Academic literature on the topic 'Corpo femminile'

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Journal articles on the topic "Corpo femminile"

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Rorandelli, Tristana. "NASCITA E MORTE DELLA MASSAIA DI PAOLA MASINO E LA QUESTIONE DEL CORPO MATERNO NEL FASCISMO." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 37, no. 1 (March 2003): 70–102. http://dx.doi.org/10.1177/001458580303700105.

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Abstract:
Il saggio esamina il romanzo di Paola Masino (1908–1989) Nascita e morte della massaia (1939; pubblicato nel 1945), interpretando i temi del corpo femminile e della maternità alla luce del contesto storico-culturale dell'epoca fascista. Questi due topoi sono letti in relazione alla socializzazione e alla meccanizzazione del corpo femminile proposte dalla propaganda e dalla politica fasciste allo scopo di promuovere la campagna demografica e l'espansione coloniale italiana. Il romanzo della Masino è successivamente collocate, pur nella sua originalità, nell'ambito della reazione negativa, evidente nella stampa femminile coeva, alla trasformazione fascista del corpo femminile in “macchina” per la produzione di prole, Esaminando il conflitto interiore della protagonista e il drammatico risultato della normalizzazione e del controllo esercitati dal regime sulla sua sfera femminile, il saggio si concentra sul modo in cui il romanzo mette in discussione i presupposti della dottrina fascista relativa alle donne e soprattutto la sua concezione riduttiva, sociale e biologica dell'esistenza femminile.
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Ingravallo, Tiziana. "CORPI E STORIA IN BRING UP THE BODIES DI HILARY MANTEL." Revista Internacional de Culturas y Literaturas, no. 21 (2018): 202. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2018.i21.15.

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Abstract:
Il contributo propone una interpretazione del romanzo storico di Hilary Mantel, Bring up the Bodies, con una particolare enfasi sulla rappresentazione del corpo che apre nuove prospettive sulla costruzione storica della soggettività femminile. Parole chiave: romanzo storico, ritratto, corpo, soggettività femminile.
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Sanlorenzo, Rita. "Rappresentanza, lavoro, autodeterminazione." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 3 (September 2011): 86–103. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003009.

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Guaraldo, Olivia. "ANATOMIA E POLITICA IN CARLA LONZI." Rivista Italiana di Filosofia Politica, no. 4 (August 5, 2023): 137–55. http://dx.doi.org/10.36253/rifp-1890.

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Abstract:
Ilrischio che Lonzi intraprende con le altre è sia quello di pensarsi a partire da un ‘vuoto’, sia dinominare tale gesto ‘politica’. Infine, si potrebbe aggiungere, il rischio più grande che Lonziintraprende – e che la rende un’autrice scomoda sia per un pensiero della differenza che ha quasi deltutto abbandonato l’esplorazione del piacere femminile, sia per il pensiero transfemminista e queerche rifiuta la binarietà dei corpi sessuati e quindi, sospettiamo, la specificità fisiologica di unpiacere clitorideo – è quello di dire, in un’epoca in cui il sospetto per la biologia e l’anatomia ètratto comune della riflessione teorico-politica – che i corpi hanno fattezze differenti e piaceridifferenti, a seconda del loro sesso anatomico. Legare il discorso sul corpo al piacere, e allacristallina differenza tra un piacere maschile e uno femminile – a loro volta differentementecollegati al processo di generazione – permette a Lonzi di politicizzare il corpo femminile senzaneutralizzarlo, senza trasformarlo solo in un dispositivo discorsivo. Il pensiero di Lonzi, quindi, seletto con onestà e lucidità, per certi versi può fungere da argine alla riduzione delle tematiche legateal sesso e alla sessualità a semplici questioni discorsive, o di preferenza.
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Giacchino, Giovanna. "Il corpo violato, il corpo liberato: autodistruzione e catarsi in La Muñeca menor di Rosario Ferré." e-Scripta Romanica 11 (November 8, 2023): 107–17. http://dx.doi.org/10.18778/2392-0718.11.10.

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Abstract:
La teoria sull’auto-riconoscimento dell’universo femminile elaborata da Hélène Cixous nel saggio La Risa de la Medusa (1975) unitamente ai meccanismi di alienazione postcoloniale analizzati da Franz Fanon ne I Dannati della terra (1961) hanno, a mio avviso, ispirato Rosario Ferré nell’elaborazione delle strategie letterarie adottate nel racconto La Muñeca menor. L’intento di Ferré è quello di demistificare e rovesciare il sistema patriarcale vigente attraverso una scrittura autobiografica, sovversiva e iraconda. La ribellione che caratterizza le eroine femminili de La Muñeca menor si compie attraverso la catarsi e la consunzione dei loro corpi. La loro autodistruzione liberatoria apre la strada a una vera e propria decolonizzazione dell’anima. La scrittrice portoricana si prefigge di mettere in luce attraverso il racconto le ripercussioni emotive generate dai processi coloniali. Ferré teorizza inoltre una nuova cosmogonia in cui le donne portoricane, doppiamente vittime del sistema coloniale e patriarcale, possano rivestire un ruolo attivo e partecipativo.
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Mele, Vincenza. "Percorsi femminili sull’accanimento riproduttivo." Medicina e Morale 53, no. 1 (February 28, 2004): 91–108. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.655.

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Abstract:
L’Autrice esamina criticamente la tecnica di fecondazione in vitro (FIVET) dal punto di vista etico, mettendo in luce gli elementi di sproporzione dell’intervento tecnologico per la bassa efficacia, l’alto rischio per il nascituro, l’invasività per il corpo materno e gli elevati costi economici. L’obiettivo del presente lavoro è contestare sia la terapeuticità della FIVET, sia contestare un luogo comune che vede il pensiero femminile favorevole alle tecnologie riproduttive. La sproporzionalità terapeutica viene quindi analizzata secondo l’ottica delle donne, alla luce di diverse prospettive: le prospettive della bioetica cosiddetta femminista e la prospettiva della bioetica al femminile. L’articolo mette in luce le ragioni di non accettabilità della tecnica da parte di entrambe le prospettive, in particolare l’oggettivazione del corpo della donna ed il parassitismo della tecnologia. L’Autrice conclude illustrando il suo personale punto di vista sulla bioetica al femminile: il logos delle tecnologie riproduttive, che è quello dell’ottimizzazione di un prodotto, mette a serio rischio il valore simbolico della maternità, come luogo originario del prendersi cura.
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Dentale, Rosa Celeste. "La solitudine di un corpo privato dei sensi." PSICOBIETTIVO, no. 1 (March 2012): 126–28. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-001009.

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Abstract:
Il rapporto madre-figlia. La complessitŕ e l'ambivalenza dei segni intricati, a volte brucianti, a volte lievi, dell'intenso e conflittuale processo che conduce la figlia dal massimo di prossimitŕ e specularitŕ con la madre alla costruzione della propria personale identitŕ femminile.
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Duraccio, Caterina. "voci delle intersezioni: Postcolonialismo e femminismo." Revista Internacional de Pensamiento Político 16 (January 28, 2022): 161–76. http://dx.doi.org/10.46661/revintpensampolit.6280.

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Abstract:
All’inizio degli anni ’80 nell’Università di Delhi, un gruppo di studiosi si riunisce per riflettere sulle relazioni tra Occidente ed Oriente. Il collettivo nato dallo storico Ranajit Guha, prende il nome di Subaltern Studies, richiamando le teorie gramsciane sulla subalternità. L’analisi dei rapporti di dominio e soggezione tra coloni e colonizzati è centrale nello sviluppo di queste nuove teorie postcoloniali. I protagonisti di questo fervente dibattito non circoscrivono il postcolonialismo dentro precisi confini geografici: la condizione postcoloniale è principalmente ideologica, poiché nasce come prodotto delle relazioni e dei processi storici di colonizzazione. All’interno dei Subaltern Studies, la studiosa Gayatry Chakravorty Spivak (1985) si interroga sull’assenza del soggetto femminile nel discorso dei suoi colleghi, ponendo una domanda fondamentale per la teoria postcoloniale e per la teoria femminista: “La subalterna può parlare?” (1988). La donna appare un soggetto ventriloquizzato e costantemente rappresentato e definito dallo sguardo dell’altro. Spivak centra l’attenzione sul bisogno di autodeterminazione del soggetto femminile. Alla voce della filosofa indiana fanno eco le femministe chicanas e afroamericane, che dagli Stati Uniti reclamano un femminismo che tenga conto di tutte le subalternità che agiscono sul corpo femminile, prima fra tutte la razza. La declinazione dell’intersezione tra sesso, razza e classe assume un ruolo fondamentale sia nella teoria postcoloniale che in quella femminista. Nel presente lavoro si analizzano le principali rivendicazioni e le strategie di resistenza usate dalle voci delle subalterne, che marcano alcuni momenti di incontro/confronto tra femminismo e postcolonialismo.
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De Ceglia, Paolo. "DONNE SVENTRATE E UOMINI SCUOIATI. CORPO FEMMINILE E CORPO MASCHILE NELLE CERE ANATOMICHE." Revista Internacional de Culturas y Literaturas 3, no. 3 (2005): 7–14. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2005.i03.01.

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Colucci, Dalila. "“ … donne erano: e donne sarebbero”: Il corpo femminile come catalizzatore delle strutture narrative e delle scelte linguistiche nel Pasticciaccio." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 48, no. 3 (September 11, 2014): 428–51. http://dx.doi.org/10.1177/0014585814542238.

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Abstract:
In Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda, il corpo femminile – smembrato ed esaminato per dettagli; ridotto alla dimensione brutalmente sessuale o emanante invece una bellezza ineffabile; costruito per contrasti e inesprimibile se non attraverso la citazione – funziona come una grande metafora del mondo e, di conseguenza, della lingua che di esso dà conto perseguendone non la spiegazione, bensì solo l’apparire. Il saggio sviluppa pertanto l’ipotesi che la sperimentazione linguistica del Pasticciaccio, così come la sua costruzione rizomatica e digressiva, venga catalizzata attraverso la rappresentazione dei profili femminili, a sua volta legata a tematiche psicologiche e sociali. Correlativo oggettivo della confusione, della molteplicità e dell’indicibilità del reale, la donna diviene cioè, per transfert letterario, microcosmo riflettente delle strutture del romanzo e delle sue caleidoscopiche scelte verbali.
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Dissertations / Theses on the topic "Corpo femminile"

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Akhmad, Mariyam. "Donne dal corpo "politicamente scorretto": la percezione del corpo femminile nel contesto politico." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Questo elaborato si pone l'obiettivo di prendere in esame la maniera in cui le donne appartenenti al mondo della politica vengono presentate dai media in una prospettiva di genere. Più precisamente, ciò su cui verte la mia analisi è la percezione del corpo femminile in politica, cui vengono indirizzate critiche e lodi, cosicché il corpo non passi mai inosservato. L’aspetto fisico, per una politica, assume un ruolo molto più importante di quello che ha per un politico, e finisce in ogni caso per penalizzarla. Protagoniste del mio elaborato sono Hillary Clinton e Melania Trump, due donne che ricoprono due ruoli completamente diversi nella politica statunitense, ma che subiscono una discriminazione molto simile. Attraverso un confronto diretto con articoli di giornale statunitensi e italiani da me selezionati, ho cercato di mettere in evidenza tutti gli stereotipi sessisti di cui i media continuano a servirsi nel riportare notizie riguardanti donne in politica.
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Carra, Esther. "Il corpo femminile nella letteratura medica antica (Ippocrate e Sorano)." Thesis, Sorbonne université, 2019. http://www.theses.fr/2019SORUL049.

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Abstract:
L’objet du travail de la thèse est l’étude de l’image du corps de la femme dans la littérature médicale antique, sous ses différents aspects physiologiques et culturels, étude fondée sur les témoignages de deux auteurs centraux pour cette recherche : Hippocrate (Ve siècle av. J.-C.) et Soranos (Ier siècle ap. J.-C.). Les traités gynécologiques et embryologiques du Corpus hippocratique soulignent l’importance absolue du rôle maternel pour l’image de la femme, rôle en fonction duquel est interprété le corps féminin, ce qui est démontré également par l’intérêt pour la future mère dans de nombreux passages de l’œuvre Gynaecia de Soranos. En effet, à cause de jugements négatifs sur la virginité et à cause de problèmes résultant de la stérilité, la maternité devient non seulement garante de la continuité familiale mais a également une fin thérapeutique et assure un état de bien-être. Une analyse des traités du point de vue philologique et historico-littéraire peut rendre pleinement compte de la complexité des indications de nature sociale et anthropologique qui abondent dans les traités
The subject of this work is the study of the woman’s body in the field of ancient medical literature, from both physiological and cultural aspects. The study is based on the testimony of two authors who were key figures in this reserach : Hippocrates (5th century B.C.) and Soranus (1st century B.C.). Genealogical and embryological treatises of the Hippocratic Corpus highlight the great importance of the maternal role in the image of the woman, a function by which the female body is interpreted, matter that is also confirmed in several pieces by Sorano’s Gynaecia which show an important interest for the expectant mother. Indeed, because of the negative opinion about virginity and the problems arising from infertility, motherhood became not only the guarantor of the family continuity, but also a therapeutic method which provided a state of well-being. A philological and historical-literary analysis of the treatises can clearly demonstrate the complexity of the social and anthropological indications which are abound in the treatises
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Gentile, Lucia. "Concepire i corpi. Saperi e pratiche del corpo riproduttivo femminile nella città di Bhuj, India." Thesis, Paris, INALCO, 2020. http://www.theses.fr/2020INAL0002.

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Abstract:
La thèse vise à explorer le rôle que les connaissances et les pratiques du corps reproducteur féminin jouent dans le processus de gynécopoïèse. Comment la production, la reproduction, la transformation et la contestation des connaissances sur la reproduction influencent-elles la manière dont les femmes vivent leur corps? Quelles sont les implications de ce processus sur la construction et l'expérience de genre? La thèse est basée sur une recherche ethnographique menée auprès d'une trentaine de femmes qui vivent dans la ville de Bhuj (Gujarat, Inde). La recherche a une approche intégrant une méthodologie visuelle et narrative, proposant la technique de la cartographie corporelle comme outil d'analyse des représentations corporelles. Le texte est organisé en trois parties, chacune présentant un angle d'analyse différent, à savoir la représentation, la production et les soins du corps. La première partie porte sur l'articulation des connaissances anatomiques et physiologiques, où le corps est étudié dans sa matérialité et dans ses manifestations somatiques, en examinant l'articulation sémantique et symbolique des différents fluides corporels. La deuxième partie examine les différentes connaissances et pratiques du corps qui accompagnent le processus de subjectivisation féminine. Enfin, le corps est analysé du point de vue de la santé reproductive: comment les femmes conçoivent-elles et font-elles face à la maladie? Deux des systèmes médicaux les plus utilisés par les femmes à Bhuj ont été examinés, à savoir l'allopathie et la médecine locale (deśī), représentées par les pratiques des dāī māṃ (sage-femme traditionnelle)
This thesis explores the knowledge and practices of the female reproductive body in the process of gynecopoiesis. How do the production, reproduction, transformation and contestation of knowledge about reproduction influence the way women live their bodies? What are the implications of this process on the gender construction and experience? This thesis is based on ethnographic research conducted with thirty women who lived in the city of Bhuj (Gujarat, India). The research has an approach that integrates a visual and narrative methodology, proposing the technique of body mapping as a tool for analysing body representations. The text is organized in three parts. Each part presents with a different angle of analysis: representation, production and care of the female reproductive body. The first part, which is structured around the body maps, focuses on the articulation of anatomical and physiological knowledge. The body is investigated in its materiality and in its somatic manifestations, by the semantic and symbolic articulation of the different bodily substances and fluids. The second part considers the knowledge about the body and different practices that accompany the process of female subjectivation through a project of intentional shaping. In this context, two of the medical systems most used by women in Bhuj have been taken into consideration: allopathic and local medicine (deśī) represented by the practices of dāī māṃ (traditional birth attendant)
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GENTILE, LUCIA. "Concepire i corpi. Saperi e pratiche del corpo riproduttivo femminile nella città di Bhuj, India." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/276549.

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Abstract:
La tesi esplora il ruolo che i saperi e le pratiche del corpo riproduttivo femminile hanno nel processo di ginecopoiesi. In che modo la produzione, la riproduzione, la trasformazione e la contestazione dei saperi sulla riproduzione influenzano il modo in cui le donne vivono il proprio corpo? Che implicazioni ha questo processo sulla costruzione e l’esperienza del genere? La tesi si basa su una ricerca etnografica condotta con trenta donne che abitano nella città di Bhuj nello stato del Gujarat, in India. Questo studio mi ha permesso di indagare in che modo sono percepiti e vissuti i diversi processi riproduttivi (es. mestruazione, gravidanza, parto, allattamento, menopausa etc.), prestando particolare attenzione al linguaggio e alle metafore utilizzate per descriverli. La ricerca ha un approccio che integra una metodologia visiva e narrativa, proponendo la tecnica della cartografia corporea come strumento di analisi delle rappresentazioni del corpo. Infine, lo studio prende in considerazione la costruzione della salute riproduttiva da parte delle donne e come questa si riconfiguri nell’incontro con la bio-medicalizzazione del corpo femminile. Il testo è organizzato in tre parti, ognuna delle quali presenta un diverso angolo di analisi: la rappresentazione, la fabbricazione e la cura del corpo riproduttivo femminile. La prima parte, strutturata attorno alle cartografie del corpo, si focalizza sull’articolazione dei saperi anatomici e fisiologici. Il corpo è indagato nella sua materialità e nelle sue manifestazioni somatiche, investigando l’articolazione semantica e simbolica delle diverse sostanze e fluidi corporei. La seconda parte considera i diversi saperi e pratiche corporee che accompagnano il processo di soggettivizzazione femminile attraverso un progetto di plasmazione intenzionale. L’autorità di questo disegno è fissata in un modello di femminilità che trascende le diverse correnti religiose, castali o sociali e che è applicato e perpetuato dalle singole donne attraverso una trasmissione femminile. L’ultima parte analizza il corpo dal punto di vista della salute riproduttiva e descrive in che modo le donne concepiscono e affrontano la malattia. In quest’ambito, sono stati presi in considerazione due tra i sistemi medici più utilizzati dalle donne a Bhuj: la medicina allopatica e quella locale (deśī) rappresentata dalle pratiche delle dāī māṃ (traditional birth attendant).
This thesis explores the knowledge and practices of the female reproductive body in the process of gynecopoiesis. How do the production, reproduction, transformation and contestation of knowledge about reproduction influence the way women live their bodies? What are the implications of this process on the gender construction and experience? This thesis is based on ethnographic research conducted with thirty women who lived in the city of Bhuj in the state of Gujarat in India. I tried to explore the way in which the different reproductive processes are seen and experienced (ex. menstruation, pregnancy, childbirth, breastfeeding, etc.), paying particular attention to the language and metaphors used to describe them. The research has an approach that integrates a visual and narrative methodology, proposing the technique of body mapping as a tool for analysing body representations. Finally, the research considers how women construct their reproductive health and how reproductive health is reconfigured in the encounter with bio-medicalization of the female body, which is becoming increasingly widespread in the region. The text is organized in three parts. Each part presents with a different angle of analysis: representation, production and care of the female reproductive body. The first part, which is structured around the body maps, focuses on the articulation of anatomical and physiological knowledge. The body is investigated in its materiality and in its somatic manifestations, by the semantic and symbolic articulation of the different bodily substances and fluids. The second part considers the knowledge about the body and different practices that accompany the process of female subjectivation through a project of intentional shaping. The authority of this discourse is set in a model of femininity that transcends the different religious, castal or social groups. This discourse is applied and perpetuated by individual women, through a feminine transmission. In the last section, the body is analysed from the perspective of reproductive health and describes how women conceive and cope with illness. In this context, two of the medical systems most used by women in Bhuj have been taken into consideration: allopathic and local medicine (deśī) represented by the practices of dāī māṃ (traditional birth attendant).
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SPECCHIO, ANNA. "Technologizing womanhood. Corpo e identità nella letteratura giapponese femminile in epoca digitale." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2019. http://hdl.handle.net/11567/945775.

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Abstract:
Starting from the assumption of Donna Haraway for which the cyborg, a hybrid entity between organic body and cybernetic mechanism, embodies the ability to interrupt the dualism that sees the natural body in opposition to the technologically reconstructed body and becomes a starting point for the development of the perspective of posthuman thought, I analyze how Japanese women respond to socio-cultural changes and technological and biomedical developments, and how many technologies have contributed and still contribute to the construction of new female subjectivities. In this perspective, I examine three contemporary authors (Wataya Risa, Taguchi Randy and Murata Sayaka) with the aim of analyzing the relationship between bodies and female identities and the different technologies in the digital age.
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Traverso, Alice <1997&gt. "Il concetto di corpo femminile tra oggettificazione e ipercriticismo: un percorso di analisi nella letteratura scandinava contemporanea." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20448.

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Abstract:
Dai tempi ancestrali in cui Eva cedette alla tentazione di mordere la mela del peccato sfidando il suo padrone Dio, il corpo della donna è marchiato dal giudizio della società patriarcale che vede negli uomini i detentori di ogni potere. La gerarchia verticale che regola le dinamiche della società contemporanea identifica l’uomo al vertice e la donna, soggetta al suo controllo (indiretto e non) ai livelli inferiori in posizione di subordinazione e accettazione del volere primario. A livello materiale, il corpo femminile è oggettificato nel suo essere e su di esso vengono imposti gli imperativi dettati dal maschio: bellezza, giovinezza, magrezza, salute, accondiscendenza sessuale e propensione naturale alla maternità e alla cura dei figli. Il rifiuto di tali imperativi comporta per le donne l’accantonamento ai margini sociali con il marchio di non meritevoli, frigide e/o trascurate. La presente tesi di laurea si prefigge l’obiettivo di offrire una panoramica sui principali aspetti del corpo femminile minati dall’ingerenza del potere patriarcale. Suddivisa in capitoli monotematici, essa propone in ognuno di essi lo studio di una o più opere letterarie appartenenti alla letteratura scandinava contemporanea che offrano spunti di riflessione sul tema: dal tabù delle mestruazioni allo stigma della sessualità nell’opera di Liv Strömquist, dall’educazione sessuale nelle riflessioni di Nina Brochmann ed Ellen Støkken Dahl all’industria del porno e alla cultura dello stupro nella scrittura di Louise Amcoff e Tove Sahlin, dalla gravidanza nell’opera di Helena Granström alla narrazione del corpo grasso in quella di Stina Wollter. L’analisi entra tuttavia in dialogo con testi provenienti da diversi campi di ricerca teorici, dall'analisi psico-antropologica del concetto di corpo di Orbach alla cultura dell'immagine di Frisén, Holmqvist Gattario e Lunde, da Sartre a de Beauvoir, da Bettelheim a Thiébaut, e traccia i contorni di una rappresentazione poliedrica del tema, non limitandosi al lato meramente letterario.
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Rossi, Margherita <1997&gt. "Fra uso e abuso: la delegittimazione del corpo femminile Traduzione cinese-italiano de L’utero di Sheng Keyi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21057.

Full text
Abstract:
Questa tesi si concentra sulla traduzione dal cinese all'italiano del romanzo L'utero (Zigong 子宫, 2019), frutto della penna della scrittrice Sheng Keyi 盛可以, accompagnata da una panoramica delle politiche di pianificazione familiare in Cina e delle dinamiche di controllo dei corpi femminili. In ultima battuta, un commento linguistico e traduttologico correda l'elaborato. La tesi si suddivide in tre sezioni. La prima sezione è costituita da un'introduzione che mira a fornire un quadro generale sul contesto storico e sociale entro cui il romanzo è inserito, offrendone tre prospettive distinte: l'evoluzione delle politiche di pianificazione demografica cinese, l'uso e abuso dei corpi femminili nel controllo delle nascite e, infine, i tormenti fisici e psicologici delle donne indotti dalle norme riproduttive figlie della cultura tradizionale e delle politiche statali. La seconda sezione riporta la traduzione dei primi due capitoli del romanzo selezionato, e ricalca la struttura del testo originale. L'incipit prelude simbolicamente ai destini delle donne della famiglia Chu, costituendo un rimando agli interventi di sterilizzazione – una castrazione al femminile – a cui sono sottoposte le parenti più strette della piccola protagonista, ed associando tale realtà all'ordinario processo di mutilazione degli animali d’allevamento. La terza e ultima sezione consiste nell'analisi del testo di partenza, delle principali problematiche e sfide riscontrate durante la traduzione e degli adattamenti e strategie traduttive utilizzate al fine di produrre il testo finale in italiano. La bibliografia e la sitografia concludono questo elaborato, raccogliendo tutte le fonti utili consultate per l'elaborazione di questa tesi.
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Malatesta, Lisa Jane <1996&gt. "Tōkaidō Yotsuya Kaidan: l'horror di Tsuruya Nanboku tra l'"ubume" e ed il corpo femminile come figura abietta." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19720.

Full text
Abstract:
L’obiettivo di questo elaborato è quello di illustrare innanzitutto l’evoluzione del teatro kabuki, non più verso un ritorno romanzato al passato, bensì verso la rappresentazione metaforica ed orrorifica di una realtà cruda e difficile, in netto contrasto con il mistificato passato dei sekai classici. Questo tramite un breve excursus storico del periodo Tokugawa (1603-1868) e con l’analisi della popolare opera emblematica dell’era Bunka e Bunsei (1804-1830): Tōkaidō Yotsuya Kaidan di Tsuruya Naboku, opera che segnerà profondamente la cultura popolare giapponese dalla sua prima rappresentazione del 1825 fino ai giorni d’oggi. Inoltre, punterà a dimostrare come, sebbene il concetto di femminismo all’epoca ancora non esistesse, con la creazione di personaggi come quello di Oiwa si è potuto assistere alla nascita di un "proto-femminismo" basato sulla rivalsa della donna dopo la morte, una volta che il legame con la società samuraica viene spezzato grazie al passaggio all’altro mondo.
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Bergamin, Maddalena. "Il corpo nella lettera. Le tracce del femminile nella poesia italiana contemporanea : le voci di Anedda, Cavalli e Gualtieri." Thesis, Paris 4, 2017. http://www.theses.fr/2017PA040158.

Full text
Abstract:
Le travail de recherche ici présenté porte sur l’analyse de l’écriture poétique de trois femmes écrivains italiennes contemporaines : Antonella Anedda (1955), Patrizia Cavalli (1947) et Mariangela Gualtieri (1951). Nous avons décidé d’aborder ce corpus sur la base de certains acquis théoriques de la psychanalyse lacanienne. L’hypothèse de départ repose sur l’idée que le texte poétique, en raison de son statut particulier au sein du langage, nécessite d’être interrogé à partir d’une réflexion scrupuleuse à propos de la relation entre inconscient et langage. Nous avons développé une conception du texte poétique qui prend appui sur deux élaborations majeures de Jacques Lacan, à savoir l’inconscient comme espace du sujet manque-à-être et l’inconscient parlêtre. À partir de là, nous avons défini le texte comme lieu de coexistence de deux univers distincts : celui du Symbolique, qui relève du glissement incessant du sujet sur la chaîne signifiante ; celui du Réel, qui relève de la langue singulière, opaque et indéchiffrable qui habite tout être parlant. Il s’est par conséquent avéré nécessaire de questionner en profondeur les problématiques de l’énonciation et de l’interprétation. Le concept lacanien de pas-tout, étroitement lié à la question féminine, nous a guidé dans l’élaboration d’une éthique de la lecture du texte qui vise à ne pas négliger sa dimension réelle, corporelle et irréductible. Nous avons ensuite testé notre approche à travers l’analyse du corpus poétique choisi. Interroger le mode d’énonciation spécifique de chacune des trois poétesses convoquées, nous a permis de donner la parole à trois voix majeures de la poésie italienne contemporaine. Les écritures de Anedda, Cavalli et Gualtieri se sont ainsi imposées non seulement comme trois expériences tout à fait originales dans le panorama de la poésie italienne de ces dernières années, mais surtout comme trois réponses complexes et différentes par rapport à la problématique de la subjectivité contemporaine
The research presented here concerns the analysis of the poetic writing of three contemporary Italian women writers: Antonella Anedda (1955), Patrizia Cavalli (1947) and Mariangela Gualtieri (1951). We decided to approach this corpus on the basis of certain theories of Lacanian psychoanalysis. The starting hypothesis rests on the idea that poetic text, because of its particular status within language, needs to be examined on the basis of scrupulous reflection on the relation between the unconscious and language. We have developed a notion of poetic text that is based on two major approaches by Jacques Lacan, namely the unconscious as the space of the subject manque-à-être and the unconscious parlêtre. From this point on, we have defined the text as the place of coexistence of two distinct universes: that of the Symbolic, which refers to the incessant sliding of the subject on the chain of signifiers, and that of the Real, which is singular, opaque and indecipherable lalangue, which inhabits every speaking being. It has therefore proved necessary to question the issues of enunciation and interpretation in depth. The Lacanian concept of pas-tout, closely linked to the feminine question, has guided us in the formulation of an ethic of reading the text that aims not to neglect its real, corporeal and irreducible dimension. We then tested our approach through the analysis of the chosen poetic corpus. Examining the specific mode of enunciation of each of the three poets referred to has allowed us to give a voice to three major exemples of contemporary Italian poetry. The writings of Anedda, Cavalli and Gualtieri have thus established themselves not only as three completely original experiments in the panorama of Italian poetry of recent years, but above all as three complex and different answers in relation to the issues of contemporary subjectivity
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Magnani, Elena. "Il film di sport al femminile: femminilità ed eterosessualità a rischio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25272/.

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Abstract:
La letteratura sul cinema sportivo concorda sul principio per cui il film di sport si fonda su un culto della virilità eterosessuale, articolato sull’esclusione dell’omosessualità e della femminilità. Come funziona, allora, il cinema di sport al femminile? Quali corpi, quali identità, quali orientamenti e quali contraddizioni racconta? Si propone qui di pensare l’atleta cinematografica come una «troubling figure», una figura problematica che mette in discussione le costruzioni di genere e orientamento sessuale nel cinema hollywoodiano contemporaneo e nel film di sport in particolare, riprendendo il discorso di Butler sulla performance di genere e sulla costruzione del gender. Uno studio del 2005 di Harrison e Lynch ha dimostrato che le atlete femminili vivono un conflitto tra l’essere donna e la pratica dello sport. Ma in cosa consiste questo conflitto? In che modo si legano i concetti di muscolarità, mascolinità e omosessualità femminile? Cos’è un corpo lesbico? Quali modalità vengono impiegate, nello sport e nel cinema di sport, per “scongiurare” il “rischio” di una lettura omosessuale o mascolinizzata del corpo femminile? La proposta di questo lavoro è dunque quella di analizzare le performance di genere e le rappresentazioni dell’orientamento sessuale delle protagoniste femminili del film di sport immaginando che siano il risultato di una strategia per evitare o affrontare il rischio di un’interpretazione scomoda, in cui la donna che fa sport, proprio perché fa sport, finisce per risultare, paradossalmente, “meno donna”. Si valuterà dunque come film di natura eterogenea per sport, identità e orientamento messi in scena si “posizionano” in maniera diversa rispetto a temi come femminilità, mascolinità, competitività, sessualità, omosessualità, genitorialità, identità e agency, su cui si concentrerà nel tentativo di stabilire le norme e, insieme, le “eccezioni” alla norma del cinema sportivo al femminile.
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Books on the topic "Corpo femminile"

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Pietro, Alessandra Di. Madri selvagge: Contro la tecnorapina del corpo femminile. Torino: G. Einaudi, 2006.

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Faranda, Laura. Dimore del corpo: Profili dell'identità femminile nella Grecia classica. Roma: Meltemi, 1996.

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3

Giacalone, Fiorella. Impronte divine: Il corpo femminile tra maternità e santità. Roma: Carocci, 2012.

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1947-, Chemotti Saveria, Failla Raffaella, and Veneto (Italy) Giunta regionale, eds. L'orgia estetica: Il corpo femminile tra armonia ed esasperazione. Padova: Il poligrafo, 2007.

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Tomassi, Barbara. La forma della seduzione: Il corpo femminile nell'arte del '900. Milano: Electa, 2014.

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Pandolfi, Mariella. Itinerari delle emozioni: Corpo e identità femminile nel Sannio campano. Milano, Italy: F. Angeli, 1991.

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7

Graziottin, Alessandra. Corpo e cuore: Lettere d'amore e disincanto sulla sessualità femminile. Milano: A. Mondadori, 2000.

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Corpi di identità: Codici e immagini del corpo femminile nella cultura e nella società. Padova: Il poligrafo, 2005.

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Caporossi, Patrizia. Il corpo di Diotima: La passione filosofica e la libertà femminile. Macerata: Quodlibet, 2009.

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10

Corpo, Dio: Il piacere della carne e la duplicità del femminile. Roma: Verso l'arte, 2010.

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Book chapters on the topic "Corpo femminile"

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Lurgo, Elisabetta. "2 • «Un colpo sì fiero alla gloria di questa Real Casa» Il matrimonio segreto del conte di Soissons." In Women’s Matters Informal Diplomacy and Women’s Networks at the Savoy-Carignano Court (Seventeenth Century). Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2023. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-697-8/002.

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Abstract:
La politica dell’equilibrio fra differenti corti, abilmente guidata da Maria di Borbone, è al centro di questo libro: esso studia le vere e proprie strategie di resilienza femminile, in qualche caso fallimentari, nel contesto di due vicende che rischiarono di compromettere l’onore del clan familiare e la stessa conservazione del patrimonio all’interno del lignaggio dinastico. Il primo caso studio, vale a dire le nozze segrete di Luigi Tommaso di Savoia-Soissons, non ha ancora ricevuto un’adeguata attenzione dalla storiografia.
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Pinelli, Barbara. "Tassonomie del corpo nei regimi di confine Letture femministe dei regimi di frontiera e dell’umanitario dal punto di vista della salvezza." In Vulnerabilità in migrazione Sguardi critici su asilo e protezione internazionale in Italia. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2024. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-785-2/004.

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Abstract:
This paper explores the nexus between border regimes, humanitarian grammar, and the iconic construction of the female subject to reflect on the strategic use of salvation in the Central Mediterranean migration for asylum. Drawing on research carried out since 2010 in Southern Italy’s landing zones, this analysis periodizes the discursive registers built over these years on the refugee women’s landing to reveal how humanitarian grammar and the use of the female body as an icon of vulnerability support the border regimes and serve to establish taxonomic orders between the perfect victims deserving protection and refugees not worthy of salvation.
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