Academic literature on the topic 'Crisi finanziarie'

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Journal articles on the topic "Crisi finanziarie"

1

Bruzzo, Aurelio. "La futura politica di coesione dell'U.E.: una ricostruzione del dibattito politico." ARGOMENTI, no. 33 (December 2011): 5–28. http://dx.doi.org/10.3280/arg2011-033001.

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Abstract:
Nell'articolo si effettua una sintetica ricostruzione del dibattito sviluppato in sede politico- istituzionale, durante gli ultimi anni, sulla futura politica di coesione economica, sociale e territoriale che l'Unione europea presumibilmente condurrŕ a partire dal 2014, vale a dire dopo la conclusione dell'attuale periodo di programmazione. Come nelle precedenti occasioni, nel mentre si realizza tale politica, nelle sedi competenti si discute del modo in cui riformare quella successiva, alla luce sia delle conclusioni di una serie di documenti, tra cui un rapporto scientifico, sia dei risultati concretamente ottenuti nell'impiego delle risorse finanziarie stanziate coi fondi strutturali. Infatti, nonostante la grave e preoccupante crisi finanziaria attualmente in corso in alcuni Stati membri, č previsto che nell'autunno di quest'anno la Commissione europea presenti il nuovo pacchetto legislativo sulla politica di coesione 2014-2020.
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2

Gandolfi, Gino, and Giacomo Neri. "Il settore del risparmio gestito." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (September 2011): 401–22. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003002.

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Abstract:
Il settore del risparmio gestito si sta muovendo in un contesto ancora fortemente instabile dal punto di vista economico e sempre piů complesso dal punto di vista regolamentare. Il presente lavoro intende fornire un'analisi del comparto italiano dell'asset management che, com'č noto, č caratterizzato dal preponderante peso del canale bancario nella distribuzione dei suoi prodotti. Appare importante considerare le caratteristiche e i trend della domanda e dell'offerta del risparmio gestito in Italia, in particolare alla luce della spinta del Regolatore ad una separazione tra distribuzione e produzione. Inoltre, la recente crisi finanziaria e il consistente calo di fiducia manifestato dagli investitori negli ultimi anni hanno indotto i governi a mettere in atto delle manovre finalizzate a reperire risorse finanziarie. Infine, č perň importante menzionare anche gli importanti passi avanti compiuti in campo normativo, grazie all'adeguamento ai diversi provvedimenti regolamentari emanati a livello europeo, quali la Mifid e la Ucits IV, che segnano un momento decisivo nel processo di armonizzazione dei mercati europei dei fondi comuni.
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3

Favaretto, Ilario, and Germana Giombini. "Crisi economica, criminalitŕ e vincoli di liquiditŕ delle imprese." ARGOMENTI, no. 31 (June 2011): 107–40. http://dx.doi.org/10.3280/arg2011-031004.

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Abstract:
Nel periodo della piů grande crisi economica internazionale dall'epoca della Grande Depressione, l'articolo pone luce sul tema delle infiltrazioni malavitose all'interno dell'economia legale analizzando un campione di imprese della provincia di Pesaro e Urbino. La crisi economica potrebbe aumentare il rischio di infiltrazioni malavitose indebolendo il controllo sociale e la capacitŕ sia delle imprese sia delle istituzioni di respingere le infiltrazioni malavitose; esacerbando le difficoltŕ finanziarie delle imprese; generando "anomia" nella misura in cui le imprese tendono a trovare una sorta di giustificazione morale alla decisione di operare nel sommerso o di ricorrere a fonti illecite di finanziamento quali unici strumenti possibili per la sopravvivenza dell'impresa stessa.
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4

Caruso, Nadia, Alessandro Delladio, and Elena Pede. "Vuoti a rendere. Dublino e la gestione pubblica dei vuoti urbani." TERRITORIO, no. 95 (May 2021): 117–24. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095013.

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Abstract:
A seguito della crisi economica del 2008, molti progetti di trasformazione urbana avviati negli anni precedenti hanno subito una forte decelerazione. La crisi ha avuto ripercussioni sui processi di pianificazione urbana, eclissando il potere decisionale delle istituzioni pubbliche già depauperato dall'affermarsi dell'approccio neoliberale e dal taglio di risorse finanziarie. L'articolo presenta l'esperienza di Dublino come interessante tentativo di regolamentazione e di controllo del fenomeno dei vuoti urbani da parte dell'attore pubblico. Seppure in un contesto fortemente neoliberale, gli strumenti introdotti dalla città per la gestione e il rilancio degli spazi abbandonati, unito ad altre politiche, hanno dato luogo a normative innovative per l'avvio di pratiche di uso temporaneo.
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5

Berta, Giuseppe. "Contributo a una discussione sui rapporti Fiat-Chrysler." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 260 (February 2011): 471–74. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-260006.

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Abstract:
Le relazioni tra Fiat e Chrysler hanno una lunga storia, che risale all'ultimo dopoguerra, quando la casa americana si fece carico di assistere i torinesi nell'ambito del piano Marshall. Cinquant'anni dopo, fattasi gravissima la crisi della Chrysler negli anni novanta, la Fiat pensň a un'acquisizione ma lasciň subito il posto alla tedesca Daimler, ben piů dotata di risorse tecniche e finanziarie. Piů tardi, dopo la rinunzia della Daimler a sostenere la Chrysler, questa ri- mase nelle mani di un fondo finanziario, che cercň un socio industriale per rilanciare la produzione. La fusione con la Fiat, che assunse le responsabilitŕ gestionali, forně all'amministrazione Usa una soluzione accettabile per evitare un fallimento disastroso. Dopo la conclusione dei primi accordi, la dinamica produttiva č perň tale che la Fiat, ridotta di dimensioni per lo scorporo da Fiat Automobiles Group del settore dei veicoli industriali (Fiat Industrial), e debole sul mercato dell'auto, appare destinata a non avere il ruolo di guida nella nuova impresa, e a perdere la sua importante posizione nel sistema industriale italiano.
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6

Berardi, Massimiliano, Elio Iannuzzi, and Sergio Mazzarella. "L'evoluzione delle crisi finanziarie: tra politiche di rigore ed esigenze di sviluppo." ESPERIENZE D'IMPRESA, no. 1 (May 2013): 79–107. http://dx.doi.org/10.3280/ei2013-001004.

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7

Mancini, Anna Laura, Alfredo Bardozzetti, Giacomo Ziglio, Paolo Chiades, and Vanni Mengotto. "Criticità e prospettive della finanza comunale nel Mezzogiorno alla vigilia del Covid-19." ECONOMIA PUBBLICA, no. 1 (May 2023): 33–95. http://dx.doi.org/10.3280/ep2023-001004.

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Abstract:
L'emergenza Covid-19 ha interessato i Comuni del Mezzogiorno in una fase caratterizzata da condizioni di bilancio critiche, soprattutto per gli enti di maggiori dimensioni. Dal lato delle entrate, le municipalità meridionali sono storicamente caratterizzate da una forte dipendenza dai trasferimenti erariali a fronte di una modesta base imponibile dei tributi locali e di una scarsa capacità di riscossione. Dal lato delle spese, a maggiori difficoltà di realizzazione degli investimenti rispetto al resto del Paese si accompagna una quota elevata di spesa corrente assorbita da voci difficilmente comprimibili (personale, onere del debito e ripiano dei disavanzi). La contrazione delle risorse statali nell'ultimo decennio ha ulteriormente limitato la spesa per investimenti e il livello dei servizi offerti che, per una larga parte dei Comuni meridionali, appare inadeguato rispetto ai bisogni della collettività. Le condizioni di bilancio sono peggiorate, con percentuali di enti in disavanzo o in situazioni di dissesto finanziario ampiamente superiori alla media nazionale; l'introduzione della nuova contabilità armonizzata ha contribuito a far emergere le criticità accumulate. I finanziamenti governativi volti a compensare i Comuni delle perdite di gettito e delle maggiori spese indotte dalla crisi pandemica hanno ampiamente superato i loro fabbisogni finanziari, favorendo un generalizzato miglioramento, ancorché temporaneo, delle condizioni di bilancio. In prospettiva, tutta- via, le difficoltà finanziarie dei Comuni meridionali potranno essere superate solo con il completamento di un sistema perequativo che tenga pienamente conto degli effettivi fabbisogni di spesa (da definire in funzione dei Livelli essenziali delle prestazioni) e delle basi imponibili locali, il rafforzamento della capacità di riscos- sione degli enti e un uso più efficiente delle risorse. Primi passi in questa direzione si sono concretizzati nell'ultimo biennio; uno stimolo al riavvio del processo di riforma federalista, con particolare riguardo alla perequazione di tipo infrastrutturale, potrebbe derivare dall'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
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8

Albertini, Valentina. "Alle falde del vulcano. Crisi economiche e traumi patrimoniali: dalla psicologia economica alla psicoterapia." TERAPIA FAMILIARE, no. 132 (November 2023): 5–26. http://dx.doi.org/10.3280/tf2023-132001.

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Abstract:
La psicologia e la psicoterapia sistemica si sono sempre occupate delle rela- zioni familiari e matrimoniali. L'attenzione alla parte patrimoniale e alle pro- blematiche di stabilità economica delle famiglie è stata però meno frequente, nonostante nelle storie personali dei pazienti certe problematiche emergano spesso e comportino nella vita quotidiana la messa in atto di strategie di evitamento, compensazione, nonché reazioni aeventi di tipo traumatico. Il presente lavoro si concentra sull'analisi degli aspetti economici delle fami- glie e delle problematiche finanziarie e sulle loro conseguenze a livello personale e generazionale.
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9

Boldreghini, Fulvio, and Giuseppe Sancetta. "Early warning system e governance del rischio di credito: l'emersione anticipata della crisi d'impresa dal punto di vista dei creditori finanziari." CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & DEVELOPMENT STUDIES, no. 2 (January 2022): 147–75. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds2-2021oa12637.

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Abstract:
La capacità di stimare la probabilità di default è da sempre uno degli obiettivi principali delle istituzioni finanziarie e, nell'imminente futuro, sarà sicuramente la chiave per far fronte all'aumento delle esposizioni deteriorate dovuto agli impatti dell'emergenza pandemica da Covid-19. Il presente lavoro si propone di indagare le pratiche di governance e gli strumenti di gestione del rischio di credito adottati per rilevare tempestivamente segnali di squilibrio economico e finanziario delle società. Di conseguenza, è stata prima condotta una revisione approfondita dei modelli di previsione dell'insolvenza per illustrare limiti e punti di forza ampiamente discussi in letteratura. In secondo luogo, si è fatto ricorso all'analisi di un case study per descrivere sia la metodologia dell'Early Warning System (EWS), sia le pratiche di governance interna adottate per monitorare e gestire tempestivamente i segnali di deterioramento del merito creditizio. I risultati evidenziano la necessità di combinare modelli quantitativi con un approccio di tipo judgmental per costruire un processo di monitoraggio in grado di intercettare anomalie ed evitare errate classificazioni. L'analisi del case study mostra inoltre come il coinvolgimento anticipato degli esperti di ristrutturazione del debito sia un elemento chiave nella definizione delle azioni volte a prevenire eventi di default. 
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10

Maccioni, Elena. "Mercato cambiario e uomini d’affari a Barcellona durante la guerra tra Alfonso il Magnanimo e la Repubblica Fiorentina." Anales de la Universidad de Alicante. Historia Medieval, no. 23 (May 26, 2022): 61. http://dx.doi.org/10.14198/medieval.21218.

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Abstract:
La metà del secolo XV fu per la Corona d’Aragona e specialmente per Barcellona un periodo complicato: Alfonso V era impegnato nelle guerre italiane, in particolare contro Firenze e Milano, Genova e Venezia; il Regno di Napoli era stato annesso all’Unione, e richiedeva sforzi importanti per il suo mantenimento; allo stesso tempo dalla capitale catalana provenivano richieste di apertura “democratica” del Consiglio dei Cento, che portavano a un’evidente instabilità interna, frutto in parte di una dimostrata crisi monetaria, dovuta anche alla scarsa capacità di governo dell’economia. Nonostante ciò, i mercanti, gli armatori e i banchieri continuarono a cercare di portare avanti i propri interessi economici nel Mediterraneo, anche servendosi delle istituzioni di natura corporativa, come il Consolato del mare. Attraverso l’analisi di alcuni registri di protesti di lettere di cambio gestiti dal notaio del Consolato barcellonese, si cercherà di mettere in luce l’evoluzione delle reti mercantili-finanziarie catalane, in particolare lungo la rotta meridionale italiana. Lo studio non avrà l’obiettivo di analizzare l’uso tecnico dello strumento cambiario, ma quello di portare alla luce strategie e protagonisti del processo di inserimento del capitale mercantile e finanziario in Italia durante il regno di Alfonso il Magnanimo e in special modo durante la guerra contro Firenze. Emergeranno, così, i nomi di quelle persone che furono le protagoniste dei grandi e quotidiani spostamenti di denaro fra i centri politico-commerciali del Commonwealth catalanoaragonese. Si tenterà una prima ricostruzione delle loro attività e dei loro movimenti, nonché delle connessioni con i più importanti operatori del sistema finanziario europeo, ovvero i toscani.
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Dissertations / Theses on the topic "Crisi finanziarie"

1

Brun, Michele <1994&gt. "Analisi dei cambiamenti dei framework contabili internazionali e nazionali in risposta alle crisi finanziarie globali - dalla crisi finanziaria dei mutui sub-prime al Covid-19." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17202.

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Abstract:
Il presente elaborato ha la finalità di riassumere i temi che verranno trattati nonché gli obiettivi perseguiti all’interno della mia tesi di laurea magistrale dal titolo “Analisi dei cambiamenti dei framework contabili internazionali e nazionali in risposta alle crisi finanziarie globali – dalla crisi finanziaria dei mutui sub-prime al Covid-19”. L’elaborato esporrà le reazioni e gli interventi nei framework contabili poste in essere dalle istituzioni nonché dai vari organismi di contabilità nazionali e internazionali in risposta alle crisi finanziarie del XXI secolo e, in particolare, alla crisi finanziaria dei mutui sub-prime del 2007-2009 e all’attuale crisi economica provocata dall'emergenza sanitaria del COVID-19. Per ciascuna delle succitate crisi finanziarie si esporranno inizialmente le cause generanti nonché gli effetti sull’economia globale e sull’economia italiana, anche attraverso delle analisi macroeconomiche. Si esamineranno inoltre le iniziative poste in essere dalle istituzioni per contenerne gli effetti sino ad arrivare all’obiettivo principale dell’elaborato: l’analisi dettagliata dei cambiamenti nei principi contabili nazionali e internazionali posti in essere dagli organismi responsabili delle loro emanazioni, come ad esempio l’Organismo Italiano Contabilità (OIC) e l’International Accounting Standards Board (IASB).
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Bonato, Francesca <1992&gt. "Sopravvivenza delle startup e scelte finanziarie: il caso del Veneto durante la crisi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10126.

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Abstract:
La tesi illustra in principio quali siano i problemi finanziari tradizionalmente incontrati dalle imprese nei primi anni di vita. Segue un'analisi empirica che indaga come le diverse scelte di struttura finanziaria abbiano condizionato la sopravvivenza delle imprese stesse, cercando di individuare altri fattori eventualmente capaci di esercitare un'influenza sul successo dell'attività da esse svolta. L'elaborato si conclude con una presentazione di alcuni interventi promossi per incentivare e facilitare la crescita delle startup in Italia.
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3

COLLA', RUVOLO Tobia. "Organizzazioni finanziarie internazionali, gestione delle crisi del debito sovrano estero e rispetto dei diritti umani." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2021. http://hdl.handle.net/11695/105840.

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Abstract:
Oggetto e scopo del presente scritto è quello di approfondire alcune tematiche legate alla sostenibilità sociale del debito sovrano estero degli Stati e alle criticità dei programmi d’intervento a sostegno degli Stati in difficoltà. I finanziamenti agli Stati in difficoltà, provenienti tanto dalle organizzazioni internazionali finanziarie come il Fondo Monetario Internazionale o (in determinati casi) la Banca Mondiale, quanto da altri Stati (nell’ambito di riunioni informali come i vertici economici o, relativamente alla ristrutturazione del debito, i Club di Parigi e di Londra), infatti, sono subordinati all’applicazione di misure di condizionalità che, in particolar modo in occasione della crisi del 2008-2010, sono state improntate all’austerità. L’applicazione di tali misure ha causato un’eccessiva compressione e, in alcuni casi, a una violazione di taluni diritti riconosciuti agli individui dai principali trattati internazionali in materia di diritti umani. Gli organi di controllo sui diritti umani, determinate organizzazioni internazionali, nonché alcune corti costituzionali degli Stati beneficiari dei prestiti, hanno segnalato tale problematicità, rivelando come le politiche di condizionalità, non solo di fatto non abbiano risolto le crisi del debito sovrano se non in maniera temporanea, ma abbiano anche fatto abbassare gli standard di tutela dei diritti degli individui delle popolazioni coinvolte oltre i limiti consentiti dall’ordinamento internazionale e da taluni ordinamenti interni. Ciò ha portato la Comunità internazionale a chiedersi se fosse ipotizzabile configurare una responsabilità delle organizzazioni internazionali che, in occasione delle crisi del debito sovrano estero degli Stati, impongono a questi ultimi, per beneficiare dei prestiti, condizioni basate su politiche di austerity destinate a comprimere gli standard di tutela dei diritti degli individui. Tale valutazione va fatta anche alla luce del fatto che, sebbene uno Stato possa porre in essere misure regressive di tutela dei diritti umani, nella misura in cui essi siano finanziariamente condizionati, esso comunque è tenuto a garantire un minimum core standard (uno standard minimo di tutela), individuato dalla dottrina internazionalistica come limite invalicabile nella tutela dei diritti umani. Ulteriore obiettivo del presente scritto, pertanto, è quello di analizzare il regime di responsabilità delle organizzazioni economiche internazionali per le violazioni dei diritti umani conseguenti all’applicazione delle misure di austerità, sia alla luce dei Draft Articles on the Responsibility of International Organizations del 2011, nonché della giurisprudenza internazionale e interna in materia, per poi verificare in concreto i possibili rimedi (internazionali e interni) esperibili dallo Stato debitore e dagli individui. Se per le istituzioni dell’Unione europea tale aspetto appare più di semplice risoluzione grazie alla presenza di organi giurisdizionali interni all’organizzazione stessa, per le altre organizzazioni internazionali, la questione appare più complicata, a causa delle incertezze legate ai rimedi giurisdizionali internazionali e per le problematiche legate all’immunità delle organizzazioni internazionali dalla giurisdizione civile che, sebbene la dottrina sia ancora divisa al riguardo, costituiscono un potenziale impedimento alla tutela giurisdizionale dei diritti degli individui innanzi a una corte interna.
The object and the scope of the present work is to investigate some issues relating to the social sustainability of State sovereign debt and some weaknesses of the intervention programs to help the States in difficulties. Such loans, from both international financial organizations such as the International Monetary Fund or (in some cases) the World Bank, and other States (within the framework of informal meetings such as economic summits or, with respect to debt restructuring, the Paris and London clubs), are subject to the application of conditionality measures that, especially during the crisis of 2008-2010, have been characterised by austerity. The application of such measures has provoked a huge compression, and in some cases a violation, of certain human rights recognised by the main international treaties about human rights. Human rights monitoring bodies, some international organizations and some constitutional courts of the borrowed States have reported this problem, revealing how conditionality policies have not solved the crisis (if not temporarily) and have caused a lowering of the human rights standards beyond the limits allowed by international and domestic law. The International community, therefore, has questioned whether is configurable the responsibility of the international organizations that, during the sovereign debt crises, impose to the borrowing States, in order to get the loans, conditionality based on austerity measures destined to reduce human rights standards. In making this assessment, it is important to consider that, even if a State can impose regressive measures in the protection of human rights, when they are economically conditioned, it has to guarantee a minimum core standard identified by the international doctrine as insurmountable limit in human rights protection. Further scope of the present work is to analyse the responsibility regime of international financial organizations for the violations of human rights, on the basis of the Draft Articles on the Responsibility of International Organizations of 2011 and the international and domestic case law on the matter, to verify the international and domestic remedies available for the borrowing State and the individuals. If for the European Union institutions, such aspect is quite simple thanks to the presence within the organization of jurisdictional bodies, for other international organizations this matter is more complicated because of the uncertainties relating to international remedies and because of is still controversial in doctrine the international organizations immunity from domestic courts. This could be a potential obstacle to the judicial protection of individuals before a domestic court.
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4

MAGRI, FEDERICO. "Il ruolo del Promotore Finanziario tra gestione del cliente, delle relazioni, della crisi." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2016. http://hdl.handle.net/10281/103113.

Full text
Abstract:
The Tied Agent is a key player in the existing econoomic scenario. Inside the Behavioral Finance's framework we present the results of three researches made between 2012 and 2015 than have investigated some psychological aspects related to the role of the Tied Agent.
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5

Montanelli, Alessandra <1994&gt. ""Teoria del Prospetto e selezione di portafoglio: un'applicazione alla crisi del 2008 in Italia"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13948.

Full text
Abstract:
La teoria economica classica si basa sull’assunzione di piena razionalità dell’investitore, il cui comportamento è volto unicamente al soddisfacimento dei propri bisogni. L’ipotesi di mercati efficienti, di informazione completa, di non sazietà dell’agente economico sono alcuni dei fondamenti della Teoria dell’Utilità Attesa, caposaldo dell’economia nello spiegare le scelte dell’investitore in condizioni di incertezza. Tuttavia, recenti studi empirici hanno fatto emergere l’inconsistenza di dette ipotesi, che almeno in certi contesti vengono sistematicamente violate dagli operatori economici. Proprio a partire da queste evidenze, l’ipotesi di razionalità dell’investitore viene posta in discussione. Al suo posto, incontrano sempre maggior interesse teorie che, a partire da studi di psicologia cognitiva, guardano all'individuo come ad un soggetto il cui comportamento è sistematicamente influenzato da errori cognitivi (bias comportamentali) che dunque influenzano le sue decisioni. Daniel Kahneman e Amor Tversky sono tra gli studiosi che riuscirono a conciliare aspetti psicologici con quelli economici, merito che gli fece vincere anche il Premio Nobel nel 2002. Tra i loro più importanti apporti all'economia moderna risulta la Teoria del Prospetto, secondo cui le scelte dell’investitore si basano sulla funzione di valore e sulla funzione di ponderazione delle probabilità. L’elaborato si propone di presentare un’applicazione della Teoria del Prospetto al fine di analizzare il cambiamento delle scelte di portafoglio a seguito della crisi occorsa nel 2008, con particolare interesse al raffronto con il modello di ottimizzazione classico à la Markowitz.
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6

BARBERA, CARMELA. "Public sector accounting in tempo di austerity. Strategie finanziarie, resilienza e ruoli dell'accounting nelle relazioni tra Stato ed enti locali." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/35757.

Full text
Abstract:
Molti studi hanno evidenziato come le riforme legate al NPM abbiano favorito l’adozione di logiche di mercato nelle amministrazioni pubbliche, basate sul rafforzamento dell’efficienza e dell’efficacia, e l’introduzione di innovazioni manageriali nell’erogazione dei servizi pubblici. In ciò, i meccanismi contabili pubblici hanno giocato un ruolo importante. Alcuni hanno enfatizzato che sono poche le evidenze sulla relazione tra logiche di NPM e maggiore performance, sottolineando che l’efficienza e l’orientamento ai risultati non sono sufficienti a evitare le conseguenze di shock. Altri affermano che le recenti misure di austerity hanno portato ad un rinnovato interesse sia in approcci di tipo privatistico, che a logiche neo-weberiane, ma sono anche emersi nuovi paradigmi. Date queste considerazioni, la mia ricerca mira a contribuire (i) alla letteratura di pubblica amministrazione e a quella di financial management investigando come le risposte organizzative a eventi negativi sono legate alle precedenti strategie finanziarie e condizioni e capacità organizzative, e come la resilienza organizzativa sia influenzata da condizioni interne ed esterne; (ii) alla letteratura di public sector accounting, esplorando come l’accounting inficia sulle relazioni tra stato ed enti locali nell’ambito delle politiche di austerity, e le relative conseguenze su come i servizi pubblici sono organizzati, erogati e a chi.
Many studies have emphasized how NPM reforms have led to the adoption of market logics within public sector organizations, based on enhancing efficiency and effectiveness, and to the introduction of managerial innovations to public service delivery. In this, public accounting mechanisms have played a relevant role. Some have emphasized that there are scant evidences of the relation between NPM logics and increased performance, with “efficiency” and “result-orientation” being not sufficient to avoid the consequences of shocks. Others claim that the recent austerity measures has led to a renewed interest on both private-like approaches and neo-weberian logics, but also to the emergence of post-NPM paradigms. Based on these considerations, my research aims (i) to contribute to public administration and public sector financial management literature by investigating how organizational responses to negative events are rooted in past financial strategies and organizational conditions and capacities, and how organizational resilience is affected both by internal and external conditions; (ii) to contribute to public sector accounting literature by exploring how accounting is implicated in the (re)shaping of the relationship between central and local governments under the emergence of austerity policies, and how this affects how public services are organized, provided, and to whom.
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BARBERA, CARMELA. "Public sector accounting in tempo di austerity. Strategie finanziarie, resilienza e ruoli dell'accounting nelle relazioni tra Stato ed enti locali." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/35757.

Full text
Abstract:
Molti studi hanno evidenziato come le riforme legate al NPM abbiano favorito l’adozione di logiche di mercato nelle amministrazioni pubbliche, basate sul rafforzamento dell’efficienza e dell’efficacia, e l’introduzione di innovazioni manageriali nell’erogazione dei servizi pubblici. In ciò, i meccanismi contabili pubblici hanno giocato un ruolo importante. Alcuni hanno enfatizzato che sono poche le evidenze sulla relazione tra logiche di NPM e maggiore performance, sottolineando che l’efficienza e l’orientamento ai risultati non sono sufficienti a evitare le conseguenze di shock. Altri affermano che le recenti misure di austerity hanno portato ad un rinnovato interesse sia in approcci di tipo privatistico, che a logiche neo-weberiane, ma sono anche emersi nuovi paradigmi. Date queste considerazioni, la mia ricerca mira a contribuire (i) alla letteratura di pubblica amministrazione e a quella di financial management investigando come le risposte organizzative a eventi negativi sono legate alle precedenti strategie finanziarie e condizioni e capacità organizzative, e come la resilienza organizzativa sia influenzata da condizioni interne ed esterne; (ii) alla letteratura di public sector accounting, esplorando come l’accounting inficia sulle relazioni tra stato ed enti locali nell’ambito delle politiche di austerity, e le relative conseguenze su come i servizi pubblici sono organizzati, erogati e a chi.
Many studies have emphasized how NPM reforms have led to the adoption of market logics within public sector organizations, based on enhancing efficiency and effectiveness, and to the introduction of managerial innovations to public service delivery. In this, public accounting mechanisms have played a relevant role. Some have emphasized that there are scant evidences of the relation between NPM logics and increased performance, with “efficiency” and “result-orientation” being not sufficient to avoid the consequences of shocks. Others claim that the recent austerity measures has led to a renewed interest on both private-like approaches and neo-weberian logics, but also to the emergence of post-NPM paradigms. Based on these considerations, my research aims (i) to contribute to public administration and public sector financial management literature by investigating how organizational responses to negative events are rooted in past financial strategies and organizational conditions and capacities, and how organizational resilience is affected both by internal and external conditions; (ii) to contribute to public sector accounting literature by exploring how accounting is implicated in the (re)shaping of the relationship between central and local governments under the emergence of austerity policies, and how this affects how public services are organized, provided, and to whom.
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8

Bibaj, Egi <1988&gt. "La crisi economica e finanziaria greca." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2336.

Full text
Abstract:
Dal luglio 2007 il mondo si trova ad affrontare la crisi finanziaria più grave e più dirompente dal 1929. Scoppiata inizialmente negli Stati Uniti la crisi si è estesa a tutto il mondo, approfondendosi ed aggravandosi. Si è dimostrata altamente contagiosa e complessa, propagandosi rapidamente a vari segmenti di mercato e a vari paesi. I governi e le banche centrali in tutto il mondo hanno adottato diversi provvedimenti per cerare di migliorare la situazione economica e ridurre i pericoli sistematici. Nel primo capitolo ho affrontato il tema dell’evoluzione della crisi, tappa per tappa. Esplicherò dove e come nasce: crisi subprime degli USA; la sua evoluzione: crisi finanziaria; il suo propagarsi: crisi del debito sovrano. Poi proseguo con una veloce veduta di quelli che sono i PIGS. Nel secondo capitolo affronto quella che è l’evoluzione del sistema economico e politico della Grecia, toccando l’evoluzione storica del suo Debito Pubblico e le manovre adottate per scongiurare la grave crisi finanziaria. Proseguendo con la spiegazione di come la crisi ha intaccato l’economia greca: i fattori e le caratteristiche. Nel terzo capitolo esplico le manovre adottate al livello europeo al fine di tutelare la moneta unica e continuare ad ottenere fiducia dai mercati finanziari. Affronto per cui anche la questione: verso l’unione fiscale o verso il collasso dell’euro?
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9

Della, Bruna Barbara. "Crisi finanziaria tra legislazione emergenziale e vigilanza." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2016. http://hdl.handle.net/10556/3169.

Full text
Abstract:
2014 - 2015
The first chapter of the thesis begins with a brief introduction on what are the principles that regulate the economy and how they affect it. A market without rules or in serious shortage of them is the incubator of problems destined to affect the economies of all Countries. This situation came out with the phenomenon of deregulation, born on the belief that markets are capable of self-regulation, and the lack of rules capable of setting effective limits that led to an exponential increase in risky financial transactions. As we all know, the creation of the subprime housing bubble in the United States is the most striking example of how the lack of rules could lead to the construction of "financial monsters" that caused the collapse of major banking giants, as well as serious repercussions on the whole economic stability. In fact, in 2008, one of the biggest financial crises in the history occurred, following which the emerged the awareness that the regulatory and banking supervision instruments were characterized by serious inefficiencies. ... [edited by Author]
XIV n.s.
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Pugiotto, Lavina <1988&gt. "La comunicazione finanziaria in tempo di crisi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5374.

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Abstract:
La tesi è composta da quattro capitoli inerenti la comunicazione finanziaria in tempo di crisi. Il primo capitolo riguarda il concetto di comunicazione finanziaria: viene spiegato il processo di comunicazione finanziaria andando ad analizzare ogni singolo strumento del processo quali la fonte, codifica e decodifica del messaggio, il messaggio, la struttura dell’azienda, i canali e il destinatario. In seguito l’elaborato differenzia le tipologie di comunicazioni, mandatory disclosure e voluntary disclosure per poi arrivare ad esporre i diversi modelli teorici. Il secondo capitolo verte sulla teoria dell’ EMH e la criticità dell’informativa finanziaria con particolare riferimento alle asimmetrie informative e le adverse selection. Il terzo capitolo si concentra sul tema centrale, cioè la comunicazione in tempo di crisi. Prima di parlare della crisi finanziaria viene però preso in considerazione il pensiero economico di Hyman Minsky il quale ha offerto una diversa e nuova descrizione del funzionamento dell' economia di mercato per poi passare alle fasi del ciclo economico di Charles Kindleberger. Dopo questa parentesi introduttiva passo a spiegare l'inizio e le cause della crisi del 2007/2008 quindi i mutui subprime, il mercato immobiliare e le conseguenze sulla comunicazione, prendendo in considerazione il trade- off fra stabilità e trasparenza. Nell’ ultimo capitolo viene esposta un analisi empirica attinente il settore bancario: vengono presi in considerazioni i dati delle banche in modo da vedere l’andamento dei titoli delle banche e le loro variazione prima e dopo la crisi finanziaria.
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Books on the topic "Crisi finanziarie"

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Giancarlo, Martinengo, and Padoan Pier Carlo 1950-, eds. Le Crisi finanziarie. Bologna: Il Mulino, 1985.

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Berrini, Alberto. Le crisi finanziarie e il "Derivatus paradoxus". 2nd ed. Saronno: Monti, 2008.

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Nigro, Giampiero, ed. Le crisi finanziarie. Gestione, implicazioni sociali e conseguenze nell’età preindustriale / The Financial Crises. Their Management, Their Social Implications and Their Consequences in Pre-Industrial Times. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-949-8.

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Abstract:
L'attuale crisi finanziaria e la crisi monetaria dell'Unione Europea degli ultimi anni hanno condotto a una serie di studi analitici e altre pubblicazioni con un quadro di riferimento storico che, tuttavia, raramente va oltre il XIX e il XX secolo. Studi analoghi che si occupano di crisi finanziarie in tempi premoderni sono rari, tanto più quando si tratta di strategie di gestione delle crisi, delle conseguenze sociali e dello sfondo di queste crisi. Il volume si articola dunque intorno a questi temi principali: l’analisi delle crisi finanziarie, il ruolo dei (re)attori, la gestione delle crisi e il ruolo delle istituzioni. Sono qui presentati i risultati di ricerca del progetto bandito dalla Fondazione Istituto di Storia Economica “F. Datini” nel 2013 che si era posto come obiettivo, partendo da un approccio teorico sulle cause e i percorsi delle crisi finanziarie e le loro conseguenze economiche e sociali nel contesto dello sviluppo economico, quello di dimostrare o negare la significatività delle "teorie sulle crisi" del periodo pre-industriale. Se le conseguenze economiche delle crisi finanziarie sono ben note (i fallimenti delle imprese, le crisi commerciali e la depressione, le inadempienze e i crolli nelle reti dei pagamenti senza contanti, e la loro influenza sull’intero ciclo economico delle economie prese in considerazione), più sfumata risulta la visione del comportamento dell'individuo, o dell’intera società, che agisce economicamente in tempi di crisi finanziaria. Negli ultimi anni, il dibattito scientifico si è concentrato sulla questione di come agiscono o reagiscono gli homines oeconomici durante le crisi finanziarie. Dal punto di vista di casi studio del periodo pre-industriale, diventa chiaro che il ruolo dell'individuo è sostanzialmente più importante e grave sia per l’occorrenza della crisi sia per i tentativi di superarla, più di quanto appaia (ammesso che appaia) da ricerche precedenti. Infine, i contributi hanno indagato sulla gestione delle crisi in tempi di turbolenze finanziarie. L'analisi della gestione delle crisi in epoca pre-industriale può costituire infatti un essenziale passo avanti nella nostra comprensione della gestione della crisi attuale.
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Santangelo, Ignazio Augusto. Debito pubblico e crisi finanziarie nella storia politico-economica. Acireale: Bonanno editore, 2015.

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Conte, Giampaolo, and Alessandro Albanese Ginammi. L'Odissea del debito: Le crisi finanziarie in Grecia dal 1821 a oggi. Vicenza - Italia: In edibus, 2015.

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Casiccia, Alessandro. Narrare le grandi crisi: Tempeste finanziarie, paura e rovine sociali nella letteratura e nel cinema. Milano: Mimesis, 2014.

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Moretti, Anna, and Francesco Zirpoli. Osservatorio sulla componentistica automotive italiana 2021. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-564-3.

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Abstract:
Nel 2021 il mondo ha dovuto fare i conti per il secondo anno di fila con la crisi sanitaria ed economica determinata dalla diffusione del virus COVID-19. Per l’industria dell’auto la crisi ha prodotto una serie di effetti sia sull’offerta sia sulla domanda, tra cui la crisi dei semiconduttori, l’incertezza economica legata alla crisi sanitaria, e la decisa accelerazione, a trazione EU, della transizione verso la mobilità elettrica. Per la filiera automotive italiana, ulteriori incognite sono legate alla formazione di Stellantis e il conseguente spostamento del baricentro decisionale fuori dall’Italia. Il quadro che emerge dal rapporto 2021 dell’Osservatorio è quello di una filiera i cui risultati in termini di fatturato, produzione ed export continuano ad essere in contrazione, e che necessita con urgenza dell’avvio di un programma di investimenti pubblici per sostenere l’attrattività di investimenti privati in Italia, e del rilancio dei poli italiani di eccellenza attraverso nuovi investimenti in ricerca e sviluppo, struttura manageriale, risorse finanziarie e una rinnovata capacità di ‘fare rete’.
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Belcredi, Massimo. Crisi d'impresa e ristrutturazione finanziaria. Milano: Vito e pensiero, 1995.

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Farina, Marilena Rispoli, and Gennaro Rotondo. La crisi dei mercati finanziari. Milano: Giuffrè, 2009.

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Pompeo, Della Posta, and Conti Giuseppe 1955-, eds. Crisi finanziaria globale, stato e mercato. Napoli: Liguori, 2009.

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Conference papers on the topic "Crisi finanziarie"

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Cerasoli, Mario, and Biancamaria Rizzo. "Il futuro tecnologico dei centri storici." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7979.

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Abstract:
Parlare di recupero e valorizzazione dei centri storici può essere quanto mai attuale in un’epoca in cui, forse per la prima volta, si mettono in discussione alcuni modelli insediativi e di sviluppo volti prevalentemente alla espansione delle aree urbane. A cinquant’anni di distanza da quando si è cominciato a parlare in modo organico di centri storici, in un periodo caratterizzato da una delle più gravi crisi economiche globali dopo quella del 1929, com’è cambiato il rapporto tra le città e i propri Centri Storici? Come sono visti i centri storici da chi li abita e da chi non li abita? Quale può essere allora il ruolo potenziale delle nuove tecnologie per la tutela e la valorizzazione dei Centri Storici? Le nuove tecnologie possono non solamente cambiare significativamente la qualità di chi abita e vive nei centri storici ma anche aumentare la competitività degli stessi, aumentando così la loro capacità di attrarre risorse umane e finanziarie e favorendone lo sviluppo economico e socio-culturale. Tuttavia, come si coniuga il valore della storia con le mutevoli esigenze della vita contemporanea? Quali le potenziali applicazioni delle nuove tecnologie per il miglioramento della vita nei centri antichi? Il Centro Storico costituisce un ambito territoriale estremamente delicato, con una precisa identità urbanistica e un elevato valore storico e testimoniale riferibile sia al tessuto urbano, sia a elementi del patrimonio edilizio di rilevante valore, sia ai suoi abitanti. Ma può in realtà rivelarsi una risorsa importante in un progetto di trasformazione virtuosa dell'intera compagine urbana, rafforzandone sia l'identità propria che la capacità di attrazione verso l'esterno. E le nuove tecnologie in questo progetto possono assumere un ruolo determinante. Talk about recovery and valorisation of the historic centers can be as timely as ever at a time when, perhaps for the first time, are put into question some settlement and development models principally aimed to the expansion of urban areas. After fifty years since it been started talking about in an organic way of historical centers, in a period characterized by one of the most serious global economic crisis after the one of 1929, as the relationship between the city and its historical centers has changed? As the historical centers are seen by those who live there and those who do not live in them? Which then can be the potential role of new technologies for the protection and valorisation of historical centers? The new technologies can not only significantly change the quality whose inhabits and lives in the historic centers but also increase the competitiveness of the same, thus increasing their ability to attract human and financial resources and promoting the economic development and socio-cultural. However, how it combines the value of history with the changing needs of contemporary life? What are the potential applications of new technologies for the improvement of life in the ancient centers? The historical center constitutes a territorial field extremely delicate, with a specific urban identity and an high historical and testimonial value referable both to the urban texture, both to elements the building heritage of significant value, both to its inhabitants. But it can actually become an important resource in a virtuous transformation project of the whole urban structure, strengthening both the its own identity that the attractiveness to the outside. And the new technologies in this project can play a decisive role.
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