Academic literature on the topic 'Cooperazione europea'

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Journal articles on the topic "Cooperazione europea"

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La Barbera, Francesco. "La convivenza dilemmatica: identità sociale, fiducia, interdipendenza." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (March 2012): 31–42. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-002004.

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Abstract:
Barbera Questo studio mirava a stabilire se l'interdipendenza percepita avesse un effetto significativo sulla cooperazione e se la fiducia fosse un mediatore di tale effetto. Alla ricerca hanno partecipato 82 studenti, di entrambi i sessi, che hanno preso parte individualmente ad un gioco dilemmatico con un partner fittizio di un'altra nazione europea. Č stato misurato il livello d'interdipendenza percepita dei soggetti con gli altri cittadini europei, ed č stata inoltre misurata la fiducia nel partner europeo con cui ciascun partecipante aveva giocato. I risultati mostrano che l'interdipendenza percepita ha un effetto significativo sulla cooperazione, che č mediato totalmente dalla fiducia. Tali risultati vengono discussi insieme alle loro implicazioni teoriche ed applicative.
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Bellardi, Marco. "La strategia macroregionale europea nell'area Adriatico-Ionica." ARGOMENTI, no. 34 (June 2012): 5–36. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-034001.

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Abstract:
Le proposte legislative per la politica di coesione dell'UE per il periodo 2014-'20 fanno riferimento alla strategia macroregionale vista come sistema evoluto di cooperazione territoriale. Non esiste una definizione normalizzata per la strategia europea macroregionale; questo termine, si riferisce a "un'area comprendente un certo numero di territori di differenti Paesi e regioni associati per una o più caratteristiche o problematiche" (geografiche, culturali, economiche, sociali, altre). I territori AI, già da tempo legati da importanti iniziative di integrazione e cooperazione, hanno iniziato nel 2010 un percorso per ottenere il riconoscimento di una strategia europea macroregionale. Il valore aggiunto che deriva dall'avvio di una strategia macroregionale consiste in un‘azione comune che coinvolge diversi attori, diverse politiche e diversi programmi di finanziamento.
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Pisani, Elena. "Recenti evoluzioni nella valutazione degli interventi di cooperazione allo sviluppo." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 43 (February 2010): 55–70. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-043005.

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Abstract:
L'articolo presenta un'analisi dei differenti approcci e criteri di valutazione nel settore della cooperazione allo sviluppo da parte del Ministero degli Affari Esteri italiano e delle Organizzazioni internazionali quali FAO, IFAD e dalla Commissione Europea (Europeaid). L'analisi considera in un primo momento l'evoluzione di modelli di pianificazione incentrati sulla fornitura di risorse (umane, finanziarie e materiali) e successivamente l'attenzione č posta su modelli maggiormente attenti al conseguimento sostenibile di obiettivi e risultati, attraverso l'adozione di approcci partecipativi. Sono, quindi, presentate specifiche problematiche legate alla valutazione delle iniziative di cooperazione allo sviluppo; le conclusioni segnalano la necessitŕ di un uso sistematico delle metodologie di valutazione economica degli investimenti che, al momento attuale, appaiono sottoutilizzante, specialmente da parte della cooperazione allo sviluppo italiana.
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Turco, Eugenio. "Obiettivo: I progetti europei di gemellaggio (twinning) e l'esperienza albanese." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 3 (July 2009): 123–32. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-003012.

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Abstract:
- I twinning projects sono strumenti di cooperazione internazionale, elaborati dalla Commissione europea, che prevedono la diretta assistenza di uno Stato membro in favore di uno Stato beneficiario per il raggiungimento di specifici obiettivi nel rispetto delle politiche di allargamento della Unione. Il twinning di supporto all'Alto Consiglio della giustizia in Albania č stato il primo progetto al quale ha partecipato il Consiglio superiore della magistratura italiano: iniziato nel febbraio del 2007, e realizzato unitamente al Consiglio superiore dei giudici di Spagna, esso si č concluso nel dicembre del 2008. I positivi risultati ottenuti rendono auspicabile un maggior impegno del CSM in tali forme di cooperazione.
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Burigana, David. "La "grande illusion": lo Spazio sovietico visto dalla Francia fra scienza, tecnologia e politica estera dagli anni Sessanta agli anni Ottanta." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (May 2021): 319–41. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002016.

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Abstract:
Gli scienziati occidentali incontravano i "colleghi" del blocco sovietico. L'obiettivo politico-diplomatico era mostrare disponibilità al dialogo, quello ovvio avere canali alternativi di informazione sui progressi sovietici. Questi contatti dovevano avvenire nel quadro di una collaborazione occidentale in funzione della traiettoria impressa allo sviluppo tecno-scientifico statunitense. Vennero tuttavia delineandosi negli anni Sessanta quei caratteri di una competizione/cooperazione euro-atlantica giunti fino ai giorni nostri, senza che il processo di costruzione europea ne intaccasse gli ambiti più strategici. Come in questo contesto rapportarsi con il mondo sovietico? E che immagine trarne? Nuove evidenze sembrano emergere grazie all'incrocio di diversi archivi tratti dall'esperienza più indicativa, quella francese, dalle commissioni scientifiche franco-sovietiche alla "cooperazione" spaziale con le missioni dello spationaute Jean-Luc Chrétien nel 1982 e nel 1988, e poi con la fase di maggior cooperazione durante le missioni Vega 1 e 2 nell'Armata Halley per far intercettare la cometa dalla sonda ESA Giotto nel marzo 1986.
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Trupiano, Gaetana. "Lo strumento finanziario della politica europea di vicinato (European Neighbourhood and Partnership Instrument)." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (December 2010): 181–91. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2010-001009.

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Abstract:
Il lavoro si occupa dell´European Neighbourhood and Partnership Instrument (ENPI), strumento finanziario che rende operativa la Politica europea di vicinato (European Neighbourhood Policy: ENP). Dopo aver illustrato gli obiettivi e la struttura dell´ENP e il ruolo degli Action Plans, che identificano le prioritŕ della cooperazione tra l´Unione Europea (UE) e i suoi vicini, l'analisi approfondisce il ruolo dell´ENPI presentandone, quindi, in dettaglio, gli aspetti finanziari. Nelle conclusioni, dopo aver espresso un giudizio in generale positivo sullo strumento, si sottolinea la vastitŕ dell'area coperta dall´ENP e, di conseguenza, dall´ENPI; sono evidenziate anche le difficoltŕ di attuazione delle sue procedure complesse, la non sempre sufficiente attrattivitŕ per i paesi vicini e la scarsitŕ dei fondi assegnati dall´UE a fronte di obiettivi molto ambiziosi.
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Laborie, Léonard. "Le telecomunicazioni dagli anni Cinquanta agli anni Novanta. Tra concorrenza e armonizzazione: genesi di una nuova icona dell'Europa integrata." MEMORIA E RICERCA, no. 30 (July 2009): 89–97. http://dx.doi.org/10.3280/mer2009-030009.

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Abstract:
- This article aims at placing in an historical perspective the changes that gave birth in the Eighties and Nineties to the contemporary "transnational and liberalized" European telecommunications landscape. Telecommunications networks are articulated around a triangle linking operators (services providers), manufacturers (gears providers) and regulators (providing operating rules). In Europe, this triangle formed strong national monopoly till the Eighties within each nation: a compartmentalized organisation highly contrasting with the idea and prospect of a common market. This landscape was swept away from the Eighties on, the telecommunications sector becoming an icon of an integrated and dynamic Europe, around a common policy combining technical harmonisation (the GSM standard for instance) and deregulation. This article addresses the questions of the origin, goals and stakeholders of a common policy for a long time impossible to achieve, redefined at several occasions, and, at the end, emblematic.Parole chiave: Telecomunicazioni, Cooperazione europea, Armonizzazione tecnica, CEPT, CEE, GSM Telecommunications, European cooperation, Technical Harmonization, CEPT, CEE, GSM
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Guasconi, Maria Eleonora. "Prove tecniche di politica estera: la Comunitŕ economica europea e lo sviluppo del dialogo euro-arabo negli anni Settanta." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (December 2012): 35–56. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-002002.

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Abstract:
L'articolo ricostruisce i negoziati che, all'indomani dello shock petrolifero del 1973, si svolsero tra i nove membri della Comunitŕ economica europea e i paesi della Lega araba nella cornice della cooperazione politica, mettendo in luce il tentativo europeo di trovare una via d'uscita autonoma alla crisi energetica degli anni Settanta. Grazie a un'ampia documentazione archivistica, l'autrice dimostra che, pur tra numerose difficoltŕ e ostacoli, attraverso il dialogo euro-arabo la Comunitŕ sperimentň per la prima volta, dopo gli accordi di Yaoundé/Lomé, un'esperienza di relazioni collettive con un gruppo di paesi terzi, promuovendo un negoziato che, seppur limitato a questioni economiche che esulavano dal petrolio, portň ad alcuni significativi risultati, come la dichiarazione di Venezia del 1980, considerata una pietra miliare della posizione europea nei confronti del conflitto arabo-israeliano. La ricostruzione dello svolgimento del dialogo euro-arabo rappresenta inoltre un interessante esempio della crescita della dimensione delle relazioni esterne della Cee durante gli anni Settanta.
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Venditti, Sara. "L'assemblea dell'Ueo nella cooperazione aeronautica: l'Italia tra costruzione europea e offerta statunitense (1973-1985)." VENTUNESIMO SECOLO, no. 40 (November 2017): 123–41. http://dx.doi.org/10.3280/xxi2017-040008.

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Marino, Silvia. "Use of standard forms in EU Civil Judicial Cooperation: the case of the European Certificate of Succession = L’uso di formulari standard nella cooperazione giudiziaria civile: il caso del certificato successorio europeo." CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 12, no. 1 (March 5, 2020): 627. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2020.5209.

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Abstract:
Abstract: The present paper analyses the recent judgment of the Court of Justice of the European Union in the Brisch case. The reference for preliminary ruling concerns the optional or mandatory nature of the application form established by the Succession Implementing Regulation for the issue of an European Certificate of Succession. The present paper tackles the general framework, from the current CJEU’s case law on the Succession Regulation’s provisions on the ECS, to the main procedural issues. Then, an analysis of the case and of the CJEU’s reasoning is offered. The concluding remarks submit some considerations on the impact of the standard forms established by the EU Regulations within the civil judicial cooperation.Palabras clave: European Certificate of Succession, Standard Forms, Succession Regulation No 650/2012, Implementing Regulation No 1329/2014.Riassunto: Il presente contributo analizza la recente sentenza Brisch della Corte di giustizia dell’Unione europea. La domanda di pronuncia pregiudiziale verte sulla natura del modello di domanda di emissione del certificato successorio europeo, previsto dal regolamento di esecuzione del regolamento sulle successioni transfrontaliere. Pertanto, il contributo affronta lo stato attuale della giurisprudenza della Corte di giustizia sul certificato successorio europeo e le regole procedimentali fondamentali per il suo ottenimento. Quindi, è analizzato il caso con particolare attenzione alla motivazione della Corte. Infine, le conclusioni presentano alcune considerazioni più generali sul valore e sugli effetti dei moduli standard, previsti nei regolamenti dell’Unione in materia di cooperazione giudiziaria civile.Parole chiave: certificato successorio europeo, moduli standard, regolamento 650/2012 sulle successioni transfrontaliere, regolamento d’esecuzione 1329/2014
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Dissertations / Theses on the topic "Cooperazione europea"

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FIDELBO, MIRANDA. "LA COOPERAZIONE RAFFORZATA COME MODALITA' D'ISTITUZIONE DELLA PROCURA EUROPEA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/11374.

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Abstract:
Il Trattato di Lisbona contiene la base giuridica per l’istituzione della Procura europea, tramite regolamento da adottare con il voto unanime in seno al Consiglio. Essa avrà il compito di «individuare, perseguire e rinviare a giudizio gli autori di reati che ledono gli interessi finanziari dell'Unione» (art. 86 TFUE). Il 17 luglio 2013 la Commissione ha adottato una proposta di regolamento a riguardo. Tuttavia, i negoziati fino ad ora condotti fanno ritenere che sarà difficile adottarlo all’unanimità, motivo per cui si è deciso di indagare il tema dalla prospettiva della cooperazione rafforzata. L’obiettivo della tesi consiste nel dimostrare la concreta esistenza di un valore aggiunto dell’istituzione della Procura europea da parte di un numero ristretto di Stati rispetto all’abbandono di un tale progetto per assenza di unanimità. La tesi mira a dimostrare la sua fattibilità, costruendo un sistema capace di funzionare in un contesto d’integrazione diseguale. L’elemento di novità consiste nella riscrittura della proposta di regolamento per adattarla al diverso contenuto (non più l’istituzione della Procura europea, ma l’attuazione di una cooperazione rafforzata ai fini di una tale istituzione) e nella predisposizione di modelli degli accordi disciplinanti la cooperazione tra gli Stati membri non partecipanti e l’organo di accusa europeo.
The Treaty of Lisbon contains the legal basis for the institution - by means of a regulation to be adopted by the Council acting unanimously - of the European Public Prosecutor’s Office (EPPO), which shall be «responsible for investigating, prosecuting and bringing to judgment the perpetrators of offences against the Union's financial interests» (art. 86 TFEU). In July 2013 the Commission adopted a proposal for a regulation on this matter. However, the ongoing negotiations lead to retain that it will be difficult to reach unanimity. This is the reason why this dissertation analyses the theme from the perspective of enhanced cooperation. The purpose of this thesis consists in demonstrating the concrete existence of an added value deriving from the institution of the EPPO by only some States rather than neglecting this project. Thus, it aims at proving the feasibility of this project, by constructing a functioning system, even in a context of unequal integration. The redrafting of the regulation in order to adapt it to the new object (the implementation of the enhanced cooperation for the institution of the EPPO) and the provision of the text of the agreements between non participating States and the EPPO constitute its originality.
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FIDELBO, MIRANDA. "LA COOPERAZIONE RAFFORZATA COME MODALITA' D'ISTITUZIONE DELLA PROCURA EUROPEA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/11374.

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Abstract:
Il Trattato di Lisbona contiene la base giuridica per l’istituzione della Procura europea, tramite regolamento da adottare con il voto unanime in seno al Consiglio. Essa avrà il compito di «individuare, perseguire e rinviare a giudizio gli autori di reati che ledono gli interessi finanziari dell'Unione» (art. 86 TFUE). Il 17 luglio 2013 la Commissione ha adottato una proposta di regolamento a riguardo. Tuttavia, i negoziati fino ad ora condotti fanno ritenere che sarà difficile adottarlo all’unanimità, motivo per cui si è deciso di indagare il tema dalla prospettiva della cooperazione rafforzata. L’obiettivo della tesi consiste nel dimostrare la concreta esistenza di un valore aggiunto dell’istituzione della Procura europea da parte di un numero ristretto di Stati rispetto all’abbandono di un tale progetto per assenza di unanimità. La tesi mira a dimostrare la sua fattibilità, costruendo un sistema capace di funzionare in un contesto d’integrazione diseguale. L’elemento di novità consiste nella riscrittura della proposta di regolamento per adattarla al diverso contenuto (non più l’istituzione della Procura europea, ma l’attuazione di una cooperazione rafforzata ai fini di una tale istituzione) e nella predisposizione di modelli degli accordi disciplinanti la cooperazione tra gli Stati membri non partecipanti e l’organo di accusa europeo.
The Treaty of Lisbon contains the legal basis for the institution - by means of a regulation to be adopted by the Council acting unanimously - of the European Public Prosecutor’s Office (EPPO), which shall be «responsible for investigating, prosecuting and bringing to judgment the perpetrators of offences against the Union's financial interests» (art. 86 TFEU). In July 2013 the Commission adopted a proposal for a regulation on this matter. However, the ongoing negotiations lead to retain that it will be difficult to reach unanimity. This is the reason why this dissertation analyses the theme from the perspective of enhanced cooperation. The purpose of this thesis consists in demonstrating the concrete existence of an added value deriving from the institution of the EPPO by only some States rather than neglecting this project. Thus, it aims at proving the feasibility of this project, by constructing a functioning system, even in a context of unequal integration. The redrafting of the regulation in order to adapt it to the new object (the implementation of the enhanced cooperation for the institution of the EPPO) and the provision of the text of the agreements between non participating States and the EPPO constitute its originality.
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GELMINI, FRANCESCA. "IL PRINCIPIO DI LEALE COOPERAZIONE NEL DIRITTO DELLA CONCORRENZA DELL'UNIONE EUROPEA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/706995.

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Abstract:
Il presente studio ha come oggetto lo studio del principio di leale cooperazione nell’applicazione degli articoli 101 e 102 TFUE (“norme antitrust”). In particolare, intende esaminare la sua concreta applicazione nei rapporti intercorrenti tra i diversi soggetti competenti ad applicare gli articoli 101 e 102 TFUE, quali la Commissione, le autorità nazionali garanti della concorrenza e i giudici nazionali. La ricerca si sviluppa lungo tre linee di ricerca. La prima parte è dedicata ad una ricostruzione delle origini e dell’evoluzione del principio di leale cooperazione nell’ordinamento dell’Unione europea: viene dapprima analizzato l’apporto della giurisprudenza, poi la consacrazione del principio nel Trattato di Lisbona, e infine il suo rapporto con il principio del primato, dell’effetto diretto e dell’autonomia istituzionale e procedurale degli Stati membri. L’affermazione del principio del primato del diritto dell’Unione è da sempre stata accompagnata, nella giurisprudenza della Corte di giustizia, dal riconoscimento dell’autonomia istituzionale e procedurale degli Stati membri, conducendo ad un conflitto continuo tra esigenze contrapposte: da un lato la necessità di garantire un’applicazione piena ed efficace del diritto dell’Unione, dall’altro lato la volontà degli Stati di mantenere intatta la propria sfera di autonomia. Il ricorso alle strutture proprie degli Stati membri rischia tuttavia di compromettere l’attuazione uniforme ed efficace del diritto dell’Unione, a causa dell’eterogeneità delle soluzioni nazionali. Il tale contesto, il principio di leale cooperazione svolge un ruolo centrale, imponendo agli Stati membri di utilizzare le proprie strutture e procedure per perseguire l’impegno comune, non potendo la conservazione dell’autonomia istituzionale e procedurale condurre ad una compromissione degli impegni assunti dagli Stati membri. L’autonomia degli Stati membri è stata così gradualmente compressa, in nome della necessità di convivere con altri principi di matrice europea, quali il principio del primato, dell’effetto diretto e dell’effetto utile. Tale ricostruzione è finalizzata a delineare i confini e la portata del principio di leale cooperazione, per poterlo poi declinare nel diritto della concorrenza in cui è chiamato a svolgere un ruolo centrale. La seconda parte dello studio si concentra sull’analisi del principio di leale cooperazione nell’applicazione pubblicistica degli articoli 101 e 102 TFUE (“norme antitrust”). Dapprima, sono esaminate le relazioni tra le autorità nazionali garanti della concorrenza e la Commissione europea, analizzando gli strumenti di cooperazione verticali ed orizzontali. Successivamente, è posta l’attenzione sulla tensione tra l’esigenza di garantire l’applicazione efficace delle norme della concorrenza dell’Unione e l’esigenza di avvalersi di strumenti giuridici propri degli ordinamenti nazionali per darvi attuazione. Le autorità nazionali sono chiamate ad applicare le stesse regole sostanziali, ma il loro assetto istituzionale e procedurale si differenzia da Stato a Stato. In tale ottica, lo studio procede ad un esame in chiave comparatistica dell’ordinamento francese e di quello italiano, in tema di poteri di indagine delle autorità nazionali garanti della concorrenza, di modalità di calcolo delle sanzioni e di programmi di trattamento favorevole, facendo emergere i principali punti di divergenza tra i sistemi. La terza parte dello studio, partendo dall’analisi dei meccanismi di cooperazione tra le autorità garanti della concorrenza (autorità nazionali garanti della concorrenza e Commissione) e gli organi giurisdizionali, conclude con una discussione sulle problematiche che emergono dall’interazione tra l’applicazione pubblicistica e quella privatistica degli articoli 101 e 102 TFUE. L’elaborato, analizzando gli istituti, i principi e comparando le regole procedurali del sistema francese e di quello italiano, mira a fare emergere le problematiche legate al ricorso di strumenti giuridici propri degli ordinamenti nazionali per l’applicazione delle medesime norme sostanziali, gli articoli 101 e 102 TFUE.
The aim of the research is to analyse the principle of loyal cooperation in the application of articles 101 and 102 TFEU (“antitrust rules”). The study is carried out along three different lines of research. The first part examines the origin and development of the principle of loyal cooperation in the European Union: first, the contribution of the relevant case law is analysed, then the consolidation of the principle in the Lisbon Treaty, and finally, its relationship with the principle of primacy, direct effect and institutional and procedural autonomy of the Members States. The affirmation of the principle of the primacy of EU law has always been accompanied, in the case law of the Court of Justice, by the recognition of the institutional and procedural autonomy of the Member States, leading to a continuous conflict between opposing needs; on the one hand, the need to ensure a full and effective application of EU law and, on the other hand, the willingness of the States to maintain their own sphere of autonomy intact. However, the use of Member States' own structures risks jeopardizing the uniform and effective implementation of EU law, due to the heterogeneity of national solutions. In this context, the principle of loyal cooperation plays a central role requiring Member States to use their structures and procedures to pursue the objectives of the Union. This reconstruction is aimed at outlining the boundaries and scope of the principle of loyal cooperation, so that it can then be analysed into competition law in which it has a central role to play. The second part of the study focuses on the principle of loyal cooperation in regard to the public application of Article 101 and 102 TFEU. First, it examines the relationship between national competition authorities and the European Commission, analysing vertical and horizontal cooperation tools. Secondly, it analyses the tension between the need to ensure effective enforcement of the antitrust rules and the need to use national legal mechanisms to implement those rules. National authorities must apply the same substantive rules, but their institutional and procedural structure differs from State to State. In this context, the study examines the French and Italian legal systems on a comparative basis, with regard to the powers of investigation of the national competition authorities, the methods for calculating penalties and leniency programmes, highlighting the main points of divergence between the systems. The third part of the study consists of starting with an analysis of mechanism for cooperation between the competition authorities (national competition authorities and the Commission) and the courts, and in conclusion with a discussion of the issues arising from the interaction between the public and private application of Articles 101 and 102 TFEU. The common thread of this thesis is the use of the principle of loyal cooperation as a keystone to achieve the balance between the need to create a level playing field and the need not to make the principle of autonomy of Member States a “lost paradise.”
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Sanna, Giangiuseppe <1980&gt. "I princìpi generali e i canoni interpretativi nella cooperazione giudiziaria comunitaria." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2742/1/sanna_giangiuseppe_tesi.pdf.

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Sanna, Giangiuseppe <1980&gt. "I princìpi generali e i canoni interpretativi nella cooperazione giudiziaria comunitaria." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2742/.

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Amato, Rosanna <1981&gt. "La cooperazione giudiziaria in rete nello spazio di liberta', sicurezza e giustizia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6596/1/Rosanna_Amato-La_cooperazione_giudiziaria_in_rete_nello_spazio_LSG.pdf.

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Abstract:
L’oggetto del lavoro si concentra sull’analisi in chiave giuridica del modello di cooperazione in rete tra le autorità nazionali degli Stati membri nel quadro dello Spazio LSG, allo scopo di valutarne il contributo, le prospettive e il potenziale. La trattazione si suddivide in due parti, precedute da una breve premessa teorica incentrata sull’analisi della nozione di rete e la sua valenza giuridica. La prima parte ricostruisce il percorso di maturazione della cooperazione in rete, dando risalto tanto ai fattori di ordine congiunturale quanto ai fattori giuridici e d’ordine strutturale che sono alla base del processo di retificazione dei settori giustizia e sicurezza. In particolare, vengono elaborati taluni rilievi critici, concernenti l’operatività degli strumenti giuridici che attuano il principio di mutuo riconoscimento e di quelli che danno applicazione al principio di disponibilità delle informazioni. Ciò allo scopo di evidenziare gli ostacoli che, di frequente, impediscono il buon esito delle procedure di cooperazione e di comprendere le potenzialità e le criticità derivanti dall’utilizzo della rete rispetto alla concreta applicazione di tali procedure. La seconda parte si focalizza sull’analisi delle principali reti attive in materia di giustizia e sicurezza, con particolare attenzione ai rispettivi meccanismi di funzionamento. La trattazione si suddivide in due distinte sezioni che si concentrano sulle a) reti che operano a supporto dell’applicazione delle procedure di assistenza giudiziaria e degli strumenti di mutuo riconoscimento e sulle b) reti che operano nel settore della cooperazione informativa e agevolano lo scambio di informazioni operative e tecniche nelle azioni di prevenzione e lotta alla criminalità - specialmente nel settore della protezione dell’economia lecita. La trattazione si conclude con la ricostruzione delle caratteristiche di un modello di rete europea e del ruolo che questo esercita rispetto all’esercizio delle competenze dell’Unione Europea in materia di giustizia e sicurezza.
This thesis deals with the legal analysis of the network-based model of cooperation between national authorities of the EU Member States within the Area of Freedom Security and Justice – AFSJ. The aim is to evaluate the contribution and the potential of such a model. The dissertation is divided into two parts, which are preceded by an introductory section dealing with the analysis of the notion of network and its legal value. With a view to provide a deeper understanding of this phenomenon, the first part intends to portray the emergence of networking between judicial and law enforcement authorities. In this part, also the driving factors (both legal and structure-related), which have triggered such a process are highlighted. In particular, attention is paid to both the legal instruments applying the principle of mutual recognition and those applying the principle of availability. The rationale is to identify the obstacles hindering the effective implementation of the cooperation procedures and to understand the role played by networks in this respect. The second part of the dissertation analyses the main networks operating in the justice and security fields, with a special focus on the features characterizing these flexible arrangements and their methods of operation. The dissertation is divided into two parts reviewing a) networks supporting the effective application of both the mutual assistance procedures and the legal instruments implementing the principle of mutual recognition and b) networks dealing with the informative cooperation, ensuring a faster exchange of law enforcement information across national borders. Special attention is paid to networks dealing with the economic dimension of crime. Finally, the main features of a “European network model of cooperation” are identified as well as the role played by such a model in respect to the exercise of the EU competences in the AFSJ.
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Amato, Rosanna <1981&gt. "La cooperazione giudiziaria in rete nello spazio di liberta', sicurezza e giustizia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6596/.

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Abstract:
L’oggetto del lavoro si concentra sull’analisi in chiave giuridica del modello di cooperazione in rete tra le autorità nazionali degli Stati membri nel quadro dello Spazio LSG, allo scopo di valutarne il contributo, le prospettive e il potenziale. La trattazione si suddivide in due parti, precedute da una breve premessa teorica incentrata sull’analisi della nozione di rete e la sua valenza giuridica. La prima parte ricostruisce il percorso di maturazione della cooperazione in rete, dando risalto tanto ai fattori di ordine congiunturale quanto ai fattori giuridici e d’ordine strutturale che sono alla base del processo di retificazione dei settori giustizia e sicurezza. In particolare, vengono elaborati taluni rilievi critici, concernenti l’operatività degli strumenti giuridici che attuano il principio di mutuo riconoscimento e di quelli che danno applicazione al principio di disponibilità delle informazioni. Ciò allo scopo di evidenziare gli ostacoli che, di frequente, impediscono il buon esito delle procedure di cooperazione e di comprendere le potenzialità e le criticità derivanti dall’utilizzo della rete rispetto alla concreta applicazione di tali procedure. La seconda parte si focalizza sull’analisi delle principali reti attive in materia di giustizia e sicurezza, con particolare attenzione ai rispettivi meccanismi di funzionamento. La trattazione si suddivide in due distinte sezioni che si concentrano sulle a) reti che operano a supporto dell’applicazione delle procedure di assistenza giudiziaria e degli strumenti di mutuo riconoscimento e sulle b) reti che operano nel settore della cooperazione informativa e agevolano lo scambio di informazioni operative e tecniche nelle azioni di prevenzione e lotta alla criminalità - specialmente nel settore della protezione dell’economia lecita. La trattazione si conclude con la ricostruzione delle caratteristiche di un modello di rete europea e del ruolo che questo esercita rispetto all’esercizio delle competenze dell’Unione Europea in materia di giustizia e sicurezza.
This thesis deals with the legal analysis of the network-based model of cooperation between national authorities of the EU Member States within the Area of Freedom Security and Justice – AFSJ. The aim is to evaluate the contribution and the potential of such a model. The dissertation is divided into two parts, which are preceded by an introductory section dealing with the analysis of the notion of network and its legal value. With a view to provide a deeper understanding of this phenomenon, the first part intends to portray the emergence of networking between judicial and law enforcement authorities. In this part, also the driving factors (both legal and structure-related), which have triggered such a process are highlighted. In particular, attention is paid to both the legal instruments applying the principle of mutual recognition and those applying the principle of availability. The rationale is to identify the obstacles hindering the effective implementation of the cooperation procedures and to understand the role played by networks in this respect. The second part of the dissertation analyses the main networks operating in the justice and security fields, with a special focus on the features characterizing these flexible arrangements and their methods of operation. The dissertation is divided into two parts reviewing a) networks supporting the effective application of both the mutual assistance procedures and the legal instruments implementing the principle of mutual recognition and b) networks dealing with the informative cooperation, ensuring a faster exchange of law enforcement information across national borders. Special attention is paid to networks dealing with the economic dimension of crime. Finally, the main features of a “European network model of cooperation” are identified as well as the role played by such a model in respect to the exercise of the EU competences in the AFSJ.
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PIOVESAN, VITTORIO. "Le istituzioni locali come fattore di sviluppo nelle politiche di cooperazione dell'Unione Europea." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2003. http://hdl.handle.net/11578/278464.

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Giacomarro, Claudia <1987&gt. "Dialogo, integrazione, cooperazione: la strategia europea per lo sviluppo sostenibile in America Latina." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4673.

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Abstract:
The aim of this study is to evaluate the relationships between European Union and Latin America through the analysis of two cooperation programmes – EUROSOCIAL and EUROCLIMA – which are promoted by EuropeAid, a new Directorate–General responsible for designing EU development policies and delivering aid through programmes across the world. The first part deals with the attempts to integration and the origins and evolutions of the regionalism process in Latin America. Secondly, the elaborate will provide a detailed analysis of EU and MERCOSUR relationships based on Interregional Framework Cooperation Agreement and the EU-CELAC action plan. The third and last part will focus on development and cooperation in Latin America countries and, in particular, on the impacts that EUROCLIMA and EUROSOCIAL programmes have being having in the area.
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Azzariti, Ilaria <1982&gt. "La cooperazione amministrativa tra stati membri in materia fiscale: verso una amministrazione finanziaria "europea"." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6600/1/Azzariti_Ilaria_Tesi.pdf.

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Abstract:
L’armonizzazione fiscale è una importante sfida che l’Unione Europea si trova ad affrontare per la completa realizzazione del mercato interno. Le istituzioni comunitarie, tuttavia, non dispongono delle competenze legislative per intervenire direttamente negli ordinamenti tributari degli Stati membri. Svolgendo una analisi del contesto legislativo vigente, ed esaminando le prospettive de iure condendo della materia fiscale dell’Unione, il presente lavoro cerca di comprendere le prospettive di evoluzione del sistema, sia dal punto di vista della normativa fiscale sostanziale, che procedimentale. Mediante la disciplina elaborata a livello comunitario che regola la cooperazione amministrativa in materia fiscale, con particolare riferimento alle direttive relative allo scambio di informazioni e all’assistenza alla riscossione (dir. 2011/16/UE e dir. 2010/24/UE) si permette alle Amministrazioni degli Stati membri di avere accesso ai reciproci ordinamenti giuridici, e conoscerne i meccanismi. L’attuazione di tali norme fa sì che ciascun ordinamento abbia l’opportunità di importare le best practices implementate dagli altri Stati. L’obiettivo sarà quello di migliorare il proprio procedimento amministrativo tributario, da un lato, e di rendere più immediati gli scambi di informazione e la cooperazione alla riscossione, dall’altro. L’armonizzazione fiscale all’interno dell’Unione verrebbe perseguita, anziché mediante un intervento a livello europeo, attraverso un coordinamento “dal basso” degli ordinamenti fiscali, realizzato attraverso l’attività di cooperazione delle amministrazioni che opereranno su un substrato di regole condivise. La maggiore apertura delle amministrazioni fiscali dei Paesi membri e la maggiore spontaneità degli scambi di informazioni, ha una efficacia deterrente di fenomeni di evasione e di sottrazione di imposta posti in essere al fine di avvantaggiarsi delle differenze dei sistemi impositivi dei vari paesi. Nel lungo periodo ciò porterà verosimilmente, gli Stati membri a livellare i sistemi impositivi, dal momento che i medesimi non avranno più interesse ad utilizzare la leva fiscale per generare una concorrenza tra gli ordinamenti.
Fiscal harmonization is an important challenge European Union has to face for the complete fulfillment of the common internal market. European institutions do not have competences set forth under the Treaties to approach the tax matter. The main aim of the paper is to understand the perspective for the development of the fiscal system among the EU, starting from the analysis of the Eu Directives in force affecting the tax administrative proceedings of the member States. Through the EU Directive on the exchange of information (dir. 2011/16/EU) and the EU Directive on the assistance for the recovery of taxes (dir. 2010/24/EU), the fiscal authorities of member States have the chance to know each other's administrative systems. In this framework, the more tax authorities will be open to exchange information, assist each other, and to cooperate on a common legal basis, the more effective will be the response against cross-border tax fraud and evasion. On the other side, the effectiveness of the exchange of information among States will prevent harmful tax competition and distortions in the tax systems. The result will be a shift in emphasis from attempting to harmonize taxes at EU level towards improving coordination between existing national tax systems, and in particular, tax authorities.
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Books on the topic "Cooperazione europea"

1

La cooperazione regionale nell'Unione Europea. Torino: G. Giappichelli Editore, 2014.

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2

Energia: Integrazione europea e cooperazione internazionale. Torino: G. Giappichelli, 2011.

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3

Francesco, Peroni, and Gialuz Mitja, eds. Cooperazione informativa e giustizia penale nell'Unione europea. Trieste: Edizioni Università di Trieste, 2009.

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4

Francesco, Peroni, and Gialuz Mitja, eds. Cooperazione informativa e giustizia penale nell'Unione europea. Trieste: Edizioni Università di Trieste, 2009.

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5

Il gruppo europeo di cooperazione territoriale: Nuove sfide allo spazio dell'Unione europea. Venezia: Marsilio, 2009.

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6

Lucchini, Alessandra. Cooperazione e diritto allo sviluppo nella politica esterna dell'Unione europea. Milano: A. Giuffrè, 1999.

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7

Andrea, Stocchiero, ed. Mare nostrum: Cooperazione e nuove politiche dell'Unione europea nel Mediterraneo. Roma: Carocci, 2009.

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8

Forte, Carlo. Diritto e cooperazione allo sviluppo tra governance internazionale ed europea. Napoli: Editoriale scientifica, 2006.

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9

Andrea, Stocchiero, ed. Mare nostrum: Cooperazione e nuove politiche dell'Unione europea nel Mediterraneo. Roma: Carocci, 2009.

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10

Archivio storico diplomatico (Rome, Italy). Guida alle fonti diplomatiche italiane sulla cooperazione europea (1947-1957). Roma: Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, 1991.

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Book chapters on the topic "Cooperazione europea"

1

Perathoner, Christoph. "Il trasporto multimodale nel diritto dell’Unione Europea: un fenomeno trasportistico emergente privo di un’adeguata regolamentazione." In Bibliothek des Wirtschaftsrechts, 59–83. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2021. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-662-63635-0_3.

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Abstract:
ZusammenfassungA settant’anni dalla lungimirante dichiarazione dell’allora Ministro degli Esteri francese Robert Schuman (1886–1963) il 9 maggio 1950 a Parigi, è possibile constatare come il lungo e sempre fragile processo di integrazione europea, finalizzato a realizzare “un’unione sempre più stretta tra i popoli dell’Europa”, abbia permesso il raggiungimento di obiettivi che hanno fondamentalmente migliorato la convivenza e la cooperazione sul nostro continente. In tal senso, un traguardo essenziale per gli Stati membri dell’UE è rappresentato dalla creazione di un mercato interno che assicura “la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali”. Invero, l’istaurazione del mercato interno – al pari dell’integrazione europea – è un processo in continua evoluzione. La ratio istitutiva di un mercato unico sul continente europeo è quella di creare i presupposti per una crescita economica equilibrata, per ottenere la stabilità dei prezzi, per poter costruire un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che miri alla piena occupazione e al progresso sociale, e tutto questo con l’impegno di raggiungere un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell’ambiente e della vita delle persone.
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2

Marchetti, Barbara. "L’Unione europea e la spinta alla cooperazione amministrativa." In Verwaltungskooperation in der Europaregion, 23–34. Nomos Verlagsgesellschaft mbH & Co. KG, 2019. http://dx.doi.org/10.5771/9783845296944-23.

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