Academic literature on the topic 'Controllo delle acque'

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Journal articles on the topic "Controllo delle acque"

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Guarducci, Anna, Marco Piccardi, and Leonardo Rombai. "Acque di costa tra mare e terra: il paesaggio della pianura costiera di Pisa e Livorno secondo la cartografia del XVIII secolo." STORIA URBANA, no. 125 (April 2010): 35–58. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125003.

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Abstract:
Lo scritto si basa sulle cartografie a grande scala disegnate nel XVIII secolo, soprattutto dal 1740, anno della ricognizione generale di Pompeo Neri e Tommaso Perelli. I committenti furono la grande proprietŕ fondiaria (Salviati, Mensa Arcivescovile di Pisa, Scrittoio delle Regie Possessioni) e gli uffici dell'amministrazione lorenese competenti in materia di lavori pubblici, di controllo politico-amministrativo del territorio e di gestione agricolo-forestale delle tante fattorie e tenute pubbliche. L'integrazione e la comparazione dei documenti consente di ricostruire l'assetto territoriale d'insieme della pianura a nord e a sud dell'Arno (tra Massaciuccoli e Livorno), con le trasformazioni avvenute dopo il 1740. Emergono i diversi ambienti e paesaggi che si susseguono dal mare all'interno, sotto il profilo geomorfologico-idrologico (spiagge e tomboli, lame e zone umide, bassa e alta pianura) e vegetazionale (foresta sempreverde, pineta, foresta planiziaria, pascoli naturali e prati artificiali, coltivazioni). Sono anche messe in luce le dinamiche che riguardano l'azione umana su: i corsi d'acqua, i canali artificiali e i recinti di colmata, le strade e le poche sedi umane stabili e temporanee, correlate alla fruizione agro-forestale del territorio, al di lŕ dei centri urbani di Pisa e Livorno e del sistema delle fortificazioni costiere.
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Ferrera, Maurizio. "Rodolfo Lewanski, Il controllo degli inquinamenti delle acque: l'attuazione di una politica pubblica, Milano, Giuffrè, 1986." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 17, no. 2 (August 1987): 329–30. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200016749.

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Spagnoli, Federica. "IL COLOSSO DEL KOTHON, BAAL DELLE ACQUE E DEL CIELO: PROTEZIONE DIVINA E CONTROLLO DELLE RISORSE IDRICHE A MOZIA NEL V SECOLO A.C." Quaderni di Vicino Oriente 17 (2021): 129. http://dx.doi.org/10.53131/qvo1127-60372021_12.

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Destefanis, Eleonora. "Il controllo delle acque fluviali nell’Italia settentrionale (IV-VIII secolo). Spunti di riflessione, tra fonti scritte e documentazione archeological." Antiquité Tardive 29 (January 2021): 107–24. http://dx.doi.org/10.1484/j.at.5.128651.

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Facco, Lucas, Laura Wanessa Madeira, Amanda Alves Fecury, Maria Helena Mendonça de Araújo, Euzébio de Oliveira, Carla Viana Dendasck, Keulle Oliveira da Souza, and Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias. "Casi confermati di dengue in Brasile tra il 2008 e il 2012." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, December 16, 2020, 17–27. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/dengue-in-brasile.

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Abstract:
La dengue è causata da un virus dell’RNA, che ha 4 variazioni identificate presenti nell’ambiente umano. Le sue principali manifestazioni sintomalogiche includono febbre, dolore muscolare (mialgia), dolore oculare retrò, dolori articolari (artralgia), mal di testa (mal di testa), nausea, vomito e altri, come eruzione cutanea. Questo articolo mira a mostrare il numero di casi di dengue confermati in Brasile tra il 2008 e il 2012. In Brasile, la dengue è caratterizzata come un grave problema di salute pubblica, essendo una delle malattie di natura infettiva che è molto presente. Alcuni fattori, come il clima (prevalentemente tropicale), infrastrutture carenti dell’ambiente urbano, oltre all’espansione demografica, che si verifica in modo disordinato, possono provocare ed eventualmente giustificare questo scenario nazionale. Rappresenta un grave problema di salute pubblica, poiché il controllo della malattia dipende dalla lotta contro il suo vettore, che si diffonde molto facilmente nel paese, a causa di fattori climatici e antropici. Affinché la malattia possa essere affrontata in modo efficiente nel paese, il metodo più efficace è combattere il vettore. La spazzatura e i materiali devono essere separati e conservati in modo efficiente in luoghi adatti per un ulteriore riciclaggio, in modo che non accumulino acqua e diventino siti di riproduzione delle zanzare.
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Dissertations / Theses on the topic "Controllo delle acque"

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Bassani, Francesca. "Controllo e condizionamento delle acque nelle fontane a ricircolo." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Il presente lavoro si riferisce alle acque delle fontane a ricircolo. Una fontana a ricircolo è un’opera monumentale le cui acque non sono erogate come potabili; inoltre le persone non vi si immergono ma potendo comunque venirne a contatto tramite schizzi o animali, vanno trattate con una disinfezione mirata ad eliminare gli agenti patogeni pericolosi per l’uomo. Dopo aver inquadrato il problema dal punto di vista normativo, nel primo capitolo, si è passati ad analizzare il problema sanitario, descrivendo microorganismi patogeni e indicatori di rischio. È stato tuttavia necessario tenere conto anche di un altro problema: quello dell’aggressività di certi prodotti disinfettanti sui materiali costituenti la fontana. A tal proposito è stato riportato l’esempio di un caso di studio, il restauro della Fontana delle Tartarughe di Roma. Infine, dopo varie considerazioni volte ad analizzare un adeguato compromesso tra problema sanitario e problema di aggressività/corrosione sui materiali, si è dimostrato come la tecnica di disinfezione a raggi UV sia preferibile per le fontane monumentali a ricircolo.
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BONACITO, CLIZIA. "IDENTIFICAZIONE DI UN INDICE INTEGRATO PER IL CONTROLLO DELLE ACQUE MARINO COSTIERE." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2007. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12318.

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Abstract:
2005/2006
Il presente dottorato di ricerca aveva lo scopo di identificare indici per la valutazione della qualità dell'ambiente marino costiere, anche in base alle indicazioni della Direttiva Europea 2000/60/CE e del D.Lgs. 152/2006, valutarne l'applicabilità e significatività, con l'obiettivo finale di integrarne alcuni per ottenere un indice complessivo di salubrità di un ecosistema marino fortemente antropizzato (il Golfo di Trieste). In particolare sono stati applicati tre indici ed è stato analizzato il comparto fitoplanctonico, così da coprire le principali componenti che costituiscono la colonna d'acqua. Alcuni degli indici riscontrati ed analizzati sono i seguenti: numero di specie bentoniche; numero di specie esotiche; indice di diversità algale di Shannon- Weawer; presenza e copertura di macrofite bentoniche; l'indice algale RIP o RIF; no medio di specie per rilievo delle fitocenosi; presenza/abbondanza di specie/taxa opportunistici; proliferazione di alghe nitrofile; determinazione deii'ABC (Apparent Bacterial Concentration) e stima della frazione bioluminiscente %LB (Luminous Bacteria); rapporto nematodi/copepodi; indice biotico di Borja; indice trofico TRIX. Questi ultimi 3 indici sono stati applicati sui dati del Laboratorio di Biologia Marina, per le stazioni C1, da giugno 2002 a dicembre 2004, e AA 1, da febbraio 1999 a novembre 2004. Il rapporto nematodi/copepodi non ha evidenziato situazioni di stress in nessuna delle due aree, soltanto considerando la correlazione tra i valori di tale rapporto e quelli dell'abbondanza totale del meiobenthos si è riscontra una "sofferenza" nella stazione AA 1. Comunque si ritiene diffusamente che questo rapporto è fortemente influenzato dal tipo di sedimento, dal tipo di inquinamento (organico od inorganico) e dal tipo di habitat, pertanto difficilmente può essere utilizzato in maniera universale. L'indice biotico marino di Borja ha indicato una condizione leggermente inquinata per entrambe le stazioni, soltanto valutando l'abbondanza percentuale dei gruppi ecologici individuati dall'indice, la stazione AA 1 risulta più stressata, rispecchiando il fatto che è un'area i cui fondali sono sottoposti a vari fattori di disturbo. Il problema di questo indice è che spesso sono attribuite alle singole specie caratteristiche etologiche e di soprawivenza agli stress in base all'appartenenza o meno ad un determinato genere, e non perché siano state fatte verifiche sperimentali su ogni singola specie. L'indice trofico TRIX ha evidenziato condizioni di trofia che corrispondono ad una qualità dell'ambiente tra buona e moderata, raggiungendo talvolta qualità elevata soprattutto per la stazione AA 1. Ciò è legato al maggiore idrodinamismo di quell'area, rispetto alle correnti meno accentuate e al maggiore contatto con gli inquinanti di origine antropica della stazione C1. È stata, quindi, determinata la significatività di diversi descrittori (quali potenziali indicatori) del comparto fitoplanctonico per i campionamenti della stazione C1 da ottobre 1998 a settembre 2005, così da poter integrare la valutazione qualitativa di una colonna d'acqua. Per le analisi sono stati utilizzati dati raccolti dal gruppo BIPA e sono state: l'andamento dell'abbondanza fitoplanctonica; l'andamento del contenuto totale di carbonio; la distribuzione percentuale dell'abbondanza rispetto alla dimensione cellulare; l'indice di Shannon- Weaver; la numerosità dei taxa; l'andamento della taglia individuale media; la variazione della numerosità di classi di taglia; la relazione tra la taglia individuale dei taxa e la loro abbondanza; la significatività delle correlazioni taglia-abbondanza e la pendenza della retta di regressione per valutare lo scosta mento dal valore di riferimento -0,75 in base alle legge dell'equiripartizione dell'energia. l risultati hanno evidenziato che l'effetto del ridotto trofismo nell'ecosistema pelagico del Golfo di Trieste sta determinando una graduale riduzione della biomassa dei produttori primari, e ciò è evidente sia nella diminuzione dell'abbondanza del fitoplancton autotrofo e mixotrofo e ancor più nella diminuzione del contenuto totale in carbonio. Viceversa non si è registrato quanto atteso in termini dimensionali specifici ovvero la comunità fitoplanctonica non ha subito drastiche riduzioni nelle taglie degli organismi. Anche l'indice di Shannon- Weaver non ha evidenziato alcun aumento della biodiversità nel corso del periodo considerato. La sola numerosità dei taxa viceversa evidenzia un forte aumento nel tempo. In altri termini, seppur ridotti numericamente, i popolamenti fitoplanctonici presentano una maggiore biodiversità. La seconda fase di analisi del comparto fitoplanctonico centrata soprattutto sull'analisi della taglia (dimensione) media come macrodescrittore, ha evidenziato che essa è aumentata nel corso degli anni. Il fatto che nella prima fase di analisi fosse risultato che il contenuto totale in carbonio è diminuito, corrisponde al fatto che nel corso degli anni è sì aumentata la taglia massima riscontrata nei popolamenti (e ciò era stato evidenziato anche nella prima fase di analisi), ma anche la taglia minima. Non è stato possibile, però, verificare in maniera significativa lo scostamento delle comunità dal valore di riferimento di -0,75 che indica l'equiripartizione di energia tra esemplari di taglia piccola e grande, che avrebbe dato indicazioni e conferma dell'andamento del sistema fitoplanctonico verso uno stato di miglioramento legato all'evoluzione in corso delle condizioni ambientali chimico-fisiche del Golfo di Trieste. Ciò indicherebbe che la diminuzione dei nutrienti e quindi dell'eutrofizzazione, non è così accentuata da far prevalere specie con dimensioni ridotte, d'altra parte non si verificano più con la stessa frequenza imponenti fioriture mono o paucispecifiche, caratteristiche di ambienti ad alto trofismo o eutrofizzati. Nel presente studio, il rapporto nematodi/copepodi non ha evidenziato situazioni di stress né in una stazione né nell'altra. Non esistono, però, degli intervalli di valori corrispondenti a delle condizioni intermedie di alterazione ambientale, né una valutazione qualitativa dettagliata dello stato dell'ambiente (solamente ambiente stressato o meno), a differenza degli altri due indici utilizzati. Il rapporto nematodi/copepodi risulta difficile quindi da confrontare con gli altri due indici, l'indice biotico marino e l'indice trofico TRIX. L'indice biotico marino di Borja indica, per tutto il periodo preso in esame, che entrambe le stazioni presentano un livello di inquinamento leggero, anche se la stazione M 1 presenta un alto numero specie del gruppo 4 che potrebbe essere indicatore di stress legato sia per possibili crisi di ipossia, sia per il deposito di fanghi di dragaggio, sia per la pesca a strascico. L'applicazione dell'indice trofico TRIX (DIN/Ptot) sulle acque superficiali indica uno stato per lo più buono per entrambe le stazioni, che, in base alla tabella del D.lgs. 152/99, corrisponde ad una condizione delle acque con medio livello trofico, occasionali intorbidamenti delle acque, occasionali colorazioni anomale delle acque, occasionali ipossie nelle acque bentiche. Quest'ultima condizione rispecchierebbe lo stato descritto dall'indice di Borja che individua, soprattutto per la stazione AA 1 con l'elevato numero di specie del gruppo· 4, periodi di stress, legati probabilmente a condizioni di ipossia. L'analisi tramite diversi descrittori del comparto fitoplanctonico della stazione C1, indicherebbe una tendenza ad un miglioramento dell'ambiente indicata dalla diminuzione dell'abbondanza cellulare legata soprattutto alla rarefazione di fioriture imponenti, dall'aumento del numero di taxa presente, dall'aumento della taglia media e della numerosità di classi di taglia presenti negli ultimi anni. Non esiste però un parametro numerico di riferimento o delle soglie in senso assoluto per valutare questo miglioramento, ma solo l'analisi di una serie storica di dati. L'analisi comparata ed aggregata degli indici ha evidenziato come non esistano indici validi per situazioni mesotrofiche, tutti gli indici analizzati sono in grado di discriminare correttamente soltanto situazioni estreme e stabilizzate nel tempo. Nel caso del Golfo di Trieste si sono evidenziati più segnali di un cambiamento in atto, ma di limitata entità e non e' possibile stabilire oggi se le evoluzioni future seguiranno questo trend. Sull'evoluzione delle acque del Golfo hanno certamente influito le scelte gestionali operate in passato che hanno garantito una diminuzione della concentrazione del fosforo inorganico come nel resto del bacino, ma probabilmente anche cambiamenti climatici che hanno determinato un maggior apporto di acque di provenienza orientale e quindi più oligotrofiche.
XIX Ciclo
1976
Versione digitalizzata della tesi di dottorato cartacea.
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Puccio, Christian. "Monitoraggio tramite segnali indiretti per il controllo del processo di denitrificazione in un impianto a f.a. in scala di laboratorio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amslaurea.unibo.it/124/.

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Andreis, Chiara. "Analisi sperimentale delle performance di una logica innovativa per il controllo dinamico dello sbrinamento di pompe di calore aria-acqua." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22638/.

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Abstract:
L’obiettivo del lavoro è l’ottimizzazione della logica di controllo che gestisce i cicli di sbrinamento di una pompa di calore aria-acqua prodotta dall’azienda Galetti. Sono state condotte delle prove all’esterno dell’azienda e nella camera climatica presente in Galletti per lo studio del comportamento della macchina durante i cicli di defrost e la realizzazione di una frosting map, ovvero un diagramma temperatura-umidità dell’aria esterna che evidenzia quali siano le combinazioni di questi due parametri che portano alla formazione di brina sulla batteria esterna della pompa di calore. Le prove hanno mostrato alcune inefficienze dell’attuale logica di controllo dei cicli di sbrinamento che portano a perdite di energia e all’avvio di cicli di defrost quando questi non sono necessari. Per migliorare il funzionamento della macchina è stata ideata una logica innovativa per il controllo dinamico dello sbrinamento. Tale logica si basa sull’utilizzo della frosting map e sul calcolo dello spessore di brina, oltre che sul controllo della pressione di evaporazione. La logica è stata validata mediante delle prove condotte in camera climatica che hanno mostrato come essa permetta alla macchina di effettuare cicli di sbrinamento più brevi e di ridurre il calo di potenza termica e di COP. Ciò porta a un calo del discomfort nell’ambiente interno asservito alla pompa di calore durante il funzionamento in modalità chiller, oltre che a minor usura dei componenti della macchina. Inoltre la nuova logica di controllo, basandosi sull’utilizzo della frosting map, permette di eliminare tutti i cicli di sbrinamento non necessari. È stato condotto anche il calcolo dell’energia risparmiabile durante l’intera stagione di riscaldamento con l’utilizzo della nuova logica di controllo. Nel complesso la nuova logica di controllo dinamico dei cicli di sbrinamento permette alla macchina di avere prestazioni migliori e di ridurre le inefficienze, con conseguenti risparmi energetici ed economici.
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Frontori, I. "L'ACQUA A MEDIOLANUM. CONTROLLO E GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE IN ETÀ ROMANA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2017. http://hdl.handle.net/2434/488876.

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Abstract:
As is widely known, in the early 1900s the city of Milan looked very different than today because of its close relations with water: it had a dense network of canals and natural groundwater springs. The origin of this intricate system dates back to the process of Romanization and the beginnings of planned urban development. Since 49 BC, when Mediolanum’s “municipium” was established, the need for new strategies for water supply and defense led to the diversion of some rivers, with the aim of creating a self-sufficient internal water course-network. Over the last thirty years, archaeological digs have uncovered the remains of a number of drainage facilities, channels and pipes throughout the city; furthermore, the discovery of some parts of the defensive moat have stimulated a debate about the aspect of the townscape during the Roman period. This paper aims to give a complete survey of the system, combining archaeological evidence with the study of historical sources.
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Contino, Alessandro. "Un'applicazione mobile per controllo e monitoraggio della qualità dell'acqua di una piscina." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6589/.

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Abstract:
Questo elaborato ha come argomento lo sviluppo di un progetto informatico creato per mettere in comunicazione tra di loro un sistema di gestione e controllo del ricambio di acqua in una piscina e un dispositivo mobile. Per la realizzazione del sistema di controllo è stata utilizzata una scheda Arduino Mega 2560 munita di modulo Ethernet, mentre, per quello che concerne il dispositivo mobile, la scelta è ricaduta su un device dotato di sistema operativo Android. La comunicazione tra questi due attori è mediata attraverso un server scritto in Java che gira nella stessa rete locale in cui è presente la scheda Arduino. Il progetto può essere inserito nell'ambito dell'Internet of Things, dove ogni oggetto è caratterizzato dalla possibilità di connettersi ad Internet e scambiare informazioni con ogni altro oggetto creando una rete. Questo progetto è suddiviso in tre parti: la prima si occupa della definizione di due protocolli di comunicazione tra le varie componenti, uno per lo scambio di messaggi tra client Android e Server Java e un secondo per quello tra scheda Arduino e Server; la seconda parte è incentrata sulla realizzazione del server Java che rende accessibile la scheda da qualsiasi luogo e permette la raccolta dei dati rilevanti provenienti dalla centralina. L’ultima parte infine è quella relativa allo sviluppo di una applicazione per Android che permette di monitorare il tutto e interagire con la centralina stessa.
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Drudi, Federico. "Applicazione dell'acqua attivata al plasma (PAW) ed implementazione di un sistema di visione computerizzata (CVS) per il controllo e la valutazione della melanosi nei crostacei." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24608/.

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Abstract:
I crostacei sono da sempre considerati prodotti ittici d'elevato valore economico (FAO 2020) soggetti ad un'alta deperibilità a causa dello sviluppo di colorazioni brune nella zona cefalotoracica ed addominale del carapace (Goncalves et al. 2016). Nell'ottica di una riduzione degli sprechi alimentari e vista la crescente sensibilità dei consumatori verso alimenti clean-lable, questo studio valuta l'effetto dell'acqua attivata al plasma (PAW) nel ritardare la comparsa di melanosi su mazzancolle (P. kerathurus) e gamberi rosa (P. longirostris), confrontandone l'effetto con i più comuni trattamenti (solforosa e 4-esilresorcinolo). La valutazione della melanosi si è svolta per mezzo di un sistema di visione computerizzata (CVS) e successiva analisi delle immagini digitalizzate. Dalle prove sulle mazzancolle è emerso un effetto protettivo dell'acqua attivata al plasma per i primi 5 giorni di conservazione, mentre per i gamberi rosa non si sono ottenute differenze significative (p<0.05) rispetto ai campioni trattati con sola acqua. I migliori risultati nel contenimento della melanosi si sono ottenuti dai campionitrattati con 4-esilresorcionolo, tuttavia si è anche sviluppata una colorazione rossa sul carapace giudicabile, secondo altri studi, come sgradevole (Pilar Montero et al. 2001).
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SPAZZINI, Nicola. "Uomini, terra e acque: il monastero di San Benedetto Polirone in età moderna." Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/11562/343733.

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Abstract:
L’oggetto di studio della ricerca è il monastero benedettino di Polirone in età moderna; fondato nell’anno 1007 da Tedaldo di Canossa sull’isola di San Benedetto non lontano dalla città di Mantova, il cenobio accolse monaci benedettini sino alla soppressione, avvenuta nel 1797 in seguito alla conquista della città da parte di Napoleone Bonaparte. In particolare, la tesi indaga le strategie attuate dai monaci per il controllo delle acque, finalizzate a difendere il cenobio dalle piene dei fiumi Po e Secchia e a regolarizzare e normalizzare la rete idrografica minore per migliorare la resa dei terreni. Nella trattazione si analizzano criticamente ii documenti che testimoniano l'aggregazione di Polirone alla Congregazione di Santa Giustina di Padova (poi divenuta Cassinese), così come il rapporto che il monastero sviluppò nei secoli con il medesimo ente. Ampio spazio è dedicato allo studio della 'crisi del Seicento' nei territori dell'abbazia, e alle manovre belliche che coinvolsero Polirone anche nelle guerre di successione del XVIII secolo. I documenti reperiti e analizzati confermano l'esigenza di considerare il triplice rapporto uomini-terra-acque in un'ottica di complessità e reciprocità, che diviene indispensabile per delineare la storia di Polirone in età moderna. La ricerca è completata da tre appendici: il catalogo delle mappe per la cartografia storica di San Benedetto Po, il computo delle terre del monastero concesse ai “terzaroli” (1657) e la tabulazione delle proprietà intestate al monastero nel catasto (1784).
The object of the research is the Benedictine monastery of Polirone in the modern age; this monastery, which was founded in 1007 by Tedaldo Canossa in the area on San Benedetto, not far from Mantua, received the monks until its abolition, occurred in 1797 following the capture of the city by Napoleon Bonaparte. In particular, this thesis investigates the strategies implemented by the monks for the control of water, aimed at defending the monastery from the floods of the rivers Po and Secchia, and at regularizing the minor hydrographic network to improve the yield of the land. The discussion analyses critically the documents showing the aggregation of Polirone to the Congregation of St. Justina of Padua (later Cassinese), as well as the relationship developed over the centuries between the monastery and the same institution. Considerable space is devoted to the study of the “crisis of the seventeenth century” in the territories of the abbey, and to military maneuvers that involved Polirone even in the wars of succession of the eighteenth century. The documents found and analyzed confirm the need to consider the triple relationship human beings-ground-water in a perspective of complexity and reciprocity, that becomes essential to trace the history of Polirone in modern times. The research is supplemented by three appendices: a catalog of historical maps of San Benedetto Po, the statement of the monastery lands granted to the "terzaroli" (1657) and the tabulation of properties headed to the monastery (1784).
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Books on the topic "Controllo delle acque"

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Lewanski, Rodolfo. Il controllo degli inquinamenti delle acque: L'attuazione di una politica pubblica. Milano: Giuffrè, 1986.

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Bonadonna, Lucia, Rossella Colagrossi, and Liliana La Sala. Parametri microbiologici per il controllo delle acque di piscina: Metodi analitici di riferimento. Roma: Istitutio superiore di sanità, 2013.

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Severini, Giancarlo. Fortificazioni e controllo delle acque in Toscana fra '500 e '600: Il caso di Pisa. Pisa: ETS, 1999.

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4

Bruno, Milena. Indicazioni per il controllo delle specie algali tossiche delle acque marine e lacustri italiane: Studio delle coste e di un lago del Lazio, 1994-1995. Roma: Istituto superiore di sanità, 1997.

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5

Amorosino, Sandro. Il governo delle acque: La salvaguardia di Venezia, una storia amministrativa italiana. Roma: Donzelli, 2002.

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6

Bellabarba, Marco. Seriolanti e arzenisti: Governo delle acque e agricoltura a Cremona fra Cinque e Seicento. Cremona: Biblioteca statale e libreria civica di Cremona, 1986.

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7

Laguna, fiumi, lidi: Cinque secoli di gestione delle acque nelle Venezie : atti del Convegno indetto dal Magistrato alle acque, Venezia-Fondazione Cini, S. Giorgio maggiore, 10-12 giugno 1983. [Venice?]: La Press, 1985.

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8

Groppello, Andrea, and Paola Virgioli. Venezia sistema Mose: Studi di inserimento archiettonico delle opere mobili alla bocche lagunari per la difesa dalle acque alte. Venezia: IUAV, 2009.

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9

Mencini, Giannandrea. Venezia acqua e fuoco: La politica della "salvaguardia" dall'alluvione del 1966 al rogo della Fenice. Venezia: Il Cardo, 1996.

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Silvestri, Camillo. Successi delle acque: Dall'anno 1677 al 1755. Rovigo, 2003.

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Conference papers on the topic "Controllo delle acque"

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Bellini, Oscar Eugenio. "Green camouflage: una nuova identità per le infrastrutture urbane nella città densa." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7982.

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Abstract:
La crescente richiesta di città più ecologiche e sostenibili impone il ripensamento dei manufatti e delle attrezzature che vanno sotto la denominazione di infrastrutture urbane. Diventate un imprescindibile componente fisica dell’ecosistema urbano hanno infatti assunto, nella città contemporanea, l’involontario ruolo di testimoni della contrapposizione tra contesto naturale e ambiente artificiale. Attualmente oggetto di una riflessione critica che sta spostando l’interesse dalla loro configurazione estetico/funzionale alla verifica di compatibilità ambientale e paesaggistica, esse possono essere ripensate, anche grazie all’impiego della vegetazione e del verde tecnologico, quale azione preliminare verso la loro rigenerazione e quella degli “infra-luoghi” che ad esse si accompagnano. Al di là delle tendenze modaiole, che sovente scadono nel greenwashing, l’inverdimento delle infrastrutture può rappresentare l’occasione per rendere ambientalmente più sostenibili consistenti porzioni di città, anche in ragione degli importanti benefici che la vegetazione produce: riduzione dell’isola di calore, controllo del deflusso delle acque piovane, abbattimento dell’inquinamento atmosferico e del rumore, etc. In questo contesto i dispositivi del camouflage, attuati con il verde, possono aprire ad una nuova estetica, favorendo la dissimulazione di queste attrezzature all’interno della città. Il saggio propone un primo bilancio di una ricerca, tutt’ora in corso, sulle potenzialità dell’impiego della vegetazione nella città densa quale strumento con cui ripensare e riabilitare le infrastrutture e i relativi spazi, che deturpano il paesaggio urbano, formulando alcune riflessioni, contestualizzate per concreti risultati raggiunti, su come le tecniche del camouflage e della mimicry possono contribuire a migliorare il ruolo e la natura di queste attrezzature urbane, altrimenti solo ed esclusivamente funzionali. The growing demand for more environmentally friendly and sustainable cities requires the rethinking of the artifacts and equipment that we commonly call gray infrastructure. They have become an inevitable physical component of the urban ecosystem and have in fact assumed, in the contemporary city, the involuntary role of witnesses to the contrast between natural and artificial environment. Gray Infrastructures are currently subject to a critical reflection about their environmental compatibility as well as their aesthetic/functional configuration; that is why they can be rethought, by use of vegetation and ecotechgreen, to regenerate the "infraplaces" which they accompany. Beyond the greenwashing, the greening of infrastructure could be an opportunity to make more environmentally consistent parts of the high city, also because of the important benefits that vegetation produces: heat island reduction, control of storm water runoff, reducing air pollution and noise, etc. Intervening in many environmental aspects, ‘ecotechgreen’ becomes the premise for a new environmental planning with which to transform towns into more efficient ecosystems. In this context, the devices of camouflage, practiced by ecotechgreen, can open a new urban aesthetic, facilitating the disguise of these facilities within the city. This paper presents partial results of an ongoing research, about different planning approaches relative to these urban components into the high density city, and it shows how the techniques of camouflage and mimicry may help to improve the role and nature of these urban facilities.
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