Journal articles on the topic 'Crescita tumorale'

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Veltroni, Alessio, Elisa Cosaro, and Maria Vittoria Davì. "Caratteristiche clinico-patologiche, gestione clinica e prognosi dell’insulinoma maligno: studio multicentrico italiano." L'Endocrinologo 22, no. 2 (March 17, 2021): 139–43. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00843-2.

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Abstract:
SommarioL’insulinoma maligno è un tumore neuroendocrino pancreatico estremamente raro ed è associato a una severa sindrome ipoglicemica che impatta negativamente sulla qualità di vita e sulla sopravvivenza dei pazienti affetti. La gestione terapeutica dell’insulinoma maligno è complessa sia per il controllo delle crisi ipoglicemiche, sia per il controllo della crescita tumorale. La sindrome ipoglicemica rappresenta una sfida terapeutica per l’endocrinologo in quanto spesso non è responsiva alla terapia medica sintomatica, in particolare al diazossido utilizzato in monoterapia o associato agli analoghi della somatostatina. Everolimus ha un ruolo nel trattamento delle crisi ipoglicemiche refrattarie da insulinoma maligno sia per l’azione di inibizione del rilascio di insulina che di insulino-resistenza. La chirurgia con approccio curativo dell’insulinoma maligno è raramente perseguibile a causa della diffusione metastatica, mentre la chirurgia a scopo di debulking può essere presa in considerazione in casi selezionati sia per il controllo sintomatico sia perché può aumentare l’efficacia delle terapie sistemiche o locoregionali. La terapia radiometabolica con analoghi caldi della somatostatina rappresenta un’opzione terapeutica nei pazienti con tumori a elevata espressione dei recettori della somatostatina sia per il controllo della sintomatologia che della crescita tumorale, sebbene l’esperienza negli insulinomi maligni sia piuttosto scarsa. Data la rarità della malattia, sono disponibili in letteratura solo descrizioni di singoli casi o studi condotti su casistiche limitate; pertanto, è difficile stabilire la sequenza terapeutica più efficace in questi casi. Recentemente è stato condotto uno studio multicentrico italiano, in 13 centri di riferimento, focalizzato sulle caratteristiche clinico-patologiche, sulle modalità di trattamento e sui fattori prognostici che condizionano decorso ed esito dell’insulinoma maligno allo scopo di individuare una strategia terapeutica mirata basata su criteri razionali ed evidenze cliniche. In questa rassegna verranno descritti i principali risultati dello studio che comprende una casistica tra le più ampie finora pubblicate.
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Vernieri, Claudio, Pietro Indelicato, and Giuseppe Capri. "Efficacia della combinazione lapatinib-capecitabina in una paziente con carcinoma mammario HER2-positivo metastatico e con resistenza primaria a due linee di terapia con agenti anti-HER2." AboutOpen 3, no. 1 (December 29, 2017): 125–29. http://dx.doi.org/10.19156/abtpn.2017.0029.

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Abstract:
La sovraespressione dell’oncoproteina HER2 (human epidermal growth factor receptor 2), spesso sostenuta dall’amplificazione del corrispondente oncogene HER2, si verifica in circa il 15-20% dei carcinomi mammari ed è associata a una rapida crescita tumorale e a un comportamento clinico aggressivo. L’introduzione di farmaci capaci di inibire l’attività biologica di HER2, come trastuzumab, pertuzumab, trastuzumab emtansine (T-DM1) e lapatinib, ha drasticamente migliorato la prognosi delle pazienti affette da questo tipo di neoplasia. La combinazione dei due inibitori di HER2, trastuzumab e pertuzumab, insieme con un taxano (paclitaxel o docetaxel), è attualmente considerato il trattamento di prima scelta per pazienti affette da carcinoma mammario metastatico HER2-positivo, mentre il T-DM1 viene ritenuto il trattamento da preferire dopo il fallimento della terapia di I linea. Viene qui presentato il caso di una donna di 56 anni affetta da carcinoma mammario HER2-positivo con secondarismi ossei ed encefalici, resistente sia al doppio blocco trastuzumab-pertuzumab che a T-DM1, ma sensibile alla combinazione lapatinib-capecitabina in III linea e a vinorelbina-trastuzumab in IV linea. (Oncology)
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Fabbroni, Roberto, Sergio Resta, and Davide Pagnoncelli. "Tumore al seno maschile in crescita, quali cause e prevenzione? Il ruolo della Psiche nella manifestazione e proliferazione della malattia tumorale nello specifico caso e in linea generale sulla nascita e proliferazione del tumore." Scienze Biofisiche 3, no. 1 (October 2021): 1–11. http://dx.doi.org/10.48274/ibi12.

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Abstract:
Scopo di questo articolo è quello di fornire un contributo sulla attenzione e prevenzione del tumore al seno maschile e sul ruolo in generale che possiede la nostra psiche nel favorire questa e altre problematiche similari. Nel contesto specifico possiamo inoltre valutare come le recenti correlazioni tra Neuroscienze, PNEI, Biofisica e Fisica Quantistica possano portare alla conoscenza di Tecniche naturali a supporto della prevenzione ma anche coadiuvanti e quindi integrative delle più usuali terapie in campo oncologico.
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Meliţ, Lorena Elena, Oana Cristina Mărginean, Mihaela Chinceşan, Andreea Dincă, Raluca Damian, and Maria Oana Mărginean. "LIMFOMUL BURKITT – PERSEVERENŢA CLINICIANULUI ÎN STABILIREA DIAGNOSTICULUI." Romanian Journal of Pediatrics 65, no. 1 (March 31, 2016): 126–29. http://dx.doi.org/10.37897/rjp.2016.1.27.

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Abstract:
Limfomul Burkitt, subtip al limfoamelor non-Hodgkin, apare cu predilecţie la vârstele mici şi prezintă cea mai rapidă creştere tumorală întâlnită la oameni. Prezentăm cazul unui copil în vârstă de 5 ani, cu dureri abdominale difuze, distensie abdominală şi scaune semiconsistente, este transferat în Clinica Pediatrie I Târgu-Mureş, cu diagnosticul de malnutriţie severă şi edeme hipoproteice, de etiologie neprecizată. Investigaţiile de laborator efectuate arată leucocitoză, VSH uşor crescut, anemie, nivel scăzut al proteinelor plasmatice, precum şi nivel crescut al LDH-ului. Ecografia abdominală pune în evidenţă lichid intraabdominal, iar CT-ul abdominal arată lichid liber între ansele intestinale, 2 fistule, una duodeno-colică şi una jejuno-colică, precum şi andenopatii. Surpriza intraoperatorie este descoperirea unei mase tumorale care implică duodenul, jejunul şi colon, iar examenul histopatologic stabileşte diagnosticul de limfom Burkitt, formă extranodală, cu evoluţie post-operatorie grevată de multiple complicaţii. După a treia reintervenţie chirurgicală, se iniţiază chimioterpia. Deşi uneori tabloul clinic nu este sugestiv pentru severitatea patologiei, perseverenţa clinicianului este cea care duce în final la stabilirea diagnosticului.
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Bassi, P., R. Menozzi, P. Piazza, and P. Scagnelli. "La TC nello studio dei processi tumorali maligni delle cavità nasali e dei seni paranasali." Rivista di Neuroradiologia 4, no. 3_suppl (December 1991): 135–40. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s324.

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Abstract:
Gli autori sulla base dell'esperienza personale e dei dati della letteratura, hanno esaminato il problema della diagnosi radiologica delle neoplasie maligne delle cavità nasali — paranasali con T.C. In particolare hanno considerato l'efficacia della metodica nell'evidenziare la lesione, la sua sede ed estensione, il tipo di crescita e la via di propagazione; nella dimostrazione delle lesioni ossee secondarie; nella valutazione delle caratteristiche diagnostiche differenziali delle neoplasie maligne e benigne. In questa patologia la TC dopo iniezione di m.d.c. è metodica affidabile, di prima istanza data la diffusione sufficiente delle attrezzature. I limiti della T.C. risiedono nella difficoltà di evidenziare le infiltrazioni durali iniziali e nel differenziare i confini della neoplasia rispetto agli epifenomeni infiammatori associati; settori nei quali la R.M. ha dimostrato la sua superiorità.
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Oddon, P. A., M. Montava, F. Salburgo, M. Collin, C. Vercasson, and J. P. Lavieille. "Conservative treatment of vestibular schwannoma: growth and Penn Acoustic Neuroma Quality of Life scale in French language." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 4 (August 2017): 320–27. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1094.

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Abstract:
L’obiettivo di questo lavoro è stato di valutare la storia naturale di crescita degli schwannomi vestibolari (VS), la qualità di vita di quelli trattati in maniera conservativa e di validare una scala specifica per tale malattia in lingua francese, Penn Acoustic Neuroma Quality-of- Life (PANQOL). Sono stati studiati retrospettivamente 26 pazienti con VS trattato in maniera conservativa. Sono state raccolte le caratteristiche dei pazienti e i reperti radiologici, e sono state utilizzate due scale per validare valutare la qualità di vita: la Short Form-36 Health Survey (SF-36) e la PANQOL scale, tradotta in francese. I punteggi ottenuti sono stati comparati con gli studi precedenti. Il tempo medio di follow up è stato di 25 mesi (range 6-72). È stata osservato un accrescimento del tumore in 14 pazienti (53,8%), nessun accrescimento in 12 pazienti (46,2%), e non si è verificata nessuna riduzione. La crescita media del tumore è stata di 2,22 mm/anno, e non sono stati individuati fattori predittivi di crescita. I pazienti con vertigini e instabilità hanno riferito una più bassa qualità di vita, sia secondo la scala SF-36, sia secondo la scala PANQOL. Utilizzando la scala SF-36, i nostri risultati si sono rivelati paragonabili a quelli della letteratura. Utilizzando la scala PANQOL, i nostri punteggi non si sono rivelati statisticamente diversi da quelli derivanti da studi tedeschi e nordamericani, ad eccezione di quelli riguardanti l’udito (p=0,019). La qualità di vita diventa sempre più importante nella gestione dei VS. In linea con questi risultati, noi sosteniamo la strategia non conservativa associata ad una riabilitazione vestibolare per quei pazienti con vertigini ed instabilità. La scala PANQOL, disponibile in lingua francese, si è rivelata specifica per i VS.
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Delella, Flávia Karina, Andrei Moroz, Robson Francisco Carvalho, and Sérgio Luis Felisbino. "Expressão Diferencial de MicroRNAs no Câncer de Próstata." Revista Brasileira de Cancerologia 58, no. 4 (December 31, 2012): 687–93. http://dx.doi.org/10.32635/2176-9745.rbc.2012v58n4.580.

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Abstract:
Introdução: MicroRNAs são pequenos RNAs não codificantes, que atuam como reguladores pós-transcricionais de RNAs mensageiros-alvo. Estudos recentes demonstram que a expressão diferencial de alguns microRNAs associa-se com o desenvolvimento, invasão e metástase de vários tipos de câncer, incluindo o câncer de próstata. Os avanços nas técnicas de detecção e descoberta de novos marcadores moleculares são ferramentas importantes para o diagnóstico precoce e tratamento individual dos pacientes. Objetivo: Realizar revisão científica sobre os principais microRNAs alterados no câncer de próstata. Método: O PubMed foi a base de dados escolhida para a pesquisa e as palavras-chave utilizadas foram microRNA e câncer de próstata. A descoberta e o estudo dos microRNAs envolvidos na progressão do câncer são temas científicos recentes e, das 260 publicações encontradas, 25 foram selecionadas para compor esta revisão. Resultados: Muitos microRNAs são classificados como promotores da sobrevivência celular e do cresci mento tumoral. Os trabalhos selecionados para esta revisão descrevem expressão diferenciada de microRNAs em amostras de tumores prostáticos e em células tumorais prostáticas estudadas in vitro. A alteração de microRNAs no plasma, na urina e no tecido tumoral mostrou-se uma ferramenta interessante para distinguir pacientes com cancer de próstata de pacientes saudáveis, classificando essas moléculas como biomarcadores promissores. Conclusão: A excelente qualidade das publicações evidencia a importância da regulação pós-transcricional exercida pelos microRNAs na progressão do câncer de próstata. Apesar de o tema ser recente, técnicas moleculares de ultima geração estão sendo empregadas para a descoberta de novos microRNAs e para a caracterização da função daqueles já existentes.
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TARTAGLIONE, T., A. BOTTO, M. SCIANDRA, S. GAUDINO, L. DANIELI, C. PARRILLA, G. PALUDETTI, and C. COLOSIMO. "Diagnosi differenziale dei tumori parotidei: quali caratteristiche di risonanza magnetica considerare?" Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, no. 5 (October 2015): 314–20. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-693.

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Abstract:
La finalità del nostro lavoro è di valutare le caratteristiche di risonanza magnetica (RM) tipiche dei tumori parotidei maligni e benigni. Questo studio retrospettivo si basa sulla valutazione di esami RM pre-chirurgici di 94 pazienti con tumori parotidei. I risultati istologici erano disponibili in tutti i casi; abbiamo analizzato 69 lesioni erano benigne (73%) e 25 maligne (27%): 44 adenomi pleomorfi, 18 tumori di Warthin, 7 tumori benigni di diverso istotipo, 6 carcinomi squamocellulari, 3 carcinomi ex-adenomi pleomorfi, 2 carcinomi mucoepidermoidi, 1 tumore adenoidocistico, 13 tumori maligni di diverso istotipo. Sono state valutate le seguenti caratteristiche RM: morfologia, sede, dimensioni, margini, intensità di segnale nelle sequenze T2-pesate e T1-pesate, impregnazione dopo mezzo di contrasto (mdc), intensità di segnale della porzione cistica, presenza o assenza di una capsula, diffusione perineurale, pattern di crescita extraghiandolare e linfoadenopatie laterocervicali. È stata effettuata un’analisi statistica per identificare le caratteristiche RM più indicative di malignità e per definire l’aspetto tipico degli istotipi più comuni. I parametri significativamente predittivi di malignità sono risultati i margini mal-definiti (p < 0,001), le linfoadenopatie (p < 0,001) ed il pattern di crescita infiltrativo (p < 0,001). Le caratteristiche tipiche dell’adenoma pleomorfo sono risultate l’iperintensità di segnale nelle immagini T2-pesate (p = 0,02), l’intensa impregnazione dopo mdc (p < 0,001) ed i margini lobulati (p = 0,04). Le caratteristiche tipiche del tumore di Warthin sono risultate le componenti iperintense nelle immagini T1-pesate (p < 0,001), la localizzazione nel processo parotideo inferiore (p < 0,001) e l’impregnazione post-contrastografica lieve/incompleta (p = 0,01). L’intensità di segnale nelle immagini T1-pesate e T2- pesate e l’impregnazione post-contrastografica si sono rivelate utili nella diagnosi differenziale tra adenoma pleomorfo e tumore di Warthin.
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Navarra, F., B. Orlandi, A. Bozzao, C. Micheli, A. Costanzi, A. Bottone, and M. Gallucci. "Analisi di 120 casi di metastasi spinali: Revisione critica delle teorie di prevalenza, distribuzione e linee di accrescimento." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 2 (April 1995): 251–58. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800217.

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Abstract:
Sono stati valutati retrospettivamente 120 casi di metastasi spinali esaminati mediante RM presso il nostro Centro. Le tre sedi primitive con maggior tendenza metastatica spinale sono risultate essere il polmone, la mammella e la prostata, confermando la tendenza della letteratura classica. La localizzazione delle forme intra-vertebrali con diametro inferiore ai 2,5 cm mostra tendenza di distribuzione priva di differenze significative tra localizzazioni centro-vertebrali o localizzazioni periferiche in relazione al tumore di origine. Questi ultimi dati contrastano con l'ipotesi di una via metastatica differente tra tumori polmonari (via arteriosa) e da altre sedi (via venosa retrograda). Infine la tendenza di crescita posteriore delle metastasi sembra rispettare la linea mediana.
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Serra, A., R. Caltabiano, G. Scalia, S. Palmucci, P. Di Mauro, and S. Cocuzza. "Papillary squamous cell carcinoma of the palatine tonsil: a rare cancer of the head and neck." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 4 (August 2017): 341–45. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1281.

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Abstract:
Le neoplasie squamose papillari delle vie aeree digestive superiori sono una rara variante del carcinoma a cellule squamose. Sono caratterizzate da una crescita esofitica papillare e hanno una prognosi generalmente favorevole. Il tumore è già stato descritto a livello delle vie aeree digestive superiori. In tale contesto, le localizzazioni più frequenti sono la laringe e l’ipofaringe, mentre raramente sono interessati la cavità orale e l’ipofaringe. Gli studi limitati unitamente all’esiguo numero di casi pubblicati di carcinoma squamoso papillare a localizzazione tonsillare, ci hanno indotto a una completa analisi di questo tumore, analizzando gli aspetti clinici, istopatologici, radiologici, virologici e terapeutici, non sempre presenti in letteratura. Un case report di carcinoma squamoso papillare della tonsilla palatina è pertanto riportato. La lesione (T2N0M0), localizzata a livello della tonsilla palatina sinistra, si aggettava verso la cavità orale. HPV DNA 16 e mRNA E6/E7 erano rilevati nella lesione. Un profilo della neoplasia è pertanto presentato unitamente a una completa revisione della recente letteratura, analizzando tutti gli aspetti di interesse di tale neoplasia.
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Faggiano, Antongiulio. "L’indicazione chirurgica delle neoplasie neuroendocrine del pancreas associate a MEN 1 si basa su dimensioni del tumore e curva di crescita." L'Endocrinologo 21, no. 1 (January 28, 2020): 51–52. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-020-00658-7.

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Zanoletti, E., L. Girasoli, D. Borsetto, G. Opocher, A. Mazzoni, and A. Martini. "Endolymphatic sac tumour in von Hippel-Lindau disease: management strategies." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 5 (October 2017): 423–29. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1402.

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Abstract:
Il carcinoma del sacco endolinfatico è un tumore molto raro come evidente dai dati presenti in letteratura ove anche centri di esperienza riferiscono tuttavia casistiche limitate. E’ un tumore maligno a lenta crescita, con tendenza all’invasione locale e scarsa tendenza alla disseminazione metastatica. L’insorgenza spesso tardiva dei sintomi e la difficoltà ad eseguire indagini bioptiche a livello della sede di origine, parete posteriore della rocca, ha reso la diagnosi di questo tumore spesso difficile, nonostante si riconoscano attualmente dati radiologici patognomonici della neoplasia. Patterns tipici di presentazione sono evidenziabili alla RM con mezzo di contrasto e alla TC per osso a strato sottile, rendendo nella maggior parte dei casi possibile la diagnosi radiologica. L’incidenza del tumore del sacco endolinfatico è maggiore nei pazienti affetti da sindrome di von Hippel Lindau (VHL), con una frequenza del 25% che fa parte del quadro sindromico. Negli anni dal 2012 al 2015 abbiamo osservato 7 casi, uno di essi con manifestazione della patologia bilaterale, tutti affetti da VHL. Quattro tra questi sono stati sottoposti a chirurgia presso il nostro centro per un totale di 5 procedure chirurgiche. Ogni caso è stato descritto dettagliatamente analizzando sintomi, intervallo tra comparsa dei sintomi, diagnosi e terapia. Non vi è stata morbidità post-operatoria aggiuntiva nei pazienti in cui la diagnosi e la terapia sono state precoci, mentre la gestione di tumori localmente avanzati è stata associata a deficit neurologici postoperatori, in particolare del VII, IX e X nervo cranico. I siti anatomici critici di coinvolgimento della malattia che hanno coinciso con un pianificato rischio di danno neuronale sono risultati essere il canale di Falloppio, il forame giugulare, l’apice della rocca petrosa. L’estensione intradurale nella fossa cranica posteriore è stato un altro elemento caratterizzante i tumori in stadio avanzato. I tumori del sacco endolinfatico che lo screening permette di evidenziare precocemente nei pazienti VHL, hanno buona prognosi quando affrontati precocemente, compatibilmente con le esigenze terapeutiche della malattia di base.
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Croce, A., V. Mastronardi, M. Laus, and E. Festa Kotelnikova. "Can the onset of orbital cancer be the result of a prosthetic eye?" Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 6 (December 2017): 519–22. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1043.

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Abstract:
L’exenteratio orbitae è un intervento deturpante che si pratica in caso di infezioni orbitarie non responsive a terapia medica e in caso di tumori benigni ricorrenti e tumori maligni che insorgono dalle palpebre (carcinoma basocellulare, carcinoma squamocellulare, melanoma maligno della congiuntiva), dalle ghiandole lacrimali (carcinoma adenoideo cistico) o dalle strutture circostanti. In casi estremamente rari l’uso di protesi oculari dopo l’enucleazione può causare l’insorgenza di tumori orbitari. In questo articolo riportiamo il caso di un uomo di 54 anni che è stato sottoposto ad enucleazione dell’occhio sinistro in seguito a ricorrenti distacchi di retina e che ha sviluppato, solo 30 anni dopo, un carcinoma epidermoidale infiltrante a rapida crescita. Abbiamo esaminato gli articoli in letteratura per valutare la rarità di tale occorrenza, i tempi d’insorgenza in seguito all’enucleazione, i trattamenti e i risultati. Il nostro caso illustra il trattamento della patologia ed enfatizza la necessità di un attento esame della cavità orbitaria e della protesi oculare per identificare anche le irregolarità e i primi danni sulla superficie orbitaria anche nei casi in cui l’exenteratio orbitae è stata eseguita per patologie benigne. Il nostro caso dimostra che il follow-up a lungo termine è fondamentale perché il tumore può insorgere a lunga distanza dopo l’enucleazione.
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Di Mattei, Valentina, Anna Rosa Bisceglie, Cristina Sigismondi, Giorgia Mangili, Antonio Prunas, and Lucio Sarno. "Analisi della domanda e dei bisogni psicologici in un reparto di ginecologia oncologica." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (February 2011): 131–44. http://dx.doi.org/10.3280/pds2010-003007.

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Abstract:
Negli ultimi quindici anni si č assistito, in ambito oncologico, a una crescita dell'interesse per lo studio della qualitŕ della vita. A differenza delle donne colpite da cancro al seno per le quali esistono da anni numerose associazioni che si occupano di offrire un sostegno psico-educazionale e psicoterapeutico, le donne colpite da tumore ginecologico non possono contare su una tale ricchezza di risorse e possono quindi essere considerate piů a rischio di isolamento sociale. Il presente studio si prefigge di indagare, in un campione di 67 pazienti ricoverate presso il reparto di Ginecologia dell'Ospedale San Raffaele di Milano, la percezione del bisogno di un supporto di tipo psicologico e la presenza di sofferenza psicologica, in particolare, di manifestazioni ansiose e depressive, ponendole in associazione ad alcune variabili relative al tipo di trattamento intrapreso. I dati a nostra disposizione suggeriscono che, per quanto vissuti di ansia, depressione e angoscia siano frequentemente associati all'esperienza del ricovero, non emergono differenze significative al confronto tra pazienti ricoverate per patologia oncologica e non oncologica. Č emersa prevalentemente la necessitŕ di seguire il malato oncologico con competenze psicologiche specifiche, sensibilizzando quanto piů possibile anche il personale medico ed infermieristico. I risultati della presente ricerca, per quanto preliminari, forniscono importanti spunti di riflessione relativamente ai bisogni psicologici delle pazienti con disturbi ginecologici di natura oncologica e non oncologica.
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Giordano, Carla, Roberta Amodei, and Claudia Di Stefano. "Il muscolo come organo endocrino: focus su irisina." L'Endocrinologo, November 11, 2022. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-022-01177-3.

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Abstract:
SommarioIl muscolo scheletrico agisce come organo endocrino che, in risposta all’esercizio, produce e secerne centinaia di miochine che agiscono in maniera autocrina, paracrina ed endocrina con effetti sul metabolismo lipidico e glucidico, formazione ossea, funzione endoteliale e crescita tumorale. Negli ultimi anni, numerosi studi hanno concentrato la loro attenzione su una nuova proteina, l’irisina, adipomiochina in grado di indurre cambiamenti nel tessuto adiposo, attivare la termogenesi e fungere da collegamento tra muscoli e altri tessuti del corpo.
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Franzone, Paola, Alice Pastorino, Roberta Carlevato, Carlo Vecchio, Maura Vincenti, Sara Casella, Enrico Zingarelli, et al. "Il Gruppo Interdisciplinare Cure (GIC) sui tumori della mammella: l’esperienza dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria." Working Paper of Public Health 10 (August 25, 2022). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2022.9518.

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Abstract:
Il tumore della mammella è la neoplasia più frequente della donna. Le percentuali di guarigione e sopravvivenza sono molto cresciute negli ultimi anni grazie all’avvento di terapie innovative. La grande importanza sociale che ricopre la malattia ha portato a concentrare sempre di più gli sforzi allo scopo di ottenere i migliori risultati anche mediante alla gestione multidisciplinare della patologia. Viene descritta in questo articolo l’attività del Gruppo Interdisciplinare Cure (GIC) sul tumore della mammella dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria.
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Mărginean, Claudia Raluca, Oana Mirela Tiucă, and Alexandra Mihaela Rațiu. "Evaluarea prin rezonanță magnetică a teratomului ovarian matur chistic gigant – prezentare de caz | [MRI evaluation of giant mature cystic ovarian teratoma – case report]." Jurnal Medical Brasovean, January 3, 2022, 93–97. http://dx.doi.org/10.31926/jmb.2021.1.8.

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Abstract:
Introduction: Mature cystic ovarian teratoma, the most frequent type of ovarian germ cell neoplasm is a pluripotent malignancy. It is composed of at least two well-differentiated germ cell layers and it usually appears during the reproductive period. Objective: The aim of this paper is to present the case of a female patient, diagnosed at the age of 63 with a giant mature teratoma, originating from the left ovary, with associated extension into the pelvic region and the mesogastrium and subsequent regional mass effect. The patient developed mild symptoms despite the tumoral size and was submitted for surgery, in order to respect the malignant process. A histopathological exam confirmed the diagnosis. Discussions: Nowadays, due to imaging progress, late diagnosis of mature ovarian cystic teratomas larger than 10 cm is unusual. Conclusions: This article raises awareness of the importance of early diagnosis and adequate imagistic approach of mature teratomas, due to their capacity, although rare, of malignant transformation. Rezumat Introducere: Teratomul chistic ovarian matur, cel mai frecvent tip de neoplasm germinal, este o tumoră pluripotentă. Aceasta este alcătuită din cel puțin 2 straturi celulare germinale bine diferențiate și apare de obicei în perioada reproductivă. Scop / Obiectiv: Articolul de față își propune să prezinte cazul unei paciente diagnosticate la vârsta de 63 de ani cu un teratom ovarian chistic matur gigant, cu origine în ovarul stâng, extensie spre micul bazin și mezogastru, asociind efect compresiv asupra structurilor învecinate. În ciuda dimensiunilor mult crescute, pacienta a dezvoltat simptomatologie ușoară, fiind redirecționată către operație, cu scopul de a se îndepărta procesul tumoral descris. Examenul anatomopatologic a confirmat diagnosticul. Discuții: În prezent, datorită progresului tehnicilor imagistice, diagnosticul tardiv al unor teratoame ovariene mature chistice, cu diametrul de peste 10 cm, este rar. Concluzii: Acest articol evidențiază importanța diagnosticului precoce și al unui abord imagistic adecvat al teratoamelor ovariene mature, care, deși rar, au capacitatea de transformare malignă
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