Dissertations / Theses on the topic 'Controllata'

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Petrolini, Andrea. "Impianti di ripartizione di farmaci in asepsi e atmosfera controllata." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9232/.

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Abstract:
Tesi in azienda che verte sugli impianti di ripartizione di farmaci in asepsi e atmosfera controllata. Sono stati analizzati: norme riguardanti progettazione e installazione di impianti farmaceutici; tecnologie di ripartizione (isolatori e RABS) con riferimento all'isolatore in azienda e all'impianto HVAC asservito; la linea di ripartizione in generale (washing machine - tunnel di depirogenazione - isolatore - coding station); test SAT di convalida per l'installazione di isolatore e impianto HVAC; sviluppo e convalida del ciclo di decontaminazione con VHP; conti di ottimizzazione dell'inertizzazione della camera di riempimento.
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Ceci, Alessandro. "Tecniche di demolizione controllata: una panoramica sull’uso dell’esplosivo nelle demolizioni civili." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11646/.

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Abstract:
In questo studio si è prima fatta una panoramica sulle tecniche di demolizione esistenti, sia controllate che non, elencandone i vantaggi e gli svantaggi, per poi passare, nel terzo capitolo, ad una descrizione dettagliata delle tecniche a demolizione controllata, soffermandosi in particolare sull’utilizzo dell’esplosivo e vagliandone le varie metodologie ed applicazioni. 8 In particolare dell’uso dell’esplosivo come tecnica di demolizione è stata vista la teoria ne supporta l’uso, dal dimensionamento delle cariche nei vari casi di utilizzo, al calcolo e prevenzione dei possibili effetti indesiderati. Infine, nel quarto capitolo, la teoria è stata messa in pratica in un esempio applicativo, sviluppandone tutte le fasi che precedono l’atto della demolizione vera e propria, dalle fasi pre-progettuali di raccolta dei dati necessari, al controllo di possibili interferenze e disturbi arrecati agli ipotetici edifici confinanti.
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3

Urbinati, Sabrina. "Sintesi e caratterizzazione di polimeri anfifilici a struttura controllata mediante ATRP." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7657/.

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Abstract:
Sono stati sintetizzati diversi copolimeri con struttura a blocchi o di tipo statistico aventi struttura e pesi medi molecolari controllati utilizzando polimerizzazioni radicaliche viventi (ATRP). Questi polimeri solitamente esibiscono proprietà superiori rispetto a polimeri con struttura non controllata e alta polidispersità. Alcuni dei polimeri sono stati ottenuti polimerizzando un monomero metacrilico sintetizzato tramite esterificazione di una miscela commerciale costituita da alcoli alifatici a diversa lunghezza di catena. Per fare ciò è stata studiata la polimerizzazione controllata di monomeri metacrilici a diverso peso molecolare, dimostrando che la reattività dipende dalla lunghezza della catena laterale. I nuovi copolimeri ottenuti sono stati caratterizzati tramite 1H-NMR, DSC, TGA, GPC ed IR.
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Fava, Elia. "Sintesi di nuovi copolimeri a struttura controllata per inibire la formazione d'idrati." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9052/.

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Abstract:
Durante i processi di estrazione può avvenire la formazione spontanea d’idrati di gas naturali, i quali, agglomerandosi, possono ostruire le tubazioni. Inibire la formazione degli idrati è quindi di fondamentale importanza al fine di prevenire danni ambientali ed economici. In questo contesto abbiamo ritenuto interessante sintetizzare diversi copolimeri a struttura controllata con lo scopo di utilizzarli come inibitori d’idrati. In particolare, dopo aver ottimizzato la sintesi dell’omopolimero costituente il primo blocco mediante ATRP, questo è stato utilizzato come macroiniziatore per la successiva copolimerizzazione di tre altri monomeri a diversa polarità. L’efficienza d’inibizione di tutti i derivati copolimerici ottenuti è stata testata e confrontata con quella di additivi commerciali attualmente in uso mediante DSC.
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5

Dika, Emi <1975&gt. "Trattamento chirurgico dei tumori cutanei con la chirurgia microscopicamente controllata di Mohs." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1670/1/emi_dika_tesi.pdf.

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Dika, Emi <1975&gt. "Trattamento chirurgico dei tumori cutanei con la chirurgia microscopicamente controllata di Mohs." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1670/.

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7

Valentini, Federica <1982&gt. "Sviluppo di impianti ceramici biomimetici a porosità controllata per la rigenerazione del tessuto osseo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2817/1/valentini_federica_tesi.pdf.

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Abstract:
La presente ricerca si inquadra nell’ambito della risoluzione dei problemi legati alla chirurgia ossea, per la cura e la sostituzione di parti di osso in seguito a fratture, lesioni gravi, malformazioni e patologie quali osteoporosi, tumori, etc… Attualmente la progettazione di impianti per le sostituzioni/rigenerazioni ossee richiede che i materiali sviluppati siano in grado di “mimare” la composizione e la morfologia dei tessuti naturali, in modo da generare le specifiche interazioni chimiche esistenti nei tessuti dell’organismo con cui vengono a contatto e quindi di biointegrarsi e/o rigenerare l’osso mancante nel miglior modo possibile, in termini qualitativi e quantitativi. Per lo sviluppo di sostituti ossei porosi sono state sperimentate 2 tecnologie innovative: il freeze-casting ed il foaming. Gli impianti ceramici realizzati hanno presentano una dimensione dei pori ed un’interconnessione adeguata sia per l’abitazione cellulare che per la penetrazione dei fluidi fisiologici e la vascolarizzazione. In particolare l’elevata unidirezionalità nei campioni ottenuti mediante freeze-casting si presenta molto promettente poiché fornisce cammini guida che migliorano la vascolarizzazione dell’impianto e l’abitazione cellulare in tempi rapidi e nella parte più interna dello scaffold. D’altra parte, la tecnologia del foaming ha permesso l’ottenimento di materiali apatitici ad alta porosità multidimensionale ed interconnessa con proprietà meccaniche implementate rispetto a tipologie precedenti e, lavorabili dopo sinterizzazione mediante prototipazione rapida. Per questo motivo, questi materiali sono attualmente in corso di sperimentazione, con risultati preliminari adeguati promettenti per un’applicazione clinica, come sostituti ossei di condilo mandibolare, sito estremamente critico per gli sforzi meccanici presenti. È stata dimostrata la possibilità di utilizzare lo scaffold ceramico biomimetico con la duplice funzione di sostituto osseo bioattivo e sistema di rilascio in situ di ioni specifici e di antibiotico, in cui la cinetica di rilascio risulta fortemente dipendente dalle caratteristiche chimico-fisico morfologiche del dispositivo (solubilità, area di superficie specifica,…). Per simulare sempre di più la composizione del tessuto osseo e per indurre specifiche proprietà funzionali, è stata utilizzata la gelatina come fase proteica con cui rivestire/impregnare dispositivi porosi 3D a base di apatite, con cui miscelare direttamente la fase inorganica calcio-fosfatica e quindi realizzare materiali bio-ibridi in cui le due fasi contenenti siano intimamente interagenti. Inoltre al fine di ridurre gli innumerevoli problemi legati alle infezioni ossee alcuni dei materiali sviluppati sono stati quindi caricati con antibiotico e sono state valutate le cinetiche di rilascio. In questa maniera, nel sito dell’impianto sono state associate le funzioni di trasporto e di rilascio di farmaco, alla funzione di sostituzione/rigenerazione ossee. La sperimentazione con la gelatina ha messo in luce proprietà posatamente sfruttabili della stessa. Oltre a conferire allo scaffold un implementata mimesi composizionale del tessuto osseo, ha infatti consentito di aumentare le proprietà meccaniche, sia come resistenza a compressione che deformazione. Unitamente a quanto sopra, la gelatina ha consentito di modulare la funzionalità di dispensatore di farmaco; mediante controllo della cinetica di rilascio, tramite processi di reticolazione più o meno spinti.
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Valentini, Federica <1982&gt. "Sviluppo di impianti ceramici biomimetici a porosità controllata per la rigenerazione del tessuto osseo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2817/.

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Abstract:
La presente ricerca si inquadra nell’ambito della risoluzione dei problemi legati alla chirurgia ossea, per la cura e la sostituzione di parti di osso in seguito a fratture, lesioni gravi, malformazioni e patologie quali osteoporosi, tumori, etc… Attualmente la progettazione di impianti per le sostituzioni/rigenerazioni ossee richiede che i materiali sviluppati siano in grado di “mimare” la composizione e la morfologia dei tessuti naturali, in modo da generare le specifiche interazioni chimiche esistenti nei tessuti dell’organismo con cui vengono a contatto e quindi di biointegrarsi e/o rigenerare l’osso mancante nel miglior modo possibile, in termini qualitativi e quantitativi. Per lo sviluppo di sostituti ossei porosi sono state sperimentate 2 tecnologie innovative: il freeze-casting ed il foaming. Gli impianti ceramici realizzati hanno presentano una dimensione dei pori ed un’interconnessione adeguata sia per l’abitazione cellulare che per la penetrazione dei fluidi fisiologici e la vascolarizzazione. In particolare l’elevata unidirezionalità nei campioni ottenuti mediante freeze-casting si presenta molto promettente poiché fornisce cammini guida che migliorano la vascolarizzazione dell’impianto e l’abitazione cellulare in tempi rapidi e nella parte più interna dello scaffold. D’altra parte, la tecnologia del foaming ha permesso l’ottenimento di materiali apatitici ad alta porosità multidimensionale ed interconnessa con proprietà meccaniche implementate rispetto a tipologie precedenti e, lavorabili dopo sinterizzazione mediante prototipazione rapida. Per questo motivo, questi materiali sono attualmente in corso di sperimentazione, con risultati preliminari adeguati promettenti per un’applicazione clinica, come sostituti ossei di condilo mandibolare, sito estremamente critico per gli sforzi meccanici presenti. È stata dimostrata la possibilità di utilizzare lo scaffold ceramico biomimetico con la duplice funzione di sostituto osseo bioattivo e sistema di rilascio in situ di ioni specifici e di antibiotico, in cui la cinetica di rilascio risulta fortemente dipendente dalle caratteristiche chimico-fisico morfologiche del dispositivo (solubilità, area di superficie specifica,…). Per simulare sempre di più la composizione del tessuto osseo e per indurre specifiche proprietà funzionali, è stata utilizzata la gelatina come fase proteica con cui rivestire/impregnare dispositivi porosi 3D a base di apatite, con cui miscelare direttamente la fase inorganica calcio-fosfatica e quindi realizzare materiali bio-ibridi in cui le due fasi contenenti siano intimamente interagenti. Inoltre al fine di ridurre gli innumerevoli problemi legati alle infezioni ossee alcuni dei materiali sviluppati sono stati quindi caricati con antibiotico e sono state valutate le cinetiche di rilascio. In questa maniera, nel sito dell’impianto sono state associate le funzioni di trasporto e di rilascio di farmaco, alla funzione di sostituzione/rigenerazione ossee. La sperimentazione con la gelatina ha messo in luce proprietà posatamente sfruttabili della stessa. Oltre a conferire allo scaffold un implementata mimesi composizionale del tessuto osseo, ha infatti consentito di aumentare le proprietà meccaniche, sia come resistenza a compressione che deformazione. Unitamente a quanto sopra, la gelatina ha consentito di modulare la funzionalità di dispensatore di farmaco; mediante controllo della cinetica di rilascio, tramite processi di reticolazione più o meno spinti.
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Montecchiari, Leonardo. "Progettazione e valutazione sperimentale di una piattaforma di mobilità controllata per UAV-aided sensor networks." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19131/.

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Abstract:
Con “mobilità controllata” s’intende la tecnica attraverso la quale si utilizzano veicoli (droni/rover) sprovvisti di equipaggio ed in grado di controllare in maniera autonoma la propria posizione. Molte applicazioni della mobilità controllata fanno riferimento a scenari nel quale il veicolo a guida autonoma funge da collettore dati raccolti da installazione di sensori a terra. Questo elaborato presenta Sybelius, un piattaforma di mobilità controllata per UAV-aided sensor networks. È stato progettato un sistema di controllo autonomo per "Unmanned Aerial Vehicle" (UAV), in grado di eseguire delle intere "Missioni" di volo con lo scopo di raccogliere dati da sensori a terra. La sperimentazione è stata effettuata in ambiente outdoor usando un drone "manned" ed equipaggiandolo di apposito coordinatore di bordo e di modulo per l'acquisizione dati dai sensori a terra. Sono stati eseguiti test sperimentali relativi alla direzionalità, distanza e potenza della comunicazione drone-sensore, alla precisione del puntamento verso la coordinata GPS del sensore a terra e all'efficienza energetica in fase di comunicazione, volo stazionario e volo continuo.
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Collina, Alberto. "Rischio residuale e scenari di inondazione controllata nel comparto idraulico Secchia - Panaro del fiume Po." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amslaurea.unibo.it/103/.

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Marchiori, Enrico <1989&gt. "Determinazione di POPs provenienti da combustione di scarti di potatura di vigneto in atmosfera controllata." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3495.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi si prefigge la messa a punto di un metodo analitico atto alla determinazione di alcuni composti organici persistenti (POPs) con lo scopo di verificare l’impatto in atmosfera causato dalla combustione dei tralci di potatura di vigneto (sarmenti). I POPs indagati sono: policlorodibenzodiossine/furani (PCDD/F), policlorobifenili (PCB) e idrocarburi policiclici aromatici (IPA). I campioni, raccolti in seguito a combustione in condizioni controllate, verranno estratti tramite sistema di estrazione pressurizzata (PLE®), purificati mediante un sistema automatizzato di cromatografia preparativa su colonna (PowerPrep®) e, infine, analizzati mediante gascromatografia capillare accoppiata a spettrometria di massa a bassa e alta risoluzione (HRGC-LRMS e HRGC-HRMS). Tale tesi s’inserisce nell’ambito di un progetto per la creazione di un modello di gestione sostenibile, in relazione alla protezione ambientale ed alle necessità agronomiche per il riutilizzo di biomasse vegetali, ricavate dalle pratiche agricole di vigneto, della collina di Conegliano Valdobbiadene DOCG.
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Giubertoni, Silvia. "Trattamento di matrici compostabili da RU mediante biostabilizzazione controllata, presso l'impianto Nuova Geovis, di Sant'Agata Bolognese." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1020/.

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Abstract:
La relazione mira ad illustrare l'importanza del compostaggio, quale tecnologia per lo smaltimento dei rifiuti e recupero di risorse. Vengono descritti il processo di stabilizzazione aerobica, i meccanismi microbici e i parametri fisico-chimici che lo caratterizzano. E' evidenziata l'importanza della raccolta differenziata e della scelta delle matrici compostabili nell'ottimizzazione di questa biotecnologia spontanea per il trattamento di rifiuti e reflui organici putrescibili. E' sottolineato, inoltre, come una corretta gestione del processo permetta di valorizzare residui di varia natura trasformandoli in un buon compost, prodotto valido dal punto di vista agronomico e ambientale. Nella parte finale della relazione verrà inoltre descritto un impianto di compostaggio, presente nel territorio regionale, la Nuova Geovis di Sant'Agata Bolognese e dal punto di vista applicativo, verrà  costruito un modello, che permetta di legare l'andamento della temperatura all'andamento dell'IRD, Indice di Respirazione Dinamico, attraverso dati raccolti presso l'impianto, relativi ovviamente a Indice di Respirazione Dinamico (IRD) e temperatura. Questo anche per valutare il corretto del processo stesso.
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Babbini, Silvia. "Nuovi impasti con 100% materiale di riciclo per gres porcellanato a porosità controllata per applicazioni in edilizia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Questa tesi di laurea è stata sviluppata grazie a un lavoro di ricerca svolto presso il Centro Ceramico di Bologna, centro di ricerca e sperimentazione per l’industria ceramica e si inserisce nell’ambito di un progetto regionale, finalizzato al recupero di scarti industriali del territorio per la produzione di materiali da costruzione a basso impatto ambientale, allo scopo di valorizzare tali scarti della regione Emilia-Romagna, in accordo coi principi di una circular economy. Le materie prime utilizzate negli impasti sarebbero destinate allo smaltimento in discarica, con il presente lavoro invece vengono utilizzate come materie prime seconde. Dopo l’attività iniziale di mappatura a livello regionale dei rifiuti e di schedatura di tali materie prime seconde, si è passati ad una sperimentazione basata sulla caratterizzazione di nuovi impasti ceramici, le cui materie prime siano costituite da tali materiali di scarto e le cui caratteristiche siano analoghe a quelle del grès porcellanato. Gli impasti che sono risultati migliori e compatibili tra loro, in termini di ritiro in cottura e assorbimento d’acqua, sono stati poi utilizzati per la creazione di una piastrella doppio-strato, il primo più poroso e il secondo più vetrificato. Per ognuno dei due strati sono stati ricavati i dati di conducibilità, correlati alla porosità chiusa dei due materiali. Gli impasti ottenuti sono utilizzabili, sia presi singolarmente, che accoppiati nel doppio caricamento, in sostituzione del grès porcellanato tradizionale nelle svariate applicazioni in edilizia. Il vantaggio principale è legato all’utilizzo di una piastrella ottenuta interamente da materiali di riciclo e quindi perfettamente sostenibile, con temperature ottimali di sinterizzazione inferiori a quelle tradizionali: 1060 a fronte di 1250 °C. Questo rappresenta un vantaggio dal punto di vista economico e ambientale, grazie a una riduzione dei consumi energetici, con abbattimento del consumo di gas metano e di emissioni di CO2.
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Baldi, Giada. "Una migrazione controllata : selezione e controllo politico dei migranti italiani in Belgio nel secondo dopoguerra (1946-1956)." Thesis, Paris 10, 2017. http://www.theses.fr/2017PA100199.

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Abstract:
La thèse traite de l'émigration organisée italienne vers la Belgique pendant la première décennie du deuxième après-guerre (1946-1956) et, notamment, des "aspects politiques" du recrutement des travailleurs et du "contrôle politique" de leurs activités dans le pays de destination. Malgré l’origine principalement économique de ce phénomène migratoire, on s’est proposé de centrer le travail de recherche sur les questions d’ordre politique qui caractérisèrent l’administration de ce flux migratoire, liées soit aux deux contextes nationaux de départ et arrivée, soit à la conjoncture internationale de la Guerre froide. Les buts de la recherche ont donc été la reconsidération de l’entrecroisement de facteurs économiques et politiques dans la gestion de cet exode de travail, l’analyse des stratégies et des divergents intérêts politiques de l’Italie et de la Belgique, ainsi que l’examen de l’incidence concrète de ces questions politiques sur la vie des migrants. L’étude a été structurée en deux parties. Dans la première partie, on a analysé le système de recrutement des travailleurs en Italie et les opérations de sélection des candidats à l’émigration mises en œuvre par la Mission belge et par les autres fonctionnaires belges installés auprès du Centre d’émigration à Milan. Dans la deuxième partie, d’un côté on a analysé l’encadrement politique des migrants italiens en Belgique – au niveau de l’assistance et des services sociaux, du syndicalisme et de la presse destinée à la communauté italienne – et de l’autre côté, face à l’interdiction aux étrangers de faire de la politique, on a pris en considération la surveillance policière et les expulsions des Italiens du territoire belge
The thesis deals with the post-war Italian assisted migration to Belgium (1946-1956) and it is particularly focused on the "political aspects" of the selection of migrant workers and on the "political control" of their activities in the receiving country. Despite the economic origins of this migration flow, my intention was in fact to study all the political issues concerning the management of the phenomenon, with reference both to the two national contexts of departure and arrival, and to international political circumstances, marked by the Cold War. The principal aims of my research were, therefore, to reconsider the interconnection between economic and political factors; to delve into the divergent strategies and political interests of the two countries involved in organising such working exodus; and to examine the real implications of political questions on migrants’ lives. The dissertation is composed of two main parts. In the first part, I have examined the recruitment system implemented in Italy, as well as the selection of candidates carried out by the Belgian Commission and by other Belgian officials at the Migration Centre in Milan. In the second part, instead, I have studied the political control over Italian migrants with respect to associations, social care and services, trade unions and newspapers on the one hand, and on the other hand, I have taken into account police surveillance and expulsion measures related to the Belgian ban on foreigners getting into politics
La tesi tratta dell'emigrazione assistita italiana verso il Belgio nel primo decennio del secondo dopoguerra (1946-1956) e, in particolare, degli "aspetti politici" del reclutamento dei lavoratori migranti e del "controllo politico" delle loro attività nel Paese di destinazione. Nonostante la matrice essenzialmente economica dell’esodo lavorativo in esame, mi sono proposta di incentrare lo studio sulle questioni di natura politica che caratterizzarono l’amministrazione del flusso migratorio, legate tanto ai due contesti nazionali di partenza e di arrivo, quanto al contesto internazionale della Guerra fredda. La ricerca intendeva insomma riconsiderare l’intreccio tra fattori politici ed economici nell’organizzazione dell’emigrazione organizzata postbellica verso il Belgio, esaminare le strategie e gli interessi politici dei due Paesi coinvolti, nonché indagare il concreto impatto di tali questioni politiche sulle vite dei migranti. La trattazione si articola quindi in due parti. Nella prima parte ho analizzato il sistema di reclutamento dei lavoratori sul territorio italiano, oltre che le operazioni di selezione dei candidati all’emigrazione effettuate dalla Commissione belga e dai vari funzionari belgi presso il Centro di emigrazione di Milano. Nella seconda parte invece sono state prese in esame, da un lato, le strategie di "contenimento politico" della collettività italiana nel Royaume – nell’ambito dell’assistenza, dell’associazionismo, del sindacalismo e della stampa – dall’altro lato, la sorveglianza da parte della polizia belga e le espulsioni di immigrati italiani per motivi di ordine politico
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Goga, Eda. "Progettazione ed analisi di algoritmi di mobilità controllata per reti mesh aeree con vincoli di copertura e persistenza." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
In questo lavoro di tesi verrà presentata l’implementazione di due algoritmi di Deployment e gestione di uno sciame di dispositivi UAV (Unmanned Aerial Vehicles). L’interesse scientifico su cui si fonda quest'analisi ha origine nelle enormi potenzialità degli UAV che garantiscono un'esplorazione aerea di aree pericolose in contesti di emergenze quali ad esempio scenari post catastrofe. La problematica principale affrontata sarà quella della gestione continuativa dell'area disastrata fornendo un algoritmo di schedulazione della cooperazione degli UAV alternando periodi attivi con quelli di ricarica dei dispositivi.
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SALERNO, SABRINA. "Il monitoraggio emodinamico non invasivo come guida al trattamento antipertensivo in pazienti con ipertensione arteriosa non controllata : lo studio BEAUTY." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/76763.

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Abstract:
Il monitoraggio emodinamico non invasivo come guida al trattamento antipertensivo in pazienti con ipertensione arteriosa non controllata : lo studio BEAUTY OBIETTIVO : nello studio “ In the BEtter control of blood pressure (BP) in hypertensive pAtients monitored Using the HOTMAN® sYstem” (BEAUTY) abbiamo valutato se il monitoraggio non invasivo di parametri emodinamici in combinazione con un algoritmo predefinito di selezione di farmaci possa migliorare il controllo della pressione arteriosa sistolica sia misurata al domicilio che in ambulatorio e al monitoraggio pressorio delle 24 ore , rispetto alla selezione convenzionale dei farmaci antipertensivi , durante un programma di trattamento intensivo di 6 mesi in pazienti con ipertensione arteriosa non controllata. DISEGNO E METODI: lo studio si è svolto in 5 centri europei di eccellenza per la cura dell’ipertensione arteriosa ove sono stati arruolati pazienti con ipertensione arteriosa essenziale non controllata (ufficio SBP> 140 mmHg e ambulatoriale diurna PAS> 135 mmHg) durante l'assunzione di ≥2 farmaci antipertensivi. I pazienti sono stati randomizzati al trattamento IHM-guidato (n = 83) vs. il trattamento convenzionalmente guidato dalla in accordo con le ultime linee guida sull’ipertensione arteriosa (controllo, n = 84) in gruppi paralleli multicentrici prospettici e randomizzati . RISULTATI: la SBP ambulatoria è diminuita marcatamente e, in media, nella stessa misura , dall’ arruolamento al termine dei 6 mesi di studio , sia nel gruppo IHM (-15,8 ± 14,8 mmHg) che nel gruppo controllo (-15,4 ± 14,5 mmHg, P = 0.87). Risultati simili sono stati ottenuti quando si confrontavano i cambiamenti della pressione sistolica misurata in ambulatorio nei due gruppi (p = 0,18). Al contrario, i valori di SBP dei diari domiciliari (disponibili in 46 IHM e 38 controlli) esposti a 6 mesi mostravano una riduzione significativamente maggiore nel gruppo IHM-guidato (-21,1 ± 17,7 mmHg) rispetto al gruppo controllo (-10,2 ± 13,0 mmHg, P = 0,002). Allo stesso modo, la percentuale di valori pressori nei limiti di norma nel periodo notturno è stata più elevata nel gruppo IHM rispetto al gruppo controllo. Il valore medio di effetti collaterali era significativamente più basso nel gruppo IHM rispetto al gruppo controllo (P = 0,008). CONCLUSIONI: il monitoraggio non invasivo di parametri emodinamici associati ad un algoritmo predefinito di selezione dei farmaci, induce riduzioni simili dei valori pressori sia al MAP24 ore che nei valori pressori misurati in ambulatorio; tuttavia vi è una riduzione maggiormente significativa della PA in condizioni standardizzate, come la notte e nel monitoraggio domiciliare della PA, rispetto al gruppo avviato alla selezione convenzionale di farmaci, in pazienti ipertesi non controllati, in centri di eccellenza per la cura dell’ipertensione arteriosa. Infine, la gestione dell'ipertensione IHM-guidata è stata associata ad un minor numero di effetti collaterali rispetto gestione convenzionale, che possano favorire una migliore conformità con il trattamento prescritto.
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Galvani, Nicolò. "Studio di assorbimento di acqua in membrane di ossido di grafene." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17941/.

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Abstract:
Da quando nel 2004 venne isolato per la prima volta il grafene, la ricerca sui composti del carbonio si è ampiamente intensificata: tra questi è particolarmente rilevante il caso dell'ossido di grafene (GO), interessante per la sua inusuale porosità selettiva alle molecole d'acqua e per la possibilità di ottenere proprietà simili al grafene se sottoposto a processi di riduzione. Il presente studio ha avuto come argomento generale quello di comprendere i fenomeni di interazione di molecole di acqua con membrane di ossido di grafene con l’obiettivo a lungo termine di sviluppare membrane innovative basate su questo materiale per applicazioni di filtrazione e purificazione. Nello specifico si è studiato il comportamento strutturale del GO in presenza di acqua e la dipendenza del fenomeno di assorbimento dell'acqua dallo spessore della membrana. L’elaborato di tesi segue l'attività sperimentale che ho svolto al seguito della Dottoressa Fabiola Liscio all'Istituto per la Microelettronica e i Microsistemi del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna: sono state eseguite misure di diffrazione a raggi X su campioni di ossido di grafene in condizioni di umidità controllata. Le misure sono state ripetute su diversi campioni sintetizzati con la medesima tecnica, studiando i dati in funzione dell'umidità. Lo studio è riuscito a evidenziare alcune delle problematiche sperimentali relative a questa tipologia di misure, per le quali è stata modificata la metodologia ottenendo risultati migliori. Le misure condotte hanno evidenziato un comportamento inaspettato nei campioni, una isteresi nell'assorbimento dell'acqua da parte delle membrane, comportamento che andrebbe approfondito in ricerche future.
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Contardi, Michele. "Validazione sperimentale del modello energetico dinamico di un edificio residenziale dotato di impianto di condizionamento polivalente e ventilazione meccanica controllata." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Si è svolta la simulazione dinamica di una villetta privata sita a Sala Bolognese (BO), tramite l’utilizzo del software TRNSYS 17, con lo scopo di ottenere una validazione sperimentale del modello energetico dell’edificio. L’impianto installato è dotato di diversi sistemi, tra i quali ventilazione meccanica controllata, deumidificazione, acqua calda sanitaria con accumulo termico, collettori solari, pannelli radianti a pavimento e pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica. Il generatore di energia termica è una pompa di calore a ciclo inverso, azionata da motore elettrico. Il primo step è stato quello della modellazione fisica tridimensionale dell’involucro tramite Google Sketch-Up. Si è poi passati alla modellazione in Simulation Studio e TRNBuild. Fondamentale è stata la calibrazione del modello. Sono stati presi come riferimento due periodi dell’anno: uno per la stagione di raffrescamento e l’altro per la stagione di riscaldamento. Grazie ad un web-server domotico presente nell’edificio, è stato possibile vedere il fabbisogno giornaliero di energia termica necessario al condizionamento in entrambi i periodi. Sulla base dei valori registrati, è stato calibrato il modello andando a modificare principalmente i gain interni dovuti alla presenza di luci ed elettrodomestici. Infine, si è passati all’analisi dei risultati ottenuti facendo andare la simulazione per un anno intero. Innanzitutto è stata realizzata la firma energetica, poi sono stati analizzati tutti i consumi elettrici dell’abitazione, comprensivi di tutti gli impianti ed è stata calcolata l’incidenza di ognuno di essi sul totale consumato. È stato possibile tracciare un profilo di autoconsumo di energia rispetto quella complessivamente prodotta dall’impianto fotovoltaico. Poi, attraverso bilanci energetici tra quanto prodotto dal collettore solare e quanto prelevato dal serbatoio di accumulo per soddisfare l'utenza, è stato possibile calcolare il fattore di copertura del solare.
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Parma, Luca <1982&gt. "L’allevamento della sogliola comune (Solea solea L.): riproduzione controllata e nuovi sviluppi di nutrizione e alimentazione in fase larvale e giovanile." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4682/1/parma_luca_tesi.pdf.

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Abstract:
In questa tesi sono illustrate alcune sperimentazioni finalizzate alla standardizzazione del ciclo produttivo della sogliola comune (Solea solea) in cattività. E’ stato creato un parco di riproduttori selvatici ed è stata standardizzata la riproduzione ad un livello compatibile con la realtà produttiva del settore. Indagini genetiche di assegnazione parentale hanno evidenziato come alcuni esemplari siano stati predominanti negli accoppiamenti e nel conseguente contributo alla generazione della prole. Ciò ha determinato una diminuzione della variabilità genetica dei discendenti. La composizione quali-quantitativa degli acidi grassi delle uova è stata correlata con la sopravvivenza larvale nel corso di un’intera stagione riproduttiva. Tale composizione non ha subito importanti variazioni su scala temporale e sembra essere stata influenzata dall’alimentazione somministrata ai riproduttori nel periodo precedente alla riproduzione. Le analisi di interazione tra momento riproduttivo e qualità delle uova hanno confermato che è stato possibile ottenere uova di buona qualità in termini di sopravvivenza larvale nel corso di tutta la stagione riproduttiva. Larve di sogliola sono state svezzate precocemente 13 giorni dopo la schiusa riducendo l’impiego di cibo vivo a favore di micro diete commerciali. Tale svezzamento ha ridotto le performance di accrescimento, ma non la sopravvivenza e lo sviluppo della metamorfosi quando comparati ad un trattamento standard. La riduzione del cibo vivo ha ottimizzato i costi di produzione e migliorato l’igiene in vasca. L’ontogenesi di precursori di enzimi digestivi è stata determinata tramite PCR quantitativa. I risultati di espressione di tripsinogeno, chimotripsinogeno e amilasi hanno mostrato come tali enzimi rivestano un ruolo chiave nei processi digestivi delle prime fasi larvali. Esemplari giovanili hanno ottenuto un significativo maggiore indice di accrescimento e migliore indice di conversione quando alimentati con diete sperimentali contenenti un elevato tenore proteico. Un aumento dell’incidenza di vacuoli lipidici a livello epatico è stato osservato all’aumentare del tenore proteico della dieta.
The Thesis describes some experiments aimed at standardized the production cycle of common sole (Solea solea) in captivity. A wild broodstock was established and reproduction was set up in order to be comparable with a commercial hatchery. Genetics analyses of parentage assessment showed, as few specimens have been predominant in breeding behavior and in the offspring contribution. Loss of genetic variability was observed from parents to offspring. The qualitative and quantitative composition of eggs fatty acid was correlated with larval survival during an entire spawning season. This composition did not show important variation during time and seems to have been affected from the food supplied to broodstock before the spawning seasons. Analysis of interaction between breeding time and eggs quality confirmed that it was possible to obtain good eggs quality in term of larval survival overall the reproductive period. Larvae were weaned at 13 days post hatching (dph) using commercial microdiets while reducing live-feed utilization. A very early weaning affects growth performance but not survival rate and metamorphosis development compared to a standard treatment. A shorter live feed utilization improved tank hygiene and reduced production costs. Molecular ontogeny of digestive enzymes precursors was determinate by quantitative PCR. The results of trypsinogen, chymotripsinogen and amylase mRNA expression showed as these enzymes play a key role in the digestive processes of the first larval stages. Juveniles have obtained a significant higher specific growth rate and better feed conversion rate when fed experimental diet containing high protein content. Increased incidence of lipid droplets in hepatocytes was observed when dietary protein levels increased.
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Parma, Luca <1982&gt. "L’allevamento della sogliola comune (Solea solea L.): riproduzione controllata e nuovi sviluppi di nutrizione e alimentazione in fase larvale e giovanile." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4682/.

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Abstract:
In questa tesi sono illustrate alcune sperimentazioni finalizzate alla standardizzazione del ciclo produttivo della sogliola comune (Solea solea) in cattività. E’ stato creato un parco di riproduttori selvatici ed è stata standardizzata la riproduzione ad un livello compatibile con la realtà produttiva del settore. Indagini genetiche di assegnazione parentale hanno evidenziato come alcuni esemplari siano stati predominanti negli accoppiamenti e nel conseguente contributo alla generazione della prole. Ciò ha determinato una diminuzione della variabilità genetica dei discendenti. La composizione quali-quantitativa degli acidi grassi delle uova è stata correlata con la sopravvivenza larvale nel corso di un’intera stagione riproduttiva. Tale composizione non ha subito importanti variazioni su scala temporale e sembra essere stata influenzata dall’alimentazione somministrata ai riproduttori nel periodo precedente alla riproduzione. Le analisi di interazione tra momento riproduttivo e qualità delle uova hanno confermato che è stato possibile ottenere uova di buona qualità in termini di sopravvivenza larvale nel corso di tutta la stagione riproduttiva. Larve di sogliola sono state svezzate precocemente 13 giorni dopo la schiusa riducendo l’impiego di cibo vivo a favore di micro diete commerciali. Tale svezzamento ha ridotto le performance di accrescimento, ma non la sopravvivenza e lo sviluppo della metamorfosi quando comparati ad un trattamento standard. La riduzione del cibo vivo ha ottimizzato i costi di produzione e migliorato l’igiene in vasca. L’ontogenesi di precursori di enzimi digestivi è stata determinata tramite PCR quantitativa. I risultati di espressione di tripsinogeno, chimotripsinogeno e amilasi hanno mostrato come tali enzimi rivestano un ruolo chiave nei processi digestivi delle prime fasi larvali. Esemplari giovanili hanno ottenuto un significativo maggiore indice di accrescimento e migliore indice di conversione quando alimentati con diete sperimentali contenenti un elevato tenore proteico. Un aumento dell’incidenza di vacuoli lipidici a livello epatico è stato osservato all’aumentare del tenore proteico della dieta.
The Thesis describes some experiments aimed at standardized the production cycle of common sole (Solea solea) in captivity. A wild broodstock was established and reproduction was set up in order to be comparable with a commercial hatchery. Genetics analyses of parentage assessment showed, as few specimens have been predominant in breeding behavior and in the offspring contribution. Loss of genetic variability was observed from parents to offspring. The qualitative and quantitative composition of eggs fatty acid was correlated with larval survival during an entire spawning season. This composition did not show important variation during time and seems to have been affected from the food supplied to broodstock before the spawning seasons. Analysis of interaction between breeding time and eggs quality confirmed that it was possible to obtain good eggs quality in term of larval survival overall the reproductive period. Larvae were weaned at 13 days post hatching (dph) using commercial microdiets while reducing live-feed utilization. A very early weaning affects growth performance but not survival rate and metamorphosis development compared to a standard treatment. A shorter live feed utilization improved tank hygiene and reduced production costs. Molecular ontogeny of digestive enzymes precursors was determinate by quantitative PCR. The results of trypsinogen, chymotripsinogen and amylase mRNA expression showed as these enzymes play a key role in the digestive processes of the first larval stages. Juveniles have obtained a significant higher specific growth rate and better feed conversion rate when fed experimental diet containing high protein content. Increased incidence of lipid droplets in hepatocytes was observed when dietary protein levels increased.
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Balzani, Lorenzo. "Verbalizzazione di eventi biomedici espressi nella letteratura scientifica: generazione controllata di linguaggio naturale da grafi di conoscenza mediante transformer text-to-text." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24286/.

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Abstract:
Il periodo in cui viviamo rappresenta la cuspide di una forte e rapida evoluzione nella comprensione del linguaggio naturale, raggiuntasi prevalentemente grazie allo sviluppo di modelli neurali. Nell'ambito dell'information extraction, tali progressi hanno recentemente consentito di riconoscere efficacemente relazioni semantiche complesse tra entità menzionate nel testo, quali proteine, sintomi e farmaci. Tale task -- reso possibile dalla modellazione ad eventi -- è fondamentale in biomedicina, dove la crescita esponenziale del numero di pubblicazioni scientifiche accresce ulteriormente il bisogno di sistemi per l'estrazione automatica delle interazioni racchiuse nei documenti testuali. La combinazione di AI simbolica e sub-simbolica può consentire l'introduzione di conoscenza strutturata nota all'interno di language model, rendendo quest'ultimi più robusti, fattuali e interpretabili. In tale contesto, la verbalizzazione di grafi è uno dei task su cui si riversano maggiori aspettative. Nonostante l'importanza di tali contributi (dallo sviluppo di chatbot alla formulazione di nuove ipotesi di ricerca), ad oggi, risultano assenti contributi capaci di verbalizzare gli eventi biomedici espressi in letteratura, apprendendo il legame tra le interazioni espresse in forma a grafo e la loro controparte testuale. La tesi propone il primo dataset altamente comprensivo su coppie evento-testo, includendo diverse sotto-aree biomediche, quali malattie infettive, ricerca oncologica e biologia molecolare. Il dataset introdotto viene usato come base per l'addestramento di modelli generativi allo stato dell'arte sul task di verbalizzazione, adottando un approccio text-to-text e illustrando una tecnica formale per la codifica di grafi evento mediante testo aumentato. Infine, si dimostra la validità degli eventi per il miglioramento delle capacità di comprensione dei modelli neurali su altri task NLP, focalizzandosi su single-document summarization e multi-task learning.
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Semplici, Francesco. "Sintesi e caratterizzazione di micelle polimeriche stabilizzate da un rivestimento di polidopamina." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23851/.

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Abstract:
Questa tesi presenta la sintesi di un copolimero a blocchi successivamente funzionalizzato per ottenere le caratteristiche necessarie alla formazione di micelle con l’obbiettivo di un futuro impiego nel campo del drug delivery. Si è cominciato con la sintesi del copolimero poli(glicidil metacrilato)-block-poli(metil metacrilato) mediante tecnica di polimerizzazione radicalica controllata RAFT al fine di ottenere una distribuzione di peso molecolare e polidispersità definite.La funzionalizzazione del copolimero ottenuto tramite uno specifico nucleofilo, la morfolina, fornisce una nuova molecola (PHMPMA-b-PMMA) con caratteristiche anfifiliche e capace di autoassemblarsi in micelle polimeriche. Le micelle così ottenute sono state ulteriormente stabilizzate fisicamente mediante la reticolazione di polidopamina (PDA) sulla superficie esterna della micella e quindi analizzate mediante varie tecniche analitiche (UV-Vis; IR; TGA) per correlare il grado di reticolazione finale alla quantità di dopamina aggiunta in soluzione.
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FERRANTI, MARIA PAOLA. "Implementation of controlled reproduction techniques on marine invertebrates: gastropod molluscs of Patella genus Sperimentazione di tecniche di riproduzione controllata di invertebrati marini: Molluschi gasteropodi, Genere Patella." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1047349.

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Abstract:
Il progetto di dottorato è stato principalmente focalizzato sull’implementazione delle tecniche di riproduzione controllata nel genere Patella. Le specie oggetto di studio sono state P. caerulea e più in particolare P. ferruginea, specie protetta e in via di estinzione, il cui ripopolamento è oggetto del progetto europeo ReLife (LIFE15 NAT/IT/000771). Essendo P. ferruginea una specie protetta, inizialmente abbiamo preferito testare i trattamenti di induzione non letale su una specie cogenerica, P. caerulea, comune e abbondante lungo le coste italiane. I vari trattamenti testati hanno dato ottimi risultati, e il trattamento del “bubbling” è risultato il migliore, sia in termini di tempo di risposta alla stimolazione degli esemplari, sia perché si tratta di un metodo poco costoso e facilmente ripetibile. È stato possibile stilare un protocollo di spawning non letale, ed effettuare una fecondazione artificiale con successivo sviluppo larvale e insediamento dei giovanili (Ferranti et al., 2018). Inoltre, sono stati condotti dei monitoraggi lungo la costa ligure, che hanno permesso di riportare la presenza di esemplari di P. ferruginea, considerata estinta lungo queste coste (Espinosa et al., 2014). La distribuzione di P. ferruginea, lungo le coste liguri, è estremamente scarsa e frammentata, infatti la specie è stata rinvenuta come esemplari isolati o piccoli gruppi, come nell'AMP delle Cinque Terre. Questi ritrovamenti hanno però permesso di ampliare la mappatura della presenza di P. ferruginea lungo le coste del Mediterraneo (Ferranti et al., 2019). Inoltre, per comprendere meglio il ciclo riproduttivo e i tempi di rilascio dei gameti in P. ferruginea alle nostre latitudini, abbiamo posizionato degli esemplari in mare per la maturazione in condizioni naturali, fino all’inizio del periodo riproduttivo. Gli esemplari successivamente sono stati sottoposti a biopsia della gonade sia prima di essere messi in mare per determinare il sesso (Guallart et al., 2013a), che all'inizio del periodo riproduttivo previsto per comprendere lo stadio di maturazione. L’osservazione del materiale ottenuto tramite biopsia ha permesso di determinare che gli esemplari avevano raggiunto la maturazione gonadica e che uno di loro aveva effettuato il cambio di sesso, evento noto in letteratura, ma osservato qui per la prima volta alla latitudine del Mediterraneo nord-occidentale (Ferranti et al., 2021). Tali risultati implicano che la specie può completare il suo ciclo riproduttivo lungo le coste liguri. Sempre al fine di comprendere meglio i tempi di maturazione delle gonadi, abbiamo applicato le tecniche della Risonanza Magnetica su esemplari di patelle. La Risonanza Magnetica, attraverso un approccio non invasivo, ha permesso di osservare lo spessore della gonade e anche di capire se un esemplare avesse rilasciato o meno gameti, al fine di applicare eventualmente tecniche di stimolazione al rilascio dei gameti solo al momento giusto. I risultati indicano che la risonanza magnetica può essere molto utile come strumento aggiuntivo, sia per valutare la maturità sessuale di P. ferruginea, che per ridurre al minimo il numero di prove di induzione per ogni esemplare, e di conseguenza lo stress (Guallart et al., 2020). Ancora più rilevante è l'aver fornito l’evidenza, per la prima volta, che l’emissione delle uova può essere indotta in P. ferruginea e dimostrare che è possibile ottenere giovanili, in condizioni controllate, attraverso metodi non invasivi. Questi risultati hanno permesso di elaborare un protocollo preliminare sull'induzione all’emissione spontanea dei gameti da parte di P. ferruginea, senza sacrificare i riproduttori di una specie protetta. Inoltre, questo ci ha permesso di effettuare una fecondazione artificiale che ha portato allo sviluppo, insediamento, metamorfosi e crescita larvale di un numero piuttosto elevato di individui giovanili di P. ferruginea (Ferranti et al., in prep.). Di conseguenza, sapendo che la specie è presente lungo la costa ligure, che riesce a raggiungere la maturità anche a queste latitudini e che è possibile riprodurre P. ferruginea in condizioni controllate fino allo stadio giovanile, possiamo affermare che esiste la possibilità di ripopolamento e reintroduzione in ambiente naturale di esemplari di P. ferruginea, recuperando questa specie nell’area in oggetto, come previsto dal progetto ReLife. Inoltre, la reintroduzione realizzata da esemplari ottenuti mediante tecniche di acquacoltura, senza influenzare sostanzialmente le popolazioni donatrici, è anche in accordo con la strategia spagnola per la conservazione della specie (MMAMRM, 2008), e in generale, le azioni di ripopolamento attraverso la riproduzione controllata, potrebbero consentire in futuro di ripopolare altre aree costiere, dove le popolazioni di P. ferruginea sono scomparse e/o in regressione, per un recupero della specie a livello globale.
The PhD project was mainly focused on the implementation of controlled reproduction techniques in the Patella genus. The species considered were P. caerulea and more particularly P. ferruginea, a protected and endangered species, whose repopulation is the subject of the European ReLife project (LIFE15 NAT/IT/000771). Being P. ferruginea a protected species, we initially preferred to test the non-lethal induction treatments on a cogeneric species, P. caerulea, common and abundant along the Italian coasts. The various treatments tested have provided excellent results, and the “bubbling” treatment was the best, both in terms of time of response to stimulation of the specimens and of replicability and ease of use. The results obtained made it possible to draw up a non-lethal spawning protocol, and to carry out artificial fertilization with subsequent larval development and settlement of the juveniles (Ferranti et al., 2018). In addition, monitoring was carried out along the Ligurian coast, which allowed reporting the presence of P. ferruginea, considered extinct along these coasts (Espinosa et al., 2014). P. ferruginea distribution, along the Ligurian coasts, is extremely scarce and fragmented; in fact the species has been found as isolated specimens or small groups, such as in the Cinque Terre MPA. However, these findings permitted to expand the mapping of the presence of P. ferruginea along the Mediterranean coasts (Ferranti et al., 2019). Furthermore, to better understand the reproductive cycle and the timing of P. ferruginea natural spawning at our latitudes, we placed specimens at sea for maturation in natural conditions, up to the beginning of the expected reproductive period. Specimens were later subjected to a biopsy of the gonad, both before being placed in the sea to determine sex (Guallart et al., 2013a), and at the beginning of the expected reproductive period to understand the stage of maturation. The observation of the material obtained through biopsy made it possible to determine that the specimens had reached gonadal maturation and that one of them had performed sex change, an event known in the literature, but observed here for the first time at the north-western Mediterranean latitude (Ferranti et al., 2021). This implies that the species can complete its reproductive cycle along the Ligurian coasts. Always in view of a better understanding of the timing of gonad maturation, we applied the Magnetic Resonance Imaging (MRI) techniques on limpets. MRI, through a non-invasive approach, allowed to observe the thickness of the gonad and also to understand whether or not a specimen had released gametes, in order to eventually apply stimulation techniques to spawning only at the right time, reducing stress on specimens. The results indicated that MRI can be very useful as an additional tool, both in evaluating the sexual maturity of P. ferruginea and in minimizing the number of induction trials for each specimen, and consequently the stress (Guallart et al., 2020). Even more relevant is having provided evidence, for the first time, that spawning can be induced in P. ferruginea and demonstrated the feasibility of obtaining juveniles, under controlled conditions through low-invasive methods. These results allowed drawing up a preliminary protocol on the induction of spawning of P. ferruginea, which allows for the spontaneous release of gametes, without sacrificing the broodstock of a protected species. Furthermore, this allowed us to carry out an artificial fertilization that led to larval development, settlement, metamorphosis and growth of a pretty large number of P. ferruginea juveniles (Ferranti et al., in prep.). Consequently, knowing that the species is present along the Ligurian coast, that it manages to reach maturity even at these latitudes, and that it is possible to reproduce P. ferruginea under controlled conditions until it reaches the juvenile stage, we provide evidence of the feasibility of P. ferruginea restocking and reintroduction in the natural environment, recovering this species in this area, as expected from the ReLife project. Moreover, the reintroduction made from specimens obtained through aquaculture techniques, without substantially affecting donor populations, is also in accordance with the Spanish strategy for the conservation of the species (MMAMRM, 2008), and generally, repopulation actions through controlled reproduction, could allow in the future to repopulate other coastal areas, where populations of P. ferruginea are disappeared and/or in regression, for the recovery of the species at a global level.
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Ferrari, Luca. "Realizzazione di un software per la diagnostica precoce del Disturbo cognitivo lieve." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Lo scopo di questa tesi è quello di realizzare uno strumento che, grazie allo svolgimento di una serie di esercizi, possa aiutare a diagnosticare precocemente il Disturbo cognitivo lieve. La diagnosi precoce permette, infatti, ai soggetti di poter essere sottoposti quanto prima ai trattamenti necessari, al fine di rallentare il decorso della patologia, garantendo ad essi e ai loro famigliari una migliore qualità di vita. Abbiamo, quindi, sfruttato le potenzialità del web per creare uno strumento in grado di eseguire test neuropsicologici in formato digitale, fruibili anche dall’abitazione dei soggetti, prima ad ora realizzati solo con l'utilizzo di carta e penna. Ciò che è emerso dalla creazione dell'applicazione, chiamata Crono, è che non basta soffermarsi sull’aspetto tecnologico dello strumento ma è necessaria, altresì, una valutazione accurata dal punto di vista pratico e psicologico dell’esecuzione dei test, che tenga in considerazione le caratteristiche dei soggetti a cui tali prove saranno somministrate. Riteniamo che le idee su cui poggia Crono siano valide e meritevoli di essere approfondite. Auspichiamo, quindi, che, in futuro, le funzionalità di tale progetto possano essere estese per aumentarne la diffusione.
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Sintoni, Aron. "Tecniche alternative all'uso di pesticidi per il controllo degli insetti infestanti nelle derrate." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
A seguito della maggiore produzione di beni alimentari, causata da un aumento del PIL mondiale e della globalizzazione, si è creata la necessità di stoccare sempre più merci per un tempo maggiore. Tale problema è stato a lungo gestito tramite pesticidi. Recentemente, grazie a una maggiore sensibilità verso l'ambiente, si è reso necessario l'utilizzo di tecniche, alternative all'uso di pesticidi, più eco-sostenibili. Questo elaborato tratta delle principali tecniche alternative, focalizzandosi sulle alte temperature, che risultano essere le più utilizzate per i costi e per l'efficacia prodotta.
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Mirone, Caterina. "Strategie per il miglioramento della qualita dell?aria indoor negli edifici scolastici. Applicazione a un caso-studio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24589/.

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Abstract:
L’uomo trascorre la maggior parte del tempo in luoghi confinati ed è quindi di fondamentale importanza assicurare la qualità della vita all’interno degli ambienti chiusi. Uno dei fattori che concorre alla definizione di ambiente sano è la qualità dell’aria indoor, soprattutto nelle scuole, dove il rischio di contagio è alto per la presenza prolungata di un numero elevato di persone nello stesso ambiente. La tesi ha come obiettivo la valutazione di possibili soluzioni volte al miglioramento della qualità dell’aria in ambiente scolastico. La fotografia dell’attuale patrimonio italiano di edilizia scolastica caratterizza la parte iniziale dell’elaborato e ne descrive le principali criticità: consumi energetici molto elevati, stato di conservazione degli edifici e qualità della vita all’interno delle aule. Quest’ultimo parametro è valutato tramite il benessere termoigrometrico per la cui definizione concorrono vari fattori, tra cui la salubrità dell’aria. Negli ambienti confinati l’aria respirata è carica di agenti inquinanti (VOC, particolato atmosferico, anidride carbonica) che devono essere tenuti al di sotto dei valori limite imposti da normativa. È necessario quindi assicurare adeguati ricambi d’aria mediante uno dei tre possibili sistemi di ventilazione: naturale, meccanica o ibrida. Infine, è presente un’applicazione progettuale relativa alla scuola elementare Il Gelso di Ponte Pietra (Cesena). Dopo avere studiato lo stato di fatto dell’edificio scolastico, vengono elaborate due strategie riguardanti il sistema di ventilazione che puntano rispettivamente: la prima, a garantire in tempi brevi le portate di ricambio sufficienti e con risorse economiche limitate, mentre la seconda prevede la soluzione migliore in termini di qualità dell’aria a discapito di tempi e maggiori costi di intervento. Dal confronto delle strategie si deduce che non vi è una soluzione che prevarica sull’altra, ma che la scelta dipende da una serie di variabili da analizzare di caso in caso.
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SBAFFONI, SILVIA. "Innovazioni tecnologiche nella discarica di rifiuti pretrattati e relativo impatto ambientale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2005. http://hdl.handle.net/2108/133.

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Abstract:
A seguito dei recenti sviluppi della normativa italiana ed europea, i sistemi di gestione dei rifiuti saranno organizzati in modo che in discarica siano conferiti rifiuti pretrattati caratterizzati da un basso grado di putrescibilità, al fine di realizzare discariche più facilmente gestibili, controllare le emissioni a lungo termine e ridurre quanto più possibile la durata della fase successiva alla chiusura, in cui è indispensabile operare il monitoraggio ed il controllo delle emissioni. Sulla base di queste considerazioni la presente ricerca ha posto l’attenzione su differenti tipologie di rifiuti pretrattati meccanicamente, biologicamente e termicamente e loro miscele destinabili allo smaltimento in discarica; tali rifiuti, Frazione Organica di Rifiuti Solidi Urbani (FORSU) a diverso grado di biostabilizzazione aerobica e scorie da incenerimento di RU sono stati utilizzati per realizzare diversi reattori in scala semi-pilota, gestiti in maniera “tradizionale”, cioè anaerobicamente, ed in condizioni semiaerobiche, al fine di verificarne il possibile impatto ambientale, in termini di qualità del percolato, condizioni igienico-sanitarie e durata della fase di post mortem per un rapido recupero del sito. Ciascun rifiuto è stato caratterizzato inizialmente da un punto di vista chimico, biologico e geotecnico; per ciascun reattore sono stati inoltre monitorati i cedimenti e le caratteristiche di rifiuti e percolato. Prima di realizzare i reattori, si è provveduto inoltre a caratterizzare il comportamento alla lisciviazione dei rifiuti utilizzati e delle loro miscele, anche con l’obiettivo di verificare il rispetto dei vincoli normativi imposti per l’ammissibilità dei rifiuti in discarica. A questo scopo sono stati utilizzati diversi test di lisciviazione (prEN 12457-1 e prEN 12457-2), sui cui eluati sono state misurate le concentrazioni di metalli pesanti, cloruri, solfati, TDS e sono state valutate le discrepanze tra la normativa italiana ed europea in materia di ammissibilità in discarica. Gli eluati prodotti da FORSU, scorie e dalla loro miscela sono compatibili con i limiti imposti dalla normativa nazionale per lo smaltimento in discarica per rifiuti non pericolosi, ma non con quelli della corrispondente normativa europea, che presenta limiti più restrittivi. Si è inoltre effettuato uno studio delle caratteristiche di rilascio tramite l’applicazione del test NEN 7341, che fornisce indicazioni sul massimo rilascio potenziale di contaminanti, e l’ANC/BNC che, al variare del pH della soluzione lisciviante, consente di valutare la capacità di neutralizzazione acida e basica di un materiale e di costruire le curve di solubilità dei diversi metalli. Le scorie presentano una elevata ANC, che consente di favorire la rapida estinzione della fase acida, con vantaggi per la solubilizzazione dei metalli, di anticipare la fase metanigena e ridurre la produzione di biogas. Le curve di solubilità mostrano un andamento molto diverso per i vari metalli, a seconda del contenuto in organico del rifiuto analizzato: si riscontrano minimi nella solubilità per pH in campo lievemente alcalino (7-9) per matrici, come le scorie, ad elevato contenuto di inorganico, e per pH neutro per la FORSU, a prevalente carattere organico. A seguito dello studio dei reattori di discarica, si è mostrato che il cosmaltimento di FORSU e di scorie rappresenta una valida alternativa alle discariche monorifiuto, con vantaggi in termini di qualità del percolato e di un più rapido recupero finale del sito, grazie ad un più rapido sviluppo dei cedimenti, che peraltro risultano di entità minore; le scorie infatti, ripristinano il materiale strutturale eliminato dal rifiuto durante le fasi del pretrattamento meccanico-biologico, consentendo una riduzione dei cedimenti del cumulo. Inoltre, le scorie, grazie alla loro elevata capacità tampone ed alla diluizione che esercitano sul contenuto iniziale di sostanza organica, consentono, come mostrato dal profilo temporale del pH e del carico organico nel percolato, di raggiungere in tempi ridotti le condizioni metanigene, nelle quali il metabolismo dei microrganismi anaerobici risulta accelerato. In tal modo si raggiungono più velocemente le condizioni di stabilità biologica e meccanica dei rifiuti, si riduce significativamente la produzione di biogas e la durata della fase di gestione post-operativa. Nell’ambito del cosmaltimento, la gestione semiaerobica (condizioni aerobiche e anaerobiche alternate), accelera il processo di biodegradazione, con una significativa riduzione di emissioni di COD ed azoto ed un più rapido raggiungimento delle condizioni di stabilità strutturale, rispetto alla tradizionale gestione anaerobica. L’aerazione comporta, tuttavia, alcuni oneri: la necessità di gestire opportunamente gli apporti idrici e la portata di aria per assicurare le condizioni ottimali per la biomassa, un incremento dei costi di esercizio per la fornitura di aria, problemi associati a intasamento e ostruzione degli impianti di aerazione ed alla distribuzione e circolazione dell’acqua. Lo studio di due diverse tipologie di discariche monorifiuto, contenenti FORSU rispettivamente parzialmente e totalmente stabilizzata, ha mostrato che, a parità di intervallo temporale, le emissioni di COD ed azoto in quest’ultimo caso sono ridotte di circa il 70-80% e si ottiene una maggiore stabilità meccanica. Per tutti i reattori esiste comunque un elevato grado di correlazione tra le caratteristiche del percolato ed i parametri microbiologici, chimici e geotecnica dei rifiuti. Dal bilancio di massa effettuato tra contenuto iniziale di metalli nei rifiuti ed rilascio nel percolato al termine del monitoraggio, si ottiene che il quantitativo trattenuto all’interno di tutti i reattori è generalmente superiore al 90%, a causa sia dei crescenti valori di pH, sia della presenza di agenti complessanti organici ed inorganici, che ne riducono la solubilità; si riduce dunque la pericolosità del percolato a breve termine, ma si genera un potenziale fattore di rischio per il lungo termine. Dal confronto tra i parametri di caratterizzazione del percolato e i cedimenti misurati nel reattore di cosmaltimento anaerobico ed in quello contenente FORSU ad elevato grado di stabilizzazione, si nota un comportamento sovrapponibile, che fa ipotizzare l’equivalenza di un trattamento biologico più spinto e di uno smaltimento congiunto di sostanza organica a basso grado di biostabilizzazione e scorie da incenerimento; entrambe le configurazioni consentono infatti di raggiungere le condizioni metanigene in tempi più brevi e quindi di conseguire i seguenti vantaggi sia da un punto di vista gestionale, che di minimizzazione di impatto ambientale e di tempi di recupero del sito: miglioramento della qualità del percolato, riduzione della produzione di biogas e miglioramento delle caratteristiche meccaniche dei rifiuti. Le valutazioni e le considerazioni conclusive sono necessariamente soggette ad un’attenta ed accurata valutazione preliminare degli oneri economici dei processi di pretrattamento al fine di ottimizzare il rapporto costo/beneficio dell’intero sistema “trattamento -smaltimento”.
Due to the European and Italian laws in force, the waste management integrated systems will be necessarily organized with the aim of landfilling only pretrated and at least partly stabilized waste; these “new” refuses, having very different characteristics with respect of the raw waste, will allow a significant reduction in terms of biogas production and leachate pollutant load, even if this reduction will be not enough to result compatible the environment and the long-term behaviour is still to be understood; new disposal conditions and new management strategies must be defined, aiming at facilitating the development of the biodegradation processes, the achievement of the stabilization conditions and the shortening of the aftercare phase. Based on these issues, the present research focused on the behaviour of different pretreated waste and their mixtures once landfilled; in particular, Municipal Solid Waste Organic Fraction (MSWOF) at a different biostabilization degree (15 and 90 days), coming from a selection and composting plant, and bottom ash (BA) from MSW incineration were used to realize several landfill reactor in semipilot scale; such reactors were managed in different ways (anaerobic and semi-aerobic conditions), in order to evaluate the potential emissions via leachate, the sanitary implications and the length of the post-closure phase. The wastes were initially and periodically characterized in terms of several chemical, microbiological and geotechnical parameters; besides leachate characteristics and settlements of the bulk waste were monitored. Prior to be landfilled, the leaching behaviour of the waste and mixtures used was investigated, thus verifying whether the parameters analyzed in the eluates produced were below the limits fixed by Italian and European laws in force for non-hazardous waste. prEN 12457-1, prEN 12457-2 tests were executed, along with some other characterization tests: Toxicity Characteristic Leaching Procedure (TCLP), NEN 7341, which provided information about the maximum potential emission from the waste (availability) and Acid/Basic Neutralization Capacity (ANC/BNC), which furnishes the acid/base need by the waste to reach a predetermined pH, and pH static test, through which the heavy metals solubility curves as a function of pH can be developed. The eluates obtained in each test were characterized in terms of heavy metals, chlorides, sulphates, Total Dissolved Solids (TDS). The results obtained were used to compare the Italian and European laws regarding the acceptance of waste in landfill as well as the different behaviour of the waste studied as pH and liquid to solid ratio (L/S) changes. BA showed the maximum ANC value, resulting in a higher buffering effect exerted by this material, once landfilled; due to such a behaviour, the solubility of heavy metals in leachate is probably significantly reduced; besides, the length of the acid phase in the anaerobic metabolism can be shortened, allowing both a faster establishment of the methanogenic conditions and a limited production of biogas. The solubility curves showed different behaviour, depending on the organic content of the waste; in particular, minimum values of the heavy metal solubility corresponded to slightly alkaline pH (7÷9) for wastes with higher inorganic content, such as BA, and for neutral pH for predominantly organic waste, such as MSWOF. MSWOF, BA and their mixture resulted non-hazardous according to Italian law; with respect to the European Directive MSWOF resulted hazardous, due to the more restrictive limits. Arising from the results obtained by the study of the reactors, the anaerobic co-disposal of BA and MSWOF biostabilized at 15 days, in the percentages here used (30-70% by weight), allowed to reach some advantages in terms of both leachate organic load and a more rapid definitive closure of landfill, due to the more rapid settlements exhaustion and stabilization; besides, final settlements results lower. The presence of BA behaved as a rigid skeleton which firstly retarded the start of settling and secondly hindered the settlement rate, thus leading to a lower value reached at the biological stability occurrence. Despite the space increase made available by the biodegradable fraction consumption, the bulk waste did not settle appreciably because the BA, by aggregating the residual waste particles, made a sort of “cement”. Probably BA supplied aggregating and stabilizing properties to the materials which they are added to and functioned as structural and support material. The air supply to one of the mixed reactors, allowed to accelerate the biodegradation process, providing a significant reduction in the leachate organic load and a faster mechanical stabilization of the bulk waste; nevertheless, the aeration implies some burdens: proper air and water addition for the biological aerobic metabolism, costs increases due to the air needs, clogging of the air supply pipes, homogeneous water distribution and circulation. By the study of the monolandfills, containing MSWOF 15 and 90 days biostabilized, the release was significantly reduced (of about 70-80%) in the leachate from the latter and also a higher mechanical stability was reached. It is noteworthy that for all the reactors, the total amounts of heavy metals released during the experimental activity represented only a very limited fraction (in some case lower than 10%) of the initial content measured in the bulk waste. Consequently, leachate hazardousness resulted lower, on the other hand, significant heavy metals release can occur in case of pH or Eh changes in the landfill, due for example to oxygen and water entry because of the exhaustion of biogas production and problems at the isolation system. The data obtained showed that co-disposal of BA with MSWOF, being previously partly biostabilized, can allow to achieve a more rapidly plateau conditions of both the organic load released in the leachate, and the settlements of the bulk waste, unless for the operating conditions and the waste fraction percentages tested in this study. This implies some clear advantages in terms of the postclosure management. Moreover, leachate organic load and settlements trends were shown to be quite similar in the case of codisposal of BA and partly biostabilized MSWOF, and in the case of completely biostabilized MSWOF landfilling; thus co-disposal seems to represent a valid alternative to a more stressed and expensive pre-treatment phase. Finally, a strong correlation between the biochemical parameters of leachate and the mechanical behaviour of the bulk waste was demonstrated to exist. This correlation can be used as a valuable tool in both designing and modelling of landfill plant. It can also help in planning the best management practises as well as the economic implications related to either life or post-closure period of the landfill.
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Domeniconi, Lorenzo. "Tecnologie elettroniche per case ad elevata efficienza energetica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15538/.

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Abstract:
L'elaborato parla delle nuove tecnologie per la costruzione di edifici ad elevata efficienza energetica, con tutte le caratteristiche e restrizioni per poter rientrare nella classe passivhaus. In particolare, si approfondiscono gli argomenti riguardanti i pannelli fotovoltaici e termici, il sistema di ventilazione meccanica controllata e il sistema geotermico. All'interno è presente anche un confronto tra un impianto fotovoltaico ibrido e stand alone, per dimostrare il fatto che ancora è sconveniente realizzare impianti completamente distaccati dalla rete elettrica nazionale.
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Campana, Sirielle. "Investire sul risparmio: intervento di rigenerazione di edilizia residenziale pubblica nel Comparto Sidoli a Parma." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18219/.

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Abstract:
Questa tesi intende esplorare il tema della riqualificazione di un immobile di edilizia residenziale pubblica, attraverso l’adeguamento dell’involucro e degli impianti a quanto stabilito dalle normative energetiche ed utilizzando il risparmio ottenuto per l’ampliamento ed il miglioramento dell’offerta abitativa dello stesso. Oggetto dello studio è il Comparto Sidoli, quartiere di edilizia economica popolare sorto negli anni ‘80 del Novecento in una zona di espansione a sud-est della città di Parma. A seguito dell’individuazione degli edifici che generano il maggior impatto sul luogo, il lavoro si è concentrato sulla riqualificazione funzionale ed energetica di un fabbricato di edilizia residenziale pubblica presente nel comparto. Riflessioni di carattere economico e sociale hanno quindi portato alla definizione di scenari di intervento che rendessero possibile l’adeguamento morfologico e prestazionale degli spazi in un’ottica di risparmio di risorse a vantaggio degli investitori ma anche degli utenti finali. L’intervento proposto permette un risparmio del 90% sul fabbisogno energetico iniziale, raggiungendo un indice di prestazione energetica globale di 27,65 kWh/m2anno a fronte dei 125 kWh/m2anno iniziali e facendo passare l’edificio da classe energetica E ad A4. I costi di approvvigionamento dell’energia si riducono di oltre l’80% e l’introduzione di sistemi di ombreggiamento e di impianto solare termico, insieme all’adeguamento dell’involucro edilizio ai valori normati, permettono l’accesso a incentivi nazionali: la somma di risparmi ed agevolazioni fiscali abbassano il costo dell’investimento iniziale, permettendo un ritorno economico in 8 anni. La riorganizzazione degli ambienti interni permette inoltre di risparmiare 1 000 €/m2 su interventi di nuova costruzione volti a offrire la stessa superficie di alloggi aggiunta tramite riorganizzazione interna del fabbricato esistente.
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Soncini, Francesco. "Progettazione di un impianto di climatizzazione a servizio di un edificio ospedaliero." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Il seguente elaborato tratta di un progetto preliminare e successivamente esecutivo svolto durante il tirocinio all'interno dello studio Zecchini & Associati di Sassuolo (MO). L'obiettivo che mi sono posto con il seguente elaborato di Tesi è l'ideazione e il dimensionamento di un impianto energetico per la ristrutturazione in ambiente ospedaliero con annesso cambio di destinazione d'uso. L'intervento è relativo ad una zona dell'ospedale in questione. Sono messe in luce le criticità rilevate e viene studiato un intervento di ristrutturazione con un nuovo impianto di climatizzazione, comprensivo di trattamento dell'aria e impianto per gas biomedicali. La riconversione prevede un adattamento ad ambulatori di locali inizialmente adibiti ad uffici. Tra questi viene approfondita la realizzazione di un ambulatorio chirurgico, considerato a livello normativo come una sala operatoria, che rispecchia le caratteristiche di camera bianca ISO 7. Le difficoltà dell'intervento consistono nel soddisfare i requisiti molto restrittivi in un locale inizialmente non ideato per uno scopo così specifico come una camera bianca e nel giungere a un valido compromesso soddisfacendo i limiti prefissati, visto e considerato che i locali in questione sono nati con una destinazione d'uso del tutto differente.
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BATTILA', GIAN VITTORIO. "Discariche controllate in pendio: aspetti critici." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2013. http://hdl.handle.net/11566/242560.

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Abstract:
Il presente elaborato tratta gli aspetti critici legati alla stabilità delle discariche controllate di rifiuti solidi urbani ubicate in pendio e dimostra come la scelta di materiali idonei relativi alle barriere di impermeabilizzazione del fondo sia alla base di una progettazione in sicurezza di queste opere. Viene presentata una raccolta aggiornata di letteratura sui parametri di resistenza dei rifiuti solidi urbani e sulle interfacce delle barriere di impermeabilizzazione di fondo, in particolare quelle caratterizzate dall’accoppiamento di geomembrane (lisce o ruvide) con l’argilla. Viene descritto inoltre un caso reale di una discarica che ha subito problemi di instabilità legati allo sconsigliato accoppiamento di geomembrana liscia e argilla per la barriera di fondo. Oltre alla presentazione delle opere speciali di stabilizzazione realizzate con il metodo di progettazione osservazionale, si riportano le analisi critiche di tutti i monitoraggi eseguiti relativamente agli spostamenti subiti sia dall’argine di valle che del corpo rifiuti. Di particolare interesse risulta l’ottenimento della localizzazione della profondità della superficie di scivolamento alla base dell’argine di valle attraverso la sovrapposizione dei risultati di prove DMT e le elaborazioni alle differenze finite delle letture inclinometriche (nel tempo) dei pali-inclinometro realizzati ai fini della stabilizzazione della discarica. Si riportano, inoltre, i risultati della campagna di letture piezometriche relative al corpo rifiuti (utilizzando un particolare piezometro elettrico) e le elaborazioni effettuate per il calcolo della permeabilità dei rifiuti. Per la determinazione della reale resistenza della interfaccia della barriera di fondo della discarica, nell’elaborato viene dato particolare rilievo ai risultati sia delle prove di taglio all’interfaccia eseguite in laboratorio (su piccola scala), utilizzando i materiali provenienti dal sito, sia delle back analysis (in condizioni statiche e dinamiche) effettuate con un programma all’equilibrio limite (Slope2010) e con un programma agli elementi finiti (Plaxis v.8.5). Si sottolinea che i risultati ritrovati, relativi ai valori di resistenza all’interfaccia (GMliscia-argilla), dalle prove di laboratorio e dalle back analysis eseguite in condizioni statiche sono pressoché identici. Un ulteriore risultato a conferma della corretta modellazione numerica realizzata risulta essere anche la ottima corrispondenza tra gli spostamenti reali (misurati in sito) con quelli ottenuti in output dalle back analysis eseguite con il programma agli elementi finiti. Inoltre, vista l’importanza che ha la temperatura raggiungibile al fondo delle discariche sulla resistenza allo scorrimento all’interfaccia tra materiali geosintetici accoppiati tra loro ma soprattutto tra geosintetici e terreno, nell’elaborato si riportano la descrizioni sia del lavoro eseguito dallo scrivente per dotare il Dipartimento SIMAU dell’Università Politecnica delle Marche di una macchina che permetta l’esecuzione di prove di taglio all’interfaccia anche a temperatura controllata sia del relativo programma di acquisizione e controllo dei dati in ambiente Labview appositamente realizzato.
This thesis treats the critical aspects relates to the stability of municipal solid waste (MSW) landfills on slopes and shows that the choice of suitable materials for the bottom liners is essential for a safety design. It is known that interfaces often exhibit low shear strengths forming potential failure surfaces through a lining system, especially for clay/smooth geomembrane composite liners. The factors influencing the field shear strength of the clay/geomembrane interface are therein discussed. A real case of landfill slope failure with composite bottom liner realized with smooth geomembrane on clay is then presented as a main case: the slip surface investing the bottom smoothGM/clay liner and the bottom layer of the ending restraint bank. There are interesting results out of the monitoring system of displacement and of the lack level (measured by electric piezometer) after instability events occur. From in-field piezometers emptying data the evaluation of waste permeability is appreciated. Moreover surface and deep displacements of the waste body and of the ending embankment are evaluated to control the effect of the “special” retaining structures realized to block the landfill sliding. Topographic measurements, “hanging” inclinometers and piles instrumented with inclinometers are used as monitoring system. An interesting comparison, to identify the depth of slip surface under the ending embankment, between DMT (in situ) tests and inclinometric measurements of steel piles displacements processing with finite difference method is performed. Results of back analyses performed by programs based on equilibrium and finite element methods and laboratory tests carried out on materials from the field are compared. A perfect match of resultant interface shear strength parameters is founded. Interfaces should be tested prior to construction -design phase- in order to evaluate the available shear strength and to predict the possibility of instability problems due to adopted materials. Since temperature is one of the major factors that influences the interface shear strength -geosynthetic/geosynthetics and soil/geosynthetics- the author realized a particular laboratory equipment and data acquisition system -along with the system design program Labview- to perform interface shear tests with controlled temperature.
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Barbieri, Edoardo. "Adattamento online di robot controllati da reti booleane." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23137/.

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Abstract:
In questa tesi si esplora la possibilità di usare reti booleane come software di controllo per sistemi robotici. Ogni robot è controllato da una rete booleana generata casualmente. Sono state definite due distinte tecniche di adattamento. Una prevede di alterare la mappatura tra i nodi della rete e i sensori e gli attuatori presenti sul robot, cercando di sfruttare al meglio le capacità computazionali offerte dalla rete booleana casuale. Un'altra, essendo simile ad un processo evolutivo, prevede di alterare la struttura interna della rete. Il processo di adattamento è svolto "online", infatti, le tecniche vengono applicate mentre i robot sono in azione nell'ambiente. Inoltre, ci si concentra fortemente sui parametri di generazione delle reti booleane, in quanto, in base a questi è possibile ottenere tre regimi di funzionamento distinti: ordinato, critico, caotico. Queste tre tipologie di reti booleane vengono testate per ogni tecnica di adattamento, e vengono messe a confronto sulla base dei risultati ottenuti dai robot. L'ipotesi è che i robot dotati di una rete booleana con un regime di funzionamento critico non necessitano di modificare la struttura della rete per massimizzare il punteggio. Infatti, questi devono soltanto trovare un interfacciamento ottimale con essa. Invece, le reti ordinate e caotiche potrebbero beneficiare di un'evoluzione attraverso una riconfigurazione della struttura interna. Successivamente, viene studiata la robustezza delle reti booleane rispetto a perturbazioni e malfunzionamenti introdotti artificialmente. Infine, viene effettuata una breve analisi sulla relazione tra il punteggio ricavato dalla funzione obiettivo e l'entropia prodotta dai sensori del robot.
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Muscati, Roberta. "Progettazione a meccanismo controllato di telai in C.A." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2017. http://hdl.handle.net/10556/2695.

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Abstract:
2015 - 2016
The Theory oj Plastic Mechanism Control (TPMC), based on the application oj the kinematic theorem oj the plastic collapse, has been developed in the nineties with rejerence to moment-resisting jrames (MRFs) and progressively extended to several steel structural typologies, commonly adopted as seismic-resistant structural system. The aim oj this PhD thesis is the study oj a simple procedure to design moment resisting concrete jrames. This methodology allows to dejine structures having a smart behaviour when subjected to seismic excitation. Infact, the structure develops the maximum number oj dissipative zones by means oj a particular collapse mechanism: the global one. In particular, the outcome oj the theory is the evaluation oj the sum oj the plastic moments oj the columns required, at each storey, to prevent undesiredjailure modes such as sojt-storey mechanism. In the proposed method the second-order effects, due to vertical loads, can play an important rale in the seismic design oj reinforced concrete jrames; they can be taken into account by mean the mechanism equilibrium curve oj the considered collapse mechanism. To complete the study, is important to consider a comparison between the design oj a reinjorced concrete jrame according code rules i.e. adopting the hierarchy criteria and the same frame designed by the Theory oj Plastic Mechanism Contro!. The TPMC is a more sophisticated design procedure because it works in jull compliance with codes recommendations considering that it respects the hierarchy criteria. These last, in jact, are jundamental to avo id dangerous collapse mechanisms such as "sojt-storey" mechanism but they are not sufficient to guarantee the exploitation oj the maximum dissipation capacity oj the frame To validate the TPMC design procedure several practical applications with reference to the design of a multi-storey frame are presented. In addition, both push-over analyses and non.-linear dynamic analyses have been made to investigate the actual collapse mechanism of the designed structure. All the obtained results confirm the capability of the design procedure to achieve a collapse mechanism of global type. The importance of this theory and therefore of the design structures is the possibilities to maximize the energy dissipation capacity and global ductility because all the dissipative zones are involved in the corresponding yielding pattern. Conversely, beam-column hierarchy criterion, commonly suggested by seismic codes, appears only as a very rough approximation when compared to the TPMC and its theoretical background. During the study has been realized the implementation of a graphical interface for the design of reinforced concrete frames. The program works as a pre- and post- processor of a routine calculation for the design of frames with kinematic theorem of plastic collapse. The aim oJ this software is give the possibility to design according to TPMC me tho do logy, through the use of a technological instrument, simple to use from all types of users, even not IT experts. [edited by author]
XV n.s
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PILATO, VIVIANA. "THE DEPLOYMENT OF CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY IN MULTINATIONAL CORPORATIONS: FROM INSTITUTIONAL COMPLEXITY TO STAKEHOLDER DIALOGUE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/35760.

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Abstract:
La letteratura di business internazionale fornisce la prova convincente della diffusione globale di pratiche di responsabilità sociale delle imprese (RSI) e l'importante ruolo svolto dalle multinazionali (MNC) nel trasferimento di pratiche di RSI alle loro controllate estere. La tesi esplora la gestione di strategie di RSI da società controllate di MNC, spiegando il meccanismo che permette loro di bilanciare le pressioni istituzionali divergenti. Questo fenomeno è noto come ‘complessità istituzionale’, derivante dai molteplici ed eterogenee forze istituzionali a cui le controllate di multinazionali e le loro sedi sono esposte in relazione all'adozione di pratiche di RSI. Attingendo alla letteratura su RSI e teoria istituzionale, il primo articolo della tesi sviluppa un framework concettuale e un set di proposizioni da testare per studi futuri, attraverso un approccio configurazionale. Il secondo articolo della tesi esamina come le filiali di MNC gestiscono le pressioni, le barriere e i mezzi che affrontano durante la distribuzione delle loro attività di RSI in cinque paesi africani (Angola, Egitto, Ghana, Kenya e Sud Africa), attraverso 33 interviste, permettendoci di catturare alcuni modelli di variazione nella distribuzione di pratiche di RSI all'interno dei paesi in via di sviluppo. Il terzo documento della tesi analizza le pratiche di dialogo realizzate da 418 società quotate all'indice FTSE4Good in Europa, Nord America e Asia.
The international business literature provides compelling evidence for the global diffusions of Corporate Social Responsibility (CSR) practices and the important role played by Multinational Corporations (MNCs) in transfer of CSR practices to their foreign subsidiaries. The thesis explores the management of CSR strategies by MNCs’ subsidiaries, by explaining the mechanism that allows them to balance divergent institutional pressures. This phenomenon is known as ‘institutional complexity’, resulting from the multiple and heterogeneous institutional forces to which MNCs’ subsidiaries and their headquarters are exposed in relation to the adoption of CSR practices. Drawing on CSR literature and institutional theory, the first paper of the thesis develops a conceptual framework and a set of propositions to be tested for future studies, through a configurational approach. The second paper examines how the MNCs’ subsidiaries manage the pressures, the barriers and the enablers they face when deploying their CSR activities in five African countries (Angola, Egypt, Ghana, Kenya and South Africa), through 33 interviews, allowing us to capture some patterns of variations in CSR deployment within developing countries. The third paper analyses the stakeholder dialogue practices realized by 418 companies listed in the FTSE4Good index in Europe, North America, and Asia.
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PILATO, VIVIANA. "THE DEPLOYMENT OF CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY IN MULTINATIONAL CORPORATIONS: FROM INSTITUTIONAL COMPLEXITY TO STAKEHOLDER DIALOGUE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/35760.

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Abstract:
La letteratura di business internazionale fornisce la prova convincente della diffusione globale di pratiche di responsabilità sociale delle imprese (RSI) e l'importante ruolo svolto dalle multinazionali (MNC) nel trasferimento di pratiche di RSI alle loro controllate estere. La tesi esplora la gestione di strategie di RSI da società controllate di MNC, spiegando il meccanismo che permette loro di bilanciare le pressioni istituzionali divergenti. Questo fenomeno è noto come ‘complessità istituzionale’, derivante dai molteplici ed eterogenee forze istituzionali a cui le controllate di multinazionali e le loro sedi sono esposte in relazione all'adozione di pratiche di RSI. Attingendo alla letteratura su RSI e teoria istituzionale, il primo articolo della tesi sviluppa un framework concettuale e un set di proposizioni da testare per studi futuri, attraverso un approccio configurazionale. Il secondo articolo della tesi esamina come le filiali di MNC gestiscono le pressioni, le barriere e i mezzi che affrontano durante la distribuzione delle loro attività di RSI in cinque paesi africani (Angola, Egitto, Ghana, Kenya e Sud Africa), attraverso 33 interviste, permettendoci di catturare alcuni modelli di variazione nella distribuzione di pratiche di RSI all'interno dei paesi in via di sviluppo. Il terzo documento della tesi analizza le pratiche di dialogo realizzate da 418 società quotate all'indice FTSE4Good in Europa, Nord America e Asia.
The international business literature provides compelling evidence for the global diffusions of Corporate Social Responsibility (CSR) practices and the important role played by Multinational Corporations (MNCs) in transfer of CSR practices to their foreign subsidiaries. The thesis explores the management of CSR strategies by MNCs’ subsidiaries, by explaining the mechanism that allows them to balance divergent institutional pressures. This phenomenon is known as ‘institutional complexity’, resulting from the multiple and heterogeneous institutional forces to which MNCs’ subsidiaries and their headquarters are exposed in relation to the adoption of CSR practices. Drawing on CSR literature and institutional theory, the first paper of the thesis develops a conceptual framework and a set of propositions to be tested for future studies, through a configurational approach. The second paper examines how the MNCs’ subsidiaries manage the pressures, the barriers and the enablers they face when deploying their CSR activities in five African countries (Angola, Egypt, Ghana, Kenya and South Africa), through 33 interviews, allowing us to capture some patterns of variations in CSR deployment within developing countries. The third paper analyses the stakeholder dialogue practices realized by 418 companies listed in the FTSE4Good index in Europe, North America, and Asia.
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Pilla, Tommaso. "Studio della farmacocinetica del Propofol, progettazione e validazione di un sistema di target controlled infusion nel gatto." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3421636.

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Abstract:
Total intravenous anesthesia (TIVA) is an actual topic and a still developing research area. Technological progress makes equipment for infusion increasingly sophisticated, reliable and safe. Latest infusion systems have been developed incorporating microprocessors and algorithms based on the drug’s pharmacokinetic and pharmacodynamic parameters for the population involved. The aim of this research project was to develop and validate a system for target-controlled infusion (TCI) for administering propofol to domestic cats. Knowledge on behavior of propofol, administered as a continuous infusion in cats are, at present, still few and sometimes contradictory. It is well known that cats differ substantially from other animals in the ability to form glucuronide conjugates of some xenobiotics, particularly low molecular weight phenolic derivatives. A system for propofol infusion, allowing to predict as accurately as possible, the actual behavior of the drug and the concentrations at any time-point of anesthesia, may help reducing perianesthetic risk and improve quality of anesthesia. As no publications could be found reporting three-compartment pharmacokinetics for propofol in cats, the first part of the this work was dedicated to the development of a pharmacokinetic model, on 7 cats, premedicated with medetomidine, ketamine and methadone, anesthetized with propofol and maintained with isoflurane anesthesia, during gonadectomy. A two-compartment and a three-compartment pharmacokinetic linear model were obtained, the latter being considered the most appropriate to describe plasma concentration-time profile, based on appearance of observed and predicted concentrations and determined by least square linear regression and applying Akaike's information criterion. The tri-compartmental pharmacokinetic data obtained in the first part of the project were used for implementation of a TCI system prototype (TCI-1), based on the free software, Computer Control Infusion Pump (CCIP) Ver 2.0E, available online (http: / / www.cuhk.edu.hk / med / ans / softwares.htm). We analyzed the performance of the TCI-1 system during the course of anesthesia for gonadectomy in 9 premedicated cats, and target concentrations for induction, maintenance and extubation were reported. The mean concentration, as measured by HPLC, in venous blood, two minutes after intubation was 4.92 ± 2.43 μg ml-1 and for maintenance, 4.74 ± 2.70 μg ml-1. The indices for system prediction error, MDPE%, MDAPE%, divergence (% / hour) and wobble, calculated as described by Varvel et al. (1992), reported as median [10 / 90 percentile], were 63.50 [31.24 / 151.93], 63.50 [32.28 / 151.93], -22.77 [- 331 / 26.57], 20.32 [9.8 / 43.10], respectively. Despite it has demonstrated to be manageable in its clinical use, the system has significantly underestimated the actual concentrations, as expected for a single bolus derived pharmacokinetic model. The next step was to optimize the TCI-1 system, modifying the pharmacokinetic data set through computer simulations. The new system (TCI-2.0) was assessed for predictive performance, in 6 cats, calculating MDPE%, MDAPE%, divergence (%/hours) and wobble, and it was compared to the results obtained with the TCI-1 system. Mean concentration, measured by HPLC, in venous blood of cats, two minutes after intubation was 3.23 ± 0.87 μg kg-1. Mean maintenance target concentration, calculated as the mean of targets set introduced in the system, during anesthesia, was 6.44 ± 1.27 μg ml-1, while average concentrations measured by HPLC during the same time period , was 5.56 ± 2.46 μg ml-1. Values of MDPE%, MDAPE%, divergence and wobble, reported as median [10 / 90 percentile], were -1.85 [-35.19 / 31.08], 29.67 [16.85 / 43.93], -39.08 [-50.02 / 8.23], 18.93 [10.49 / 25.01], respectively. Prediction curves, obtained by the system TCI-2.0 were similar to actually measured plasma concentrations. The resulting values for MDPE and MDAPE fall within the range described in human and veterinary literature for the validation of TCI systems in the clinical setting (MDPE <± 20% and MDAPE <30-40%). Difference in accuracy and bias observed between the two systems, TCI-1 and TCI-2.0 were statistically significant. Timing and dose of induction, maintenance, and extubation were also compared. Differences between the two systems, for doses and timing of administration and extubation, were not found to be statistically significant. Obtained results are, in the author’s opinion, of significant scientific relevance, as they provide: • A three-compartment pharmacokinetic model for propofol in cats, never described previously in the literature. • A TCI system for propofol administration in cats, validated for prediction performance and easy to use in a clinical setting. • reference values for plasma concentrations of propofol required for intubation, maintenance of anesthesia and extubation, in cats premedicated with medetomidine, ketamine and methadone, anesthetized with target infusion of propofol.
L’anestesia totalmente endovenosa (TIVA) è ancora un campo in via di sviluppo. Il progresso tecnologico rende le apparecchiature per infusione sempre più sofisticate, affidabili e sicure. I sistemi infusionali più recenti sono sviluppati incorporando in un microprocessore i parametri farmacocinetici e farmacodinamici dell’anestetico impiegato, per la popolazione in oggetto. Il fine di questo progetto di ricerca è stato quello di sviluppare e validare un sistema di infusione controllata a target (TCI) per il propofol nel gatto domestico. In questa specie, le conoscenze relative al comportamento del propofol nell’ambito dell’infusione continua sono ancora poche e spesso contraddittorie. È noto che il gatto differisca sostanzialmente dagli altri animali nell’abilità di formare coniugati glucuronidi di alcuni xenobiotici ed in particolare dei derivati fenolici a basso peso molecolare. Un metodo di infusione del propofol in TIVA, che permetta di prevedere in modo più accurato possibile l’effettivo comportamento del farmaco e la concentrazione in ogni istante, può permettere di ridurre i rischi perianestetici e di migliorare la qualità dell’anestesia. Non esistendo nella letteratura una farmacocinetica tricompartimentale del propofol nel gatto, la prima parte del lavoro è stata dedicata allo studio del modello farmacocinetico su 7 gatti sottoposti a gonadectomia, premedicati con medetomidina, ketamina e metadone, anestetizzati con propofol e mantenuti in anestesia con isofluorano. È stato possibile ottenere un modello farmacocinetico bi-compartimentale ed uno tri-compartimentale. Il modello più appropriato per rappresentare la curva di concentrazione plasmatica nel tempo è stato quello tri-compartimentale, sulla base dell’aspetto delle concentrazioni osservate e predette, della riduzione della somma dei quadrati residui e dell’applicazione del test di verifica delle informazioni di Akaike. I dati di farmacocinetica tri-compartimentale estrapolati nella prima parte del progetto sono stati utilizzati per programmare il sistema di TCI prototipo (TCI-1), basato sul software gratuito Computer Control Infusion Pump (CCIP) Ver 2.0E, disponibile in rete (http://www.cuhk.edu.hk/med/ans/softwares.htm). È stata analizzata la performance del sistema TCI-1 durante l’anestesia per interventi chirurgici di gonadectomia, su 9 gatti premedicati, e sono state studiate le concentrazioni target di induzione, mantenimento e risveglio. La concentrazione plasmatica, misurata con HPLC, nel sangue venoso, due minuti dopo l’intubazione è stata in media di 4,92 ± 2,43 μg ml-1, quella di mantenimento 4,74 ±2,70 μg ml-1. Gli indici di errore del sistema, MDPE%, MDAPE%, divergenza (%/ora) e wobble, calcolati secondo quanto descritto da Varvel et al. (1992), riportati come mediana [10 / 90 percentile], sono stati pari a 63,50 [31,24 / 151,93], 63,50 [32,28 / 151,93], -22,77 [-331 / 26,57], 20,32 [9,8 / 43,10] , rispettivamente. Il sistema, nonostante si sia rivelato maneggevole nell’utilizzo clinico, ha sensibilmente sottostimato le concentrazioni effettive, come previsto per una farmcocinetica derivata da bolo singolo. La fase successiva è stata quella di ottimizzazione del sistema TCI-1, modificando il set farmacocinetico attraverso simulazioni al computer. Il nuovo sistema (TCI-2.0) è stato sottoposto a valutazione delle performances predittive, su 6 gatti, calcolando MDPE%, MDAPE%, divergenza (%/ora) e wobble ed è stato messo a confronto, per i risultati ottenuti, con al sistema TCI-1. La concentrazione plasmatica, misurata con HPLC, nel sangue venoso dei gatti, due minuti dopo l’intubazione è stata in media di 3,23 ± 0,87 μg kg-1. La concentrazione plasmatica target media di mantenimento, calcolata come la media dei target impostati nel sistema durante l’anestesia, è stata pari a 6,44 ±1,27 μg ml-1, la media delle concentrazioni misurate con HPLC, nello stesso periodo temporale, è risultata pari a 5,56 ±2,46 μg ml-1. I valori di MDPE%, MDAPE%, divergenza e wobble, riportati come mediana [10 / 90 percentile], sono stati pari a -1,85 [-35,19 / 31,08], 29,67 [16,85 / 43,93], -39,08 [-50,02 / 8,23], 18,93 [10,49 / 25,01], rispettivamente. Le curve di predizione ottenute dal sistema TCI-2.0 sono state vicine a quelle relative ai valori di concentrazione plasmatica realmente misurati. I valori ottenuti per MDPE e MDAPE rientrano nei range descritti in medicina umana e veterinaria, per la validazione di sistemi TCI in ambito clinico (MDPE < ±20% e MDAPE < 30-40%). La differenza di accuratezza e deviazione osservata tra i due sistemi TCI-1 e TCI-2.0 è stata significativa. Sono stati confrontati anche i tempi e le dosi di induzione, mantenimento ed estubazione. Non sono risultate esserci, tra i due sistemi differenze significative per dosi e tempi di somministrazione ed estubazione. I risultati ottenuti sono, secondo il parere degli autori, di significativa rilevanza scientifica, poiché forniscono: • Un modello farmacocinetico tri-compartimentale del propofol nel gatto, non descritto prima in letteratura. • Un sistema TCI con propofol nel gatto, validato per performances di predizione , facilmente fruibile in ambito clinico. • Dei valori di riferimento per le concentrazioni plasmatiche di propofol, necessarie per l’intubazione, il mantenimento e l’estubazione in gatti premedicati con medetomidina, ketamina e metadone, anestetizzati con infusione di propofol a target.
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D'Ascanio, Ilaria. "Realizzazione e collaudo di un sensore di ozono controllato da Arduino." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Nell’ambito della sterilizzazione da agenti patogeni, l’ozono riveste un ruolo fondamentale grazie al suo grande potere ossidante ed è di fondamentale importanza misurare quanto ozono viene prodotto mediante una scarica DBD. Scopo di questa tesi è stato quello di realizzare un sensore dedicato alla misurazione della concentrazione di ozono, controllato da Arduino Uno. Il setup realizzato risulta economico, facilmente trasportabile e flessibile in quanto è utilizzabile in diverse modalità: è possibile salvare i dati tramite Arduino per elaborarli successivamente; permette di collegare l’uscita all’oscilloscopio per monitorare i segnali elettrici nel tempo; consente di leggere la concentrazione di ozono misurata real-time su display lcd. Infine sono state effettuati dei confronti tra il setup attualmente presente in laboratorio e il setup realizzato, e i risultati sono stati soddisfacenti.
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Rizzato, Lorenzo. "Valutazione sperimentale dell'adattamento tramite empowerment in robot controllati da reti booleane." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25374/.

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Abstract:
In questa tesi si esplora la possibilità di usare la funzione di empowerment come funzione obiettivo per l'adattamento di robot controllati da reti booleane critiche. L'empowerment viene definito come una misura di merito locale e universale, valida per qualunque tipologia di agente e di task, basata sul co-adattamento di sensori e attuatori. Il controllo del robot avviene grazie a una mappatura dei suoi sensori e attuatori sui nodi della rete booleana. Si è usato un meccanismo di adattamento online, nel quale la configurazione interna di ogni rete resta invariata durante l'esecuzione, mentre vengono variate le connessioni fra sensori e attuatori del robot e i nodi interni della rete. Sono state eseguite tramite un simulatore tre tipologie di task: fototassi assistita, obstacle avoidance e path following. Sono stati raccolti e analizzati i valori della funzione obiettivo raggiunti durante l'adattamento tramite una funzione obiettivo specifica e tramite empowerment. Questi risultati sono stati poi confrontati per indagare se l'utilizzo dell'empowerment possa portare al raggiungimento di prestazioni migliori, sia usato per tutta la durata dell'adattamento, sia in una fase preliminare all'adattamento tramite funzione obiettivo specifica.
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Albore, Giulia <1988&gt. "Sintesi di matrici ibride via solgel per il rilascio controllato di antibiotici." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/5717.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi ha riguardato l'ottimizzazione di un formulato per il rilascio controllato e prolungato di antibiotici e antibatterici da utilizzare per il trattamento di infezioni topiche acute. Il formulato è stato preparato attraverso un approccio sintetico "one pot" utilizzando la tecnica sol gel a partire da chitosano (polimero naturale altamente biocompatibile) e un alcossido di silicio. Il farmaco scelto è la Sulfadiazina Argentica, antibiotico e antibatterico utilizzato in particolare per il trattamento delle ustioni gravi. Il rilascio del principio attivo è stato studiato "in vitro" utilizzando celle di diffusione verticale di Franz.
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Gulotta, Elena. "Sintesi e caratterizzazione di nuovi copoliesteri alifatici per il rilascio controllato dei farmaci." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12293/.

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Abstract:
La presente Tesi ha avuto come obiettivo la sintesi e caratterizzazione di nuovi copolimeri triblocco A-B-A a base di acido polilattico (PLLA), con struttura chimica ad hoc, per la preparazione di nanoparticelle per il rilascio di farmaci con profilo cinetico modulabile in modo controllato. Il blocco A di tali nuovi materiali è costituito da PLLA, mentre il blocco B è un sistema copolimerico a base di PBS precedentemente sintetizzato e studiato dal gruppo di ricerca della Prof.ssa Lotti, correlatrice della presente Tesi. Trattasi di due copolimeri poli(butilene/trietilene succinato) caratterizzati da composizione fissa equimolare e da diversa lunghezza delle sequenze: - copolimero a blocchi (contenente sequenze lunghe delle due co-unità) - copolimero statistico (contenente sequenze molto corte delle due co-unità) La diversa architettura molecolare si è rivelata uno strumento efficace nel modulare l’idrofilicità, il grado di cristallinità e la cinetica di degradazione idrolitica del materiale. I risultati ottenuti nella presente Tesi indicano che le nanoparticelle realizzate con i copolimeri triblocco hanno una cinetica di rilascio più veloce del PLLA ed una maggiore efficienza di incapsulamento nei confronti del desametasone, antiinfiammatorio steroideo. Agendo sulla lunghezza delle sequenze del copolimero che rappresenta il blocco centrale del copolimero triblocco A-B-A, è possibile modulare la cinetica di rilascio ed anche la quantità di farmaco rilasciata: in particolare, il copolimero statistico è caratterizzato nel complesso dalla velocità più alta di rilascio e dalla massima efficienza d’incapsulamento.
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Petreti, Andrea. "Evoluzione artificiale di comportamenti collettivi in gruppi di robot controllati da reti booleane." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23140/.

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Abstract:
Le metriche derivanti dalla teoria dell'informazione vengono sempre più utilizzate per quantificare le proprietà dei sistemi complessi. Nell'ambito della robotica tali metriche risultano uno strumento valido per analizzare e progettare automaticamente software di controllo per robot. Le tecniche di progettazione automatica sono un valida alternativa alle tecniche tradizionali di progettazione, ciò vale particolarmente nel campo della swarm robotics. Le misure di complessità, applicate nel contesto della robotica di sciame, possono essere utilizzate per migliorare il processo evolutivo del software di controllo. Lo scopo di questo lavoro di tesi è quello di comparare e analizzare i risultati forniti dalle metriche di complessità proposte. In particolare, mira a individuare correlazioni tra le metriche proposte e le prestazioni della colonia su quattro compiti differenti. I risultati ottenuti suggeriscono che i valori osservati per le misure di complessità sono correlati alla capacità della colonia di eseguire correttamente un compito.
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ADAMO, Giorgia. "Sviluppo di nanocarriers per il “drug release” controllato di biomolecole nella terapia antitumorale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/90647.

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Abstract:
Una nuova generazione di nanogels (NGs) in poly(N-vinyl pyrrolidone) (PVP) è stata ottenuta mediante beta–irraggiamento (e-beam) ad alta energia mediante elettroni accelerati, che permette in tempi brevi la reticolazione di polimeri in soluzione acquosa, utilizzando acceleratori di particelle lineari. Oltre al controllo dimensionale, l’aspetto innovativo di tale tecnica è la possibilità di ottenere nanogels sterili, la cui funzionalizzazione di superficie avviene in un unico step. Inizialmente, è stata provata la loro biocompatibilità e non genotossicità in sistemi biologici, caratteristiche fondamentali per la loro applicazione in campo biomedico. Inoltre, sono stati messi a punto dei protocolli per la bioconiugazione delle nanoparticelle con diverse molecole, grazie alla presenza dei gruppi amminici e carbossilici reattivi presenti sulla loro superficie. Dopo aver coniugato i nanogels con delle sonde fluorescenti (isotiocianato di fluoresceina e ammino-fluoresceina), è stata valutata l’affinità dei nanogels per i sistemi biologici in vitro, verificando la loro capacità di oltrepassare le membrane biologiche. La famiglia di nanogels funzionalizzati con gruppi amminici è stata bioconiugata con un anticorpo monoclonale fluorescente, in grado di riconoscere e legare la glicoproteina di membrana CD44. Per riuscire ad avere un’attività di “addressing” sito-specifico, tali nanoparticelle sono state coniugate con l’anticorpo monoclonale fluorescente anti-beta3, che riconosce l’integrina alpha v-beta3. Tramite wound-healing assay su cellule endoteliali ECV304 è stato dimostrato il targeting attivo mediato da tali nanoparticelle. Inoltre, è stato dimostrato che il meccanismo di internalizzazione dei nanogels preferenziale sfrutta la macropinocitosi. Per quanto riguarda la famiglia di nanogels funzionalizzati con gruppi carbossilici, questi sono stati ingegnerizzati per il rilascio controllato di un farmaco chemioterapico, ossia la Doxorubicina. Il meccanismo d’azione pensato, sfrutta l’aumento dei livelli di glutatione presente nel citoplasma delle cellule tumorali, che risulta essere superiore rispetto a quello presente nelle cellule normali. L’efficenza del sistema proposto è stata studiata su cellule MC3T3-E1 non tumorali e su cellule Hela tumorali. Infine, sono stati fatti esperimenti preliminari di coniugazione dei nanogels con acidi nucleici, seguiti da studi di riconoscimento enzimatico, per un futura applicazione dei nanogels in terapie basate sul silenziamento genico.
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D’Andrea, Desirée. "Difesa idraulica delle aree di pianura dalle piene al limite della prevedibilità: asta medio inferiore del Fiume Po." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1000/.

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Abstract:
La Tesi si occupa dello studio della gestione delle piene al limite della prevedibilità nel tratto medio inferiore del Fiume Po attraverso una laminazione controllata in Fascia C, in linea con le linee strategiche dell'AdB-Po. A tal fine è stato realizzato un modello numerico idraulico quasi-bidimensionale del tratto studiato del Fiume con il software HEC-RAS, comprendente le Fasce A, B e C, calibrato per un tempo di ritorno di 500 anni. Sono state condotte delle simulazioni sotto l'ipotesi di argini erodibili con conseguente formazione di brecce nei punti soggetti a tracimazione (situazione attuale), e sotto l'ipotesi di argini inerodibili (teorico intervento di rivestimento e consolidamento dei tratti arginali interessati da sormonto); attraverso il confronto dei risultati si è dimostrata l'utilità della laminazione controllata in Fascia C e l'auspicabilità di nuovi studi volti all'individuazione di aree poco sensibili in cui convogliare i volumi idrici esondati.
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Giuri, Demetra. "Membrane ibride di cheratina-idrotalciti a diversa morfologia per il rilascio controllato di farmaci." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14430/.

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Abstract:
Negli ultimi anni, lo sviluppo di materiali a base proteica per il rilascio controllato di farmaci ha ricevuto grande attenzione. Nel presente lavoro sono stati preparati materiali ibridi compositi, sotto forma di film e nanofibre, costituiti da una matrice di cheratina estratta da lana di pecora e nanoparticelle di idrotalciti Zn/Al intercalate con un antinfiammatorio (diclofenac sodico). Tali materiali compositi sono stati caratterizzati dal punto di vista morfologico e strutturale, sono stati testati in vitro come sistemi per il rilascio controllato di farmaci e confrontati con gli stessi materiali contenenti il farmaco libero (senza idrotalciti). Inoltre, è stata valutata la loro eventuale applicazione nell'ingegneria tissutale e nella medicina rigenerativa, analizzando la capacità di supportare l'adesione e la crescita di cellule fibroblastiche. I risultati ottenuti hanno evidenziato un complessivo effetto di rinforzo delle idrotalciti sui materiali ibridi preparati e il rilascio della quasi totalità del farmaco per diffusione in condizioni fisiologiche durante le prime 160 ore. I test biologici sui film hanno mostrato un significativo aumento della crescita di fibroblasti in 72 ore; test di migrazione cellulare sulle nanofibre ibride saranno oggetto di studi futuri.
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Casalini, Antonio <1981&gt. "Riproduzione artificiale e svezzamento larvale del polpo (octopus vulgaris Cuvier, 1797) in ambiente controllato." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/8907/1/Casalini_Antonio_Tesi.pdf.

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Abstract:
L’interesse commerciale per lo sviluppo dell’allevamento del polpo (Octopus vulgaris Cuvier, 1797), nasce dal fatto che questo mollusco cefalopode ricopre un’importantissima nicchia nell’ambito del mercato ittico Italiano ed Europeo, essendo particolarmente amato dai consumatori in qualsiasi periodo dell’anno. Uno degli aspetti più evidenti e affascinanti dei cefalopodi è la moltitudine di display e colori che vengono prodotti sulla superficie della pelle. Le tonalità di colore che possono essere osservate, sono prodotte da cellule specializzate presenti sotto il derma che combinandosi tra loro non provocano cambiamenti solo a livello cromatico, ma anche tissutale, grazie all’attività della muscolatura del derma. Tutte queste componenti nella loro completezza conferiscono al polpo la capacità di poter spaziare attraverso un elevato numero di profili che prendono il nome di patterns, i quali non sono limitati alla sola colorazione della cute, ma anche a tutte quelle tipologie posturali e locomotorie che essi sono capaci di assumere. Al momento il polpo è considerato una specie innovativa per l’acquacoltura, in quanto presenta alcune caratteristiche biologiche molto interessanti quali: ciclo di vita breve, elevato tasso di accrescimento, elevato indice di conversione alimentare ed elevato tasso di fecondità. I risultati fino ad ora ottenuti in termini di svezzamento e sopravvivenza delle paralarve risultano tuttavia ancora insoddisfacenti per considerare il polpo come una vera nuova specie da allevare. L’obiettivo del presente studio è stato quello di mettere a punto un nuovo impianto per il mantenimento in ambiente controllato di adulti di Octopus vulgaris. Scegliendo il comportamento come indicatore dello stato di salute degli animali, sono state create le condizioni ambientali ottimali per favorirne la riproduzione spontanea ed ottenere paralarve vitali, con le quali eseguire prove di alimentazione in grado di garantirne la sopravvivenza.
The interest in the development of the octopus breeding (Octopus vulgaris Cuvier, 1797), stems from the fact that this mollusk cephalopod covers a very important niche of the Italian and European market, being particularly appreciated by consumers in any period of the year. One of the most obvious and fascinating aspects of cephalopods is the multitude of displays and colors that are produced on the surface of the skin. The shades of color that can be observed, are produced by specialized cells present under the dermis that, when combined, do not cause changes only on the chromatic level, but also tissue, thanks to the activity of the musculature of the dermis. All these components in their entirety give the octopus the ability to be able to wander through a large number of profiles that take the name of patterns, which are not limited to the skin color only, but also to all those postural and locomotor types that they are able to hire. At the moment the octopus is considered an innovative species for aquaculture, as it has some very interesting biological characteristics such as: short life cycle, high growth rate, high food conversion index and high fertility rate. The results so far obtained in terms of weaning and survival of the paralarvae, however, are still unsatisfactory to consider the octopus as a real new species to breed. The objective of the present study was to develop a new plant for the maintenance in a controlled environment of adults of Octopus vulgaris. By choosing the behavior as an indicator of the state of health of the animals, optimal environmental conditions have been created to favor spontaneous reproduction and to obtain vital paralarvae, with which to perform feeding tests able to guarantee their survival.
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Toson, Clarissa <1994&gt. "Valorizzazione di una base cosmetica brevettata a rilascio controllato con biomasse del territorio veneto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16620.

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Abstract:
Questo lavoro di tesi è stato indirizzato alla valorizzazione di biomassa acquatica reperita in ambito locale (Veneto), per il suo successivo utilizzo in ambito cosmetico. La prima parte del lavoro è stata focalizzata sull’ottimizzazione di un approccio sintetico green ed efficiente per la trasformazione della biomassa in molecole attive (polisaccaridi-polifenoli-proteine-acidi grassi). Gli estratti ottenuti sono stati poi utilizzati per la preparazione di formulati cosmetici anti-age mediante il processo sol-gel. I prodotti ottenuti sono stati analizzati mediante una serie di test standardizzati finalizzati a valutarne stabilità, proprietà sensoriali ed efficacia. L’efficacia è stata valutata in vitro mediante cella a diffusione verticale di Franz utilizzando membrane ex-vivo preparate a partire da orecchie di maiale. Il test di tape-stripping è stato utilizzato per valutare la capacità del formulato di favorire la penetrazione degli attivi, mentre il potere antiossidante del formulato è stato investigato mediante il test del DPPH (difenilpicrilidrazile).
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Rabík, Martin. "Vybrané postupy ekonomické analýzy pohledem externího a interního analytika (financial controllera)." Master's thesis, Vysoká škola ekonomická v Praze, 2009. http://www.nusl.cz/ntk/nusl-15803.

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Abstract:
Aim of this thesis was to give practical example than the perspective of internal and external economic analyst for analysis. The work deals not only with different angles analyst arising from different levels of available information, but also highlights some weaknesses in the assessment of economic analysis as such. The practical part is then evaluated on real data selected indicators of economic analysis. The final part deals with factors that affect the quality of treatment and evaluation of economic analysis as such.
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Guidotti, Giulia. "Studio di biodegradabilità e biocompatibilità di nuovi copoliesteri alifatici per il rilascio controllato di farmaci." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4185/.

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Serra, Christian. "Realizzazione di uno Scanner 3D Controllato da un Rapberry Pi con un Plugin di OctoPrint." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
L'obiettivo che si pone questa tesi di progetto è la realizzazione di uno Scanner 3D e lo sviluppo del plugin "FreeLSS for OctoPrint" per controllarlo attraverso un Raspberry Pi. Il primo punto focale è il low-cost: la struttura dello scanner 3D sarà stampata in 3D tramite la stampante Anet A8 utilizzando i design open-source di Atlas3D, un progetto di crowd-funding per costruire uno Scanner 3D. L'elettronica sarà in parte riciclata ed in parte acquistata. Il secondo focus sarà l'aspetto Open-Source: il plugin verrà distribuito su Github con licenza AGPL v3.0 ed estenderà OctoPrint, un software per Raspberry Pi che permette di controllare stampanti 3D da remoto. Il plugin permetterà di interfacciarsi, direttamente da OctoPrint, con FreeLSS, un altro programma open-source per Raspberry Pi che controlla lo Scanner estraendo modelli 3D utilizzando un piano girevole, una camera e dei laser linea. La motivazione per questo progetto nasce dalla necessità di riprodurre e sostituire parti rotte e/o consumate in ambito domestico.
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Fattori, Enrico. "Membrane elettrofilate ibride a base di PBS e cheratina per il rilascio controllato di farmaci." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18569/.

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Abstract:
Grazie agli sviluppi delle nanotecnologie biomedicali nell’ambito del rilascio controllato di farmaci, sta diventando sempre più concreta la possibilità di superare i principali limiti della medicina tradizionale, basata su somministrazioni frequenti e ripetute di quantità di principio attivo anche superiori rispetto a quelle necessarie, e che dopo poco tempo raggiungono livelli al di sotto della soglia di efficacia. Tramite lo studio dei biomateriali e delle loro proprietà è possibile realizzare soluzioni ad hoc per il rilascio mirato di farmaco nel sito in cui è richiesta la terapia, con cinetiche modulabili a seconda delle specifiche esigenze del paziente. Nel presente studio, è stato realizzato mediante elettrofilatura un cerotto (o patch) a partire da una blend fisica di poli(butilene succinato) (PBS) e cheratina. Il primo è un polimero sintetico biocompatibile e approvato dalla Food and Drug Administration, con buone resistenza meccanica e lavorabilità, ma tempi di degradazione piuttosto lenti, a differenza della cheratina, polimero naturale, che risulta troppo rigido e difficile da processare, ma con buoni tempi di degradazione ed un’ottima biocompatibilità. Il tappetino elettrofilato così ottenuto è stato sottoposto a caratterizzazione molecolare, termica e meccanica. Inoltre, in vista di possibili applicazioni nell’ambito del rilascio controllato di farmaco, alla stessa blend è stato aggiunto diclofenac, antinfiammatorio presente in commercio, per ottenere una patch contenente al suo interno la stessa quantità di principio attivo presente nei comuni cerotti medicati. Il tappetino è stato sottoposto anche a test di rilascio del farmaco in condizioni fisiologiche e a test di adesione alla pelle. In conclusione, ogni tipo di indagine, seppur preliminare, ha comprovato che l’unione tra il PBS e la cheratina ha dato vita ad un nuovo biomateriale facilmente processabile, adesivo, ed in grado di favorire il rilascio del farmaco contenuto al suo interno.
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