Journal articles on the topic 'Cure Sanitarie'

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1

Puca, Antonio. "Economia e politica come ideologia: Il problema del razionamento delle cure sanitarie." Medicina e Morale 42, no. 2 (April 30, 1993): 307–30. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1059.

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Abstract:
Lo studio prende in esame il problema dell'allocazione delle risorse in ambito sanitario valutandone le implicazioni etiche e sociali. Dopo un'analisi sociologica di modelli di organizzazione sanitaria, l'Autore fa una valutazione etica del problema, sottolineando come la razionalizzazione del sistema assistenziale e delle prestazioni venga prima del razionamento delle cure sanitarie. Ma qualora questo si renda necessario occorre far riferimento ad alcuni criteri: l'etica delle virtù; le procedure pubbliche; l'equa distribuzione, una buona pratica medica, il ruolo dei cristiani, tenendo presente che il medico non può essere il controllore delle risorse per via dei suoi obblighi morali nei confronti del paziente.
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2

Panza, Costantino, and Michele Gangemi. "Lo sguardo interessato del pediatra di famiglia." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (July 2021): 81–93. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001009.

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Abstract:
La figura del pediatra delle cure primarie è definita da quel professionista che non si impegna a curare il bambino limitatamente alle richieste dei genitori o durante i momenti di patologia acuta; il pediatra si prende cura della famiglia e dell'ambiente che si interrelaziona con il bambino; esce dall'ambulatorio per partecipare attivamente alla vita di comunità contribuendo a costruire, affiancato ad altri professionisti, volontari, organizzazioni o agenzie sanitarie ed educative, programmi di sostegno per i genitori e le famiglie che possano essere supportati dalle risorse locali disponibili. Insieme ai servizi sanitari e sociali della comunità locale, il pediatra si impegna nella costruzione di una rete di professionisti con specifica formazione ed esperienza nella promozione della salute del bambino e della sua famiglia e nella prevenzione di stili di vita potenzialmente negativi. Gli autori evidenziano due ambiti della cura che coinvolgono in tal senso la pediatria delle cure primarie a garanzia della salute del bambino, della sua famiglia e della collettività: il maltrattamento e le vaccinazioni.
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Palazzani, Laura. "Teorie della giustizia e allocazione delle risorse sanitarie." Medicina e Morale 45, no. 5 (October 31, 1996): 901–21. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.897.

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Abstract:
Nell’attuale dibattito bioetico e biogiuridico particolare rilievo ed importanza ha la questione dell’allocazione o distribuzione delle risorse sanitarie. Ovviamente tutti auspicherebbero la situazione ideale in cui vi fosse disponibilità sufficiente di risorse per ognuno. Ma il dato empirico della finitezza delle risorse in sanità da un lato e l’esigenza, avvertita con sempre maggiore urgenza nella società attuale, di un accesso alle cure che sia sempre più esteso quantitativamente e sempre migliore qualitativamente, acuisce il problema della distribuzione delle risorse sanitarie, facendo emergere con forza la necessità di rispondere preliminarmente alle domande: “che cosa”, “quanto”, “quando” e “come” distribuire, “chi” distribuisce e soprattutto “a chi” distribuire in ambito sanitario. Da tutto ciò si evince la rilevanza etica e giuridica della questione. Se tutti sono d’accordo nel distribuire “giustamente” le risorse sanitarie, non tutti sono d’accordo nel modo di concepire la giustizia, nel contesto del pluralismo filosofico che caratterizza il dibattito attuale. Dall’esame dei diversi modelli teorici - liberalismo individualistico, utilitarismo sociale, egualitarismo, personalismo ontologicamente fondato - dei problemi legati alla micro-allocazione e alla macro-allocazione delle risorse e ai concetti di giustizia distributiva e giustizia commutativa, si evidenzia come l’applicazione del pensiero personalista e giusnaturalista consente di individuare un modello terico che si contrappone sia al collettivismo sia all’individualismo bilanciando i diritti individuali di libertà e i diritti sociali collettivi, nella ricerca del diritto alla vita e alla tutela della salute del singolo nel contesto della solidarietà e della responsabilità sociale in vista di un miglioramento globale del bene comune.
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4

Sofritti, Federico. "Morire di disorganizzazione: la gestione sanitaria del Covid-19 in Italia." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 1 (August 2021): 26–42. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-001003.

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Abstract:
La pandemia sta rendendo evidente come il rapporto tra ospedale e territorio non sia pensabile in termini dicotomici, come enucleatosi storicamente nel sistema sa-nitario italiano. Le riforme sanitarie, dal 1978, hanno infatti consolidato la preesi-stente differenziazione tra sanità ospedaliera e territoriale. All'interno di questa cornice, l'articolo affronta la questione della riorganizzazione delle cure territoriali. In particolare, si sostiene come l'emergenza Covid-19 renda necessario un ripen-samento dell'assistenza territoriale nel quadro delle cure primarie, discutendone alcuni punti chiave: l'implementazione delle tecnologie digitali; il ruolo delle co-munità locali; la questione professionale; il paradigma di salute e malattia sottostante.
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Lavalle, Tiziana, Assunta De Luca, Francesco Ripa di Meana, Gennaro Ciliberto, Aldo Morrone, and Branka Vujovic. "Istituti Fisioterapici Ospitalieri (IFO) ed emergenza sanitaria da Coronavirus: l'esperienza maturata durante la fase di lockdown e la fase 2 Covid-19." MECOSAN, no. 115 (January 2021): 49–77. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2020-115004.

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Abstract:
All'inizio del periodo pandemico, si e verificata una forte polarizzazione delle risorse sanitarie e dei professionisti verso la prevenzione della rapida diffusione del SARS-CoV-2, riducendo l'attenzione alle malattie croniche e alla cura oncologica, compromettendo cosi la continuita terapeutica e gli esiti dei trattamenti. In questo scenario avvincente e travolgente, gli IFO sono rimasti ancorati alla propria missione di fornire cure specialistiche ai pazienti oncologici, dermatologici e con malattie rare. Qui, si presenta una sintesi delle decisioni strategiche assunte e dei piani sviluppati per ridurre la diffusione del virus, mentre ci si sforzava di avvicinare l'ospedale ai pazienti. Si spera che questa esperienza possa servire da risorsa per informare i modelli di assistenza in caso di futuri focolai epidemiologici.
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Giannini, Alberto. "Il dilemma dell’ultimo letto: allocazione di risorse limitate in rianimazione." Medicina e Morale 47, no. 2 (April 30, 1998): 247–73. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.845.

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Abstract:
La rianimazione moderna è una disciplina dalle prestazioni estremamente dispendiose ma poco “produttiva” in termini meramente economici: essa infatti offre benefici ad alto costo a pochi “utenti”. In un contesto generale di riduzione delle risorse destinabili alla sanità diviene cruciale, in un settore così particolare come quello dell’area critica, la riflessione etica in merito ai criteri per la microallocazione di risorse limitate. In questo articolo, dopo aver affrontato natura e finalità dell’attività rianimatoria, vengono inizialmente prese in considerazione le possibili cause di una riduzione della disponibilità di posti letto in rianimazione, le modalità con cui abitualmente i medici affrontano le condizioni di ridotta disponibilità di risorse, e le linee guida per affrontare situazioni di triage. Il processo decisionale nell’impiego delle risorse sanitarie deve partire da un rigoroso “criterio clinico” (necessità e idoneità alle cure rianimatorie, urgenza, ecc.), unitamene al criterio della proporzionalità dei mezzi terapeutici. Di fronte a situazioni di pari necessità possono essere seguiti il cosiddetto criterio di temporalità (offrire cure a chi è giunto per primo all’osservazione del medico) o il criterio prognostico (utilizzare le risorse disponibili per chi ha maggiori chance di trarne beneficio). I sistemi a punteggio impiegati in campo rianimatorio per predire l’outcome non sono attualmente utilizzabili nel processo decisionale per il singolo paziente e nelle procedure di triage. Ribadendo che l’azione del medico, in tutti i suoi ambiti, deve essere eticamente pensata, si sottolinea come esista un dovere morale ad amministrare in modo corretto le risorse sanitarie, a limitare gli sprechi e a prevenire le situazioni di triage.
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Mancini, Elena. "Diritto alla salute, equità e governance delle malattie neglette e della povertà / Right to health, equity and governance of neglected diseases and poverty." Medicina e Morale 65, no. 4 (October 6, 2016): 477–93. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.444.

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Abstract:
L’articolo esamina la salute quale diritto umano fondamentale nelle principali Carte internazionali. Sarà in particolare ricostruito il percorso storico-concettuale che ha portato al riconoscimento della natura complessa e inclusiva del diritto alla salute. Il fallimento delle politiche sanitarie mirate a sconfiggere singole malattie - come avvenuto nel caso della malaria - ha imposto una maggiore attenzione verso i determinanti sociali della salute, dando origine ad un processo che ha portato a concepire la salute quale problema di equità internazionale la cui soluzione richiede la realizzazione di condizioni sociali, economiche e ambientali e la promozione di libertà umane fondamentali. Il diritto a godere del più alto livello di salute ricomprende oltre al diritto all’accesso a cure mediche e a farmaci di qualità, anche la disponibilità di misure igieniche, di corrette informazioni sanitarie e la protezione di libertà fondamentali quali la libertà dall’esclusione sociale e il possesso di titoli per l’accesso concreto alle cure essenziali primarie. Viene proposta una interpretazione dei diversi modelli di giustizia sanitaria elaborati per l’individuazione delle priorità nella utilizzazione delle risorse sanitarie, nella pianificazione degli interventi anche a livello internazionale e per la valutazione dei risultati da questi conseguiti in termini di equità e di protezione dei diritti umani. Sono esaminati gli indicatori e i parametri utilizzati per monitorare la progressiva realizzazione del diritto alla salute e l’efficacia degli interventi internazionali nel promuovere l’accesso universale alle cure con particolare attenzione alle strategie di contrasto delle malattie neglette e della povertà. In particolare viene illustrato il modello delle libertà sostanziali quali “capacitazioni” teorizzato da Amartya Sen e sviluppato da Martha Nussbaum nelle sue possibili applicazioni nell’ambito dell’accesso universale alle cure e delle possibili linee di azione della solidarietà internazionale.----------The aim of this article is to study health as a fundamental right in the main International Charters. We want to underline the historical and conceptual way that led to the recognition of the complex and inclusive nature of right to health. The failure of some sanitary policies supposed to defeat some illnesses – as it happened for malaria fever – obliged to give a better attention towards the social and economic determinants of health and consider the process that led to a new meaning of health: health as a problem of international equity. To realize this goal, is necessary, first of all, to understand social, economic and environmental conditions and to promote fundamental human freedoms. The right to enjoy a good level of health means not only to have the right to access to medical treatments or to high qualities medicines, but also to have a high level of sanitary measures and a correct sanitary information and to enjoy the right of freedom in order to avoid social exclusion and to obtain the access to primaries health treatment. In this article there is a proposal to help a better interpretation of the different models of justice in health care which are supposed to define equity in allocating main resources that are necessary to the international planning of the interventions. The results reached by international health policies are evaluated with regard to equity and protection of human rights. This proposal analyses the indicators and the parameters used to realize and control the progressive realization of the right to health and the impact of the international interventions used in order to promote a universal access to treatments; in particular it examines the strategies used against the neglected tropical diseases. In details it explains the model of substantial freedoms as capabilities, as it has been theorized by Amartya Sen and developed by Martha Nussbaum, used in their possible applications with regards to universal access to treatments and also to feasible international solidarity actions.
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Liguori, Gerardo, and Vincenzo De Paola. "Riorganizzazione dell’attività chirurgica per setting assistenziali e complessità di cura." La Sanità Pubblica. Ricerca applicata 2, no. 2 (July 25, 2021): 69–82. http://dx.doi.org/10.48268/chirurgia/2021/0001.1.

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Abstract:
Il Ministero della Salute svolge attività di supporto e collaborazione con le Regioni per migliorare sia i livelli di efficienza e di produttività che quelli di appropriatezza, sicurezza ed efficacia delle cure ospedaliere (D.M. 70/2015, Legge di Stabilità 2016 e D.M.21 giugno 2016). A tal fine ha attivato il progetto “Riorganizzazione dell’attività chirurgica per setting assistenziali e complessità di cura” di durata triennale, allo scopo di mettere a disposizione conoscenze e competenze messe a punto in altre realtà sanitarie nazionali. L’implementazione di tali Best Practices, finalizzata a migliorare la gestione dei blocchi operatori, risulta strategica nel contesto nazionale, data la necessità di affinare gli strumenti per misurare le performance delle strutture ospedaliere a maggior complessità, in particolare per quelle attività di alto livello ed elevato costo come l’attività chirurgica. A questo progetto Ministeriale la Regione Campania ha aderito, proponendo come Aziende Pilota l’Azienda Ospedaliera Cardarelli di Napoli e l’Azienda Ospedaliera Universitaria S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno.
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López Oliva, José. "Reparación integral de víctimas de procedimientos de cirugía plástica con fines estéticos a través del seguro de responsabilidad civil." Revista Repertorio de Medicina y Cirugía 22, no. 2 (June 1, 2013): 132–47. http://dx.doi.org/10.31260/repertmedcir.v22.n2.2013.862.

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Abstract:
En el ejercicio de las actividades médico-sanitarias se pueden ver transgredidos derechos de los usuarios como la vida e integridad física y mental por parte de los prestadores de salud que realizan procedimientos de cirugía plástica estética. Pueden ser profesionales liberales cuando se hace referencia a Ia responsabilidad médica o prestadores sanitarios en el caso de la responsabilidad de las clínicas que realizan procedimientos estéticos. Estas personas que son eventuales causantes de daños pueden generar perjuicios al paciente, sus causahabientes y perjudicados indirectos. El presente escrito es producto de una investigación de tipo ex­ ploratoria de revisión, mediante el cual se indaga, compila, revisa e integra el resultado de una investigación bibliográfica, en la que se agruparon y sistematizaron los documentos relacionados con el tema objeto de la investigación. El tema es la responsabilidad médico-sanitaria derivada de procedimientos estéticos y el seguro de responsabilidad civil que cubre dicha responsabilidad, relacionando lo anterior con la reparación integral de las víctimas del hecho médico-sanitario dañoso.
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Lucenti, Enrico, Cristian Sorrentino, and Francesco Bez. "Management del paziente soccorso in ambiente impervio da parte dell’infermiere di emergenza territoriale: un case report." Rescue Press 01, no. 04 (December 4, 2021): 1. http://dx.doi.org/10.53767/rp.2021.04.01.it.

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Abstract:
INTRODUZIONE La valutazione del paziente ed il relativo trattamento effettuato dal primo equipaggio sanitario giunto sul luogo dell’evento hanno un’importante impatto sull’evoluzione clinica e sull’outcome del paziente traumatizzato; è necessario infatti applicare un approccio sistematico a queste situazioni guidato da raccomandazioni chiare e semplici che vedono interagire il soccorso tecnico con il soccorso sanitario[1]. È ben noto che il soccorso tecnico è in capo al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco[2] e al Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS)[3]. È altrettanto evidente che in determinate condizioni cliniche del paziente, sebbene l’evento sia in un’ambiente impervio, il soccorso sanitario non può tardare il suo essenziale intervento[4] [5]. La durata e l’esposizione a fattori ambientali per il paziente stesso convalidano l’importanza delle figure sanitarie di emergenza territoriale anche nei luoghi impervi: il personale sanitario oltre ad avere le necessarie conoscenze per il supporto vitale dovrebbe avere competenze logistiche e sulle operazioni di soccorso[6] [7]. La “Golden Hour”, termine coniato nell’ormai lontano 1961, è un concetto ben noto ai soccorritori del setting pre-ospedaliero; successivamente si è vista la nascita del termine “Platinum Ten Minutes”[8]. In entrambi i casi accorciare il tempo che trascorre dall’evento traumatico alla cura definitiva è di fondamentale importanza per un migliore esito del paziente stesso[9] [10]. Esistono anche pareri contrastanti espressi in letteratura circa l’efficacia della stessa “Golden Hour”[11]; tuttavia se vengono presi in considerazioni quei pazienti traumatizzati con patologie evidentemente tempo dipendenti (es. shock emorragico)[12] [13] [14], l’importanza di un trattamento precoce torna ad essere di grande attualità[15] [16]. Questo case report descrive un soccorso in ambiente impervio dove l’infermiere di emergenza territoriale, quale primo MSA[17] (mezzo di soccorso avanzato) giunto sul posto e quindi prima figura sanitaria, ha raggiunto il paziente sul luogo dell’evento per poterlo valutare e trattare precocemente, in piena collaborazione con il personale del soccorso tecnico giunto sul posto. L’obiettivo è quindi quello di richiamare gli attori del sistema di emergenza territoriale all’importanza della collaborazione fra enti diversi, sanitari e tecnici non sanitari, avente chiaramente come scopo finale un più precoce ed efficace trattamento del paziente sul posto per migliorarne l’outcome.
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Raito, Marika. "Moderne biotecnologie per la cura delle “lesioni difficili”." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 4 (January 15, 2014): 323–27. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1066.

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Abstract:
Il diabete mellito è una delle patologie a maggior impatto socio-sanitario. Circa il 15% degli oltre 200 milioni di pazienti affetti da diabete nel mondo sviluppa lesioni ulcerative degli arti inferiori di varia natura: ischemica pura, neuro ischemica, neuropatica o dovute ad infezione locale; il 50% di esse portano ad amputazione. Una caratteristica tipica del diabetico è spesso la mancanza del sintomo più precoce dell'arteriopatia periferica: la claudicatio “intermittens” spesso presente in concomitanza con la neuropatia sensitiva che produce un'alterata percezione del dolore: per questo motivo la prevenzione primaria e secondaria dell'ulcera del piede è uno degli obiettivi principali del sistema sanitario. In questa revisione vengono presentate le diverse tipologie di medicazioni avanzate che vengono utilizzate nella nostra struttura per la cura delle ferite difficili, ricordando che la multidisciplinarietà e la multi professionalità sono imprescindibili per l'organizzazione sanitaria che intenda affrontare la gestione delle sempre più presenti lesioni difficili nei pazienti ospedalizzati. La creazione di centri d'assistenza specializzati nella cura delle ulcere del piede diabetico in pazienti emodializzati che dispongano di figure professionali complementari - dermatologo, chirurgo vascolare, diabetologo, chirurgo plastico, nefrologo e personale infermieristico specializzato - rappresenta la soluzione più completa alle problematiche descritte grazie ad una crescente sensibilizzazione dei professionisti sanitari coinvolti e ad un apprezzabile miglioramento dello stile di vita dell'assistito.
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Sandonà, Leopoldo. "Bioetica performativa. I Comitati per l’etica clinica tra esperienze, crisi e prospettive." Medicina e Morale 69, no. 2 (July 21, 2020): 177–92. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2020.614.

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Abstract:
I comitati per l’etica clinica, nonostante la loro diffusione parziale nel contesto italiano, rappresentano un soggetto etico fondamentale all’interno dell’organizzazione sanitaria. Attraverso un’analisi delle esperienze e delle principali criticità, il contributo cerca di recuperare gli elementi performativi e propositivi per una maggiore integrazione di tali Comitati entro le istituzioni sanitarie, attraverso una riscoperta di una specifica competenza etica. Le esperienze mettono in luce le funzioni principali dei Comitati: analisi di casi, redazione di linee d’indirizzo, formazione del personale sanitario e informazione sociale, consulenza su allocazione di risorse nel sistema sanitario. Alcune di queste funzioni rimangono tuttavia frequentemente inesplorate o utilizzate in modo parziale dall’istituzione di riferimento. Proprio tale aspetto consente di addentrarsi nelle criticità di tali Comitati, connesse soprattutto ad un riconoscimento parziale da parte delle strutture istituzionali, oltre che ad una diffusione geografica non capillare e reticolare ma sporadica. L’analisi conduce al riconoscimento di una duplice performatività, da un lato del bioeticista nel Comitato, dall’altro del Comitato nell’istituzione. Inoltre emerge una compenetrazione tra competenza etica nell’era della complessità ed elementi originari della filosofia della medicina nella sua peculiare attenzione alla cura.
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Ripamonti, Chiara A., Emanuele Preti, Andrea Bassanini, and Alice Castelli. "Immigrati e salute: cause di malattia, comportamenti di cura e accesso ai servizi sanitari in soggetti sudamericani, cinesi e filippini. Uno studio pilota sul territorio milanese." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (November 2011): 29–51. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-003002.

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Abstract:
Questa ricerca indaga il rapporto delle minoranze etniche, presenti sul territorio di Milano e provincia, con la salute e con i servizi sanitari. Sono analizzati e confrontati tre gruppi etnici: latinoamericani, cinesi e filippini. Si ipotizza che la cultura e la tradizione popolare di queste minoranze etniche influenzino le modalitŕ con cui esse affrontano i problemi di salute e i loro comportamenti di cura. Pertanto, gli obiettivi del lavoro si concentrano sull'indagine dei comportamenti di cura intrapresi in caso di malattia, i rapporti con le strutture sanitarie e le cause che i membri dei gruppi etnici attribuiscono alle patologie tumorali. Č stata somministrata un'intervista con la metodologia free list a 114 soggetti appartenenti alle tre minoranze etniche considerate. Inoltre, č stata somministrata un'intervista semistrutturata a 10 medici di medicina generale e 15 medici volontari di alcuni centri di prima assistenza presenti a Milano. I risultati sottolineano la necessitŕ di comprendere sia le credenze che le esigenze nell'ambito della salute di persone appartenenti a culture differenti dalla nostra, cosě da poter implementare risposte da parte del sistema sanitario che siano realmente funzionali e efficaci.
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Carè, Alessandra. "Medicina di genere: normativa e rilevanza nella ricerca biomedica." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 1 (May 31, 2022): 3–5. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-1-1.

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Abstract:
L’approccio di genere rappresenta un cambiamento culturale che pone ogni persona al centro della cura. È un vero cambio di prospettiva che indica come aspetti fondamentali l’inclusione e la valorizzazione delle variabili biologiche, ambientali e sociali, dalle quali possono dipendere le differenze di salute tra i generi. La legge 3/2018 all’articolo 3 “Applicazione e diffusione della medicina di genere nel Servizio Sanitario Nazionale”, attraverso un Piano attuativo e con l’istituzione presso l'Istituto Superiore di Sanità dell’Osservatorio Nazionale per la Medicina di Genere, riporta gli step da considerare per assicurare l’avvio, il mantenimento nel tempo e il monitoraggio delle azioni richieste. Scopo primario sarà il raggiungimento di una reale equità nelle cure che tenga conto delle differenze di sesso e genere nella programmazione e nell’organizzazione dell’offerta sanitaria.
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Condò, Franco. "Presentazione." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S4 (March 2002): 7–8. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000435.

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Abstract:
Accolgo con favore l'iniziativa del Centro Studi e Ricerche della ASL Roma E di realizzare un'edizione italiana del rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sulla salute mentale delle popolazioni indigene nel mondo.Questa pubblicazione, ottimamente curata dal dr. Pompeo Martelli, è motivo d'orgoglio per la nostra Azienda impegnata nel miglioramento continuo della qualità dei servizi sanitari e delle prestazioni offerte alla cittadinanza per la promozione della salute, la prevenzione, la cura e la riabilitazione.Gli operatori della salute pubblica del nostro paese si confrontano sempre più spesso con cittadini provenienti da altre culture.Le regole per l'assistenza sanitaria agli immigrati indirizzate dal Ministero della Salute agli operatori del SSN e ai cittadini che provengono da paesi non appartenenti all'Unione Europea e le “Linee guida per l'assistenza sanitaria agli stranieri” pubblicate dall'Assessorato alla Sanità della Regione Lazio pur caratterizzandosi come iniziative molto avanzate nel panorama normativo europeo hanno altresì bisogno di un valido e collaudato modello di servizio sanitario “culturalmente sensibile”, obiettivo questo che la nostra Azienda si è impegnata a percorrere considerando che lo sviluppo di nuove procedure di accesso per utenti stranieri conduce a cambiamenti significativi nell'attuale organizzazione dei servizi.
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Ceruti, Silvia, and Mario Picozzi. "La responsabilità giuridica nella Consulenza Etica in Ambito Sanitario." Medicina e Morale 69, no. 3 (November 3, 2020): 371–89. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2020.708.

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Abstract:
Scopo del presente contributo è delineare il perimetro entro il quale articolare una riflessione critica relativa alla questione della responsabilità giuridica connessa all’attività di Consulenza Etica in Ambito Sanitario (CEAS). Innanzitutto, saranno illustrate le ragioni per le quali ritenere che, al momento attuale, in Italia, la CEAS resa da un Consulente Etico singolo rappresenti il modello che meglio risponde all’esigenza di garantire un servizio di qualità ai pazienti e agli operatori sanitari. In secondo luogo, saranno analizzati gli elementi in base ai quali possa considerarsi ascrivibile in capo al Consulente Etico una responsabilità giuridica per violazione di una norma civile o penale. Infine, a partire dall’analisi dell’evoluzione giurisprudenziale e degli interventi legislativi di riforma in ambito sanitario, verrà avanzata una proposta in ordine alla disciplina applicabile all’operato del Consulente Etico in caso di danno procurato al paziente. Alla luce di quanto esposto, si tenterà di sostenere come il formale riconoscimento, anche giuridico, della figura del Consulente Etico possa risultare funzionale sia a dare contenuto all’effettivo ruolo svolto dal consulente nel processo di cura, sia a incentivare la stessa diffusione della cultura della CEAS, intesa come processo dialogico che ha lo scopo di contribuire al miglioramento dell’assistenza sanitaria mediante l’individuazione, l’analisi e la risoluzione dei dilemmi etici riconducibili alla pratica clinica.
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Frison, Vera. "Knowledge; know-how; skills to be able to live with chronicity, care for it, and cure it. An AMD project to help clinicians overcome therapeutic inertia. Results of the web survey among AMD members." Journal of AMD 25, no. 1 (May 2022): 55. http://dx.doi.org/10.36171/jamd21.24.4.10.

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Abstract:
Scopo della survey è stato quello di esaminare il comportamento ed il vissuto del diabetologo nei confronti dell’inerzia terapeutica, anche alla luce degli ostacoli posti dai modelli assistenziali (ad es.: piani terapeutici, scarso tempo disponibile per dedicare attenzione ai pazienti) ponendo l’attenzione anche sugli aspetti emotivi e culturali che emergono nel corso dell’attività professionale. È stato inviato ai diabetologi dell’Associazione Medici Diabetologi un link per un questionario, a cui rispondere via web, composto da 19 domande. La prima parte del questionario era finalizzata a descrivere il campione dei diabetologi coinvolti (età, sesso, contesto lavorativo, ecc.). La seconda parte ha analizzato invece l’atteggiamento nei confronti di situazioni di “inerzia terapeutica”. All’indagine hanno partecipato 94 medici, 66% donne e 34 % uomini, di età compresa tra i 30 ed i 70 anni, distribuiti in maniera omogenea sul territorio nazionale, 37% al Sud, 36% al Nord e 27% al Centro Italia, con buona esperienza nel settore (l’81 % opera da più di 10 anni), che prestano la loro attività per il 51% presso una struttura ospedaliera, per il 37% presso una struttura ambulatoriale mentre il restante 10% svolge esclusivamente attività libero professionale. Le risposte alle domande hanno evidenziato che l’inerzia terapeutica è un elemento presente, causato da molteplici fattori, che si è acuito a causa della pandemia da COVID-19, ed è connaturato alla complessità della patologia da un lato, e dall’altro ad una articolazione dei trattamenti terapeutici complessa da gestire. Sempre di più, il clinico, oltre alle competenze legate alla gestione della patologia, necessita di un supporto che lo aiuti sia a perfezionare il momento decisionale che a migliorare l’approccio con il paziente per essere capace di coglierne i bisogni e proporre il percorso di cura più adatto, efficace e sicuro, realizzando una vera personalizzazione della terapia. Approcciare la terapia rimane forse la sfida più importante. A questo si aggiunge la problematica dell’accesso ancora limitato alle cure a causa della situazione che le strutture sanitarie stanno affrontando per contrastare la pandemia Covid- 19 e la necessità per il medico di ricollocare la propria persona e la propria professione all’interno di un sistema completamente rinnovato. PAROLE CHIAVE diabete mellito; nuovi ipoglicemizzanti; inerzia terapeutica.
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Bompiani, Adriano. "Economia ed etica nello sviluppo del Sistema sanitario italiano." Medicina e Morale 45, no. 5 (October 31, 1996): 923–34. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.898.

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Abstract:
In italia, come nei Paesi industrializzati dell’Europa occidentale, sono intervenuti notevoli cambiamenti demografici ed epidemiologici (invecchiamento della popolazione e aumento del numero di anziani, riduzione della patologia infettiva e aumento delle malattie degenerative), associati a rilevanti fenomeni sociali (contrazione volontaria della fertilità, progressivo aumento del lavoro extradomestico della donna), ai quali fanno riscontro le aumentate capacità di cura delle malattie acute, lo sviluppo incessante della tecnologia e la crescente richiesta di “godimento di salute” come diritto dell’individuo. Tutto ciò ha portato a concepire nuovi assetti sanitari, mentre è venuto meno il welfare state e stenta ad affermarsi la strategia di promozione della salute mediante la prevenzione. Partendo da queste difficoltà e rendendosi conto del rilievo etico di queste problematiche, poichè è indubbia l’estensione del diritto all’assistenza sanitaria a tutti i cittadini, nell’articolo vengono esaminati i rapporti tra il principio di giustizia, tradotto in pratica dal principio di equità, e l’economia sanitaria. Inoltre, delle diverse questioni affrontate (assistenza sanitaria in generale, l’acquisizione delle risorse per la sanità in Italia e negli altri Paesi europei, la proposta del cosiddetto federalismo in sanità, l’impiego delle risorse e la razionalizzazione economica nella spesa) sono evidenziate anche le implicanze etiche e bioetiche relative alle diverse correnti di pensiero: utilitarismo, individualismo-libertario, egualitarismo e personalismo, e se ne ricava che le concezioni della bioetica personalista sono quelle che più servono da supporto all’etica medica tradizionale, sebbene essa richieda un lavoro di interpretazione dei “parametri economici” caso per caso ed una grande responsabilità da parte di ogni operatore sanitario nel gestire le risorse comuni.
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Tognetti, Bordogna Mara. "Gli immigrati tra innovazione organizzativa e cambiamenti culturali." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 122 (June 2011): 181–93. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122013.

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Abstract:
La presenza di immigrati ha determinato trasformazioni sociali che hanno interessato in generale la struttura e l'organizzazione della societŕ. Il vero cambiamento è stato prodotto, nel sistema di welfare sanitario. Partendo dal presupposto che questi, nelle societŕ moderne, è uno dei principali sistemi esperti, nel nostro contributo andremo a cogliere, sia i gradi di apertura o chiusura reciproca degli attori, sia le strategie messe in atto nella relazione di cura. Partendo dall'analisi di studi di caso, nel paper, evidenzieremo, come la presenza d'immigrati, che accedono alle risorse sanitarie, è una questione che interroga le politiche sanitarie costituendo un'occasione per innovare i sistemi organizzativi che si occupano della cura. I soggetti migranti nel sistema dei servizi possono essere, in alcune realtŕ operative, occasione per l'apprendimento di nuove regole procedurali, nuovi stili relazionali, forme di collaborazione interorganizzative ma anche di sperimentazione di pratiche di innovazione organizzativa.
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Cipressa, Salvatore. "La professione infermieristica: considerazioni etico-deontologiche." Medicina e Morale 52, no. 2 (April 30, 2003): 283–97. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2003.671.

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Abstract:
Per qualificare il servizio sanitario e per mantenere un buon livello di professionalità degli operatori sanitari sono necessari sia strumenti tecnicoscientifici, sia una adeguata formazione etico-culturale, che faccia riferimento ad una antropologia cristianamente fondata, che possiamo definire personalista. Si richiede che si abbia una visione integrale dell’uomo e della sua vocazione che “non è solo naturale e terrena, ma anche soprannaturale ed eterna”. Nell’articolo – facendo riferimento a questo modello antropologico – l’Autore delinea alcuni atteggiamenti e comportamenti morali che caratterizzano la professione infermieristica e tracciano l’identità e la figura professionale dell’infermiere. Ne segue che l’infermiere vive con umiltà e correttezza la sua professione, contribuisce a umanizzare l’assistenza sanitaria, considera l’ammalato una persona da amare, ama la vita e si pone a servizio di essa, si impegna in una formazione permanente e collabora con l’équipe medica. Egli è il buon samaritano dei nostri giorni, che si ferma accanto all’uomo ferito, facendosi suo “prossimo” nella carità (cf. Lc 10, 29-37). Nel suo rapporto professionale, l’infermiere è chiamato ad instaurare con la persona ammalata una relazione di aiuto vera, competente e terapeutica. Tale relazione costituisce l’essenza della professione infermieristica ed è una relazione particolare di natura etica, che possiamo definire “un incontro tra una fiducia e una coscienza. La ‘fiducia’ di un uomo segnato dalla sofferenza e dalla malattia e perciò bisognevole, il quale si affida alla ‘coscienza’ di un altro uomo che può farsi carico del suo bisogno e che gli va incontro per assisterlo, curarlo, guarirlo”. Per l’infermiere a cui sta a cuore il perfetto esercizio della professione infermieristica, Gesù Cristo è il modello etico-deontologico di riferimento per testimoniare la carità, che ha nella cura e nell’assistenza dei malati la sua peculiare espressione. Esercitando la sua professione con scienza e coscienza, l’infermiere esprime e testimonia la carità di Cristo.
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Gil Paz, Iriana, Paz González Martínez, Ana López Acón, Susana Montes Vázquez, Raúl Torres Insua, José Caamaño Ponte, and Javier Fernández Nistal. "La humanización de la asistencia sanitaria y su comunicación a través de la responsabilidad social = The humanization of health care and its communication through social responsibility." REVISTA ESPAÑOLA DE COMUNICACIÓN EN SALUD 9, no. 1 (June 29, 2018): 54. http://dx.doi.org/10.20318/recs.2018.4254.

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Abstract:
Resumen: Los hospitales siempre han tenido, per se, una función social de gran importancia puesto que su principal actividad se centra en curar y cuidar a los enfermos. Sin embargo, lograr que esa asistencia sanitaria sea más humana resulta de la mayor relevancia. La aplicación de los conceptos que sustentan las iniciativas de Responsabilidad Social podrían constituir una herramienta adecuada para el análisis y la deliberación con el objetivo de desarrollar un plan para la humanización de la asistencia sanitaria en colaboración con la Xerencia de Xestión Integrada de Santiago de Compostela, para ello seguimos una estructura lógica secuencial. En primer lugar, se identificaron los grupos de interés involucrados en el sector sanitario, ana­lizando su implicación en la humanización de la asistencia sanitaria, y su nivel de influencia, permitiendo la realización de un análisis de materialidad. En segundo lugar, se objetivaron las mejores prácticas en el ámbito de la asistencia clínica hospitalaria, comparando cinco organizaciones sanitarias de ámbito na­cional. Por último, se procedió al diseño de un plan concretando acciones a desarrollar. Concluimos que los postulados de la Responsabilidad Social y su comunicación eficaz podrían constituir una excelente estrategia hacia el logro de la humanización de la atención sanitaria.Palabras clave: Responsabilidad Social; Humanización; Asistencia sanitaria; Comunicación.Abstract: Hospitals have always been institutions with an important social role because their principal activity consists in cure and treat the ill. However, making the health care more humane it’s really important. The use of the concepts that support the Social responsibility initiatives could constitute a suitable tool for the deliberation and analysis with the objective of developing a plan with the purpose of humanizing the healthcare system in collaboration with the Xeren­cia de Xestión Integrada of Santiago de Compostela, for that we follow a sequential logic structure. To begin with, the interest groups involved in the health system are identified, analyzing its implication in the humanization of the healthcare, and its level of influence, allowing the elaboration of a materialization analysis. In addition to, the best practices in the health care system have been objectified, comparing five health organizations in the national sphere. Finally a plan stating what actions should be developed was designed. We conclude that the postulates of Social Responsibility and it’s effective communication could be an excellent strategy to achieve the humanization of the healthcare system.Keywords: Social Responsability; Humanization; Healthcare; Communication.
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Genova, Angela. "La telemedicina per l'assistenza domiciliare: le professioni sanitarie nella nuova spazializzazione della malattia." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (August 2022): 141–56. http://dx.doi.org/10.3280/we2022-001011.

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Abstract:
La pandemia ha contribuito ad accelerare in Italia l'uso della "telemedicina". Focalizzandosi sull'analisi delle Linee Guida per la Telemedicina nell'assistenza domiciliare (2022), questo lavoro mette in luce come il modello proposto di cura sancisce l'ambiente di azione del medico lontano dal paziente non solo nello spa-zio, ma anche a volte nel tempo; mentre mantiene a fianco del paziente la semi-professione degli infermieri e delinea spazi potenzialmente di grande innovazio-ne anche per la figura dell'Operatore Socio Sanitario (OSS), anche se ufficial-mente non è mai menzionata. La telemedicina, con le sue innovazioni nei luoghi e nei tempi delle pratiche di cura, delinea una nuova spazializzazione della malat-tia con delle caratteristiche specifiche e delle implicazioni sostanziali per le pro-fessioni sanitarie sia per quanto attiene le loro singole identità che le relazioni tra loro.
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Cuniberti, Paola, and Michele Liuzzi. "Psicologia di Cure Primarie. Un contributo alla salute di comunitŕ attraverso nuove vie della pratica psicologica nel SSN." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (December 2010): 111–28. http://dx.doi.org/10.3280/pds2010-002008.

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Abstract:
L'obiettivo dell'articolo č di presentare nuovi possibili sviluppi della pratica psicologica nel SSN nell'ambito delle Cure Primarie (CP). La finalitŕ della Psicologia di Cure Primarie (PCP) č quella di contribuire alla promozione del benessere psicologico nella comunitŕ, attraverso la costruzione di una rete di collaborazione con la Medicina Generale e con i servizi del territorio. In ambito clinico, il compito della PCP č quello di fornire un primo livello di cure psicologiche, accessibile, efficace, cost-effective, ed integrato con gli altri servizi sanitari, nella prospettiva di un'organizzazione di assistenza psicologica a livelli crescenti di intervento (stepped care), mutuata dall'esperienza inglese, per rispondere alla domanda di cura dei cosiddetti Disturbi Mentali Comuni, che non richiedono interventi integrati con i servizi specialistici, ma che, se non trattati, comportano conseguenze sul piano dei costi sociali, oltreché individuali.
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Colucci, Massimiliano. "(Est)etica delle infezioni correlate all’assistenza / (Est)ethics of infections related to assistance." Medicina e Morale 66, no. 4 (October 11, 2017): 457–73. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.501.

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Abstract:
Le infezioni correlate all’assistenza sono un problema mondiale. Si possono prevenire attraverso programmi di igiene e abitudini corrette, come il lavaggio delle mani. Tra le cause ci sono probabilmente le unghie artificiali e gli anelli. Anche se manca un’evidenza definitiva per sostenere il divieto di indossarli durante la prassi assistenziale, in una condizione di incertezza, la migliore presa di posizione sul piano etico è di agire secondo precauzione. Inoltre, l’estetica può essere considerata un valore in sé, ma nell’ambiente sanitario le scelte estetiche non dovrebbero rappresentare un pericolo per il paziente. L’autonomia dei professionisti sanitari andrebbe perciò bilanciata coi principi di non-maleficenza e giustizia, in una prospettiva relazionale: è una questione di responsabilità verso i pazienti, i colleghi e la comunità. Infine, il professionista sanitario ha un suo specifico essere- in-relazione, che è la relazione di cura. Se un paziente affida se stesso a un professionista sanitario, un autentico valore estetico sta nell’impegno a non diminuirne le possibilità di esistenza. Bellezza, in questo caso, significa la migliore igiene delle mani. ---------- Healthcare-associated infections are a problem worldwide. They can be prevented through hygiene programs and good habits, like hand-washing. Among causes there are probably artificial fingernails and finger rings. Even if there is not a definitive evidence to support the prohibition to wear them during healthcare practice, in a condition of uncertainty the best ethical stance is to act according to precaution. Moreover, aesthetics may be considered as a value in itself, but in a healthcare setting aesthetical choices should not pose a threat to the patient. Therefore, health care professionals’ autonomy should be balanced with non-maleficence and justice principles, in a relational perspective: it is a matter of responsibility towards patients, coworkers, and community as well. Finally, the healthcare professional has a proper being-in-relationship, that is the cure relationship. If a patient entrusts himself to a healthcare professional, an authentic aesthetic value may be the commitment to not decrease the possibilities of patients’ existence. Beauty, in this case, means the best hand hygiene.
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Colavero, Paolo. "Il corpo, lo spazio e il tempo. Note di metodo per una psicologia nei Servizi di Oncoematologia Pediatrica." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (October 2022): 154–67. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-003012.

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Abstract:
Lo psicologo di Oncoematologia Pediatrica rappresenta una figura chiave nel complesso delle cure mediche che vengono portate avanti nelle Unità Operative Complesse. Il presente lavoro, dopo una breve descrizione della specificità dell'intervento psicologico rivolto alla soggettività e all'esperienza vissuta dei pazienti e dei familiari, discute della cura del contenito-re sanitario messo loro a disposizione. L'attenzione al contenitore e il rispetto dello stesso so-no fondamentali per la corretta fondazione e la tenuta dell'ambulatorio stesso e quindi per la gestione delle situazioni cliniche e la cura del "tempo sospeso" ospedaliero, temporalità propria dei pazienti e delle famiglie, che rappresenta un maker psicopatologico della condizione di fragilità dovuto alla malattia oncoematologica.
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Lama, Antonella. "Prendersi cura dei curanti: i gruppi di psicodinamica per operatori sanitari." GRUPPI, no. 3 (May 2010): 97–111. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-003006.

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Abstract:
Lo sviluppo e il mantenimento del benessere degli operatori č una chiave strategica di ogni struttura sanitaria orientata alla promozione della salute negli ospedali. Ciň malgrado sono in costante aumento segnali di sofferenza, situazioni conflittuali e manifestazioni di disagio da parte degli operatori sanitari dei reparti ospedalieri. Negli ultimi anni l'UO 1 di Psicologia dell'APSS di Trento ha introdotto i gruppi di psicodinamica, adattando il dispositivo della psicoterapia dinamica di gruppo ai bisogni delle équipe e affidandone la conduzione a personale esperto. Si tratta di esperienze a termine della durata di 12-18 mesi con incontri ad intervalli regolari (due volte al mese). Il personale focalizza le tematiche legate alle difficoltŕ della relazione con i colleghi e coi pazienti, e ha la possibilitŕ di elaborare le esperienze traumatiche. Tra i principali benefici riferiti dagli operatori vengono citati il miglioramento del clima emotivo e l'individuazione di sistemi difensivi piů evoluti per far fronte alla compassion fatigue.
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Bonizzoni, Paolo, Alessandra Marinoni, Alessandra Mogliati, Angela Pistorio, Roberta Brusotti, Giacinto Buscaglia, and Sergio Schiaffino. "Psychiatric information system of Liguria Region: preliminary results. The case register of Liguria Region." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 3, no. 2 (August 1994): 115–22. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003560.

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Abstract:
RiassuntoSono descritte con la stessa metodologia impiegata in altre quattro aree italiane sedi di Registro psichiatrico dei casi, le caratteristiche del bacino di utenza, la tipologia e l'organizzazione dei Servizi della Regione Liguria. Il sistema informativo psichiatrico ligure nasce ufficialmente nel marzo 1987 con una deliberazione della Giunta Regionale che conferisce l'incarico di organizzazione del sistema informativo all'lstituto di Scienze Sanitarie Applicate dell'Università di Pavia. La fonte dei dati è rappresentata dai Servizi psichiatrici della Liguria, comprendenti 20 Servizi Territoriali di Salute Mentale (SSM), 9 Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC) e 2 Presidi Socio Sanitari (PSS). Il Registro psichiatrico è gestito a livello cartaceo in tutti i Servizi della Regione; tuttavia in 12 dei Servizi di Salute Mentale, in 2 dei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura e nei Presidi Socio Sanitari si è già passati ad una gestione informatizzata del Registro. La rilevazione dei dati è iniziata dal 1988 è nel 1989 è stata fatta la prima verifica regionale sulla funzionalità del sistema. I risultati relativi all'utenza dei servizi territoriali evidenziano tassi di prevalenza annua che vanno dal 200 al 500 per 100.000 abitanti. Per quanto concerne gli interventi residenziali, SPDC e PSS sono stati analizzati separatamente confermando peraltro il dato della letteratura cioè di una eccedenza di diagnosi di psicosi soprattutto tra i maschi ricove- rati in SPDC e tra le femmine ricoverate nei PSS. La struttura per eta evidenzia che si tratta di persone di età avanzata in particolare tra le donne.
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Honings, Bonifacio. "Un nuovo termine medico in discussione Nota commento al cosiddetto versterving." Medicina e Morale 47, no. 6 (December 31, 1998): 1211–18. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.817.

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Abstract:
In questa nota informativa l’Autore intende far conoscere il significato di una nuova parola diffusa in Olanda e in Germania: versterving. Si tratta di un termine olandese in uso da un po’di tempo nelle case di cura per anziani affetti da demenza. La discussione intorno a questo termine ebbe inizio con un fatto accaduto in una casa di cura in Olanda: i parenti di un malato ivi ricoverato denunciarono il personale curante perché, al fine di accelerare la morte del loro congiunto, non gli davano né cibo, né acqua. Infatti il termine venne coniato per la prima volta da un medico psichiatra, Chabot, per indicare la rinuncia all’idratazione e all’alimentazione artificiali, il che, in sostanza, vuol dire aprire una finestra all’eutanasia passiva. Infatti l’alimentazione e l’idratazione rientrano tra le cure normali dovute sempre al malato per cui la loro ingiustificata sospensione può avere il significato di vera eutanasia. La versterving è quindi una sospensione indebita di cure proporzionate. L’Autore afferma inoltre che l’attività medico-sanitaria deve essere impostata su un incontro tra una fiducia (quella del malato) e una coscienza (quella del medico) che ha il compito di assistere, curare e guarire.
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Velotti, Patrizia, Cecilia Serena Pace, Valentina Patti, and Giulio Cesare Zavattini. "Del transitare nel focus group: riflessioni a margine di un'esperienza." GRUPPI, no. 2 (April 2011): 105–18. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-002008.

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Abstract:
I fenomeni migratori si contraddistinguono come una realtŕ estremamente attuale, densa di implicazioni che meritano di essere approfondite. In ambito sanitario, l'area relativa alle professioni di cura si caratterizza come un importante settore nel quale poter valutare e studiare gli effetti e le peculiaritŕ di una crescente multiculturalitŕ. Ed č qui che nel corso degli ultimi anni lo studio dei concetti della salute, della malattia e della cura nei campioni di utenti si č rivelato particolarmente proficuo mettendo in evidenza le possibili dissimilaritŕ di queste concezioni in seno alle varie culture. Attualmente, tuttavia, la massiccia immissione di personale, soprattutto infermieristico, proveniente da altri contesti porta gli stessi professionisti della salute a lavorare in équipe che, oltre che interdisciplinari, risultano molto spesso anche multi-culturali. In questo senso, il migrante non dovrebbe piů essere concepito solamente come utente dei servizi, ma anche come operatore e dunque come parte integrante del sistema sanitario in cui si inserisce. In risposta al rinnovato interesse verso le eventuali differenze, sia nelle modalitŕ di rappresentare la salute e la malattia, sia negli aspetti relativi al modo in cui i diversi gruppi culturali intendono il "fornire cure" č stata condotta la ricerca qualitativa alla quale questo lavoro fa riferimento.
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Bispo Júnior, José Patrício. "La fisioterapia en los sistemas de salud: marco teórico y fundamentos para una práctica integral." Salud Colectiva 17 (October 18, 2021): e3709. http://dx.doi.org/10.18294/sc.2021.3709.

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Abstract:
Este artículo tiene como objetivo presentar un marco conceptual para ampliar el alcance de la fisioterapia en los sistemas sanitarios. En la primera parte, se discuten los conceptos de la profesión, el objeto de estudio y el campo de prácticas. Se subraya la adopción del concepto ampliado de salud y no solo el enfoque en la discapacidad. En la segunda parte, se discuten cuatro modelos teóricos: el modelo de la patokinesiología; la teoría del movimiento continuo; el modelo de medición de la capacidad de movimiento; y la Clasificación Internacional del Funcionamiento, de la Discapacidad y de la Salud. En la tercera parte, se presenta el papel de los fisioterapeutas en los sistemas sanitarios. El modelo propone la actuación en la atención primaria, secundaria y terciaria, en la vigilancia y en la gestión sanitaria. Así, se busca fundamentar la acción en la promoción de la salud, la prevención de enfermedades y discapacidades, la cura y la rehabilitación.
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Agrusta, M. "Digital health: the new necessary skills. Medical-patient communication through technological tools." Journal of AMD 24, no. 4 (February 2022): 264. http://dx.doi.org/10.36171/jamd21.24.4.4.

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Abstract:
La telemedicina si affaccia in diabetologia agli inizi degli anni Ottanta con un impiego limitato alla trasmissione di dati metabolici fra medico e paziente; nel tempo le aree di applicazione nella cura del diabete si sono moltiplicate ed i progetti attuali sono finalizzati nella gestione terapeutica ed educazionale Tutti gli operatori del sistema sanitario devono, oggi, comprendere che esercitare la professione sanitaria vuol dire non solo curare le persone, ma prendersi anche cura dei loro dati, e che le due cose non sono più scindibili. Altro problema delicato e centrale, che si pone la telemedicina, è quello di non ridurre il rapporto medico paziente ad una fredda interlocuzione attraverso un video o ad un impersonale messaggio, ma al contrario è quello di costruire intorno al paziente una rete fatta di servizi che non solo siano in grado di assisterlo nella malattia, ma anche di garantire quella buona qualità di vita che spesso è inficiata in una patologia complessa quale il diabete. PAROLE CHIAVE telemedicina; buona relazione; buona qualità della vita; setting a distanza; colloquio clinico.
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Cambria, Santino. "Migrazione interna e migrazione attuale in Italia. Territorio e mutamento sociale in relazione al disagio psichico." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 95 (July 2011): 131–41. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-095008.

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Abstract:
L'imponente migrazione straniera, una migrazione inamovibile e crescente di famiglie, č vissuta dagli autoctoni massimamente in sostanziali termini di paura, seguendo il tradizionale percorso del pregiudizio. Studi ormai classici di sociologia, uniti ad altri studi, in particolare di psicologia, giŕ evidenziavano queste e altre caratteristiche nella migrazione interna in Italia. Analisi e proposte non sembrano aver perduto validitŕ se applicate alla migrazione attuale. Per i migranti la perdita della salute fisica e psichica č la perdita di tutto, e questo fornisce un primo possibile fondamento per il loro disagio psichico, ed anche per l'eccesso di ricoveri di urgenza e di trattamenti sanitari obbligatori. Per il migrante che cerca le cure solo quando č allo stremo sono necessari interventi forti di tipo psicosociale territoriale. Le ricerche sempre piů accurate rivelano, quali cause determinanti o favorenti i disturbi psichici del migrante, le medesime cause relative ai disturbi psichici dell'autoctono. Risulta comunque evidente che, come per la tossicodipendenza, anche per la malattia mentale gli interventi fondati sul sociale sono inscindibili dagli interventi di ordine sanitario.
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Reale, Maria Cristina. "Il diritto di non curarsi. Ancora uno scontro tra doveri medici e libertŕ di autodeterminazione." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 2 (July 2012): 159–68. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-002009.

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Abstract:
Il conflitto tra il diritto degli individui di decidere come curarsi e il dovere dei sanitari di adempiere ai propri obblighi di cura richiama questioni note e delicate quali la definizione del concetto di vita e di salute, del tipo di rapporto che si instaura tra medico e paziente e della sussistenza di limiti al diritto di rifiutare le cure. Sebbene tale diritto trovi ampio riconoscimento a livello tanto normativo (pur in assenza di una legge ad hoc) quanto giurisprudenziale, un recente caso di imposizione forzata di un trattamento, dai medici considerato salvavita, ad un soggetto che a tale trattamento si opponeva in modo reiterato, pienamente consapevole delle eventuali conseguenze, ha nuovamente evidenziato le difficoltŕ che insorgono quando si tratta di tutelare in giudizio il pieno rispetto della volontŕ del paziente.
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Maritano, Livio. "Comunità cristiana e pastorale sanitaria." Medicina e Morale 39, no. 3 (June 30, 1990): 453–68. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1173.

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Abstract:
Per la sua natura fondamentale, la chiesa è chiamata a rivolgere la sua attenzione pastorale a tutti gli ambiti nei quali l'uomo opera e vive. L'ambito sanitario è certamente uno di questi, sia per la presenza numerosa di operatori, sia soprattutto perché al centro vi sono le persone malate e sofferenti. Nelle parole di un vescovo, come è l'autore, viene richiamata qui l'urgenza di una autentica pastorale sanitaria: essa trova la sua ragion d'essere anzitutto per lo stato di bisogno in cui si trovano i fratelli sofferenti, bisogno al quale una comunità cristiana matura deve essere in grado di rispondere; in secondo luogo, la comunità deve annunciare al cristiano la vocazione particolare inerente allo stato di malattia e accompagnarlo con il doveroso sostegno a corrispondere a tale chiamata. Tale necessità è stata recentemente espressa nel documento La pastorale della salute nella chiesa italiana, a cura della Consulta CEI per la pastorale della salute, i cui punti essenziali vengono qui ripercorsi dall'autore.
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Ricci, Elena. "Le virtù comunicative nella relazione medico-paziente." Medicina e Morale 69, no. 4 (December 29, 2020): 503–21. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2020.855.

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Abstract:
Per lungo tempo, la comunicazione è stata considerata un elemento secondario nella pratica medica e questo aspetto ha spesso inciso negativamente sulla relazione medico-paziente. A dimostrare ciò, vi sono molti studi i quali, volendo analizzare le mancanze che i pazienti lamentano maggiormente delle pratiche sanitarie, rilevano tra le principali proprio la poca cura da parte dei medici nel momento della comunicazione. Per sopperire a questa debolezza, una sempre più fiorente letteratura si è occupata di gettare luce su questo aspetto, mostrando ad esempio come una cattiva comunicazione possa ledere la fiducia e conseguentemente l’alleanza terapeutica, elemento essenziale della relazione medico-paziente. Una non meno fiorente produzione ha cercato inoltre di illuminare quali siano quei particolari tratti del carattere che, debitamente coltivati, favoriscono il buon agire dell’operatore sanitario. Tuttavia, curiosamente, questi due ambiti non sono stati fino ad ora messi in correlazione, se non indirettamente. Intento del presente lavoro è quello di illustrare il nesso che li lega, mostrando l’imprescindibilità dell’aspetto comunicativo nella pratica medica ed evidenziando quanto il risultato di una buona relazione medico-paziente dipenda dal modo in cui il professionista si pone entro la relazione di cura. Per questa ragione, utilizzando come paradigma la Virtue Ethics, nell’ultimo paragrafo di questo lavoro si propone una lista di virtù che, maturando nel professionista, possono rendere la pratica comunicativa una buona pratica.
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D’Isanto, Flavia, and Giuseppe Festa. "Analisi dell'efficacia e miglioramento continuo nei programmi di screening oncologico - il caso di studio del distretto socio-sanitario 19 Lusciano dell'ASL Caserta." ESPERIENZE D'IMPRESA, no. 1 (November 2020): 109–26. http://dx.doi.org/10.3280/ei2018-001006.

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Abstract:
Nell'organizzazione e nella gestione dei servizi sanitari finalizzati a offrire cura per le malattie neoplastiche un contributo sempre più decisivo deriva dai programmi di screening oncologico a fini di prevenzione. Ormai qualificati come essenziali obiettivi di salute a livello ministeriale, i risultati dei programmi di screening oncologico in Italia, a livello territoriale, sono determinati, nell'ambito dell'ASL, dalla confluenza di azioni definite a livello centralizzato (Direzione Sanitaria Aziendale) e dai singoli Direttori dei Distretti Sociosanitari di riferimento. Nello studio che segue si propone quale perimetro d'indagine quello del Distretto Sociosanitario 19 Lusciano dell'ASL Caserta. Tramite rilevamento degli obiettivi, mappatura delle attività e verifica dei risultati si è proceduto a un'analisi sistematica di valutazione dei programmi di screening oncologico nel 2018, ricavando da tale indagine una metodologia applicativa, in linea con il "Ciclo di Deming", allo scopo di perseguire un miglioramento continuo della gestione degli obiettivi di salute e dei programmi di screening oncologico sul territorio.
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Vigorelli, Marta. "Il trauma individuale nel trauma collettivo. Stare con il dolore estremo di chi cura." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 2 (November 2020): 75–95. http://dx.doi.org/10.3280/psp2020-002005.

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Abstract:
Dopo una sintetica descrizione del contesto psicosociale di grave emergenza Covid-19 in Lombardia (Italia), il contributo si focalizza su alcuni interrogativi che aprono alla psicoterapia psicoanalitica uno spa-zio di riflessione e di lavoro sul tema di come occuparci di chi si pren-de cura (helping professions), e di come stare con il dolore del soccor-ritore e del terapeuta, immersi in un trauma collettivo. A partire dalla formazione clinica psicoanalitica istituzionale, in dialogo con i contri-buti della psicologia dell'emergenza, si presentano i percorsi psicotera-peutici con due operatori sanitari - una responsabile di una struttura per anziani e un giovane medico specializzando ? che hanno fatto emergere una particolare condensazione traumatica articolata su più li-velli: quello individuale soggettivo che ha colpito i pazienti, ma anche la vita personale della terapeuta, quello legato all'emergenza sanitaria con le drammatiche connessioni sociali e politiche, ma anche il trauma di loro come curanti, e quello dei loro pazienti e delle loro famiglie. Il lavoro clinico, tempestivo e flessibile si intreccia con le vicissitudini del contesto lavorativo di questi operatori coinvolti direttamente con la pandemia, favorendo la loro resilienza individuale e una capacità di intervenire in modo trasformativo su se stessi e sui contesti di cura.
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Bompiani, Adriano. "L’Italia e la “Dichiarazione di Amsterdam” sui diritti dei pazienti." Medicina e Morale 47, no. 1 (February 28, 1998): 47–90. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.843.

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Abstract:
In questo lavoro si compie un’analisi della “Dichiarazione sulla promozione dei diritti dei pazienti in Europa”, redatta da un gruppo di esperti sotto gli auspici dell’Ufficio Regionale Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nella riunione tenutasi ad Amsterdam (28-30 marzo 1994). L’iniziativa dell’OMS dimostra il crescente interesse degli Stati appartenenti alla Regione Europea a rendere comparabili le norme degli ordinamenti interni concernenti l’accesso e l’utilizzazione da parte dei pazienti dei servizi sanitari, venendo incontro non solamente ad ormai codificati diritti soggettivi della persona umana, ma anche a legittime aspirazioni di miglioramento della qualità e dei rapporti umani nell’assistenza. Richiamata la lunga serie delle “Dichiarazioni sui diritti dell’uomo” proclamate in diversi documenti internazionali di alto valore morale, e le parallele dichiarazioni riguardanti i “diritti dei pazienti”, l’analisi prosegue delineando i contenuti fondamentali della Dichiarazione di Amsterdam e valutandoli sotto il profilo etico-giuridico. Si è cercato anche di verificare - brevemente - le analogie intercorrenti fra detta “Dichiarazione di Amsterdam” e la “Carta dei servizi pubblici sanitari”, strumento che intende attuare l’art. 14 del D. Leg. n. 502/1992 (e successive modificazioni ed integrazioni). “Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’art.1 della legge 23 ottobre 1992 n. 421”. L’art. 14, come è noto, ha per oggetto i “Diritti dei cittadini”. L’applicazione dei principi solennemente dichiarati nei vari documenti esaminati richiede - ormai - una convinta adesione ai postulati dell’etica della cura, interpretati nella tradizione personalista.
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Calamai, Monica, Emanuele Baroni, Denni Romoli, and Laura Belloni. "Prendersi cura delle organizzazioni sanitarie: relazioni che curano e cura delle relazioni." GRUPPI, no. 2 (March 2016): 9–19. http://dx.doi.org/10.3280/gru2015-002002.

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Rojas-Jiménez, Andrea M., and Katherina Jurburg-Chaves. "Diseño de sanitario urbano inteligente para suplir necesidades fisiológicas de personas en condición de calle en Costa Rica." Revista IDI+ 4, no. 1 (July 1, 2021): 4–21. http://dx.doi.org/10.18845/ridip.v4i1.5773.

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Abstract:
En la capital de Costa Rica, se concentra el mayor porcentaje de personas en condición de calle. Este sector de la población es marginado por la sociedad y presenta deficiencias para suplir sus necesidades básicas. Por lo cual, durante el proyecto, se estudian estas carencias para determinar cuál puede solucionarse a través del diseño de un producto inteligente que mejore su calidad de vida.Debido a lo anterior, se realiza una etnografía digital para obtener información sobre el usuario final y se investigan sus necesidades de mayor importancia. Una vez identificadas dichas necesidades, se decide desarrollar un producto para el manejo de los desechos sanitarios de esta población; este cubre necesidades biológicas, de seguridad y de pertenencia. Para el desarrollo del producto, se lleva a cabo una conceptualización que contempla la definición y validación de requisitos, según la necesidad planteada, un estudio de mercado y un análisis de lo existente. Una vez planteados estos aspectos, se definen sus funciones, tanto prácticas como inteligentes, componentes, perceptualidad, ergonomía, topología, interacción, ensamble, instalación, materiales y manufactura. Esto da como resultado a SU, un sanitario urbano inteligente desarrollado mediante modelado 3D y renderizado de alta calidad. En este diseño, se limita el contacto con el usuario y se plantea una desinfección automática periódica con ayuda de sensores y luz. Además, este es un producto modular de acero inoxidable, lo que facilita su fabricación y montaje de varios sanitarios. Este producto aporta social e individualmente, ya que su implementación reduce de manera indirecta los desechos sanitarios en las zonas públicas y beneficia directamente a los habitantes de la calle.
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Dovonou, CA, CA Alassani, S. Ade, CA Attinsounon, S. Ahoui, FT Tognon, DM Zannou, G. Ade, and F. Houngbe. "Issue Thérapeutique Des Patients Tuberculeux Pulmonaires Biologiquement Confirmés Dans La Zone Sanitaire De Parakou-N’Dali De 2011 À 2015." European Scientific Journal, ESJ 12, no. 33 (November 30, 2016): 340. http://dx.doi.org/10.19044/esj.2016.v12n33p340.

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Abstract:
Objective: The objective of this study is to describe the therapeutic outcome and factors associated with treatment failure in laboratory confirmed pulmonary tuberculosis patients. Methods: He acted in a descriptive and analytical study referred to prospective data collection. The study population consisted of laboratory confirmed pulmonary tuberculosis patients in the health zone Parakou-N'Dali from 2011 to 2015. Results: A total of 313 TB patients were enrolled. The average age of patients was 37.4 ± 14.3 years. The sex ratio was 2.1. Two hundred sixtyfive (265) patients were cured, a cure rate of 84.66%; 5 patients had completed treatment. Therapeutic success was observed in 270 patients (86.26%); the rate of treatment failure was 2.24%. Twenty-nine (29) patients died (9.26%); 6 patients were lost to follow and only 1 was transferred. Factors associated with treatment failure were the BMI screening to the lower than 18.5 kg/m2 (p = 0.000) and hospitalization (p = 0.002).Conclusion: The therapeutic outcome of patients with pulmonary tuberculosis in the health zone Parakou-N'Dali was characterized by a low rate process complete, lost sight and transfers.
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Barracca, Antonio. "La sanità tra conservazione e necessità di cambiamento. EBM e cambiamenti epidemiologici." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 4 (May 12, 2014): 377–80. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.943.

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Abstract:
In questi anni ci troviamo di fronte a cambiamenti a cui non eravamo preparati, anche se, altrove, questi cambiamenti erano già stati affrontati. I costi sanitari stanno diventando progressivamente più alti e, per certi versi, insostenibili perché i cambiamenti demografici stanno portando a un progressivo invecchiamento della popolazione a causa di bassi tassi di natalità e dell'aspettativa di vita più lunga. Sempre più, però, la vita più lunga è vissuta in solitudine. A più risorse investite, quindi, non corrispondono i risultati di salute desiderati. L'invecchiamento della popolazione, il benessere che ha cancellato molte malattie e uno stile di vita sedentario che ne ha portato di nuove hanno aumentato sia le malattie degenerative che quelle cardiovascolari insieme ai tumori, con il collante di obesità e diabete. Per cui, più organi si ammalano, contemporaneamente, per gli stessi motivi e per gli stessi fattori di rischio. Quindi, bisogna iniziare ad aggregare culture mediche frammentate e a mettere l'uomo al centro delle cure. Dobbiamo riconoscere, dunque, che i modelli organizzativi devono adattarsi ai cambiamenti epidemiologici e che questi cambiamenti coinvolgono le professioni, medici e infermieri, cambiandone il ruolo, i poteri e le responsabilità e il modo di lavorare. Essi non dovranno più occuparsi solamente della cura degli organi ammalati, come hanno sempre fatto, ma sempre più dovranno prendersi cura di pazienti ammalati a più organi. (Clinical_Management)
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Spagnolo, Antonio G., and Elio Sgreccia. "L’insegnamento di bioetica nei Diplomi Universitari della sanità." Medicina e Morale 47, no. 6 (December 31, 1998): 1121–40. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.814.

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Abstract:
Lo spostamento nell’ambito universitario del luogo di formazione di molte figure professionali dell’area sanitaria, mediante l’istituzione di specifici corsi di Diploma Universitario (DU), ha richiesto anche un livello universitario di formazione bioetica. Gli obiettivi, contenuti nelle tabelle ministeriali, sono quelli di permettere agli allievi di acquisire durante il corso la capacità di valutare i propri comportamenti, di conoscere i principi bioetici generali e quelli specifici che costituiscono le basi del consenso informato e delle valutazioni di pertinenza dei Comitati di bioetica, di approfondire le tematiche etico-deontologiche nella cura e nell’assistenza delle persone. L’articolo, che costituisce uno dei capitoli di un “manuale di bioetica” specificamente rivolto agli allievi e ai docenti dei DU, intende fare il punto sul problema dell’insegnamento della bioetica, considerando alcuni aspetti. Innanzitutto, la collocazione più opportuna della disciplina nell’ambito dei corsi integrati. Gli autori, presentando l’esperienza della Facoltà di Medicina chirurgia dell’Università Cattolica del S. Cuore e tenendo conto anche delle indicazioni in materia del Comitato Nazionale per la Bioetica, propongono l’inserimento della bioetica sin dal primo anno di corso e non solo all’ultimo come previsto dalle tabelle ministeriali. Circa gli obiettivi che gli allievi dovrebbero raggiungere, viene sottolineata la necessità di far sviluppare una maggiore consapevolezza e un’adeguata capacità di analisi razionale dei dilemmi morali nella professione, preparando lo studente ad accettare le responsabilità derivanti dal suo ruolo di operatore sanitario sia come singolo che come membro di una équipe. Metodologicamente, viene proposto di programmare un modulo di insegnamento in parte integrato ad altre materie per far cogliere l’aspetto pratico della bioetica, in parte distinto per comprende il nucleo teoretico che ci deve essere dietro ad ogni decisione etica. Infine, viene proposta la formazione di una specifica figura di docente di bioetica, per la quale andrebbe previsto e strutturato un corrispondente itinerario formativo risultante il più possibile da una integrazione di competenze disciplinari diverse.
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ElLeboudy, Ahlam, Amr Amer, and Ahmed Shahin. "Sanitary Evaluation of Curd Dairy Products." Alexandria Journal of Veterinary Sciences 45, no. 1 (2015): 51. http://dx.doi.org/10.5455/ajvs.177742.

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Martínez, Bárbara. "Factors associated with the health system and disease in San Antonio (Catamarca, Argentina): an anthropological approach." Salud Uninorte 32, no. 3 (August 5, 2021): 411–18. http://dx.doi.org/10.14482/sun.32.3.9741.

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Abstract:
Objetivo: Identificar los procesos de salud, enfermedad y cura entre los pobladores de El Cajón, Catamarca, Argentina, la vinculación de estas dinámicas con la biomedicina, y las articulaciones entre ambos sistemas. Materiales y métodos: La investigación es de corte cualitativo. Se privilegia el abordaje etnográfico en el que la observación participante, la co-residencia y las entrevistas abiertas de sesiones múltiples cumplen un rol primordial. La pesquisa se ha centrado en los pobladores locales que regularmente asisten a la posta sanitaria, los enfermeros, los agentes sanitarios y los miembros del equipo de salud itinerante. Resultados: Se ha constatado que los procesos de salud, enfermedad y cura no se limitan al cuerpo humano, sino que también en ellos intervienen el paisaje y los seres que lo pueblan. Se ha identificado que en la resolución de numerosas patologías resulta central la figura del especialista ritual. Se ha determinado la gente valora y utiliza la biomedicina, aunque la asistencia a la institución hospitalaria suele ser rehuida. Conclusión: Se ha identificado un uso combinado de ambos sistemas. En él influyen las valoraciones de las personas sobre la enfermedad de que se trate, pero también otros factores como la distancia hasta el centro asistencial y las relaciones interpersonales con los profesionales de la salud. Se resalta la relevancia del enfoque cualitativo para dar cuenta de las especificidades de las categorías locales, que resultan esquivas para un abordaje construido a partir de conceptos derivados del dualismo cartesiano.
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Tramonti, Francesco. "L'anello mancante: verso una contestualizzazione del caregiving nell'ambito delle relazioni familiari." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 51 (August 2020): 40–60. http://dx.doi.org/10.3280/pr2020-051004.

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Abstract:
Lo studio del carico assistenziale dei caregivers, ossia delle persone che si prendono cura di chi ha una malattia, riscontra un crescente interesse in ambito sanitario, anche in considerazione del fatto che la ricerca indica che un'assistenza intensa e prolungata può mettere a serio rischio il benessere psicofisico di chi la presta. Gli studi tendono tuttavia a focalizzarsi sulle dimensioni individuali di potenziale distress, o tutt'al più sulle interazioni diadiche tra caregivers e persona malata, trascurando i contesti allargati, familiari e socioculturali, all'interno dei quali è necessario inquadrare il fenomeno del caregi-ving per una sua comprensione il più possibile accurata. Esistono modelli di analisi dei processi di adattamento familiare al-la malattia che possono fornire un contributo prezioso per una conte-stualizzazione delle relazioni di caregiving, oltre che per enucleare le numerose variabili implicate in questi processi relazionali e le loro reciproche e incessanti interazioni. Il tema assume particolare rilevan-za alla luce dei cambiamenti epidemiologici che hanno investito la maggior parte delle società industrializzate negli ultimi decenni e del crescente interesse verso un'inclusione più articolata e sistematica dei trattamenti psicologici e psicoterapici in ambito ospedaliero o nel campo delle cure primarie.
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Merzagora, Isabella, Palmina Caruso, and Guido Travaini. "Dilemmi etici dei professionisti sanitari e Covid-19." Medicina e Morale 70, no. 4 (December 21, 2021): 409–16. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2021.948.

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Abstract:
Gli Autori hanno svolto una ricerca su un campione di 1.009 persone in tema di scelte etiche in periodo pandemico (aprile 2020) somministrando un apposito questionario online (web interviews). Di questo campione, il 10% ha dichiarato in sede di compilazione di svolgere una professione dell’area sanitaria. Partendo dall’analisi di questi dati e alla luce della letteratura di riferimento e delle raccomandazioni del SIAARTI/SIMLA “Decisioni per le cure intensive in caso di sproporzione tra necessità assistenziali e risorse disponibili in corso di pandemia da COVID-19”, gli Autori propongono alcune riflessioni in tema di dilemmi etici.
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Tortoriello, Pamela, Giuseppina Moccia, Antonio Nigro, Alfonso Della Corte, Giuseppe Ferrucci, Rosetta Frammartino, Grazia Cioffi, et al. ""Safety Walk Round”: Giri per la sicurezza." La Sanita pubblica. Ricerca sul campo. 1, no. 1 (2020): 17–24. http://dx.doi.org/10.48268/sanita/2020/0001.1.

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Abstract:
L’obiettivo primario delle iniziative di risk management in area sanitaria è la prevenzione del cosiddetto “rischio clinico”, ossia la probabilità che un paziente subisca un qualunque «danno o disagio imputabile, anche se in modo involontario, alle cure mediche». Oggigiorno la rilevanza di questo argomento è sentitissima più che in qualunque altra epoca storica anche, e soprattutto, a causa dell’esponenziale incremento del contenzioso legale derivante da eventi avversi presumibilmente riconducibili a “malasanità”.
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Nuzzolese, Emilio, Lucia Tattoli, and Francesco Lupariello. "L'odontoiatra sentinella nel maltrattamento e trascuratezza dei minorenni." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (July 2021): 94–103. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001010.

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Abstract:
Gli odontoiatri e gli igienisti dentali durante la loro attività professionale e rapporto di cura con pazienti minorenni possono intercettare condizioni suggestive di maltrattamento. Il viso e il collo rappresentano, infatti, in più del 50% dei casi quelle aree anatomiche dove è possibile riconoscere segni di possibile maltrattamento fisico. Inoltre, le cure odontoiatriche come la seduta di igiene orale professionale possono evidenziare chiari indici di trascuratezza dentale, anch'essa forma di nocumento per l'armonico sviluppo psico-fisico del bambino e della bambina. Il contrasto del maltrattamento e della trascuratezza dei minori non può quindi rinunciare al ruolo sentinella che anche gli operatori sanitari di una struttura odontoiatrica possono offrire nella protezione di bambini e adolescenti, al di là delle responsabilità medicolegali e deontologiche sottese. Tale obiettivo potrà essere raggiunto più efficacemente attraverso idonei percorsi di sensibilizzazione al fenomeno del maltrattamento promossi da odontoiatri forensi, attraverso il coinvolgimento degli ordini professionali, delle Università e delle associazioni di categoria, ponendo così anche la medicina odontoiatrica e l'odontoiatria forense come risorse complementari nei gruppi di lavoro, di studio e di intervento finalizzati alla prevenzione e contrasto del maltrattamento sui minori.
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Delle Fave, Antonella. "La relazione di cura e il benessere condiviso." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 1 (January 2011): 57–67. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-001006.

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Abstract:
La relazione di cura puň essere un'importante opportunitŕ di costruzione e condivisione di benessere, sia per il paziente che per l'operatore sanitario. Numerose ricerche negli ultimi due decenni hanno studiato questi aspetti, mettendone in evidenza le potenzialitŕ e le ricadute positive per la qualitŕ di vita dei lavoratori, dei loro assistiti, e della collettivitŕ in cui vivono.
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