Academic literature on the topic 'Crisi coniugale'

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Journal articles on the topic "Crisi coniugale"

1

Romano, Laura. "Padri sull'orlo di una crisi coniugale: trasformazioni possibili di un ruolo fragile." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (October 2018): 107–13. http://dx.doi.org/10.3280/mg2018-002010.

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2

Salerno, Alessandra, and Sebastiana Giuliano. "La coppia sterile tra lutto, coping e resilienza." TERAPIA FAMILIARE, no. 96 (August 2011): 27–45. http://dx.doi.org/10.3280/tf2011-096002.

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Abstract:
L'articolo fornisce una panoramica delle implicazioni psicologiche e sociali dell'infertilitŕ sulla coppia. Con unsull'evoluzione dell'attuale comprensione teorica in questo settore, le autrici esplorano i vissuti di coppia di fronte alla sterilitŕ, tenendo conto delle differenze di genere e dell'impatto che l'impossibilitŕ a generare produce sulla relazione, in bilico tra lo sgretolamento ed il rafforzamento del legame. Vengono analizzati sia gli effetti di alcune strategie di coping, che appaiono adattive per uno dei partner, ma che risultano causa di stress e depressione per l'altro e, dunque, sinonimo di un basso adattamento coniugale; sia le strategie di coping piů funzionali, quali la non esclusiva accettazione della responsabilitŕ e l'attribuzione di significato all'evento sterilitŕ. Viene inoltre approfondito il concetto di resilienza come fattore critico per sostenere le interazioni positive e le percezioni nelle coppie sterili. Infine, si focalizza l'attenzione sull'importanza di un percorso di sostegno o terapeutico per le coppie "in crisi", al fine d'integrare la ferita della perdita della fertilitŕ nella propria identitŕ e nella propria storia di coppia e di rivedere i propri obiettivi di vita.
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3

Pagano, Olivia. "Adolescenti autoreclusi in casa. L'intervento terapeutico familiare." PSICOBIETTIVO, no. 2 (June 2022): 126–38. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-002011.

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Abstract:
Il contributo propone una lettura del caso clinico di Sara dal punto di vista della terapia sistemica e relazionale. Nel commento al caso, al fine di approfondire gli aspetti clinici delle famiglie con ragazzi hikikomori inseriti in percorsi di terapia familiare, si è dato spazio a una riflessione sugli aspetti sociali del fenomeno, ovvero sulle tendenze attuali delle famiglie con un'analisi dell'adolescenza postmoderna nel mondo occidentale. Questa tipologia di sintomo manifestato dai ragazzi è conseguente a un iperinvestimento della famiglia e non può che farci riflettere su un altro sistema fortemente in crisi nella nostra società postmoderna: la coppia. I figli del nostro tempo vivono genitori protesi verso di loro, in una forma di abnegazione della coppia coniugale, sacrificata sull'altare della genitorialità. Nel commento clinico si è dato spazio alla terapia familiare come intervento sul caso, con un approccio integrato dove la peculiarità rispetto agli altri approcci, è connessa alla convocazione del padre e al suo ingaggio nel lavoro clinico. Un piccolo spazio è dedicato per le nuove forme di psicoterapie on line. Nelle conclusioni si descrivono nuove suggestioni e proposte di lavoro in favore di questa nuova forma di disagio psicologico e relazionale del nostro tempo così diffuso e allarmante.
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4

Andolfi, Maurizio. "La depressione reattiva in adolescenza." TERAPIA FAMILIARE, no. 94 (February 2011): 142–55. http://dx.doi.org/10.3280/tf2010-094010.

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Abstract:
In questo articolo l'Autore descrive esordi e sintomi della depressione reattiva in adolescenza. Illustra le condizioni piů frequenti che portano a una depressione in adolescenza, ovvero la perdita di un membro importante della famiglia, fallimenti scolastici o crisi sentimentali e sopratutto separazioni coniugali ostili con forti triangolazioni negative nei confronti degli adolescenti. Vengono portati alcuni casi clinici per dimostrare come la terapia familiare possa essere una modalitŕ di aiuto assai efficace per adolescenti problematici e famiglie in crisi.
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5

Giordana, Emanuele. "La crisi dell'opzione civile nella palude afgana." FUTURIBILI, no. 1 (March 2011): 187–94. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-001013.

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Abstract:
Le dimissioni anticipate di Kai Eide, il capo della missione Onu in Afghanistan, il fallimento del processo elettorale per l'elezione del presidente - vessato da frodi e brogli manifesti - ma soprattutto la decisione di Barack Obama di inviare nuovi soldati sembrano dire, sul futuro dell'Afghanistan, una sola cosa: nonostante le speranze di una svolta che sapesse coniugare la presenza dei soldati della Nato a un cambio di strategia che tenesse in maggior conto le esigenze e le necessitŕ della popolazione, il conflitto nel paese asiatico sembra rimanere prigioniero della sola opzione militare. La decisione di Obama di inviare trentamila marine, seguita dalla promessa della Nato di cercarne in Europa altri diecimila (tra cui mille italiani) non solo non č stata accompagnata da una riflessione sulla necessitŕ di un maggior impegno civile in Afghanistan nella ricostruzione e per soddisfare le necessitŕ primarie, ma sembra significare che la Comunitŕ internazionale non č in grado di formulare alternative alla sola azione militare. Se non un generico appello per una miglior qualitŕ del governo nazionale di Kabul. Gli ultimi mesi sono significativi da questo punto di vista e vale la pena di ripercorrerli. Cercheremo anche di indicare qualche possibile suggerimento che, in primo luogo, dovrebbe coinvolgere un cambio di strategia del nostro Paese.
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6

Zito, Salvatore. "Metodo e complessitŕ: il modello a sandwich di Alexandra Harrison." RICERCA PSICOANALITICA, no. 3 (September 2012): 43–48. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-003005.

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Abstract:
I cambiamenti epistemici e il dibattito cui partecipiamo oggi sono inequivocabili segnali di fermento intellettuale. L'incertezza che caratterizza i processi complessi ci suggerisce un atteggiamento umile nei confronti dei fenomeni che desideriamo conoscere e spiegare e la vis gnoseologica che spesso ci possiede in quanto "ricercatori di veritŕ" si scontra con l'esigenza di non cadere in derive riduzioniste. Nell'ambito psicoanalitico, ciň che č andato in crisi non č soltanto un modello metapsicologico, ma anche un'idea della cura. Il Boston Group riflette attorno a ciň da qualche decennio, e l'articolo della Harrison prosegue su questa linea. Il compito č arduo. Si tratta di coniugare lo specifico psicoanalitico con le recenti scoperte concernenti l'universo sub-simbolico, operando per un'integrazione che eviti di riproporre esiziali parcellizzazioni e annosi dualismi.
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7

Schilirň, Daniele. "I distretti produttivi in Sicilia. Analisi e proposte per la competitivitÀ." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (March 2011): 92–113. http://dx.doi.org/10.3280/es2010-003010.

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Abstract:
Questo saggio analizza i distretti produttivi in una regione a sviluppo ritardato come la Sicilia che, proprio a seguito della crisi economica globale, deve riflettere sulle specializzazioni, sulla competitivitÀ e sul posizionamento delle sue produzioni nei mercati in un mondo in cui il baricentro della crescita si č spostato verso l'Asia e vede i Paesi della fascia Sud del Mediterraneo acquisire un ruolo sempre piů rilevante. In particolare, si esamina il quadro normativo che regola i distretti produttivi riconosciuti dalla Regione Sicilia. Vengono quindi svolte alcune valutazioni critiche su questi nuovi distretti produttivi e si formulano alcune proposte per rendere la loro azione piů efficace in termini di competitivitÀ ed anche per lo sviluppo della regione. Nel saggio si sostiene inoltre la tesi che le istituzioni e lo Stato devono contribuire a creare, attraverso l'applicazione del principio di sussidiarietÀ - che coniuga libertÀ, responsabilitÀ e imprenditorialitÀ - le condizioni favorevoli per la competitivitÀ e la crescita, soprattutto in una regione come la Sicilia, che ha speso e spende piů risorse pubbliche rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno con risultati tuttavia relativamente minori in termini di crescita del reddito e dell'occupazione.
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8

Genovino, Cinzia, and Rosa Maria Caprino. "Il ruolo della banca nel processo di innovazione del modello di business." ESPERIENZE D'IMPRESA, no. 2 (January 2021): 69–105. http://dx.doi.org/10.3280/ei2018-002005.

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Abstract:
Il contributo rappresenta un approfondimento del Rapporto MACREF Strategie di integrazione tra produzioni agroalimentari e turismo ed in particolar modo il ruolo della banca nei processi d'innovazione dei modelli di business per le PMI. Si è cercato di offrire un'analisi critica della letteratura sul tema della scelta relativa alla struttura finanziaria efficiente delle imprese, con particolare riguardo alla realtà delle piccole e medie imprese italiane, ed in particolar modo del settore agroalimentare, attraverso una visione della letteratura empirica sull'argomento. Le PMI si caratterizzano tradizionalmente per l'uso quasi esclusivo di capitale di debito nella copertura del fabbisogno finanziario e presentano di conseguenza una struttura finanziaria quanto mai semplificata, nella maggior parte dei casi composta dal debito bancario da una parte e dal capitale dei soci fondatori dall'altra. In questo momento di crisi e di particolare frammentazione del tessuto societario italiano, in particolar modo quello del comparto agroalimentare, un ruolo determinante è stato rivestito dagli istituti bancari anche come gestori di garanzie e contributi pubblici. La scarsa patrimonializzazione delle nostre aziende, spesso a carattere e proprietà familiare, è stata negli anni supplita con un forte ricorso al credito bancario, dal quale le imprese sono diventate dipendenti a scapito di un corretto equilibrio finanziario. L'intero sistema si trova difronte ad una rieducazione finanziaria, dunque sia le imprese che le banche, quest'ultime spinte dall'innovazione tecnologica e dalla ricerca di redditività, si accingono al superamento della loro tradizionale veste istituzionale legata alla erogazione di credito. Gli istituti di credito possono e stanno quindi trasformando in opportunità tale situazione rivedendo i propri modelli distributivi e di business per diversificare le proprie fonti di reddito concentrandosi sull'offerta di nuovi servizi ad alto valore aggiunto alle imprese, sostenendo lo sviluppo e la crescita economica del nostro paese. Oggi il ruolo trainante della ripresa è infatti rappresentato da quelle imprese che sono innovative, che sanno coniugare la produttività e la tecnologia, che si aggregano tra loro o che si internazionalizzano: è proprio a queste impr- se che il sistema bancario deve guardare offrendo loro un supporto non solo in termini finanziari ma in termini di esperienza, conoscenze, competenza e consulenza.
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9

Simonetti, Lucia. "Finanza sostenibile e banche centrali. Nuovi attori per una geografia finanziaria in evoluzione." Bollettino della Società Geografica Italiana, September 29, 2022, 3–14. http://dx.doi.org/10.36253/bsgi-1622.

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Abstract:
All’interno di uno scenario in mutamento, in bilico tra crisi climatica e crisi pandemica, e aggravato dai recenti eventi bellici, le banche centrali sono andate ritagliandosi nuovi margini di azione in favore di una ecologizzazione della politica monetaria. Il contributo si propone di indagare sul nuovo ruolo di queste istituzioni al fine di determinare la portata concreta degli effetti della loro azione sul clima, tenendo conto delle possibili contraddizioni, in particolare in relazione al rispetto del principio della neutralità di mercato. A tal fine, viene innanzitutto proposta una rassegna essenziale della letteratura sulla geografia finanziaria, in cui si cerca di coniugare il concetto di sostenibilità con quello di finanza. Successivamente, viene esaminato il concetto di rischio climatico nella finanza e l’impegno della BCE in relazione alla diffusione della conoscenza e al reporting dei rischi. Se il rischio climatico fosse prezzato adeguatamente, infatti, le attività e le imprese più esposte risulterebbero meno apprezzate, indirizzando il sistema finanziario verso una maggiore sostenibilità. In tale situazione, le banche centrali potrebbero perseguire la neutralità di mercato senza allontanare il sistema economico dalla neutralità carbonica.
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10

Iaconis, Valeria. "«Questo, io penso, e per questo sono contro il divorzio». Il dibattito sul divorzio nella rivista femminile «La Chiosa» (1919-1927)." altrelettere, August 17, 2020. http://dx.doi.org/10.5903/al_uzh-46.

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Abstract:
All’indomani della Prima Guerra Mondiale, in un momento di forte crisi socio-politica, la classe politica italiana si pose il problema di rettificare le numerose irregolarità coniugali derivate dal conflitto. Nel maggio 1920, i socialisti Guido Marangoni e Costantino Lazzari discussero in Parlamento un progetto di legge sul divorzio, suscitando accese reazioni nell’opinione pubblica. Questo articolo, utilizzando la stampa femminile come documento delle posizioni che le donne assunsero nel dibattito, ripercorre le ragioni e le modalità di espressione dell’antidivorzismo femminile. Quello che intende verificare è come e con quali strategie le donne proposero la famiglia tradizionale come base di una ricostruzione dell’ordine nel dopoguerra. A questo scopo si sofferma sul settimanale genovese «La Chiosa. Commenti settimanali femminili di vita politica e sociale» (1919-1927), fondato dalla giornalista e scrittrice Flavia Steno. La rivista affronta il tema del divorzio promuovendo un sondaggio tra lettori e lettrici, pubblicando in appendice il romanzo Gli orfani dei vivi di Steno, e commentando l’iter della legge con articoli dedicati. Queste tre diverse modalità di elaborazione di un discorso in difesa della famiglia condividono alcuni aspetti, analizzati in modo specifico e contestualizzati nella delicata fase postbellica italiana: la riattualizzazione del nesso famiglia-nazione, la rappresentazione degli effetti collettivi del divorzio, e la visione puerocentrica del nucleo.
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Dissertations / Theses on the topic "Crisi coniugale"

1

Serretiello, Sara. "Autonomia negoziale e accordi preventivi nella gestione della crisi coniugale." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2015. http://hdl.handle.net/10556/1955.

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Abstract:
2013 - 2014
La tesi si propone di valutare l’ammissibilità nell’ordinamento italiano de iure condendo degli accordi prematrimoniali, nella prospettiva di valorizzazione dell’autonomia coniugale e più in generale dell’autonomia negoziale, costituzionalmente garantita dall’art. 41. Il termine prenuptial agreements traduce quei patti stipulati dagli “sposi” prima del matrimonio, distinguendosi pertanto dai post-nuptial agreements in quanto successivi, entrambi destinati a regolare vari aspetti, patrimoniali e non, dello stesso, nonché l’eventuale crisi coniugale, che rappresentano una realtà consolidata tipica di vari ordinamenti stranieri, in particolare, ma non solo, di quelli appartenenti alla famiglia di common-law. Tuttavia, la disamina prende le mosse dal diritto romano, che già conosceva ed ammetteva una svariata serie di patti che accompagnavano la costituzione della dote e che ne disciplinavano la restituzione in caso di divorzio. Di qui la considerazione che negli accordi dotali possono rinvenirsi gli antenati del fenomeno. Nel diritto moderno è stato analizzato il sistema statunitense, definito la culla degli accordi prematrimoniali, disciplinati in un primo momento dall’ “Uniform Premarital Agreement Act” (UPAA), elaborato dalla National Conference of Commissioners on Uniform State Laws e pubblicato nel 1983; successivamente recepiti nei “Principles of the Law of Family Dissolution”, redatti dall’American Law Institutee e pubblicati nel 2002. Sempre proseguendo nell’analisi comparatistica, si sono valutate le ritrosie in Europa, le ragioni di ordine pubblico dell’inammissibilità del fenomeno ed il superamento delle stesse in Inghilterra. In tale sistema infatti, nonostante l’atteggiamento statalista, il riconoscimento del fenomeno ha inizio con particolare riguardo ai post-nuptial agreement nel 2007, ma viene definitivamente ammesso nel 2009 in cui la Court of Appeals, confermata dalla Corte Suprema nel 2010, ha letteralmente demolito ogni limite al riconoscimento anche nel Regno Unito degli ante-nuptial contracts, principalmente per ragioni di diritto internazionale. Infine si è analizzato l’ordinamento interno, dove, tracciando l’evoluzione dell’autonomia negoziale dei coniugi sotto un triplice aspetto, e valutata la strumentalità dei negozi di destinazione nella gestione della crisi coniugale, si è giunti ad avallare l’ammissibilità di accordi preventivi e la necessaria positivizzazione della figura, anche a fronte delle timide aperture giurisprudenziali. Nella parte conclusiva del lavoro, si sono esaminate, con attento vaglio critico, le proposte normative dirette ad introdurre anche in Italia i contratti prematrimoniali, nella consapevolezza che tale disciplina positiva sgombrerebbe definitivamente il campo dalle resistenze che molti ancora oppongono all’attivazione di una piena libertà contrattuale tra i coniugi (da attuare anche ante nuptias), al fine di gestire preventivamente, e quindi più efficientemente, l’eventuale crisi coniugale. [a cura dell'autore]
XIII n.s.
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2

D'Attoma, Sara <1983&gt. "Il divorzio per violenza domestica nella RPC : crisi coniugale e stabilità sociale nella recente dottrina e giurisprudenza." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/6551.

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Abstract:
Negli ultimi anni l'attenzione del legislatore cinese in tema di discriminazione e parità dei sessi si è focalizzata sul tema afferente le condotte di violenza domestica. Il fenomeno è così diffuso al punto da rendersi necessario contrastarne gli effetti predisponendo misure di prevenzione, protezione e assistenza nei confronti delle vittime di violenza, peraltro ancora non disciplinate in una normativa ad hoc. Da questi presupposti è dunque emersa l’idea di analizzare il fenomeno dalla prospettiva del divorzio, compiendo due scelte metodologiche: la prima, circoscrivere la fattispecie della violenza familiare a quella tra i coniugi, escludendo dall’analisi gli abusi perpetrati nei confronti dei minori, e dei figli nei confronti dei genitori, che mancano di un diretto collegamento con il divorzio; la seconda, limitare l’ambito ai profili civilistici del fenomeno, tralasciando quelli afferenti il diritto penale. Le finalità del presente lavoro sono quelle, oltre allo studio del fenomeno della violenza domestica attraverso la lente del divorzio, di far emergere i punti di forza e le criticità dell’istituto divorzile nei casi di abusi familiari sia allo stato attuale della normativa esistente sia in relazione ai recenti sviluppi della dottrina, rinvenibili in particolare negli studi degli esperti cinesi di diritto e nella giurisprudenza.
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3

Caeran, Mirco <1991&gt. "Autonomia privata e crisi coniugale : un’indagine alla luce della teoria dei contratti relazionali e dell’analisi economica del diritto." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/19516.

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Abstract:
Il lavoro tratta degli accordi che i coniugi stipulano nel corso della crisi sia in vista di essa. Nella prima parte viene dato atto del fenomeno della cosiddetta “privatizzazione del diritto di famiglia” illustrando le principali tappe raggiunte dall’autonomia privata nei rapporti tra marito e moglie. Successivamente viene delineato l’oggetto del lavoro, ossia l’ammissibilità e l’ambito di operatività degli accordi di natura patrimoniale in fase fisiologica e patologica, sia in costanza di crisi che in vista di una crisi meramente eventuale. Il metodo prescelto è quello dell’analisi economica del diritto e degli insegnamenti tratti dalla Teoria dei Contratti Relazionali. L’analisi, poi, si concentra in chiave critica sulle ricostruzioni dottrinali e giurisprudenziali di questa tipologia di accordi. Emerge, così, la definizione di contratti (pre)matrimoniali nella loro unitarietà di genere. Nell’ultimo capitolo, infine, dopo averne dimostrata la validità e l’efficienza, i contratti (pre)matrimoniali vengono fatti dialogare con i Principi Costituzionali e dell’Unione Europea, nonché con il diritto comparato e internazionale privato, in un tentativo di armonizzazione con l’intero Ordinamento Giuridico.
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Books on the topic "Crisi coniugale"

1

Oberto, Giacomo. I contratti della crisi coniugale. Milano: Giuffrè, 1999.

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2

Massimo, Fasano, and Rossano Riccardo, eds. Rapporti patrimoniali e crisi coniugale. Torino: G. Giappichelli, 2010.

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3

Pinelli, Arnaldo Morace. La crisi coniugale tra separazione e divorzio. Milano: A. Giuffrè, 2001.

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4

Ruscello, Francesco. La tutela del minore nella crisi coniugale. Milano: Giuffrè, 2002.

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5

Ruscello, Francesco. Accordi sulla crisi della famiglia e autonomia coniugale. Padova: CEDAM, 2006.

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6

Rapporti genitori-figli e responsabilità civile: L'inadempimento dei doveri genitoriali nella crisi coniugale. Roma: Aracne editrice S.r.l., 2011.

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7

italiana, Associazione canonistica, and Congresso nazionale di diritto canonico (32nd : 2000 : Rome, Italy)., eds. Crisi coniugali: Riconciliazione e contenzioso giudiziario. Città del Vaticano: Libreria editrice vaticana, 2001.

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8

Amato, Fabrizio. Crisi del matrimonio e coniuge superstite: Gli assegni spettanti al coniuge superstite nella crisi del rapporto matrimoniale. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 1999.

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9

C, Giuliani, ed. Crisi di coppia e separazione coniugale: Effetti e forme di aiuto. Milano, 1994.

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Conference papers on the topic "Crisi coniugale"

1

Pultrone, Gabriella. "Turismo e centri urbani minori: possibili percorsi integrati verso frontiere innovative di sviluppo sostenibile." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8032.

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Abstract:
Il trend crescente del fenomeno turistico costituisce una sfida determinante nell’ambito delle questioni più ampie legate al paradigma della sostenibilità, in considerazione dei diversi effetti che le attività ad esso correlate producono su città e territori interessati. È un problema che va orientato nella giusta direzione come strumento privilegiato carico di valenze: capacità di sensibilizzare al rispetto dell’ambiente; elevate potenzialità di sostenere attività economiche tradizionali e innovative; capacità di contribuire al miglioramento della qualità della vita. Se correttamente programmato e gestito, esso può infatti giocare un ruolo chiave per il riequilibrio territoriale, attraverso la costruzione di sistemi turistici che comprendano destinazioni mature, emergenti ed aree marginali, in un’ottica di destagionalizzazione dei flussi e promozione delle economie locali, e in una logica in grado di coniugare stabilità e innovazione in un processo dialettico fra tradizione e creatività. Per molte città e regioni italiane, come la Calabria, la scelta di tutelare, valorizzare e gestire in modo integrato le risorse naturalistico-ambientali, paesaggistiche e storico-culturali attraverso la leva e il moltiplicatore del settore turismo può rappresentare, anche in momenti di crisi, un importante strumento per rivalutare il proprio patrimonio, sviluppare l’indotto a esso collegato, promuovere progetti strategici nel settore del turismo, stimolare la creazione di strutture ricettive e servizi complementari. Di fronte alle sfide della globalizzazione riscoprire i caratteri della propria specificità diviene quindi un’occasione imperdibile per ripensare il proprio sviluppo con intelligenza, laddove l’attributo smart si riferisca all’incontro creativo di tecnologie e capacità umane, che attraverso le comunità stesse diventano portatrici di innovazione. The growing trend of tourism is a key challenge in the context of broader issues related to the paradigm of sustainability, taking into account the different effects that the activities related to it produce on cities and regions concerned. This issue must be addressed in the right direction as a privileged instrument full of values: the ability to raise awareness of the environment; great potential to support innovative and traditional economic activities, the ability to contribute to improving the quality of life. If properly planned, it can play a key role in the territorial balance, through the construction of tourist facilities including mature destinations, emerging and marginal areas, with a seasonal adjustment of flows and promotion of local economies, that combines stability and innovation in a dialectical process between tradition and creativity. For many Italian cities and regions, such as Calabria, the choice to protect, enhance and manage the resources in an integrated natural-environmental, landscape and historical-cultural through the lever and the sector leverage tourism can be, even in times of crisis, an important tool to revalue its assets, develop the armature connected to it, to promote strategic projects in the tourism sector, to stimulate the creation of accommodation facilities and complementary services. Faced with the challenges of globalization, rediscover its own specificity then becomes a unique opportunity to rethink its own development with intelligence, where the smart attribute refers to the meeting of creative technology and human capabilities, through which the communities themselves become carriers of innovation.
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2

Cerasoli, Mario, and Biancamaria Rizzo. "Il futuro tecnologico dei centri storici." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7979.

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Abstract:
Parlare di recupero e valorizzazione dei centri storici può essere quanto mai attuale in un’epoca in cui, forse per la prima volta, si mettono in discussione alcuni modelli insediativi e di sviluppo volti prevalentemente alla espansione delle aree urbane. A cinquant’anni di distanza da quando si è cominciato a parlare in modo organico di centri storici, in un periodo caratterizzato da una delle più gravi crisi economiche globali dopo quella del 1929, com’è cambiato il rapporto tra le città e i propri Centri Storici? Come sono visti i centri storici da chi li abita e da chi non li abita? Quale può essere allora il ruolo potenziale delle nuove tecnologie per la tutela e la valorizzazione dei Centri Storici? Le nuove tecnologie possono non solamente cambiare significativamente la qualità di chi abita e vive nei centri storici ma anche aumentare la competitività degli stessi, aumentando così la loro capacità di attrarre risorse umane e finanziarie e favorendone lo sviluppo economico e socio-culturale. Tuttavia, come si coniuga il valore della storia con le mutevoli esigenze della vita contemporanea? Quali le potenziali applicazioni delle nuove tecnologie per il miglioramento della vita nei centri antichi? Il Centro Storico costituisce un ambito territoriale estremamente delicato, con una precisa identità urbanistica e un elevato valore storico e testimoniale riferibile sia al tessuto urbano, sia a elementi del patrimonio edilizio di rilevante valore, sia ai suoi abitanti. Ma può in realtà rivelarsi una risorsa importante in un progetto di trasformazione virtuosa dell'intera compagine urbana, rafforzandone sia l'identità propria che la capacità di attrazione verso l'esterno. E le nuove tecnologie in questo progetto possono assumere un ruolo determinante. Talk about recovery and valorisation of the historic centers can be as timely as ever at a time when, perhaps for the first time, are put into question some settlement and development models principally aimed to the expansion of urban areas. After fifty years since it been started talking about in an organic way of historical centers, in a period characterized by one of the most serious global economic crisis after the one of 1929, as the relationship between the city and its historical centers has changed? As the historical centers are seen by those who live there and those who do not live in them? Which then can be the potential role of new technologies for the protection and valorisation of historical centers? The new technologies can not only significantly change the quality whose inhabits and lives in the historic centers but also increase the competitiveness of the same, thus increasing their ability to attract human and financial resources and promoting the economic development and socio-cultural. However, how it combines the value of history with the changing needs of contemporary life? What are the potential applications of new technologies for the improvement of life in the ancient centers? The historical center constitutes a territorial field extremely delicate, with a specific urban identity and an high historical and testimonial value referable both to the urban texture, both to elements the building heritage of significant value, both to its inhabitants. But it can actually become an important resource in a virtuous transformation project of the whole urban structure, strengthening both the its own identity that the attractiveness to the outside. And the new technologies in this project can play a decisive role.
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