Dissertations / Theses on the topic 'Contratti di Diritto Pubblico'

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1

GIRGENTI, ALFIO LIVIO. "Il contratto di cooperazione nel codice dei contratti pubblici." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2017. http://hdl.handle.net/10281/152404.

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Abstract:
Il contratto di cooperazione è un istituto introdotto per la prima volta nel codice dei contratti pubblici, all’art. 5, comma 6, D.Lgs. n. 50/2016, in attuazione delle direttive europee sui contratti pubblici di quarta generazione. In particolare, tale tipo di contratto è finalizzato alla cooperazione nei servizi pubblici in comune attraverso la condivisione di attività esposte al mercato aperto, e si presenta come una fattispecie comune alle tre direttive europee in materia di concessioni (art. 17, par. 4, dir. 2014/23/UE), appalti pubblici nei settori ordinari (art. 12, par. 4, dir. 2014/24/UE) e nelle “utilities” (art. 28, par. 4, dir. 2014/25/UE), che hanno codificato la fattispecie elaborata dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Essenzialmente, tale cooperazione per via consensuale si configura, sul piano formale, sotto forma di (i) convenzione pubblicistica conclusa esclusivamente tra enti pubblici, (ii) esente dall’obbligo di gara. La ricerca si concentra su entrambe le caratteristiche di tale tipo di contratto e persegue un duplice obiettivo: da un lato criticare, sul piano strutturale, l’adeguatezza della nozione di accordo amministrativo ai fini della qualificazione della natura di tale contratto, e dall’altro lato estendere, sul piano funzionale, la portata dell’esenzione oltre la classica libertà di cooperare e di organizzare i servizi pubblici in forma aggregata, sancita dall’art. 2, par. 1, secondo periodo, dir. 2014/23/UE. Ciò implica le seguenti due questioni: se il contratto di cooperazione si risolve in sostanza nella codificazione nell’ambito del diritto europeo di una situazione meramente interna (l’accordo di collaborazione) e, se in caso contrario, tale tipo di contratto comporta l’esenzione dall’obbligo di gara di una fattispecie che comunque non ricade nell’ambito di applicazione dalle libertà fondamentali (in quanto strumento di autoproduzione in senso lato). A tale fine, prenderò in esame le origini giurisprudenziali della fattispecie, in modo da ricostruire il percorso logico e cronologico che ha portato a differenziare tale contratto di cooperazione dal partenariato pubblico-pubblico, dai contratti in house e, infine, dall’accordo di collaborazione, attraverso il confronto con le fattispecie previste dal diritto nazionale di accordo inter-amministrativo, che il diritto europeo prende sì in considerazione, ma senza armonizzarle. Alla luce di questa analisi, si cercherà di mettere in evidenza che la nozione codificata di contratto di cooperazione rappresenta la versione evoluta dell’accordo di collaborazione, con la quale sono esentati appalti pubblici e concessioni aventi ad oggetto attività economiche esposte al mercato aperto, finalizzate all’erogazione di servizi pubblici e scambiate in regime cooperazione pubblica. Al centro di tale interpretazione sta la previsione, introdotta in modo innovativo rispetto alla precedente giurisprudenza, che ammette lo svolgimento di attività esposta al mercato aperto, come previsto alla lettera c) dell'articolo citato. In sintesi, intendo sostenere che il contratto di cooperazione è formalmente un accordo inter-amministrativo e sostanzialmente un contratto pubblico quando, sotto il profilo strutturale, può riguardare attività accessorie al servizio pubblico, e non comporta alcun rapporto in house, nonché dimostrare che, sotto il profilo funzionale, l’esenzione di tale contratto va oltre la semplice aggregazione dei servizi ed è estesa ai casi in cui si verifica la condivisione delle risorse e delle prestazioni attraverso lo svolgimento di attività complementari.
The cooperation contract is a legal type common to the three European directives on concessions (art. 17, para 4, dir. 2014/23/EU), procurement in the public sector (art. 12, para 4, dir. 2014/24/EU) and utilities (art. 28, para 4, dir. 2014/25/EU), which never introduced before, but established by the case law. Essentially, such contract is aimed to the cooperation in the public services in common through the sharing of activities exposed to the open maket, and configures, at a formal level, (i) an arrangement concluded exclusively between public bodies, (ii) exempt from the obligation to follow the competitive procedures. The research focalizes both the characteristics of the legal type and aims a twofold objective: on the one hand -structurally-, criticizing the adequacy of the concept of public agreement in order to qualify the nature of that contract, and on the other hand -functionally-, extending the scope of that exemption beyond the classic freedom of cooperation and organization of public services in aggregate form, provided by art. 2, para 1, second sentence, dir. 2014/23/EU). This entails the following two questions: whether the cooperation contract resolves essentially in the codification of European law in the context of a purely internal situation (the cooperation agreement) and, if not, this type of contract involves the exemption from the obligation to follow the competitive procedures of a situation that in any case does not fall within the scope of the fundamental freedoms (as an instrument of in house providing in a broad sense). To this purpose, I will delve into the jurisprudential origins of the present legal type, in such a way to reconstruct the logical and chronological path which leads to differentiate such a cooperation contract from the public-public partnership, from the in-house contract and, finally, from the cooperation agreement, by means of the comparison with the legal types of inter-administrative arrangement provided by the domestic law, which the European law takes into account without a full harmonization. In the light of this analysis, I will seek to point out the codified notion of cooperation contract represents the evolved version of the collaboration agreement, with which are exempted public contracts and concessions relating to economic activities exposed to the open market, aimed to the provision of public services and exchanged in cooperation within the public sector. At the core of this interpretation is the provision, introduced in innovative way than the previous case law, that allows the performance in cooperation of activities exposed to the open market, as provided in subparagraph c) of the cited articles. Furthermore, with regard to structure yet, it will observe that the cooperation contract does not overlap or interfere with the in house providing in a narrow sense, even if this kind of contract is inserted in the same statutory package. Turning to the scope of the exemption from the functional point of view, it should be noted that as part of the contractual cooperation was allowed, in the recitals of the 2014 EU directives, the integration between public bodies to carry out complementary activities. In summary, I want to argue that the cooperation contract is formally an inter-administrative arrangement and essentially a public contract as, structurally, may relate to activities ancillary to the public service, and does not imply any in house relationship, and to demonstrate that, functionally, the exemption of that contract goes beyond simple service aggregation and is extended to cases where there is the sharing of performance by carrying out complementary activities.
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Azzariti, Antonella <1978&gt. "I principi generali in materia di affidamento dei contratti pubblici." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/120/1/TESI_Dottorato_Azzariti_Antonella.pdf.

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Azzariti, Antonella <1978&gt. "I principi generali in materia di affidamento dei contratti pubblici." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/120/.

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CARUSO, Edoardo. "Pubblico e privato nei servizi sociali e socio-sanitari. Profili di diritto interno ed europeo." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2016. http://hdl.handle.net/11392/2386481.

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Abstract:
I servizi sociali alla persona hanno da sempre costituito un settore che, in virtù delle peculiarità che li contraddistinguono, è stato oggetto di riflessioni dottrinali e di una regolamentazione distinta da altre attività di servizio pubblico. Del resto storicamente, come si evince già dalla legge 17 luglio 1890 n. 6972 (cd. Legge Crispi), anche la presenza di prestatori privati si è sempre contraddistinta per particolari dimensioni e modalità dell’intervento. La recente rilevanza di tali attività nel diritto eurounitario, in ragione dello scopo di promuove e garantire l’affermarsi di dinamiche concorrenziali anche in tale settore, non può non risentire delle rilevate peculiarità. Ne consegue che la categoria del servizio sociale di interesse economico generale richiede specifici adattamenti rispetto a principi e regole sviluppati per la più ampia categoria del servizio di interesse economico generale. La ricerca delle tracce di specificità regolativa di tale settore, anche nell’ordinamento sovranazionale, ha, dunque, costituito il filo conduttore della presente ricerca. Si è, infatti, provato a riflettere sull’incidenza del diritto eurounitario sui modelli di erogazione di servizio sociale, che prevedono il coinvolgimento di erogati privati, sviluppati al livello nazionale. Ciò con particolare riferimento alla libertà di stabilimento, alla Direttiva Servizi e al diritto dei contratti pubblici. Tale riflessione, contenuta soprattutto nel terzo capitolo, ha costituito l’approdo di un percorso che si è sviluppato lungo due direzioni. Per un verso, si è cercato di ricostruire l’evoluzione della nozione e della morfologia giuridica del servizio sociale nell’ordinamento nazionale a partire dalla richiamata legge Crispi del 1890; in particolare, la ricerca si è concentrata sul ruolo attribuito agli operatori privati nell’attività di erogazione di prestazioni assistenziali per conto dell’amministrazione pubblica. In tale parte (primo capitolo) si è dato conto dell’incidenza conformativa di diverse disposizioni costituzionali su tali profili (art. 2 e 3 comma 2, art. 38 ultimo comma, ma anche art. 41); degli effetti derivanti dall’attribuzione di competenze su tale materia a livello regionale e locale; del ruolo del principio di sussidiarietà orizzontale; nonché del processo di integrazione fra servizi sociali e sanitari (da cui i servizi socio-sanitari) che ha portato all’affermarsi di soluzioni organizzative non sempre completamente riconducili a quelle “tipiche” dei due settori originari. Per tale ragione anche i modelli di erogazione di servizi socio-sanitari sono stati oggetto di analisi alla luce del diritto UE. Per altro verso, nel secondo capitolo, si è deciso di “collocare” l’ambito della ricerca nell’ordinamento sovranazionale in ragione del necessario riferimento della materia dei servizi sociali a tale ordinamento. Oggetto di analisi è stata sia la categoria del servizio di interesse economico generale, la sua evoluzione e tutti i concetti/istituti a questa correlata (attività di rilevanza economica, atto di incarico, missione di interesse generale, etc.); sia la categoria, più specifica, del servizio sociale di interesse economico generale. Tale rivisitazione ha costituito l’occasione per cercare di inquadrare sistematicamente i diversi e, per certi versi, frammentati interventi delle Istituzioni europee riguardanti servizi sociali. Il fil rouge che tiene insieme le tre parti della ricerca, è costituito dal costante tentativo di rintracciare quale sia, allo stato attuale, la sottile ma consistente trama che collega, più di quanto appaia a uno sguardo di superficie, discipline che sembrano ispirarsi a principi e valori tradizionalmente considerati in contrasto: solidarietà e concorrenza, istanze sociali e regole di mercato. Se l’intera costruzione dell’edificio europeo si fonda su un ossimoro dichiarato, l’”economia sociale di mercato”, l’indagine del settore dei servizi sociali e socio-sanitari ha inteso dimostrare che l’ossimoro non è poi tale, posto che è stato in grado di generare non solo regolazione ibrida e complessa, ma una dinamica nuova della stessa regolazione in grado di costruire un ponte di collegamento e non di erigere un muro di separazione e incomunicabilità tra valori e principi ritenuti inconciliabili.
The social services sector has always been, by virtue of the specific features that distinguish it, the subject of doctrinal reflections and of a regulatory regime that are separate from other public services. Moreover, from a historical point, as already evidenced by the law 17 July 1890 n. 6972 (the so-called Crispi Law), the presence of private providers has always distinguished it for its particular size and arrangements in the sector. The recent importance of such activities in European Union law, whose purpose it is to promote and guarantee the competitive dynamics also in this domain, cannot fail to be affected by these said characteristics. It follows that the category of social services of general economic interest requires specific adaptations of those principles and rules developed for the broader category of services of general economic interest. The search for traces of regulatory specificity in this sector, even within supranational law, has thus been the main theme of this research. We have, in fact, tried to reflect on the impact of European Union law on nationally developed social services delivery models that provide for the involvement of privately disbursed services. All this is with particular reference to the area of freedom of establishment, the Services Directive and public contract law. This reflection, especially contained in the third chapter, has been the culmination of a journey that has developed along two directions. On the one hand, we tried to reconstruct the evolution of the very notion of social services and the legal morphology of social services in national law starting from the above mentioned Crispi law of 1890. In particular, the research has focused on the role given to private operators in the provision of welfare services on behalf of the public administration. In the first chapter we give account of the conformative impact of different constitutional provisions on these profiles (art. 2 and 3, clause 2, art. 38, last clause paragraph, but also art. 41); the effects resulting from the allocation of competences and responsabilities vis-a-vis this matter at regional and local levels; the role of the principle of horizontal subsidiarity; as well as the process of integration between social services and health services (thus becoming health-and-social services), which has led to the emergence of organizational solutions not always completely referable to those "typical" of the two original fields. For this reason, even the delivery models of health-and-social services have been analyzed in the light of EU law. On the other hand, in the second chapter, it was decided to "place" the research scope in the context of European legal system due to the necessary reference of the subject matter of social services to such system. Subject of analysis has been both the category of services of general economic interest, its evolution and all the concepts / institutions connected to it (economic importance activities, act of assignment, the mission of general interest, etc.); as well as the category, more specifically, of the social services of general economic interest. Revisiting this was an opportunity to try to systematically frame the different, and, in some ways, fragmented interventions of the European institutions regarding social services. The thread that holds together the three parts of the research consists of the constant effort to figure out what is, at the present state of play, the subtle but consistent plot that connects - more than what appears at a superficial level - disciplines that seem to be inspired by principles and values traditionally considered in contrast: solidarity and competition, social issues and market rules. If the entire European building is based on a oxymoronic statement of a “social market economy,” the investigation of the social and socio-and-health services sector has sought to show that this is in fact not oxymoronic, given that it was able to generate a regulatory fabric that is not only hybrid and complex, but which is testimony of a new regulatory dynamic ; this will hopefully be able to build a connecting bridge and not erect a wall of separation and incommunicability between values and principles considered irreconcilable.
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NUNZIATA, MASSIMO. "Autorità e consenso nello scioglimento del contratto di appalto pubblico." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/201795.

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RIZZO, GIULIA. "L'Istituto della concessione di servizi tra diritto interno e diritto comunitario." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1320.

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Abstract:
Scopo del lavoro è approfondire il tema della concessione di servizi, alla luce dell’influenza esercitata dalle norme e dalla giurisprudenza, in considerazione degli enormi interessi economici coinvolti. Nella ricerca si è analizzata la normativa comunitaria e nazionale, nonché le pronunce della Corte di Giustizia e delle Corti nazionali. Non si è trascurato un necessario excursus storico. Lo studio ha rivelato che l’istituto non ha, a tutt’oggi, una puntuale ed esaustiva disciplina normativa, sia a livello comunitario che nazionale. Tuttavia, le norme nazionali adottate in attuazione delle direttive e dei principi sanciti dalle sentenze garantiscono oggi una maggiore trasparenza, pubblicità e par condicio nelle procedure di gara e hanno avuto un impatto importante sul riparto di giurisdizione italiano, giudice ordinario o giudice amministrativo. Il risultato della ricerca costituisce un significativo contributo nella definizione dell'istituto.
Purpose of the job is to closely examine the theme of the concession of services, in the light of influence exercised by law and jurisprudence, in consideration of the enormous economic affairs involved. The EU and National regulations were analyzed, as well as pronouncement by the Court of Justice and the domestic Tribunal. Neither was a necessary background excursus neglected. The study revealed that up to today this kind of public contract has no precise and comprehensive disciplinary regulation at either community or National level. Nevertheless, National regulations adopted in implementation of directives and principles ratified through sentencing, do nowadays guarantee a greater transparency, publicity and ‘par condicio’ in procedures for tenders and have an important impact on the Italian judiciary sector: ordinary judge or administrative judge. The result of the search constitutes a meaningful contribution.
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GRILLO, ELISA. "Le concessioni di servizi pubblici locali a rilevanza economica: i principi europei dell'evidenza pubblica nella giurisprudenza della Corte di Giustizia e nel Codice dei contratti pubblici." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/43993.

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Abstract:
Le concessioni di servizi pubblici locali a rilevanza economica, inquadramento normativo e giurisprudenziale aggiornato all'anno 2012. Particolare attenzione alla procedura di selezione del concessionario e, in particolare, ai principi generali estrapolati dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia e tradotti in norme di trasparenza, imparzialità e parità di trattamento immediatamente applicabili. analisi della casistica nazionale in cerca di riscontro degli insegnamenti del giudice europeo alla luce del recepimento delle direttive del 2004 attraverso il d.lgs. 163/2006.
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GIUFFRE', GUGLIELMO ALDO. "I contratti pubblici alla luce delle direttive europee del 2014 tra rispetto del principio di concorrenza e uso efficiente degli investimenti pubblici." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2017. http://hdl.handle.net/11695/77222.

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Abstract:
Il presente lavoro ha inteso mettere in luce le innovazioni apportate dalle direttive del 2014 nella materia dei contratti pubblici, evidenziando, in particolare, il mutamento di prospettiva che ha portato a non identificare più solamente in quello di concorrenza, in sé considerato, il principio cardine di rilevanza euro-unitaria (e costituzionale) sotteso al mercato delle commesse pubbliche, ma ad affiancarvi una serie di ulteriori e rilevanti principi di pari importanza, finalizzati al raggiungimento di una maggiore efficienza della spesa pubblica, che costituisce lo scopo ultimo della riforma. Dopo aver dato conto dell’origine storica del principio di tutela della concorrenza e del fondamentale ruolo avuto nella sua evoluzione dall’Unione Europea, oltre che delle più importanti pronunce costituzionali ed euro-unitarie in materia, ci si è soffermati sui principi a esso sottesi, e in particolare su quelli di parità di trattamento e di non discriminazione in base alla nazionalità, su quelli di trasparenza e pubblicità, su quello di proporzionalità, allo scopo di evidenziare le novità concernenti la loro applicazione apportate dalle nuove direttive, mediante un analitico confronto, in particolare, dei considerando della direttiva 24/2014 (c.d. “direttiva appalti nei settori ordinari”) con quelli della previgente direttiva 18/2004. Si è quindi trattato del recepimento delle recenti direttive nel nostro ordinamento, segnalando come l’intento della riforma di semplificazione, chiarificazione e riorganizzazione della materia appaia, sotto molto aspetti, tradito dal nuovo testo normativo, passando poi ad analizzare nel dettaglio, attraverso le singole disposizioni del nuovo Codice, le innovazioni introdotte per soddisfare l’intento del legislatore euro-unitario – e poi, per l’effetto, di quello nazionale – di introdurre il principio di efficienza della spesa pubblica e del “value for money”. In quest’ottica ci si è occupati dei criteri di aggiudicazione – la cui selezione è stata, sulla spinta delle ultime direttive, profondamente rivisitata nel nuovo Codice –, dell’istituto del soccorso istruttorio – anch’esso profondamente mutato rispetto alla previgente disciplina –, delle misure volte a facilitare l’accesso al mercato delle micro imprese e delle piccole e medie imprese (c.d. PMI) e di quelle volte a promuovere lo sviluppo sostenibile e la tutela dell’ambiente. Infine, sono state segnalate le principali novità apportate dal Codice al rito speciale sui contratti pubblici, evidenziandone le principali criticità, legate troppo spesso all’ingiusta considerazione della giustizia amministrativa quale principale fattore di rallentamento delle opere pubbliche, e si è dato atto dell’introduzione di un’apposita disciplina in materia di concessioni, costituente un novum assoluto per l’ordinamento italiano, delineandone i tratti caratterizzanti.
The aim of this job is showing the innovations brought by 2014 European Directives in the field of public contracts. Particularly, this elaborate underlines the change of perspective regarding the identification of some new principles with particular attention on how to improve the public spending. This reform wants to question the importance of the competition principle, which was previously considered the only cornerstone subtended to the public procurement market. This work highlights the historical origin of the competition principle, its fundamental role and its evolution through the European Union. It also focuses on its important “ruling” regarding the principle given by the Italian Constitutional Court and by the Court of Justice of the European Union. It analyses the principles deriving therefrom, particularly on those of equal treatment and non-discrimination and on those of transparency, traceability and proportionality of the process. The purpose here is to underline the novelties pertaining to their application brought by the new directives, through an analytical comparison between directive 24/2014 and the previous directive 18/2004. Subsequently, this elaborate focuses on the transposition of the recent directives into the Italian law, highlighting the intent of the reform to simplify, clarify and reorganise the Italian legislation on public contracts. This appears betrayed by the new normative text through different points of view. Furthermore, the contribution analyses in detail, through the study of the single dispositions of the new Italian Code, the innovations introduced in order to satisfy the purpose of the European legislator – and, consequently, also the one of the Italian legislator. This is adding the principle of the efficiency of public spending and the one of "value for money". In this perspective this job focuses in the first place on the criteria – whose selection has been, on the push of the 2014 Directives, deeply revisited in the new Code. Furthermore, on the institute of the “soccorso istruttorio” – it has also deeply changed in comparison to previous disciplines and on the measures aimed to facilitate the participation of small and medium-sized enterprises (SMEs) in public procurement and on those aimed to promote the sustainable development and the protection of the environment. Lastly, this contribution highlights the principal innovations brought by the new Italian Code to public procurement judgement, underlining its greatest problems – related to the unfair consideration of the Italian administrative justice as the principal factor of the deceleration of public contracts –, and the introduction of a specific discipline about concessions, that is an absolute “novum” for the Italian law, delineating the essential features of it.
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Malizia, Marika <1984&gt. "Il contratto a Tempo Determinato nel lavoro privato e pubblico. Assetti e linee di tendenza in un mercato del lavoro dinamico e globale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4478/1/malizia_marika_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
L’elaborato, dopo una ricostruzione della disciplina normativa presente in materia di contratto a tempo determinato in Italia e nei principali ordinamenti europei (Spagna, Francia ed Inghilterra), affronta i più rilevanti nodi problematici dell’istituto, in riferimento al settore privato e pubblico, mettendo in luce le principali querelle dottrinali e giurisprudenziali. Particolare attenzione è dedicata alle questioni insorte a seguito delle ultime modifiche normative di cui al c.d. Collegato lavoro (legge n. 183/2010), sino al decisivo intervento della Corte Costituzionale, con pronuncia n. 303 del 9 novembre 2011, che ha dichiarato legittima la disposizione introduttiva dell’indennità risarcitoria forfetizzata, aggiuntiva rispetto alla conversione del contratto. Tutte le problematiche trattate hanno evidenziato le difficoltà per le Corti Superiori, così come per i giudici comunitari e nazionali, di trovare una linea univoca e condivisa nella risoluzione delle controversie presenti in materia. L’elaborato si chiude con alcune riflessioni sui temi della flessibilità e precarietà nel mondo del lavoro, attraverso una valutazione quantitativa e qualitativa dell’istituto, nell’intento di fornire una risposta ad alcuni interrogativi: la flessibilità è necessariamente precarietà o può essere letta quale forma speciale di occupazione? Quali sono i possibili antidoti alla precarietà? In conclusione, è emerso come la flessibilità possa rappresentare un problema per le imprese e per i lavoratori soltanto nel lungo periodo. La soluzione è stata individuata nell’opportunità di investire sulla formazione. Si è così ipotizzata una nuova «flessibilità socialmente ed economicamente sostenibile», da realizzarsi tramite l’ausilio delle Regioni e, quindi, dei contributi del Fondo europeo di sviluppo regionale: al lavoratore, in tal modo, potrà essere garantita la continuità con il lavoro tramite percorsi formativi mirati e, d’altro canto, il datore di lavoro non dovrà farsi carico dei costi per la formazione dei dipendenti a tempo determinato.
The thesis, after a reconstruction of the present legal framework on temporary contracts in Italy and major European jurisdictions (Spain, France and England), addresses the most important problem areas of the institute. Particular attention is devoted to issues that have arisen as a result of recent legislative changes referred to Connected work (Law n. 183/2010), until the decisive intervention of the Constitutional Court, by judgment no. 303 of 9 November 2011, which declared the legitimate compensation for damages, additional to the conversion of the contract. All the issues addressed have highlighted the difficulties for the Superior Courts, as well as Community and national courts, to find unique and shared a line in resolving controversies on the subject. The paper concludes with some reflections on the issues of flexibility and precariousness in the labor market, through a quantitative and qualitative assessment of the institution in order to provide an answer to some questions: flexibility is necessarily precarious and can be read as special form of employment? What are the possible antidotes to insecurity? In conclusion, it is shown how flexibility can be a problem for businesses and workers only in the long term. The solution was found in the opportunity to invest in training. It is thus assumed a new "flexible socially and economically sustainable", to be achieved through the use of regions and, therefore, the contributions from the European Regional Development: the worker, thus, can be ensured continuity with the work through targeted training and, on the other hand, the employer shall not be liable for costs for the training of temporary employees.
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Malizia, Marika <1984&gt. "Il contratto a Tempo Determinato nel lavoro privato e pubblico. Assetti e linee di tendenza in un mercato del lavoro dinamico e globale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4478/.

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Abstract:
L’elaborato, dopo una ricostruzione della disciplina normativa presente in materia di contratto a tempo determinato in Italia e nei principali ordinamenti europei (Spagna, Francia ed Inghilterra), affronta i più rilevanti nodi problematici dell’istituto, in riferimento al settore privato e pubblico, mettendo in luce le principali querelle dottrinali e giurisprudenziali. Particolare attenzione è dedicata alle questioni insorte a seguito delle ultime modifiche normative di cui al c.d. Collegato lavoro (legge n. 183/2010), sino al decisivo intervento della Corte Costituzionale, con pronuncia n. 303 del 9 novembre 2011, che ha dichiarato legittima la disposizione introduttiva dell’indennità risarcitoria forfetizzata, aggiuntiva rispetto alla conversione del contratto. Tutte le problematiche trattate hanno evidenziato le difficoltà per le Corti Superiori, così come per i giudici comunitari e nazionali, di trovare una linea univoca e condivisa nella risoluzione delle controversie presenti in materia. L’elaborato si chiude con alcune riflessioni sui temi della flessibilità e precarietà nel mondo del lavoro, attraverso una valutazione quantitativa e qualitativa dell’istituto, nell’intento di fornire una risposta ad alcuni interrogativi: la flessibilità è necessariamente precarietà o può essere letta quale forma speciale di occupazione? Quali sono i possibili antidoti alla precarietà? In conclusione, è emerso come la flessibilità possa rappresentare un problema per le imprese e per i lavoratori soltanto nel lungo periodo. La soluzione è stata individuata nell’opportunità di investire sulla formazione. Si è così ipotizzata una nuova «flessibilità socialmente ed economicamente sostenibile», da realizzarsi tramite l’ausilio delle Regioni e, quindi, dei contributi del Fondo europeo di sviluppo regionale: al lavoratore, in tal modo, potrà essere garantita la continuità con il lavoro tramite percorsi formativi mirati e, d’altro canto, il datore di lavoro non dovrà farsi carico dei costi per la formazione dei dipendenti a tempo determinato.
The thesis, after a reconstruction of the present legal framework on temporary contracts in Italy and major European jurisdictions (Spain, France and England), addresses the most important problem areas of the institute. Particular attention is devoted to issues that have arisen as a result of recent legislative changes referred to Connected work (Law n. 183/2010), until the decisive intervention of the Constitutional Court, by judgment no. 303 of 9 November 2011, which declared the legitimate compensation for damages, additional to the conversion of the contract. All the issues addressed have highlighted the difficulties for the Superior Courts, as well as Community and national courts, to find unique and shared a line in resolving controversies on the subject. The paper concludes with some reflections on the issues of flexibility and precariousness in the labor market, through a quantitative and qualitative assessment of the institution in order to provide an answer to some questions: flexibility is necessarily precarious and can be read as special form of employment? What are the possible antidotes to insecurity? In conclusion, it is shown how flexibility can be a problem for businesses and workers only in the long term. The solution was found in the opportunity to invest in training. It is thus assumed a new "flexible socially and economically sustainable", to be achieved through the use of regions and, therefore, the contributions from the European Regional Development: the worker, thus, can be ensured continuity with the work through targeted training and, on the other hand, the employer shall not be liable for costs for the training of temporary employees.
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Panagia, Angela <1976&gt. "L'attività contrattuale della pubblica amministrazione alla luce del D.lgs. n. 163/2006." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/926.

Full text
Abstract:
Il DLGS n. 163/2006 e s.m. costituisce attuazione della normativa europea in materia di appalti pubblici aventi ad oggetto lavori, servizi e forniture, e, in particolare, delle direttive n. 2004/18/CE per i settori ordinari e n. 2004/17/CE per i settori speciali. Il presente lavoro si propone di esaminare, da un lato, la conformità della legislazione italiana alle suddette direttive comunitarie e segnatamente alle regole sull’evidenza pubblica poste a presidio della concorrenza e del mercato, anche alla luce della giurisprudenza nazionale e comunitaria, e dall’altro, la peculiare natura degli atti posti in essere dalla pubblica amministrazione aggiudicatrice nei rapporti contrattuali con gli operatori economici privati, costantemente connotati dalla loro duplice rilevanza in campo pubblicistico e civilistico, con le problematiche che ne derivano in tema di riparto di giurisdizione e tutela risarcitoria.
The new Code of Public contracts (DLGS n. 163/2006) puts into effect the Public procurement European law, and in particular the directives n. 2004/18/UE and n. 2004/17/UE about public contracts of works, services and supplies. This paper will examine both the accordance of the Italian law to the European directives, in particular to the public procurement rules required to assure the fair and competitive development of the enterprises’ economic activity in the market place, both the special nature of the public administration’s action in its contractual relationships with the economic subjects, always double connected to public and civil law, and therefore involving questions about jurisdictional division and claim for damages.
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NAPOLEONE, ANDREA. "Gli appalti di grandi opere infrastrutturali: dalla legge obiettivo (L. 443/2001) al terzo decreto correttivo del nuovo codice dei contratti pubblici (D.lgs. 163/2006 e ss.mm.ii.)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/1150.

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Abstract:
Analizzando i peculiari profili normativi della disciplina in materia di opere di preminente interesse nazionale, la tesi giunge alla conclusione di ritenere la normativa sugli appalti di infrastrutture strategiche, non una legislazione "speciale", ma un sottoinsieme settoriale di disposizioni normative, volta per volta utilizzabile dall'interprete, al fine di risolvere problemi ermeneutici e applicativi in tema di appalti di opere pubbliche tout court.
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Wilinski, François. "L’évolution du droit de la commande publique en France et en Italie à l’aune du P.P.P." Thesis, Lille 2, 2015. http://www.theses.fr/2015LIL20004/document.

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Abstract:
Expression globalisante des moyens d’action du secteur privé au service du secteur public, le partenariat public-privé pourrait être appréhendé comme révélant l’effritement des catégories notionnelles des contrats de commande publique. Cependant, le partenariat public-privé n’a pas remis en cause l’unité de la matière. Au contraire, les instruments juridiques du P.P.P. la renforcent. Cette analyse se vérifie aussi bien en France qu’en Italie et cette étude se propose d’analyser la signification juridique du phénomène dans ces deux pays. Les évolutions induites par la notion s’inscrivent dans cette logique. La démarche comparatiste utilisée permet alors de comprendre les tenants et les aboutissants de cette évolution et s’inscrit dès lors comme une contribution à la théorie générale des contrats publics
Holistic expression as a means of action by the private sector to further the public sector, the publicprivate partnership could be perceived as revealing the erosion of the notional categories of public procurment contracts. However, the public-private partnership has not called into question the subject unity. In fact, on the contrary, the legal instruments of the PPP strentgthen it. This analysis can be verified in France as well as in Italy and the present study offers to analyse the legal signification of the phenomenon in both countries. The development induced by this notion confirms this trend. The comparative approach enables to understand the whys and wherfores of the development and formspart of the general theory of public contracts
Espressione globalizzata dei mezzi d’azione del settore privato al servizio del settore pubblico, il partenariato pubblico-privato potrebbe essere visto come rivela la dislocazione delle categorie del diritto dei contratti pubblici. Tuttavia, il partenariato pubblico-privato essa non pregiudica sulll'unitàdella disciplina. Invece, gli strumenti giuridici del P.P.P la rafforza. Questa analisi è confermata in Francia e in Italia ed lo studio permette di analizzare l'importanza giuridica del fenomeno in i due paesi. L'approccio comparativo utilizzato permette di capire questa evoluzione e può essere percepitocome un contributo alla teoria giuridica dei contratti pubblici
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CAPONETTI, BARBARA. "Ammortizzatori sociali: evoluzione e prospettive di riforma." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/201881.

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Abstract:
La tesi, iniziando la riflessione dall’esame degli strumenti di sostegno al reddito, analizza i punti problematici sollevati da tali istituti soprattutto in seguito al mutato contesto economico-sociale. La ricerca si sofferma, poi, sul nuovo ruolo da essi rivestito nello scenario post-industriale ed evidenzia la necessità di una riforma degli ammortizzatori sociali in chiave universalistica, indicando, infine, quelli che sono gli aspetti da correggere attraverso l'auspicata riforma.
This thesis, takes as its starting point the examination of the instruments of income support and analyzes the problematic issues raised by these institutes, principally owing to the changed economic and social. The research then focuses on the new role they have played in the post-industrial era, and highlights the need for reform of social safety nets as a means to provide workers with full coverage in terms of social security, finally indicating aspects those which are to be corrected by the desired reform.
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Berlinghini, Maurizio. "Rigenerazione urbana e sociale nei contesti di edilizia residenziale pubblica - Dallo studio dell'esperienza bolognese del "Contratto di Quartiere Pescarola-Beverara" verso rinnovati strumenti operativi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/17160/.

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Abstract:
L’obiettivo generale della presente tesi risulta quello d'indagare quale forma possano assumere, nel segno di multiscalarità e multidisciplinarietà, gli strumenti promossi dallo Stato per riavviare una concreta rigenerazione urbana e sociale nei contesti di edilizia residenziale pubblica. Nel trattare il tema in oggetto la ricerca parte dagli anni 90 che, oltre a vedere un graduale disimpegno in materia di "politiche per la casa", sono stati teatro della progressiva attivazione dei "Programmi Urbani Complessi". Riconosciutene le potenzialità e persuaso del fatto che, tra questi, i "Contratti di Quartiere" possano essere il punto di partenza rispetto al quale far evolvere un nuovo efficace mezzo con cui soddisfare l'inalienabile "diritto economico, sociale e culturale ad un alloggio" adeguato, l’obiettivo specifico della tesi consiste nell'avanzare alcune indicazioni utili al loro aggiornamento prima che vengano auspicabilmente riproposti. La ricerca si divide in tre parti (Descrizione, Diagnosi, Proposte). Iniziando dalla descrizione dei "C.d.Q." e della relativa esperienza "Pescarola-Beverara" assunta quale caso di studio, è sulla base della diagnosi effettuata in merito alla sperimentazione caratterizzante quest’ultima che vengono sviluppate proposte utili ad adeguare lo strumento. Tra le criticità rispetto alle quali sono avanzati suggerimenti è a proposito dello scarso peso attribuito alla partecipazione che viene condotto approfondimento. Con la predisposizione di un programma di partecipazione applicabile nell’esperienza "Pescarola-Beverara" si vuole giungere al duplice risultato di dimostrare, da un lato come sia possibile attuare un idoneo processo di collaborazione tra le parti in funzione delle diverse condizioni al contorno, dall’altro come il coinvolgimento della comunità sia condizione imprescindibile per il conseguimento di buoni risultati nella riqualificazione urbanistica e sociale. La tesi si conclude con un esperimento di partecipazione a distanza.
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Mollo, Francesca <1985&gt. "Reti di contratti e reti di imprese." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4476/1/mollo_francesca_tesi.pdf.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca prende le mosse da una premessa di ordine economico. Il fenomeno delle reti di impresa, infatti, nasce dalla realtà economica dei mercati. In tale contesto non può prescindere dal delineare un quadro della situazione- anche di crisi- congiunturale che ha visto coinvolte specialmente le imprese italiane. In tale prospettiva, si è reso necessario indagare il fenomeno della globalizzazione, con riferimento alle sue origini,caratteristiche e conseguenze. Ci si sofferma poi sulla ricostruzione dogmatica del fenomeno. Si parte dalla ricostruzione dello stesso in termini di contratto plurilaterale- sia esso con comunione di scopo oppure plurilaterale di scambio- per criticare tale impostazione, non del tutto soddisfacente, in quanto ritenuto remissiva di fronte alla attuale vis espansiva del contratto plurilaterale. Più convincente appare lo schema del collegamento contrattuale, che ha il pregio di preservare l’autonomia e l’indipendenza degli imprenditori aderenti, pur inseriti nel contesto di un’operazione economica unitaria, volta a perseguire uno scopo comune, l’“interesse di rete”, considerato meritevole di tutela secondo l’ordinamento giuridico ex art. 1322 2.co. c.c. In effetti il contratto ben si presta a disegnare modelli di rete sia con distribuzione simmetrica del potere decisionale, sia con distribuzione asimmetrica, vale a dire con un elevato livello di gerarchia interna. Non può d’altra parte non ravvisarsi un’affinità con le ipotesi di collegamento contrattuale in fase di produzione, consistente nel delegare ad un terzo parte della produzione, e nella fase distributiva, per cui la distribuzione avviene attraverso reti di contratti. Si affronta la materia della responsabilità della rete, impostando il problema sotto due profili: la responsabilità interna ed esterna. La prima viene risolta sulla base dell’affidamento reciproco maturato da ogni imprenditore. La seconda viene distinta in responsabilità extracontrattuale, ricondotta nella fattispecie all’art. 2050 c.c., e contrattuale.
The research starts from an of economic preamble. The phenomenon of enterprise networks, in fact, stems from the economic reality of the markets. In this context, it couldn't be left out of consideration to outline a picture of the situation -even in crisis- which involved especially the Italian companies. Therefore, it was necessary to investigate the phenomenon of globalization, with reference to its origins, characteristics and consequences. Then the research focuses on the reconstruction of the dogmatic phenomenon. Starting from its reconstruction in terms of multilateral contract up to criticize this approach, not entirely satisfactory, as it is considered submissive opposed to the current expansion of the multilateral agreement. More convincing appears to be the scheme of the contractual connection, which has the advantage of preserving the autonomy and independence of the participating entrepreneurs, although framed in the context of an economic unit, which aims to achieve a common goal: the 'network common-good', well worthy of protection according to the article 1322 2.co. of the Civil code. In fact, the contract fits well to define network models both with symmetrical distribution of the decision-making power, and with asymmetric distribution, that is to say with a high level of internal hierarchy. On the other hand, couldn't be neglected the similarity with the hypothesis of contractual connection in the production stage; consisting in delegating to a third a share of the production, and in the distribution phase, thus the distribution occurs through networks of contracts. It also addresses the subject of responsibility for the network, setting the problem in two aspects: external and internal accountability. The first is resolved on the basis of trust mutual gained by each employer. The second is divided into non-contractual liability, linked up, in this case, to the art. 2050 Civil code, and contractual.
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Mollo, Francesca <1985&gt. "Reti di contratti e reti di imprese." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4476/.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca prende le mosse da una premessa di ordine economico. Il fenomeno delle reti di impresa, infatti, nasce dalla realtà economica dei mercati. In tale contesto non può prescindere dal delineare un quadro della situazione- anche di crisi- congiunturale che ha visto coinvolte specialmente le imprese italiane. In tale prospettiva, si è reso necessario indagare il fenomeno della globalizzazione, con riferimento alle sue origini,caratteristiche e conseguenze. Ci si sofferma poi sulla ricostruzione dogmatica del fenomeno. Si parte dalla ricostruzione dello stesso in termini di contratto plurilaterale- sia esso con comunione di scopo oppure plurilaterale di scambio- per criticare tale impostazione, non del tutto soddisfacente, in quanto ritenuto remissiva di fronte alla attuale vis espansiva del contratto plurilaterale. Più convincente appare lo schema del collegamento contrattuale, che ha il pregio di preservare l’autonomia e l’indipendenza degli imprenditori aderenti, pur inseriti nel contesto di un’operazione economica unitaria, volta a perseguire uno scopo comune, l’“interesse di rete”, considerato meritevole di tutela secondo l’ordinamento giuridico ex art. 1322 2.co. c.c. In effetti il contratto ben si presta a disegnare modelli di rete sia con distribuzione simmetrica del potere decisionale, sia con distribuzione asimmetrica, vale a dire con un elevato livello di gerarchia interna. Non può d’altra parte non ravvisarsi un’affinità con le ipotesi di collegamento contrattuale in fase di produzione, consistente nel delegare ad un terzo parte della produzione, e nella fase distributiva, per cui la distribuzione avviene attraverso reti di contratti. Si affronta la materia della responsabilità della rete, impostando il problema sotto due profili: la responsabilità interna ed esterna. La prima viene risolta sulla base dell’affidamento reciproco maturato da ogni imprenditore. La seconda viene distinta in responsabilità extracontrattuale, ricondotta nella fattispecie all’art. 2050 c.c., e contrattuale.
The research starts from an of economic preamble. The phenomenon of enterprise networks, in fact, stems from the economic reality of the markets. In this context, it couldn't be left out of consideration to outline a picture of the situation -even in crisis- which involved especially the Italian companies. Therefore, it was necessary to investigate the phenomenon of globalization, with reference to its origins, characteristics and consequences. Then the research focuses on the reconstruction of the dogmatic phenomenon. Starting from its reconstruction in terms of multilateral contract up to criticize this approach, not entirely satisfactory, as it is considered submissive opposed to the current expansion of the multilateral agreement. More convincing appears to be the scheme of the contractual connection, which has the advantage of preserving the autonomy and independence of the participating entrepreneurs, although framed in the context of an economic unit, which aims to achieve a common goal: the 'network common-good', well worthy of protection according to the article 1322 2.co. of the Civil code. In fact, the contract fits well to define network models both with symmetrical distribution of the decision-making power, and with asymmetric distribution, that is to say with a high level of internal hierarchy. On the other hand, couldn't be neglected the similarity with the hypothesis of contractual connection in the production stage; consisting in delegating to a third a share of the production, and in the distribution phase, thus the distribution occurs through networks of contracts. It also addresses the subject of responsibility for the network, setting the problem in two aspects: external and internal accountability. The first is resolved on the basis of trust mutual gained by each employer. The second is divided into non-contractual liability, linked up, in this case, to the art. 2050 Civil code, and contractual.
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Reginelli, Angelo <1976&gt. "La certificazione dei contratti di lavoro." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/108/1/Tesi_definitiva.pdf.

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Reginelli, Angelo <1976&gt. "La certificazione dei contratti di lavoro." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/108/.

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CAROTENUTO, Luca. "IL RECESSO NEI CONTRATTI DI SCAMBIO E DI SOCIETÀ." Doctoral thesis, Università degli studi di Cassino, 2020. http://hdl.handle.net/11580/75214.

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Abstract:
The author analyses the appraisal right in the Italian bilateral agreements and companies, studying its evolution through the different reforms of the Italian civil code and Statutory laws, including bank and financial regulations. The purpose of this research is to evaluate the hypothesis in which the appraisal right is permitted by the Legislator, in order to outline a common ratio in all of them which surpasses their differences. The investigation offers a different interpretation of the appraisal right, which provides to overcome the lacks of Italian company regulations with the common principles of ordinary contracts.
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Fabris, Claudio. "Contratti di lavoro e certificazione. Per una lettura finalisticamente orientata dell'istituto della certificazione dei contratti di lavoro." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3422385.

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Abstract:
This dissertation deals with the analysis of the discipline of certification of employment relationships as introduced by articles 75 ff. of d.lgs. n. 276/2003. The theme running throughout this work, which analyses this institution form a technical/dogmatic point of view, is the constant attention paid to its aim of reducing the load of litigation, namely, the essential instrument that the legislator offers for investigating the rationality of the provision. With this aim, the two fields of interest of the certification, that is to say, the field of substantial relations and that of the relations with the jurisdiction, were treated separately. The first level of this investigation approaches the certification through its three distinct functions, according to whether it concerns the legal nature of a labour contract, the dismissal of rights or the so-called derogabilità assistita (assisted derogation). After substantially denying the applicability of assisted derogation, on the basis of the prevailing doctrine, the assessment of the legal nature has been recognised a primary role in the interpretation, even though it has been also recognised that the aspect of the dismissal of rights has a part, whether within the context of the assessment or outside of it. The central role of the qualification of labour contracts, however, does not imply that the certification process is totally alien to the definition of the contents of an agreement. In this respect, it is believed that the parties can submit to the certification committees only a draft agreement, which shall be finalised with the help of the certifying authorities, in their role as consultants and supporters; only at the end of this process can the act of certification be actually issued. Within the context of the certification process, therefore, two distinct but interconnected activities can be recognised, one aimed at helping to define the contents of the agreement, the other aimed at making the assessment. Only the latter shall then become a part of the constitutive aspect of the process that ends with the issuing of a captive administrative instrument that identify the nature of an agreement. It is not, therefore, a simple opinion or a legal qualification deed, rather, it is a new type of administrative act with a nature akin to that of assessments - even though it does not concern facts, being rather more like a judicial qualification activity - and with its own peculiar characteristics. Indeed, the assessment contained therein concerns not only the statements made during the proceedings, but also their truthfulness - and thus, also, any agreements to lie - and its effects prevail over any non-compliant behaviours adopted during the relationship, and therefore also with regard to novations. In particular, the judge and third parties directly, and the involved parties indirectly, are bound to observe the qualification described in the certification, until this is superseded by a different judicial qualification pursuant to art. 80. Thus, it is essential, to reconstruct the system, to investigate the “remedies” against the certification made available by the law, with particular regard to claims of erroneous qualification and execution non conformity. In this regard, this work presents an autonomous interpretation of the law, different from the options offered by the doctrine. In particular, the exclusivity and autonomy of claims of erroneous qualification and execution non conformity is proven herein, without, however, this being considered sufficient reason for constitutive annulment actions. Indeed, also on the basis of the more relevant elaborations on the nature of fiscal proceedings, it is stated herein that the mentioned claims introduce a declaratory judgment on the nature of the certified relationship, a judgment that aims at voiding the effects of certification on the basis of the prevalence of the judicial assessment over the administrative one. This work ends claiming that the competence of the administrative judge - with particular regard to the contestation on the basis of manifest excess of powers - is limited exclusively to the cases that do not imply an autonomous ruling, not even an indirect one, by that judge, on the nature of the employment relationship.
Il lavoro di tesi è dedicato all’analisi della disciplina della certificazione dei contrati di lavoro introdotta dagli artt. 75 ss. del d.lgs. n. 276/2003. Filo conduttore dello studio, con il quale si affronta l’analisi dell’istituto sotto il profilo tecnico-dogmatico, è la costante attenzione alla finalità deflattiva del contenzioso giudiziale, assunta quale essenziale strumento fornito all’interprete dal legislatore con il quale indagare la razionalità interna della normativa. In quest’ottica, sono stati trattati separatamente i due diversi piani di rilevanza della certificazione, cioè, quello dei rapporti sostanziali e quello delle relazioni con la giurisdizione. Il primo livello d’indagine, a sua volta, considera la certificazione distintamente nelle sue tre diverse funzioni prospettate dalla dottrina, a seconda che attenga alla qualificazione del contratto, alla disposizione dei diritti, o alla c.d. derogabilità assistita. Negata sostanzialmente questa terza funzione, sulla scia della dottrina dominante, si è riconosciuto un ruolo preponderante all’attività qualificatoria, senza disconoscere, tuttavia, i profili di disponibilità dei diritti che possono innestarsi nell’ambito del procedimento di certificazione, ma anche fuori da questo. La centralità del profilo qualificatorio non comporta tuttavia che il procedimento di certificazione sia del tutto estraneo alla definizione del contenuto del contratto. Sotto questo profilo, si ritiene che le parti possano sottoporre all’attenzione delle commissioni di certificazione esclusivamente una proposta di contratto che dovrà poi essere compiutamente definita con l’ausilio dei certificatori, nell’ambito dell’attività di assistenza e consulenza, solo all’esito della quale verrà emanato l’atto di certificazione. Nel’ambito del procedimento di certificazione possono quindi riconoscersi due diverse attività, fra loro intrecciate, ma comunque distinte, l’una di assistenza nella definizione del contenuto dell’accordo, l’altra qualificatoria. Solo quest’ultima, poi, entrerà a far parte della fase costitutiva del procedimento che sfocia nell’emanazione di un atto amministrativo vincolato, di natura non provvedimentale, che accerta la natura del contratto. Non si tratta quindi di mero parere né di un atto di certazione, bensì di un atto amministrativo di nuovo tipo, che partecipa della natura degli atti di accertamento - seppure non attenga a fatti ma si avvicini all’attività giudiziale di qualificazione - cui accedono caratteristiche del tutto peculiari. Infatti, l’accertamento ivi contenuto riguarda non solo le dichiarazioni effettuate nel corso del procedimento, bensì anche la loro genuinità - e in tal modo anche eventuali accordi simulatori - ed i suoi effetti prevalgono sui comportamenti difformi attuati nel corso del rapporto, quindi anche con riguardo ad novazioni. In particolare, si produce nei confronti del giudice e dei terzi direttamente, ma anche delle parti, indirettamente, l’obbligo di attenersi alla qualificazione attestata nell’atto di certificazione fino a che questa non venga superata dalla diversa qualificazione giudiziale di cui all’art. 80. Si rivela pertanto centrale, per la ricostruzione del sistema, l’indagine sui “rimedi” contro la certificazione predisposti dal legislatore, con particolare riguardo ai ricorsi per erroneità e difformità esecutiva. Sul punto, si perviene ad un’autonoma lettura del dettato normativo rispetto alle opzioni ricostruttive offerte dalla dottrina. In particolare, viene dimostrata l’esclusività e l’autonomia dei ricorsi per erroneità e per difformità esecutiva senza tuttavia, sol per questo, vederne delle azioni costitutive di annullamento. Infatti, anche prendendo spunto a tal fine dalle più risalenti elaborazioni sulla natura del processo tributario, si sostiene che i menzionati ricorsi introducano pur sempre un giudizio dichiarativo sulla natura del contratto certificato, giudizio che è diretto a far cadere gli effetti della certificazione in virtù della prevalenza dell’accertamento giudiziario su quello amministrativo. Lo studio si conclude sostenendo che la competenza del giudice amministrativo - con particolare riguardo all’impugnazione per eccesso di potere - attiene esclusivamente alle fattispecie che non implichino un’autonoma statuizione da parte di tale giudice, anche solo indiretta, sulla natura del contratto di lavoro.
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MOI, MARTINA. "I contratti di rete." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266818.

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Abstract:
The network contract, introduced into the Italian judicial system with the legislative decree February 10, 2009, n. 5 is a contract by which «more entrepreneurs pursue the aim of increasing, individually and collectively, their capacity for innovation and their competitiveness on the market and to this end they commit themselves, on the basis of a joint program of network, to collaborate in predetermined shapes and fields related to the exercise of their business, or to exchange information or services of an industrial, commercial, technical or technological nature or to exercise together one or more activities which belong to the scope of their business». It is a new legal judicial instrument designed by the legislature to renew the national economy and, in particular, the growth and the competitiveness of small and medium enterprises. The institute was founded as a response to the recent international crisis which has forced the companies to react and give a new impulse to the production system. To adapt themselves to this new requirement and operate in the national and international market, Italian companies have found in the contract a new form of aggregation through which they can achieve an entrepreneurial growth in terms of innovation and competitiveness, without having to resort to the establishment of a new legal entity. The first form of collaboration between companies was, in fact, that of the "industrial district" as socio-economic entity made up of a set of companies generally belonging to the same productive sector and located in determined and circumscribed area. Subsequently, the internationalization of companies and the globalization of markets has led to the failure of industrial districts and, at the same time, the emergence of business networks as a economic and legal phenomenon more complex. Business networks are characterized, in fact, by forms of association between two or more companies, independent from each other, which act in a coordinated way to make the small and medium enterprises more competitive in foreign markets. This form of aggregation, even promoted at European level with the "Small Business Act" of the European Commission, found a legal recognition in the new figure of the network contract, whose legal nature is still at the centre of a debate in doctrine.
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Soddu, F. "I CONTRATTI DERIVATI DI CREDITO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2017. http://hdl.handle.net/2434/464957.

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Abstract:
Il presente lavoro tratta del fenomeno dei derivati di credito dal punto di vista del diritto civile, con particolare riferimento agli aspetti contrattuali e ai problemi di compatibilità dei modelli negoziali in uso con le norme imperative e i principi dell’ordine pubblico interno. Nella trattazione degli argomenti, pur cercando di affrontare il discorso in termini generali, si è assunta come ipotesi paradigmatica il credit default swap, ciò che comporta senza dubbio una certa approssimazione, vista anche l’estrema varietà e la complessità delle tipologie di credit derivative e dei relativi, mutevoli, regolamenti negoziali conosciuti dalla prassi. Nel primo capitolo, dopo una sintetica descrizione del fenomeno, si evidenziano le notevoli similitudini, anche in termini di struttura e di contenuto, esistenti fra derivati finanziari e derivati su credito, tali da giustificare – ancor prima della novellata definizione di strumento finanziario (cfr. art. 1 TUF, comma 2 , lett. h) - l’uso dell’espressione “contratti derivati” per intendere una (macro)categoria di strumenti negoziali socialmente ben individuati, comprensiva delle fattispecie comunemente ascritte a entrambe le tipologie contrattuali. La trattazione prosegue evidenziando le particolarità di ordine funzionale che caratterizzano i derivati creditizi, i quali sono “tipicamente” intesi a soddisfare esigenze di protezione da un rischio di credito e, come tali, presentano una matrice quasi-assicurativa, piuttosto che strettamente finanziaria o di investimento. Alla luce della ricostruzione di tale funzione tipica, avallata anche dall’espressione utilizzata dal Legislatore nell’ambito dell’analitica vigente definizione di strumento finanziario (“strumenti per il trasferimento del rischio di credito”), viene quindi messa in discussione la validità dei credit derivative meramente speculativi per possibile contrarietà con i principi dell’ordine pubblico economico interno. Il secondo capitolo apre con una disamina delle principali conseguenze applicative derivanti dalla sussunzione dei derivati di credito nella definizione legislativa di strumento finanziario (riserva di attività, applicazione della disciplina speciale in materia di intermediazione finanziaria e disapplicazione dell’art. 1933 cod. civ.), alla quale segue una critica alla diffusa opinione che riconduce tale tipologia negoziale alla scommessa legalmente autorizzata. Vengono infine affrontati i profili della formazione e del contenuto dei contratti derivati di credito con particolare riferimento alle previsioni negoziali che deferiscono al calculation agent la determinazione dell’oggetto del contratto.
This study deals with credit derivatives from the perspective of Italian civil law, with particular focus on contractual issues and matters of compliance of the standard agreement forms with public policy and mandatory rules. While trying to approach the subject matter in general terms, the “plain vanilla” credit default swap is taken as a model for the analysis. This undoubtedly is a challenging exercise, considering the wide variety and complexity of credit derivatives. The first chapter begins by highlighting the remarkable similarities of structure and content existing between financial derivatives and credit derivatives and goes on to examine the purpose of the credit derivatives as instruments of protection from a credit risk. The validity of purely speculative credit derivatives is then called into question in light of public policy principles applicable pursuant to Italian law. The second chapter deals with the main consequences deriving from the inclusion of credit derivatives in the definition of “financial instruments” provided by Italian law. It then follows a criticism of the opinion that is widespread among Italian scholars, according to which credit derivatives are subject to the same rules applicable to the bets under Italian law. The last part of the study analyses the provisions of credit derivatives agreements relating to the determination of the subject matter thereof, focusing in particular on the role played by the calculation agent.
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GIOBBI, MANUELA. "Contratti di investimento in strumenti finanziari, regole di comportamento e tutela del risparmiatore." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2010. http://hdl.handle.net/11566/241999.

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Fusco, Federica. "I contratti internazionali: proposta di traduzione italiano-tedesco di un contratto di concessione di vendita." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9494/.

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Abstract:
Gegenstand der vorliegenden Masterarbeit ist die Übersetzung eines Alleinvertriebsvertrages zwischen einem italienischen Hersteller und einem deutschen Vertragshändler aus dem Italienischen ins Deutsche. Die Entscheidung für dieses Thema hat zwei Gründe: die Leidenschaft für das Recht und für die Rechtsübersetzung und die Möglichkeit, ein übliches Szenario in der heutigen Realität der Handelsbeziehungen zwischen Italien und Deutschland aufzuzeigen. Die Arbeit besteht aus sechs Kapiteln, an die sich drei Anhänge anschließen: Der erste enthält ein mit SDL MultiTerm erstelltes Termbase mit den aus übersetzerischer Sicht wichtigsten Termini, die im italienischen Vertrag gefunden wurden. Der zweite beinhaltet den Originaltext auf Italienisch. Der dritte Anhang schließlich besteht aus dem Fragebogen, der zwecks Analyse der Tendenz bezüglich der Abfassung und/oder Übersetzung internationaler Verträge erstellt und internationalen Anwaltskanzleien vorgelegt wurden, sowie die Antworten seitens der kontaktierten Kanzleien. Das erste Kapitel beinhaltet eine kontrastive Analyse betreffend die allgemeine Disziplin der Verträge in Italien und in Deutschland, mit der die Ähnlichkeiten und die Unterschiede zwischen den zwei Rechtsordnungen herausgearbeitet werden. Dieser Teil bietet auch einen Überblick über die Kategorie der Alleinvertriebsverträge, zu der der Originaltext gehört. Das zweite Kapitel behandelt das Thema der internationalen Verträge; insbesondere werden die hauptsächlichen Probleme bei der Abfassung dieser Verträge, sowie die zahlreichen Versuche im Bereich der Harmonisierung des europaischen und internationalen Privatrechts und die Ergebnisse des Fragebogens vorgestellt. Das dritte Kapitel enthält eine Einführung in die Rechtsübersetzung: Nach einer Beschreibung der Kompetenzen eines Rechtsübersetzers und der Merkmale der Rechtssprache werden die besonderen Faktoren, die die Übersetzung von Rechtstexten beeinflussen können, sowie die Unterscheidung zwischen Übersetzungsmethoden und -verfahren erläutert. Das vierte Kapitel beschäftigt sich mit der Analyse des Ausgangstexts im Hinblick auf die Ebenen der Makrostruktur, des Wortschatzes und der Morphosyntax. Nach der Übersetzung des Vertrages ins Deutsche werden im sechsten Kapitel die Übersetzungsschwierigkeiten und die Veränderungen vorgestellt, die bei der Übersetzung vorgenommen wurden.
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Poli, Alessio <1994&gt. "I contratti di assicurazione stipulati presso diverse imprese come strumenti di efficienza dei mercati." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17153.

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Abstract:
L'obiettivo dell'elaborato è quello di approfondire i principali strumenti stipulati presso diversi assicuratori impiegati dal settore assicurativo. Le principali tecniche assicurative analizzate sono la Coassicurazione, l'assicurazione plurima e la Riassicurazione. Attraverso questi strumenti il settore assicurativo può raggiungere elevati gradi di efficienza, suddividendo i rischi tra diversi operatori.
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Milone, Irene <1971&gt. "Il sostegno pubblico alle attività di trasporto marittimo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4133/1/milone_irene__tesi.pdf.

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Milone, Irene <1971&gt. "Il sostegno pubblico alle attività di trasporto marittimo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4133/.

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Agrifoglio, Giangabriele <1978&gt. "L'abuso di dipendenza economica nel sistema del diritto europeo dei contratti." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2007. http://hdl.handle.net/10579/616.

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De, Martin Serena <1994&gt. "CLASS ACTION E CONTRATTI DI VIAGGIO ORGANIZZATO: PRIMA SENTENZA DI ACCOGLIMENTO DELL'AZIONE DI CLASSE IN AMBITO TURISTICO." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14107.

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Abstract:
Il turismo è un settore in costante evoluzione il quale è passato dall’essere un’attività elitaria al diventare un vero e proprio fenomeno di massa. Di fatto, durante gli ultimi decenni il turismo ha visto una crescita esponenziale sino ad arrivare alla formazione di nuove figure professionali, di nuove tipologie di servizi, nuove forme di pubblicizzazione e di vendita, anche online. Da qui nasce la necessità di garantire una disciplina che vada a tutelare il turista e che sia uniforme anche a livello internazionale. Inoltre, a fronte di una pubblicità che, a volte, può risultare ingannevole, il turista necessita di una normativa che lo vada a tutelare. Il presente elaborato innanzitutto presenta un’analisi del contratto di viaggio organizzato in generale, approfondendo l’evoluzione normativa dei contratti, fornendo una definizione dettagliata di pacchetto turistico e distinguendo i contratti di organizzazione dai contratti di intermediazione di viaggio. Successivamente viene presentato il fenomeno delle pratiche commerciali scorrette e viene approfondito uno strumento processuale di recente introduzione, l’azione di classe, che permette di tutelare i turisti nel caso in cui vengano lesi i diritti individuali omogenei di una pluralità di individui. L’elaborato prosegue con l'analisi di un caso studio con il commento della prima sentenza di accoglimento di un'azione di classe in ambito turistico (Tribunale di Napoli, sez. XII, Sentenza 18 febbraio 2013, n. 2195).
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GIULIANI, SAMUELE. "FORMA E NULLITÀ DI PROTEZIONE NEI CONTRATTI FINANZIARI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/850498.

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Abstract:
Il presente studio si propone di analizzare, in una prospettiva funzionale, i nuovi requisiti di forma del contratto introdotti dalla legislazione speciale e di settore, unitamente al correlato rimedio della nullità di protezione. Nella disciplina dei rapporti connotati da disparità di forza negoziale, il legislatore ha inteso recepire le esigenze del mutato contesto economico, caratterizzato non più dalla centralità della proprietà fondiaria, ma dal dinamismo di un mercato concorrenziale di prodotti e di servizi – di consumo, bancari, finanziari – ove impera la contrattazione asimmetrica; in questo contesto, il bene giuridico più rilevante è l’informazione detenuta dal contraente c.d. forte, nei cui confronti l’altra parte si trova in posizione di strutturale e fisiologica debolezza. La forma diviene così, da vestimentum della dichiarazione negoziale teso a garantire – anzitutto – esigenze di certezza nella circolazione dei beni immobili, uno strumento per ridurre le asimmetrie informative e garantire la trasparenza del contenuto contrattuale, promuovendo, di riflesso, l’ordine, l’efficienza e la competitività del mercato di riferimento. La medesima ratio di tutela del contraente debole ispira la previsione della nullità protettiva, che limita il diritto di azione alla sola parte debole del rapporto. Forma e nullità “di protezione” si prestano così a uno studio congiunto e interconnesso, condotto con specifico riguardo al settore dell’intermediazione finanziaria, che rappresenta un fecondo campo di indagine per l’esame delle criticità connesse al raccordo tra normativa speciale e disciplina generale codicistica. Questa analisi, demandata al formante dottrinale, procede di pari passo con il processo di progressiva rimeditazione delle categorie generali del diritto civile. In questa prospettiva – avallata anche dal recente orientamento della Suprema Corte, che sembra porsi nel solco di una rinnovata giurisprudenza degli interessi – ci si propone di indagare come la valorizzazione, in chiave ermeneutica, del dato funzionale consenta di superare una pretesa intangibilità e immutabilità dei concetti, affinché gli stessi possano arricchirsi di nuovi significati, così da fornire risposte adeguate ai problemi posti dalla moderna realtà economica. Queste riflessioni prendono le mosse dallo studio dell’evoluzione, in senso funzionale, del requisito di forma del contratto, oggetto del primo capitolo. Il secondo capitolo è dedicato all’approfondimento della forma dei contratti finanziari, svolto analizzando i presupposti e i limiti della tutela formale in subiecta materia, nonché l’integrazione della stessa mediante la previsione di specifici obblighi di informazione e di condotta in capo agli intermediari; tra le questioni problematiche sollevate dal requisito di forma, particolare attenzione è dedicata a quella della validità del contratto quadro di investimento recante la sottoscrizione del solo investitore. Il terzo capitolo è incentrato sulla nullità di protezione prevista in relazione ai contratti di investimento: si affronta, in particolare, il tema dei possibili abusi della posizione di vantaggio accordata dall’ordinamento, con specifico riguardo alle azioni di nullità c.d. “selettiva”, cercando di prospettare soluzioni interpretative tese ad evitare che la normativa di protezione finisca per essere piegata disfunzionalmente, nel perseguimento di scopi ulteriori e diversi da quelli che il legislatore ha ritenuto meritevoli di tutela. La valorizzazione della specifica ratio della normativa speciale si rivela idonea, da un lato, a garantire una coerente interpretazione evolutiva degli istituti tradizionali della forma e della nullità; e, dall’altro lato, a prevenire un ricorso opportunistico alla normativa di tutela del contraente debole, suscettibile di produrre effetti distorsivi non solo sul singolo rapporto, ma sul sistema nel suo complesso. Nella specifica materia dell’intermediazione finanziaria, dette considerazioni inducono a ritenere non meritevoli di accoglimento le azioni fondate sulla nullità del contratto quadro, ove esercitate in assenza di un reale vulnus informativo, al solo fine di ottenere la restituzione delle somme impiegate per investimenti rivelatisi svantaggiosi, a prescindere da vizi intrinseci degli stessi sul piano dell’informazione e dell’adeguatezza al profilo di rischio del cliente. L’analisi svolta permette infine di offrire un contributo allo studio dei limiti della tutela formale-informativa, soprattutto nei settori connotati, come quello finanziario, da un’intrinseca ed elevata complessità dei prodotti e dei servizi offerti. Come testimoniato dall’evoluzione normativa e regolamentare, la trasparenza informativa veicolata dal documento contrattuale, ancorché necessaria, non è sufficiente a garantire una tutela sostanziale del contraente debole, che passa necessariamente per l’effettivo rispetto dei doveri di comportamento che gravano sulla controparte professionale.
This study aims to analyze the new formal requirements of contracts introduced by special legislation, together with the connected remedy of “protective nullity”, in the perspective of their respective functions. Through the regulation of relationships with disparity of contractual power, the legislator acknowledged the needs emerging from the changed economic context, where real estate property is no longer central, given the rise of a dynamic, competitive market of products and services, where asymmetric contracts prevail; in this context, the most relevant asset is information, held by the “strong” professional party, towards which the other party is in a position of structural weakness. In this situation, the form of the contract is no longer only aimed at guaranteeing certainty in the circulation of property: it becomes an instrument for reducing information asymmetries and ensuring the transparency of the contractual contents, with consequent promotion of the order, the efficiency and the competitiveness of the relevant market. The same protection purpose inspires the nullity provision, which limits the right of action to the weaker party only. Therefore, the “protective” form and nullity of the contract will be analyzed in a joint and interconnected study, carried out with specific reference to the financial sector, which represents a fertile field of investigation for the examination of the critical issues regarding the connection between special legislation and general rules set forth under the Italian Civil Code. This analysis, to be carried out by doctrine, proceeds together with the process of gradual review of the general categories of civil law. In such perspective, this study investigates how the enhancement of the function of law can contribute to evolve legal categories, in order to provide adequate answers to the problems arising in the modern economic reality. This approach is also endorsed by a recent ruling of the Italian Supreme Court, which seems an expression of a renewed “jurisprudence of interests”. The above-mentioned analysis starts from the study, in the first chapter, of the evolution of the functions of the form of contract. The second chapter is dedicated to the in-depth study of the form of financial contracts, carried out by analyzing the characteristics and limits of formal protection in such field, as well as its integration through the provision of specific information and conduct duties of financial intermediaries. Among the issues which arise from the formal requirement, particular attention is paid to the validity of financial contracts signed only by the investor. The third chapter focuses on the protective nullity provided for investment contracts; it is dedicated, in particular, to the issue of possible abuses of the advantages granted by the legal system to the weaker party, with specific regard to the so-called “selective” claims. The study tries to suggest solutions aimed at avoiding a dysfunctional use of the protective legislation, which occurs when such rules are exploited for purposes other than those envisaged by the legislator. On the one hand, the enhancement of the specific functions of special legislation is useful in order to guarantee a consistent interpretation and a renovation of the traditional legal categories of form and nullity of the contract; on the other hand, such approach allows to prevent an opportunistic use of the rules aimed at protecting the weaker party, which would have disruptive effects not only on individual contractual relationships, but also on the system as a whole. In the specific field of financial intermediation, the considerations above demonstrate the unfairness of legal actions based on the nullity of the financial contract, when proposed in the absence of a real information harm, for the sole purpose of obtaining the return of the sums used for disadvantageous investment transactions, regardless of an actual lack of information or inadequacy to the investor’s risk profile. Lastly, the analysis carried out offers a contribution to the study of the limits of formal protection, especially in sectors such as the financial one, characterized by an intrinsic high complexity of the products and services under offer. In light of the evolution of legislation and regulation, it is now clear that information transparency, conveyed by the contractual document, is necessary but not sufficient to ensure a substantial protection of the weaker party. This outcome inevitably requires the effective compliance with the behavioural duties of the professional party.
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Priore, Francesca <1974&gt. "L'influenza dei gruppi di interesse sul processo decisionale pubblico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/116/1/TesiDottorato.pdf.

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Priore, Francesca <1974&gt. "L'influenza dei gruppi di interesse sul processo decisionale pubblico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/116/.

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POLIANI, FRANCA. "L'INDEMNITY CLAUSE NEI CONTRATTI DI CESSIONE DI PARTECIPAZIONI SOCIALI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/233857.

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Abstract:
“Indemnity clauses in sale and purchase agreement under Italian law” This work is a comparative analysis of the problems arising from indemnity clauses in sale and purchase agreements under Italian Law. In a contract for the sale of shares of a s.p.a or a s.r.l., the seller usually provides representations and warranties by which he guarantees to the buyer the presence of certain characteristics of the target company’s assets. The collateral asset, financial and income provided for this purpose is usually integrated and completed by indemnity clauses, through which the parties regulate the activation and the limits of the guarantees, as well as the consequences and remedies arising from their breach of these representations and warranties. In particular, the content of indemnity clauses may consist of an obligation to: a) indemnify and hold the buyer harmless from any current or potential contingent liability (usually existing at the last balance sheet date); b ) indemnify the buyer for any undeclared debt or loss of assets; c) compensate for any loss or damage suffered by the target that would not have occurred if the financial situation of the company were correctly represented and described in the business warranties contained in the sale and purchase agreement. The thesis contains three sections: (i) a description of the main theoretical problems arising from the application of indemnity clauses, typical of the common law systems, to the Italian legal system; (ii) an exam of the different ways in which an indemnity clause could be drafted by the parties in the most common cases, as well as the interpretative issues involved; (iii) a study of the strong difficulty to frame the indemnity clause under the categories of the Italian legal system (such as, for example, damages, price adjustment, penalty clauses) with an attempt to understand how to recognize the indemnity clause its own juridical autonomy. Granting such autonomy and, as the author tried to do, identifying a set of rules which could be used to regulate the indemnity clause appears to be necessary. This is not only in the light of the difficult application of Italian law to the issues created by the breach of business warranties in sale and purchase agreements, but also in the light of the cross-border and transnational scenario in which the indemnity clause is usually used and operates.
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Tesoriero, Pietro <1985&gt. "L'esclusione dallo status di rifugiato per atti di terrorismo. Prospettive comparate." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9185/1/TESORIERO_Pietro_Tesi.pdf.

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Abstract:
Il presente lavoro di ricerca si inserisce nel contesto più generale di interesse per lo studio del bilanciamento tra il diritto d’asilo e la tutela della sicurezza nazionale. L’elaborato si concentra sulla clausola d’esclusione dallo status di rifugiato in ragione di atti di terrorismo, e utilizza la comparazione tra casi prototipici come metodologia di lavoro. Dopo aver inquadrato l’esclusione ex art. 1 (F) della Convenzione di Ginevra del 1951, la tesi volge lo sguardo a come si è evoluta la relazione tra terrorismo e diritto d’asilo. Vengono analizzate la legislazione e le prassi di Unione Europea e Stati Uniti come casi prototipici di due approcci differenti. Ciononostante nel corso dell’analisi si colgono trend convergenti nell’utilizzo della clausola di esclusione, ed un progressivo avvicinamento delle interpretazioni. In particolare, l’ipotesi avanzata dallo studio è che per tutelare la sicurezza nazionale dal fenomeno terroristico, soprattutto dai tratti contemporanei di questi crimini, venga impropriamente utilizzata anche la clausola di esclusione dallo status di rifugiato, che ha invece il fine di distinguere tra perseguitati e persecutori e fornire protezione solo ai meritevoli.
The research examines the interplay between refugee law refugees and the protection of national security from terrorists. The thesis focuses on exclusion from refugee status in reason of terrorism and uses the comparison of prototypical cases as research methodology. At the outset article 1 (F) of the 1951 Geneva Convention is analysed, while then the interconnection between terrorism and asylum law is explored. EU and US legislation and practices are used to compare two different prototypical approaches. Converging trends in the interpretation of the exclusion clauses are noticed and duly underlined. The research suggests that to protect national security from any terrorist risk, with due regard to contemporary terrorism, exclusion from refugee status is wrongly used, as article 1 (F) of the Geneva Convention serves the different purpose of distinguishing between victims and persecutors and granting protection only to those in need.
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GUARDAMAGNA, CHIARA. "I principi generali nell'esperienza giuridica. Prospettive di diritto pubblico dell'economia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/42375.

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Abstract:
I principi generali compongono una categoria concettuale indefinita. Per indagarne la posizione e il ruolo nell’esperienza giuridica occorre fare i conti con la loro ambivalente natura di norme che incorporano valori. Infatti, proprio l’essere sospesi tra il puro diritto e la dimensione metagiuridica delle regole assiologiche appartenenti all’etica e alla morale rende i principi generali un unicum difficile da incasellare. A questo unicum, indeterminato fin che si vuole, l’ordinamento attribuisce effetti giuridici. Da qui, ossia dal fatto che il diritto si serva dei principi perché ai principi riconosce delle funzioni, occorre muovere per dare ai principi se non una definizione almeno un senso giuridico. Un senso che va oltre quel che la legge “dice” sui principi generali e si delinea più che altro nella considerazione complessiva del giuridico come sistema unitario, per quanto non sempre ordinato ed omogeneo. Un senso, allora, che si rivela e si riassume nell’utilità che i principi rivestono per e nel sistema giuridico. È l’inadeguatezza del diritto positivo, sempre più frammentato e incerto, ad avvalorare il senso giuridico dei principi generali, quella loro attitudine ad affiancarsi alla norma scritta per migliorarla. Talché, se sul piano dogmatico i principi generali sono concetto trasversale all’intero diritto, ciò nondimeno la loro importanza pratica è tanto maggiore in rapporto a quegli ambiti di disciplina più toccati dall’inflazione legislativa e dalle varie manifestazioni di quella che suole chiamarsi crisi del diritto. Da ciò si deduce la ragione di affiancare i principi generali, argomento classico di teoria generale, allo studio del diritto dell’economia che è tra i settori più colpiti dai fenomeni di ipertrofia della produzione normativa. L’idea di fondo è che nei principi generali sia possibile trovare quell’ancoraggio che la sola norma positiva non è in grado di imprimere all’ordine economico.
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Bertipaglia, Federica <1989&gt. "Il partenariato pubblico-privato nel settore ospedaliero. Analisi dei contratti di concessione di costruzione e gestione e di project financing." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3375.

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Abstract:
Il mio lavoro si concentra sullo studio dello strumento del PPP per il finanziamento di strutture ospedaliere. Nello specifico analizzo i contratti più diffusi per la realizzazione e gestione di infrastrutture: la concessione di costruzione e gestione e il project financing.
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Cairo, Ilaria <1983&gt. "I rapporti tra contratti collettivi di diverso livello nel settore privato." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5461/1/cairo_ilaria_tesi.pdf.

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Abstract:
L’elaborato esamina il tema del concorso e del conflitto tra contratti collettivi di diverso livello nel settore privato. Partendo da un’impostazione complessiva del fenomeno della contrattazione collettiva, oltre che da una riflessione sulla natura e sul ruolo della contrattazione integrativa, il lavoro si propone di individuare un criterio di risoluzione del conflitto. In una prima parte della ricerca sono stati individuati e studiati i modelli di rapporti tra livelli definiti negli accordi interconfederali e nei contratti di categoria. Nello studio della regolamentazione interna al sistema sindacale si è considerato la natura delle relative clausole. Queste ultime hanno valenza obbligatoria e, per tale motivo, non sono idonee a risolvere l’eventuale conflitto tra livelli contrattuali. Si è reso quindi necessario considerare i criteri esterni di risoluzione del conflitto elaborati dalla dottrina e della giurisprudenza. Tra i vari criteri elaborati, ci si è soffermati sul criterio di specialità, sulla sua natura e sulla sua funzione. Più nello specifico, si è ritenuto il principio di specialità un principio generale dell’ordinamento giuridico, applicabile anche al conflitto tra contratti di diverso livello. Alla luce del principio di specialità, si è ricostruito il rapporto tra livelli, anche in ipotesi di contrattazione separata e di negoziazione operante su rinvio legislativo. Infine, nell’ultimo capitolo si è esaminato l’art. 8 della L. 148/2011. Ci si è interrogati sulla compatibilità di tale norma con l’impostazione complessiva del tema del rapporto tra contratti di diverso livello e sui suoi riflessi sulla questione del conflitto.
The thesis examines concurring collective labor agreements in the private sector, in particular it analyzes the question of the conflict arising between two collective labor agreements of different levels. The research moves from a reflection about the nature and the role of company collective agreement to identify a conflict resolution criterion. In the first part of the work, intersectoral and sectoral collective agreements are studied in order to identify models for the relationship between collective labor agreements defined by trade unions and employers' associations. The research also focus on the nature (normative or not) of provisions of collective labor agreements with the scope to understand if the conflict arising between two different levels can be solved pursuant to these provisions. The negative answer leads to analyze external conflict resolution criteria identified by jurisprudence and by doctrine. Among these criteria, a particular reflection is carried out on the one expressed by the latin terms “lex specialis derogat lex generalis”. More precisely, the latter is considered as a general principle of Italian law which is applicable not only in case of conflict arising between two laws, but also in case of conflict arising between two collective labor agreements of different levels. Moving on from this thesis, in the third chapter concurring collective labor agreements is reconstructed, pointing out the phenomenon of separate collective bargaining and the collective bargaining developed on legal provisions. In the end, the research deals with L. 14 september 2011, n. 148, art. 8 , investigating its effects on the question of conflict between two collective agreements.
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Cairo, Ilaria <1983&gt. "I rapporti tra contratti collettivi di diverso livello nel settore privato." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5461/.

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Abstract:
L’elaborato esamina il tema del concorso e del conflitto tra contratti collettivi di diverso livello nel settore privato. Partendo da un’impostazione complessiva del fenomeno della contrattazione collettiva, oltre che da una riflessione sulla natura e sul ruolo della contrattazione integrativa, il lavoro si propone di individuare un criterio di risoluzione del conflitto. In una prima parte della ricerca sono stati individuati e studiati i modelli di rapporti tra livelli definiti negli accordi interconfederali e nei contratti di categoria. Nello studio della regolamentazione interna al sistema sindacale si è considerato la natura delle relative clausole. Queste ultime hanno valenza obbligatoria e, per tale motivo, non sono idonee a risolvere l’eventuale conflitto tra livelli contrattuali. Si è reso quindi necessario considerare i criteri esterni di risoluzione del conflitto elaborati dalla dottrina e della giurisprudenza. Tra i vari criteri elaborati, ci si è soffermati sul criterio di specialità, sulla sua natura e sulla sua funzione. Più nello specifico, si è ritenuto il principio di specialità un principio generale dell’ordinamento giuridico, applicabile anche al conflitto tra contratti di diverso livello. Alla luce del principio di specialità, si è ricostruito il rapporto tra livelli, anche in ipotesi di contrattazione separata e di negoziazione operante su rinvio legislativo. Infine, nell’ultimo capitolo si è esaminato l’art. 8 della L. 148/2011. Ci si è interrogati sulla compatibilità di tale norma con l’impostazione complessiva del tema del rapporto tra contratti di diverso livello e sui suoi riflessi sulla questione del conflitto.
The thesis examines concurring collective labor agreements in the private sector, in particular it analyzes the question of the conflict arising between two collective labor agreements of different levels. The research moves from a reflection about the nature and the role of company collective agreement to identify a conflict resolution criterion. In the first part of the work, intersectoral and sectoral collective agreements are studied in order to identify models for the relationship between collective labor agreements defined by trade unions and employers' associations. The research also focus on the nature (normative or not) of provisions of collective labor agreements with the scope to understand if the conflict arising between two different levels can be solved pursuant to these provisions. The negative answer leads to analyze external conflict resolution criteria identified by jurisprudence and by doctrine. Among these criteria, a particular reflection is carried out on the one expressed by the latin terms “lex specialis derogat lex generalis”. More precisely, the latter is considered as a general principle of Italian law which is applicable not only in case of conflict arising between two laws, but also in case of conflict arising between two collective labor agreements of different levels. Moving on from this thesis, in the third chapter concurring collective labor agreements is reconstructed, pointing out the phenomenon of separate collective bargaining and the collective bargaining developed on legal provisions. In the end, the research deals with L. 14 september 2011, n. 148, art. 8 , investigating its effects on the question of conflict between two collective agreements.
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Alfonsi, Eleonora <1996&gt. "I contratti di lavoro e la retribuzione: flessibilità, decontribuzione e detassazione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21444.

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Abstract:
L'elaborato finale ha come oggetto lo studio dei contratti di lavoro subordinato e la retribuzione. In particolare, viene approfondito il tema della flessibilità, sia a livello di contratti che di retribuzione. Inoltre, vengono esaminate le ipotesi di decontribuzione e detassazione della retribuzione.
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Floris, Antonella <1984&gt. "I contratti di finanziamento non tipicamente bancari e il credito all'esportazione." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3962.

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Abstract:
Il lavoro è dedicato all’analisi di alcuni modelli contrattuali diffusi nel commercio internazionale per il finanziamento e l’agevolazione delle esportazioni. Si tratta di contratti non tipizzati dalla legge italiana che pongono all’interprete il problema di individuarne la natura giuridica e la conseguente disciplina applicabile. Una prima parte del lavoro è dedicata alla ricostruzione della nozione di causa del contratto in considerazione dei diversi tentativi di codificazione uniforme della disciplina contrattuale a livello europeo e internazionale. La seconda parte del lavoro verte sull’analisi del forfaiting, del project financing e del factoring internazionale. Si tratta di contratti profondamente diversi, talvolta oggetto di specifiche convenzioni internazionali, che però si rivelano legati da una comune funzione di finanziamento
This research aims to give a legal analysis of some agreements which are widespread in international trade to finance and to facilitate exports. With the exception of some restricted area, they are not ruled by the Italian law, so that the interpreters have to face to the issue about the types they belong to and abut their regulation. The first part of this work concerns the investigation of the notion of “causa” of the contract through the various attempts to draft a uniform code of the law of the contract, both at an European level and at an international one. In the second part the author deals with the contracts of forfaiting, project financing and international factoring. They are deeply different agreements – which have been sometimes objects of international conventions – that, however, appear connected by a common purpose of financing.
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De, Pamphilis Matteo <1988&gt. "Sopravvenienze contrattuali. Il mantenimento dei contratti di durata tra diritto nazionale e prospettive di evoluzione europea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7387/1/De_Pamphilis_Matteo_tesi.pdf.

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Abstract:
La tesi indaga la configurabilità di un modello generale di rimedio manutentivo per l’ipotesi di alterazione dell’equilibrio fondamentale delle prestazioni di un contratto di durata, determinato da sopravvenienze perturbative. Tale indagine è condotta in una triplice prospettiva. In primo luogo, vengono prese in esame le soluzioni che possono essere individuate nell’ordinamento italiano, sulla base della dialettica tra fattispecie codificate e clausole generali, anche alla luce della rilevanza dei principi costituzionali nei rapporti tra privati. Nella seconda parte, la fattispecie dei contratti di durata è analizzata in una prospettiva di analisi economica del diritto, per porne in luce le caratteristiche strutturali dal punto di vista economico, nonché al fine di recuperare un adeguato grado di realismo delle premesse di una disciplina giuridica del fenomeno. Nell’ultima parte, vengono analizzate le soluzioni predisposte nell’ambito dei testi di armonizzazione del diritto europeo e internazionale dei contratti, per far emergere gli elementi comuni utili a configurare un rimedio generale tendenzialmente manutentivo. Da tali percorsi di studio, emerge l’opportunità di configurare un rimedio generale manutentivo, fondato su di un dovere di rinegoziare il contratto esposto a sopravvenienze, quale espressione del più generale dovere di eseguire il contratto secondo buona fede, con la residuale possibilità di ricorrere al giudice per conseguire la modifica o lo scioglimento del contratto e la condanna al risarcimento del danno cagionato da comportamenti opportunistici delle parti, secondo un modello di rimedio fondamentalmente consensualistico (che privilegia, cioè, una nuova espressione dell’autonomia privata), con correttivi conservativi (quali la possibilità di chiedere il risarcimento), che incentivino le parti a cooperare per il mantenimento del contratto modificato.
The thesis investigates which kind of general legal model can provide a remedy for the hypothesis of a fundamental alteration of the equilibrium of a long-term contract, determined by unexpected circumstances. This survey is conducted in a triple perspective. First, we examine the solutions which may be identified in the Italian system, based on the dialectic between specific norms and general clauses, especially in light of the importance of constitutional principles in the relations between individuals. In the second part, the case of long-term contracts is analyzed in a perspective of economic analysis of law, to enlighten its structural features from an economic point of view, and in order to recover an adequate degree of realism of the premises of the legal framework of the phenomenon. In the last part, we analyze the solution provided by the texts of harmonization of European and international contract law, to bring out the common elements helpful to set up a general remedy which could nudge to the maintenance of the contract. As a result of these studies, we propose to configure a general remedy, based on a duty to renegotiate the contract exposed to unexpected circumstances, as an expression of the more general duty to perform the contract in good faith, with the residual possibility to apply to the court to achieve the modification or termination of the agreement, and an order to pay for the damages caused by the opportunistic behavior of the parties. The kind of remedy proposed is fundamentally voluntary (i.e. it privileges a new expression of the private autonomy), with some conservative correctives (such as the possibility of seeking compensation), to encourage the parties to cooperate to maintain the contract as it results from the renegotiation.
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De, Pamphilis Matteo <1988&gt. "Sopravvenienze contrattuali. Il mantenimento dei contratti di durata tra diritto nazionale e prospettive di evoluzione europea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7387/.

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Abstract:
La tesi indaga la configurabilità di un modello generale di rimedio manutentivo per l’ipotesi di alterazione dell’equilibrio fondamentale delle prestazioni di un contratto di durata, determinato da sopravvenienze perturbative. Tale indagine è condotta in una triplice prospettiva. In primo luogo, vengono prese in esame le soluzioni che possono essere individuate nell’ordinamento italiano, sulla base della dialettica tra fattispecie codificate e clausole generali, anche alla luce della rilevanza dei principi costituzionali nei rapporti tra privati. Nella seconda parte, la fattispecie dei contratti di durata è analizzata in una prospettiva di analisi economica del diritto, per porne in luce le caratteristiche strutturali dal punto di vista economico, nonché al fine di recuperare un adeguato grado di realismo delle premesse di una disciplina giuridica del fenomeno. Nell’ultima parte, vengono analizzate le soluzioni predisposte nell’ambito dei testi di armonizzazione del diritto europeo e internazionale dei contratti, per far emergere gli elementi comuni utili a configurare un rimedio generale tendenzialmente manutentivo. Da tali percorsi di studio, emerge l’opportunità di configurare un rimedio generale manutentivo, fondato su di un dovere di rinegoziare il contratto esposto a sopravvenienze, quale espressione del più generale dovere di eseguire il contratto secondo buona fede, con la residuale possibilità di ricorrere al giudice per conseguire la modifica o lo scioglimento del contratto e la condanna al risarcimento del danno cagionato da comportamenti opportunistici delle parti, secondo un modello di rimedio fondamentalmente consensualistico (che privilegia, cioè, una nuova espressione dell’autonomia privata), con correttivi conservativi (quali la possibilità di chiedere il risarcimento), che incentivino le parti a cooperare per il mantenimento del contratto modificato.
The thesis investigates which kind of general legal model can provide a remedy for the hypothesis of a fundamental alteration of the equilibrium of a long-term contract, determined by unexpected circumstances. This survey is conducted in a triple perspective. First, we examine the solutions which may be identified in the Italian system, based on the dialectic between specific norms and general clauses, especially in light of the importance of constitutional principles in the relations between individuals. In the second part, the case of long-term contracts is analyzed in a perspective of economic analysis of law, to enlighten its structural features from an economic point of view, and in order to recover an adequate degree of realism of the premises of the legal framework of the phenomenon. In the last part, we analyze the solution provided by the texts of harmonization of European and international contract law, to bring out the common elements helpful to set up a general remedy which could nudge to the maintenance of the contract. As a result of these studies, we propose to configure a general remedy, based on a duty to renegotiate the contract exposed to unexpected circumstances, as an expression of the more general duty to perform the contract in good faith, with the residual possibility to apply to the court to achieve the modification or termination of the agreement, and an order to pay for the damages caused by the opportunistic behavior of the parties. The kind of remedy proposed is fundamentally voluntary (i.e. it privileges a new expression of the private autonomy), with some conservative correctives (such as the possibility of seeking compensation), to encourage the parties to cooperate to maintain the contract as it results from the renegotiation.
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PITTO, SIMONE. "PROBLEMI COSTITUZIONALI IN TEMA DI ALIMENTAZIONE E DIRITTO AL CIBO ADEGUATO." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2019. http://hdl.handle.net/11567/946974.

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Abstract:
La centralità del ruolo dell’alimentazione nelle vicende umane è un dato notorio, che accomuna epoche e culture diverse fra loro. Quello tra uomo e cibo è un rapporto atavico che attiene alla soddisfazione di una necessità biologica primaria, la quale diventa a sua volta premessa e fondamento per la realizzazione di tutte le ulteriori esigenze umane, fisiche e spirituali. Intorno al cibo ruota un microcosmo di usi, costumi, culti e tradizioni, tutti fenomeni umani scanditi e accompagnati da altrettanti riti alimentari. A sua volta, l’alimentazione è sempre stata vista come esigenza fondamentale delle comunità. Uno tra i più rilevanti e primitivi fattori di coesione sociale degli individui in comunità: cibo e ricerca della protezione. V’è dunque un legame profondo tra cibo, individuo e società che non sfugge alla storia, all’antropologia e alla sociologia, e che presenta significativi elementi di rilevanza anche per il diritto. Ed invero, il diritto dell’alimentazione rappresenta un settore di indagine giuridica in via di sviluppo, con un vivo dibattito in dottrina (specie a seguito dell’EXPO di Milano del 2015) e con numerosi elementi di interesse. Nondimeno, molti restano gli elementi dubbi e critici di una branca del diritto che non è a tutti gli effetti materia giuridica e presenta elementi per certi versi compositi e frammentari ed una marcata tendenza alla multidisciplinarietà e alla specialità. Rispetto alle predette considerazioni, alcuni autori hanno avanzato interessanti suggestioni da un lato, circa i profili di rilevanza per il diritto costituzionale del diritto dell’alimentazione e, dall’altro, in merito al contributo che la dottrina costituzionalistica può apportare rispetto allo sviluppo teorico di una materia di diritto dell’alimentazione ed al fine di ovviare ad alcune delle criticità dell’attuale disciplina giuridica dell’alimentazione, fra cui la parcellizzazione e la scarsa effettività di determinate previsioni.
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Rocco, Alessandro <1981&gt. "L'associazionismo ed il processo di aggregazione comunale. La fusione dei comuni di Forno di Zoldo e Zoldo Alto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/11988.

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Abstract:
Lo scopo del presente lavoro è quello di descrivere l’evoluzione normativa in materia di associazionismo comunale e di analizzare il caso dell'istituzione del nuovo Comune di Val di Zoldo (BL), sorto dalla fusione dei comuni di Forno di Zoldo e Zoldo Alto. La prima parte si dedicherà alla normativa nazionale. Si tratteranno dapprima le forme associative precostituzionali, per poi analizzare il nuovo ordinamento delle autonomie locali del 1990, che nell'affermare il principio autonomistico sancito all'art.5 della Costituzione, aumentò le competenze in capo agli enti locali e definì le forme associative, quale soluzione per poter risolvere carenze strutturali, funzionali e organizzative dei piccoli comuni. Verranno descritte le norme che negli anni 2000 semplificarono ed efficientarono l'azione di governo di comuni e provincie, nonché la legge costituzionale n.3 del 2001. La prima parte si concluderà con gli interventi urgenti dettati dalla crisi economica del 2009 e con la c.d. “Legge Delrio” che tutt'ora disciplina le unioni e le fusioni tra comuni. La seconda parte tratterà la legislazione della Regione Veneto in materia di riordino delle circoscrizioni comunali ed in materia di comunità montane. In questo contesto normativo analizzeremo come le motivazioni storiche, sociali ed economiche, hanno permesso, dopo anni di stretta collaborazione tra le amministrazioni, l'istituzione del nuovo comune di Val di Zoldo.
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ROSSI, Ivana. "La finanza di progetto nell'ambito del partenariato pubblico-privato." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2010. http://hdl.handle.net/11695/66380.

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Abstract:
Oggetto di questo lavoro di ricerca è, come si evince chiaramente dal titolo, l’istituto del Project financing e i suoi rapporti con l’ordinamento giuridico italiano. Preliminarmente è sembrato opportuno, ai fini di una più chiara ed esaustiva indagine speculativa, analizzare lo scenario istituzionale e giuridico in cui il Project Financing si colloca e di cui rappresenta uno dei più validi istituti, ossia il Partenariato pubblico privato, spesso abbreviato tramite l’utilizzo dell’acronimo PPP. Quest’ultimo si configura come una delle più recenti branche avanguardiste del diritto dell’economia e della governance economica. La prima definizione di Partenariato pubblico privato che rinveniamo è datata 2004 ed è una definizione documentale, che deriva cioè da un documento della Commissione Europea, più precisamente dal “Libro Verde relativo ai partenariati pubblico-privati ed al diritto comunitario degli appalti pubblici e delle concessioni” e che definisce, appunto, il PPP come una formula onnicomprensiva con cui si fa riferimento a “forme di cooperazione tra le autorità pubbliche e il mondo delle imprese che mirano a garantire il finanziamento, la costruzione, il rinnovamento, la gestione o la manutenzione di un’infrastruttura ovvero la fornitura di un servizio”. Ogni operazione di Partenariato pubblico privato, comprese anche quelle di Project financing, è caratterizzata da una serie di elementi che si possono così sintetizzare: durata relativamente lunga dell’operazione, forte finanziamento da parte dei soggetti privati e la ripartizione dei rischi dell’operazione tra soggetto pubblico e soggetto privato. A questa definizione documentale,ormai datata e superata, è necessario affiancare, o meglio sostituire, la definizione normativa che del PPP ha recentemente dato il nostro legislatore: infatti, con il D.Lgs. 11 settembre 2008, n. 152 (Terzo Decreto Correttivo al Codice dei Contratti Pubblici) si sono definiti i contratti di partenariato pubblico privato. Nella definizione codicistica di contratto di Partenariato pubblico privato rientrano tutte le tipologie alternative all’appalto e finalizzate a realizzare opere pubbliche o a fornire pubblici servizi. Da ciò si evince come il Partenariato pubblico privato non si sostanzi in una mera operazione economica, ma sia una nuova categoria negoziale, alternativa all’appalto, per la realizzazione di opere pubbliche. Dopo questa necessaria premessa sul PPP, la dissertazione prosegue, al capitolo 3, con l’analisi dell’istituto della “Concessione”, che si può definire come l’istituto giuridico che costituisce, nel nostro ordinamento, una sorta di antenato del Project financing, e, al capitolo 4, che costituisce la parte centrale di questo lavoro di ricerca, con l’analisi dei diversi soggetti che fanno parte di un’operazione di PF, con i possibili schemi di PF, con il suo ambito di applicazione oggettiva, con l’analisi dei rischi di progetto e il piano di fattibilità economico-finanziaria, con l’analisi della disciplina legislativa, che ripercorre l’evoluzione storica e normativa del PF dalla nascita dell’istituto stesso fino all’ultima novella legislativa, che è costituita dal Terzo Decreto correttivo al Codice dei Contratti pubblici. Il lavoro si conclude con due capitoli finali dedicati, rispettivamente, alla natura giuridica dell’istituto del Project financing ed ad una raccolta giurisprudenziale che analizza il PF nella giurisprudenza dei TAR, del Consiglio di Stato, della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia Europea.
The object of this research is, as is clear from the title, the institution of the project financing and its relationship with the Italian legal system. Preliminarily it appears desirable in order to more clearly speculative and exhaustive investigation, analyze the institutional and legal scenario in which the Project Financing takes place and which represents one of the most valuable institutions, namely the public-private partnership, often abbreviated by 's use of the acronym PPP. The latter is configured as a vanguard of the latest branches of business law and economic governance. The first definition of public-private partnership that was found is dated 2004 and is a definition document, which is derived from a document that the European Commission, more specifically, the "Green Paper on public-private partnerships and Community law on public contracts and concessions "and defines it as the PPP as a comprehensive formula which refers to" forms of cooperation between public authorities and the business community aimed at guaranteeing the financing, construction, renovation, management or maintenance infrastructure or the provision of a service. " Each operation of public-private partnership, including that of project financing, is characterized by a series of elements that can be summarized as follows: relatively long duration of the operation, stronger financial commitment from the private operation and the sharing of risks between public and private person. To this definition documentary, outdated and outmoded, it is necessary to add, replace or rather, the definition of PPP legislation has recently given our legislature: in fact, with the Leg. September 11, 2008, No 152 (Third Corrective Decree of the Code of Public Contracts) have defined the public-private partnership contracts. In the definition of codicistica public private partnership contract covers all types of alternative procurement and spending to provide public works or public services. This shows how the public-private partnership does not consist merely in a purely economic transaction, but is negotiating a new category, alternative contract for the construction of public works. After this necessary background on PPP, the thesis continues in Chapter 3, with the analysis of the institution of "concession", which can be defined as the legal institution which is, in our system, a sort of ancestor of the Project financing , and, in Chapter 4, which forms the core of this research, the analysis of the different subjects that are part of an operation of PPP with the patterns of PF, with its scope, objective, with the analysis of project risks and plan of economic and financial feasibility, with the analysis of legislative framework, which traces the historical evolution and regulatory institution of the PF from birth until the last legislative news, which is consisting of the Third Order Healing Public Contracts Code. The work concludes with two chapters devoted respectively to the legal nature of project financing institution and a collection of case law analyzing the PF in the case of TAR, the Council of State, the Constitutional Court and the Court of Justice.
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CUOMO, PAOLO. "Contratti di finanziamento e controllo contrattuale dell'impresa in crisi." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/729.

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Abstract:
La dissertazione ha ad oggetto l'influsso creditorio su società di capitali mediato da covenants inseriti all'interno di accordi di soluzione stragiudiziale della crisi d'impresa. Il fenomeno è qualificato come fattispecie di controllo contrattuale creditorio, e approfondito sotto il profilo degli obblighi di comportamento del finanziatore.
The thesis relates to the influence exercised by creditors of a corporate entity, made possible by covenants inside workout agreements. The subject is classified as case of creditor control, in order to determine the duties arising for the financer.
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PASQUINELLI, FABIO. "Il diritto pubblico della crisi: i servizi di interesse pubblico nella normativa dell'Unione europea e le privatizzazioni in Italia." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2014. http://hdl.handle.net/11566/242882.

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Abstract:
L'elaborato ha ad oggetto i mutamenti della costituzione economica quale conseguenza della globalizzazione dei mercati e dell'affermazione di un nuovo ius mercatorum, con un approfondimento specifico degli effetti giuridici ed economici in materia di servizi di interesse pubblico. La tesi proposta analizza un contesto nel quale la governance e gli strumenti normativi di soft law determinano un processo costituente che si manifesta in due forze solo apparentemente contrapposte, quella sovranazionale e quella locale (glocalizzazione). Questo progetto si concretizza con un rafforzamento delle istituzioni esecutive e tecniche, a fronte di una compressione di quelle legislative democratiche. Le chiave di lettura è il concetto di stato d'eccezione nella dottrina giuridica e filosofica, in base al quale un diritto pubblico della crisi determina il processo di privatizzazione e liberalizzazione in Unione europea ed in Italia. Per dimostrare questa tesi vengono messi a confronto i trattati dell'Unione europea con gli atti normativi della Commissione, quindi viene analizzata la normativa italiana sulle privatizzazioni degli enti pubblici economici.
The paper relates to the changes in the economic constitution as a result of the markets globalization and the affirmation of a new ius mercatorum, with a specific analysis of the legal and economic effects on services of public interest. Specifically, the paper analyzes the context in which governance and regulatory soft law instruments determine a “constitutional” process, which can be seen in two apparently opposite forces , the supranational one and the local one (glocalization). This project is characterized by a strengthening of executive and technical institutions, compared to a compression of the legislative democracy. The key to the understanding of this phenomenon is the concept of a “state of emergency” in legal theory and philosophy, according to which a public right of the crisis determines the process of privatization and liberalization in the European Union and Italy. In order to prove this thesis, the European Union treaties are compared to the Commission’s legal acts, then the paper analyzes the Italian legislation concerning the privatization of public economical authorities.
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Muratorio, Alessia. "La formazione nel rapporto di lavoro e nei contratti formativi." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3425626.

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Abstract:
This research has been developed in three different parts, which are necessary to entirely cover the issue of professional teaching and formation through the analysis of its multiple functions, context and objective. Within business relationships, human capital formation can be either technical or technological, on the basis of the classical statement: “theory means being able to do something”. Main objective of active politics is adaptation or creation of specific capacities. Human capital formation is mainly represented by either a basic or a high level training, which can be realized both at school and in the respective business place, according to specific typologies. Employability and valorization of professional capabilities are becoming more and more important, making involvement of each single person, choice of specific training path and companies able to recognize the value of workers. Such a training vocation of companies, underlined by the latest legislative and interpretative developments of classical business employment relationships, is particularly relevant when it goes to apprenticeship. Link between educational system and employment world is strong enough to make each company becoming a source of notions, both basic and transversal, capable of supporting the growth of the working citizen, and particularly, of the young student, assisting somehow public structures. Basically, we can say that companies are more and more asked to become a “training centre” and, somehow, to support (or entirely replace) the State, particularly when it goes to the first kind of apprenticeship, to the realization of the right/duty of training and to the kind of high level training. Anyway asking enterprises system to assume the trainer role, means risking to adapt training to their specific needs: companies will invest in both continuous and basic trainings, aligned (qualitative and quantitative) to the economical return of investment. This latest trend confirming the “public” function of a private company, increases doubts in the effective realization of employability and its real professional and private elevation.
La ricerca che si è portata avanti si articola in tre parti per affrontare la formazione professionale nelle sue molteplici funzioni a seconda del contesto in cui è posta e della finalità. All’interno dei rapporti di lavoro, essa diventa formazione tecnica o tecnologica, incardinata sulla tradizionale dicotomia competenze – saper fare. Nelle politiche attive l’obiettivo principale è poi la riconversione di conoscenze, l’adattamento o la creazione di capacità. La formazione dell’individuo è rappresentata principalmente da una preparazione di base o di più alto livello, compiuta nel sistema scolastico o nel lavoro, secondo determinate tipologie. Emerge sempre più la valorizzazione della capacità professionale e dell’employability, che rinvia in qualche modo al coinvolgimento dei singoli, nella scelta dei propri percorsi, e delle imprese per la valorizzazione della personalità dei lavoratori. L’idea di questa vocazione formativa dell’impresa, su cui insistono gli ultimi sviluppi legislativi ed interpretativi nel normale rapporto di lavoro, si fa più evidente nell’apprendistato. Qui è forte il legame tra sistema formativo e mondo produttivo che si è creato fa emergere l’impresa come dispensatrice di nozioni, di base e trasversali, di crescita del cittadino-lavoratore e, nella specie, del giovane studente – funzione questa appartenente più alle strutture pubbliche. In altri termini, si richiede sempre più all’impresa di diventare “centro formativo” e, per alcuni aspetti, di affiancare (se non sostituirsi) allo Stato-apparato soprattutto nel primo tipo di apprendistato, di espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione, ed il terzo tipo di alta formazione. Lasciare al sistema delle imprese un ruolo formativo significa però rischiare che la formazione si pieghi alle esigenze di esse: il soggetto economico investirà in formazione continua ed in formazione di base, come nella crescita della persona del lavoratore, in misura (qualitativamente e quantitativamente) proporzionale alla sua ricaduta produttiva. La più recente spinta nel confermare la funzione pubblicistica del privato aumenta i dubbi sulla reale attuazione dell’elevazione professionale (ed umana) e dell’employability.
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LA, PORTA CLEMENTE DAVIDE. "LA NOZIONE DI DATORE DI LAVORO PUBBLICO NELLA SICUREZZA DEL LAVORO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/544576.

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Abstract:
The research deals with the notion of public employer in the field of health and safety in the workplace, currently regulated by Article 2 (1)(b), Legislative Decree No. 81/2008. Firstly, the research considers the evolution of the discipline from an historical point of view, highlighting both the effects and the main issues concerning its application in the Public Sector. Secondly, it takes into account the notion of public employer in the light of the privatization process that involved the public employment, making a comparison between the latter and the private one. In conclusion, the research investigates the unsolved profiles concerning the definition of public employer provided by the so-called Testo Unico of Health and Safety at the Workplace, questioning the opportunity/necessity to use different notions in relation with the figure of the employer in both the private and the public sectors.
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