziale prospettiva in cui le istanze direttamente riconducibili al nucleo familiare tradizionalmente inteso apparivano prevalenti sulle ragioni dell’impresa, verso un’ottica in cui esse sono filtrate dalle esigenze di carattere imprenditoriale, al fine di evitare dispersioni di ricchezza che causano, troppo spesso, la fuoriuscita dal mercato delle imprese a base familiare. Tale tendenza emerge dalla diversificazione delle prospettive di indagine, condotta allo scopo di mettere in evidenza gli istituti giuridici maggiormente in grado di bilanciare, nell’articolazione del patrimonio familiare, le esigenze economiche con le aspettative della famiglia. In tale prospettiva, pertanto, vengono distinti, dopo un primo inquadramento del fenomeno condotto anche in chiave storico-economica (primo capitolo) i diversi profili emergenti nella tessitura dei rapporti familiari: quelli strettamente inerenti al legame coniugale, nell’ottica della gestione del patrimonio familiare (oggetto della trattazione svolta nel secondo capitolo), da quelli intercorrenti tra i coniugi ed i figli, nella prospettiva del trasferimento intergenerazionale dell’impresa (terzo capitolo). Nell’ambito dei primi, vengono, di conseguenza, isolate le tematiche attinenti, anzitutto, al rapporto tra regime patrimoniale legale e partecipazioni sociali e, conseguentemente, alla controversa ammissibilità di una società tra coniugi; tematiche che vengono affrontate in chiave critica mettendo in rilievo, anche mediante riferimenti ad altre esperienze europee, l’evoluzione del nostro sistema normativo e del dibattito. Nell’ambito dei secondi, invece, assumono importanza le tecniche attraverso cui tale trasferimento può avvenire, in vista della maggiore efficienza delle stesse rispetto alla riallocazione della proprietà delle imprese nel sistema economico, con particolare riguardo ai tre istituti della scissione societaria, operazione elettivamente destinata ad essere utilizzata in ottica transgenerazionale, del patto di famiglia, specie dall’angolo visuale che ne mette in evidenza la ridotta applicazione pratica e che tradisce la sua funzione di istituto preferenziale nell’assetto del patrimonio imprenditoriale in vista della successione, e del trust, quale strumento connotato da quella duttilità tale da renderlo utile mezzo di pianificazione della successione ma che, al contempo, si mostra ancora privo di una solida base normativa interna in grado di determinarne una più sicura applicazione pratica.
The strong relationship between enterprise and family, which is a stable component of the Italian capitalism, is the starting point of several studies, not only in Italian literature, dedicated to the common phenomenon of the “family based firm”. The main purpose of the dissertation is to describe the trend of Italian law system in regulating different schemes of articulation of family assets destined for enterprise. In particular, the Italian legal system seems to move from an initial perspective that considers, almost exclusively, the needs of protection linked to the family, to another perspective that considers also the needs of protection linked to the business, in order to avoid useless loss of wealth. Such a trend appears from the different points of view analyzed in this research; they are directed to identify the legal institutes which can balance the two different needs of legal protection previously indicated. Coherently, after an introduction about the way the matter develops both historically and economically (first chapter), the research goes on with the analysis of the different profiles of the familiar relationships: some of them regard the couple’s life, under the point of view of the management of family assets (second chapter); the others involve the relation between parents and children, in the perspective of the generational transmission of these assets (third chapter). In the first case, the focus is on the legal treatment of the company’s shares in conjugal property, as well as on the questioned matter of the company between spouses. Both the questions are examined not only under the perspective of the Italian law, but also in comparison with the most interesting European experiences, with particular attention to the praxis of the courts. In the second case, three different analysis are considered that, under Italian law, might allow a fast and sure transmission of parental assets to the children: the family plan, the trust and the spin off of a company. The analysis shows the clear advantages of this last institute in comparison with the others two, particularly in terms of certain rule, efficiency and ductility.
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Cappellari, Romano. "Economia e organizzazione delle competenze d'impresa nell'abbigliamento italiano." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 1996. http://hdl.handle.net/10579/556.

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Franceschi, Nicolo' <1987&gt. "Restructuring e Turnaround nei casi di crisi d'impresa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2201.

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Abstract:
Esame e analisi del fenomeno delle crisi d'impresa con particolare focalizzazione operativa sui processi di ristrutturazione e rilancio aziendale. Case-study conclusivo sul quale il laureando ha lavorato durante il tirocinio.
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Nalin, Francesco <1987&gt. "Controllo strategico, indicatori qualitativi e responsabilità sociale d'impresa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3264.

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Cais, Luca <1988&gt. "Longevità d'impresa e ruolo dell'imprenditore: il caso Garbellotto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3659.

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Abstract:
Questa ricerca tenta di fare luce sui motivi per cui ci sono aziende che si succedono con successo da secoli ed altre che invece fanno molta più fatica a sopravvivere. La tesi si focalizza sullo studio del ruolo dell'imprenditore, in particolare del fondatore dell'azienda, che imprime in essa un'identità distintiva che perdura nel tempo e al passare delle generazioni. L'azienda acquisisce quindi una propria identità, la quale è molto legata alle caratteristiche del fondatore e dei suoi successori, che le garantisce di mantenersi intatta nei secoli pur adattandosi continuamente alle mutazioni del proprio contesto e che pone delle solide basi per la sua longevità.
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Cinel, Ilaria <1988&gt. "IL PASSAGGIO GENERAZIONALE NELLA PROSPETTIVA DELLA CONTINUITA' D'IMPRESA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3725.

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Abstract:
Partendo dall’analisi delle diverse tipologie di governance, passando poi ad esaminare il family business, le sue caratteristiche e peculiarità, si intende mettere in luce quali sono le principali difficoltà che un’impresa incontra nel momento del passaggio generazionale e quali invece sono i fattori di successo che ne determinano una buona riuscita. Si andranno anche ad analizzare quali possono essere eventuali soluzioni alternative quali la cessione dell’azienda a terzi soggetti e la conseguente perdita del controllo dell’impresa oppure adottare i diversi sistemi che l'ordinamento italiano mette a disposizione. La tesi andrà anche ad analizzare come sono avvenuti alcuni passaggi generazionali di note aziende di famiglia.
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Fincati, Giulia <1987&gt. "La responsabilità sociale d'impresa: buone prassi e tendenze." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4992.

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Abstract:
Indagine sui recenti sviluppi a livello nazionale nell'ambito della Responsabilità sociale d'impresa, con particolare attenzione agli effetti che tali nuove modalità hanno su attori quali lavoratori e consumatori.
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Corazzin, Laura <1986&gt. "Integrated Report: un nuovo approccio alla rendicontazione d'impresa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5259.

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Abstract:
La tesi inizia argomentando l'importanza dell' attività di Corporate Social Responsibility. Procede successivamente prendendo in esame gli aspetti della rendicontazione finanziaria e non finanziaria indicandone le peculiarità. Si apre il terzo capitolo introducendo il Sustainability Reporting e tutte le sue caratteristiche. Il Report di Sostenibilità apre poi la strada al Report Integrato, nuova frontiera della rendicontazione. il capitolo successivo analizza l'Integrated Reporting prestando attenzione ai principi guida e ai contenuti sottolineando infine i suoi vantaggi competitivi.
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Tolfo, Giulia <1989&gt. "La Responsabilità Sociale d'Impresa: il caso "Luxottica Group"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6172.

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Abstract:
La presente tesi ha lo scopo di analizzare la sostenibilità aziendale e di evidenziare le opportunità che la stessa offre alle imprese sotto il profilo competitivo e strategico, con focus sulle modalità di coinvolgimento delle funzioni aziendali e sull’importanza di definizione di un sistema di comunicazione efficace che diventa un prerequisito fondamentale per l’ottenimento dei vantaggi che la CSR porta con sé. La prima parte del lavoro è dedicata allo studio dell’evoluzione dei concetti di Sviluppo Sostenibile e di Responsabilità Sociale d’Impresa nella letteratura, soffermando l’attenzione da un lato sulla necessità di rivisitare le attività tradizionali d’impresa in chiave green e dall’altro di utilizzare adeguati strumenti di comunicazione. Nella seconda parte viene presentato il significativo caso dell’azienda Luxottica Group, che sta affrontando un programma di sostenibilità avviato nel 2011 con il “Progetto Zero Waste”. L’obiettivo della tesi è di fornire un valido esempio di implementazione delle tematiche ambientali all’interno della strategia d’impresa, presentando la metodologia utilizzata da Luxottica, basata sul coinvolgimento di tutte le divisioni aziendali in iniziative di sostenibilità. La critica presentata nella parte conclusiva dell’elaborato riguarda il fatto che la strategia adottata dall’azienda è focalizzata esclusivamente sui processi interni e presenta lacune per quanto riguarda il sistema di comunicazione, fondamentale per il coinvolgimento di tutti gli stakeholder.
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Burigo, Francesca <1985&gt. "Le procedure negoziali per superare la crisi d'impresa." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/8302.

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Abstract:
Il lavoro delinea i tratti del sistema concorsuale italiano relativamente agli accordi che possono essere legittimamente utilizzati dagli imprenditori in crisi per regolare i rapporti con i loro creditori, risanare l'impresa ed evitare il fallimento. La mia ricerca mira a fare luce in maniera organica su alcuni rimedi messi a disposizione dell'imprenditore dall'ordinamento italiano per la soluzione della crisi d'impresa, con una panoramica sugli istituti del concordato preventivo, degli accordi di ristrutturazione dei debiti e del piano attestato di risanamento.
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Montenegro, Claudio <1992&gt. "L'internazionalizzazione d'impresa e il fenomeno del back-reshoring." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10137.

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Abstract:
Gli sviluppi della tecnologia, dell’informatica e dei sistemi di comunicazione, la liberalizzazione dei mercati, la diffusione della conoscenza e l’innalzamento del livello culturale e della qualità di vita di parte della popolazione mondiale, hanno nel tempo trasformato l’ambiente in cui le imprese sono chiamate a competere l’una con l’altra. Oggigiorno, infatti, è possibile considerare l’esistenza di un’unica arena competitiva globale, che appare sostituire per importanza, opportunità e ovviamente per dimensione, l’idea di mercato fino a non molte decine di anni fa predominante. In questo contesto, naturale è stato l’affermarsi di un modello di impresa di tipo internazionale, sistema aziendale che alla base delle proprie attività ha il concetto di abbattimento e superamento dei confini territoriali nazionali. Migliaia sono state le imprese di ogni dimensione che in tutto il mondo hanno deciso di delocalizzare la propria produzione in Paesi i cui vantaggi comparati e le cui condizioni politiche, sociali ed economiche potessero permettere di realizzare maggiori profitti, soprattutto a fronte di notevoli risparmi nei costi. Ciononostante, negli ultimi anni ricercatori ed economisti hanno cominciato a discutere dell’esistenza di un particolare fenomeno di controtendenza, definito back-reshoring, di rientro nazionale e di rilocalizzazione delle produzioni - precedentemente trasferite - nei Paesi d’origine. Secondo gli studiosi, alla base di tali comportamenti ci sarebbero due principali ordini di motivazioni: uno di tipo quantitativo, in virtù di una sostanziale delusione circa gli effettivi vantaggi di costo realizzati, l’altro più qualitativo, conseguentemente ad un ripensamento della catena del valore aziendale, e quindi di un’attribuzione di importanza maggiore a fattori quali la qualità del prodotto e l’immagine dell’impresa. Per la prima volta indagato negli Stati Uniti, attualmente anche in Italia si contano numerosi casi di back-reshoring, specialmente nei settori del tessile e del calzaturiero, e si prospetta che col passare degli anni, anche in virtù di una probabile diffusione di politiche protezionistiche, questo numero possa solamente essere destinato a crescere.
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Zanaga, Gloria <1993&gt. "Il regime tributario delle perdite sul reddito d'impresa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12508.

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Abstract:
L'elaborato si pone come obiettivo l'esame della disciplina prevista per le perdite fiscali nel reddito d'impresa. A tal fine, si analizza la differente disciplina prevista per i soggetti IRPEF ed IRES, per poi approfondirne le modalità di utilizzo nei regimi di trasparenza e consolidato fiscale e nell'ambito delle operazioni straordinarie.
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Cancelliero, Marco <1992&gt. "La Responsabilità Sociale d'Impresa e le performance finanziarie." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13153.

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Abstract:
Lo scopo della tesi è quello di cercare di approfondire quali sono i legami che si instaurano tra la costruzione di un modello incentrato sui principi della Responsabilità Sociale d'Impresa e le performance economiche e finanziarie dell'impresa stessa. Ormai il mondo va verso una direzione sempre più sostenibile, ne è la prova il nuovo Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile, che non è altro che l'ultima trovata all'interno di un elenco di iniziative per completare il mercato unico e promuovere le attività di imprese in svariati campi: dall'economia circolare alle materie prime. Inoltre vorrei mettere alla luce come anche il mondo della finanza si stia sempre più ricredendosi sulle potenzialità di un agire socialmente responsabile. Ne sono la prova la presenza all'interno del mercato finanziario di fondi di investimento socialmente responsabili e indici di titoli etici (Domini Social Index 400, Dow Jones Sustainability Group Index (DJSGI), Ethical Sustainability Index, Ethical Index e FTSE4GOOD), per non parlare di un nuovo modo di far business definito finanza etica, che si focalizza su strumenti finanziari innovativi come il microcredito.
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D'Ambroso, Denny <1991&gt. "Impatto delle manipolazioni di bilancio sul rating d'impresa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21538.

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Gianesini, Nicolò. "Il rischio penale nella gestione della crisi d'impresa." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3423881.

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Abstract:
The thesis covers the topic of criminal implications managing a company crisis and is focused on inspecting connections between traditional criminal offences expected by Regio Decreto n. 267/1942 and the new alternative solutions to bankruptcy generated by civil section of bankruptcy law’s last reforms, i.e. new “concordato preventivo” (art. 160 l.f.), “accordo di ristrutturazione dei debiti” (art. 182-bis l.f.) and “piano attestato di risanamento” (art. 67, comma 3, lett. d) l.f.). In recent years, to increase indeed the intended-to-overcome-bankruptcy-crisis agreement instruments’ appeal, the Legislator worked for a substantial modification of original bankruptcy law fundamentals. From this didn’t ensue however a corresponding coordinating process between renewed institutes and traditional criminal disposals. As a result of this an obvious imbalance between aforementioned institutes arose, thus lacking the parallelism that conveniently marked the birth of 1942 bankruptcy law, which – as stated by best legisltory politic’s practice - punished criminal behavior enacted within the range of liquidatory or based-on-agreements instruments of before-mentioned civil section. After an analysis on bankruptcy law’s evolutionary path from 1942 to this day - in a way that outlines the current shape of institutes whose purpose lies in regulating the timing of company crisis and seizing the evolution of legal protection guidelines emerged around recent reforms - the research mostly expands along two paths. The first considers the issues about the chance that behaviors performed in accordance with new civil instruments available to the entrepreneur in trouble could be punished by usual criminal offence - i.e. different kinds of bankruptcy, kept unaltered - in the unfortunate chance that the company’s rescue plan wouldn’t succeed. For this eventuality to be avoided , along with law n. 122/2010 converting d.l. n. 8/2010, art. 217 bis regarding bankruptcy frauds, indexed “Esenzione dai reati di Bancarotta”, was introduced. Such norm, clearly born with the purpose of assuring protection, even from a criminal point of view, to the entrepreneur making preferential payments only to a subset of his debtors in accordance with an agreed plan, carries a set of issues, first and foremost its dogmatic characterization and actual range of implementation, that casts doubt on the norm’s adequacy to settle all existing critical matters. On the other hand, the second research path inspects the Professional Attestator’s criminal responsibility. This figure - present with different characterizations in all three institutes of agreement introduced - constitutes a significant novelty, given the characteristic role it conducts during the delicate phase of company crisis resolution. In short summary the Legislator assigned to the aforementioned Professional the power to judge rightness and feasibility of the plan arranged unilaterally by the entrepreneur or agreed upon by his debtors. Such crucial topic, traditionally belonging to bankruptcy court’s competence - due to obvious interest implied in such inspection - is assigned now to a private individual of entrepreneur’s choice, in order to speed up the process of moving forward to a fruitful crisis’s resolution. About this issue the introduction by d.l. n. 83/2012 of a new norm, art. 236 bis l. fall. (“Falso in attestazioni e relazioni”), punishing exposition of false information or omission of relevant information by Professional Attestators in charge of redacting programs and guaranteeing economic and patrimonial firmness of plans. This work moreover takes account of consequences derived by the new concordato preventivo structure as opposed to the unaltered criminal offence of art. 236 l. fall., the only one directly focused on safeguard of instruments alternative to bankruptcy. On a broader level, with regard to the results of these and other hermeneutic topics, the research exposes a general view on the new balance between the two sections of bankruptcy law, especially with reference to the new legal goods upheld by Bankruptcy law, where a substantial constriction of the traditional principle of par condicio creditorum can be perceived, on behalf of the need of protecting “company value”.
La tesi riguarda il rischio penale nella gestione della crisi di impresa, ed è finalizzato ad indagare i rapporti tra le tradizionali fattispecie penali previste dal Regio Decreto n. 267 del 1942 e le nuove soluzioni alternative al fallimento introdotte con le ultime riforme della “parte civilistica” della legge fallimentare, in particolare il nuovo concordato preventivo (art. 160 ss. l.f.), l’accordo di ristrutturazione dei debiti (art. 182-bis l.f.) e il piano di risanamento attestato (art. 67, comma 3, lett. d) l.f.). Negli ultimi anni, infatti, per rendere maggiormente appetibili i modelli concordatari finalizzati al superamento della crisi d’impresa, il Legislatore ha operato una profonda modifica dell’impostazione originaria dell’impianto della legge fallimentare. A ciò, tuttavia, non ha fatto seguito anche una parallela operazione di coordinamento dei rinnovati istituti con le tradizionali disposizioni penalistiche. Ne è derivata un’evidente sfasatura tra gli istituti in questione, venendo meno quel parallelismo che aveva opportunamente contraddistinto la nascita della legge fallimentare nel 1942 ove, nel solco della migliore politica legislativa, venivano punite le condotte fraudolente poste in essere nell’ambito degli strumenti liquidatori o concordatari del relativo comparto “civilistico”. Dopo un’analisi del percorso evolutivo che ha avuto la legge fallimentare dal 1942 ad oggi - in modo da delinare il volto attuale degli istituti diretti a regolare il momento della crisi d’impresa e cogliere l’evoluzione delle direttive di tutela che sono emerse nell’ambito delle recenti riforme - la ricerca si muove essenzialmente in due direzioni. Da un lato viene affrontato il problema che gli atti posti in essere in ossequio (o meno) alle nuove strumentazioni civilistiche a disposizione dell’imprenditore in difficoltà possano cadere sotto la scure delle tradizionali fattispecie penalistiche - in particolare le varie forme di bancarotta, rimaste del tutto inalterate – nel malaugurato caso in cui il piano di salvataggio dell’impresa non dia i frutti sperati. Per impedire tal evenienza, con la legge n. 122/2010 di conversione del d.l. n. 8/2010, è stato introdotto, nell’ambito dei reati fallimentari, l’art. 217 bis, rubricato “Esenzione dai reati di bancarotta”. La norma, nata evidentemente col fine di assicurare, anche sotto il profilo penalistico, la protezione dell’imprenditore che ponga in essere, ad esempio, pagamenti preferenziali nei confronti di solo alcuni dei debitori in ossequio ad un piano concordato, sconta una serie di problematiche – prime tra tutte la relativa collocazione dogmatica e l’effettiva portata applicativa - che fanno dubitare della sua concreta attitudine a risolvere tutte le criticità presenti sul tappeto. Una seconda direttiva di ricerca riguarda poi la responsabilità penale del c.d. “professionista attestatore”. Questa figura - presente sotto varie forme in tutti e tre i nuovi istituti concordatari che sono stati introdotti - rappresenta una significativa novità, atteso il ruolo peculiare che essa è chiamata a svolgere in questa fase delicatissima di risoluzione della crisi di impresa. In estrema sintesi, il Legislatore ha devoluto a tale professionista il giudizio circa la bontà e la realizzabilità del piano, predisposto unilateralmente dall’imprenditore o comunque concordato con i propri debitori. Questo snodo fondamentale, tradizionalmente affidato al tribunale fallimentare – per gli evidenti interessi sottesi a tale accertamento – ora è stato demandato ad una figurata privata, scelta direttamente dallo stesso imprenditore, in modo da consentire una maggiore rapidità nella procedura in vista di una più proficua risoluzione della crisi. Anche in tale ambito va registrata l’introduzione, da parte del d.l. n. 83/2012 di una nuova norma, l’art. 236 bis f.fall. (“Falso in attestazioni e relazioni”), volta a punire l’esposizione d’informazioni false o l’omissione d’informazioni rilevanti da parte di questi professionisti attestatori nei programmi e nei piani che sono chiamati a redigere e di cui devono verificare la concreta tenuta economico-patrimoniale. Il presente lavoro, inoltre, prende in considerazione anche le ricadute del nuovo volto del concordato preventivo rispetto alla inalterata fattispecie dell’art. 236 l. fall., l’unica direttamente volta alla tutela degli strumenti alternativi al fallimento. Più in generale, la ricerca, all’esito della risoluzione di questi e altri passaggi ermeneutici, trae un quadro generale dei nuovi equilibri presenti tra le due parti della legge fallimentare, in particolar modo con riferimento ai nuovi beni giuridici tutelati nell’ambito della legge fallimentare, ove è dato scorgere una significativa compressione del tradizionale principio della par condicio creditorum, a favore dell’esigenza di proteggere il “bene impresa”.
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CORNIANI, MARGHERITA. "Sistema informativo di marketing e modelli competitivi d'impresa." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2000. http://hdl.handle.net/10281/33464.

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Abstract:
Il sistema informativo aziendale ha coinciso per lungo tempo con il sistema delle rilevazioni interne di gestione. Con l'apertura progressiva dei mercati e l'intensificarsi della concorrenza, il sistema informativo aziendale ha dovuto essere potenziato con riferimento ad alcuni ambiti di analisi che coincidono principalmente con le attività di marketing. Si è quindi iniziato a parlare di sistema informativo di marketing, come di un elemento essenziale dei sistemi informativi aziendali, in essi perfettamente integrati. In particolare, il sistema informativo di marketing si compone di una pluralità di sottosistemi che sono diversamente sviluppati in rapporto alle dinamiche di concorrenza prevalenti in ciascun mercato. La tesi esamina queste tematiche e le approfondisce alla luce della principale letteratura di management italiana ed internazionale.
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MINCIULLO, MARCO. "Le Fondazioni d'Impresa nella prospettiva del Valore Condiviso." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1415.

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Abstract:
Questa tesi, strutturata in tre articoli interconnessi, mira a fornire una migliore interpretazione del fenomeno delle Fondazioni d’Impresa nella prospettiva del Valore Condiviso, delineando quanto queste organizzazioni possano rivelarsi idonee a creare valore sia per la società sia per le imprese, rispondendo contemporaneamente alle esigenze di molteplici stakeholders. Il primo articolo, attraverso l’analisi della letteratura riguardante le Fondazioni d’Impresa e la teoria del Valore Condiviso, analizza in profondità le caratteristiche più innovative di queste organizzazioni, prendendo poi in considerazione alcuni aspetti potenzialmente interessanti da analizzare. Il secondo articolo presenta uno studio esplorativo finalizzato a verificare come gli interessi dell’impresa fondatrice influenzino il modello organizzativo, le attività e le tematiche affrontate dalle Fondazioni d’Impresa. L’articolo propone una rinnovata classificazione delle Fondazione d’Impresa, che introduce un modello innovativo, il cosiddetto Edifier, e sottolinea quali campo di attività sono più appropriati a seconda degli interessi delle imprese fondatrici. Il terzo articolo, infine, è volto a indagare in profondità i legami che intercorrono tra Imprese Fondatrici e Fondazioni d’Impresa, con una particolare attenzione ai meccanismi attraverso i quali l’impresa può influenzare l’efficacia delle attività della Fondazione. L’articolo mette in evidenza come l'adozione di un modello di trasferimento delle conoscenze possa avere una notevole influenza in termini di efficacia, con conseguenze rilevanti in termini di proattività, competenze ed efficacia della Fondazione.
This thesis, structured in three logically interconnected papers, aims at achieving a better understanding of the phenomenon of Corporate Foundations (CFs) under a Shared Value Perspective, by determining that these organizations are suitable for creating value for both society and firms, and for addressing multiple stakeholders’ needs. The first paper, through a review of the literature researching on CFs and on Shared Value, analyses in depth the most innovative characteristics of these organizations, and attempts to consider some potentially interesting issues to be stressed, coherently with the perspective adopted. The second paper presents an exploratory study aimed at verifying how the interests of the founder firm influence the model, activities and issues addressed by CFs. The paper proposes a classification of CFs introducing an innovative model, the so-called edifier, and underlines which field of activities are more appropriate according to the objective of the firms. The third paper is aimed at investigating in depth the ties connecting Founder Firms and CFs, with a special attention to the mechanisms through which a firm can impact CF’s effectiveness. The paper puts in evidence that the adoption of a model has a substantial influence on effectiveness, with many consequences on the proactivity, competences and social influence of CFs.
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MINCIULLO, MARCO. "Le Fondazioni d'Impresa nella prospettiva del Valore Condiviso." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1415.

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Abstract:
Questa tesi, strutturata in tre articoli interconnessi, mira a fornire una migliore interpretazione del fenomeno delle Fondazioni d’Impresa nella prospettiva del Valore Condiviso, delineando quanto queste organizzazioni possano rivelarsi idonee a creare valore sia per la società sia per le imprese, rispondendo contemporaneamente alle esigenze di molteplici stakeholders. Il primo articolo, attraverso l’analisi della letteratura riguardante le Fondazioni d’Impresa e la teoria del Valore Condiviso, analizza in profondità le caratteristiche più innovative di queste organizzazioni, prendendo poi in considerazione alcuni aspetti potenzialmente interessanti da analizzare. Il secondo articolo presenta uno studio esplorativo finalizzato a verificare come gli interessi dell’impresa fondatrice influenzino il modello organizzativo, le attività e le tematiche affrontate dalle Fondazioni d’Impresa. L’articolo propone una rinnovata classificazione delle Fondazione d’Impresa, che introduce un modello innovativo, il cosiddetto Edifier, e sottolinea quali campo di attività sono più appropriati a seconda degli interessi delle imprese fondatrici. Il terzo articolo, infine, è volto a indagare in profondità i legami che intercorrono tra Imprese Fondatrici e Fondazioni d’Impresa, con una particolare attenzione ai meccanismi attraverso i quali l’impresa può influenzare l’efficacia delle attività della Fondazione. L’articolo mette in evidenza come l'adozione di un modello di trasferimento delle conoscenze possa avere una notevole influenza in termini di efficacia, con conseguenze rilevanti in termini di proattività, competenze ed efficacia della Fondazione.
This thesis, structured in three logically interconnected papers, aims at achieving a better understanding of the phenomenon of Corporate Foundations (CFs) under a Shared Value Perspective, by determining that these organizations are suitable for creating value for both society and firms, and for addressing multiple stakeholders’ needs. The first paper, through a review of the literature researching on CFs and on Shared Value, analyses in depth the most innovative characteristics of these organizations, and attempts to consider some potentially interesting issues to be stressed, coherently with the perspective adopted. The second paper presents an exploratory study aimed at verifying how the interests of the founder firm influence the model, activities and issues addressed by CFs. The paper proposes a classification of CFs introducing an innovative model, the so-called edifier, and underlines which field of activities are more appropriate according to the objective of the firms. The third paper is aimed at investigating in depth the ties connecting Founder Firms and CFs, with a special attention to the mechanisms through which a firm can impact CF’s effectiveness. The paper puts in evidence that the adoption of a model has a substantial influence on effectiveness, with many consequences on the proactivity, competences and social influence of CFs.
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Girardi, Matteo <1986&gt. "Makers e User entrepreneurship: percorsi innovativi di creazione d'impresa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2133.

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Abstract:
Le teorie economiche inerenti allo sviluppo di nuovi prodotti ed all'innovazione, stanno evidenziando la tendenza delle imprese ad abbandonare i processi di integrazione verticale basati sulle dinamiche innovative classiche, sviluppate internamente ai confini aziendali, in favore di logiche aperte, generate attraverso l'integrazione ed il coinvolgimento degli utenti, e delle comunità, nel processo produttivo ed innovativo. Questo fenomeno riesce a garantire, oltre alle reali conoscenze del mercato e dei propri clienti, anche un maggiore successo nelle strategie aziendali, sviluppando un'identità di marca condivisa ed un diverso approccio al consumo. Talvolta però, a causa delle ridotte dimensioni della domanda, o delle peculiarità del settore di appartenenza, si evidenziano i limiti e l'inapplicabilità di tali teorie da parte delle aziende. Per queste e altre ragioni si mettono in evidenza alcuni fenomeni importanti, in cui sono gli stessi utenti ad innovare, modificando e creando nuovi prodotti, attraverso dinamiche basate sul learning by doing via trial and error, in alcuni casi avviando attività imprenditoriali artigianali. Nonostante nel primo caso, la letteratura fornisca un'adeguata trattazione sull'argomento dell'open innovation, riguardo i fenomeni imprenditoriali generati dagli utenti non viene identificata una ricerca esaustiva, capace di offrire un'analisi accurata sulle dinamiche di creazione dell'impresa, e sulle relative problematiche di gestione e relazione con le community di riferimento. L'obiettivo di questo elaborato è quello di esplorare il fenomeno dei user entrepreneur in tutti i suoi aspetti, facendo chiarezza sulle cause che spingono gli utenti ad innovare ed avviare fenomeni imprenditoriali, sulle modalità di governance e di relazione tra gli attori coinvolti nel processo innovativo, e soprattutto sui problemi che sorgono ed ostacolano l'avvio di tali start-up nel territorio nazionale. Una volta definito un quadro di riferimento teorico, si passa allo studio empirico attraverso la trattazione di una decina di casi reali, impostando una cross case analysis per la validazione delle teorie osservate. Il quadro di ricerca assume una prospettiva di processo, seguendo le dinamiche imprenditoriali dall'innovazione, alla commercializzazione, fino alla diffusione nel mercato. I risultati ottenuti evidenziano come sia di fondamentale importanza per il fenomeno della user entreprenership, la stretta relazione con la community di riferimento, il constante rapporto con gli opinion leader e i vari stakeholder, le motivazioni che spingono gli utenti ad innovare, il background esperienziale e culturale degli utenti innovatori, ed infine, un'opportuna cultura d'impresa ed una struttura societaria atta a favorire la costituzione di start-up innovative.
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Castellarin, Anna <1988&gt. "Responsabilità Sociale d'Impresa: focus sui distretti italiani della concia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2748.

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Abstract:
Per mostrare l'importanza che la sostenibilità dovrebbe avere per le imprese attuali si è analizzato teoricamente il concetto di responsabilità sociale d'impresa, nelle sue declinazioni di sostenibilità: ambientale, sociale ed economica. Questi tre obiettivi sono necessariamente da perseguire congiuntamente, al fine di avere una visione olistica dell'ambiente in cui ogni impresa opera. L'analisi diventa poi più pragmatica focalizzandosi sulle imprese distrettuali, in particolare quelle appartenenti all'industria conciaria italiana. A opinione di chi scrive le aziende che appartengono ad un distretto, nell'intraprendere un sentiero sostenibile, possono godere di alcuni benefici da questa appartenenza, ma al contempo potranno avere altresì dei freni che verranno analizzati.
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Bergo, Veronica <1987&gt. "La fusione e la sua applicazione nella crisi d'impresa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3349.

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Furlan, Chiara <1989&gt. "Crisi d'impresa: sorte dei rapporti di lavoro nel fallimento." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3697.

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Abstract:
In un contesto di crisi come quello che stiamo attraversando, un problema da non sottovalutare è quello della tutela del lavoro e dell'occupazione. Il presente elaborato ha lo scopo di analizzare la posizione dei lavoratori alle dipendenze di un datore che si trovi nello stato di insolvenza tale da essere dichiarato fallito. La tesi si articolerà descrivendo prima il caso di cessazione del rapporto di lavoro nella dimensione liquidatoria, poi quello di prosecuzione dei rapporti di lavoro nella prospettiva della conservazione delle componenti positive.
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