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Filoni, Rosaria. "Crisi della professione o professione per la crisi." GROUNDING, no. 1 (July 2012): 35–41. http://dx.doi.org/10.3280/gro2012-001005.

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Abstract:
L'autrice ripercorre alcuni aspetti positivi č negativi dell'attuale status della psicologia, psicoterapia, psichiatria e richiama la necessitŕ della partecipazione democratica come condizione per garantire la migliore organizzazione della realtŕ.
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Fasano, Luciano. "L’emergenza democratica: Presidenti, decreti, crisi pandemica." Contemporary Italian Politics 14, no. 1 (January 2, 2022): 112–13. http://dx.doi.org/10.1080/23248823.2021.2010008.

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3

Prospero, Michele. "La cultura istituzionale nella crisi democratica attuale." DEMOCRAZIA E DIRITTO, no. 2 (December 2022): 7–16. http://dx.doi.org/10.3280/ded2022-002001.

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Lanza, Andrea. "Il bambino democratico. La filosofia politica dell'educazione di Marcel Gauchet." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 43 (June 2012): 70–85. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-043008.

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Abstract:
L'articolo ricostruisce le riflessioni sulla crisi dell'educazione avanzate dal filosofo politico Marcel Gauchet. All'interno di una piů generale analisi delle trasformazioni della societÀ democratica e dell'approfondirsi del processo d'individualizzazione, viene posta all'attenzione la diffusa incapacitÀ di prendere in considerazione la formazione sociale dell'individuo. Solo a partire da tale constatazione č possibile comprendere le mutazioni storiche delle condizioni sociali in cui si educano i bambini. Il saggio si concentra inoltre su alcuni punti specifici dell'analisi della crisi dell'educazione.
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Morlino e, Leonardo, and Franco Mattei. "VECCHIO E NUOVO AUTORITARISMO NELL'EUROPA MEDITERRANEA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 22, no. 1 (April 1992): 137–60. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020001827x.

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Abstract:
IntroduzioneNel corso degli anni settanta, crisi autoritaria e transizione alla democrazia hanno caratterizzato Portogallo, Spagna e Grecia (O'Donnell, Schmitter e Whitehead 1986). Nello stesso periodo il quarto paese dell'Europa mediterranea, l'Italia, attraversava la sua crisi democratica piò difficile dai tempi dell'instaurazione repubblicana (1945-48), o addirittura dagli anni venti. In Spagna e Portogallo, il fallimento dei regimi autoritari e i relativi processi di democratizzazione erano scaturiti da una combinazione di trasformazioni interne, economiche e sociali, e internazionali (Morlino 1986). In Grecia quel fallimento veniva dal mancato consolidamento del regime militare, insieme all'attivazione di una notevole opposizione al regime e alla crisi di Cipro, cioè ancora da una combinazione di elementi interni ed internazionali. Trasformazioni socio-economiche e conseguente mobilitazione politica di nuovi gruppi e movimenti (lavoratori, giovani, donne) ovvero emergere di nuove domande erano anche alla base della crisi italiana (Farneti 1978; Morlino 1985).
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di Cortona, Pietro Grilli. "DAL COMUNISMO ALLA DEMOCRAZIA IN EUROPA CENTRALE: UNGHERIA E CECOSLOVACCHIA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no. 2 (August 1991): 281–313. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200013289.

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Abstract:
IntroduzioneLa transizione dal comunismo alla democrazia è un processo che non ha precedenti storici e sul quale, dopo gli avvenimenti che nel 1989 hanno trasformato la fisionomia politica dell'Europa, convergono due tipi di interessi. Chi in passato si è dedicato allo studio dei regimi comunisti, individuandone i primi elementi di crisi e di instabilità già negli anni cinquanta, oggi è interessato a vedere le modalità con cui i singoli paesi escono dal comunismo, il peso che il vecchio regime avrà sulla nuova fase democratica, le differenze negli esiti della transizione. Chi, invece, ha studiato il fenomeno della transizione democratica, così come si è presentato in molti paesi occidentali dalla seconda guerra mondiale a oggi, vorrà soprattutto confrontare modelli e teorie fin qui elaborate con i nuovi sviluppi est europei, nonché valutare le specificità di questi ultimi.
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di Cortona, Pietro Grilli. "DAL COMUNISMO ALLA DEMOCRAZIA IN EUROPA CENTRALE: UNGHERIA E CECOSLOVACCHIA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no. 2 (August 1991): 281–313. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200021833.

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Abstract:
IntroduzioneLa transizione dal comunismo alla democrazia è un processo che non ha precedenti storici e sul quale, dopo gli avvenimenti che nel 1989 hanno trasformato la fisionomia politica dell'Europa, convergono due tipi di interessi. Chi in passato si è dedicato allo studio dei regimi comunisti, individuandone i primi elementi di crisi e di instabilità già negli anni cinquanta, oggi è interessato a vedere le modalità con cui i singoli paesi escono dal comunismo, il peso che il vecchio regime avrà sulla nuova fase democratica, le differenze negli esiti della transizione. Chi, invece, ha studiato il fenomeno della transizione democratica, così come si è presentato in molti paesi occidentali dalla seconda guerra mondiale a oggi, vorrà soprattutto confrontare modelli e teorie fin qui elaborate con i nuovi sviluppi est europei, nonché valutare le specificità di questi ultimi.
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Rubini, Antonia. "Il meccanismo potente ed imperfetto della democrazia1: la politica democratica tra crisi e prospettive future." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 552–71. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9577.

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Abstract:
Il presente articolo vuole indagare la crisi interna al sistema democratico, specie nel contesto italiano, cercando di definirne sia il quadro delle cause, che quello delle conseguenze, interrogandosi sul senso del «fare politica» ai nostri giorni, in un mondo sempre più pervaso dalla «dromologia», dall'iperattività incessante, dal costante esibizionismo, che non risparmia una classe dirigente pericolosamente sedotta dagli accattivanti tools dell'era del web 3.0 e impegnata in un governo della perpetua contingenza, in cui le ideologie sembrano ormai impolverato materiale per rigattieri. L'uomo è ancora "l'animale politico" di aristotelica memoria? La politica ha bisogno di eroi? In cosa è cambiata la partecipazione? E i giovani, sono davvero sideralmente distanti dalla e disinteressati alla politica? Si è cercato di dare risposta a tutti questi interrogativi.
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Budelli, Simone. "Giuseppe Toniolo: popolarismo, partiti e futuro della democrazia." Società e diritti 7, no. 14 (December 9, 2022): 6–21. http://dx.doi.org/10.54103/2531-6710/19309.

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Abstract:
Giuseppe Toniolo è un uomo del suo tempo. Economista, impegnato in politica, operante fra la fine dell’800 e i primi del ‘900, è stato elevato nel 2012 agli onori degli altari da Papa Benedetto XVI, che ne ha evidenziando l’attualità e la modernità. Per anni dimenticato perché non in linea con la cultura dominante, Domenico Sorrentino, con un’importante e complessa opera ricostruttiva dell’intero pensiero tonioliano, ne ha riproposto un’interessante lettura in chiave moderna. In questo lavoro si cerca di approfondire non tanto il Toniolo economista, quanto il politico, assertore di una società democratica fondata sul popolarismo. Questa costruzione sociale può essere una risposta al populismo che sembra caratterizzare la politica dei nostri tempi? La crisi della democrazia rappresentativa e dei partiti può trovare in Toniolo delle risposte ancora attuali?
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Ciampi, Marina. "Per una fenomenologia della societŕ contemporanea. Accesso, approvvigionamento e democrazia dell'acqua." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (November 2010): 137–49. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-003013.

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Abstract:
Nella societŕ contemporanea, definita anche societŕ del rischio globale, la crisi idrica riveste un ruolo decisivo ma controverso rispetto ad altri rischi (sanitari, ambientali, finanziari, bellici). Essa infatti colpisce maggiormente le aree geografiche del sud del mondo, dove tale risorsa č sempre piů carente e di scarsa qualitŕ; al contrario i Paesi industriali avanzati hanno un approccio poco responsabile nei confronti di un bene cosě prezioso e di una fonte che č esauribile e limitata. I vantaggi dello sviluppo e della globalizzazione non sono infatti distribuiti equamente a livello geografico e il gap tra i "ricchi" e gli "ultimi della Terra" sta diventando sempre piů profondo. Eppure uno sviluppo che intenda essere davvero sostenibile deve affrontare globalmente il problema della disponibilitŕ dell'acqua potabile, della sua qualitŕ, del suo accesso pubblico, in un'ottica di gestione e condivisione democratica di tale risorsa. Accedere all'acqua č un diritto fondamentale, universale e inalienabile, ma se non si attuerŕ un'inversione di tendenza a livello sociale, economico e politico, tale bene continuerŕ ad essere sempre piů mercificato e privatizzato.
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Giovannini, Alessandro, and Jean-François Jamet. "MATCHING ACCOUNTABILITY WITH INDEPENDENCE: THE ECB’S EXPERIENCE." Il Politico 252, no. 1 (June 22, 2020): 103–21. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2020.300.

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Abstract:
L’accountability della BCE comprende i vari canali attraverso i quali essa è chiamata a dimostrare di agire in conformità con il suo mandato. Il presente articolo si concentra principalmente su uno di questi canali - la responsabilità democratica. È tuttavia importante tenere presente che questi diversi canali si rafforzano a vicenda. Inoltre, nel discutere il quadro di responsabilità della BCE, l’attenzione principale è rivolta alle funzioni di banca centrale, piuttosto che di vigilanza. Coerentemente con il ruolo decisivo che ha svolto nella crisi, la BCE è stata sottoposta a un maggiore controllo. Il quadro di responsabilità preesistente ha consentito tale maggiore controllo e ha quindi dimostrato la sua solidità. Ciò che è cambiato, in effetti, non è il quadro di responsabilità previsto dal diritto primario, ma l’uso esteso delle sue possibilità. E l’evidenza dimostra che la BCE si confronta favorevolmente con le banche centrali. La responsabilità della BCE continuerà comunque ad essere oggetto di dibattito, visti i vari equilibri possibili sul ruolo dei vari stakeholder, l’intensità del controllo e l’interazione tra i vari canali di responsabilità. Tutti fattori fondamentali per garantire un’interazione di alta qualità nell’adempimento degli obblighi di responsabilità della BCE.
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Spazzali, Roberto. "Uno sguardo dall’Adriatico. La crisi asiatica dei tre imperialismi nei commenti di politica estera di Silvio Benco." Histria : the Istrian Historical Society review 3, no. 3 (2013): 117–42. http://dx.doi.org/10.32728/h2013.05.

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Abstract:
Trieste è stata, per un certo periodo di tempo, un privilegiato punto di osservazione sui principali fatti del mondo, in quanto sede di importanti compagnie di navigazione e di assicurazioni che fondavano i loro traffici e i loro interessi sulla raccolta e l’analisi puntuale della situazione internazionale. Infatti il giornalista triestino Silvio Benco dimostra notevole attenzione per la “geopolitica”, una disciplina che si afferma alla fine del XIX secolo come strumento di interpretazione dei fatti della politica internazionale in relazione alla geografia terrestre. Grazie agli strumenti scientifici della geopolitica, egli è in grado di esaminare la trasformazione degli equilibri internazionali nei primi 50 anni del XX secolo, prestando attenzione ad alcuni aspetti molto importanti: la corsa agli armamenti delle grandi potenze europee per ottenere il predominio marittimo con spese così pesanti da pregiudicare l’economia dei singoli Stati; l’affermazione di nuove potenze (Giappone e Stati Uniti) che si contendono l’Oceano Pacifico e il declino dell’Impero russo messo in crisi dalla grave situazione interna; il declino dell’Europa dove i sistemi politici sembrano troppo fragili ed incapaci di dare vita ad una società realmente democratica, in essi prevalgono le spinte autoritarie e l’ascesa delle caste militari in pieno accordo con i circoli finanziari e industriali; la crisi balcanica che accelera il processo di dissoluzione dell’Impero austro-ungarico e dell’Impero ottomano, aprendo un pericoloso varco negli equilibri dell’Europa sud orientale. Infine, dopo la seconda guerra mondiale, Silvio Benco ripone molta fiducia nella possibilità di costruire un nuovo spirito europeo in considerazione degli errori che hanno portato ad un conflitto più terribile del precedente. Benco è consapevole che l’Europa ha esaurito il suo ruolo storico rinunciando da tempo alla cultura e allo spirito liberale, il continente sembra escluso dal futuro. La maggiore preoccupazione di Benco è la perdita di identità: egli è attratto dal progresso e dalla modernità ma guarda con diffidenza i grandi movimenti di massa che sembrano non controllabili.
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Caramani, Daniele. "LA PARTECIPAZIONE ELETTORALE: GLI EFFETTI DELLA COMPETIZIONE MAGGIORITARIA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, no. 3 (December 1996): 585–608. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024515.

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Abstract:
PremessaI livelli di partecipazione elettorale vengono spesso considerati come uno dei principali termometri dello stato di salute di una democrazia. Sebbene la loro interpretazione da parte della teoria democratica non sia sempre stata univoca, il calo della partecipazione viene solitamente associato a immagini di «crisi» dei sistemi politici e delle tradizionali forme di rappresentanza, a fasi di transizione e ad atteggiamenti di disaffezione, di apatia e di protesta da parte dei cittadini nei confronti delle istituzioni.La forte crescita del fenomeno astensionista durante quello che viene ormai comunemente considerato il periodo della transizione italiana, sembrerebbe avvalorare questa tesi. Nel raffronto internazionale, tassi elevati e stabili hanno caratterizzato la partecipazione elettorale nell'Italia repubblicana. Tuttavia, dalla fine degli anni '70 l'astensionismo si è manifestato sempre più marcatamente. Se da un lato ciò ha destato una certa preoccupazione, dall'altro si è rinnovato l'interesse tra osservatori e studiosi nei confronti dei problemi della partecipazione elettorale2. I grandi mutamenti politici che si sono verificati a partire dalle elezioni del 1992 ed il grande fermento politico e sociale che ne è scaturito, non hanno invertito questa tendenza. Al contrario, la partecipazione alle elezioni ne è risultata contratta e le elezioni del 21 aprile 1996 hanno registrato una ulteriore brusca frenata dell'affluenza.
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Gambino, Silvio. "Democrazia rappresentativa e populismo: riflessioni sull'esperienza italiana nell'ottica comparatistica. Una "democrazia assediata" che muove verso la ‘democrazia illiberale'?" CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (January 2021): 5–32. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2020-002001.

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Abstract:
"Rappresentanza politica" e "sovranità popolare" si offrono al costi-tuzionalista come le due principali tematiche teoriche che aiutano a qualificare le manifestazioni istituzionali/costituzionali ormai bisecola-ri della democrazia liberaldemocratica moderna, che ritrova le pro-prie origini storiche negli eventi rivoluzionari francesi di discontinuità con lo Stato assoluto e il proprio sviluppo nelle forme della democra-zia sociale e partecipativa del costituzionalismo del secondo dopo-guerra. La riflessione proposta al lettore muove dal modello costitu-zionale italiano - che si propone come fortemente innovativo in ragio-ne della valorizzazione della sovranità popolare e delle forme politiche del suo esercizio (incentrate sul ruolo centrale svolto dal concorso partecipativo dei partiti politici alla determinazione della politica na-zionale) - per coglierne, nel seguito, l'evoluzione osservabile nell'ambito della vita democratica interna agli stessi e con riguardo al condizionamento concreto delle istituzioni pubbliche da essi svolto. È in tale prospettiva che il contributo si ripropone due interrogativi, chiedendosi, dapprima, se sia possibile - nel quadro della trasforma-zione e della crisi dei partiti - una ‘democrazia senza partiti', e per in-terrogarsi successivamente - in una prospettiva di analisi di tipo com-paratistico aperta ai Paesi di democrazia pluralista al di qua e al di là dell'Oceano - se gli interventi sugli istituti della democrazia costitu-zionale (anche di tipo manipolativo) non dischiudano scenari preoc-cupanti di una ‘democrazia assediata' che si conforma viepiù nel tem-po alle esperienze di ‘democrazia illiberale' (nella esperienza italiana, allo stato, solo statu nascenti).
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Morosini, Piergiorgio. "Come cambiano diritti, poteri e giurisdizione. Relazione introduttiva, XIX Congresso nazionale di Magistratura democratica "Quale giustizia al tempo della crisi", Roma, 31 gennaio - 3 febbraio 2013 / Gli autori." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 6 (May 2013): 187–223. http://dx.doi.org/10.3280/qg2012-006017.

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Maccioni, Elena. "Mercato cambiario e uomini d’affari a Barcellona durante la guerra tra Alfonso il Magnanimo e la Repubblica Fiorentina." Anales de la Universidad de Alicante. Historia Medieval, no. 23 (May 26, 2022): 61. http://dx.doi.org/10.14198/medieval.21218.

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Abstract:
La metà del secolo XV fu per la Corona d’Aragona e specialmente per Barcellona un periodo complicato: Alfonso V era impegnato nelle guerre italiane, in particolare contro Firenze e Milano, Genova e Venezia; il Regno di Napoli era stato annesso all’Unione, e richiedeva sforzi importanti per il suo mantenimento; allo stesso tempo dalla capitale catalana provenivano richieste di apertura “democratica” del Consiglio dei Cento, che portavano a un’evidente instabilità interna, frutto in parte di una dimostrata crisi monetaria, dovuta anche alla scarsa capacità di governo dell’economia. Nonostante ciò, i mercanti, gli armatori e i banchieri continuarono a cercare di portare avanti i propri interessi economici nel Mediterraneo, anche servendosi delle istituzioni di natura corporativa, come il Consolato del mare. Attraverso l’analisi di alcuni registri di protesti di lettere di cambio gestiti dal notaio del Consolato barcellonese, si cercherà di mettere in luce l’evoluzione delle reti mercantili-finanziarie catalane, in particolare lungo la rotta meridionale italiana. Lo studio non avrà l’obiettivo di analizzare l’uso tecnico dello strumento cambiario, ma quello di portare alla luce strategie e protagonisti del processo di inserimento del capitale mercantile e finanziario in Italia durante il regno di Alfonso il Magnanimo e in special modo durante la guerra contro Firenze. Emergeranno, così, i nomi di quelle persone che furono le protagoniste dei grandi e quotidiani spostamenti di denaro fra i centri politico-commerciali del Commonwealth catalanoaragonese. Si tenterà una prima ricostruzione delle loro attività e dei loro movimenti, nonché delle connessioni con i più importanti operatori del sistema finanziario europeo, ovvero i toscani.
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Bolgherini, Silvia, and Fortunato Musella. "Le primarie in Italia: ancora e soltanto personalizzazione della politica?" Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 55, no. 1 (June 30, 2006): 219–39. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12714.

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Abstract:
In Italia il recente fenomeno delle primarie ha contribuito a riportare nella discussione politica alcuni grandi temi delle democrazie contemporanee. Il dibattito sorto, soprattutto, in occasione delle primarie nel 2005, se da un lato ha riguardato gli scopi e le potenzialità di questo strumento, dall’altro si è poi allargato ed ha spaziato su molti aspetti della vita democratica: dalla partecipazione politica al direttismo, dal potere delle oligarchie alla rivincita decisionale del popolo, dalla selezione – effettiva o solo fittizia – delle elìtes politiche ai risvolti plebiscitari. Temi noti, ma esaminati da una prospettiva inedita, dovuta alla novità di uno strumento di selezione della classe politica praticamente sconosciuto alla prassi politica italiana. Un aspetto che invece non è stato considerato, o almeno non abbastanza, in questa fase di rinnovata discussione politica, è quello della personalizzazione, e come questa si possa in qualche modo mettere in relazione con l’arrivo fulmineo – e sorprendente nel loro successo – delle primarie. Un disinteresse paradossale se si considera che il fenomeno della personalizzazione politica, che ha interessato negli ultimi anni la democrazia italiana come tanti altri sistemi politici occidentali, non sembra affatto essere in crisi. Non solo, ma a nostro avviso alcuni aspetti della personalizzazione politica possono farci meglio comprendere il fenomeno stesso delle primarie ed i connotati che ha assunto nei casi italiani. Le primarie hanno infatti suscitato adesioni totali o forti perplessità, ma pochissima attenzione è stata dedicata alle molte, e diverse, possibili applicazioni del nuovo strumento. Il nesso fra primarie e democrazia può invece essere meglio colto proprio analizzando i vari modi e le differenti ragioni per cui le elezioni primarie vengono utilizzate. In questo studio cercheremo perciò di vedere se, come, e in quali circostanze, la personalizzazione della politica si intrecci con particolari caratteristiche delle elezioni primarie, aiutandoci a distinguerne le fattispecie e a interpretare il fenomeno nel suo complesso.
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Balaguer Callejón, Francisco. "La crisi della democrazia rappresentativa di fronte alla democrazia digitale." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (December 2022): 55–70. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2022-002002.

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Abstract:
La percezione culturale dei progressi tecnologici viene trasferita ai processi democratici e costituzionali, creando l'illusione che ci sia una corrispondenza tra sviluppo tecnologico e sviluppo politico. In tal senso, la democrazia può evolversi nello stesso modo in cui si evolve la tecnologia? E questi progressi tecnologici implicano necessariamente un progresso costituzionale e democratico? Il contributo analizza l'impatto delle nuove tecnologie sui processi democratici dal punto di vista della contrapposizione tra democrazia rappresentativa e democrazia digitale.
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Verri, Carlo. "Silvio Trentin e Ivanoe Bonomi: crisi della democrazia." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 262 (October 2011): 107–17. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-262007.

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Abstract:
Il saggio riguarda la crisi delle forze democratiche in Italia tra il 1924 e il 1925, nel momento in cui si stava instaurando la dittatura fascista. Il tema viene affrontato a partire dalle esperienze di due esponenti democratici - Silvio Trentin e Ivanoe Bonomi - e attraverso il loro rapporto testimoniato dalle lettere inedite che il primo scrisse al secondo, pubblicate in appendice. Se nel febbraio 1924 Trentin sembra gravitare nell'orbita di Bonomi con il quale ha una'affinitŕ ideologica, dopo 12 mesi - segnati dall'assassinio di Matteotti e dall'Aventino - č diventato un convinto sostenitore di Giovanni Amendola, di cui, diversamente da Bonomi, abbraccia tra l'altro il progetto di unire tutte le forze democratiche, trasformandone la federazione (Unione nazionale) in un vero e proprio partito. Dall'analisi delle lettere di Trentin si evince uno spettro significativo delle vie praticate da esponenti democratici di diverso orientamento per fronteggiare lo sconvolgimento politico rappresentato dall'affermarsi del fascismo.
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Denninger, Erhard. "Demokratische „Bürgertugend“ und die Krise des Parlamentarismus." Archiv fuer Rechts- und Sozialphilosophie 107, no. 1 (2021): 114. http://dx.doi.org/10.25162/arsp-2021-0007.

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Jiménez Sánchez, José J. "Eine hegelianische Annäherung an die Krise des demokratischen Rechtsstaats." Archiv fuer Rechts- und Sozialphilosophie 107, no. 3 (2021): 356. http://dx.doi.org/10.25162/arsp-2021-0018.

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Santos, Elisabete, and Renata Alvarez Rossi. "Crise Democrática no Século XXI e Desafios da Pesquisa em Administração Pública." Organizações & Sociedade 30, no. 104 (January 2023): 1–16. http://dx.doi.org/10.1590/1984-92302023v30n0000pt.

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Abstract:
Resumo A pesquisa no campo da administração pública encontra-se permanentemente desafiada a refletir sobre a complexa relação que envolve a administração e democracia. O retorno ao cenário nacional e internacional de forças políticas situadas no campo da extrema direita, que recorrem às regras do jogo democrático como ferramentas contra a clássica democracia liberal, coloca desafios teórico-epistemológicos adicionais ao campo. Quais os desafios e perspectivas da produção do saber no campo da administração, particularmente no que diz respeito à articulação entre modelos de gestão e democracia, considerando projetos de sociedade e modelos de desenvolvimento? Esse debate requer a mobilização de conhecimento crítico, o redesenho de objetos de estudo, do significado da participação, o aprofundamento do caráter interdisciplinar da pesquisa, além de explicitar a dimensão política da relação entre res publica e democracia.
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김재민. "The June Democratic Uprising and Human Rights." Economy and Society ll, no. 114 (June 2017): 52–78. http://dx.doi.org/10.18207/criso.2017..114.52.

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Schamis, Hector E. "Argentina: Crisis and Democratic Consolidation." Journal of Democracy 13, no. 2 (2002): 81–94. http://dx.doi.org/10.1353/jod.2002.0030.

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Bendall, Mark J., and Chris Robertson. "The crisis of democratic culture?" International Journal of Media & Cultural Politics 14, no. 3 (September 1, 2018): 383–91. http://dx.doi.org/10.1386/macp.14.3.383_7.

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Hobson, Christopher. "Democratic Peace: Progress and Crisis." Perspectives on Politics 15, no. 3 (August 18, 2017): 697–710. http://dx.doi.org/10.1017/s1537592717000913.

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Abstract:
When work on the democratic peace first emerged it contributed to the revitalization of liberal thought and represented an important contribution to International Relations (IR). Yet innovation has been replaced by stagnation. Coding and correlation are debatedad infinitum, while little attention is given to growing economic inequality, voter alienation, a decline in traditional parties, rising populism and a wide array of related trends that raise serious doubts about the health of democracies at the center of the zone of peace. Yet if democratic institutions are not functioning as they are meant to, and norms of compromise are disappearing domestically, what hope can there be that these will facilitate cooperative behavior between democracies? Rather than promoting peace, could it be that capitalism in its contemporary neoliberal form is undermining or hollowing out democracy? The static understanding of democracy adopted by this research means that such questions have been largely overlooked. In response, I focus on two major changes impacting established democracies and consider their significance for democratic peace arguments: the decline of democratic institutions and culture, as well as how neoliberalism is reshaping the relationship between democracy and capitalism. In developing this argument, I propose that the template that the democratic peace research program offers for studying the world is emblematic of—and contributing to—a troubling contracting of our political vision. An excessive concern with methodological rigor, combined with a narrow understanding of what qualifies as valid research, has resulted in a body of scholarship that is remarkably sophisticated but has surprisingly little to say about democracy and its place in the world.
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Kahn, Richard. "The Crisis in Democratic Schooling." American Book Review 28, no. 6 (2007): 9–10. http://dx.doi.org/10.1353/abr.2007.0055.

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Park Myung-Lim. "Constitutional Reform for Democratic Constitutionalism and Semi-Presidentialism." Economy and Society ll, no. 109 (March 2016): 52–82. http://dx.doi.org/10.18207/criso.2016..109.52.

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Park Myung-Lim. "Constitutional Reform for Democratic Constitutionalism and Semi-Presidentialism." Economy and Society ll, no. 109 (March 2016): 55–85. http://dx.doi.org/10.18207/criso.2016..109.55.

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Danner, Leno Francisco. "Crise econômica hodierna como crise do poder: Algumas considerações/Current economic crisis as power crisis: some considerations." Pensando - Revista de Filosofia 3, no. 6 (February 13, 2013): 93. http://dx.doi.org/10.26694/pensando.v3i6.930.

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Abstract:
Defendo, neste artigo, que a atual crise econômica não pode ser entendida nem apreendida consistentemente apenas a partir de sua redução a um déficit interno à estrutura produtivo-financeira, em termos de queda nos padrões de acumulação; na verdade, essa crise é originada de uma crise do poder diretivo em termos de sociedade, que acirra a separação entre as esferas econômica, política e social, a partir da defesa de uma autorreferencialidade do âmbito econômico em relação aos demais, que, por causa disso, são enquadrados pelos imperativos econômicos, tendo solapada sua especificidade normativa (no caso do social) e diretiva da evolução da sociedade (no caso do político). Essa crise econômica, assim, agudizou os problemas oriundos da modernização liberal, que efetivamente foi marcada por essa blindagem das esferas econômica, política e social umas em relação às outras. Como consequência, a superação da modernidade liberal, modernidade essa retomada pelo neoliberalismo, somente pode ser feita no momento em que se reafirma o social enquanto horizonte normativo, o político enquanto instância diretiva da evolução social e o econômico enquanto esfera de controle público-estatal e de gestão democrática da produção e da distribuição da riqueza, que o modelo do Estado de bem-estar social representou e representa de maneira exemplar, em termos de ligação e de complementaridade entre tais esferas.Abstract: the paper argues that current economic crisis cannot be understood or conceived consistently just since its reduction to an internal deficit into productive-financial structure, as a drop in the standards of accumulation; indeed, this crisis is originated from a crisis in the directive power of society, that intensifies the separation between economic, political and social spheres, since the defense of a self-referentiality of economic scope related with others (social and political), which, because that, are framed by economic imperatives, having undermined the normativity (social sphere) and the evolutionary direction of society (political sphere). So, economic crisis exacerbated the problems legated by liberal modernity, that was characterized by the shielding of economic, political and social spheres to each other. Consequently, overcoming of liberal modernity, that was resumption by Neoliberalism, only can be done when we reiterate the social as horizon of normativity, the political as directive instance of social evolution, and the economical as a sphere of public and state-owned control and democratic management of production and distribution of the wealth, that the model of Welfare State represented and represents exemplarily with its complementarity of those spheres. Keywords: Economic Crisis; Power Crisis; Welfare State; Liberal Modernity.
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Prole, Dragan. "Untrustworthiness of Troubadour’s mask." Zbornik Matice srpske za drustvene nauke, no. 173 (2020): 25–36. http://dx.doi.org/10.2298/zmsdn2073025p.

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Abstract:
Troubadour? mask denotes a figure activated by Nietzsche in order to arrange a quarrel with his own time. Transformative capacities of its untimilyness were examined from the perspective of the contemporary instability of democratic order, recognized by bulgarian political scientist Ivan Krastev as an expression of encreasing crisis of the trust in the democratic order. Unlike Krastev?s thesis, this paper uncovers that the process of absolutization of trust caracterizes a trajectory from religious faith to antidemocratical, slave-like totalitarian submission. Its conclusion claims that maximalized trust leads to a totalitarian subject, who is unevitably dumb, speechless, deprived of language, explicitly different from all characteristics of Aristotelian political being whose crucial gift was logos. Consequently, the ruth of contemporary mistrust is not antidemocratical, as claimed by Krastev, but reflects an outstanding democratical orientation and presents a direct consequence of the resistance towards the cult of leader.
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de Lange, R. "Crisis van de democratie?" Tijdschrift voor Constitutioneel Recht 9, no. 4 (October 2018): 371–80. http://dx.doi.org/10.5553/tvcr/187966642018009004008.

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Morlino, Leonardo. "Anchors and Democratic Change." Comparative Political Studies 38, no. 7 (September 2005): 743–70. http://dx.doi.org/10.1177/0010414004274401.

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Abstract:
Analyses of consolidation and internal crisis need to complement each other to better explain the change within a democracy. This article integrates, revises, and develops the results of the existing literature starting from the empirical results of a systematic, comparative empirical research on the Southern European countries. The main theoretical conclusion concerns the salience of the process of democratic anchoring, when consolidation is considered, and de-anchoring with reference to crisis. The different sections of the article analyze the notions of anchors, anchoring, and de-anchoring; the connections with legitimation, democratic consolidation, and crisis; the patterns of consolidation and crisis building in the four Southern European cases; and the explanations and the theoretical background of anchoring and de-anchoring. The concluding remarks illustrate the possible research developments with reference to other areas and the salience of anchoring for every democracy.
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Marcus, Sara. "Novels of Democratic Exhaustion." American Literary History 35, no. 1 (February 1, 2023): 364–73. http://dx.doi.org/10.1093/alh/ajac200.

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Abstract:
Abstract A shared effort to make the US live up to its democratic promises was a regular feature of twentieth-century US fiction. Authors often wrote of the continuation of this endeavor, even in the face of disappointment, as the responsibility of an epic “us”—a national readership that was asked to participate in the ongoing quest. Contrastingly, in many very recent US novels, the collective pursuit of democratic redemption, however uncertain, no longer makes sense as a way to organize a narrative. This essay discusses contemporary novels including Ling Ma’s Severance (2018), Brit Bennett’s The Vanishing Half (2020), Asali Solomon’s The Days of Afrekete (2021), and Vanessa Veselka’s Zazen (2011), books that depict collective attempts to recover US democracy or make it anew as irrelevant or useless, while individual efforts to keep going in the face of crisis portend no brighter future. These narratives map the terrain of our contemporary democratic crisis, a crisis to which it is difficult to envision a solution. Not merely documents of defeat, these books also sharpen our desire for a different future, and they suggest that in seeking to narrate our way out of contemporary crises, we may need to imagine possibilities beyond the bounds of US democracy.Considered together, the books discussed here … map the terrain of our contemporary democratic crisis, a crisis to which it is difficult to envision a solution.
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Coutrot, Thomas. "BRASIL, TURQUIA: algumas lições de Junho de 2013." Revista Políticas Públicas 18 (August 5, 2014): 33. http://dx.doi.org/10.18764/2178-2865.v18nep33-39.

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Abstract:
O artigo faz uma breve análise da conjuntura do capitalismo mundial em crise e das estratégias dos países emergentes para perpetuar as suas taxas de crescimento. Destaca o caráter predatório, ecologicamente incorreto e desigual do desenvolvimento dessas economias emergentes do início do século XXI. Apresenta os movimentos democráticos das multidões de diferentes países, destacadamente da Tunísia, Turquia e Brasil. Enfâse analítca na última experiência recente brasileira, o movimento de junho de 2013. Discussão em torno do “despertar político global” para a consolidação de um modelo de sociedade mais democrático, de respeito aos direitos dos seus cidadãos.Palavras-chave: Crise, países emergentes, movimentos, democracia.BRAZIL, TURKEY: some lessons from June 2013Abstract: The article makes a brief analysis of the global crisis of capitalism and the strategies of emerging countries to perpetuate their growth rates. Highlights the predatory nature, ecologically incorrect and uneven development of these emerging economies of the beginning of twenty-first century. Displays the democratic’ movements of crowds of different countries, notably in Tunisia, Turkey and Brazil. Analytic emphasis on the last recent experience, the brazilian movement in June 2013. Discussion on "global political awakening" to consolidate a model of society more democratic, respect the rights of its citizens.Keywords: Crisis, emerging countries, movements, democracy.
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Tully, James. "Sustainable Democratic Constitutionalism and Climate Crisis." McGill Law Journal 65, no. 3 (2020): 545. http://dx.doi.org/10.7202/1075601ar.

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Upchurch, Martin, Graham Taylor, and Andy Mathers. "The Crisis of “Social Democratic” Unionism." Labor Studies Journal 34, no. 4 (October 8, 2008): 519–42. http://dx.doi.org/10.1177/0160449x08324739.

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Comisso, Ellen. "Crisis in Socialism or Crisis of Socialism?" World Politics 42, no. 4 (July 1990): 563–96. http://dx.doi.org/10.2307/2010514.

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Abstract:
The immediate causes of the current crisis in socialism are the highly authoritarian and extremely hierarchical political and economic structures created by Leninism. Yet the collapse of state socialism also appears to be part of a more general crisis of socialism, a crisis that includes even its potentially more democratic variants. At the core of this broader crisis lies the diminishing appeal of the publicly owned enterprise, an institution that has always been central to the very definition of socialism, but whose economic advantages are called into question by the recent and rapid development of global markets in factors of production and especially in assets. Consequently, communism's demise by no means signifies a victory for either democratic socialism or even social democracy.
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Spencer, Vicki. "Democratic Citizenship and the “Crisis in Humanities”." Humanities 3, no. 3 (August 29, 2014): 398–414. http://dx.doi.org/10.3390/h3030398.

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Ihonvbere, Julius O. "The crisis of democratic consolidation in Zambia." Civilisations, no. 43-2 (April 1, 1996): 83–109. http://dx.doi.org/10.4000/civilisations.1570.

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Best, Jacqueline. "Economic Wishful Thinking and the Democratic Crisis." Current History 117, no. 802 (November 1, 2018): 291–97. http://dx.doi.org/10.1525/curh.2018.117.802.291.

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Crum, Ben, and Stefano Merlo. "Democratic legitimacy in the post-crisis EMU." Journal of European Integration 42, no. 3 (March 29, 2020): 399–413. http://dx.doi.org/10.1080/07036337.2020.1730347.

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Andersen, David Delfs Erbo, and Suthan Krishnarajan. "Economic Crisis, Bureaucratic Quality and Democratic Breakdown." Government and Opposition 54, no. 4 (February 19, 2018): 715–44. http://dx.doi.org/10.1017/gov.2017.37.

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Abstract:
Why do economic crises sometimes lead to democratic breakdown and sometimes not? To answer this question, we bring in a new conditioning factor. We propose that bureaucracies of higher quality – implying more competent, efficient and autonomous employees – to a greater extent shield the masses from impoverishment and unjust distribution of resources. This dampens anti-regime mass mobilization, which decreases elite incentives and opportunities for toppling the democratic regime. Statistical analyses of democracies globally from 1903 to 2010 corroborate that the impact of economic crises on the risk of democratic breakdown is suppressed when democracies have a bureaucracy of higher quality. The results are robust to alternative model specifications, including a battery of ‘good governance’ indicators. The effect of bureaucratic quality is not driven by bureaucracies’ ability to hinder crisis onset or shorten crisis duration but rather their ability to decrease domestic upheavals during crises.
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Facchini, François, and Mickael Melki. "The Democratic Crisis and the Knowledge Problem." Politics & Policy 47, no. 6 (October 21, 2019): 1022–38. http://dx.doi.org/10.1111/polp.12330.

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Corrales, Javier. "Venezuela's Succession Crisis." Current History 112, no. 751 (February 1, 2013): 56–63. http://dx.doi.org/10.1525/curh.2013.112.751.56.

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Innes, Abby. "Draining the Swamp: Understanding the Crisis in Mainstream Politics as a Crisis of the State." Slavic Review 76, S1 (August 2017): S30—S38. http://dx.doi.org/10.1017/slr.2017.155.

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Abstract:
This paper examines Poland, Hungary, the UK and the US the most surprising cases of populist reaction. It argues that the social polarization caused by the failures of hyper-liberal reforms to the state, and the association of Social Democratic parties with those reforms, has provoked alienation from liberal democratic politics.
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Gelpi, Christopher F., and Michael Griesdorf. "Winners or Losers? Democracies in International Crisis, 1918–94." American Political Science Review 95, no. 3 (September 2001): 633–47. http://dx.doi.org/10.1017/s0003055401003148.

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Abstract:
We attempt to explain when and why democratic states will prevail in international crises. We review several of the prominent theories about democratic political structures and derive hypotheses from each framework about crisis outcomes. These hypotheses are tested against the population of 422 international crises between 1918 and 1994. Our findings provide further evidence that the democratic peace is not a spurious result of common interests. Moreover, we also begin the difficult task of differentiating among the many theories of the democratic peace. In particular, we find strong evidence that democratic political structures are important because of their ability to generate domestic audience costs. Our findings also support the argument that democratic political structures encourage leaders to select international conflicts that they will win.
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Audier, Serge. "IAN SHAPIRO, The State of Democratic Theory, Princeton, Princeton University Press, 2003, XI-183 pages." Critique internationale 34, no. 1 (2007): 163. http://dx.doi.org/10.3917/crii.034.0163.

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Cabada, Ladislav. "Democracy revisited? Prospects of (liberal) democracy (not only) in the East-Central Europe." Politics in Central Europe 17, no. 4 (December 1, 2021): 793–814. http://dx.doi.org/10.2478/pce-2021-0041.

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Abstract:
Abstract Scholarly debate about the prospects of democracy have undergone a fundamental change in the last three decades. While the period of the 1990s might be distinguished by extensive optimism, in the 2000s we can observe a distinct change towards a more restrained perception. Furthermore, the last decade might be evaluated as pessimistic in the social sciences on the grounds of economic recession after 2008 as well other crisis in an economic, societal and political senses. The rather distinctive terms used for the expression of doubts about the pro-democratic development and consolidation, such as ‘semi-consolidated’, ‘new’ or ‘young’ democracy, or de-democratisation, were replaced with more dramatic expressions such as illiberal democracy, democratic backsliding, hybrid, regime, soft dictatorship and ‘the light that failed’, as Krastev described the recent image of East-Central Europe in an almost dystopic manner. While in the 1990s the Slovak version of democratura – Mečiarism – was perceived as the exception, in the late 2010s populist neo-illiberal regimes became the dominant shape of regimes in (East)Central Europe. This review essay presents three recent analyses of the democratic backsliding and state capture (not only) in East-Central Europe and frames this presentation into the more extensive literature review.
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Marta, Auradian, Utang Suwaryo, Affan Sulaeman, and Leo Agustino. "The Crisis of Democratic Governance in Contemporary Indonesia." Jurnal Ilmiah Peuradeun 8, no. 1 (January 30, 2020): 109. http://dx.doi.org/10.26811/peuradeun.v8i1.368.

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Abstract:
This article attempts to discuss the practice of democratic governance in contemporary Indonesia. This study is essential since Indonesia is one of the countries transitioning from authoritarianism towards democracy following the fall of Suharto’s regime. This study shall answer whether democratic governance in Indonesia experiences a crisis, with a focus of analysis on the four dimensions of democratic governance, namely: (1) rule of law, (2) human rights, (3) civil society, and (4) elections and political process. This study applies a qualitative method by collecting data from document studies and literary studies. The findings in this study indicate that democratic governance in Indonesia experiences a crisis as evidenced by the remaining-weak legal supremacy in Indonesia, and the existence of violations of the implementation of human rights, eventually led to horizontal conflicts. The inability of civil society organizations to carry out their functions in democratization as an intermediary between the community and the state as well as to influence government policies for the public interest. Another recent weakness is there are still strong issues related to primordialism in the occasion of General Elections. This crisis of democratic governance shall bring Indonesia to "the decline of democracy" instead of democratic consolidation.
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