Academic literature on the topic 'Cultura e associazionismo cattolico'

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Journal articles on the topic "Cultura e associazionismo cattolico"

1

Di Giammaria, Loris, Silvia Cataldi, and Marta Di Folco. "Associazionismo cattolico e politica. Tensioni valoriali e dissonanze cognitive." SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE, no. 108 (January 2016): 113–36. http://dx.doi.org/10.3280/sr2015-108006.

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NACCI, MATTEO. "I rapporti "Stato Italiano- Chiesa Cattolica" nei patti lateranensi del 1929: riflessioni storico-giuridiche." Prawo Kanoniczne 58, no. 2 (June 16, 2017): 97–113. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2015.58.2.06.

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Abstract:
Il presente lavoro, frutto di una conferenza tenuta presso l’Istituto Cattolico di Tolosa (Francia), intende prendere in considerazione le relazioni fra il Governo italiano e la Santa Sede, in prospettiva storico-giuridica, per la strutturazione dei Patti Lateranensi del 1929. In modo particolare, attraverso l’esame della cosiddetta fase della “preconcilazione” e le differenti posizioni giuridico-politiche intorno ai Patti del 1929. Lo scopo del contributo è quello di evidenziare l’imprescindibile valore di “cultura giuridica” che deve essere assegnato a questo peculiare trattato internazionale. Il presente lavoro, frutto di una conferenza tenuta presso l’Istituto Cattolico di Tolosa (Francia), intende prendere in considerazione le relazioni fra il Governo italiano e la Santa Sede, in prospettiva storico-giuridica, per la strutturazione dei Patti Lateranensi del 1929. In modo particolare, attraverso l’esame della cosiddetta fase della “preconcilazione” e le differenti posizioni giuridico-politiche intorno ai Patti del 1929. Lo scopo del contributo è quello di evidenziare l’imprescindibile valore di “cultura giuridica” che deve essere assegnato a questo peculiare trattato internazionale.
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Caponi, Matteo. "Antirazzismo cattolico e questione nera nel secondo dopoguerra." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 297 (March 2022): 17–54. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-297-s1oa-002.

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Abstract:
L'articolo indaga come una crescente attenzione alla questione nera abbia fatto da cornice all'ascesa di una sensibilità antirazzista nel cattolicesimo italiano del secondo dopoguerra.L'analisi mette in discussione il cliché di un innato antirazzismo cattolico, esaminando l'interrazzialismo come modello dominante: una terza via che si opponeva sia al razzismo sia all'antirazzismo militante, umanitario ed egualitario. La nozione di antirazzismo faticò a essere recepita dalla cultura cattolica di massa fino agli anni Sessanta. La svolta dipese dall'impatto di tre fenomeni di risonanza mondiale: la decolonizzazione, l'apartheid in Sudafrica e il movimento per i diritti civili negli Stati Uniti. Ironia della sorte, la psicosi anticomunista della Guerra fredda costituì un motore dell'antirazzismo cattolico: occorreva scongiurare che il "risveglio" dei popoli neri avvenisse sotto l'influenza sovietica. Il pontificato di Giovanni XXIII, l'aggiornamento conciliare e la crisi del 1968 posero le basi per un cambio di paradigma; gli orientamenti antirazzisti si intrecciarono a significati progressisti e utopie rivoluzionarie controculturali.
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Góralski, Wojciech. "Ewolucja ustawodawstwa Kościoła łacińskiego w przedmiocie małżeństwa katolika z nieochrzczonym." Prawo Kanoniczne 49, no. 1-2 (June 15, 2006): 139–70. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2006.49.1-2.06.

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Abstract:
La Chiesa fin dall’inizio della sua attività ha ritenuto, per salvare la fede dei propri credenti, di proibire il matrimonio di un cattolico con una persona non battezzata. Questa proibizione abbracciava del resto anche il matrimonio di un cattolico con la parte battezzata appartenente pero all’eresia o alla scisma. Solo nel XIII secolo nella dottrina si è cominciato a distinguere fra l’impedimento dirimente esistente fra cattolico e non battezzato (disparitas cultus) e l’impedimento proibente esistente fra cattolico e un battezzato non cattolico (chiamato poi mixta religio). La disciplina giuridica della Chiesa Latina relativa all’impedimento di disparità di culto, come del resto a quella mixta religio, nel medioevo, quindi dopo il Trento e nei secoli seguenti incluso il periodo della vigenza del Codice di Diritto Canonico del 1917 era improntata da un rigore e ad una intransigenza assolutamente incompatibili con quell’atteggiamento di apertura e di comprensione verso le altre forme di credenza che ha iniziato il Concilio Vaticano II. Il nuovo clima ecumenico ha permesso di cambiare assai sostanzialmente la disciplina tradizionale nel campo dei matrimoni misti, tra l”altro per quanto riguarda l’unione di un cattolico con un non battezzato. Una riforma su questa materia apparve pertanto urgente. L’Istruzione „Matrimonii Sacramentum” della S. Congregazione per la Dottrina della Fede del 18 marzo 1966 è stato il primo passo nella strada verso gli ulteriori cambiamenti. Il papa Paolo VI per cui il problema dei matrimoni misti era uno dei più scottanti e urgenti ha proposto ai membri della prima assamblea generale del Sinodo dei Vescovi (nel ottobre 1967) un fascicolo dal titolo „Argmumenta de quibus disceptabitur in primo generali coetu Synodi Episcoporum, pars altera”, nel quale sono state inserite fra l’altro le questioni dei matrimoni misti. Come il frutto di questa consultazione si è mostrato il motu proprio dello stesso pontefice „Matrimonia mixta” del 31 marzo 1970. Il documento paolino ha rivelato un notevolo sforzo di adeguamento ai principi conciliari e ha segnato in tal senso un notevole progresso rispetto al precedente regime giuridico. Con la promulgazione il 25 gennaio 1983 dal papa Giovanni Paolo II del nuovo Codice di Diritto Canonico, in cui si codifica quasi ad litteram la legislazione del motu proprio di Paolo VI, resta invariato l’impedimento di disparità di culto. L’evoluzione della disciplina della Chiesa Latina in materia dei matrimoni fra cattolici e non battezzati, pur rivelando un significativo progresso rispetto al passato, dovrebbe continuare ad essere più adatta ai fattori sociologici caratteristici dalla cultura occidentale moderna.
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Scarantino, Anna. "Don Giuseppe De Luca tra Croce e Papini. A proposito di un recente carteggio." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (December 2011): 109–20. http://dx.doi.org/10.3280/mon2011-002004.

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Abstract:
La recente pubblicazione del carteggio tra don Giuseppe De Luca e Benedetto Croce per le delucane Edizioni di Storia e Letteratura ha fornito un importante contributo alla riflessione storica relativa ai rapporti tra mondo laico e mondo cattolico in Italia tra anni Venti e Quaranta. Quella che emerge č soprattutto la lettura che ne diede il «prete romano», per intendere la quale occorre perň fare anche ricorso, oltre che ai suoi scritti, agli epistolari coevi del sacerdote e in particolare allo scambio intrattenuto per circa trent'anni con lo scrittore Giovanni Papini. Emergono cosě le ragioni per le quali De Luca considerň complementari due protagonisti della cultura italiana antitetici e in profondo dissidio tra loro. Dietro questo atteggiamento stava l'ammirazione del sacerdote per entrambi, ma anche il suo duplice progetto di emulare l'azione culturale di Croce per elevare il livello degli studi religiosi in Italia e avviare un dialogo costruttivo tra cultura laica e cattolica. Il carteggio dimostra quanto in realtŕ questo dialogo fosse difficile, anche quando condotto sul piano elevato degli studi eruditi.
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Dissertations / Theses on the topic "Cultura e associazionismo cattolico"

1

TOMASCO, CLELIA. "Editoria scolastica e stampa magistrale nella Basilicata tra Otto e Novecento." Doctoral thesis, Università degli studi della Basilicata, 2021. http://hdl.handle.net/11563/148764.

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Abstract:
This thesis is about the results of an investigation on both the periodical and in volume historical-educational historiography, published in the region of Basilicata between the nineteenth and the twentieth centuries. The study highlights the action of all the teachers who worked in an inappropriate school setting which didn't suit the education and who took part in a post-unification policy context trying to improve a professional condition which was slowly being recognised by the public opinion and the politics as well. The analysis of editorial products of historical-educational interest, which were given to the press by the protagonists of the local education, led to a ramification of the research that on one hand emphasized the typografic story of the region – of which, all the company events in favor of the education have been reconstructed – and on the other hand they made space for prosopographic analysis in order to identify leading educational figures in the territory. Therefore, from the periodical columns such as «La Squilla Lucana», «La Provincia» or «Giornale della Basilicata», we came back to scholar daily activities that not only denounce locally important situations but also relate to the widest speculations about the nationalization of elementary schools and illiteracy pain. Focusing the attention on the “Congresso contro l’analfabetismo”, organized in the regional capital in 1912 and 1917 and trough a more extended analysis of the circulating educational periodicals in the region at the end of the nineteenth century – such as «Il Maestro elementare» e «L'Educatore Lucano» - it has been possible to draw some results on the evolution of the regional schooling processes, supporting the identification of worthy people like Giuseppe Giambrocono and Michele Bergamasco. School culture's subjects and themes about the post-unification Basilicata, are delivered by a heterogeneous book apparatus which has brought back a kind of historiographic dignity to the actions of all the typographies of Basilicata according to the adjustment of the cultural levels of the nation by means of school manuals, educational books and topics, teachers writings and texts on the life of the school.
Collocandosi nel novero dei percorsi della storiografia storico-educativa in avanzamento delle ricerche di storia locale dell’istruzione, il lavoro di tesi propone l’oggettivazione dei risultati derivanti dalle indagini condotte al fine di ricostruire le trame della stampa scolastico-educativa, periodica e in volume, prodotta in Basilicata tra Otto e Novecento. La ricerca mette in luce l’azione di maestri e maestre che non solo hanno speso la loro opera in contesti scolastici talvolta inadeguati all’istruzione, ma che hanno preso parte ai meccanismi farraginosi della politica scolastica postunitaria - sovente associandosi a realtà comunitarie magistrali - nel tentativo di veder migliorata una condizione professionale che, tanto l’opinione pubblica quanto la politica stessa, lentamente stavano riconoscendo. Data l’attività di individuazione, spoglio e selezione di prodotti editoriali di interesse storico-educativo dati alle stampe da protagonisti dell’istruzione locale, il percorso di indagine ha condotto a ramificazioni della ricerca che, per un verso, hanno lumeggiato sulla storia tipografica della regione – della quale si sono ricostruite le vicende delle imprese che effettivamente hanno disposto i propri torchi in favore dell’istruzione – e per un altro hanno fatto spazio ad analisi di natura prosopografica per il riconoscimento di figure educative di spicco nel territorio. Dunque, dalle colonne dei periodici generalisti come «La Squilla Lucana», «La Provincia» o «Giornale della Basilicata», si risale a pratiche della quotidianità di scuola che non solo denunciano situazioni di rilevanza locale ma che si collegano alle più ampie speculazioni circa l’avocazione delle scuole elementari allo Stato, la confessionalità dell’insegnamento e, non in ultimo, la pena dell’analfabetismo. Circostanziando l’attenzione sui Congressi contro l’analfabetismo organizzati nel capoluogo di regione nel 1912 e nel 1917 –per il tramite di testate sensibili alla questione e la cui appartenenza si associa alla sezione locale dell’Unione Magistrale Nazionale – ed operando una più vasta analisi dei periodici educativi circolanti in regione sul finire dell’Ottocento - quali «Il Maestro elementare» e «L’Educatore lucano» - è stato possibile tracciare dei risultati sull’andamento dei processi di scolarizzazione della regione, favorendo anche il riconoscimento di figure benemerite dell’istruzione come Giuseppe Giambrocono e Michele Bergamasco. Oggetti e temi della cultura scolastica della Basilicata postunitaria sono consegnati da un apparato librario eterogeneo che, tra manualistica scolastica e libri d’istruzione, testi di argomento educativo, scritture magistrali e sulla vita di scuola, ha restituito una certa dignità storiografica all’operato delle tipografie della Basilicata in funzione dell’adeguamento dei livelli culturali alla nazione.
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Books on the topic "Cultura e associazionismo cattolico"

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Tosti, Mario. Associazionismo cattolico e civiltà contadina in Umbria: Dall'Unità alla prima guerra mondiale. Roma: Studium, 1996.

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Bandini, Gianna. Associazionismo, cultura e politica: L'Unione operaia di Colonnata, 1864-1980. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2000.

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3

Herz, Luigi G. Verso Babilonia: Tre saggi su prostituzione, ballo pubblico, associazionismo cattolico femminile tra le due guerre. Comano [Switzerland]: Edizioni Alice, 1993.

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Lorusso, Caterina. Il modernismo cattolico e la cultura italiana nel primo Novecento. Roma: EUROMA, 2000.

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5

Graziani, Pier Antonio. Laicato cattolico e cultura politica: Una vicenda europea di due secoli. Casale Monferrato (Alessandria): Portalupi, 2003.

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6

Sia lodato Bartali: Ideologia, cultura e miti dello sport cattolico, 1936-1948. Roma: Lavoro, 1985.

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Mangoni, Luisa. In partibus infidelium: Don Giuseppe De Luca, il mondo cattolico e la cultura italiana del Novecento. Torino: G. Einaudi, 1989.

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1933-, Iannace Florinda M., Fordham University, and International Symposium 'Militant Catholic Writers of Post World War II Italy (1987 : Fordham University), eds. Il filone cattolico nella letteratura italiana del Secondo dopoguerra: L'ispirazione e il contributo della cultura cattolica : atti del congresso internazionale, Fordham University, Bronx, New York, 29-31 ottobre 1987. Roma: Bulzoni, 1989.

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Ruffini, Mario, ed. Laura. La dodecafonia di Luigi Dallapiccola dietro le quinte. Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-719-1.

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Abstract:
Scoprire Laura Coen Luzzatto significa arrivare al nucleo della storia musicale del Novecento italiano, il backstage della complessa traversata dodecafonica compiuta da Luigi Dallapiccola, accendere un faro sulla luce che ha illuminato il percorso del compositore tra i drammi del secolo breve. Laura incontra Luigi nel 1931 a Firenze, e da allora si consacra a lui e alla sua arte: nel 1938 lo sposa e diventa Laura Dallapiccola. Triestina ebrea e atea lei, istriano cattolico e dubbioso lui, entrambi arrivati in città grazie al mito di Dante, e da subito entrati in sintonia anche grazie alla tesi di laurea di Laura – qui meritoriamente riportata alla luce dall’Università dove la discusse nel 1932 – per quello spirito di rivendicazione dell’italianità delle loro comuni terre di confine. Da quel momento la storia del compositore si apre grazie a lei alla cultura europea, a Joyce, Proust, Mann e, ancora grazie a lei, la dodecafonia dallapiccoliana è anche radicata nella vocalità della cultura italiana, differenziandosi da quella viennese. Laura, dunque, per scoprire meglio Luigi Dallapiccola e per guardare con occhi nuovi il Novecento.
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Tra religione e organizzazione: Il caso delle ACLI : mondo cattolico, società e associazionismo nel Veneto. [Padova]: Liviana Editrice, 1987.

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