Dissertations / Theses on the topic 'Crisi del diritto'

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1

CANZIAN, NICOLA. "La reviviscenza delle norme nella crisi della certezza del diritto." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2017. http://hdl.handle.net/10281/158259.

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Abstract:
L’oggetto della ricerca è la reviviscenza delle norme, intesa come ripresa in vigore di norme già abrogate a seguito del venir meno della norma abrogatrice, soprattutto in relazione ai profili della certezza del diritto. Si individuano le varie tipologie di reviviscenza possibile a seconda della causa che la determina (per abrogazione della norma abrogatrice, per illegittimità della norma abrogatrice…), specificando caso per caso quali siano gli effetti prodotti in concreto nell’ordinamento. Si cerca infine di dare una risposta al quesito se la reviviscenza sia una causa o una conseguenza della crisi della certezza del diritto e, al contempo, se essa sia sempre e comunque da considerarsi come fattore di incertezza. Si evidenziano casi in cui la reviviscenza può essere considerata un fenomeno che garantisce esiti più solidi e certi rispetto ad altre soluzioni (ciò, in particolare, con riferimento alla reviviscenza a seguito di illegittimità di norma abrogatrice).
The subject of the research is the restoration of laws, which happens when an abrogated law re-enter into force following the repeal of the original abrogating law; the research particularly analyses the above subject in relation to legal certainty. The research identifies the restoration of laws according to its causes (ex: restoration due to the repeal of the abrogating law or due to the illegitimacy of the abrogating law…) by specifying how each case would impact the legal system. The research also tries to answer the question whether the restoration is the cause or, on the contrary, the effect of the legal certainty crisis and whether it should always be considered as an element of uncertainty. It will also highlight that in some situations the restoration could be rather considered as a positive factor to guarantee a better outcome than other solutions (especially regarding the restoration due to the illegitimacy of the abrogating law).
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2

De, Nes Matteo <1986&gt. "Diritti costituzionali e misure di austerità nell’Eurozona: dalla giurisprudenza della crisi al caso del diritto all’istruzione in Italia." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/10282.

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Abstract:
La tesi affronta innanzitutto il problema della tutela dei diritti fondamentali nel quadro dell'attuale crisi economico-finanziaria dell'Eurozona, soffermandosi sul ruolo svolto dalle corti supreme e costituzionali. Un focus particolare è riservato alla Corte costituzionale italiana. La seconda parte del lavoro affronta il problema della disciplina costituzionale del diritto all'istruzione e del relativo finanziamento in Italia, con particolare riguardo alla problematica relativa delle scuole private paritarie.
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3

Centamore, Giulio <1984&gt. "Legislazione della crisi e rinvio al contratto collettivo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7209/1/centamore_giulio_tesi.pdf.

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Abstract:
La tesi analizza il mutamento in atto nelle fonti del diritto del lavoro, attraverso uno studio dei casi di rinvio dalla legge al contratto collettivo. Nella Parte I della tesi è affrontato il tema dei rapporti tra legge e contratto collettivo. In una prospettiva statica, i rapporti tra legge e contratto collettivo sono caratterizzati dall’operare dei principii di gerarchia e del favor: la legge prevede il trattamento minimo di tutela e il contratto collettivo può modificare tale trattamento in senso più favorevole al lavoratore. In una prospettiva dinamica, i rapporti tra legge e contratto collettivo sono più complessi: nell’ordinamento italiano, infatti, la disciplina del rapporto e del mercato del lavoro è caratterizzata da una valorizzazione degli apporti dell’autonomia collettiva. In particolare, il contratto collettivo è destinatario di una serie di rinvii, che lo autorizzano a completare la disciplina legale e a modificarla anche in senso meno favorevole al lavoratore, al fine di creare un mercato del lavoro maggiormente dinamico. Nella Parte II della tesi l’analisi si concentra sull’art. 8 della l. n. 148/2011. Tale disposizione è stata introdotta durante la crisi economico-finanziaria che ha colpito l’Italia tra il 2011 e il 2012, a seguito di trattative tra il Governo italiano e le istituzioni dell’UE, al fine di attribuire alle imprese uno strumento per incrementare la loro competitività e produttività. L’art. 8 autorizza il contratto collettivo a derogare in peius alla legge con riferimento a un arco tematico di materie e istituti che comprende l’intero profilo della disciplina del rapporto di lavoro, con alcune eccezioni. L’art. 8 rappresenta il punto di arrivo di una lunga evoluzione legislativa e consente di mettere in discussione la ricostruzione tradizionale dei rapporti tra legge e contratto collettivo basata sui principii di gerarchia e di favore.
The thesis seeks to analyse the change taking place in the sources of labour law, by examining the close relationship between statutory law and collective bargaining. Part I deals with the relationship between these two important sources of labour law. On the one hand, from a static perspective, the relationship between law and collective bargaining is characterised by the principle of hierarchy and the so-called principle of favor: while statutory law provides the minimum framework of protection, collective bargaining can only add to it, in a view of favouring the employee. On the other hand, from a dynamic perspective, the relationship between law and collective bargaining is more complex. In fact, for a long time the Italian legal framework regarding the employment relationship and the job market has been highlighting the importance of collective bargaining. Specifically, several provisions allow collective bargaining to either integrate or modify the legal discipline to the detriment of the worker, aiming at generating a more flexible labour market. Part II of the thesis seeks to shed light on the scope of Article 8 of the Italian Law n. 148/2011. Article 8 was enacted during the financial crisis that affected Italy in 2011-2012, as a result of the negotiations between the Italian Government and the EU institutions, with a view to support the economic recovery and the companies’ increase of productivity. Art. 8 allows collective bargaining to derogate to statutory law with respect to the legal protection granted to the worker to the detriment of the latter, in a range of issues nearly encompassing the whole employment relationship’s legal regime, with only few exceptions. It represents the point of arrival of a long legislative evolution and it results in a reversal of the traditional framework of the relationship between statutory law and collective bargaining.
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Centamore, Giulio <1984&gt. "Legislazione della crisi e rinvio al contratto collettivo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7209/.

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Abstract:
La tesi analizza il mutamento in atto nelle fonti del diritto del lavoro, attraverso uno studio dei casi di rinvio dalla legge al contratto collettivo. Nella Parte I della tesi è affrontato il tema dei rapporti tra legge e contratto collettivo. In una prospettiva statica, i rapporti tra legge e contratto collettivo sono caratterizzati dall’operare dei principii di gerarchia e del favor: la legge prevede il trattamento minimo di tutela e il contratto collettivo può modificare tale trattamento in senso più favorevole al lavoratore. In una prospettiva dinamica, i rapporti tra legge e contratto collettivo sono più complessi: nell’ordinamento italiano, infatti, la disciplina del rapporto e del mercato del lavoro è caratterizzata da una valorizzazione degli apporti dell’autonomia collettiva. In particolare, il contratto collettivo è destinatario di una serie di rinvii, che lo autorizzano a completare la disciplina legale e a modificarla anche in senso meno favorevole al lavoratore, al fine di creare un mercato del lavoro maggiormente dinamico. Nella Parte II della tesi l’analisi si concentra sull’art. 8 della l. n. 148/2011. Tale disposizione è stata introdotta durante la crisi economico-finanziaria che ha colpito l’Italia tra il 2011 e il 2012, a seguito di trattative tra il Governo italiano e le istituzioni dell’UE, al fine di attribuire alle imprese uno strumento per incrementare la loro competitività e produttività. L’art. 8 autorizza il contratto collettivo a derogare in peius alla legge con riferimento a un arco tematico di materie e istituti che comprende l’intero profilo della disciplina del rapporto di lavoro, con alcune eccezioni. L’art. 8 rappresenta il punto di arrivo di una lunga evoluzione legislativa e consente di mettere in discussione la ricostruzione tradizionale dei rapporti tra legge e contratto collettivo basata sui principii di gerarchia e di favore.
The thesis seeks to analyse the change taking place in the sources of labour law, by examining the close relationship between statutory law and collective bargaining. Part I deals with the relationship between these two important sources of labour law. On the one hand, from a static perspective, the relationship between law and collective bargaining is characterised by the principle of hierarchy and the so-called principle of favor: while statutory law provides the minimum framework of protection, collective bargaining can only add to it, in a view of favouring the employee. On the other hand, from a dynamic perspective, the relationship between law and collective bargaining is more complex. In fact, for a long time the Italian legal framework regarding the employment relationship and the job market has been highlighting the importance of collective bargaining. Specifically, several provisions allow collective bargaining to either integrate or modify the legal discipline to the detriment of the worker, aiming at generating a more flexible labour market. Part II of the thesis seeks to shed light on the scope of Article 8 of the Italian Law n. 148/2011. Article 8 was enacted during the financial crisis that affected Italy in 2011-2012, as a result of the negotiations between the Italian Government and the EU institutions, with a view to support the economic recovery and the companies’ increase of productivity. Art. 8 allows collective bargaining to derogate to statutory law with respect to the legal protection granted to the worker to the detriment of the latter, in a range of issues nearly encompassing the whole employment relationship’s legal regime, with only few exceptions. It represents the point of arrival of a long legislative evolution and it results in a reversal of the traditional framework of the relationship between statutory law and collective bargaining.
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Furlan, Chiara <1989&gt. "Crisi d'impresa: sorte dei rapporti di lavoro nel fallimento." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3697.

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Abstract:
In un contesto di crisi come quello che stiamo attraversando, un problema da non sottovalutare è quello della tutela del lavoro e dell'occupazione. Il presente elaborato ha lo scopo di analizzare la posizione dei lavoratori alle dipendenze di un datore che si trovi nello stato di insolvenza tale da essere dichiarato fallito. La tesi si articolerà descrivendo prima il caso di cessazione del rapporto di lavoro nella dimensione liquidatoria, poi quello di prosecuzione dei rapporti di lavoro nella prospettiva della conservazione delle componenti positive.
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6

Chinellato, Laura <1988&gt. "LA SORTE DEI RAPPORTI DI LAVORO DIPENDENTE ALLA LUCE DEL NUOVO CODICE DELLA CRISI D’IMPRESA. LE NOVITÀ IN TEMA DI TRASFERIMENTO DELL’AZIENDA IN CRISI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16238.

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Abstract:
Il presente lavoro è volto a mettere in luce le principali novità introdotte dal D. Lgs. n. 14/2019 del 12 gennaio 2019, c.d. Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, il quale ha dato attuazione alla Legge di Delega 19 ottobre 2017, n. 155, con particolare attenzione al destino dei rapporti di lavoro subordinato facenti capo all’impresa nei cui confronti sia stata avviata la procedura di liquidazione giudiziale. L’obiettivo che si è inteso perseguire è quello di individuare le principali innovazioni apportate sul tema, con specifico riguardo al coordinamento tra normativa concorsuale e giuslavoristica, anche alla luce delle procedure di infrazione avviate da parte dell’Unione Europea nei confronti dello Stato Italiano. Dopo un breve richiamo circa le tutele riconosciute ai lavoratori a livello costituzionale, vengono analizzate le più importanti modifiche introdotte in tema di sospensione dei rapporti di lavoro, per poi focalizzarsi sul tema centrale del presente elaborato rappresentato dalle modifiche apportate all’art. 47, Legge n. 428/1990 in merito alla sorte dei rapporti di lavoro qualora si preveda il trasferimento dell’azienda in crisi, riservando brevi cenni al tema dei crediti per TFR e al mutamento di orientamento dell’INPS circa il ricorso al Fondo di Garanzia.
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Pozzato, Laura <1984&gt. "CRISI ECONOMICA E RICADUTE PREVIDENZIALI: RUOLO E DESTINO DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2362.

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Abstract:
La previdenza complementare nasce solo più tardi rispetto alla previdenza generale, che invece, partendo dal concetto di sicurezza sociale, trae origini nelle istituzioni corporative e poi nelle forme di auto protezione tipiche delle società di mutuo soccorso; l'obiettivo è dunque quello di colmarne le lacune, ma anche di destinare importanti risorse al risparmio, ovvero al mercato, sottraendole alla mano pubblica. Si rivela fondamentale indagare, dunque, in un momento storico di crisi economica e finanziaria, il ruolo assegnato al II e III pilastro (previdenza complementare collettiva ed integrativa individuale), in particolare alla luce delle nuove riforme messe in campo nel nostro Paese, ultima a livello temporale quella introdotta dal "Decreto Salva Italia" per opera del governo tecnico guidato dal Sen. Prof. Mario Monti. Tenendo presente anche la cornice europea e chiariti i principi fondamentali della previdenza complementare, con l'intento di delineare un moderno sistema efficace di previdenza privata, verrà formulata l'ipotesi di conversione in tutela obbligatoria per valorizzarne la sua funzione sociale, al di là del suo carattere "proteiforme", interrogandosi, infine, sulla possibilità che ad oggi, invece, la libertà privata poggi solo su un "pilastro di cartapesta".
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COLLA', RUVOLO Tobia. "Organizzazioni finanziarie internazionali, gestione delle crisi del debito sovrano estero e rispetto dei diritti umani." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2021. http://hdl.handle.net/11695/105840.

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Abstract:
Oggetto e scopo del presente scritto è quello di approfondire alcune tematiche legate alla sostenibilità sociale del debito sovrano estero degli Stati e alle criticità dei programmi d’intervento a sostegno degli Stati in difficoltà. I finanziamenti agli Stati in difficoltà, provenienti tanto dalle organizzazioni internazionali finanziarie come il Fondo Monetario Internazionale o (in determinati casi) la Banca Mondiale, quanto da altri Stati (nell’ambito di riunioni informali come i vertici economici o, relativamente alla ristrutturazione del debito, i Club di Parigi e di Londra), infatti, sono subordinati all’applicazione di misure di condizionalità che, in particolar modo in occasione della crisi del 2008-2010, sono state improntate all’austerità. L’applicazione di tali misure ha causato un’eccessiva compressione e, in alcuni casi, a una violazione di taluni diritti riconosciuti agli individui dai principali trattati internazionali in materia di diritti umani. Gli organi di controllo sui diritti umani, determinate organizzazioni internazionali, nonché alcune corti costituzionali degli Stati beneficiari dei prestiti, hanno segnalato tale problematicità, rivelando come le politiche di condizionalità, non solo di fatto non abbiano risolto le crisi del debito sovrano se non in maniera temporanea, ma abbiano anche fatto abbassare gli standard di tutela dei diritti degli individui delle popolazioni coinvolte oltre i limiti consentiti dall’ordinamento internazionale e da taluni ordinamenti interni. Ciò ha portato la Comunità internazionale a chiedersi se fosse ipotizzabile configurare una responsabilità delle organizzazioni internazionali che, in occasione delle crisi del debito sovrano estero degli Stati, impongono a questi ultimi, per beneficiare dei prestiti, condizioni basate su politiche di austerity destinate a comprimere gli standard di tutela dei diritti degli individui. Tale valutazione va fatta anche alla luce del fatto che, sebbene uno Stato possa porre in essere misure regressive di tutela dei diritti umani, nella misura in cui essi siano finanziariamente condizionati, esso comunque è tenuto a garantire un minimum core standard (uno standard minimo di tutela), individuato dalla dottrina internazionalistica come limite invalicabile nella tutela dei diritti umani. Ulteriore obiettivo del presente scritto, pertanto, è quello di analizzare il regime di responsabilità delle organizzazioni economiche internazionali per le violazioni dei diritti umani conseguenti all’applicazione delle misure di austerità, sia alla luce dei Draft Articles on the Responsibility of International Organizations del 2011, nonché della giurisprudenza internazionale e interna in materia, per poi verificare in concreto i possibili rimedi (internazionali e interni) esperibili dallo Stato debitore e dagli individui. Se per le istituzioni dell’Unione europea tale aspetto appare più di semplice risoluzione grazie alla presenza di organi giurisdizionali interni all’organizzazione stessa, per le altre organizzazioni internazionali, la questione appare più complicata, a causa delle incertezze legate ai rimedi giurisdizionali internazionali e per le problematiche legate all’immunità delle organizzazioni internazionali dalla giurisdizione civile che, sebbene la dottrina sia ancora divisa al riguardo, costituiscono un potenziale impedimento alla tutela giurisdizionale dei diritti degli individui innanzi a una corte interna.
The object and the scope of the present work is to investigate some issues relating to the social sustainability of State sovereign debt and some weaknesses of the intervention programs to help the States in difficulties. Such loans, from both international financial organizations such as the International Monetary Fund or (in some cases) the World Bank, and other States (within the framework of informal meetings such as economic summits or, with respect to debt restructuring, the Paris and London clubs), are subject to the application of conditionality measures that, especially during the crisis of 2008-2010, have been characterised by austerity. The application of such measures has provoked a huge compression, and in some cases a violation, of certain human rights recognised by the main international treaties about human rights. Human rights monitoring bodies, some international organizations and some constitutional courts of the borrowed States have reported this problem, revealing how conditionality policies have not solved the crisis (if not temporarily) and have caused a lowering of the human rights standards beyond the limits allowed by international and domestic law. The International community, therefore, has questioned whether is configurable the responsibility of the international organizations that, during the sovereign debt crises, impose to the borrowing States, in order to get the loans, conditionality based on austerity measures destined to reduce human rights standards. In making this assessment, it is important to consider that, even if a State can impose regressive measures in the protection of human rights, when they are economically conditioned, it has to guarantee a minimum core standard identified by the international doctrine as insurmountable limit in human rights protection. Further scope of the present work is to analyse the responsibility regime of international financial organizations for the violations of human rights, on the basis of the Draft Articles on the Responsibility of International Organizations of 2011 and the international and domestic case law on the matter, to verify the international and domestic remedies available for the borrowing State and the individuals. If for the European Union institutions, such aspect is quite simple thanks to the presence within the organization of jurisdictional bodies, for other international organizations this matter is more complicated because of the uncertainties relating to international remedies and because of is still controversial in doctrine the international organizations immunity from domestic courts. This could be a potential obstacle to the judicial protection of individuals before a domestic court.
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Fidelbo, Costanza <1993&gt. "“Unite for Heritage: la protezione del patrimonio culturale nelle aree di crisi”." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13155.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi analizza quale risposta la comunità internazionale abbia dato agli attacchi deliberati e violenti perpetrati a detrimento del patrimonio culturale nell’ambito di situazioni di crisi e di conflitto. La trattazione si articola in tre capitoli, ognuno dei quali è organizzato in sezioni, paragrafi e sotto-paragrafi. Il I capitolo esamina le fonti di diritto internazionale in materia (fonti universali, atti delle Organizzazioni internazionali, fonti regionali). Il II capitolo si focalizza sull’azione condotta dall’UNESCO (dal 2015 ad oggi), volta ad adeguare la risposta internazionale rispetto a fenomeni – distruzione, saccheggio, traffico illecito – lesivi dell’integrità culturale dei popoli e dei territori colpiti e, dunque, del patrimonio culturale mondiale. Il risultato principale è rappresentato dall’adozione da parte della Conferenza Generale della “Strategia per il rafforzamento dell’azione dell’UNESCO per la protezione della cultura e la promozione del pluralismo culturale in caso di conflitto armato”. In questa cornice, specifica attenzione è rivolta allo studio di uno degli strumenti più innovativi ivi previsto, ovvero l’istituzione di meccanismi di rapido intervento e mobilitazione di esperti nazionali (“Task Force”). Il III capitolo esamina interventi e logiche di conservazione, restauro e ricostruzione (anche mediante il ricorso a tecnologie all’avanguardia) del patrimonio culturale colpito o distrutto in aree di crisi (Mali, Iraq e Siria).
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Ianni', Antonio <1985&gt. "Il cosiddetto fallimento dello Stato : profili giuridici delle crisi del debito sovrano." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12892.

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Abstract:
*** Il lavoro di tesi ha per oggetto l’analisi degli aspetti giuridici del c.d. fallimento economico-finanziario dello Stato. L’elaborato è introdotto per il tramite di un primo capitolo dedicato alla storia dell’insolvenza sovrana: il tutto principiando con le crisi debitorie latinoamericane di fine Ottocento. Un secondo capitolo è riservato invece, da una parte, alle modalità con cui finora si è proceduto alla ristrutturazione del debito sovrano, dall’altra, alle proposte che nel tempo si sono avvicendate in materia di possibili futuri regimi legali per la gestione del default statale. Il terzo capitolo offre una panoramica delle regole e dei principi - di elaborazione dottrinale e giurisprudenziale – in materia di ristrutturazione dell’insolvenza sovrana ad oggi ricavabili a livello internazionalistico. Il quarto e ultimo capitolo è impegnato nello studio dell’odierna crisi europea del default sovrano statale. In primo luogo si procede alla disamina dei rimedi politico-normativi messi in capo dalle Istituzioni europee: soprattutto per ciò che attiene la base giuridica pattizia posta a fondamento dell’intervento del FMI e dei c.d. Fondi salva-Stati. In un secondo momento l’indagine è rivolta alle conseguenze giuridico-sociali determinatesi all’interno degli ordinamenti di alcuni Membri assistiti. Infine, si prendono in considerazione le pronunce c.d. anticrisi della giurisprudenza costituzionale continentale, nonché quelle della giurisdizione di livello regionale (CGUE e Corte EDU).
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Cabianca, Alessandro <1974&gt. "Le Società del Trasporto Locale Tra crisi economica, Servizio Pubblico e Libertà d'Impresa." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8691/1/CABIANCA%20A%20Le%20societ%C3%A0%20del%20trasporto%20pubblico%20locale%20tra%20crisi%20economica%20servizio%20pubblico%20e%20libert%C3%A0%20d%27impresa.pdf.

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Abstract:
La presente ricerca si occupa dei rapporti tra servizio pubblico e libertà d’impresa. L’obiettivo è di riflettere su come la sottoposizione al regime di servizio pubblico di interi settori economici condizioni da un punto di vista funzionale ed organizzativo gli operatori che ivi si trovano ad operare. La chiave di lettura attraverso la quale il fenomeno è considerato è quella del trasporto pubblico locale, nella sua specificazione dell’autotrasporto di linea ed assume un particolare significato nell’attuale momento storico di crisi, che ha avuto pesanti ripercussioni per il settore. I temi di ricerca sviluppati concernono: -l’individuazione dell’area riservata al servizio pubblico e correlativamente di quella in cui le attività di trasporto collettivo di linea possano essere prestate in regime di libertà d’impresa; -i rapporti tra il servizio pubblico di linea ed i mercati ad esso contigui; -i soggetti economici che svolgono l’attività di trasporto collettivo di persone e i condizionamenti funzionali che essi subiscono per la presenza di una parte dell’attività sottoposta al regime di servizio pubblico, con particolare riferimento alla presenza massiccia in questo settore delle società a partecipazione pubblica.
This research focuses on the relationship between public services and the freedom of enterprise. The aim is to investigate on the impact of the public service regime on private and public operators from a functional and organizational point of view. This phenomenon is considered through the lens of the local public transport, in its specification of public passenger transport; this takes on particular significance in the current historical crisis, which has ha serious repercussions for the sector. In particular, the research topics concerne: -the identification of the market sectors reserved to the public service and the sectors opened to the regime of freedom of business -the relationships between the public service of the collective transport of people and the adjacent markets; -the impact on the involved economic subjects of a part of the public service regime, with a special focus on the massive presence in this sector of publicly owned companies.
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Rango, Ilenia <1998&gt. "I reati di bancarotta fallimentare nell’ottica del nuovo codice della crisi e dell’insolvenza." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21819.

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Abstract:
L’introduzione del codice della crisi, subentrato alla legge fallimentare del 1942, ha come obiettivo quello di riorganizzare l’intera disciplina dell’insolvenza e delle procedure concorsuali in modo da renderla più adatta alle crisi dei tempi moderni, puntando sulla continuità aziendale. La riforma ha coinvolto il settore del diritto civile fallimentare, tralasciando la sezione penale, la quale risulta ancora ancorata ad una legge ideata in un contesto molto diverso (quale quello dei primi anni ’90) rispetto a quello attuale. L’elaborato si pone come obiettivo quello di mettere in luce il mancato ammodernamento del diritto penale, in particolare con riguardo ai reati di bancarotta fallimentare che verranno esaminati nel dettaglio. Prima di entrare nell’analisi delle singole fattispecie, però, è necessario passare per una breve disamina della legge delega, della struttura del codice e della procedura che prende a riferimento i reati di bancarotta fallimentare, ovvero la liquidazione giudiziale. Infine, verrà esaminata la situazione attuale caratterizzata dall’emergenza sanitaria la quale ha evidenziato la necessità di rivedere il contenuto del Codice, portando anche al posticipo della sua entrata in vigore.
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Caeran, Mirco <1991&gt. "Autonomia privata e crisi coniugale : un’indagine alla luce della teoria dei contratti relazionali e dell’analisi economica del diritto." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/19516.

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Abstract:
Il lavoro tratta degli accordi che i coniugi stipulano nel corso della crisi sia in vista di essa. Nella prima parte viene dato atto del fenomeno della cosiddetta “privatizzazione del diritto di famiglia” illustrando le principali tappe raggiunte dall’autonomia privata nei rapporti tra marito e moglie. Successivamente viene delineato l’oggetto del lavoro, ossia l’ammissibilità e l’ambito di operatività degli accordi di natura patrimoniale in fase fisiologica e patologica, sia in costanza di crisi che in vista di una crisi meramente eventuale. Il metodo prescelto è quello dell’analisi economica del diritto e degli insegnamenti tratti dalla Teoria dei Contratti Relazionali. L’analisi, poi, si concentra in chiave critica sulle ricostruzioni dottrinali e giurisprudenziali di questa tipologia di accordi. Emerge, così, la definizione di contratti (pre)matrimoniali nella loro unitarietà di genere. Nell’ultimo capitolo, infine, dopo averne dimostrata la validità e l’efficienza, i contratti (pre)matrimoniali vengono fatti dialogare con i Principi Costituzionali e dell’Unione Europea, nonché con il diritto comparato e internazionale privato, in un tentativo di armonizzazione con l’intero Ordinamento Giuridico.
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Meneghel, Davide <1989&gt. "Un duplice ruolo per il TFR; previdenza e finanziamento per lavoratori e imprese nella crisi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3753.

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Abstract:
Come suggerito dal titolo, la tesi ha come obiettivo quello di analizzare i recenti sviluppi del sistema previdenziale così da coglierne i riflessi sui lavoratori e le possibili implicazioni per le piccole e micro-imprese che fanno da ossatura al sistema produttivo del nostro Paese in una situazione di difficile accesso al credito. Per fare questo l'analisi si articola su quattro capitoli, i primi due incentrati sulla rappresentazione dell'evoluzione del sistema previdenziale per coglierne le importanti modifiche e il ruolo chiave all'interno della previdenza complementare del TFR, con il terzo l'analisi va a caratterizzare la finanza delle piccole e micro-imprese e il loro rapporto con la banca facendo emergere le problematiche legate al loro finanziamento mentre l'ultimo capitolo sviluppa un'analisi sull'incidenza del TFR sull'equilibrio finanziario di queste imprese in una situazione di difficile accesso ai finanziamenti con l'obiettivo di assegnare ai fondi pensione un ruolo innovativo.
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D'ERCOLE, CARLOS. "MERCATO DEL CONTROLLO NELLA CRISI DI IMPRESA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/730.

Full text
Abstract:
La tesi mette a confronto l'universo delle riorganizzazioni nel Chapter 11 con i nuovi modelli di ristrutturazione concessi dalla riforma del diritto fallimentare. In modo particolare la tesi si sofferma sul mercato del controllo nella crisi di impresa. Negli Stati Uniti c'e' da tempo un mercato dei crediti sofferenti, mentre in Italia scontiamo ancora i ritardi del sistema economico. Il primo capitolo racconta i temi collegati al mercato del controllo nel Chapter 11: gli acquisti dei crediti nelle diverse classi creditorie, la nuova finanza concessa al debtor in possession, il controllo da covenant, la remunerazione degli amministratori con il debito, i derivati sul credito e il voto connesso. Il secondo capitolo si sofferma sull'interpretazione degli artt. 124 e 127 della legge fallimentare letti nell'ottica di un potenziale mercato del controllo nella crisi di impresa come nel caso del concordato con assunzione e si interroga infine sull'esenzione o meno da opa obbligatoria di tali operazioni alla luce dell'art. 106 TUF.
The thesis compares the world of Chapter 11 reorganizations with the new types of reorganizations introduced in Italy by the recent reform of bankruptcy law. In particular the thesis deals with the market for corporate control in the insolvency arena in both countries. In the States bankruptcy claims are traded on a regular basis whereas Italy still hasn't fully experienced transfers of control within the frame of a corporate reorganization. The first chapter focuses on all issues connected to US M&A in bankruptcy: acquisition of claims in the different classes, control rights in covenants, debtor-in-possession financing, pay for performance in bankruptcy, credit default swaps and empty voting. The second chapter focuses on the interpretation of articles 124 and 127 of the new Italian bankruptcy law which may lead to the creation of a market for corporate control within the frame of a composition with a third party buyer and discusses the potential applicability of mandatory bids pursuant to art. 106 TUF to such deals.
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Sederino, Valentina <1997&gt. "I delitti di bancarotta alla luce del nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19771.

Full text
Abstract:
La Riforma del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza ha stravolto il versante civilistico del diritto fallimentare, ma allo stesso tempo ha volutamente trascurato la disciplina dei reati di bancarotta. Quest’ultima, infatti, rimane ancorata ad un contesto storico e sociale tipico della prima metà del Novecento, risultando del tutto “sconnesso” con la realtà che ci circonda e con le nuove finalità, intrinseche alla Novella, di emersione tempestiva della crisi e di risanamento dell’impresa. Il seguente elaborato si propone di evidenziare come una riforma apparentemente destinata al solo campo civilistico abbia avuto, al di fuori di alcuni premeditati cambi di terminologia, anche dei risvolti penali sulle fattispecie criminose in esame. Per poter arrivare al cuore dell’elaborato sarà necessario focalizzarsi sia sull’evoluzione storico-normativa della disciplina fino ad oggi, che su una breve, quanto fondamentale, disamina dei reati di bancarotta all’interno del Codice. Si concluderà con alcune riflessioni sull’impatto che il Codice avrà sul nostro ordinamento, anche in relazione alle incertezze che si stanno attraversando in questo difficile periodo storico.
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Petterlin, Martina <1996&gt. "“LA GESTIONE DEI CONTRATTI DI LAVORO DURANTE LA CRISI D’IMPRESA ALLA LUCE DELLE MODIFICHE DEL D.LGS 14/2019”." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19005.

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Abstract:
Gli obiettivi dell'elaborato sono sostanzialmente due: studio della disciplina a cui sono sottoposti i rapporti di lavoro durante la crisi d'impresa e indagine di come cambi la stessa alla luce del nuovo D.Lgs 14/2019, dare evidenza dei punti in cui la disciplina attuale si trova in contrasto con quella europea e, dati gli obiettivi della nuova normativa, verificare se questa si avvicini maggiormente a quanto previsto a livello europeo. Nelle conclusioni si cercherà di dare risposta alle domande poste nell'introduzione o sorte durante la tesi. In particolare: quali sono i punti in cui si è modificata la disciplina volta a tutelare gli interessi dei lavoratori durante la crisi d'impresa? Il trattamento che sarà previsto a decorrere dal 1/09/2021 è di maggior o minor favore per i lavoratori? La nuova normativa introdotta dal codice della crisi d'impresa e insolvenza si è maggiormente allineato con quanto richiesto a livello europeo? La nuova disciplina viene incontro più alle imprese o ai lavoratori? Quali sono gli effetti sociali sull'organizzazione delle imprese e politici della nuova disciplina?
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Danieli, Elisabetta <1997&gt. "La gestione dell’impresa in crisi: le misure adottate dal Governo durante l’emergenza pandemica da Covid-19." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20381.

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Abstract:
Con il perdurare dell’emergenza pandemica da Covid-19, i governi devono adottare una serie di misure urgenti per il sostegno di lavoratori e imprese, al fine di contrastare gli effetti del virus sull’economia globale. Da un'analisi dello scenario italiano emerge come il nostro Paese versi in una crisi più grave rispetto agli altri Stati dell'Eurozona, ciononostante viene portata alla luce anche una serie di opportunità per il progresso e il cambiamento nel mondo del lavoro. La politica a cui ricorre l'Italia prevede principalmente un ampio uso degli ammortizzatori sociali, la sospensione delle procedure di licenziamento e l'entrata di vigore di nuove norme in materia concorsuale. Relativamente a questo ultimo punto, vengono prese in esame le modifiche apportate al Nuovo codice della crisi d’impresa e dell'insolvenza, la cui entrata in vigore è soggetta a continui rinvii causati dalla Pandemia, e il più recente strumento della composizione negoziata. Il caso studio La Perla, azienda produttrice del più famoso intimo di lusso Made in Italy, la quale ha vissuto gli ultimi anni della sua storia in un clima di crisi profonda, risulta emblematico per la comprensione del contesto economico italiano e delle conseguenze della Crisi del 2020. Il caso vuole essere la prova che i provvedimenti attuati dal Governo a sostegno delle imprese non sono sufficienti per la ripresa delle stesse, le quali necessitano di imprenditori capaci e appassionati, i soli in grado di riportare le attività a prosperare.
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Montorsi, Tommaso <1977&gt. "Crisi economiche, sostenibilità ambientale e politiche pubbliche: il ruolo del legislatore e della pubblica amministrazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5462/1/montorsi_tommaso_tesi.pdf.

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Abstract:
Il presente lavoro analizza il ruolo ricoperto dal legislatore e dalla pubblica amministrazione rispettivamente nel delineare e attuare politiche pubbliche volte alla promozione di modelli di sviluppo economico caratterizzati da un elevato tasso di sostenibilità ambientale. A tal fine, il lavoro è suddiviso in quattro capitoli. Nel primo capitolo vengono presi in considerazione i principali elementi della teoria generale che costituiscono i piani di lettura del tema trattato. Questa prima fase della ricerca è incentrata, da un lato, sull’analisi (storico-evolutiva) del concetto di ambiente alla luce della prevalente elaborazione giuridica e, dall’altro, sulla formazione del concetto di sviluppo sostenibile, con particolare riguardo alla sua declinazione in chiave ambientale. Nella parte centrale del lavoro, costituita dal secondo e dal terzo capitolo, l’analisi è rivolta a tre settori d’indagine determinanti per l’inquadramento sistematico delle politiche pubbliche del settore: il sistema di rapporti che esiste tra i molteplici soggetti (internazionali, nazionali e locali) coinvolti nella ricerca di soluzioni alla crisi sistemica ambientale; l’individuazione e la definizione dell’insieme dei principi sostanziali che governano il sistema di tutela ambientale e che indirizzano le scelte di policy nel settore; i principali strumenti (giuridici ed economici) di protezione attualmente in vigore. Il quarto ed ultimo capitolo prende in considerazione le politiche relative alle procedure di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio degli impianti per la produzione di energia alimentati da fonti energetiche rinnovabili, analizzate quale caso specifico che può essere assunto a paradigma del ruolo ricoperto dal legislatore e dalla pubblica amministrazione nel settore delle politiche di sviluppo sostenibile. L’analisi condotta mostra un elevato tasso di complessità del sistema istituzionale e organizzativo, a cui si aggiungono evidenti limiti di efficienza per quanto riguarda il regime amministrativo delle autorizzazioni introdotto dal legislatore nazionale.
This work analyzes the role of the legislator and of the public administration respectively in outlining and implementing public policies aimed at the promotion of economic development models distinguished by a high rate of environmental sustainability. For this purpose, the work is split into four chapters. The first chapter takes into consideration the main elements of the general theory making up the keys to understanding the topic being dealt with. This first research phase is centred, on the one hand, on the (historical-evolutionary) analysis of the environment concept in the light of prevalent legal interpretation and, on the other, on the formation of the concept of sustainable development, especially in an environmental perspective. In the central part of the work, consisting of the second and the third chapter, the analysis involves three areas of investigation of great importance for the systematic contextualization of public policies in the sector: the system of relations existing between the numerous entities (international, national and local) involved in finding solutions to the systemic environmental crisis; the identification and definition of the substantial principles regulating the environment protection system and directing policy choices in the sector; the main, currently applicable protection instruments (juridical and economic). The fourth and last chapter takes into consideration the policies relating to the authorization procedures for the building and running of energy production plants fuelled by renewable sources, analyzed as a specific case which can be taken as a paradigm of the role played by the legislator and the public administration in the sector of sustainable development policies. The analysis conducted shows a high rate of complexity of the institutional and organizational system, to which must be added evident limits of efficiency as regards the administrative system of authorizations introduced by the national legislator.
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Montorsi, Tommaso <1977&gt. "Crisi economiche, sostenibilità ambientale e politiche pubbliche: il ruolo del legislatore e della pubblica amministrazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5462/.

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Abstract:
Il presente lavoro analizza il ruolo ricoperto dal legislatore e dalla pubblica amministrazione rispettivamente nel delineare e attuare politiche pubbliche volte alla promozione di modelli di sviluppo economico caratterizzati da un elevato tasso di sostenibilità ambientale. A tal fine, il lavoro è suddiviso in quattro capitoli. Nel primo capitolo vengono presi in considerazione i principali elementi della teoria generale che costituiscono i piani di lettura del tema trattato. Questa prima fase della ricerca è incentrata, da un lato, sull’analisi (storico-evolutiva) del concetto di ambiente alla luce della prevalente elaborazione giuridica e, dall’altro, sulla formazione del concetto di sviluppo sostenibile, con particolare riguardo alla sua declinazione in chiave ambientale. Nella parte centrale del lavoro, costituita dal secondo e dal terzo capitolo, l’analisi è rivolta a tre settori d’indagine determinanti per l’inquadramento sistematico delle politiche pubbliche del settore: il sistema di rapporti che esiste tra i molteplici soggetti (internazionali, nazionali e locali) coinvolti nella ricerca di soluzioni alla crisi sistemica ambientale; l’individuazione e la definizione dell’insieme dei principi sostanziali che governano il sistema di tutela ambientale e che indirizzano le scelte di policy nel settore; i principali strumenti (giuridici ed economici) di protezione attualmente in vigore. Il quarto ed ultimo capitolo prende in considerazione le politiche relative alle procedure di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio degli impianti per la produzione di energia alimentati da fonti energetiche rinnovabili, analizzate quale caso specifico che può essere assunto a paradigma del ruolo ricoperto dal legislatore e dalla pubblica amministrazione nel settore delle politiche di sviluppo sostenibile. L’analisi condotta mostra un elevato tasso di complessità del sistema istituzionale e organizzativo, a cui si aggiungono evidenti limiti di efficienza per quanto riguarda il regime amministrativo delle autorizzazioni introdotto dal legislatore nazionale.
This work analyzes the role of the legislator and of the public administration respectively in outlining and implementing public policies aimed at the promotion of economic development models distinguished by a high rate of environmental sustainability. For this purpose, the work is split into four chapters. The first chapter takes into consideration the main elements of the general theory making up the keys to understanding the topic being dealt with. This first research phase is centred, on the one hand, on the (historical-evolutionary) analysis of the environment concept in the light of prevalent legal interpretation and, on the other, on the formation of the concept of sustainable development, especially in an environmental perspective. In the central part of the work, consisting of the second and the third chapter, the analysis involves three areas of investigation of great importance for the systematic contextualization of public policies in the sector: the system of relations existing between the numerous entities (international, national and local) involved in finding solutions to the systemic environmental crisis; the identification and definition of the substantial principles regulating the environment protection system and directing policy choices in the sector; the main, currently applicable protection instruments (juridical and economic). The fourth and last chapter takes into consideration the policies relating to the authorization procedures for the building and running of energy production plants fuelled by renewable sources, analyzed as a specific case which can be taken as a paradigm of the role played by the legislator and the public administration in the sector of sustainable development policies. The analysis conducted shows a high rate of complexity of the institutional and organizational system, to which must be added evident limits of efficiency as regards the administrative system of authorizations introduced by the national legislator.
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Nicolodi, Vittoria <1991&gt. "Il superamento della crisi aziendale quale requisito del licenziamento economico. Il punto in dottrina e in giurisprudenza." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11499.

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Abstract:
Complice l'attuale crisi economica, il licenziamento derivato da ragioni economiche ha subito negli ultimi anni evidenti stravolgimenti sia nella sua concezione che applicazione, con un evidente tendenza del legislatore a favorire una visione economica del diritto. Innanzitutto la tesi opera una contestualizzazione della fattispecie del licenziamento economico iniziando da un'analisi delle finti normative, con una particolare attenzione all'art. 3 l. 604/66. Quindi sono esaminati i requisiti e le fattispecie che, secondo la dottrina e la giurisprudenza degli ultimi anni, possono integrare tale giustificato motivo oggettivo. Completate le premesse, l'analisi si sposta ad analizzare una questione piuttosto attuale riguardante il contrasto tra la teoria classica del licenziamento quale extrema ratio e la "nuova" teoria più liberista. Le due teorie sono tra loro contraddistinte dal porre o meno, come requisito alla base del licenziamento, la necessaria sussistenza di una situazione di crisi aziendale. In altre parole permettere o meno che un lavoratore possa essere licenziato se lo scopo ultimo dell'imprenditore è "l'aumento dei profitti". In ultima battuta sono esaminate le garanzie attualmente presenti nel nostro ordinamento a tutela del lavoratore licenziato illegittimamente, alla luce delle ultime riforme Fornero e Jobs Act.
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Rampin, Riccardo <1994&gt. ""I rapporti di lavoro e la crisi di impresa: il d.lgs. 14/2019 e il trasferimento d'azienda"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18761.

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Abstract:
In un contesto di crisi come quello che stiamo attraversando, risulta di fondamentale importanza focalizzare l’attenzione sull’imminente entrata in vigore del Nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, la cui finalità principale è quella di prevenire le situazioni di crisi attraverso adeguati sistemi di allerta. Alla luce di questo fatto, è doveroso delineare la posizione che il nuovo decreto legislativo prende nei confronti della tutela del lavoro e dell’occupazione. L’obiettivo di questo progetto di tesi è, dunque, analizzare gli effetti del trasferimento dell’azienda in crisi sui rapporti di lavoro, soffermandosi sugli articoli più utili a trattare questo tema. Nello specifico, l’articolo 191, volendo disciplinare il trasferimento di azienda nell’ambito delle procedure di liquidazione giudiziale, concordato preventivo ed in esecuzione di accordi di ristrutturazione, ribadisce l’applicazione dell’articolo 47 della legge n. 428/1990, il quale viene in parte modificato dalle disposizioni contenute nell’articolo 368 del Nuovo Codice. In quest’ottica, l’elaborato si sofferma anche sull’articolo principe che regolamenta il trasferimento d’azienda: importante sarà cercare di capire se le deroghe ammesse all’articolo 2112 C.C. porteranno un vantaggio effettivo ai lavoratori. L’intera trattazione si rapporterà sempre con le disposizioni che trovano fondamento della Direttiva 2001/23/CE, che impone di armonizzare le procedure di gestione della crisi e dell’insolvenza con le forme di tutela dell’occupazione.
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RONDINA, FRANCESCO. "Contratto collettivo e crisi d'azienda." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/539.

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Abstract:
Nel momento in cui il contratto collettivo pretenda di gestire situazioni di crisi dell’azienda, appare evidente come ad essere in crisi sia proprio il contratto collettivo quale fonte di una disciplina di gestione della crisi aziendale capace di imporsi inderogabilmente a tutti i destinatari. Si tratta dell’ennesima manifestazione della crisi di efficacia del contratto collettivo di diritto comune, derivante dall’essere tale. E la crisi di efficacia si manifesta, perlopiù, sul versante dei lavoratori, “contro” i quali il contratto collettivo pretenderebbe di avere una sfavorevole efficacia. Si tratta di un capitolo della più generale crisi di efficacia del contratto collettivo di fronte alle sue “nuove” funzioni rispetto alla funzione tradizionale o storica di assicurare un minimo di tutela a tutti i lavoratori. Ulteriori capitoli di questa generale crisi di efficacia riguardano i criteri di applicazione dei contratti collettivi, i rapporti tra contratti collettivi di diverso livelli, la funzione gestionale del contratto aziendale, la funzione di normativa decentrata ed integrativa delegata dalla legge alla contrattazione collettiva. Se rispetto alla storica funzione pro lavoratore il dibattito sull’erga omnes non è più attuale ormai da qualche decennio, esso ha ripreso vigore con riferimento alle “nuove” funzioni del contratto collettivo. Si avverte infatti ormai da tempo l’esigenza di dare una risposta alla domanda di erga omnes riferita a quella che abbiamo definito l’efficacia contro del contratto collettivo. Più in generale, si potrebbe parlare di un’efficacia neutrale del contratto collettivo, che prescinde dalla logica del favore e dello sfavore e dal consenso dei destinatari, siano essi datori di lavoro o lavoratori. Non vi è dunque contraddizione nella circostanza che nel 1963 il quarto comma dell’art. 39 Cost. fosse considerato inattuale, e che nel 1998 l’ultimo saggio del prof. D’Antona avesse il seguente significativo titolo: “Il quarto comma dell’art. 39, oggi”. Si trattava, come noto, di “attualizzare” l’art. 39 Cost. in vista dell’introduzione di un sistema unificato di rappresentanza e di contrattazione collettiva nel settore pubblico e privato, sul modello appena introdotto nel settore pubblico. E del resto anche nel protocollo sulla politica dei redditi del 23 luglio 1993 il governo si era impegnato “ad emanare un apposito provvedimento legislativo inteso a garantire l’efficacia erga omnes nei settori produttivi dove essa appaia necessaria al fine di normalizzare le condizioni concorrenziali delle aziende”. Non si trattava solo di un effetto di trascinamento, per la funzione trainante del modello di contrattazione collettiva introdotto nel settore pubblico (cd. inversione del modello). Si trattava invece di rispondere ad crescente domanda di efficienza ed efficacia regolativa del sistema di contrattazione collettiva nel settore privato, sopratutto con riferimento alla gestione di situazione di crisi aziendali, ove il legislatore si affida alla mediazione sindacale. Un primo tentativo di unificazione dei modelli si era avuto col disegno di legge “Gasperoni”, recante “Norme sulle rappresentanze sindacali unitarie nei luoghi di lavoro, sulla rappresentatività sindacale e sull’efficacia dei contratti collettivi di lavoro”), poi accantonato dal famoso libro bianco. In difetto di un intervento legislativo strutturale, alla suddetta crisi di efficacia, sono state date risposte parziali. Innanzitutto, il legislatore ha trovato la formula giusta il meccanismo perché il rinvio legale venisse recepito, per così dire, da un solo contratto collettivo: quello stipulato dai sindacati comparativamente più rappresentativi, garantendo in tal modo l’unicità della fonte “regolamentare”. In secondo luogo, la giurisprudenza, attraverso l’espediente dei contratti gestionali – certificato dalla Corte costituzionale - ha fatto in modo che il legislatore attribuisse efficacia generale a determinati contratti collettivi (che limiterebbero il potere altrimenti libero del datore di lavoro) aggirando così lo scoglio dell’art. 39 Cost. La crisi aziendale viene dunque gestita da accordi sindacali che vincolerebbero il solo datore di lavoro, e rispetto ai quali dunque sarebbe persino improprio parlare di dissenso del lavoratore, assoggettato unicamente al potere del datore di lavoro (esercitato sulla base dell’accordo sindacale) e non già all’accordo sindacale medesimo. E con un siffatto espediente si è ritenuto di avere dato una risposta sia alla crisi di efficacia del contratto collettivo sia alla crisi dell’azienda gestita da un contratto collettivo a prova di dissenso.
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DI, BONA Alberto. "I nuovi modelli di gestione del debito." Doctoral thesis, Università degli studi di Cassino, 2021. http://hdl.handle.net/11580/84112.

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Abstract:
The research involved the new Italian Crisis and Insolvency Code; in particular: the insolvency of the entrepreneur, the tools for the recovery of companies in crisis and the various solutions to the over-indebtedness crisis. After analysing the structure of the new Italian Crisis Code, interest is directed to the key principles that led to the important reform of bankruptcy procedures and the legislation on over-indebtedness crisis. The study also covered the innovative monitoring system based on qualitative and quantitative indicators, which are suitable tools for the early emergence of the state of difficulty as well as the relevance of reporting obligations. About the crisis and the possibility of recovery, attention is paid to the tools made available by the Law to regulate excessive debt exposure; it should be noted: the certified recovery plan, the debt restructuring agreement, the arrangement with creditors and the judicial liquidation. Furthermore, the research focuses on issues relating to the crisis of the consumer, professional and minor entrepreneur; in particular: the phases of settlement of the over-indebtedness crisis, the consumer debt restructuring plan, the minor arrangement, and the controlled liquidation. The empirical analysis conducted tried to represent the state of insolvency procedures in Italy from 2012 to 2019. The research involved the national territory, the regions, and in part the provinces. The results show, year by year, the economic sector that recorded the highest number of bankruptcy proceedings openings and the impact of the number of bankruptcy proceedings openings on the number of active enterprises, on the number of new enterprises registered and on the number of enterprises cancelled from the Business Register.
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MAMELI, VERONICA. "LA RIDUZIONE DELL'ORARIO DI LAVORO COME MISURA ANTI-CRISI: UN' ANALISI COMPARATA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/40639.

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Abstract:
Lo scopo della tesi è quello di mettere a confronto, attraverso la metodologia comparativa, alcuni istituti giuridici di riduzione dell’orario lavorativo, volti al perseguimento della salvaguardia dei posti di lavoro, in Italia, Francia e Germania. Nel primo capitolo viene trattata la disciplina normativa italiana dei contratti di solidarietà difensiva, destinati alla preservazione dei posti di lavoro in luogo dei licenziamenti e dei contratti di solidarietà espansiva, preposti alla creazione di posti di lavoro, dalla L. n. 863/1984 fino al D. Lgs. n. 148/2015. Nel secondo capitolo ci si sofferma sul sistema di sicurezza sociale francese, sui contratti di solidarietà difensiva francesi, gli “accords de maintien dans l’emploi” e i contratti di solidarietà espansiva, gli “accords de développement de l’emploi”, così come modificati dalla L. n. 1.088 del 2016. Nel terzo capitolo infine si delinea una panoramica degli strumenti anti-crisi tedeschi di riduzione dell’orario di lavoro, quali la "Kurzarbeit", l’"Arbeitszeitkorridor" e l’ "Arbeitszeitkonto", soffermandosi sulla disciplina della riduzione d’orario alla luce della giurisprudenza della Corte di Giustizia europea. Il lavoro si conclude sulla base di quanto esposto, con una riflessione attraverso l’analisi economica del diritto circa l’efficacia o meno di tali misure anti-crisi di riduzione dell’orario di lavoro.
The aim of the PhD thesis is to compare, through the comparative methodology, some legal tools of the reduction of working hours, aimed at pursuing the safeguarding of job’s places, in Italy, France and Germany. The first chapter shows the Italian legal framework of the "defensive solidarity contracts", and "expansive solidarity contracts", by Law n. 863/1984 up to the D. Lgs. n. 148/2015. The second chapter focuses on the French social security system, on "French defensive solidarity contracts", called "accords de maintien dans l’emploi" and the "expansive solidarity contracts", called "accords de développement de l’emploi", as amended by Law n. 1.088 of 2016. The third chapter focuses on German anti-crisis instruments of working hours reduction, such as the "Kurzarbeit", the "Arbeitszeitkorridor" and the "Arbeitszeitkonto", and their legal framework related to the jurisprudence of the European Court of Justice. The PhD thesis ends with a reflection regarding the effectiveness of these anti-crisis measures of the reduction of working hours, thanks to the economic analysis of law.
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Manolio, Caterina <1993&gt. "Il welfare occupazionale nel contesto della crisi del moderno Stato Sociale: opportunita e limiti di un diverso modello di solidarieta." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9700/1/TESI%20FINALE.pdf.

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Abstract:
Il presente elaborato analizza il complesso fenomeno del welfare occupazionale nell’ambito della conclamata crisi del moderno Stato sociale. Dapprima, ci si soffermerà sulla genesi del fenomeno, e, nello specifico, sul mutato contesto istituzionale e sociale da cui esso trae origine: allo studio dei principali modelli di welfare state e alla loro ricostruzione storica, si affiancherà l'osservazione delle possibili concause che hanno determinato, nel tempo, l’insorgere di forme di welfare integrativo, parallele, se non anche alternative, a quelle garantite, in via principale, dallo Stato centrale. Nel prosieguo si darà conto della crescente rilevanza assunta dal welfare occupazionale nel contesto politico e aziendale europeo e nazionale, attraverso l’analisi dei più recenti studi sul tema e dei provvedimenti adottati dal Legislatore italiano e dalle parti sociali nell’ultima stagione di rinnovo contrattuale. Al termine della ricostruzione normativa, si procederà alla lettura del fenomeno secondo tre differenti indirizzi interpretativi, con lo scopo di evidenziare le opportunità e i limiti derivanti dall’adozione di un diverso modello di solidarietà sociale e le sue possibili strategie di sviluppo nei diversi ambiti di applicazione. Sulla scorta di tali considerazioni, infine, si collocherà il fenomeno oggetto di studio nel più ampio processo di “innovazione sociale” che investe, pur con marcate criticità, le società contemporanee avanzate: in tal senso, dall’analisi di esempi virtuosi di collaborazione fra diversi attori istituzionali, pubblici e privati, si giungerà ad affermare l’importanza di inquadrare il welfare occupazionale in sistemi circolari e partecipati di gestione del rischio sociale per la creazione di un benessere diffuso e duraturo, che si sviluppi oltre il perimetro aziendale e con la collaborazione di tutta la comunità.
This study aims to describe the phenomenon of occupational welfare against the backdrop of the crisis and the transformation of the modern Western welfare state. First of all, we will focus on the genesis of the phenomenon, and, specifically, on the emergence of new social risks that have deeply transformed the institutional and social pattern since the Fordist revolution: beside the study of the main welfare state models and their historical reconstruction, we will observe the possible contributing causes that have determined, over time, the gradual retrenchment of welfare state and the rise of different forms of supplementary welfare. Then, we will zoom in on the growing importance of occupational welfare in the European and national political and business context, through the analysis of the most recent studies on the issue and the measures adopted by the Italian legislator and the social partners in the last collective bargaining season. At the end of the normative reconstruction, the phenomenon will be read according to three different interpretative outlooks, with the aim of highlight limits and opportunities deriving from the adoption of a different model of social solidarity and its possible development strategies in the various fields of application. Ultimately, on the basis of these considerations, we will look at the phenomenon under a broader perspective of "social innovation": by this expression, we define the process encompassing socially innovative policies and actions aimed at overcoming poverty and social exclusion, through a reconfiguration of social and political relations. Moving from the analysis of some virtuous examples of dialectical interplay between public and private institutional actors, the paper concludes stating the importance of embedding occupational welfare in a broader circular and participatory systems of social risk management, through which develop and maximize social well-being, even beyond company policies.
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Turricchia, Emanuele. "La Crisi Europea dei Rifugiati: Analisi del fenomeno e proposta di glossario sull'accesso al diritto di asilo in Italia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12767/.

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Abstract:
Questo progetto si pone come obiettivo quello di creare un glossario italiano-inglese sulle procedure di acquisizione del diritto di asilo in Italia. Le politiche inerenti al diritto di asilo sono radicalmente cambiate nel corso del tempo, all’interno della legislazione europea così come in quella internazionale. Dal termine della seconda guerra mondiale in poi, i governi e le istituzioni internazionali come l’ONU o la UE hanno compiuto grandi sforzi per proteggere le popolazioni dalle persecuzioni, dalla fame e dalla guerra. Questi passaggi verranno qui analizzati in maniera approfondita, con una particolare attenzione posta sulla Crisi Europea dei Rifugiati, per inquadrare meglio i più recenti avvenimenti geopolitici che hanno toccato da vicino l’intera Unione. In aggiunta, verrà poi analizzato il ruolo dell’interprete nel suo lavoro di assistenza al rifugiato durante i vari procedimenti legati all’acquisizione dello status di protezione internazionale all’interno dell’Unione Europea, concentrandoci particolarmente sull’Italia. In conclusione, l’elaborato qui presente è il prodotto della combinazione di un processo di ricerca meticoloso e dell’esperienza sul campo del suo autore, con la speranza di poter essere utile tanto all’interprete quanto al richiedente asilo.
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De, Petra Francesca <1992&gt. "Il Multilateralismo Regionale giapponese nel periodo di crisi del WTO. L’EPA tra Giappone e Unione Europea." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16683.

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Abstract:
Gli accordi di libero scambio sono nati come strumento per raggiungere una liberalizzazione commerciale tra i paesi partecipanti. Le attuali difficoltà legate al proseguimento del processo di negoziazione del WTO sembrano spingere le Nazioni a cercare delle concrete alternative, al di fuori del sistema commerciale multilaterale. Per questo motivo gli accordi di libero scambio non fanno che crescere in numero, minacciando di sostituirsi alla governance economica globale creata dopo la Seconda Guerra Mondiale. In questo periodo storico in cui, nonostante le innumerevoli prove a sostegno del libero commercio, l’andamento economico viene scosso dalle politiche protezionistiche di alcuni Stati, l’Unione Europea e il Giappone sembrano volersi porre come baluardo a protezione del sistema del WTO e di un commercio libero ed equo. Dal dopo guerra, le esigenze del Giappone sono evolute e con esse anche le strategie nella regione e nel mondo. È stata infatti coniata l’espressione Multilateralismo Regionale per descrivere i legami che Tokyo è andata a creare negli ultimi decenni. Pertanto, che tipo di legame esiste tra il recentemente stipulato EPA (Economic Partnership Agreement), le strategie diplomatiche giapponesi e il sistema multilaterale del WTO?
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ROBERTI, Ilaria. "Crisi economica, strumenti della revisione e ruolo dei Parlamenti nazionali e del Parlamento europeo." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2018. http://hdl.handle.net/11695/83537.

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Abstract:
La crisi economico- finanziaria non ha semplicemente determinato un dissesto dei mercati dell’Eurozona ma ha contestualmente causato un vulnus degli strumenti di revisione presi in esame. In particolare, la procedura di revisione dei Trattati europei non ha più assolto alla funzione di garantire un coerente andamento del processo di integrazione perché la sua elusione in occasione dell’adozione del Fiscal compact e il suo mancato ricorso in relazione alle misure salva- Stati hanno agevolato la costruzione di un’Europa funzionalista e poco federale. A questa “deformalizzazione” degli strumenti normativi si è poi accompagnata una “deparlamentarizzazione” dei centri decisionali, in quanto, seppur in modo diverso, il Parlamento europeo e i Parlamenti nazionali sono stati scarsamente coinvolti nel circuito decisionale, rendendo così le decisioni prive di un solido ancoraggio democratico. Il c.d. “diritto al Parlamento” (A. Manzella) che costituisce la “garanzia trasversale di tutti gli altri diritti fondamentali” (A. Manzella) risulta così ancora un miraggio per i cittadini europei, i quali si ritrovano a recepire scelte di stampo intergovernativo e frutto dell’accordo tra istituzioni di natura tecnocratica. Tali questioni sono state esaminate mettendo in relazione il nesso esistente tra gli insuccessi di natura costituzionale che hanno riguardato l’organismo europeo e le vicende registratesi in occasione della situazione emergenziale. In particolare, il fallito progetto di Costituzione, il mancato coinvolgimento del popolo europeo nell’esercizio di quello che non può propriamente definirsi potere costituente e le problematiche relative al parlamentarismo multilivello hanno avuto una certa incidenza durante l’emergenza economica sul ricorso alla procedura di revisione dei Trattati e sulla sua sia pur labile dimensione democratico- rappresentativa. L’ U.E, in altri termini, si è trovata ad affrontare la sfida di risanamento dei mercati finanziari senza un solido impianto istituzionale, che fosse in grado di garantire un’equa ripartizione dei doveri tra gli Stati membri. Del resto, dopo i fallimenti di natura politico- costituzionale, l’organismo europeo non poteva non continuare a far leva sull’asse economico non solo per evitare il default della zona euro ma anche per incentivare l’integrazione tra i popoli. Ciò naturalmente ha creato una situazione problematica soprattutto in ordine al fatto che alla progressiva e sempre più pervasiva incidenza delle politiche europee nei confronti degli Stati membri non è corrisposto un contestuale accrescimento dello spazio democratico europeo. Sul piano interno, invece, la disamina si sofferma sulle tendenze del revisionismo costituzionale dominante, mettendo in luce quanto la crisi economica si sia solamente limitata a riportarle in auge seppur con alcune peculiarità. La modifica dell’art. 81 della Costituzione ha messo a dura prova la tenuta delle garanzie dell’art. 138 della Costituzione soprattutto in ordine al rispetto della centralità parlamentare e alla riflessione circa l’opportunità di modificare il testo costituzionale. In seguito, con il ddl. Costituzionale 813 del 2013, l’art. 138 Cost è stato oggetto di un tentativo diretto a derogarlo, al pari di quanto era accaduto, anche se con le dovute differenze, nelle precedenti esperienze delle bicamerali degli anni Novanta. A ciò si aggiunge la questione circa l’ammissibilità di modificare in modo ampio la Carta costituzionale e di disattendere così la ratio sottesa all’art. 138 Cost, che, secondo la visione dei Costituenti è un iter diretto ad apportare modifiche puntuali del testo fondamentale. L’analisi di tale ultimo profilo si è ripresentata con la riforma Renzi- Boschi, che al pari della modifica dell’art. 81 Cost e del ddl.813, è stata esaminata nel lavoro come un altro episodio di quel capitolo, inauguratosi con la crisi economica, di quella che è stata definita la “guerra dei trent’anni contro la Costituzione” (G. Ferrara) repubblicana. Lo scenario così delineato implica che il revisionismo costituzionale della crisi economica e più in generale degli ultimi trent’anni non sia più l’espressione del costituzionalismo democratico da cui prende le mosse ma sia più incline ad assecondare la logica della semplificazione e della funzionalità economica, imponendo così di tornare a ragionare criticamente sia sulle categorie tradizionali e soprattutto sulla revisione della Costituzione, al fine di comprendere la direzione di questo cambiamento.
The economic and financial crisis has not simply caused a failure of the Eurozone markets but at the same time caused a change of the review tools examined. In particular, the procedure for revising the European Treaties no longer fulfilled the function of guaranteeing a consistent trend in the integration process because its circumvention on the occasion of the adoption of the Fiscal compact and its non-recourse in relation to the save-state measures have facilitated the construction of a functionalist and not federal Europe. This "deformation" of the regulatory instruments was accompanied by a "deparlamentarization" of the decision-making centers, because, albeit in a different way, the European Parliament and the national parliaments have been scarcely involved in the decision-making circuit, thus making decisions lacking a solid democratic basis. The "Right to the Parliament" (A. Manzella) which constitutes the "cross-guarantee of all other fundamental rights" (A. Manzella) is thus still a finality for European citizens, who find themselves adopting intergovernmental choices and fruit agreement between institutions of a technocratic nature. These issues were examined by linking the link between the constitutional failures that affected the European body and the events that occurred during the emergency situation. In particular, the failed project of the Constitution, the lack of involvement of the European people in the exercise of what can not properly be called constituent power and the problems related to multilevel parliamentaryism have had a certain impact during the economic emergency on the recourse to the procedure of revision of the Treaties and on its even though weak democratic-representative dimension. In other words, the U.E has faced the challenge of reorganizing the financial markets without a solid institutional structure, which was able to guarantee a fair division of duties among the Member States. Moreover, after the political-constitutional failures, the European body could not but continue to leverage the economic axis not only to avoid the default of the euro area but also to encourage integration between the peoples. This of course has created a problematic situation, above all in terms of the fact that the progressive and ever more pervasive impact of European policies on the Member States did not correspond to a simultaneous increase in the European democratic space. In Italy, however, the discussion focuses on the trends of dominant constitutional revisionism, highlighting how the economic crisis has only limited to bring them back into vogue albeit with some peculiarities. The modification of the art. 81 of the Constitution has put a strain on the tightness of the guarantees of the art. 138 of the Constitution above all in order to respect parliamentary centrality and to reflect on the opportunity to change the constitutional text. Later, with the ddl. Constitutional 813 of 2013, the art. 138 Cost was the object of a direct attempt to derogate from it, as was the case, even if with due differences, in the previous experiences of the bicameral of the 1990s. To this is added the question about the admissibility of amending the Constitutional Charter in a broad way and thus disregarding the rationale underlying the art. 138 Cost, which, according to the vision of the Constituents is a process aimed at making timely changes to the basic text. The analysis of this last profile was resubmitted with the Renzi-Boschi reform, which, like the modification of art. 81 Constitution and of the ddl. 813, has been examined in the work as another episode of that chapter, inaugurated with the economic crisis, of what has been called the "war of thirty years against the Constitution" (G. Ferrara). The situation outlined above implies that the constitutional revisionism of the economic crisis and more generally of the last thirty years is no longer the expression of democratic constitutionalism from which it takes its course but is more inclined to support the logic of simplification and economic functionality, thus imposing to return to critically think both on the traditional categories and especially on the revision of the Constitution, in order to understand the direction of this change.
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FULGENZI, Matteo. "La "guerra delle sanzioni": un'analisi multilivello delle sanzioni internazionali imposte alla Federazione Russa per la crisi in Ucraina alla luce del diritto internazionale e del diritto dell'Unione Europea." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2022. https://hdl.handle.net/11695/114349.

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Abstract:
La tesi di dottorato «La “guerra delle sanzioni”: un’analisi multilivello delle sanzioni internazionali imposte alla Federazione Russa per la crisi in Ucraina alla luce del diritto internazionale e del diritto dell’Unione europea» affronta il tema della liceità delle sanzioni economiche “unilaterali” adottate da parte di Stati o OO.II. al di fuori del quadro decisionale del Consiglio di Sicurezza dell’ONU (UNSC). Sullo sfondo delle controverse vicende che, nel 2014, hanno condotto all’annessione della penisola di Crimea da parte della Russia ai danni dell’Ucraina e all’insurrezione dei ribelli filo-russi nella regione ucraina del Donbass, il presente lavoro di ricerca ha inteso quindi proporre un’approfondita analisi giuridica delle misure oggetto della “guerra economica” tra l’Occidente e la Federazione Russa, soffermandosi sulla disamina degli elementi di criticità riscontrabili nell’impianto giuridico sotteso agli opposti regimi di sanzioni e contro-sanzioni. L’elaborato si articola in cinque capitoli, dedicati ai seguenti aspetti: (1) inquadramento generale del concetto di “sanzione” ai sensi del diritto internazionale e (2) del diritto dell’Unione europea (UE), con un inerente esame della dottrina e della giurisprudenza; (3) analisi degli specifici provvedimenti sanzionatori adottati dall’UE e dagli Stati Uniti nei confronti della Russia, nonché delle contro-sanzioni decise dal Cremlino in risposta alle misure dell’Occidente; (4) esame delle argomentazioni giuridiche concernenti la legittimità dell’imposizione di sanzioni internazionali in via unilaterale (ed extraterritoriale) nonché approfondimento del tema della tutela, in sede giurisdizionale, dei diritti e delle libertà fondamentali dei soggetti della Federazione Russa (e dell’Ucraina) colpiti dalle sanzioni “intelligenti” dell’UE; (5) studio, alla luce del diritto internazionale dell’economia e, in particolare, del diritto dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), delle implicazioni giuridiche delle reciproche sanzioni commerciali tra gli Stati occidentali e la Russia. L’autore conclude che, in base agli spunti offerti dal diritto internazionale e dal diritto internazionale dell’economia, le uniche misure “di terze parti” ritenute generalmente ammissibili siano da identificare negli atti di carattere diplomatico oltre che, naturalmente, nelle azioni e negli atteggiamenti cd. “ritorsivi” o “inamichevoli” comunque collocabili nel novero delle condotte considerate internazionalmente lecite. Contromisure “collettive” (o “punitive”) adottate in via unilaterale sul piano economico-commerciale e volte all’utilizzo strumentale del “sistema sponda” della regolamentazione multilaterale del commercio al solo fine di compensare il cd. “fallimento sistemico” di un distinto complesso ordinamentale (come, nel caso in esame, quello dell’ONU “bloccato” dal potere di veto di un Membro permanente dell’UNSC) risulterebbero infatti da escludere anche sulla base di rilevanti posizioni della dottrina e, soprattutto, in virtù delle recenti evoluzioni della giurisprudenza prodotta dagli organi giudicanti del sistema dell’OMC. Tutto ciò, sebbene le istanze rivolte a presidio di principi e valori fondamentali per la tenuta dell’ordinamento internazionale non possano comunque essere lasciate prive di considerazione e le sanzioni occidentali siano state concepite al fine di inviare un forte segnale di disapprovazione verso le azioni poste in essere dalla Russia nel contesto della crisi in Ucraina.
The PhD thesis «The “sanctions war”: a multilevel analysis of the international sanctions imposed on the Russian Federation for the crisis in Ukraine in the light of international law and the law of the European Union» deals with the issue of the lawfulness of “unilateral” economic sanctions adopted by States or international organizations outside the decision-making framework of the United Nations Security Council (UNSC). In the background of the controversial events that, in 2014, led to the annexation of the Crimean peninsula by Russia to the detriment of Ukraine and the insurrection of pro-Russian rebels in the Ukrainian region of Donbass, the present research proposes an in-depth legal analysis of the measures involved in the “economic war” between the West and the Russian Federation, focusing on the examination of the critical elements that can be found in the legal framework underlying the opposing sanctions and counter-sanctions regimes. The text is divided into five chapters, dedicated to the following aspects: (1) general framework of the concept of “sanction” under international law and (2) European Union (EU) law, with an inherent examination of the doctrine and jurisprudence; (3) analysis of the specific sanctions adopted by the EU and the United States against Russia, as well as the counter-sanctions decided by the Kremlin in response to Western measures; (4) examination of the legal arguments concerning the legitimacy of the unilateral (and extraterritorial) imposition of international sanctions as well as in-depth analysis of the issue of the judicial protection of the fundamental rights and freedoms of the subjects of the Russian Federation (and of Ukraine ) affected by the “smart” sanctions of the EU; (5) study, in the light of international economic law and, in particular, the law of the World Trade Organization (WTO), of the legal implications of the reciprocal trade sanctions between Western States and Russia. The author concludes that, on the basis of the insights offered by international law and international economic law, the only “third-party” measures generally considered admissible are to be identified in diplomatic acts as well as, of course, in the so-called “retaliatory” or “unfriendly” acts and attitudes which, however, can be traced back to the category of conducts considered internationally lawful. “Collective” (or “punitive”) countermeasures adopted unilaterally on an economic-commercial level and aimed at the instrumental use of the “side system” of multilateral trade regulation for the sole purpose of compensating for the so-called “systemic failure” of a distinct legal complex (such as, in the case in question, that of the UN “blocked” by the veto power of a permanent Member of the UNSC) would in fact be excluded also on the basis of relevant positions of the doctrine and, above all, by virtue of the recent developments in the jurisprudence produced by the judicial bodies of the WTO system. All this, although the instances aimed at safeguarding fundamental principles and values for the integrity of the international order cannot in any case be left without consideration and the Western sanctions have been conceived in order to send a strong signal of disapproval towards the actions put in place by Russia in the context of the crisis in Ukraine.
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Chiavalin, Giovanni <1995&gt. "La continuità aziendale alla luce della riforma del codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (d. lgs. 14/2019)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15784.

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DI, STANI Immacolata. "Il ruolo delle relazioni industriali nella gestione della crisi del settore della raffinazione e della chimica : il caso ENI S.p.A." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2015. http://hdl.handle.net/10446/32830.

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CAVALETTO, TOMMASO. "Democrazie in crisi epistemica: il suffragio universale alla prova." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/277367.

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Abstract:
La ricerca analizza la crisi sistemica attraversata dalle democrazie contemporanee leggendone i sintomi alla luce di un profilo specifico, ossia quello del declino epistemico che colpisce l’utenza di tali sistemi normativi. Si è in particolare focalizzata l’attenzione sul divario sempre più marcato tra, da una parte, lo scarso livello di (in)formazione e capacità di ragionamento dei cittadini e, dall’altra, la crescente quantità di competenze necessarie per orientarsi correttamente all’interno della società. Si è quindi cercato di dimostrare come l’esacerbazione di tutti i principali sintomi dell’attuale crisi democratica sia fortemente correlata alle preoccupanti dimensioni ormai raggiunte da questo “differenziale epistemico”, il quale, pur rappresentando una fonte di criticità sempre latente all’interno di società organizzate democraticamente, incontra oggi condizioni di contesto che favoriscono il pieno dispiegamento dei suoi effetti anche sul piano fenomenico. La sintomatologia della crisi democratica viene esaminata ricorrendo all’ausilio di elaborazioni socio-demoscopiche sul rapporto tra cittadini e politica, di dati statistici relativi alle abilità cognitive e al livello delle competenze possedute dagli elettori, e di ricerche sul decision making applicato al contesto elettorale, prestando un’attenzione particolare al panorama italiano. Questo complesso di studi ha consentito di approcciare criticamente quelle teorie che, pur con molteplici sfaccettature, fondano la legittimazione assiologica della democrazia su una presunta capacità dei cittadini di autogovernarsi. L’analisi è stata quindi orientata verso la ricerca di soluzioni istituzionali volte a superare la crisi in modo strutturale. In primo luogo si è esplorata la possibilità di intervenire sul sistema formativo e sulla regolamentazione di quello mediatico, con l’obiettivo di innalzare il livello delle competenze, di incrementare le abilità analitiche, e di migliorare lo stato informativo dei cittadini. Realisticamente, simili interventi si prospettano tuttavia soltanto parzialmente risolutivi rispetto a un fenomeno diffuso, consolidato e persistente come il deficit epistemico che colpisce l’elettorato democratico. Nella seconda parte del lavoro si è quindi rivolto lo sguardo alle teorie elaborate nell’ambito della filosofia politica di orientamento epistocratico, la quale, pur con molte sfumature e diverse declinazioni, propone di ridiscutere la pressoché incondizionata universalità del suffragio caratterizzante le democrazie contemporanee, per sostituirla con forme di selezione dell’elettorato fondate sulla valorizzazione della conoscenza. La scelta di concentrare l’attenzione sulle dottrine epistocratiche discende dal fatto che esse stanno acquistando un ruolo sempre più rilevante nel dibattito scientifico, e configurano uno dei filoni di ricerca attualmente più innovativi (e al contempo più controversi) per l’analisi critica del modello democratico. Si sono quindi esaminate le condizioni giuridiche che un’eventale restrizione del suffragio dovrebbe rispettare per non violare i principî supremi degli ordinamenti democratici, per poi trattare il problema della realizzabilità di queste proposte anche dal punto di vista assiologico. Da ultimo ci si è interrogati se, al di là della legittimità giuridica e della condivisibilità teorica, simili interventi risulterebbero altresì realisticamente concretizzabili nell’attuale contesto socio-politico, ovvero se quest’ultimo imponga di orientare il processo di epistocratizzazione verso soluzioni politicamente meno dirompenti. In particolare, si sono prese in considerazione alcune proposte che, pur mantenendo formalmente inalterato il suffragio universale, potrebbero comunque ridurre per via indiretta l’incidenza dell’ignoranza politica sul processo elettorale.
This work analyzes the crisis faced by contemporary democracies moving from a specific point of view, i.e. the epistemic decline of democratic electorates. In particular, I focused on the gap between low level of information/reasoning ability of the average citizen, and the growing amount of skills he needs to get properly oriented in contemporary society. Therefore, I show that all the main symptoms of the current democratic crisis are strongly correlated with this “epistemic gap”, which has always been a potential problem for democracy, but its effects are nowadays amplified by the social, political and technological context we live in. In order to analyze the features of this epistemic crisis, I used surveys on the relationship between citizens and politics, statistical data on voters’ cognitive skills and studies on voters’ decision-making, focusing in particular on the Italian context. As a result, these studies cast a shadow over many democratic theories that base the axiological legitimacy of democracy on a citizens’ supposed ability to govern themselves. Therefore, I tried to find institutional solutions to overcome the crisis. First of all, I proposed some interventions for improving education and media systems, aimed at increasing competences, analytical skills, and information of citizens. However, a phenomenon as pervasive and entrenched as epistemic deficit cannot be fully solved only by this kind of interventions. Therefore, in the second part of the thesis I considered the theories developed by epistocratic political philosophy, which proposes to rethink universal suffrage and replace it with some kind of knowledge-based electorate selection. I chose to focus on epistocratic doctrines because of the increasingly key role they are acquiring in the contemporary scientific debate: nowadays, they are one of the most innovative (and controversial) line of research in the field of critical analysis of the democratic model. I studied the legal conditions that a suffrage restriction should respect in order not to violate the supreme principles of democratic systems. I then studied the same issue also from an axiological point of view. Lastly, I wondered about the feasibility of these kind of interventions in the current socio-political context. From this point of view, it has emerged it was appropriated to think also of less disruptive solutions in the short-medium term. In particular, I analyzed some reform proposals that could reduce indirectly the incidence of political ignorance on the electoral process, while keeping universal suffrage formally unchanged.
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CHERUBINI, Sabrina. "Mercato e strumenti del welfare: prospettive di riforma degli ammortizzatori sociali al tempo della crisi economica." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2013. http://hdl.handle.net/11392/2388917.

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Abstract:
The economic crisis is forcing governments to undertake structural reforms in social security systems. The thesis examines the relationship between market and welfare systems, in the light of recent socio-economic theories, which maintain that a convergence of objectives between social and economic policies is possible, in order to enhance the competitiveness of businesses and increase employment. Based on the comparison with the anti-crisis policies adopted by other Member States and bearing in mind the guidelines of European social policy, in particular as outlined in the Lisbon Strategy for 2020, the research identifies the most important critical points in the existing system of social safety valves in Italy. Taking into account the changes introduced by Act 92 of 2012, the findings indicate a persistent imbalance in Italian welfare policies towards mere subsidy policies , having a character predominantly aid-orientated, notwithstanding the introduction of more stringent qualification parameters- and this as a system of active labour market policies continues to manifests significant shortcomings.
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LIONELLO, LUCA. "Trasferimenti di sovranità nell'Unione Economica e Monetaria alla luce della crisi del debito." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/11372.

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Abstract:
La tesi intende fornire un’analisi critica dello sviluppo dell’Unione Economica e Monetaria (UEM) alla luce della crisi del debito sovrano. A partire dal 2009 sono state progressivamente attuate diverse riforme che hanno limitato l’autonomia degli Stati Membri nell’esercizio delle loro prerogative sovrane ed hanno fornito alle istituzione europee nuovi poteri nell’ambito di diverse politiche. La ricerca investiga i trasferimenti di sovranità in corso dal livello nazionale a quello europeo focalizzandosi sulle trasformazioni sia dell’Unione Economica che di quella Monetaria. Nel primo capitolo la tesi analizza i carattere originali dell’UEM dalla sua creazione fino alla ratifica del trattato di Lisbona. Il secondo capitolo considera la creazione dei meccanismi di stabilizzazione introdotti per salvare i paesi a rischio default e garantire la stabilità finanziaria della zona euro nel suo complesso. Il terzo capitolo studia gli interventi della Banca Centrale Europea durante la crisi, analizzando in che modo la necessità di proteggere la moneta unica abbia sviluppato il ruolo della BCE ed esteso il suo mandato. Il quarto capitolo studia la riforma della governance economica tramite il rafforzamento della disciplina fiscale degli Stati Membri. Il quinto capitolo analizza la riforma della governance bancaria e la creazione dell’Unione Bancaria, che è stata finalmente introdotta per interrompere il circolo vizioso tra crisi del debito e crisi bancaria. Nello sviluppo della tesi le diverse riforme verranno analizzate dal punto di visto della loro legalità, efficacia e legittimità democratica.
The thesis aims to provide a critical analysis of the development of the Economic and Monetary Union (EMU) in the light of the sovereign debt crisis. Since 2009 a number of measures have been progressively implemented, which have limited the autonomy of Member States in exercising their sovereign prerogatives and have granted EU institutions new powers in key policy areas. The research will investigate the ongoing transfers of sovereignty from national to European level focusing on the transformation of both the Economic and the Monetary Union. In the first chapter, it will consider the original features of the EMU, from its introduction at the intergovernmental conference of Maastricht until the ratification of the Lisbon Treaty. The second chapter will focus on the creation of rescue and stabilization mechanisms put in place to save Member States from imminent default and to ensure the financial stability of the Eurozone as a whole. The third chapter will study the interventions of the European Central Bank during the crisis considering how the necessity to protect the single currency has developed its role and extended its mandate. The fourth chapter will focus on the reform of the economic governance through the fiscal discipline of Member States. The fifth chapter will take into consideration the reform of the banking governance and the establishment of the European Banking Union, which was finally introduced to stop the vicious cycle between the debt and banking crisis. By developing the thesis, the analysis will consider each reform from the point of view of its legality, effectiveness and democratic legitimacy.
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DIFRONZO, Annalisa. "La crisi della giustizia del lavoro in Italia e i rimedi per contrastarla: la certificazione dei contratti (ma non solo)." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2014. http://hdl.handle.net/10446/30597.

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PLANCHENSTAINER, FRANCESCO. "La gestione delle crisi e delle emergenze alimentari: un'analisi comparativa multilivello del quadro giuridico europeo e statunitense." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2472.

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Abstract:
La presente tesi analizza la gestione delle crisi e delle emergenze alimentari negli USA e nell’UE addottando il triplice punto di vista delle autorita’ pubbliche, industria, consumatori). Le crisi e le emergenze provocate da incidenti di sicurezza alimentare sono eventi ad alto impatto sia in termini umani che economici. Crisi e emergenze sono il prodotto sia della crescente complessita’ della catena alimentare sia anche della crescente incertezza scientifica delle societa’ postmoderne. La tesi intende dimostrare che le crisi alimentri sono sempre piu’ a crocevia fra igiene pubblica, salute animale e sicurezza alimentare. Il primo capitolo descrive le piu’ importanti crisi alimentari degli ultimi vent’anni: gli eventi sono analizzati comparativamente al fine di evidenziare i tratti salienti in comune. Il secondo capitolo affronta il ruolo ricoperto dalle le istituzioni pubbliche, l’industria e i consumatori in caso di incidenti di sicurezza alimentare. Il capitolo considera i diversi punti di vista dei soggetti coinvolti mettendo in luce gli interessi in gioco e il comportamento di industria e consumatori in relazione al rischio alimentare. Il quarto capitolo rappresenta il cuore dell’intera tesi analizzando in maniera comparativa il sistema giuridico statunitense ed europeo. Nelle conclusioni sono offerte possibili soluzioni per fare fronte alle problematiche analizzate.
This dissertation analyses the management of food safety emergencies and crises in the US and the EU adopting a threefold perspective (i.e., public authorities, industry, consumers). Food safety emergencies and crises are highly burdensome events that may leave behind high fatalities tolls and severe economic consequences. Crises and emergencies are the outcome of both the increasing complexity of the food chain and the growing scientific uncertainty that modern societies are called to face. While it is impracticable to eradicate these events, countries may build prevention and preparedness in advance. This work attempts to capture an original way the role covered by different stakeholder in crises preparedness and response. The dissertation also aims to demonstrate that food safety crises are increasingly at the intersection between Public Health, animal health and food safety. The first chapter provides a case history of the most relevant food safety crises in the last two decades. From the BSE scandal that hit Europe in 1996 to the most recent E.coli outbreak in Germany of 2011, the events are analyzed in a comparative way as to point out the essential features of food safety crises. The second chapter canvasses the role played by public authorities, industry and consumer in food safety incidents. In the attempt to define crises and emergencies, a review of most important theories from organizational literature is provided, with an emphasis on the importance of scientific uncertainty. The chapter deals with stakeholders’ different perspectives outlining the interest at stake and describing at the same time stakeholders’ behavior vis-à-vis food related risks. The fourth chapter represents the core of the dissertation analyzing the legal framework of the US and the EU. The dissertation considers not only food safety provisions but also Public Health provisions describing rights and duties of the subjects involves in these events. The chapter focuses also on the problem of information at the intersection with different aspirations (e.g., the right to know and confidentiality). The dissertation ends with some concluding remarks suggesting possible solution to solve the mentioned shortcomings.
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DE, ROSA CORRADO. "IL FINANZIAMENTO ALLE IMPRESE IN CRISI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/282730.

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Abstract:
The subject of the analysis relates the liabilities against the banks arising from the lending to companies in economic distress or default ("concessione abusiva di credito"). Traditional doctrines, from France and Belgium, affirmed that the bank should be considered liable for the damages caused to the creditors of the company. This claim is based on the principle of entrust and deceptive appearance: the creditor negotiates with the company, and trusts the company's solvency, because the bank funded (and keeps on founding) it. Italian courts (see also Cassazione Sezioni Unite 7029-7030-7031/2006) followed the above mentioned interpretation, but determined that the creditor's claim is personal: the bank cannot be sued by the official receiver ("curatore fallimentare"). As a consequence of the above, banks are actually immune from any claim: single creditors do not have the power and information needed to prove the liability. “Concessione abusive del credito”, under this interpretation, is a rigid and limited tort. Some Authors suggested that the banks, in case of negligent lending, can be considered as shadow directors - interfering in the company's decisions - and can be sued by the official receiver ("curatore fallimentare") for the damages caused to the company itself. This analysis explores another solution, resulting from recent studies in Germany (H. KÖTZ, Vertragsrecht, Tübingen, 2009) and Italy (C. MIGLIO, L’autonomia privata nel rapporto di finanziamento bancario, Giust. Civ. 2013, 9, p. 473). Briefly, under this different interpretation, the bank's loan granted to companies defaulted and/or in distress, should be considered void. This different solution considers the “concessione abusive di credito” a threat to economic public order, generating negative externalities. Italian Constitution states that economic initiatives (“iniziativa economica”) cannot be contrary to public social utility (art. 41 co 2) – and bank law declares that the bank is obliged to a safe and prudent lending (art. 5 T.U.B.). As a consequence of the above mentioned second interpretation, the banks lose every guarantee, mortgage and surety securing the relevant loans; furthermore the banks can be sued by “curatore fallimentare” for precontractual liability (art. 1338 c.c.): if someone does not disclose the voidness of a contract (that he knows or should know that it is void) the other part shall be compensated of the relevant damages suffered. The last step of the analysis regards loan agreements executed in the framework of a restructuring procedure. Italian bankruptcy law has developed in the last 10 years three different restructuring procedures: “piani di risanamento” (art. 67 l.fall.), “concordato preventivo” (art. 160 l.fall.) and “accordi di ristrutturazione dei debiti” (art. 182-bis l.fall.). According to the prevailing doctrine, in the context of a restructuring procedure, the bank cannot be considered liable of “concessione abousiva di credito”: the relevant loan agreement is promoted and fostered by Italian law. But under an economic analysis of such law, a “no liability” rule is inefficient: the bank could avoid any credit rating and investigation on the condition of the company, allocating the default risk on the other creditors. We suggest that Italian law’s “favor” should be valued in considering bank’s malice or negligence. Only when the lender knows (or should have known) that the turnaround plan was inconsistent, he should be asked for compensation by the creditors. In this perimeter, the contract should be usually considered enforceable: Italian law encourages lending during the turnaround procedures – the contract is not contrasting economic public order, but it can be the base of a compensation plea.
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CONDINO, OLIVIA. "Il sovraindebitamento del consumatore." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/43884.

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Abstract:
Il lavoro affronta il problema del sovraindebitamento del consumatore. Dopo aver analizzato le principali causa ed effetti, nonchè i rimedi preventivi e successivi, rivolge uno sguardo comparato ai principali ordinamenti stranieri per individuare le risposte offerte, in particolar modo circa i rimedi successivi. L'analisi prosegue con una disamina della L. 3/2012 relativa al procedimento di composizione della crisi da sovraindebitamento, introdotta recentemente in Italia per allinearsi al panorama internazionale. La legge in parola, travagliata nel suo iter formativo, ha subito importanti modifiche a pochi mesi dall'entrata in vigore di cui si da atto, tramite un confronto dei testi normativi.
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DE, VITA Marialuisa. "Flat tax: un'alternativa possibile alla crisi dell'IRPEF? La rivisitazione del mito della progressività per un sistema fiscale più equo." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2022. https://hdl.handle.net/11695/114428.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca mira a indagare se l’implementazione della flat tax in Italia possa costituire un valido rimedio alla crisi che da tempo affligge l’IRPEF, rivelatasi incapace di assicurare una tassazione dei redditi equa ed efficiente. Il lavoro muove dall’analisi delle ragioni storiche, economiche e giuridiche sottostanti alla transizione dall’imposta proporzionale sui singoli cespiti reddituali all’imposta progressiva sul reddito complessivo. L’analisi rivela come la preferenza per un prelievo progressivo sia legata da un lato, all’ideologia politico-sociale insita nel modello di Stato sociale; dall’altro, all’accettazione generalizzata del principio di capacità contributiva quale fondamento del dovere tributario. A partire dagli anni ’70 del secolo scorso, l’imposta sul reddito complessivo ha assunto in Italia, come in altri ordinamenti, una conformazione tale da non rispettare più non solo il canone dell’equità orizzontale e verticale, ma anche quello dell’efficienza per gli effetti distorsivi derivanti, da un lato, dalla proliferazione di trattamenti tributari differenziati, che hanno accentuato la complessità e l’opacità del sistema tributario e, dall’altro, dalla diffusione di fenomeni evasivi ed elusivi. In tale contesto, hanno preso vigore orientamenti di ispirazione liberista di origine nordamericana che hanno spinto gli Stati ad abbandonare i progetti redistributivi da attuare per mezzo di imposte fortemente progressive sul reddito e a ripiegare su schemi di tassazione conformi a modelli “attenuati” di progressività. Tra essi si inserisce il modello della flat tax, di cui il lavoro analizza, dopo un esame comparato dei sistemi flat vigenti in Europa, i benefici, i limiti nonché la fattibilità concreta in Italia. La riforma dell’IRPEF secondo il modello della flat tax ha da sempre incontrato in Italia un ostacolo nell’art. 53, comma 2 Cost. Tuttavia per la Corte costituzionale il dettato costituzionale non preclude l’introduzione di imposte piatte purché sia salvaguardato il carattere progressivo del sistema fiscale complessivamente considerato. In questa prospettiva, se sono certamente censurabili sul piano della legittimità costituzionale le attenuazioni macroscopiche della progressività derivanti dall’introduzione di un’imposta sul reddito ad aliquota unica senza esenzione alla base, non altrettanto censurabili sono quelle attenuazioni della progressività derivanti da un’imposta con aliquota unica, corredata di un sistema più o meno articolato di deduzioni. Il vero ostacolo all’implementazione della flat tax in Italia ha, in realtà, natura economica ed è legato alla sua insostenibilità finanziaria. Il lavoro, quindi, esamina la possibile implementazione di modelli alternativi come quello duale, richiamato nella versione iniziale della bozza di legge delega approvata dal Consiglio dei Ministri ad ottobre 2021. L’esame rileva come il passaggio al sistema duale, pur presentando non poche criticità sia sul piano pratico, sia sul piano giuridico ha il merito di assicurare, tanto un’imposizione comprehensive dei redditi, quanto una maggiore uniformità nel trattamento dei redditi rientranti nella medesima base imponibile. Tuttavia, la volontà politica di confermare, più per ragioni elettorali che di sistema, le numerose flat taxes esistenti costituisce il principale limite alla sua implementazione e, in generale, ad una riforma organica dell’IRPEF.
The present research aims to investigate whether the introduction of a flat tax in Italy can constitute a valid remedy to the crisis that has long afflicted the Italian personal income tax (IRPEF), which has failed to ensure a fair and efficient income tax system. The work starts with the analysis of the historical, economic and legal reasons underlying the transition from the proportional tax levied on income coming from separate sources to the progressive tax on total income (so-called comprehensive income tax). The analysis highlights how the preference for a progressive system is linked, on the one hand, to the sociopolitical ideology regarding the model of the welfare state and, on the other hand, to the general acceptance of the principle of ability to pay as the basis of taxation. Since the 1970s, the progressive tax on total income has taken in Italy, as in other legal systems, such a form that it no longer respects not only the canon of horizontal and vertical equity but also that of efficiency due to the distorting effects deriving, from the proliferation of differentiated tax treatments, which have accentuated the complexity and opacity of the tax system on the one hand and the spread of tax avoidance and tax evasion on the other. In this context, liberal-inspired tendencies of North American origin took effect. That has pushed states to abandon redistributive projects, which were supposed to be implemented by means of highly progressive income taxes and fall back on taxation schemes compliant with “attenuated” models of progressivity, including the flat tax model. Its advantages and disadvantages, as well as its feasibility in Italy, emerge from a comparative analysis of flat tax systems in Europe. In Italy, the idea of modelling the IRPEF reform on the flat tax concept has always encountered an obstacle in art. 53, paragraph 2 of the Italian Constitution. Its interpretation provided by the Constitutional Court demonstrates that the constitutional provision does not preclude the introduction of a flat taxation as long as the progressive nature on the tax system considered as a whole is safeguarded. In this perspective, a major reduction of progressivity such as that deriving from the introduction of a single rate income tax without basic exemption is certainly censurable at the constitutional legitimacy level, but the softer models of progressivity deriving from a tax with a single rate, accompanied by a more or less articulated system of deductions may be acceptable. However, the real obstacle to introducing flat tax in Italy is of economic nature and is linked to its not being financially feasible. Thus, the introduction of alternative models has been taken into consideration. For example, the dual system was referred to in the initial version of the enabling law draft approved by the Council of Ministers in October 2021. The transition to the dual system, while presenting a critical issues both on a practical level and on a legal one, could ensure both comprehensive taxation of income and greater uniformity in the treatmnet of income falling within the same tax base. Nevertheless, due to electoral reasons, politicians are willing to uphold the numerous existing flat taxation regimes. That constitutes the primary obstacle to introducing the dual system, and, more generally, to the organic reform of the Italian personal income tax.
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ZAMPINO, GIUSEPPA. "Il bail in nel nuovo sistema di risoluzione delle crisi bancarie: impatto sulla tutela del risparmio." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241195.

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Abstract:
I noti eventi di crisi recenti hanno evidenziato la necessità di stabilire dispositivi adeguati a livello normativo per prevenire i fallimenti bancari e contenere sistematicamente gli effetti negativi. A tal fine, la direttiva europea BRRD (2014/59 / UE) è stata utile per preparare le procedure per risolvere il fallimento degli enti creditizi al fine di garantire l'uniformità delle norme tra gli Stati membri dell'UE. In particolare, sono presi in considerazione l'inquadramento degli interventi prodromici (piani di risanamento ed early intervention) alla risoluzione e le particolari fasi in cui quest'ultima si articola Tra le tecniche individuate, un potere significativo è assegnato ad un'autorità ad hoc per svalutare o convertire in azioni le passività della banca in crisi (in un ordine prestabilito), a condizione che alcuni requisiti siano soddisfatti. Pertanto, ci riferiamo al bail-in, un dispositivo che consente di gravare sul recupero delle banche su azionisti e creditori piuttosto che sui contribuenti. Pertanto, intendo analizzare esaminare le condizioni eccezionali in base alle quali la direttiva europea consente l'esclusione dell'applicabilità del bail-in sulle passività altrimenti consentite. La ricerca intende, quindi, analizzare il bail in, concentrandomi sui possibili effetti che la sua applicazione potrebbe avere sulle decisioni di investimento e, più in generale, sull'attività bancaria. Il bail-in pone questioni di educazione finanziaria, di correttezza delle pratiche commerciali bancarie e di adeguata informazione della clientela cui i servizi – bancari o finanziari – sono offerti. È necessaria una efficace e completa diffusione delle informazioni che vengono prima ancora dell’informativa precontrattuale che dovrebbe trovar spazio nella fase di formazione del contratto bancario o di investimento. Il presente lavoro cerca di porre una riflessione su siffatte problematiche.
The well-known recent crisis events have highlighted the need to establish suitable devices at the regulatory level to prevent bank failures, as well as systemically contain the negative effects. To this aim, the European BRRD Directive (2014/59 / EU) was adepte to prepare procedures for resolving failure of credit institutions in order to ensure uniformity of the rules among the EU member states. the classification of the prodromal interventions (restoration plans and early intervention) to the resolution and the particular phases in which the latter is articulated are taken into consideration. Among the techniques identified, a significant power is assigned to an authority ad hoc to write down or to convert in shares the liabilities of the bank in crisis (in a predetermined order), on condition that some requirement are satisfied. Therefore, we refer to bail-in, a device that allows to burden the recovery of banking on shareholders and creditors rather than on taxpayers. Therefore, we intend to examine the exceptional conditions under which the European Directive allows the exclusion of the applicability of the bail-in on liabilities otherwise permitted. The research want, then, to analyze the bail in, focusing on the possible effects that its application could have on investment decisions and, more generally, on banking. Bail-in raises issues of financial education, the correctness of banking business practices and the adequate information of customers to whom banking or financial services are offered. It is necessary an effective and complete dissemination of the information that comes even before the pre-contractual information that should find space in the phase of formation of the banking or investment contract. The present work tries to reflect on such problems.
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GUARDAMAGNA, CHIARA. "I principi generali nell'esperienza giuridica. Prospettive di diritto pubblico dell'economia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/42375.

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Abstract:
I principi generali compongono una categoria concettuale indefinita. Per indagarne la posizione e il ruolo nell’esperienza giuridica occorre fare i conti con la loro ambivalente natura di norme che incorporano valori. Infatti, proprio l’essere sospesi tra il puro diritto e la dimensione metagiuridica delle regole assiologiche appartenenti all’etica e alla morale rende i principi generali un unicum difficile da incasellare. A questo unicum, indeterminato fin che si vuole, l’ordinamento attribuisce effetti giuridici. Da qui, ossia dal fatto che il diritto si serva dei principi perché ai principi riconosce delle funzioni, occorre muovere per dare ai principi se non una definizione almeno un senso giuridico. Un senso che va oltre quel che la legge “dice” sui principi generali e si delinea più che altro nella considerazione complessiva del giuridico come sistema unitario, per quanto non sempre ordinato ed omogeneo. Un senso, allora, che si rivela e si riassume nell’utilità che i principi rivestono per e nel sistema giuridico. È l’inadeguatezza del diritto positivo, sempre più frammentato e incerto, ad avvalorare il senso giuridico dei principi generali, quella loro attitudine ad affiancarsi alla norma scritta per migliorarla. Talché, se sul piano dogmatico i principi generali sono concetto trasversale all’intero diritto, ciò nondimeno la loro importanza pratica è tanto maggiore in rapporto a quegli ambiti di disciplina più toccati dall’inflazione legislativa e dalle varie manifestazioni di quella che suole chiamarsi crisi del diritto. Da ciò si deduce la ragione di affiancare i principi generali, argomento classico di teoria generale, allo studio del diritto dell’economia che è tra i settori più colpiti dai fenomeni di ipertrofia della produzione normativa. L’idea di fondo è che nei principi generali sia possibile trovare quell’ancoraggio che la sola norma positiva non è in grado di imprimere all’ordine economico.
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Gogliettino, Gian Piero. "La tutela dei lavoratori subordinati e dei livelli occupazionali nel trasferimento d'azienda di imprese in crisi o insolventi." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423512.

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Abstract:
The protection of employees and employment levels in the event of a business crisis or insolvency - Summary. The research, from a historical reconstruction of the internal discipline of the circulatory phenomenon of  performing firms and considering the European Union law and its jurisprudence, has focused on innovations that have affected domestic order with respect to the transfer of businesses in crisis or insolvent as a result of the conviction of our country by the European Court of Justice judgment no. 561/ 07 of 2009. In particular, the analysis focused on new art. 47, c . 4 bis, the l. n . 428/1990.  Significant attention has been paid to aspects related not only to the new arrangement and debt restructuring agreement, but also to the extraordinary administration procedure  in relation to  detecting the constant critical issues with respect to the EU Directive no. 2001/23. The study ultimately focused on collective protection, as part of the circulatory system, raised in favour of the employees of companies in crisis or ailing. This can take on strategic importance, with respect to the retention of employment levels.
La tutela dei lavoratori subordinati e dei livelli occupazionali nel trasferimento d’azienda di imprese in crisi o insolventi – Riassunto. La ricerca, partendo da una ricostruzione storica della disciplina interna del fenomeno circolatorio delle imprese in bonis, anche alla luce del diritto dell’Unione europea e della sua giurisprudenza, si è concentrata sulle novità che hanno interessato l’ordinamento domestico, rispetto al trasferimento delle imprese in crisi o insolventi, a seguito della condanna del nostro Paese da parte della Corte di giustizia europea con sentenza n. 561/07 del 2009. In particolare, l’analisi si è concentrata sul nuovo art. 47, c. 4 bis, della l. n. 428/1990 e di come lo stesso si pone, in termini di compatibilità, riguardo alle indicazioni sovranazionali. Significativa attenzione è stata posta ai risvolti lavoristici connessi non solo al nuovo concordato preventivo e all’accordo di ristrutturazione dei debiti, ma anche alla procedura dell’amministrazione straordinaria, pur non mancando di rilevare i costanti profili di criticità rispetto alla direttiva comunitaria n. 2001/23. Lo studio, infine, si è concentrato sulle tutele collettive, nell’ambito del processo circolatorio, poste a favore dei lavoratori dipendenti delle imprese in crisi o decotte, nonché sulla strategicità che possono assumere, rispetto alla conservazione dei livelli occupazionali, sia le politiche passive che quelle attive del lavoro.
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Conedera, Chiara. "Tutela occupazionale nelle procedure concorsuali." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425632.

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Abstract:
Labour law means at first to protect workers in those situations when they risk their employ. The business insolvency is a much-discussed problem by newspapers and political debates. Here I try to speak about this problem in the point of view of the employees. The question is about the effects that the crisis have on the employment. In particular the legislation of 1942 years don’t identify in the crisis an important problem. Only the introduction of the Amministrazione straordinaria improve working conditions. In fact it admit better economics condition and also a continuation of the work.
Non si può parlare di diritto del lavoro e di tutela dei diritti dei lavoratore senza pensare alla necessità di proteggere i lavoratori nei casi in cui essi rischiano veramente il tutto per tutto, in quelle situazioni cioè di patologia in cui non solo il lavoratore vede compromesso il proprio lato economico ma in cui viene messo a rischio il bene che dovrebbe ricevere maggiore protezione: il posto di lavoro. Il problema della crisi d’impresa, che sempre più frequentemente è all’attenzione di giornali e dibattiti politici, viene qui studiato e analizzato da un punto del lavoratore subordinato dipendente di un’impresa assoggettata alla procedura concorsuale. L’attenzione è rivolta ai risvolti pubblicistici che inevitabilmente conseguono alla crisi d’impresa, rispetto ai quali la logica del legislatore fallimentare del 1942 appare del tutto estranea. E’ dunque all’introduzione della procedura di amministrazione straordinaria piuttosto che alla riforma della procedura fallimentare operata in questi ultimi anni, che si deve il merito di un maggior riconoscimento degli interessi dei lavoratori, non solo dal punto di vista economico quanto di prosecuzione del rapporto di lavoro.
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Selmin, Giorgio <1995&gt. "Riforma della crisi d'impresa: le novità apportate dal d.l. 118/2021." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21420.

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Abstract:
Concetto di stato di crisi e di insolvenza Nozione di debitore Le tipologie di crisi: crisi patrimoniali e non patrimoniali Le cause della crisi e le strategie di risanamento Lo stato di crisi e di insolvenza. Definizione Trattazione unitaria delle domande di regolazione della crisi o insolvenza Indicatori e indici della crisi Le manifestazioni esteriori dell’insolvenza I concetti di crisi e insolvenza: cosa cambia rispetto alla disciplina vigente Crisi e insolvenza nella disciplina vigente Distinzione concettuale fra crisi e insolvenza nel Codice della Crisi Il concetto di crisi di impresa come incontro tra la prospettiva aziendale e giuridica Strumenti di regolazione della crisi. Le novità apportate alla Legge Fallimentare: quadro generale Strumenti negoziali stragiudiziali: piano attestato di risanamento Convenzioni di moratoria Piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore Concordato minore Esdebitazione del soggetto sovraindebitato La profonda innovazione del concordato preventivo. il concordato con continuità aziendale Le novità introdotte dal d.l. 118/2021 Il d.l. 118/2021. Quadro generale Il nòcciolo della nuova composizione negoziata: il concetto di “risanabilità” La ratio del d.l. 118/2021 tra composizione negoziata e tutela dei diritti I valori sottesi alla composizione negoziata: valore partecipativo e solidarietà Le condizioni di accesso alla composizione negoziata della crisi d’impresa Squilibrio patrimoniale o economico-finanziario Risanamento dell’impresa ragionevolmente perseguibile La figura del revisore contabile Il ruolo dell’organo di controllo e la sua responsabilità La ratio delle misure protettive del patrimonio richieste dall’imprenditore Il concordato semplificato La soddisfazione dei creditori privilegiati nel concordato preventivo Il prolungamento della moratoria per il pagamento dei creditori privilegiati Dilazione temporale e soddisfazione dei creditori privilegiati: possibile esegesi del nuovo art. 186-bis l. fall. Modalità di adempimento e soddisfazione dei crediti privilegiati Le “imprese sotto soglia” nel d.l. 118/2021 e le influenze reciproche con le procedure di sovraindebitamento
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Halder, Buddhadeb <1980&gt. "Crowdsourcing Crisis Management Platforms: A Privacy and Data Protection Risk Assessment and Recommendations." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/7802/1/HALDER_BUDDHADEB_tesi.pdf.

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Abstract:
Over the last few years, crowdsourcing have expanded rapidly allowing citizens to connect with each other, governments to connect with common mass, to coordinate disaster response work, to map political conflicts, acquiring information quickly and participating in issues that affect day-to- day life of citizens. As emerging tools and technologies offer huge potential to response quickly and on time during crisis, crisis responders do take support from these tools and techniques. The ‘Guiding Principles’ of the Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030 identifies that ‘disaster risk reduction requires a multi-hazard approach and inclusive risk-informed decision-making (RIDM) based on the open exchange and dissemination of disaggregated data, including by sex, age and disability, as well as on easily accessible, up-to-date, comprehensible, science-based, non-sensitive risk information, complemented by traditional knowledge. Addressing the ‘Priority Action’ 1 & 2, this PhD research aims to identify various risks and present recommendations for ‘RIDM Process’ in form of a general Privacy and Data Protection Risk Assessment and Recommendations for crowdsourcing crisis management. It includes legal, ethical and technical recommendations.
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SORCI, Valentina. "Il ruolo della cooperazione sociale e il welfare locale." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2014. http://hdl.handle.net/10446/30694.

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Abstract:
The current and social crisis imposes a reflection on the implementation of a new welfare model in order to replace the current structure. This model is not based on public functions only. It needs to take into consideration the family’s value, the profit and non-profit business and, more in general, all the stakeholders. Therefore, a system-based input is required for managing, more efficiently, the ascending demand of new needs. On the other hand, it is crucial to evaluate what would be the cooperation’s role within a context whereby the birth rate, migrating flows and new life expectations will be defining new economic and social balances. It, infact, may represent the key to a renovated and ideal welfare model. Through the comparison of the relationship between cooperation-economic crisis and welfare state model-local welfare policies, this thesis shows up interesting results. Indeed, the cooperative company’s resilience during a high recession period licenses small entrepreneurs to act upon the social and welfare sectors. The cooperatives resilience may be identified with the governance model, that is balancing market logics and social policies.
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Berardi, Maria Assunta <1984&gt. "Doveri e responsabilita' degli amministratori nella crisi dei gruppi di societa'." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7215/1/BERARDI_MARIAASSUNTA_TESI.pdf.

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Abstract:
Il presente studio si propone di individuare i doveri e le responsabilità, di tipo risarcitorio, degli amministratori, in particolare degli amministratori della società che esercita attività di direzione e coordinamento, in una situazione di crisi o insolvenza nel gruppo, anche in un’ottica di “prevenzione”, e, più precisamente, il complesso di regole di corretta gestione societaria e imprenditoriale, con le quali il silenzio della legge fallimentare in tema di gruppi di società non può non confrontarsi. In particolare, si indagherà sulla possibilità di individuare nel nostro ordinamento giuridico, nel momento di emersione della crisi, doveri di comportamento in capo agli organi di governo della società o ente che esercita attività di direzione e coordinamento, al fine di fronteggiare la crisi, evitando il peggioramento della stessa, ovvero per un risanamento anticipato e, quindi, più suscettibile di esito positivo, nella prospettiva di tutela dei soci c.d. esterni e dei creditori delle società figlie e, nello stesso tempo, dei soci della capogruppo medesima e, quindi, in una prospettiva più ampia e articolata rispetto a una società individualmente considerata. L’oggetto dell’analisi viene introdotto mediante un inquadramento generale della disciplina in materia di gruppi di società presente nel nostro sistema normativo, con particolare riguardo alla disciplina dell’attività di direzione e coordinamento introdotta dal legislatore della riforma del diritto societario (d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 6) con gli artt. 2497 ss. cod. civ.. Nella seconda parte verranno individuati e approfonditi i criteri e i principi dai quali ricavare le regole di governance nei gruppi di società e la relativa responsabilità degli amministratori nelle situazioni di crisi nel gruppo. Sulla scorta delle suddette argomentazioni, nell'ultima parte verranno individuate le regole di gestione nell'ambito del gruppo nel momento di “emersione” della crisi e, in particolare, i possibili “strumenti” che il nostro legislatore offre per fronteggiarla.
This study aims to identify directors’ duties and responsibilities, leading to indemnification, with particular regard to the directors of the parent company exercising activity of direction and coordination, in a context of crisis or insolvency in the group, also with a view to “prevention” and, more precisely, the set of rules of proper corporate and entrepreneurial management, with which the silence of the insolvency law in terms of groups of companies has to compare. In particular, it will investigate the possibility of identifying, within the Italian law, when the crisis emerges, duties of conduct in the bodies of government of the company or entity that exercises activity of direction and coordination, in order to face the crisis, avoiding the deterioration of the same, or for an early recovery and, therefore, more susceptible of a positive outcome, to protect minority shareholders and creditors of the subsidiaries and, at the same time, the shareholders of the parent company and, therefore, in a wider and more articulated perspective than the one characterizing a unique company. The object of the analysis is introduced by a general overview of the new Italian law on groups of companies with particular regard to the regulation of the activity of direction and coordination which has been introduced by the reform of company law, by means of articles 2497 and following of the Italian civil code. In the second part the criteria and principles shall be identified, from which to derive the rules of governance in groups of companies and the related directors' liability in contexts of crisis in the group. On the basis of the aforesaid arguments, in the last part the management rules will be identified within the group when the crisis emerges and, in particular, the possible “instruments” that our legislator provides to face it.
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Berardi, Maria Assunta <1984&gt. "Doveri e responsabilita' degli amministratori nella crisi dei gruppi di societa'." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7215/.

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Abstract:
Il presente studio si propone di individuare i doveri e le responsabilità, di tipo risarcitorio, degli amministratori, in particolare degli amministratori della società che esercita attività di direzione e coordinamento, in una situazione di crisi o insolvenza nel gruppo, anche in un’ottica di “prevenzione”, e, più precisamente, il complesso di regole di corretta gestione societaria e imprenditoriale, con le quali il silenzio della legge fallimentare in tema di gruppi di società non può non confrontarsi. In particolare, si indagherà sulla possibilità di individuare nel nostro ordinamento giuridico, nel momento di emersione della crisi, doveri di comportamento in capo agli organi di governo della società o ente che esercita attività di direzione e coordinamento, al fine di fronteggiare la crisi, evitando il peggioramento della stessa, ovvero per un risanamento anticipato e, quindi, più suscettibile di esito positivo, nella prospettiva di tutela dei soci c.d. esterni e dei creditori delle società figlie e, nello stesso tempo, dei soci della capogruppo medesima e, quindi, in una prospettiva più ampia e articolata rispetto a una società individualmente considerata. L’oggetto dell’analisi viene introdotto mediante un inquadramento generale della disciplina in materia di gruppi di società presente nel nostro sistema normativo, con particolare riguardo alla disciplina dell’attività di direzione e coordinamento introdotta dal legislatore della riforma del diritto societario (d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 6) con gli artt. 2497 ss. cod. civ.. Nella seconda parte verranno individuati e approfonditi i criteri e i principi dai quali ricavare le regole di governance nei gruppi di società e la relativa responsabilità degli amministratori nelle situazioni di crisi nel gruppo. Sulla scorta delle suddette argomentazioni, nell'ultima parte verranno individuate le regole di gestione nell'ambito del gruppo nel momento di “emersione” della crisi e, in particolare, i possibili “strumenti” che il nostro legislatore offre per fronteggiarla.
This study aims to identify directors’ duties and responsibilities, leading to indemnification, with particular regard to the directors of the parent company exercising activity of direction and coordination, in a context of crisis or insolvency in the group, also with a view to “prevention” and, more precisely, the set of rules of proper corporate and entrepreneurial management, with which the silence of the insolvency law in terms of groups of companies has to compare. In particular, it will investigate the possibility of identifying, within the Italian law, when the crisis emerges, duties of conduct in the bodies of government of the company or entity that exercises activity of direction and coordination, in order to face the crisis, avoiding the deterioration of the same, or for an early recovery and, therefore, more susceptible of a positive outcome, to protect minority shareholders and creditors of the subsidiaries and, at the same time, the shareholders of the parent company and, therefore, in a wider and more articulated perspective than the one characterizing a unique company. The object of the analysis is introduced by a general overview of the new Italian law on groups of companies with particular regard to the regulation of the activity of direction and coordination which has been introduced by the reform of company law, by means of articles 2497 and following of the Italian civil code. In the second part the criteria and principles shall be identified, from which to derive the rules of governance in groups of companies and the related directors' liability in contexts of crisis in the group. On the basis of the aforesaid arguments, in the last part the management rules will be identified within the group when the crisis emerges and, in particular, the possible “instruments” that our legislator provides to face it.
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Boldrin, Silvia <1993&gt. "Procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento e trattamento dei crediti tributari." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13312.

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Abstract:
La crisi economica ha ripercosso i suoi effetti in particolare sulla vulnerabilità finanziaria delle famiglie e delle imprese italiane, lasciando in eredità situazioni di disagio e di insolvenza civile. Il sovraindebitamento trova origini nella diseducazione al consumo figlia del benessere del periodo del boom economico nel dopoguerra. Il dissesto delle imprese è tutelato dall’ordinamento con il ricorso alle procedure concorsuali (Regio Decreto 16 marzo 1942, n. 267), mentre per il debitore civile-consumatore non era stata prevista una disciplina specifica. L’esclusione di queste categorie alla sfera di assoggettabilità al fallimento porta con sé anche l’impossibilità di fruire degli altri strumenti che consentano la liberazione dai debiti residui o la tutela del patrimonio del debitore. Prendendo esempio dagli ordinamenti, anche il nostro legislatore è intervenuto per colmare questo gap normativo, introducendo la Legge n. 3 del 27 gennaio 2012. Questo lavoro di tesi si propone, inoltre, di analizzare il rapporto tra la disciplina del sovraindebitamento e i crediti tributari, attraverso l’analisi dell’istituto della transazione fiscale e la sua conciliabilità con i principi costituzionali, in particolare sull’equità nel trattamento; ammettere la falcidia di alcune tipologie di crediti in sede di transazione fiscale ed escluderla per previsione di legge nell’ambito del sovraindebitamento violerebbe infatti l’art. 3 della Costituzione.
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