Academic literature on the topic 'Costituzione spagnola'

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Journal articles on the topic "Costituzione spagnola"

1

Scotti Douglas, Vittorio. "Napoli e Torino, due rivoluzioni sull’esempio di Cadice." Pasado y Memoria. Revista de Historia Contemporánea, no. 22 (January 28, 2021): 53. http://dx.doi.org/10.14198/pasado2021.22.02.

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Abstract:
Dopo una breve introduzione sui secolari rapporti tra Spagna e Italia, il saggio presenta un esame sommario della Costituzione di Cadice e si sofferma poi sulla situazione italiana agli inizi della Restaurazione, analizzando in dettaglio e in profondità il caso del Regno delle Due Sicilie e del Regno di Sardegna dal punto di vista politico e sociale, spiegando come la Costituzione di Cadice fosse divenuta la parola d’ordine del movimento patriottico italiano. Il testo continua indicando come l’insurrezione costituzionale spagnola del 1820 abbia costituito il detonatore della rivoluzione di Napoli dello stesso anno, e mette in luce le reazioni della società napoletana al nuovo regime politico, soffermandosi sul dibattito culturale e politico che si svolse sulla stampa. Si passa poi alla rivoluzione piemontese, mettendo nuovamente in risalto come l’insieme dei patrioti decidesse di adottare la Costituzione di Cadice dopo molte accese discussioni, e come infine la rivoluzione fallisse da un lato per la condotta pusillanime del Principe Reggente Carlo Alberto, dall’altro per la sostanziale apatia e indifferenza delle classi popolari, che non scorgevano alcun possibile vantaggio materiale immediato in un nuovo sistema politico. Infine l’Autore, che vuole qui sottolineare l’impiego di una bibliografia basata essenzialmente su fonti contemporanee e di testimoni oculari, conclude l’opera tracciando un parallelo tra patrioti spagnoli e italiani, uniti nel comune destino della lotta per la libertà e l’indipendenza.
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2

Elorza, Antonio. "Spagna, nazione di nazioni." MONDO CONTEMPORANEO, no. 3 (April 2011): 137–58. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-003006.

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Abstract:
La Spagna non č uno Stato unitario come la Francia, né uno Stato plurinazionale come furono la Jugoslavia e l'Austria-Ungheria nel passato. L'identitŕ spagnola nasce nel Medioevo e trova le sue prime radici nelle reazioni all'invasione araba del 711, quando i vinti presero coscienza della «Spaniae ruina». Secoli dopo, l'unione delle corone nata con i Re Cattolici rafforzň le basi per quella identitŕ, sotto una «monarchia di aggregazione» che si sviluppň in parallelo con la Francia, senza che scomparissero altre identitŕ, come quelle della Catalogna e delle province basche. Ma la Rivoluzione francese cancellň le unitŕ amministrative dell'Antico regime ed il processo di nazionalizzazione si sviluppň senza difficoltŕ fino al primo Novecento, mentre l'arretratezza economica fece sorgere le condizioni di una crisi dello Stato-nazione. Allo stesso tempo il fatto che la Catalogna e la Biscaglia fossero le avanguardie del processo d'industrializzazione favorě la dinamica centrifuga delle, dopo che la disfatta del 1898 nella guerra contro gli Stati Uniti e la fine dell'impero coloniale avevano creato l'immagine della Spagna come di un "paese moribondo". La modernizzazione degli anni Sessanta del Novecento poté essere il fondamento di una nuova Spagna, ma le "nazionalitŕ storiche" (la Catalogna ed il Paese basco in primo luogo) erano giŕ realtŕ senza ritorno ed il nazionalismodella dittatura di Franco fece delle rivendicazioni nazionaliste un diritto democratico. Infine, con la Costituzione del 1978 č nato lo Stato delle autonomie, che consacra lo sviluppo autonomo delle "nazionalitŕ" intorno all'asse centrale della "nazione" spagnola. Ecco perché "nazione di nazioni" diventa un'espressione adeguata ad una convergenza come quella spagnola di processi di, senza che i conflitti fra unitŕ ed indipendentismo siano ancora oggi arrivati a un punto di equilibrio.
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Di Mauro, Luca. "Un progetto di congiura assolutista durante l'ottimestre costituzionale del 1820-21." IL RISORGIMENTO, no. 2 (November 2022): 7–37. http://dx.doi.org/10.3280/riso2022-002001.

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Abstract:
L'adozione della costituzione spagnola nelle Due Sicilie a seguito del moto carbonaro di Nola non interrompe l'attività politica delle società segrete che aveva caratterizzato il decennio precedente. Durante gli otto mesi del reme rappresentativo la clandestinità continua a essere considerata uno strumento politico e formazioni democratiche, liberali e reazionarie si muo- vono nell'ombra per modificare o rovesciare il governo. Le carte del fondo Ministero di grazia e giustizia dell'Archivio di Stato di Napoli restituiscono le indagini della polizia del regime costituzionale napoletano su di una congiura della società reazionaria dei calderari, preparata tra il dicembre 1820 e il febbraio 1821. Pur se rimasta priva di effetti pratici, l'azione del nucleo legittimista mette in luce una rete composita di azione e reclutamento e consente di analizzare le ragioni - politiche o personali - alla base della politicizzazione dei differenti gruppi sociali coinvolti nel progetto.
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Guillén López, Enrique. "Información, desinformación y pandemia. Un análisis contextual de la Orden de 30 de Octubre de 2020 por la que publica el procedimiento de actuación contra la desinformación aprobado por el Consejo de Seguridad Nacional de España." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (January 2022): 103–36. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-002004.

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Abstract:
Il presente contributo vuole analizzare l'Ordinanza del 30 ottobre 2020 approvata dal Consi¬glio di sicurezza nazionale della Spagna al fine di stabilire una procedura volta a combattere la disinformazione. In questo senso viene utilizzata una metodologia costituzionale per verificare i cambiamenti che Internet e, soprattutto, i social network hanno provocato nel paradigma della co¬municazione, e ciò avendo come rife¬rimento più vicino l'infodemia causata dal COVID-19. Que¬st'ultimo è il contesto che spiega l'Ordinanza di ottobre, che può considerarsi una risposta afferma¬tiva alla domanda, di rilievo tipicamente costituzio¬nale, se le autorità pubbliche debbano intervenire in materia di disinformazione. Rimangono, tuttavia, molti dubbi sulla portata dell'intervento.
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Di Mauro, Luca. "Fratture nel contre-monde liberale. Riferimenti costituzionali e società segrete tra Napoli e Spagna durante il Trienio 1820-­23." SOCIETÀ E STORIA, no. 171 (February 2021): 33–54. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-171002.

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Abstract:
La scelta della Spagna come meta d'esilio per molti dei napoletani che avevano animato l'ottimestre costituzionale delle Due Sicilie risponde a una serie di esigenze oggettive - pratiche, politiche, linguistiche - ma testimonia soprattutto della convinzione, per i protagonisti, di proseguire la lotta momentaneamente interrotta dalla disfatta di Rieti - Antrodoco contro gli austriaci continuando, in un paese dalle condizioni politiche e culturali ragionevolmente simili a quelle di provenienza, a combattere lo stesso nemico, la Santa Alleanza, per sua natura transnazionale e responsabile, al pari di Ferdinando I, della fine violenta dell'esperimento costituzionale. La comunità transfuga nella penisola iberica, senza per questo ignorare le conseguenze della disfatta nel Meridione, conserva la convinzione di un confronto ancora aperto e porta con sé nel paese d'accoglienza non solo l'esperienza maturata durante il governo liberale ma altresì le proprie differenze e divisioni in materia di programmi politici e modelli iniziatici. Tali linee di frattura, tuttavia, lungi dall'essere estranee al contesto spagnolo, affondano le loro radici proprio nei contatti che i cospiratori del Meridione italiano e della penisola iberica avevano intrattenuto prima e durante i mesi della rivoluzione napoletana. Ciò contribuisce a dimostrare come lo "spazio borbonico" (per lo meno nella sua dimensione europea) costituisca uno spazio politico comune non solamente per quanto riguarda l'alleanza dinastica e diplomatica tra i diversi rami della casa di Borbone, ma anche per coloro che, nell'illegalità e nella clandestinità, si erano opposti al governo assoluto della stessa.
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Rolla, Giancarlo. "L'INTERPRETAZIONE ADEGUATRICE TRA TRIBUNALE COSTITUZIONALE E GIUDICI COMUNI IN SPAGNA." Estudios constitucionales 8, no. 2 (2010): 601–32. http://dx.doi.org/10.4067/s0718-52002010000200018.

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Macri, Francesco. "LO STALKING QUALE FORMA DI VIOLENZA DI GENERE, E LA SUA DISCIPLINA PENALE NELL'ORDINAMENTO ITALIANO." Revista Direitos Sociais e Políticas Públicas (UNIFAFIBE) 7, no. 3 (December 17, 2019): 494. http://dx.doi.org/10.25245/rdspp.v7i3.668.

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Abstract:
In l'Italia, l'incriminazione delle condotte di Stalking è stata introdotta dall'art. 7 del d.l. n° 11 del 23 febbraio 2009. Nel presente articolo, si analizzerà lo Stalking quale forma di violenza contro le donne e la sua diffusione, gli elementi oggettivo e soggettivo del delitto di “Atti persecutori” (art. 612-bis c.p.), e le altre peculiarità della normativa italiana anti-Stalking. Si discuterà inoltre la questione della costituzionalità della fattispecie de qua, cercando di dimostrare come un'appropriata esegesi della fattispecie, che tiene in conto i requisiti della reiterazione e del carattere molesto o minaccioso della condotta, può assicurare quel minimum 'garantista' in termini di rispetto alla tassatività/determinatezza della fattispecie incriminatrice richiesto dal principio costituzionale di legalità. La analisi includerà altresì cenni comparatistici al diritto tedesco e spagnolo.
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Ugolino, Francesca. "Spagna : Il Tribunal Constitucional afferma che il matrimonio fra persone dello stesso sesso è costituzionale." Civitas Europa 30, no. 1 (2013): 243. http://dx.doi.org/10.3917/civit.030.0243.

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Mattei, Cristiano. "Spagna. Il Tribunale costituzionale rivede tutti i processi pendenti concernenti il diniego ai cittadini omosessuali della pensione di reversibilità." Civitas Europa 30, no. 1 (2013): 217. http://dx.doi.org/10.3917/civit.030.0217.

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da Empoli, Domenico. "The Italian Law for the Protection of Competition and the Market." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 69–78. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344956.

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Abstract:
Abstract Gli studi attinenti alla «politica della concorrenza” sono uno dei settori nei quali da maggior tempo collaborano economisti e giuristi, dato che, in assenza di questa cooperazione, i soli strumenti di cui dispone l’economista, senza quelli del giurista, non sono sufficienti ad interpretare ed applicare le norme antitrust.Soprattutto sulla spinta di queste esigenze si è sviluppato nelle Università americane l’insegnamento di corsi di «Law and Economics», disciplina ormai consolidata.Da un punto di vista intellettuale, pertanto, non vi è dubbio che il tema della concorrenza sia di particolare interesse.Peraltro, già da qualche tempo le opinioni degli studiosi circa gli effetti della politica della concorrenza e, quindi, sull’opportunità di introdurre una specifica legge al riguardo e, poi, di applicarla in modo rigoroso, non sono molto concordi.L’atteggiamento critico nei riguardi dell’intervento pubblico che caratterizza l’epoca attuale e che si può sintetizzare nella nozione di «fallimento dello Stato», non ha risparmiato neppure la politica della concorrenza, sui cui effetti sono state avanzate, e permangono, numerose incertezze.Peraltro, se un atteggiamento critico poteva avere un suo fondamento apprezzabile nei momento in cui si discuteva dell’opportunity o meno di introdurre questa legge, non vi è dubbio che, una volta che questa sia entrata in vigore, essa debba essere oggetto di studio, sempre critico, ma costruttivo.Per questo motivo, è apparsa molto utile la pubblicazione su questo numero di Economia delle Scelte Pubbliche degli atti di un convegno internazionale, organizzato a Reggio Calabria nei dicembre del 1990 dall’Istituto Superiore Europeo di Studi Politici, che ha avuto come oggetto la nuova legge italiana della concorrenza, confrontata con le normative già in vigore presso altri Paesi OCSE, oltre che con la normativa CEE.Assieme ai testi delle relazioni, viene anche pubblicato il testo della legge, sia nella traduzione inglese che in quella francese (ambedue non ufficiali).L’ordine di pubblicazione dei diversi contributi segue il seguente schema: dopo questa presentazione della legge italiana, segue l’articolo di Claudio Menis sulle relazioni tra legislazione CEE e legge italiana. Successivamente, vengono pubblicati (seguendo l’ordine alfabetico per paese) gli scritti che riflettono valutazioni della legge italiana alla luce dell’esperienza nazionale di ciascuno dei Paesi OCSE rappresentati: Belgio (van Meerhaeghe), Francia (Charrier), Germania (Ruppelt), Spagna (Canivell), Svizzera (Baldi) e Regno Unito (Howe).Infine, un articolo di Eric Lacey confronta i lineamenti essenziali della struttura della legge italiana con quelli della media dei Paesi OCSE.La presentazione della legge italiana, non è compito facile per un economista, per la necessità di ricorrere a termini giuridici molto specialistici.La legge considera tre principali fattispecie che sono suscettibili di danneggiare la concorrenza: i cartelli che restringono la libertà di concorrenza, l’abuso di posizione dominante e le concentrazioni.I «cartelli” (o «intese») sono definiti dalla legge come «gli accordi e/o le pratiche concordati tra le imprese, nonché le deliberazioni, anche se adottate ai sensi di disposizioni statutarie o regolamentari, di consorzi, associazioni di imprese ed altri organismi similari». Esse sono vietate quando «abbiano per oggetto, o per effetto, di impedire, restringere o falsare in maniera consistente il gioco della concorrenza all’interno del mercato nazionale o in una sua parte rilevante” (art. 1).L’«abuso di posizione dominante” è vietato dall’art. 3, che include anche una casistica, peraltro non del tutto esauriente, circa situazioni identificabili come abuso di posizione dominante.Le «operazioni di concentrazione», d’altra parte, hanno luogo, secondo l’art. 5, «quando due o più imprese procedono a fusione», «quando uno o più soggetti in posizione di controllo di almeno un’impresa ovvero una o più imprese acquisiscono direttamente o indirettamente [...], il controllo dell’insieme o di parti di una o più imprese», e «quando due o più imprese procedono, attraverso la costituzione di una nuova società, alla costituzione di un’impresa comune». Sulla base dell’art. 6, tali operazioni sono vietate quando costituiscono o rafforzino una posizione dominante sul mercato.L’organo che ha il compito di garantire l’appHcazione della legge è l’Autorità, che è stata creata appositamente e che è composta da quattro membri, più il presidente, nominati sulla base di una determinazione adottata d’intesa dai presidenti dei due rami del Parlamento.Una caratteristica fondamentale del nuovo organo per la tutela della concorrenza è la sua indipendenza dal potere politico, che viene attenuata soltanto a proposito delle operazioni di concentrazione. Come afferma, infatti, l’art. 25, il Consiglio dei Ministri può elaborare criteri di carattere generate che autorizzino operazioni che sarebbero vietate ai sensi dell’art. 6 e, inoltre, può anche vietare specifiche operazioni di concentrazione qualora vi partecipino «enti o imprese di Stati che non tutelano l’indipendenza degli enti o delle imprese con norme di effetto equivalente a quello dei precedenti titoli o applicano disposizioni discriminatorie o impongono clausole aventi effetti analoghi nei confronti di acquisizioni da parte di imprese o enti italiani».Oltre ai poteri d’istruttoria e decisione nei riguardi delle tre fattispecie di cui si è detto, con la possibilità d’imporre anche sanzioni pecuniarie, l’Autorità ha anche poteri conoscitivi e consultivi, sulla cui base può esprimere pareri, o di sua iniziativa o su richiesta del presidente del Consiglio dei Ministri.
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Dissertations / Theses on the topic "Costituzione spagnola"

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Pagotto, Tania <1990&gt. "Un accomodamento sostenibile: l'interruzione di gravidanza in Italia, Spagna e Messico." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/15016.

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Abstract:
La tesi di dottorato indaga, con il metodo del diritto comparato, la forma che l’obiezione di coscienza ha assunto in relazione all’interruzione di gravidanza nell’ordinamento italiano, spagnolo e messicano (Città del Messico). Il quadro concettuale di riferimento è collocato al crocevia tra il mantenimento del pluralismo e dell’obiezione di coscienza e la garanzia di un servizio pubblico. L’elaborato è suddiviso in tre parti. La prima parte affronta alcune fondamentali questioni definitorie e contestualizza la libertà di coscienza e l’obiezione all’interno delle rispettive tradizioni costituzionali e della sfera di applicazione delle Corti regionali dei diritti (la Corte europea dei diritti dell’uomo e la Corte interamericana dei diritti umani). La seconda parte cala il tema nell’ambito delle pratiche interruttive di gravidanza, dando conto delle cornici legislative nazionali alla luce dei più recenti mutamenti intervenuti in materia. Individua, quindi, le maggiori problematiche applicative incontrate, tentando risalire alle cause della resistenza sociale registrata a seguito dell’entrata in vigore di leggi controverse. La terza ed ultima parte, infine, dopo aver individuato le maggiori instabilità del sistema di accomodamento, propone alcuni correttivi legislativi che, in un’ottica de iure condendo, possono rivelarsi utili per la costruzione di un modello sostenibile di obiezione di coscienza.
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CAMONI, DANIELE. "L'opinione dissenziente. Una comparazione tra Spagna e Italia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/311599.

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Abstract:
La presente tesi di dottorato intende analizzare, soprattutto in un’ottica di comparazione tra l’ordinamento spagnolo e quello italiano, l’istituto dell’opinione “non maggioritaria” (declinata nelle sotto-articolazioni dell’opinione dissenziente stricto sensu intesa e di quella concorrente) nei rispettivi sistemi giurisdizionali, con specifico riferimento ai modelli di giustizia costituzionale. Dopo aver inquadrato l’opinione dissenziente dal punto di vista etimologico-linguistico e di contenuto, si fornirà un quadro preliminare relativo alle diverse argomentazioni teoriche che sono state addotte tanto a favore quanto in detrimento della sua introduzione. In questi termini, il dibattito verrà ad intrecciarsi con ulteriori tematiche, dalla funzione della motivazione giudiziaria al ruolo pubblico e soggettivo-istituzionale del giudice, dalla percezione che il contesto sociale e politico può (o deve) avere dell’attività giurisdizionale alle possibili ricadute – di segno positivo o negativo – che potrebbero determinarsi in forza di un utilizzo costante del dissent. A seguire, ampio spazio sarà dedicato alle origini storiche del voto non maggioritario in alcuni ordinamenti costituzionali (Regno Unito, Stati Uniti, Germania), nonché in alcune esperienze di diritto internazionale e sovranazionale (Tribunali internazionali, Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e, pur in assenza di una formalizzazione del dissenso, Corte di Giustizia dell’Unione Europea). Una volta ricostruite le origini storiche del voto particular nell’ordinamento giurisdizionale spagnolo, attenzione specifica sarà dedicata alla sua introduzione e sviluppo nei corrispondenti organi di giustizia costituzionale, dal Tribunal de Garantias Constitucionales repubblicano al Tribunal Constitucional: quest’ultimo, in particolare, costituirà il fulcro centrale delle riflessioni del lavoro di tesi. In particolare l’obiettivo principale di tale sezione consisterà altresì in una rilettura “moderna” e contestualizzata, indicativamente all’ultimo decennio (2009-2019), di alcuni lavori sul tema di grandi Maestri del diritto (spagnoli e non), al fine di comprendere se ed in quale misura le riflessioni da costoro elaborate siano ancora attuali o impongano un riassestamento degli equilibri raggiunti in ordine agli sviluppi del voto “non maggioritario”. A seguire, l’analisi si concentrerà sull’esperienza italiana. Nel dettaglio, si ricostruiranno i corposi dibattiti dottrinali sviluppati sul punto, raffrontandoli con i numerosi tentativi che sono stati fatti (a distinti livelli normativi e sempre in modo infruttuoso) per un’introduzione dell’opinione dissenziente nel sistema di giustizia costituzionale. In tale direzione, un rilievo specifico verrà dedicato alle implicazioni derivanti dalla fondamentale sentenza n. 18/1989 della Corte Costituzionale – la quale sembrava avere finalmente aperto gli argini alla possibilità di un’introduzione "italiana" del dissent – nonché allo stimolante confronto di posizioni relativo alla tipologia di fonte normativa deputata alla realizzazione di una siffatta innovazione, oscillando tra stretta legalità ed opportunità. Da ultimo, si cercherà di sviluppare alcune riflessioni in un’ottica “prospettica”, che guardi cioè alle possibili evoluzioni dell’istituto (pubblico, motivato e nominativo) del dissenso giudiziario. In conclusione, traendo stimolo del recente quarantennale della Costituzione spagnola, si farà il punto sull’evoluzione e attuale vitalità del voto particular, in un’ottica che possa parallelamente fungere anche da stimolo per una ripresa del dibattito – e soprattutto, per una sua materiale implementazione – anche nell’ordinamento italiano, da sempre sospettoso (quando non contrario) di fronte all’introduzione dell’opinione dissenziente.
The present Ph.D. thesis wants to analyse the role of dissenting opinions in Spain and Italy, especially considering the functioning of their Constitutional Courts. The first Chapter will deal with the theoretical reasons both in favour of and against the dissenting opinions from a historical, legal, institutional and political point of view. In detail, it will consider how the presence or absence of dissent can influence other concrete topics, such as the public role of judges, the independence of the judiciary and the consequences on the way majorities are shaped and opinions of the Court are written. The second Chapter will explore the historical origins of the dissenting opinion in some legal systems that accept it (UK, United States, Germany), as well as in some international and supranational Courts (European Court of Human Rights and European Court of Justice). The third and fourth Chapter will reflect on the origins and development of the "voto particular" in the Spanish system of constitutional review, from the Tribunal de Garantías Constitucionales (created by the Republican Constitution of 1931) to the Tribunal Constitucional of the democratic (and post-dictatorial) Constitution of 1978. In detail, the thesis will deal with the jurisprudence of the Tribunal Constitucional in the last ten years (2009-2019), looking at the impact of the dissenting opinion on its judgments. The fifth (and final) Chapter will consider the history and activity of the Italian Constitutional Court, starting from the reflections written by some of the most brilliant legal scholars and the legislative proposals that were (unsuccessfully) made in order to introduce the dissenting opinion in the Constitution or in ordinary laws. Finally, some thoughts will be written about the possibility of introducing the dissenting opinion also in Italy, considering in a comparative perspective how the Spanish legal system has dealt with it in the last forty years.
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COCCHI, SARA. "La tutela e la promozione dei diritti sociali. Decentramento, uguaglianza e differenziazione in Italia e in Spagna." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/2158/803941.

Full text
Abstract:
Il lavoro si propone di esaminare le principali problematiche legate all'affermazione e alla tutela dei diritti sociali in due ordinamenti costituzionali neo-policentrici, quello italiano e quello spagnolo, soffermandosi in particolare sul diritto all'assistenza sanitaria. This work analyses the constitutional framework concerning social rights in both the Italian and the Spanish neo-polycentric context, with a specific focus on the right to health care.
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Massa, Gallerano Greta. "Federalismo fiscale e Costituzione : una comparazione fra Spagna e Italia." Thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10955/73.

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Abstract:
Dottorato di ricerca in Impresa, stato e mercato, XXIII ciclo, a.a. 2009-2010
ABSTRACT - TESIS DOCTORAL Federalsimo Fiscal y Constitución. Una comparación entre España e Italia Dott.ssa Greta Massa Gallerano Università della Calabria y Universidad de Granada La presente Tesis doctoral – ‘El federalismo fiscal. Una comparación entre España e Italia’– tiene por objeto la cuestión central de la organización institucional y política del Estado descentralizado, y en especial la garantía de los derechos y su efectiva realización a través de la capacidad financiera de sus distintos niveles institucionales. La Tesis doctoral está dividida en cuatro capítulos. En el primer Capítulo hemos intentado presentar el tema de investigación, el método cientifico utilizado (es decir, el metodo constitucional – comparado entendido, según la doctrina häberliana, como “comparación cultural” entre los territorios europeos), así como las motivaciones de la comparación entre el ordenamiento español y el italiano. El núcleo de la investigación ha sido identificado en el análisis de la autonomía financiera garantizada por la Constitución a los territorios, y en el relativo vínculo de ésta con los principios constitucionales de igualdad, solidaridad, autonomía y leal colaboración (Bundestreue). El interrogante principal se ha referido, por consiguiente, a la posibilidad de individualizar un ‘equilibrio’ entre las exigencias de autonomía financiera de los territorios, y de los referidos principios constitucionales de autonomía, solidaridad e igualdad (interterritorial e interpersonal). En particular, nos hemos preguntado si la actuación de una fuerte decentralización financiera, en los dos Estados, puede producir una agresión del principio constitucional de igualdad – y causar disparidad de trato entre los ciudadanos según de donde éstos tengan su residencia – o, por 2 contra, puede dar lugar a un mejor equilibrio del sistema público y de la garantía de los derechos civiles y sociales. Para encontrar respuesta sobre tal cuestión – además de analizar los sistemas constitucionales y normativos de federalismo fiscal de España e Italia – ha sido muy relevante el análisis de unos factores políticos, sociales y económicos que caracterizan los territorios de los dos Estados investigados y que se unen, inescendiblemente, a la autonomía financiera. Nos referimos, sobretodo, a la fuerte polarización económica y social entre los distintos territorios (en Italia, incluso, una de las más fuerte de Europa); al papel jugado por los partidos políticos territoriales, y por la negociación bilateral entre el Estado y los territorios; a la calidad del Presupuesto público, de las inversiones públicas y de los servicios prestados, y, por último, a la indispensable correponsabilidad fiscal por parte de los territorios. La primera parte de la tesis doctoral recoge, en fin, las razones de la comparación entre los sistemas de federalismo fiscal español e italiano, los cuales se concretizan, en síntesis, en la voluntad de individualizar en el sistema autonómico español, bajo el perfil de la financiación de las CCAA, el modus operandi para un Estado como Italia, donde el actual proceso de descentralización financiera – junto a los fuertes desequilibrios territoriales de renta – lleva el riesgo de aumentar la disparidad de trato según el lugar de residencia, y de romper la ya débil cohesión social del País. A través de la comparación jurídica – constitucional hemos intentado, por lo tanto, encontrar los puntos de contactos, las divergencias y los posibles escenarios futuros para España e Italia. En particular, el análisis de la experiencia española se ha efectuado antes de la italiana por dos razones fundamentales. Ante todo, porque el elevado nivel de maduración de la descentralización financiera, la más larga experiencia española en este campo, así como la atenuación del desequilibrio económico y social entre las distintas CCAA, pueden indicar los caminos practicables y aquello que, por contra, puede intensificar la tensión entre los referidos principios 3 constitucionales. La segunda razón se identifica el lo que hemos definido como ‘suplemento de investigación’ (‘supplemento di indigine’); es decir, el análisis del sistema de financiación especial de las Islas Canarias, con el fin de profundizar en el empleo de medidas fiscales particulares (‘fiscalità di vantaggio’) – para aquellos territorios económicamente menos desarrollados – tanto desde la perspectiva constitucional, como desde la perspectiva comunitaria. En el tercer y cuarto Capítulo hemos reconstruidos, respectivamente, las experiencias constitucionales, normativas e históricas del federalismo fiscal español e italiano. Siendo los principios constitucionales de igualdad, solidaridad y autonomía base teórica de la investigación, para los dos ordenamientos se han analizado los que se han considerado los aspectos fundamentales para la actuación de la autonomía financiera. Es decir: la estructuración del sistema de perecuación financiera y, por tanto, los criterios utilizados para la distribución de los recursos entre los territorios, los cuales están relacionados con el principio de solidaridad y con la garantia de la igualdad entre todos los ciudadanos; la coparticipación territorial en los impuestos del Estado (o ‘territorialización de los impuestos’), la cual, si por un lado es importante para la responsabilización en la gestión territorial de los recursos, por otro puede estructurar un sistema de federalismo fiscal muy competitivo. Además, en estos dos Capítulos ha sido analizada la jurisprudencia constitucional sobre la autonomía financiera y, así, la fundamental contribución de la jurisdicción constitucional en la realización de los sistemas constitucionales de federalismo fiscal en los dos Estados. En el último Capítulo – es decir, el Capítulo sobre la perspectiva comparada y comunitaria – hemos analizado los escenario actuales de federalismo fiscal en Italia y en España: así pues, para Italia, la Ley n. 42/2009 (Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’art. 119 Cost.); y para España, el último modelo de financiación de las CCAA aprobado en el julio de 2009, y la relativa reforma de la LOFCA. 4 Sin embargo, antes de analizar dichas leyes, ha sido oportuno remarcar el actual escenario de crisis económica que están viviendo estos dos Estados (y en general, toda Europa), las relativas medidas financieras adoptadas por lo gobiernos, y las posibles consecuencias de esta crisis sobre el proceso de descentralización financiera (sobre todo en Italia), en términos de costos y de sostenibilidad de los nuevos modelos de financiación. También en esta parte de la investigación nos hemos detenido, para Italia, en la indentificación de los costos estándar – es decir, el quantum suficiente, homogéneo y mínimo para asegurar la prestación de servicios públicos fundamentales, recogidos en la Ley n.42/2009 sobre Federaslimo fiscal –, en los mecanismos de percuación, y en la la territorialización de los impuestos. En lo que se refiere al último modelo de financiación de las CCAA en España, nos hemos detenido ahora en el papel desarrollado por las Reformas Estatutarias (sobre todo en Cataluña), en la determinación de los nuevos criterios para la distribución de los recursos entre los territorios (contenido en el último modelo de financiación) y en el aumento de los impuestos cedidos a los territorios (50% del IRPEF y de la IVA). En refencia al caso catalán, además, se han analizado los contenidos sobre financiación de la sentencia del Tribunal constitucional sobre el ‘Estatut Catalán’, n. 31/2010. En la parte final de la investigación, como se ha adelantado, hemos examinado el sistema especial de financiación de las Islas Canarias y, en consecuencia, hemos comparado dicho sistema con la eventual actuación de medidas fiscales particulares en Italia (‘fiscalità di vantaggio’), a la vista del art. 119, apartado V de la Constitución, de la Ley n. 42/2009 sobre Federalismo fiscal y, también, de la reciente jurisprudencia comunitaria en esta materia. En particular, las Islas Canarias gozan tanto de, lo que hemos definido como, ‘cobertura’ constitucional (Disposición Adicional tercera de la Constitución), como de una distinta actuación del derecho comunitario para la realización de medidas fiscales particulares. Así, hemos intentado imaginar un hipotético escenario en el que se pudieran llevar a cabo, también, tales 5 medidas fiscales en los territorios italianos económicamente menos desarrollados. Sin embargo, el análisis comparado nos ha llevado a concluir que la eliminación – por parte del legislador de revision constitucional – de la referencia a la explotación del Mezzogiorno y de las Islas, así como la (según nosotros) errada colocación de esta tematica en la Ley n.42/2009, podrían delinear un marco no necesariamente favorable para las regiones económicamente más desfavorecidas. El tema de la ‘fiscalità di vantaggio’, finalmente, nos ha llevado a profundizar en el análisis de los vínculos comunitarios en relación a la realización del federalismo fiscal, y, en particular, deteniéndonos en la reciente jurisprudencia del Tribunal de Justicia de la Unión europea en esta materia. En particular, ha sido examinada la así llamada sentencia sobre el ‘impuesto sobre el Lujo’ (C-106/08) de la región Sardinia, y los (posibles) límites que la misma ha puesto a la actuación de la autonomía financiera en virtud del principio europeo de no discriminación. La Tesis doctoral concluye con la referencia a los principios constitucionales ilustrados en la primera parte de la misma, y ha intentado contestar las preguntas inicialmente indicadas, a la luz de los diversos escenarios analizados en la investigación. En particular, nos hemos referido a los problemas causados por la evidente ‘indefinición’ constitucional en materia de financiación de los territorios tanto en Italia, como en España; problemas que pueden afectar tanto a la actuación de la solidaridad interterritorial y de la igualdad sustancial, como al desarrollo económico, social y cultural de estos territorios.
Università della Calabria, Dipartimento di scienze giuridiche
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RENGHINI, Cristina. "Il sistema di tutela brevettuale nell'Unione Europea: il Brevetto Europeo con effetto unitario e il Tribunale Unificato dei Brevetti." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251086.

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Abstract:
Dopo più di quarant’anni di tentativi tesi alla realizzazione di un titolo di protezione brevettuale “comunitario”, nel 2012 sono stati emanati due regolamenti, il n. 1257/2012 e il n. 1260/2012, attuativi di una cooperazione rafforzata tra ventisei Stati membri dell’Unione europea: essi creano un brevetto europeo con effetto unitario e ne disciplinano il regime di traduzione applicabile. L’anno successivo, venticinque Stati membri hanno firmato un accordo istitutivo del Tribunale unificato dei brevetti. I summenzionati strumenti normativi costituiscono il c.d. “pacchetto brevetti”, che entrerà in vigore una volta che almeno tredici Stati membri, tra cui Germania, Francia e Regno Unito, avranno ratificato l’Accordo. Rispetto al panorama attuale, caratterizzato da una frammentazione normativa e giurisdizionale, tale nuova architettura porterà indubbiamente notevoli vantaggi. Da un lato, infatti, i regolamenti europei introducono un “nuovo brevetto” che estende la sua efficacia oltre i confini nazionali; la portata della protezione e gli effetti saranno infatti uniformi in tutto il territorio degli Stati membri partecipanti. Dall’altro, il Tribunale unificato, competente a giudicare quasi tutte le controversie in materia brevettuale, si sostituirà ai giudici nazionali, garantendo l’uniformità della giurisdizione e delle decisioni. Tuttavia, il risultato ottenuto con il “pacchetto brevetti” non sembra essere adeguato agli obiettivi di unitarietà che le istituzioni europee e gli Stati membri si erano prefissati. Si tratta infatti di un quadro normativo complesso, che combina il diritto dell’Unione europea, il diritto internazionale (in particolare l’Accordo sul Tribunale unificato e la Convenzione sul brevetto europeo), e il diritto nazionale degli Stati membri, a cui gli atti citati rinviano in diverse occasioni, e che istituisce due strumenti, il brevetto europeo con effetto unitario e il Tribunale unificato dei brevetti, dalla natura assai controversa. Per tale ragione, la nuova normativa solleva molteplici questioni di natura costituzionale, in ordine alla compatibilità del nuovo sistema con l’ordinamento giuridico dell’Unione europea. Uno dei profili problematici di particolare interesse riguarda la cooperazione rafforzata in tema di tutela brevettuale unitaria, che sembra essere stata instaurata per eludere il dissenso di Italia e Spagna in relazione al regime linguistico applicabile. Inoltre, nei due regolamenti europei manca una vera e propria disciplina sostanziale, sollevando pertanto dei dubbi sull’effettiva “unitarietà” del nuovo brevetto. Infine, alcune caratteristiche del Tribunale unificato, quali la sua particolare struttura, il riparto interno delle competenze, il regime linguistico e la previsione di un periodo transitorio in cui è possibile ancora adire il giudice nazionale, si pongono in contrasto con il fine di unificazione giurisdizionale. A tali considerazioni si aggiunge che la decisione del Regno Unito di uscire dall’Unione europea potrebbe compromettere l’entrata in vigore del “pacchetto brevetti”. Obiettivo del presente lavoro è quello di analizzare in modo organico l’intera disciplina, nell’ottica di verificarne l’effettiva compatibilità con l’ordinamento dell’Unione europea. Solamente attraverso un approccio sistematico fondato sui principi e sugli strumenti dell’UE, si possono superare le attuali criticità che emergono dal “pacchetto brevetti”, nell’ottica di un effettivo miglioramento di tale nuova disciplina e del conseguente raggiungimento di una reale unitarietà nella tutela brevettuale.
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Books on the topic "Costituzione spagnola"

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Aguilar, Juan Fernando López. Lo Stato autonomico spagnolo: Stato composto asimmetrico e fatti differenziali nella Costituzione spagnola del 1978 : un'analisi dello Stato delle autonomie nella prospettiva del costituzionalismo comparato : federalismo asimmetrico e "fatti differenziali costituzionalmente rilevanti". Padova: CEDAM, 1999.

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Rolla, Giancarlo. Indirizzo politico e tribunale costituzionale in Spagna. Napoli: E. Jovene, 1986.

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Valdés, José Ma Portillo. La nazione cattolica: Cadice 1812: una costituzione per la Spagna. Manduria (TA): P. Lacaita, 1998.

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Andrea, Romano, and Spain, eds. Costituzione politica della monarchia spagnuola: Ristampa anastatica dell'edizione di Messina, presso Giovanni del Nobolo, 1813. Soveria Mannelli: Rubbettino, 2000.

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5

I problemi costituzionali dell'immigrazione in Italia e Spagna: II Giornate italo-spagnole di giustizia costituzionale : El Puerto de Santa Marı́a, 3-4 ottobre 2003. Milano: Giuffrè, 2005.

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6

Giancarlo, Rolla, ed. Le Forme di governo nei moderni ordinamenti policentrici: Tendenze e prospettive nell'esperienza costituzionale italiana e spagnola. Milano: Giuffrè, 1991.

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7

Ceccanti, Stefano. Unione europea, costituzione economica e diritti sociali nella giurisprudenza costituzionale di Francia e Spagna: The European Union, the economic constitution and social rights in French and Spanish constitutional judgments. Bologna: CLUEB, 2010.

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8

Da Bayonne a Cadice: Il processo di trasformazione costituzionale in Spagna, 1808- 1812. Messina: Sicania University Press, 2009.

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9

Angelis, Fernando De. La rivoluzione spagnola degli anni 1808-1810: Alla ricerca di un modello politico-costituzionale tra antico regime e rinnovamento. Roma: Aracne, 2010.

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10

Campanelli, Giuseppe. Incontri e scontri tra Corte Suprema e Corte Costituzionale in Italia e in Spagna. Torino: G. Giappichelli, 2005.

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Book chapters on the topic "Costituzione spagnola"

1

Hook, David. "Distant Disruption: Some Italian Editions of the Costituzione Politica Della Monarchia Spagnuola and Their Significance." In Translations In Times of Disruption, 75–99. London: Palgrave Macmillan UK, 2017. http://dx.doi.org/10.1057/978-1-137-58334-5_4.

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"Proclamazione della Costituzione spagnola per la Federazione Italiana (1821)." In Constitutional Documents of Italy and Malta 1787–1850, Part I: National Constitutions / Constitutions of the Italian States (Ancona – Lucca), edited by Jörg Luther. Berlin, New York: De Gruyter, 2009. http://dx.doi.org/10.1515/9783598441530.41.

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"Petizione Santarosa per la Costituzione spagnola nel Regno di Sardegna (1821)." In Constitutional Documents of Italy and Malta 1787–1850, Part II: Modena and Reggio–Verona Malta, edited by Jörg Luther. Berlin, New York: De Gruyter, 2010. http://dx.doi.org/10.1515/9783110231106.225.

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