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Dissertations / Theses on the topic 'Consumi alimentari'

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Rapani, Michela <1980&gt. "I consumi alimentari nelle fasce deboli della popolazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2492/1/Rapani-Michela-I_consumi_alimentari_nelle_fasce_deboli_della_popolazione.pdf.

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Rapani, Michela <1980&gt. "I consumi alimentari nelle fasce deboli della popolazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2492/.

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Gava, Lorella <1988&gt. "I consumi alimentari in Cina: dall'analisi macroeconomica all'elasticità della domanda." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3788.

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Abstract:
Nel presente lavoro abbiamo messo al centro il consumo, analizzandolo dal punto di vista del rapporto consumi/pil, dal punto di vista dei consumatori, la classe media e dal punto di vista dell’elasticità della domanda per una categoria di beni in particolare, quelli alimentari. Da un punto di vista macroeconomico troviamo che i consumi sono troppo bassi rispetto al pil e mostrano un andamento in calo, mentre il risparmio al contrario è alto. La causa del calo dei consumi sul pil è da imputare ad uno stato sociale debole, ad un’iniqua distribuzione del reddito nazionale e tra i residenti e ad un mercato del credito inefficiente. Per quanto riguarda i nuovi consumatori, la classe media, essa consta oggi di circa 157 milioni di individui e presenta elementi di eterogeneità al suo interno, a livello socioeconomico, tali da poter essere suddivisa in sottogruppi, trattati ognuno, dal punto di vista dell’offerta di prodotti, secondo le proprie specificità. L’elasticità della domanda per i beni alimentari risulta avere un modello per cui le famiglie con redditi alti hanno una domanda inelastica rispetto alla quantità, mentre le famiglie residenti in campagna e le famiglie a basso reddito residenti in città hanno invece un’elasticità della domanda relativa alla quantità e legata al reddito più importante. La relazione di Engel non è lineare, infatti non si verifica la condizione per cui si ha un’elasticità del reddito costante per tutti i livelli di reddito y, mentre invece dai dati emerge che l’elasticità del reddito diminuisce con l’aumentare dello stesso fino a raggiungere lo zero per alti livelli di y per alcune categorie di cibi. La maggior parte delle elasticità di spesa risultano più elevate rispetto alle elasticità di quantità corrispondenti, il che significa che la spesa per i prodotti cresce di più della quantità acquistata quando il reddito cresce. La Cina importerà mais, semi di soia, semi per la spremitura, zucchero, orzo, carne bovina, di montone e agnello, suina, avicola, prodotti ittici e caseari (in particolare latte in polvere e siero di latte).
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Vazzoler, Rudi <1990&gt. "Le dinamiche dei consumi alimentari italiani legate alla crisi economica del 2008." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4950.

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Abstract:
La tesi prende in considerazione le dinamiche dei consumi alimentari italiani avvenute dall'anno 2005 al 2012. Particolare attenzione viene rivolta alla crisi economica del 2008 e all'aumento della povertà che ha contribuito fortemente a creare un clima negativo, pieno di malumori e depressioni tra le persone del nostro Paese. Questo clima oltre ad essere poco produttivo dal punto di vista economico, ha determinato un cambiamento strutturale nei comportamenti e nelle scelte economiche degli italiani. In questo contesto generale, gli italiani hanno dovuto ridimensionare le spese più tradizionali che fanno parte della abitudini del nostro Paese, tra cui quelle alimentari. Vengono elencati i metodi di misura utilizzati dal nostro apparato pubblico per rilevare il fenomeno della povertà nelle sue varie manifestazioni e presentate alcune politiche che potrebbero essere intraprese a livello istituzionale per ridurre i casi legati alla cattiva alimentazione.
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5

Gioco, Filippo <1986&gt. "Paesaggi, visioni e consumi alimentari locali. Il presidio del Pero Misso nell'alta Valpolicella." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4082.

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Abstract:
La tesi propone di affrontare l'emergente fenomeno della preferenza per il cibo locale, tendenza contemporanea denominata “mangiare geografico”, attraverso un'ottica politica consapevole del valore identitario dell'alimentazione. La scelta del cibo, infatti, è una fondamentale pratica culturale da cui scaturisce una specifica idea di paesaggio per mezzo di visioni meta-alimentari critiche, come ad esempio quelle dell'associazione internazionale Slow Food. In alta Valpolicella, nella provincia di Verona, una particolare varietà di pero, detto Pero Misso, sottoposta a presidio Slow Food, si è resa protagonista di interessanti riflessioni sull'inestricabile legame cibo-territorio, arrivando a toccare i nodi centrali della biodiversità e del consumo alimentare critico.
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Zucconi, Silvia <1972&gt. "Evoluzioni e tendenze dei consumi alimentari delle famiglie italiane - Analisi delle decisioni di consumo attraverso il modello Almost Ideal." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4030/1/Zucconi_Silvia_Tesi.pdf.

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Abstract:
Il problema affrontato nel lavoro riguarda l'allocazione della spesa tra gruppi di beni alimentari (domestici ed extra-domestici) e le modificazioni che tale allocazione ha subito nell’arco dell’ultimo decennio. L’obiettivo principale dell'analisi proposta è, quindi, di spiegare come variazioni della quota di spesa destinata alle componenti del consumo alimentare siano attribuibili a fattori strettamente economici, oltre che alle caratteristiche struttura socio-demografiche dei consumatori. Allo scopo di valutare l’allocazione inter-temporale della spesa individuale viene proposto come schema di analisi il sistema di domanda Almost Ideal di Deaton e Muellbauer (AIDS).
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Zucconi, Silvia <1972&gt. "Evoluzioni e tendenze dei consumi alimentari delle famiglie italiane - Analisi delle decisioni di consumo attraverso il modello Almost Ideal." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4030/.

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Abstract:
Il problema affrontato nel lavoro riguarda l'allocazione della spesa tra gruppi di beni alimentari (domestici ed extra-domestici) e le modificazioni che tale allocazione ha subito nell’arco dell’ultimo decennio. L’obiettivo principale dell'analisi proposta è, quindi, di spiegare come variazioni della quota di spesa destinata alle componenti del consumo alimentare siano attribuibili a fattori strettamente economici, oltre che alle caratteristiche struttura socio-demografiche dei consumatori. Allo scopo di valutare l’allocazione inter-temporale della spesa individuale viene proposto come schema di analisi il sistema di domanda Almost Ideal di Deaton e Muellbauer (AIDS).
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Poletto, Anna <1997&gt. "I consumi alimentari in tempo di pandemia: analisi del comportamento del consumatore attraverso il modello del Multinomial Logit." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20205.

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Abstract:
Le restrizioni imposte dalla pandemia causata dal SARS-Cov-2 hanno cambiato profondamente le modalità di accesso e di consumo di beni essenziali, quali i generi alimentari, ovvero le modalità di relazione con i venditori. In particolare, la necessità di restare a casa e di ridurre i contatti con altre persone hanno portato l’economia italiana a registrare un aumento sostanziale degli acquisti online, anche per quanto riguarda il comparto del Food & Beverage. L’elaborato avrà dunque come principale obiettivo quello di analizzare come il diffondersi del Covid-19 abbia modificato l'atteggiamento e le abitudini di consumo alimentare degli italiani, costringendo le stesse imprese attive nel settore ad adattare la propria offerta di prodotti e servizi alle nuove esigenze della clientela. In tale prospettiva, si è deciso di realizzare un questionario da diffondere successivamente online nelle principali piattaforme social. Dai dati raccolti è stato possibile identificare i fattori significativamente correlati all’aumento o alla diminuzione delle frequenze di acquisto e consumo. Tali fattori includono principalmente le restrizioni disposte a livello nazionale per contrastare la diffusione del virus, i cambiamenti negli stili di vita e il rischio percepito dai consumatori nei confronti del nuovo fenomeno, nonché l’eventuale riduzione del reddito pro-capite.
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Marchi, Alessandra. "La gestione del rischio sanitario nell'ambito della ristorazione collettiva: esperienza nel territorio emiliano-romagnolo." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11824/.

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Abstract:
L’elaborato illustra come il cambiamento delle abitudini quotidiane, nel corso degli anni, ha portato alla nascita di un tipo di ristorazione capace di conciliare i bisogni di tipo nutrizionale e relazionale con l’aspetto qualitativo fondato sulla salubrità degli alimenti. Il settore della ristorazione collettiva è disciplinato dai Reg. CE 178\02 e 852\04, i quali stabiliscono rispettivamente i principi ed i requisiti generali della legislazione alimentare e le linee guida sull'igiene dei prodotti alimentari. Le principali categorie di ristorazione collettiva sono quella aziendale, scolastica e sociosanitaria che soddisfano le esigenze di un numero ampio di persone accomunate dall’esigenza di usufruire dei pasti, al di fuori della propria abitazione (lavoratori-studenti- degenti di un ospedale). Le fasi principali da affrontare nell’analisi della ristorazione sono la preparazione e la distribuzione dei pasti con attenzione alla prevenzione delle tossinfezioni alimentari e la salubrità degli alimenti prodotti, trasformati e somministrati. La qualità non deve rappresentare un costo bensì un investimento: le aziende che operano nel settore alimentare hanno necessità di certificare ufficialmente il proprio adeguamento alla Normativa HACCP,al fine di aumentare la trasparenza, fornire sicurezza al consumatore e diminuirne l’incertezza, nel rispetto di quanto previsto dalle Leggi. I centri di produzione durante l’intero ciclo di lavorazione dei pasti, dalla preparazione alla commercializzazione, si affidano all’autocontrollo igienico fondato sui principi del modello HACCP che racchiude tute le misure da adottare per garantire la sicurezza igienico sanitaria e l’integrità degli alimenti. L’adempimento dei principi dell’HACCP nelle catene ristorative viene garantito dai controlli ufficiali svolti dalle autorità sanitarie con programmi ed interventi di vigilanza atti a ridurre i pericoli fisici-biologici che possono rendere dannoso un alimento per il consumatore.
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Chochon, Emmanuelle Xali. "Studio di un prodotto da forno fermentato funzionale arricchito di ferro microincapsulato." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Lo studio si è concentrato sull’analisi delle caratteristiche biochimiche, microbiologiche ed organolettiche di pane micro incapsulato di ferro. Il pane è stato fatto con farine e metodi di fermentazione differenti al fine di vederne la diversa reattività con le 4 tipologie di microcapsule di ferro selezionate (M4, M5, M7, M8). Il primo pane è stato ottenuto con farina di frumento e lievito di birra (fermentazione convenzionale), il secondo con farina di frumento e impasto acido di farina di frumento e il terzo con farina di frumento e impasto acido di farina di farro. Per ogni tipologia di impasto sono stati ottenuti 5 diversi campioni, il primo senza microcapsule, e i successivi con una microcapsula differente. Per ogni impasto acido, impasto finale e pane sono state fatte analisi microbiologica, determinazione di pH e Aw. Sul pane sono state fatte anche analisi del colore e sensoriale. Nell’impasto e nel pane con fermentazione convenzionale sono stati riscontrati i valori di Aw e pH più alti. Dall’elaborazione dei dati complessivi è emerso che l’impasto ottenuto con fermentazione convenzionale possiede una minore Aw, un minor rigonfiamento dell’impasto, un profilo aromatico più basso inoltre un’alveolatura meno uniforme rispetto a quella presentata dagli impasti acidi, indipendentemente dalla microcapsula utilizzata. Nell’impasto acido di farro, invece, la rottura delle microcapsule, probabilmente dovuta al pH eccessivamente acido ha portato con sé sapori non graditi come quello metallico, classificandosi tra gli impasti con minor gradimento generale. Il pane ottenuto con impasto acido di frumento è risultato il migliore sotto tutti i profili. Nello specifico il campione micro incapsulato con M5 è risultato quello con valori uguali o superiori alla media di tutti i parametri analizzati e ritenuto, quindi, il più performante.
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Battigaglia, Eusonia. "Possibili utilizzi degli scarti della filiera del finocchio." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Lo spreco alimentare ha un enorme impatto sulla sicurezza nutrizionale, la qualità del cibo, le risorse ambientali e lo sviluppo economico; perciò questo tema negli ultimi anni ha attirato l’attenzione della comunità scientifica che ha concentrato i suoi sforzi sulla riduzione, gestione e valorizzazione di scarti e sottoprodotti alimentari. Scarti e sottoprodotti agroalimentari sono costituiti da componenti complessi, molti dei quali ad elevato valore biologico e nutrizionale, che possono essere estratti e purificati, con l’uso di tecnologie tradizionali o emergenti, per essere impiegati come additivi o ingredienti nei settori alimentari, farmaceutici, ecc. Scopo di questo elaborato di tesi è stato quello di esaminare i possibili utilizzi di scarti e sottoprodotti ottenuti dalla lavorazione del finocchio. Nella prima parte dell’elaborato sono state investigate le principali problematiche relative allo spreco e sostenibilità alimentare. Nella seconda parte, dopo aver descritto le principali modalità di trattamento, valorizzazione e destinazioni d’uso di scarti e sottoprodotti alimentari, sono stati raccolti i risultati più significativi di studi mirati alla valorizzazione di quelli derivanti dalla lavorazione del finocchio e riportate le più interessanti applicazioni commerciali già esistenti. In sintesi, nel settore agroalimentare scarti e sottoprodotti del finocchio possono essere utilizzati per la produzione di semi-lavorati, prodotti finiti ed ingredienti; gli estratti, ricchi in polifenoli ed oli essenziali, possono esser impiegati in prodotti erboristici, farmaceutici e cosmetici. Steli e foglie possono essere valorizzati come fertilizzanti o alimento ad uso zootecnico, per l’estrazione di enzimi a basso costo o come substrati per produrre biomassa microbica. In conclusione, è possibile affermare come la valorizzazione di scarti e sottoprodotti ottenuti dalla lavorazione del finocchio, possa fortemente contribuire alla sostenibilità del sistema agroalimentare
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Zampighi, Bruno. "Valutazione delle Relazioni tra la Qualita’ del Grano duro e i Contratti di Coltivazione." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4520/.

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Abstract:
La tesi riguarda le possibili connessioni tra la diffusione dei contratti di coltivazione(con disciplinari di coltivazione)e l'aumento della qualità del prodotto. Si basa su un indagine svolta intervistando con un questionario un campione di circa dieci aziende agricole. A tale proposito si cerca di capire quali aziende hanno sottoscritto dei contratti e, successivamente, si chiede agli intervistati un giudizio sulle prescrizioni contenute nei disciplinari di coltivazione. In base hai dati raccolti non si evidenziano aumenti sensibili della qualità connessi alla sottoscrizione di contratti di coltivazione.
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Moradi, Luca. "Salume arricchito in acidi grassi polinsaturi omega-3: controllo di parametri chimici qualitativi e compositivi in relazione ad un possibile incremento di ossidabilita’ della frazione lipidica durante la shelf-life." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/4978/.

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Abstract:
Questa relazione finale è incentrata sul lavoro sperimentale richiesto dalla collaborazione con l’azienda Natural Salumi ed ha come obiettivo principale quello di verifica dei parametri qualitativi e compositivi di una nuova tipologia di salume in fase di studio. L’azienda ha infatti messo a punto un nuovo “prodotto funzionale” addizionando componenti aventi attività nutraceutica al salame ottenuto da sole parti magre di suino (tipo NaturalFetta) e si propone di arricchire il proprio prodotto con acidi grassi polinsaturi della serie omega-3 (da olio di semi di lino), noti per gli effetti benefici esercitati sulla salute umana. Sul prodotto di nuova formulazione si effettueranno sia la determinazione della percentuale lipidica mediante metodo ufficiale Soxhlet ed automatizzato Soxtec, al fine di individuare il quantitativo totale della parte grassa, che una caratterizzazione del profilo quali-quantitativo in acidi grassi, fondamentale per verificare la conformità con i requisiti indicati dal Reg. 1924/06 (e successivi come il Reg. UE 432/2012) previsti per le indicazioni da inserire in etichetta (claims) per i prodotti arricchiti con acidi grassi polinsaturi (PUFA). La determinazione del profilo in acidi grassi e, nello specifico, del contenuto in acido -linolenico, sarà realizzata mediante gascromatografia previa estrazione della frazione lipidica dei salumi con metodo di Folch modificato, che prevede un'estrazione solido-liquido. La concentrazione di acido alfa-linolenico sarà inoltre monitorata durante tutto il periodo di shelf-life del prodotto (45 gg) al fine di valutare eventuali variazioni durante la conservazione. Per soddisfare quest’ultima finalità, le analisi saranno eseguite sia all’inizio (T0) che alla fine (T1) della vita commerciale del prodotto. Le stesse analisi verranno inoltre condotte sia sul prodotto a formulazione classica che su un prodotto del tutto simile, commercializzato da un’altra azienda e considerato come leader di mercato. In relazione ad un possibile aumento di ossidabilità della frazione lipidica, sarà realizzato un controllo dei parametri chimici, qualitativi e compositivi, con particolare riferimento ai prodotti di ossidazione del colesterolo (date le loro implicazioni in ambito biomedico). La maggiore presenza in formulazione di acidi grassi polinsaturi potrebbe infatti favorire un incremento dei COPs (Cholesterol Oxidation Products), che saranno separati, identificati e quantificati mediante la procedura SPE/GC-MS (estrazione e purificazione in fase solida accoppiata ad analisi gascromatografica con rivelazione mediante spettrometria di massa).
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Fantini, Fabio. "Valutazione della qualità di oli extravergini di oliva chiarificati mediante gas inerte." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4518/.

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Abstract:
Diversi studi presenti in letteratura hanno messo in evidenza come il sistema di filtrazione di un olio extravergine di oliva rivesta un ruolo importante per una corretta conservazione del prodotto nel tempo; contestualmente, l’applicazione di metodi tradizionali di trattamento comporta la diminuzione di alcuni componenti minori: oltre all’allontanamento dei composti in sospensione, che concorrono a fornire l’aspetto torbido all’olio non trattato, viene allontanata acqua micro dispersa, che ha l’importante compito di solubilizzare molecole dotate di una certa polarità, principalmente fenoliche che, come noto, risultano indispensabili per la stabilità ossidativa e giocano un ruolo chiave nell’impartire all’olio extravergine di oliva alcune note sensoriali peculiari, quali l’amaro ed il piccante, percepibili in fase gustativa. Lo scopo di questo progetto sperimentale è stato di valutare la qualità chimica e sensoriale di tre oli extra vergini di oliva sottoposti ad un sistema brevettato di illimpidimento, basato sul passaggio di un flusso di gas inerte, quale l’argon, nella massa di olio d'oliva. Questo metodo può rappresentare una valida alternativa ai trattamenti tradizionali e per questo è indispensabile valutarne i punti di forza e di debolezza in relazione all’effettiva possibilità di impiego nella produzione industriale. Per questa finalità, il sistema brevettato dall'Università di Bologna e dalla Sapio (una società privata che fornisce il gas per i settori industriali e della ricerca) è stato applicato a un lotto di 50 L di ciascun olio dopo la sua produzione mediante mini-frantoio. I campioni, sia trattati che controllo, sono stati imbottigliati e conservati a temperatura ambiente e mantenuti al buio prima dell'analisi. Dopo quattro mesi di conservazione, sono stati valutati gli indici di qualità di base, tra cui acidità libera, numero di perossidi, assorbimento specifico nella zona dei dieni e trieni coniugati e il profilo sensoriale. Inoltre è stata valutata la stabilità ossidativa in condizioni forzate, il profilo dei composti maggioritari (acidi grassi) e dei composti minori (tocoferoli, fenoli, volatili, acqua). I risultati sono stati utilizzati per la comparazione della qualità complessiva degli oli extravergini di oliva sottoposti a chiarifica con sistema brevettato rispetto a quelli non trattati, permettendo una valutazione dell’effetto del nuovo sistema sulle caratteristiche chimiche e sensoriali del prodotto.
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Severi, Camilla. "Salume arricchito in acidi grassi polinsaturi omega-3: controllo delle caratteristiche sensoriali in relazione ad un possibile incremento di ossidabilità della frazione lipidica durante la shelf-life." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4141/.

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Abstract:
Questa relazione finale è stata frutto di un lavoro sperimentale svolto in collaborazione con un’azienda del territorio ed ha avuto come obiettivo principale quello di verificare i parametri qualitativi e compositivi di una nuova tipologia di salume in fase di studio. L’azienda sta studiando una nuova tipologia di “prodotto funzionale” addizionando componenti ad attività nutraceutica al salame ottenuto da sole parti magre di suino. L’intenzione dell’azienda è di arricchire il proprio prodotto con acidi grassi polinsaturi della serie omega-3 (da olio di semi di lino), noti per gli effetti benefici che possono esercitare sulla salute umana. A questo scopo, sul prodotto di nuova formulazione (ed in parallelo sul prodotto a formulazione classica e su un prodotto del tutto simile commercializzato da un’altra azienda) sono state effettuate sia la determinazione della percentuale lipidica, al fine di individuare il quantitativo totale di grasso, che una caratterizzazione gascromatografica del profilo quali-quantitativo in acidi grassi, analsi fondamentale per verificare la conformità con i requisiti indicati dal Reg. 1924/06, e successive modifiche, previsti per le indicazioni da inserire in etichetta (claims). Inoltre, è stato importante controllare che la concentrazione voluta di acido alfa-linolenico si mantenga tale durante tutto il periodo di shelf-life del prodotto (45 gg), perciò per soddisfare quest’ultima finalità, le analisi sono state eseguite sia all’inizio (T0) che alla fine (T1) della vita commerciale del prodotto. E’ apparso poi fondamentale monitorare un possibile decadimento/modifica della qualità organolettica del prodotto di nuova formulazione, a causa del possibile aumento di ossidabilità della frazione lipidica causata da una maggiore presenza di acidi grassi polinsaturi; ed infine, con l’intento di verificare se la nuova formulazione potesse comportare una variazione significativa delle caratteristiche sensoriali del prodotto, sono stati condotti un test descrittivo quantitativo (QDA), in grado di descrivere il profilo sensoriale del prodotto ed un test discriminante qualitativo (metodo triangolare) capace di valutare l’eventuale comparsa di cambiamenti in seguito alle modifiche apportate al prodotto; per ultimo è stato poi eseguito un test affettivo quantitativo (test di preferenza, condotto su scala di laboratorio) in grado fornire informazioni sul gradimento e di evidenziare i principali vettori che guidano le scelte dei consumatori. I risultati delle analisi chimiche e sensoriali, eseguite per soddisfare tali richieste, hanno evidenziato come il salume presenti un quantitativo di tali acidi grassi polinsaturi in linea con il claim “Alimento fonte di acidi grassi omega-3”, (requisiti indicati dal Reg. 1924/06 e successive modifiche), risultato confermato sia all’inizio che al termine della vita commerciale del prodotto (pari a circa 45 giorni). Inoltre, esso risulta essere piuttosto interessante dal punto di vista nutrizionale, poiché caratterizzato da un contenuto di grasso per la categoria dei salumi, relativamente limitato, pari a circa il 15%, con percentuali più favorevoli in acidi grassi insaturi. L’analisi del profilo sensoriale condotta ad inizio shelf-life ha invece evidenziato come questa tipologia di prodotto sia caratterizzata sia al gusto che all’olfatto da note più sapide e speziate , oltre ad una maggiore consistenza della fetta, rispetto agli altri campioni analizzati, mentre i risultati relativi al termine della shelf-life hanno evidenziato come esso tenda ad essere soggetto ad alterazioni sensoriali rilevabili proprio al termine della fase di conservazione dovute nello specifico alla formazione di composti responsabili dell’odore di rancido. I test discriminanti, condotti con giudici non allenati, non hanno invece fatto registrare differenze sensoriali significative tra il prodotto con formulazione classica e quello di nuova formulazione, confrontati ad inizio e a fine shelf-life. Riassumendo, dai risultati ottenuti da questo lavoro sperimentale, il prodotto di nuova formulazione, arricchito in acidi grassi polinsaturi della serie omega-3, risulta essere in linea con il claim “Alimento fonte di acidi grassi omega-3”, presenta in generale un contenuto di grasso totale inferiore a quello di altre tipologie di salumi ed un rapporto più favorevole tra acidi grassi insaturi e saturi, per questo può essere considerato un prodotto interessante dal punto di vista della salute e della nutrizione. Proprio per la sua formulazione più ricca in acidi grassi polinsaturi, tende però a fine shelf-life a presentare una leggera nota di rancido, riconducibile ad una maggiore ossidabilità della frazione lipidica. Tale variazione sensoriale è risultata comunque percepita solo da un panel allenato, mentre un test di tipo discriminante, condotto con giudici non allenati, non ha messo in luce differenze significative tra il salume di nuova formulazione e quello con formulazione classica né all’inizio, né al termine della vita commerciale del prodotto.
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Pellecchia, Pietro Paolo. "Studio di un metodo per la determinazione dei polifenoli dell'olio d'oliva in accordo con le indicazioni salutistiche previste dal reg.(ue) n. 432/2012." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8493/.

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Abstract:
La principale finalità di questo lavoro sperimentale riguarda la messa a punto di un metodo analitico rapido ed economico di tipo colorimetrico, che possa essere attuato anche in laboratori attrezzati per eseguire solo semplici determinazioni spettrofotometriche, con il quale quantificare il contenuto in composti fenolici in accordo con quanto riportato nell’health claim salutistico relativo ai polifenoli negli oli d’oliva (Reg. UE 432/2012). A questo scopo, il metodo sarà testato su dodici oli extra vergini di oliva, sia italiani che spagnoli, caratterizzati da concentrazioni diverse in composti fenolici, in parallelo ad un metodo cromatografico (HPLC-UV-MS) preceduto da idrolisi acida, già presente in letteratura. Tale reazione idrolitica consente, infatti, una conversione dei fenoli complessi tipici dell’oliva - i secoiridoidi - in fenoli semplici (idrossitirosolo e tirosolo), permettendo una determinazione semplificata del contenuto fenolico di un campione rispetto a quanto possibile mediante l’applicazione del solo metodo COI ("Determinazione dei biofenoli degli oli di oliva mediante HPLC", COI/T.20/Doc.n.29, 2009) per la verifica di quanto richiesto dall’health claim. Sulla base dei risultati ottenuti, sarà possibile valutare se i test colorimetrici più comunemente applicati per la determinazione dei composti fenolici negli oli d’oliva (Folin-Ciocalteu e metodo per la determinazione degli orto-difenoli con sodio molibdato) siano effettivamente applicabili per la determinazione del contenuto totale di idrossitirosolo e derivati in oli vergini di oliva, indicando se gli oli oggetto dello studio soddisfino o meno i requisiti UE per l’indicazione in etichetta del claim salutistico.
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Mattioli, Laura. "Analisi fisiche e sensoriali per la valutazione della qualità di un prodotto da forno tipico: I taralli." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7038/.

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Abstract:
Questa relazione è frutto di un lavoro sperimentale svolto su diversi campioni di taralli del commercio forniti da un'azienda del settore, prodotti mediante ricette simili ed omogenei per dimensioni. Le attività di ricerca sono state focalizzare su: I) l'individuazione e la valutazione dei principali descrittori sensoriali in grado di caratterizzare la tipologia di prodotto; II) lo svolgimento di un'analisi sensoriale discriminante per verificare l'esistenza di differenze significativamente rilevabili tra taralli dello stesso tipo ma conservati per tempi differenti (0, 6, 12 mesi), al fine di fornire indicazioni utili per la definizione corretta della shelf-life del prodotto; III) la determinazione di specifici parametri fisici relazionati con l'apparenza e la texture dei taralli, per verificare la possibilità di utilizzare tali dati sia come supporto alla fase di allenamento del gruppo di assaggiatori, sia come approccio rapido per la valutazione della qualità e della freschezza di tali prodotti. Per la realizzazione degli obiettivi appena esposti, é stata applicata la tecnica QDA®. I dati delle singole sedute di analisi sono stati monitorati mediante PanelCheck. E' stato svolto un test triangolare attraverso cui definire se i taralli differenti per tempo di conservazione risultino significativamente discriminati per le caratteristiche sensoriali. Parallelamente alla QDA® e sullo stesso set di campioni, sono state applicate alcune analisi fisiche concernenti la valutazione dell’aspetto visivo e della texture del prodotto. Per la valutazione strumentale dell’apparenza dei campioni di taralli, si sono acquisite le immagini relative ai campioni oggetto di studio mediante un sistema di acquisizione e, successivamente, elaborate attraverso Image Pro - Plus v 6.2, per determinare elementi utili alla discriminazione dei campioni in esame. Per quanto concerne la determinazione della caratteristiche strutturali dei taralli è stato utilizzato il Texture Analyzer ed impiegato un test di penetrazione. E' stata infine condotta, mediante tecniche statistiche, un’analisi congiunta dei dati sensoriali e fisici.
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Caldeira, Fabiana [UNESP]. "Consumo alimentar em Presidente Prudente-SP: subsídios para políticas públicas." Universidade Estadual Paulista (UNESP), 2008. http://hdl.handle.net/11449/96705.

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Abstract:
Made available in DSpace on 2014-06-11T19:28:25Z (GMT). No. of bitstreams: 0 Previous issue date: 2008-03-27Bitstream added on 2014-06-13T20:58:09Z : No. of bitstreams: 1 caldeira_f_me_prud.pdf: 2336983 bytes, checksum: 976994c089a1b05593e08c4bb8c06115 (MD5)
Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico (CNPq)
Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)
O objetivo desta Dissertação de Mestrado é o de identificar e detalhar os elementos que fundamentam e explicam a estrutura do perfil do consumo alimentar em grupos populacionais específicos, com diferentes estratos sociais e de renda em uma cidade de porte médio como Presidente Prudente, no intuito de diagnosticarmos situações de vulnerabilidade e insegurança alimentar. Para tanto, analisaremos a relação entre a renda per capita familiar e os tipos de alimentos consumidos, assim como os tipos de estabelecimentos mais utilizados para a aquisição de alimentos por parte das famílias, a sua localização, e o percentual da renda familiar comprometido com a aquisição de alimentos. Tais levantamentos permitirão traçar um perfil de alguns aspectos da estrutura de consumo alimentar de grupos populacionais diferenciados de Presidente Prudente. Desta maneira, no intuito de se conhecer mais detalhadamente o perfil do consumo alimentar da população do município de Presidente Prudente, este trabalho se propõe a refletir e propor um conjunto de indicadores relativos ao perfil do consumo alimentar sobre os seus mais diferentes aspectos, organizando-os num banco de dados, com as dimensões: quantidade, qualidade, preços, características dos consumidores (como sexo, idades, nível socioeconômico, etc), assim como diversas outras variáveis que, uma vez melhor conhecidas facilitarão sua utilização na pesquisa, na análise e na problematização de seus resultados, contribuindo ao mesmo tempo, como instrumento de diagnóstico e indicativo de ações e medidas em Políticas Públicas locais.
The objective of this work is to identify and to describe the elements that base and explain the structure of the profile of the alimentary consumption in specific population groups, with different social stratus and of income in a middle as Presidente Prudente, in intention to diagnosis situations of vulnerability and alimentary unreliability. For in such a way, we will analyze the relation between the familiar per capita income and the types of consumed foods, as well as the types of used establishments more for the acquisition of foods on the part of the families, its localization, and the percentage of the compromised familiar income with the acquisition of foods. Such surveys will allow to trace a profile of some aspects of the structure of alimentary consumption of differentiated population groups of Presidente Prudente. In this way, in the intention of if more at great length knowing the profile of the alimentary consumption of the population of the city of Presidente Prudente, this work reflects and considers a set of relative pointers to the profile of the alimentary consumption on its more different aspects, being organized them in a data base, where the dimensions will have to consist:quantitative, quality, prices, characteristics of the consumers (as sex, ages, economic social level, etc), as well as diverse other variable that, a time more good known will facilitate its use in the research, the analysis and the problem of its results, contributing at the same time, as instrument of diagnosis and indicative of action local Public Politics.
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Martinez, Marcelle Flores. "Validade e reprodutibilidade de um questionário de frequência alimentar baseado nos grupos alimentares da pirâmide alimentar para adolecentes." Universidade de São Paulo, 2011. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/89/89131/tde-21032013-130043/.

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Abstract:
Introdução: A avaliação da dieta habitual do adolescente é complexa devido às variações intra e interindividuais. Os estudos de validação e reprodutibilidade de questionários de freqüência alimentar são necessários para garantir a utilização de instrumentos capazes de mensurar a dieta habitual real. Objetivo: Desenvolver, verificar a validade e reprodutibilidade de um questionário de freqüência alimentar baseado nos grupos alimentares da pirâmide alimentar para adolescentes (QFA-PA). Materiais e métodos: Após a identificação dos alimentos a serem incluídos no QFA-PA, o método foi testado em estudo piloto. A versão final consistiu em 50 itens alimentares. O estudo foi realizado com 109 adolescentes de ambos os gêneros durante um período de quatro meses. Para verificar a validade e reprodutibilidade do QFA-PA foram aplicados quatro Recordatórios de 24h (Rec24h) e dois QFA-PA. A validade foi obtida pela comparação entre o segundo QFA-PA e à média dos Rec24h. A reprodutibilidade foi mensurada por meio da comparação dos dois QFA-PA. Resultados: O questionário desenvolvido representou 97,7% das calorias consumidas e pelo menos 90% da ingestão dos nutrientes selecionados. Foram incluídos os alimentos freqüentemente relatados ausentes no QFA e freqüentemente relatados sem maior contribuição energética. As variáveis melhor avaliadas foram os grupos do arroz, pão, massa, batata e mandioca; das carnes e de açúcares e doces. Os piores resultados foram observados para a vitamina C. Cabe ressaltar que este é o primeiro QFA desenvolvido, validado e acurado no Brasil para adolescentes que avalia o consumo alimentar baseado na pirâmide dos alimentos dos adolescentes. Conclusão: Considerando-se as análises realizadas, o QFA-PA apresentou validade satisfatória e reprodutibilidade aceitável para a maioria das variáveis.
Introduction: The assessment of habitual diet of adolescent is complex due to within and between-person variations. The studies of validity and reproducibility of food frequency questionnaire (FFQ) are needed to ensure the use of reliable and accurate instruments capable of measure usual diet. Objective: To develop, verify the validity and reproducibility of a food frequency questionnaire based on the food groups of food pyramid for adolescents (FFQ-PA). Methods: After identify the items to be included in the FFQ-PA, the method was tested in a pilot study. The final version consisted of 50 food items. The study was conducted with 109 adolescents of both genders over a period of four months. To check the validity and reproducibility of the FFQ-PA were applied four 24-hour records (Rec24h) and two FFQ-PA. The validity was obtained by comparing the second FFQ-PA and average Rec24h. The reproducibility was measured by comparing the two FFQ-PA. Results: The questionnaire represented 97,7% of the calories consumed by the population and at least 90% of the intake of selected nutrients. We included food often reported missing in the FFQ and the frequently reported without further energy contribuition. In the study of validity and reproducibility, the variables were evaluated further groups of rice, bread, pasta, potatoes and cassava, meat and sugar and sweets. The worst results were observed for vitamin C. It is noteworthy that this is the first FFQ developed, validated and accurate in Brazil for adolescents that assesses food consumption based on the adolescent food pyramid. Conclusion: Considering the analysis, the FFQ-PA showed satisfactory validity and reproducibility acceptable for most variables.
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Caldeira, Fabiana. "Consumo alimentar em Presidente Prudente-SP : subsídios para políticas públicas /." Presidente Prudente : [s.n.], 2008. http://hdl.handle.net/11449/96705.

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Abstract:
Orientador: Raul Borges Guimarães
Banca: Everaldo Santos Melazzo
Banca: Júlio César de Lima Ramires
Resumo: O objetivo desta Dissertação de Mestrado é o de identificar e detalhar os elementos que fundamentam e explicam a estrutura do perfil do consumo alimentar em grupos populacionais específicos, com diferentes estratos sociais e de renda em uma cidade de porte médio como Presidente Prudente, no intuito de diagnosticarmos situações de vulnerabilidade e insegurança alimentar. Para tanto, analisaremos a relação entre a renda per capita familiar e os tipos de alimentos consumidos, assim como os tipos de estabelecimentos mais utilizados para a aquisição de alimentos por parte das famílias, a sua localização, e o percentual da renda familiar comprometido com a aquisição de alimentos. Tais levantamentos permitirão traçar um perfil de alguns aspectos da estrutura de consumo alimentar de grupos populacionais diferenciados de Presidente Prudente. Desta maneira, no intuito de se conhecer mais detalhadamente o perfil do consumo alimentar da população do município de Presidente Prudente, este trabalho se propõe a refletir e propor um conjunto de indicadores relativos ao perfil do consumo alimentar sobre os seus mais diferentes aspectos, organizando-os num banco de dados, com as dimensões: quantidade, qualidade, preços, características dos consumidores (como sexo, idades, nível socioeconômico, etc), assim como diversas outras variáveis que, uma vez melhor conhecidas facilitarão sua utilização na pesquisa, na análise e na problematização de seus resultados, contribuindo ao mesmo tempo, como instrumento de diagnóstico e indicativo de ações e medidas em Políticas Públicas locais.
Abstract: The objective of this work is to identify and to describe the elements that base and explain the structure of the profile of the alimentary consumption in specific population groups, with different social stratus and of income in a middle as Presidente Prudente, in intention to diagnosis situations of vulnerability and alimentary unreliability. For in such a way, we will analyze the relation between the familiar per capita income and the types of consumed foods, as well as the types of used establishments more for the acquisition of foods on the part of the families, its localization, and the percentage of the compromised familiar income with the acquisition of foods. Such surveys will allow to trace a profile of some aspects of the structure of alimentary consumption of differentiated population groups of Presidente Prudente. In this way, in the intention of if more at great length knowing the profile of the alimentary consumption of the population of the city of Presidente Prudente, this work reflects and considers a set of relative pointers to the profile of the alimentary consumption on its more different aspects, being organized them in a data base, where the dimensions will have to consist:quantitative, quality, prices, characteristics of the consumers (as sex, ages, economic social level, etc), as well as diverse other variable that, a time more good known will facilitate its use in the research, the analysis and the problem of its results, contributing at the same time, as instrument of diagnosis and indicative of action local Public Politics.
Mestre
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Zavatta, Valentina. "Studio e stabilizzazione di insalate di IV gamma." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/4965/.

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Abstract:
Negli ultimi 50 anni il mercato alimentare è stato caratterizzato da profondi cambiamenti influenzati soprattutto da evoluzioni sociali e da notevoli mutamenti delle abitudini alimentari (Riquelme et al., 1994). La costante diffusione dei grandi supermarket ed il recente interesse verso la salute e l’ambiente, nonché la modifica dello stile di vita da parte del consumatore, hanno portato le industrie alimentari a sviluppare nuovi metodi di conservazione e di distribuzione e tipologie di prodotti innovative, come i prodotti ortofrutticoli minimamente trasformati. La perdita di qualità dei prodotti ortofrutticoli minimamente trasformati è il risultato di complessi meccanismi chimici e biochimici che si traducono macroscopicamente in modificazioni a carico del colore, delle texture e delle caratteristiche organolettiche (Mencarelli & Massantini, 1994). A fronte dei suddetti fenomeni degradativi, in un contesto di incrementale aumento della domanda dei prodotti freschi, sani, ad elevata convenience e senza additivi chimici (Day, 2002) l’introduzione delle atmosfere protettive per la conservazione degli alimenti è risultata strategica per prolungare la shelf-life ed il mantenimento qualitativo dei prodotti freschi (Jeyas & Jeyamkondan, 2002). Le attuali tecnologie disponibili per le industrie alimentari permettono l’applicazione di condizioni di atmosfera modificata sia in fase di stoccaggio di prodotti ortofrutticoli sia in fase di condizionamento. Il primo obiettivo è generalmente la parziale rimozione dell’O2 e l’aumento dei livelli di CO2 nell’ambiente circostante il prodotto. Oltre ai gas usati tradizionalmente per la realizzazione delle atmosfere modificate, quali N2 e CO2, recentemente è aumentato l’interesse verso i potenziali effetti benefici di nuovi gas, quali argon (Ar) e protossido d’azoto (N2O). Questi ultimi, ora permessi in Europa per uso alimentare, sono risultati efficaci nell’inibizione della crescita microbica e delle reazioni enzimatiche degradative, a carico soprattutto del colore e della consistenza dei vegetali minimamente processati (Spencer, 1995; Kader et al., 1989; Watada et al., 1996). Premesso questo, in tale lavoro di tesi è stata effettuata una ricerca sugli effetti di N2, N2O e Ar e di differenti trattamenti ad immersione, noti come dipping (con acido ascorbico, acido citrico e cloruro di calcio), sul metabolismo di prodotti ortofrutticoli. In particolare, per ciò che concerne la parte sperimentale, gli obiettivi principali sono stati quelli di approfondire le potenzialità di tali gas e dipping nel mantenimento qualitativo (colore, consistenza, metabolismo respiratorio) e di verificare l’efficacia di interventi combinati di dipping e MAP (atmosfera modificata) nel prolungamento della shelf-life del prodotto. Questa sperimentazione è stata effettuata su due varietà di lattuga: una da cespo (Iceberg) e una da taglio (Lattughino).
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Traldi, Daiane Roncato Cardozo. "Renda, consumo alimentar e estado nutricional como indicadores complementares à insegurança alimentar e nutricional no Programa Bolsa Família /." Araraquara, 2016. http://hdl.handle.net/11449/141493.

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Abstract:
Orientador: Maria Rita Marques de Oliveira
Coorientadora: Vera Mariza Henriques de Miranda Costa
Banca: Luiz Manoel de Mopraes Camargo Almeida
Banca: David Sofiro Barbosa
Banca: Juliana Alvarés Duarte Bonini Campos
Banca: José Giacomo Baccarin
Resumo: Objetivo: identificar potenciais indicadores complementares à percepção da insegurança alimentar e nutricional para o monitoramento de programas sociais de transferência de renda, tomando como referência o Programa Bolsa Família (PBF) em Araraquara/SP. Métodos: Foi realizado um estudo transversal incluindo 100 famílias beneficiárias e 50 não beneficiárias do PBF. Com um formulário semiestruturado foram obtidas informações sócio-demográficas e socioeconômicas, de percepção da insegurança alimentar e nutricional (Escala Brasileira de Medida de Insegurança Alimentar - EBIA), o estado nutricional (peso e altura para o Índice de Massa Corporal - IMC) e o padrão de consumo e hábitos alimentares. Associações entre exposições e desfecho foram testadas usando testes Qui-quadrado para variáveis categóricas e ANOVA para variáveis contínuas. A razão de prevalência (r) e intervalos de confiança de 95% (IC) foram avaliados utilizando modelo de Regressão de Poisson. A identificação de padrões alimentares foi realizada usando análise de Cluster e o estudo do poder preditivo de potenciais indicadores à percepção da insegurança alimentar foi avaliada utilizando a Curva ROC (Receiver Operating Characteristic). Foram considerados significativos valores p iguais ou menores do que 0,05. Resultados: Foram identificados três padrões alimentares: restrito, saudável e tradicional. O padrão restrito foi associado a um menor grau de escolaridade, relatos de anemia pregressa, percepção da insegurança al... (Resumo completo, clicar acesso eletrônico abaixo)
Abstract: Objective: This study aimed to identify potential complementary indicators of food and nutrition security for monitoring social program of income transfers, using as a reference the allowance family program (AFP) in Araraquara, SP. Methods: In a cross sectional study design, 100 beneficiary and 50 nonbeneficiary families of the AFP. Social demographic, economic, nutrition status, food consumption, and of food and nutrition security perception (EBIA) was collected using a pre-tested form. The association between exposure and outcome variables was tested using the chi-square test for categorical variables, and the ANOVA for numerical variables. The prevalence ratio (r) and confidence interval of 95% (CI95%) were assessed using the poisson regression model. Food patterns were identified using the cluster analysis and the predictive value of potential indicators of food and nutrition insecurity was tested using the ROC (Receiver Operating Characteristic) curve methodology. P-values below 0.05 were considered significant. Results: Three food patterns were identified: Restrictive, Healthy, and Traditional. The restrictive food pattern was related to a lower education level, reports of prior anemia, food and nutrition insecurity, and higher family age average. In the non-adjusted and in the analysis adjusted for the family average age, families with moderate or severe food and nutrition insecurity were more likely to adhere to a restrictive food pattern (1.55; CI95% 1,00 - 2,42 e 1.... (Complete abstract click electronic access below)
Doutor
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Araújo, Giovanna Soutinho. "Práticas parentais alimentares e sua relação com o consumo de alimentos na infância." reponame:Repositório Institucional da UnB, 2015. http://repositorio.unb.br/handle/10482/19004.

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Abstract:
Dissertação (mestrado)—Universidade de Brasília, Faculdade de Ciências da Saúde, Departamento de Nutrição, Programa de Pós-Graduação em Nutrição Humana, 2015.
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A infância é uma fase determinante para o estabelecimento de práticas e hábitos alimentares que podem persistir durante toda a vida. A família, por sua vez, exerce forte influência no comportamento alimentar infantil, na formação dos hábitos e consequentemente no estado nutricional das crianças. Os pais influenciam a alimentação por meio da disponibilidade de alimentos em casa, pelo uso de práticas de alimentação e pelo seu próprio comportamento alimentar. Práticas parentais alimentares são estratégias de comportamentos específicos dos pais que empregam o controle sobre o que, quanto e quando as crianças comem. Devido sua importância, instrumentos de avaliação dessas práticas têm sido cada vez mais relatados na literatura, com o objetivo de investigar como elas influenciam no comportamento alimentar e no estado nutricional infantil. No entanto, no Brasil esses estudos ainda são escassos. Dessa forma, o presente estudo tem o objetivo de determinar as práticas alimentares maternas e como elas influenciam o consumo de alimentos de crianças de 18 meses a 8 anos. De modo a atingir tal objetivo, propuseram-se dois estudos, sendo o primeiro com o objetivo de validar um instrumento de compreensão das práticas parentais de alimentação infantil para a população brasileira e o segundo associar as múltiplas práticas alimentares maternas e outros determinantes ao consumo de frutas e hortaliças por crianças de 18 meses a 8 anos. O método de pesquisa se deu por um estudo transversal do tipo survey realizado com mães, por meio de um instrumento autopreenchido disponibilizado online, via Internet. Participaram do primeiro estudo 844 mães, que responderam uma versão traduzida-retraduzida e validada culturalmente do Comprehensive Feeding Practices Questionnaire (CFPQ), um instrumento de avaliação que aborda as múltiplas práticas parentais. Os dados obtidos foram submetidos a validação estatística por meio de análise fatorial exploratória. A solução fatorial final foi caracterizada por 9 fatores e 39 itens (KMO = 0,830 e 56,5% de variância), sendo considerado adequado para o uso no Brasil. O segundo estudo foi realizado com a participação de 681 mães, que preencheram um instrumento autoadministrado, contendo questões relacionadas aos hábitos alimentares infantis, práticas parentais e outros hábitos de vida relacionados à alimentação, bem como consumo alimentar da mãe e da criança. Os resultados mostraram que o consumo materno é um forte preditor do consumo de alimentos saudáveis pela criança. A frequência de compra de alimentos não saudáveis e a idade da criança também apareceram como preditores do consumo de frutas e hortaliças, no entanto apresentando associação inversa. Assim, considera-se que o presente trabalho fornece uma contribuição importante para a literatura sobre processos psicológicos de práticas parentais alimentares e potencial prevenção para obesidade infantil e que o objetivo de determinar as práticas maternas no Brasil e como elas influenciam o consumo de alimentos por crianças de 18 meses a 8 anos foi cumprido. ______________________________________________________________________________________________ ABSTRACT
Early childhood is an essential stage for establishing the feeding practices and habits, which may persist throughout the lifetime. The Family, in its turn, has a strong influence on children`s alimentary behaviour, habits formations, and consequently on the children`s nutritional status. Parents influence diet through the availability of food at home, by their feeding practices, and their own eating behaviour. Parenting feeding behaviours are specific strategies that parents use to control over what, how much and when their children eat. Because of its importance, practices of assessment tools have been increasingly reported in the literature in order to investigate how they influence the feeding behaviour and nutritional status. However, in Brazil these studies are still scarce. Thus, this study aims to determine the maternal feeding practices and how they influence food intake of children from 18 months to 8 years. In order to achieve this goal, two studies are proposed, the first to validate a tool of understanding the parental feeding practices of infants for the Brazilian population, and the second to associate multiple maternal dietary practices and other determinants of consumption of fruits and vegetables by children 18 months to 8 years. The search method is given by a cross-sectional survey type mothers carried out by means of a self-administered instrument available on-line. Participated in the first study 844 mothers who answered a translated-back-translated and culturally validated by the Comprehensive Feeding Practices Questionnaire (CFPQ), an assessment tool that addresses the multiple parenting practices. The data were submitted to statistical validation through exploratory factor analysis. The final factor solution was characterized by 9 factors and 39 items (KMO = 0,830 and 56,5% of variance), considered suitable for use in Brazil. The second study was conducted with the participation of 681 mothers, who completed a self-administered instrument, containing issues related to children's eating habits, parenting and other life habits related to food, as well as mother and child food consumption. The results showed that the maternal consumption is a strong predictor of the consumption of healthy food for the child. The frequency of buying unhealthy foods and the child's age also appeared as predictors of consumption of fruits and vegetables, however an inverse association was presented. Thus, it is considered that the present work provides an important contribution to the literature on psychological processes of food parenting practices and potential prevention to childhood obesity and that the goal of determining maternal practices in Brazil and how they influence food consumption by children 18 months to 8 years was fulfilled.
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Barbosa, Simone Janete Oliveira. "Consumo alimentar, seus fatores explicativos e a associação com a obesidade abdominal em população de etnia negra de Salvador." Instituto de Saúde Coletiva, 2012. http://repositorio.ufba.br/ri/handle/ri/15204.

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Abstract:
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Objetivo: Descrever o padrão alimentar de adultos de etnia negra segundo o perfil demográfico, socio-econômico, nutricional, atividade física e de saúde. Métodos: Estudo transversal com amostra probabilística de 2.305 indivíduos com idade ≥20 anos, residentes em Salvador, Bahia, Brasil. Foram realizadas entrevistas contendo perguntas de caráter sóciodemográfico, de saúde, e inquérito sobre o consumo alimentar habitual (repetido em 4 dias da semana) cujas respostas foram registradas em questionários específicos. Características gerais do perfil do consumo alimentar foram descritas e os padrões alimentares foram identificados, empregando-se análise fatorial (AF) por componentes principais. Calculou-se ainda o tercil dos padrões, obtendo-se a sua distribuição percentual segundo as variáveis estudadas. Resultados: Dos 2.305 indivíduos estudados, 39,1% eram homens; 53,6% eram de nível socioeconômico médio; 23,0% eram fisicamente ativos; 53,0% tinham obesidade abdominal; 32,1% eram hipertensos e 5,7% diabéticos. Os maiores percentuais de consumo foram para cereais refinados, carnes gordas, doces, café e feijão. A frequência de mais de três refeições/dia foi referida por 48,0% dos indivíduos. Quanto aos padrões de consumo alimentar foram identificados quatro: no 1º houve predomínio dos itens alimentares: feijão, arroz, farinha; carnes gordas e ovo frito. O 2º padrão foi integrado por cereais refinados, manteiga e/ou margarina, leite e derivados integrais; no 3º houve predomínio de frutas, legumes e verduras, e o 4º com predomínio de carnes gordas e ovos fritos e fast foods. Conclusões: Identificaram-se quatro padrões alimentares, os quais se distribuíram diferenciadamente entre os indivíduos investigados segundo as características demográficas, socio-econômicas e de saúde.
Objective: To describe the dietary pattern among adults of negro ethnicity according to demographic, socioeconomic, nutritional, physical activity, and health characteristics. Methods: A cross-sectional study of a probabilistic sample from 2,305 individuals with age ≥20 years, residing in Salvador, Bahia, Brazil. Interviews were conducted containing questions about sociodemographic and health characteristics and a survey of usual dietary consumption (repeated in 4 days of the week), with answers being recorded in specific questionnaires. General characteristics of dietary consumption profile were described and dietary patterns were identified, using factor analysis (FA) for the main components. Pattern tertiles were also calculated, obtaining their percentage distribution according to the variables under study. Results: Of 2,305 individuals studied, 39.1% were males; 53.6% were of middle socioeconomic status; 23.0% were physically active; 53.0% had abdominal obesity; 32.1% were hypertensive; and 5.7% were diabetic. The greatest percentages of consumption were for refined cereals, fatty meats, sweets, coffee and beans. A frequency of more than three meals/day was reported by 48.0% of individuals. As to the patterns of dietary consumption, four types were identified. In pattern 1, there was a predominance of the following food items: beans, rice, flour, fatty meats, and fried eggs. Pattern 2 was composed of refined cereals, butter and/or margarine, milk and integral dairy products; in pattern 3, fruits, legumes and vegetables predominated; and in pattern 4 there was a predominance of fatty meats and fried eggs and fast foods. Conclusions: Four dietary patterns were identified, and these were diversely distributed among individuals surveyed according to demographic, socioeconomic and health characteristics.
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Vianna, Rodrigo Pinheiro de Toledo. "Consumo alimentar, amamentação e saude infantil." [s.n.], 2002. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/313841.

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Abstract:
Orientador : Ana Maria Segall Correa
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciencias Medicas
Made available in DSpace on 2018-08-03T00:06:33Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Vianna_RodrigoPinheirodeToledo_D.pdf: 2276804 bytes, checksum: 98d6c11d7d8bc7b69c8c83ff75bdffbe (MD5) Previous issue date: 2002
Resumo: Objetivos: Este trabalho investigou o consumo alimentar familiar bem como práticas de aleitamento materno e fatores associados com a saúde de recém-nascidos (RNs) e lactentes em população urbana dotada de infra-estrutura adequada de saneamento, habitação e serviços de saúde. Método: Estudou-se coorte de 194 recém-nascidos de famílias que tiveram um bebê em um dos 12 meses anteriores à primeira visita e eram residentes em bairro da região norte da cidade de Campinas ¿ SP no período de setembro de 1998 a abril de 2000. A listagem de todos os RNs foi obtida a partir do registro das Declarações de Nascidos Vivos do Município. Coletou-se informações adicionais em duas visitas domiciliares. Foram obtidos dados sobre aleitamento materno, disponibilidade de alimentos nos domicílios, ocorrência de infecções respiratórias e outras doenças referidas, utilização de serviços de saúde e internações hospitalares durante o período. Resultados. Eram elegíveis para participar da coorte 454 RNs com perda de 57,3% atribuída a 222 mudanças e erros no endereço informado, 28 recusas, 5 questionários incompletos e 5 óbitos. Identificou-se efeito protetor da prática do aleitamento materno contra infecções respiratórias diminuindo a freqüência de uso de serviços de saúde e a ocorrência de internações hospitalares, mesmo entre crianças bem nutridas. Este efeito protetor perdeu significância com o aumento da idade e com a freqüência às creches. A duração mediana do aleitamento materno exclusivo foi de 8,5 semanas e do aleitamento materno total 9 meses. As famílias menores e a maior escolaridade paterna representaram fatores promotores do aleitamento materno exclusivo. O prolongamento do aleitamento materno exclusivo após a 8ª semana esteve associado com a experiência prévia de amamentar e a intenção de fazê-lo com duração superior a 6 meses. Conclusões: Apesar das práticas de aleitamento materno desta coorte estarem abaixo das recomendações internacionais e de se tratar de crianças de bom estado nutricional a amamentação representou fator de proteção para infecção respiratória, uso de serviços de saúde e hospitalização. Observou-se que a disponibilidade de alimentos nos domicílios era adequada e não discriminou problemas de saúde para os RNs. A importância da intenção materna de amamentar por período mais longo justifica o direcionamento das consultas de pré-natal no sentido de encorajar as mães para esta prática. Os resultados deste estudo representam a coorte e não a base populacional investigada
Abstract: Objectives: This research investigated family food consumption as well as breast feeding practices and factors associated with newborn baby (NBs) and infants in an urban population with access to adequate infrastructure of sanitation, housing and health services. Method: A cohort of 194 NBs¿ from families who had a newborn baby at some time during the previous 12 months prior to the first home visit and were residing at a northern neighborhood of Campinas City ¿ São Paulo ¿ Brazil, was followed in the period from September, 1998 through April, 2000. The NBs list was obtained from the city registry of Live Birth Certificates. Additional information was collected in two home visits to know about breast feeding, food availability at the dwelling, occurrence of respiratory tract infections and other referred diseases, health services utilization and hospital admissions during the time period Results: All of the 454 NBs were eligible to participate in the cohort but there was a 57.3% loss attributed to 222 address changes and mistakes, 28 refusals, 5 uncompleted forms and 5 deaths. Breast-feeding was related with protective effect on respiratory infection morbidity, reducing the health services utilization and hospital admissions, even among those well nourished. This protective effect lost significance with rising age and attendance to nurseries. The Median duration of exclusive breast-feeding was 8.5 weeks and 9 months for total breast-feeding. Small sized families and better schooling of the father were found to promoting exclusive breast-feeding. Variables related with hospital practices, difficulties for breast-feeding due to breast pain, mastitis, problems to start breast-feeding were associated with less exclusive breast-feeding initiation. After two months, maternal characteristics, as breast-feeding experience and previous intention to breast-feed longer than 6 months after birth, were associated with larger exclusive breast-feeding duration. Conclusions: Despite the breast feeding practices of the mothers from this cohort were bellow of the international recommended standards and also because of the good nutritional status of the children under study, it was shown that breast feeding protected from respiratory infections and reduced health services utilization and hospital admissions. Family food supply did not show relationship with infant health indicators. Results support the breast-feeding advocacy, even among well-nourished infants. The results of this study represent the cohort and not the investigated base population
Doutorado
Saude Coletiva
Doutor em Saude Coletiva
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Montarroyos, Ellen Christina Leinhardt. "Estudo do consumo alimentar e estado nutricional de estudantes universitários da área da saúde." reponame:Repositório Institucional da UnB, 2017. http://repositorio.unb.br/handle/10482/24393.

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Abstract:
Dissertação (mestrado)—Universidade de Brasília, Faculdade de Ceilândia, Programa de Pós-graduação em Ciências e Tecnologias em Saúde, 2017.
Submitted by Raiane Silva (raianesilva@bce.unb.br) on 2017-07-13T19:18:10Z No. of bitstreams: 1 2017_EllenChristinaLeinhardtMontarroyos.pdf: 11693598 bytes, checksum: a0adad9bc7470853a37c8de04d7412f1 (MD5)
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Objetivo: Avaliar o consumo alimentar e o estado nutricional de estudantes universitários da área da saúde. Delineamento do estudo: Estudo de caráter descritivo transversal com abordagem quantitativa constituído de levantamento de variáveis antropométricas (peso e altura), consumo alimentar (registro alimentar em dia da semana DS e final de semana FD). Todos os testes foram realizados considerando hipóteses bilaterais e um nível de significância de 5%. Ambiente: Universidade de Brasília (Brasil). Sujeitos: Estudantes dos cursos de graduação da área da saúde (n=211) com idade entre 19-30 anos, ambos os sexos. Resultados: Para análise energética total identificou-se que a ingesta calórica foi maior no FD tanto para homens quanto para mulheres. Para os micronutrientes observou-se que o consumo da vitamina A foi maior durante a semana em comparação ao FD para a amostra geral. Já o consumo das vitaminas B1 e B3 foi maior no FD comparado ao DS. O mineral sódio foi o único micronutriente que teve maior consumo no FD na análise de todo o grupo e por sexo. E foi observado maior consumo no FD do mineral fósforo na amostra geral. Conclusões: A população jovem adulta estudada não mantém hábitos de vida saudáveis com consumo inadequado de vitaminas e minerais. Além do mais foi constatado a diferença na qualidade e quantidade da dieta consumida entre os dias da semana e final de semana, observando-se uma piora no consumo do final de semana.
Objective: Study the food consumption and nutritional status of university students in the health area. Design: The present study has a cross sectional descriptive character with a quantitative approach consisting of anthropometric variables (weight and height), food consumption (food register at weekday WD and weekend WE). All tests were performed considering bilateral hypotheses and a significance level of 5%. Setting: University of Brasilia (Brazil). Subjects: Undergraduate students from health sciences courses (n=211) aged between 19-30 years old, both sexes. Results: For total energy analysis it was identified that the caloric intake was higher in WE for both men and women. For micronutrients it was observed that vitamin A intake was higher during the week compared to WE for the general sample. The consumption of vitamins B1 and B3 was higher in WE compared to WD. The mineral sodium was the only micronutrient that had the highest consumption in the WE in the analysis of the whole group and by sex. And higher WE consumption of mineral phosphorus was observed in the general sample. Conclusions: The young adult population studied does not maintain healthy lifestyle habits with inadequate consumption of vitamins and minerals. Moreover, it was observed the difference in quality and quantity of the diet consumed between the days of the week and the end of the week, observing a worsening in the consumption of the weekend.
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Marcolin, Ilaria Marcella <1987&gt. "Modelli di consumo alimentare nella post-modernità." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4245.

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Abstract:
Nelle scelte del consumatore convivono aspetti razionali ed emozionali. Viviamo in un'epoca dove razionalmente bisogna tenere conto della crisi e dei suoi costi ed emozionalmente il consumatore è portato a soddisfare i suoi desideri e bisogni. Dato il contesto socio-economico in cui viviamo, caratterizzato da un fattore comune che è la crisi economica e dall'affermarsi di determinate tendenze alimentari, si possono delineare diversi profili di consumo nell'alimentazione: chi, per risparmiare è pronto a rinunciare alla qualità di ciò che mangia; chi rimane fedele alle proprie abitudini e non rinuncia alla qualità; chi riesce a trovare un giusto equilibrio trai due aspetti.
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Jordão, Rosa Idalina Costa. "Perfil socioeconômico e consumo alimentar de culturistas." Master's thesis, Instituições portuguesas -- UP-Universidade do Porto -- -Faculdade de Ciências do Desporto e de Educação Física, 2001. http://dited.bn.pt:80/29569.

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Zancul, Mariana de Senzi. "Consumo alimentar de alunos nas escolas de ensino fundamental em Ribeirão Preto (SP)." Universidade de São Paulo, 2004. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/17/17139/tde-06092006-101300/.

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Abstract:
A questão nutricional ocupa hoje um lugar de destaque no contexto mundial. Deficiências alimentares trazem muitos prejuízos provocando desequilíbrios nutricionais. Os adolescentes são considerados um grupo exposto ao risco nutricional, devido aos seus hábitos alimentares. Estudos apontam que atividades envolvendo alimentação dentro das escolas são muito importantes, pois podem possibilitar aos adolescentes o desenvolvimento de uma relação mais responsável com a própria saúde. Este trabalho tem como objetivos identificar e analisar comparativamente o consumo alimentar de alunos de 5a à 8a séries nas escolas de ensino fundamental das redes municipal, estadual e particular no município de Ribeirão Preto (SP), verificando o que é oferecido como opções pela merenda e pela cantina escolar e discutindo o espaço da escola como alternativa para a educação alimentar de estudantes. Os estudantes responderam a um questionário sobre seu consumo alimentar na escola, foram pesados e medidos. O programa de software Epi Info 2002 foi usado para a organização dos dados. Os questionários foram respondidos por 401 alunos, de 5a à 8a séries, de ambos os sexos. Alunos de diferentes escolas apresentaram um padrão de consumo alimentar muito semelhante. De maneira geral, os estudantes não trazem lanche de casa para a escola. Nas escolas municipais e estaduais a maior parte dos alunos come a merenda oferecida pela escola apenas ocasionalmente. Em média, 70% dos respondentes freqüentam as cantinas pelo menos uma vez por semana, e os alimentos mais consumidos nas cantinas das escolas municipais, estaduais e particulares são balas, refrigerantes, salgados e sucos. A disciplina Ciências foi a mais apontada pelos alunos como aquela na qual os conteúdos sobre alimentação são trabalhados. A classificação do estado nutricional dos estudantes, feita pelos percentis de acordo com o IMC para idade e sexo permitiu verificar que 12,6% dos escolares apresentam sobrepeso e 8,5% apresentam obesidade. Diante do que foi observado no estudo, considera-se que, dentro do contexto de vida dos adolescentes, no qual estão presentes diferentes variáveis como sedentarismo, grande apelo ao consumo, forte influência da mídia, a escola pode exercer um papel fundamental na promoção da educação nutricional, que deve ser abordada pelas diferentes disciplinas e trabalhada em atividades diversificadas, com objetivo de desenvolver atitudes e hábitos saudáveis. A cantina escolar pode constituir-se, também, num espaço de educação nutricional, possibilitando associar teoria e prática.
Currently, questions about nutrition have a prominent place in the worldwide context. Nutritional deficiencies are in the origin of many damages that provoke imbalances. Adolescents are a group exposed to nutritional risks due to their alimentary habits. Studies have pointed out that the activities involving alimentation at the schools, are very important because they can make possible for teenagers the development of a more responsible relation with their own health. The aim of this work is to identify and to analyze comparatively the alimentary consumption of students from 5th to 8th grades of municipal, state, and private fundamental schools in Ribeirão Preto city, São Paulo. Besides, the study has the purpose of verifying what kind of foods is offered as options by the school meals and the school canteen and discussing the school space as an alternative for the student alimentary education. 401 students, male and female, from 5th to 8th grades, answered questions concerning to their alimentary consumption and were evaluated according to their weigh and their height. For the data organization it was used the Epi Info 2002 software program. Students from different schools showed a very similar pattern of alimentary consumption. In general, the students don’t bring their school lunch from home to school. In the municipal and state schools the students eat school meals only occasionally. On the average, 70% of the students go the school canteen at least once a week and the more consumed foods are candies, juices, sugary sodas and salt snacks. Science was the discipline more pointed by the students as the one in which the contents about alimentation are more worked. The classification of the student nutritional state, done by the percentiles according to IMC for age and sex, allowed to verify that 12.6% of the students showed overheight and 8.5% showed obesity. According to what has been observed in the studies, we consider that, in the context of adolescents life, in which different variables are present, like sedentariness, the great influence of the media, the great appeal of consumes, the school can play a basic role in promoting nutritional education. This subject must be approached by the diverse disciplines and worked through diversified activities in order to develop healthy habits and attitudes. The school canteen may also constitute itself a space for nutritional education, making possible to put theory and practice together.
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Fajardo, Virgínia Capistrano. "Consumo alimentar e fatores de risco para doenças cardiovasculares em trabalhadores em turno alternantes, Minas Gerais." reponame:Repositório Institucional da UFOP, 2013. http://www.repositorio.ufop.br/handle/123456789/4107.

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Abstract:
Programa de Pós-Graduação em Saúde e Nutrição. Escola de Nutrição, Universidade Federal de Ouro Preto.
Submitted by Oliveira Flávia (flavia@sisbin.ufop.br) on 2014-12-03T16:30:51Z No. of bitstreams: 1 DISSERTAÇÃO_ConsumoAlimentarFatores.pdf: 3546885 bytes, checksum: 984e88668848baa9a379cac0bfded23f (MD5)
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Introdução: As doenças cardiovasculares são responsáveis por 30% da mortalidade mundial. Dentre seus fatores de risco comportamentais a alimentação inadequada, especialmente com excesso de sódio e gordura saturada, contribuem com alterações na pressão sanguínea, níveis de colesterol, glicemia e sobrepeso e obesidade. Além disso, o tipo de escala de trabalho em turnos parece contribuir também com o aumento do risco para DCV. Então, quando o trabalho em turnos estiver associado com escolhas alimentares inadequadas poderá resultar no surgimento, ou agravamento, dos fatores de risco para DCV. Objetivo: Verificar a relação entre o consumo alimentar e fatores de risco para doenças cardiovasculares. Assim como, determinar o padrão alimentar dos trabalhadores em turnos alternantes de uma mineradora da região dos Inconfidentes, Minas Gerais, Brasil. Métodos: Estudo de delineamento transversal foi realizado em 574 trabalhadores em turnos alternantes. Foram investigados os perfis sociodemográfico, clínico, antropométrico, bioquímicos e comportamentais. Com a finalidade de verificar a relação entre o consumo alimentar e fatores de risco foram utilizados o teste qui-quadrado de Pearson e o qui-quadrado com correção de continuidade de Yates, com nível de significância de 5%. Além disso, o padrão alimentar foi determinado por duas técnicas classificatórias multivariada de análise de agrupamentos. Para a análise fatorial foi utilizado o método de componentes principais, e a rotação ortogonal- varimax. Além disso, verificou-se a aplicação deste tipo de estatística quanto sua validade através do teste de Kaiser-Meyer-Olkin (KMO) e Esfericidade de Bartlett. Enquanto que para a análise de Cluster foi usado o método de ligação Ward e para a escolha do número final de grupos utilizou-se como critério a similaridade mínima de 50%. Resultados: Participaram do presente estudo 574 homens adultos, entre 21 e 56 anos, com idade mediana de 34 anos. Todos eles com escala de trabalho em turnos alternantes (6h/12h), e com tempo mediano de trabalho em turnos de 7 anos. A maioria dos entrevistados vive com cônjuge, quase a totalidade dos indivíduos, 91,8% (n=527), possuía mais de oito anos de estudo, e mais de 60% declararam-se como não brancos. Quanto aos fatores de risco, quase um terço dos indivíduos foi classificado com pressão arterial aumentada, e em torno de 65% possuem excesso de peso. Aproximadamente 15% do grupo estudado possuíam glicemia e LDL-colesterol aumentados, e cerca de 30% deles alterações de triacilglicerol, colesterol total, o HDL-colesterol. Dentre as variáveis comportamentais investigadas, nota-se que a maioria dos indivíduos possuía nível ativo de atividade física, risco baixo para ingestão alcoólica e não faziam o uso de tabaco. Quanto ao consumo alimentar, as maiores frequências de adequação foram nos grupos das leguminosas e cereais, porém menos de 20% dos trabalhadores atingiam as recomendações de consumo para os grupos do leite e derivados e das frutas. Ao verificar a relação entre o consumo alimentar e os fatores de risco para doenças cardiovasculares, foram encontradas associações significativas (p < 0,05) entre o consumo de legumes e verduras, leite e derivados, gordura aparente das carnes ou pele de frango, peixes, tipo de gordura utilizada para cocção e, refrigerantes e sucos industrializados, com alterações da pressão arterial, índice de massa corporal, circunferência da cintura, glicose, triacilglicerol, colesterol total e LDL-colesterol. No presente estudo observou a formação de nove padrões alimentares quando utilizada o método fatorial, os quais representaram cerca de 60% de explicação total dos dados. Tal análise foi adequada para este conjunto de variáveis de acordo com os testes de Kaiser-Meyer-Olkin (0,538) e esfericidade de Bartlett (p=0,000). Enquanto que pela análise de cluster foi encontrada a formação de seis grupos heterogêneos entre si, e homogêneos internamente. Conclusão: A amostra de trabalhadores em turnos alternantes possui risco para o desenvolvimento de DCV, pois posuem frequências significativas de alterações clínica, bioquímicas e antropométricas, além de inadequação do consumo de alimentos e presença de outros fatores de risco comportamentais. No presente estudo foram encontradas associações significativas (p<0,005) entre algumas varáveis de consumo alimentar com os fatores de risco avaliados. Ao utilizar a determinação de padrões alimentares por métodos de agrupamento, verificou-se que a análise cluster foi melhor para os dados investigados. ______________________________________________________________________________________________
Introduction: Cardiovascular diseases are responsible for 30% of global mortality among their behavioral risk factors to inadequate nutrition, especially with excess sodium and saturated fat, contributes to changes in blood pressure, cholesterol levels, blood glucose, overweight and obesity. Moreover, the scale type of shift work seems to contribute to this increased risk for CVD. So if associated with inadequate food choices could result in the emergence or worsening of the risk factors for CVD. Objective: To investigate the relationship between food consumption and risk factors for cardiovascular diseases. In addition to determining the dietary pattern of alternating shift workers of a mining region of the Inconfidentes, Minas Gerais, Brazil. Methods: A cross sectional study was conducted in workers on alternating shifts, adult males. We investigated the sociodemographic, clinical, anthropometric, biochemical and behavioral profiles. With the aim of verifying the relationship between food consumption and risk factors used were the chi-square test and the chi-square test with Yates correction for continuity, with a significance level of 5%. In addition to that, dietary patterns were determined through tests of factor analysis and cluster. For the factor analysis was used to principal components method and rotated by an orthogonal (Varimax) transformation. Furthermore, it has been the application of such statistical validity as by Kaiser–Meyer–Olkin (KMO) statistics and the Bartlett test of sphericity. While for cluster analysis was used a Ward method, and for the selection of the number of end groups was used as the similarity criterion of at least 50%. Results: The study included 574 adult men between 21 and 56 years, with a median age of 34 years. All of them work scale alternating shifts (6h/12h), and median time of shiftwork was 7 years. Most respondents living with spouse, had more than eight years of schooling, and more than 60% declared themselves as non-white. Regarding risk factors, nearly a third of the subjects was classified as increased blood pressure, and around 65% are overweight. Approximately 15% of the patients studied had blood glucose levels and increased LDL-cholesterol, and about 30% of them had triacylglycerol changes in total cholesterol, HDL-cholesterol. Among the behavioral variables investigated, we note that the majority of individuals had active level of physical activity, low risk for alcohol intake and did not use tobacco. As for food intake, the highest frequencies of appropriateness were in groups of legumes and cereals, but less than 20% of employees met the recommendations of consumption for groups of dairy products and fruits. To verify the relationship between food consumption and risk factors for cardiovascular disease, was found significant associations (p <0.05) between the consumption of vegetables, dairy products, meat and visible fat from chicken skin, fish, type of fat used for cooking and soft drinks and juices industrialized, with changes in blood pressure, body mass index, waist circumference, glucose, triglyceride, total cholesterol and LDL-cholesterol. In the present study the formation of nine dietary patterns used when the factorial method, which accounted for about 60% of total explanation of the data. This analysis was appropriate for this set of variables according to the testing Kaiser-Meyer-Olkin (0.538) and Bartlett's sphericity (p = 0.000). Whereas the cluster analysis found the formation of heterogeneous six groups with each other, and internally homogeneous. Conclusion: The sample of workers on alternating shifts have a risk of developing CVD because, besides having a significant frequency of clinical, biochemical and anthropometric changes, they also had an inadequate food intake and presence of other behavioral risk factors. The present study found significant associations (p <0.005) between some variables
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Mazzonetto, Ana Cláudia. "Escolhas alimentares e comportamento de consumo." Florianópolis, 2012. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/96381.

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Abstract:
Dissertação [mesterado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Ciências da Saúde. Programa de Pós-Graduação em Nutrição
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A criança é reconhecida como consumidor pela possibilidade de fazer escolhas e realizar compras independentes e também por direcionar as escolhas dos pais, direta ou indiretamente. Estudos mostram que as crianças gastam dinheiro próprio com doces, chocolates, bebidas açucaradas, salgadinhos de pacote e outros petiscos; assim como influenciam seus pais a adquirirem basicamente os mesmos itens. A compra e a ingestão de alimentos de baixo valor nutricional são determinadas por diferentes fatores. Entre eles, a preferência inata da criança pelo sabor doce e por alimentos de alta densidade energética. Essa preferência é reforçada pela intensa promoção e divulgação de produtos de alta palatabilidade e densidade energética, bem como pela ampla disponibilidade, fácil acesso, conveniência e baixo custo. Por outro lado, frutas, legumes e verduras são ingeridos em quantidades e frequências inferiores às recomendações. Acesso e disponibilidade também figuram como determinantes da ingestão desse grupo alimentar, além do exemplo e do estímulo dos pais. Como os hábitos alimentares desenvolvidos na infância provavelmente permanecerão na idade adulta, investigar em crianças fatores envolvidos nas escolhas de alimentos de alto e baixo valor nutricional, tanto no momento de ingestão quanto no momento de compra e influência, mostra-se uma etapa relevante para definir ações de educação para o consumo e de promoção de hábitos alimentares saudáveis. Para compreensão desses fatores utilizou-se nesse estudo uma abordagem qualitativa por meio da técnica de grupos focais e análise lexical com auxílio do software Alceste. Uma moderadora, com o auxílio de uma moderadora-assistente, conduziu 16 grupos focais com 71 crianças em oito escolas distribuídas em diferentes regiões de Florianópolis, SC. Para a coleta de dados foi utilizado um roteiro semiestruturado que incluiu questões sobre hábitos alimentares e comportamento de consumo com enfoque em dois grupos: frutas, legumes e verduras e, alimentos de baixo valor nutricional. Para auxiliar a discussão foram utilizadas figuras dos alimentos investigados como estímulos visuais. Para análise dos dados foi feita transcrição verbatim das gravações dos grupos focais dando origem a um corpus que foi submetido à análise lexical com auxílio do software Alceste (2010). O Alceste sintetiza e organiza as informações essenciais de bancos de dados textuais e as apresenta divididas em classes. Para isso, utiliza-se de cálculos feitos sobre a coocorrência de palavras em segmentos de texto, operando em quatro etapas. Após essas etapas o software gera um relatório. A mesma pesquisadora responsável pela condução dos grupos focais interpretou os resultados do relatório. Os resultados encontrados mostraram que as crianças deste estudo disseram escolher alimentos de baixo valor nutricional nos pedidos que faziam aos pais - principalmente no supermercado; quando realizavam compras independentes; ao participarem de eventos sociais, momentos de lazer; ou quando se alimentavam fora de casa. As compras independentes eram realizadas em pequenos estabelecimentos localizados próximos da escola e de casa. Salientaram que alimentos de baixo valor nutricional competem com alimentos de alto valor nutricional, pois, são gostosos. Perceberam, porém, que não são saudáveis e, portanto, devem ser evitados. Consideraram frutas, legumes e verduras como saudáveis, mas não mencionaram o atributo "saudável" como um estímulo que despertasse a vontade de consumir tais alimentos. Sentir fome, ter sabor agradável e boa aparência, além de aparecer na TV, destacaram-se como motivadores para o consumo de frutas, legumes e verduras e de alimentos de baixo valor nutricional. Aparência inadequada foi citada como barreira para o consumo de frutas, legumes e verduras. Deste modo, o desafio de tornar a alimentação das crianças mais saudável depende de pais, escola, profissionais de saúde, governo e indústria alimentícia. É importante que os pais aproveitem a presença das crianças durante as compras familiares para educá-las sobre escolhas alimentares e comportamento de consumo, incentivando-as a participar do processo de escolha e compra de alimentos. Além disso, é preciso que os pais observem e regulem a frequência e o tipo de alimento consumido pelas crianças dentro e fora de casa. O uso dos sentidos parece ser ferramenta interessante para a promoção de uma alimentação saudável em escolas e por profissionais de saúde. Evidencia-se a necessidade de o governo aumentar esforços no sentido de regulamentar a promoção e a publicidade de alimentos para crianças e desenvolver campanhas de marketing social que sejam capazes de retomar a comida como afeto, sabor e prazer. Com regulamentações estabelecidas pelo governo a ndústria de alimentos possivelmente seria levada a adotar estratégias de marketing mais responsáveis e a investir na melhoria da qualidade nutricional de seus produtos
Children are recognized as consumers for their capacity of making choices and independent purchases and also for directly or indirectly influencing their parent's choices, to purchase items for their own benefit. Studies show that children spend their own money with confectionary and chocolates, savory snacks and sugary drinks. They influence the purchase of basically the same items. Different factors determine the purchase and intake of these food items, such as the child's innate preference for sweet and salty flavors and foods with high energy density. This preference is reinforced by the intense promotion of high-energy density and high-palatability food and also by their convenience, wide availability, easy access, and low cost. On the other hand, fruit and vegetable intake do not meet dietary guidelines' recommendations. Parental intake, feeding styles, accessibility and availability are some of fruit and vegetable intake determinants. Considering that eating habits developed in childhood will probably remain in adulthood, investigate factors involved in the food choices and food purchases is an important step to define actions for consumer education and to promote healthy eating habits. With a qualitative approach, sixteen focus groups were conducted by a moderator and an assistant moderator with 71 children (aged eight to ten years old) in eight schools from different regions of Florianopolis, SC, Brazil. A semi-structured interview schedule was developed to guide the focus group discussion. The key topics discussed with participants were: food choices regarding fruits, vegetables, energy-dense nutrient-poor foods, and consumer behavior. Pictures of such foods were used as visual stimuli. The transcriptions obtained were submitted to a lexical analysis by the Alceste software. This software summarizes and organizes essential information from textual databases and features them into classes. It relies upon co-occurrence of words in text segments, operating in four stages. Alceste generated a report which was interpreted by the same researcher responsible for conducting the focus groups. Children said they chose energy-dense, nutrient-poor foods when making requests for their parents (especially from the supermarket); when shopping independently and when are eating out, at social events, or during leisure time. Independent purchases were made at small retail stores located near their schools and homes. They said that energy-dense, nutrient-poor food were delicious and therefore competed with fruit and vegetable ingestion, but also said they were unhealthy and therefore should be avoided. Fruits and vegetables were considered healthy, but that did not appear to be sufficient to arouse the desire to consume them. Hunger, good taste and looks and appearing on TV stood out as motivators for both the consumption of fruits and vegetables and energy-dense, nutrient-poor foods. Bad appearance was mentioned as a barrier to consumption of fruits and vegetables. The challenge of making children eat healthily applies for parents, schools, health professionals and government. Parents could consider shopping events as opportunities to educate children about food choices and consumer behavior, encouraging them to participate in the process of choosing and buying food. Moreover, parents should observe and regulate the frequency and type of foods consumed by children inside and outside the home environment. Sensory perceptions seem to be an interesting tool to be used at school and by health professionals to promote healthy eating. It is up for the government to increase efforts to regulate the promotion and advertising of food to children and develop social marketing campaigns that would be able to portray food as affection, taste and pleasure. With regulations established by the government the food industry would possibly be carried to adopt more responsible marketing strategies and invest in improving the nutritional quality of its products
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Sarmento, Roberta Aguiar. "Padrões alimentares e desfechos de saúde em pacientes com diabetes tipo 2 : avaliação a partir de um questionário de frequência alimentar." reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2016. http://hdl.handle.net/10183/151014.

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Sanches, Michele. "Hortaliças: consumo e preferências de escolares." Universidade de São Paulo, 2003. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/11/11141/tde-12022003-143128/.

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Abstract:
Análises elaboradas nas últimas três décadas, tendo por base dados obtidos por pesquisas nacionais revelam que houve redução do consumo, pela população brasileira, de alimentos de origem vegetal. Também tem sido destacado por diversos autores que o baixo consumo de frutas e hortaliças está associado ao maior risco do desenvolvimento de doenças cardiovasculares e diversos tipos de câncer. Pesquisas envolvendo crianças e adolescentes brasileiros revelam que os mesmos consomem, de forma geral, reduzida quantidade desses alimentos. Com o objetivo de estimular o consumo dos alimentos de origem vegetal, têm sido buscadas alternativas e, entre essas, a incorporação de maior quantidade e variedade dos referidos alimentos nas refeições dos programas alimentares dirigidos, por exemplo, aos escolares. Uma alternativa que se revela promissora é a utilização dos alimentos minimamente processados, também considerados de "conveniência" ou de "fácil preparo". A presente pesquisa, realizada no município de Piracicaba – SP e tendo por base amostra de 210 escolares, matriculados em escolas públicas, visou conhecer: a aceitabilidade das hortaliças minimamente processadas; a análise do consumo de alimentos, com destaque para a contribuição de energia e nutrientes provenientes das hortaliças e frutas e, também, a avaliação do estado nutricional dos alunos. Foram analisados os indicadores antropométricos (escore Z de altura para idade – ZAI e escore Z de peso para idade – ZPI) e a distribuição do Índice de Massa Corporal – IMC. As informações relativas ao consumo alimentar (análises quantitativas e qualitativas) foram obtidas por meio da realização de entrevistas, adotando-se o método de registro de alimentos (Recordatório 24 horas). Para o cálculo e as análises do conteúdo de energia e nutrientes presentes na alimentação dos escolares utilizou-se o software Virtual Nutri (Philippi et al., 1996). Para conhecer a opinião do grupo de alunos sobre as hortaliças minimamente processadas, realizou-se teste de análise sensorial, adotando-se a escala hedônica facial de três pontos. Os resultados revelaram que dos alunos entrevistados, 35,2% das meninas e 32,4% dos meninos apresentaram sobrepeso enquanto apenas 1,9% dos escolares revelaram condição oposta, ou seja, baixo peso. Verificou-se que 50% da população estudada possui dieta cujo conteúdo energético não atingiu o valor mínimo recomendado e, somente 36,19% dos escolares apresentaram adequada participação dos macronutrientes (carboidratos, proteínas e lipídios) no Valor Energético Total – VET. Observou-se também, que 58,10% dos participantes da pesquisa gostaram muito das hortaliças minimamente processadas, e apenas 10,47% reprovaram os vegetais. verificou-se que 17,14% das meninas e apenas 3,81% dos meninos, afirmaram "não gostar" das hortaliças minimamente processadas. Ressalta-se que 61% dos escolares que revelaram "gostar muito" dos vegetais minimamente processados, pertencem a famílias com menor renda per capita. Há possibilidades que uma maior oferta e consumo de hortaliças, pelos alunos, seja assegurada com a devida incorporação de alimentos minimamente processados às refeições dos programas alimentares, que vigoram atualmente no Brasil.
Analysis elaborated in the last three decades, based on information obtained through national researches reveal that there was reduction of the consumption, for the Brazilian population, of foods of vegetable origin. It has also been highlighted by several authors that the low consumption of fruits and vegetables is associated to a larger risk of development of cardiovascular diseases and several cancer types. Researches involving children and Brazilian teenagers reveal that they consume, in general, reduced amount of those foods. With the objective of stimulating the consumption of the foods of vegetable origin, alternatives have been looked for and, among those, the incorporation of a larger amount and variety of the referred foods in the meals of the alimentary programs driven to the scholars, for instance. An alternative, which seems promising, is the use of the minimally processed vegetables, also considered of "convenience" or "easy to prepare". This research, accomplished in the municipal district of Piracicaba – SP, based on a sample of 210 students, enrolled in public schools, aimed to know: the acceptability of the minimally processed vegetables; analyze the consumption of foods; highlighting the contribution of energy and nutrients coming from vegetables and fruits and, also, the students' nutritional status. The anthropometrical indicators were analyzed (Z - scores of height to age – ZAI and Z – scores of weight for age - ZPI) as well as the distribution of the Body Mass Index - BMI. The information concerning the alimentary consumption (quantitative and qualitative analysis) was obtained through interviews, being adopted the method of registration of foods (Reminding 24 hours). For the calculation and analysis of the content of energy and nutrients present in the students feeding it was used the software Virtual Nutri (Philippi et al., 1996). To know the opinion of the students' group on the minimally processed vegetables, a sensorial analysis took place, adopting the three points facial hedonic scale. The results revealed that, among the interviewed students, only 35,2% of the girls and 32,4% of the boys presented overweight while 1,9% of the students revealed the opposite condition, that is, low weight. It was verified that 50% of the studied population have a diet in which energy content didn't reach the recommended minimum value and, only 36,19% of the students presented appropriate participation of the macronutrients (carbohydrates, proteins and lipids) in the Total Energy Value – TEV. It was also observed that 58,10% of the participants of the research enjoyed a lot the minimally processed vegetables, and only 10,47% didn't enjoy the vegetables. It was verified that 17,14% of the girls and only 3,81% of the boys stated not to "enjoy" the minimally processed vegetables. It is important to say that 61% of the students who revealed to "enjoy a lot" the minimally processed vegetables, belong to families that have a smaller family income per capita. There are possibilities that a larger offer and consumption of vegetables, among the students, is guaranteed with the incorporation of minimally processed foods to the meals of the alimentary programs in place in Brazil today.
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Gallo, Sophia Karlla Almeida Motta. "Comportamento alimentar e mídia: a influência da televisão no consumo alimentar de crianças do Agreste Meridional Pernambucano, Brasil." Universidade de São Paulo, 2011. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/6/6136/tde-11042011-084708/.

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Abstract:
Trata-se de um estudo qualitativo de corte transversal desenvolvido com escolares de uma escola pública da periferia urbana da cidade de Garanhuns- PE. Teve como objetivo compreender relações entre comportamento alimentar em crianças e a exposição a propagandas de alimentos veiculadas pela televisão. Participaram 27 crianças entre 7 e 9 anos de idade, das 29 matriculadas no início do ano (duas abandonaram a escola), tendo os cuidadores principais (mãe, pai ou avós) como informantes-chave. Cada criança teve oportunidade de responder a um questionário individual, pré-testado e adaptado para a cultura local; fazer um desenho e participar de uma conversa com a pesquisadora. Os familiares narraram práticas e preferências alimentares em diálogo semi-estruturado em horário sugerido e negociado com a direção da escola. A pesquisa foi aprovada pelo Comitê de Ética em Pesquisa da FSP/USP. Pode-se, como resultado, aprofundar a compreensão de como a publicidade diretamente veiculada e indiretamente transmitida- como parte do cenário- de alimentos interfere na culinária familiar e nas opções alimentares das crianças. Neste sentido, o cardápio familiar, com muitas variações, incorpora alimentos veiculados pela televisão com predominância de alimentos processados de baixo valor nutricional sob o aspecto qualitativo (nutrientes). O estudo corrobora os dados da Pesquisa de Orçamento Familiar (2008-2009) que aponta a transição nutricional em crianças como desafio das políticas públicas contemporâneas
This is a qualitative study of the cross-sectional design with students and their families in a suburban public school of the town of Garanhuns-PE. Aimed to study relationships between eating childrens behavior and exposure to food advertisements broadcast on television. Actively participated in 27 children between 7 and 9 years old and their primary caregivers (mother, father or grandparent) of 29 enrolled at the beginning of the year (two dropped out of school). Each child had chance to answer to a questionnaire individual, daily pre-tested and adapted for the local culture; to make a drawing and to participate of a colloquy with the researcher. The familiar ones had told practices and food preferences in dialogue halfstructuralized in schedule suggested and negotiated with the board of the school. The research was approved by the Committee of Ethics in Research of the FSP/USP. It can, as resulted, to deepen the understanding of how advertising directly or indirectly conveyed, transmitted as part of the scenario-food intervenes with the family cooking and food choices of children. In this sense, the familiar menu, with some variations, incorporates advertised foods on television with a predominance of processed foods with low nutritional value. The study corroborates data from the Brazilian Household Budget Surveys POF (2008-2009) that contemporaries point the nutritional transition in children as challenge of the public politics
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Sartori, Alan Giovanini de Oliveira. "Consumo alimentar de beneficiários do programa Bolsa Família." Universidade de São Paulo, 2014. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/11/11141/tde-04022014-084632/.

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Abstract:
A expansão do consumo de alimentos submetidos a elevado grau de processamento em países em desenvolvimento é notória. Em paralelo, observa-se o aumento na prevalência de excesso de peso e de comorbidades associadas. O fenômeno também tem sido observado em famílias consideradas pobres que recebem benefício financeiro de programa federal de transferência condicionada de renda. O objetivo geral foi analisar o consumo alimentar de beneficiários do Programa Bolsa Família (PBF). Foi elaborado um sistema de classificação de alimentos, de acordo com o propósito e grau de processamento. Os dados utilizados são provenientes do módulo de consumo alimentar pessoal da Pesquisa de Orçamentos Familiares (n = 34.003; 7.600 beneficiários), conduzida pelo Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística (IBGE) entre os anos de 2008 e 2009. As observações foram classificadas em três faixas etárias: crianças e adolescentes (10 a 18 anos), adultos (19 a 59 anos) e idosos (60 ou mais anos). Os integrantes da amostra também foram discriminados de acordo com o local do domicílio: regiões Norte, Sul, Nordeste, Centro-Oeste, estado de São Paulo e grupamento dos estados de Minas Gerais, Rio de Janeiro e Espírito Santo. Para estimar o conteúdo de carotenoides presente na dieta um banco de dados foi construído e a composição dessas substâncias nos alimentos foi obtida, prioritariamente, em fonte de dados nacional. Foram levadas em conta as distintas formas de preparo. A ingestão de energia, macronutrientes, fibra alimentar, vitaminas e minerais também foi analisada, com base nas composições dos alimentos divulgadas pelo IBGE. O IMC foi calculado e regressões múltiplas ajustadas aos dados, controlando fatores socioeconômicos e demográficos. Notou-se, destacadamente, que a energia fornecida pelos alimentos ultraprocessados torna-se menor para faixas etárias de maior idade. As pessoas beneficiárias do programa apresentaram tendência para obtenção de menor proporção de energia proveniente desses produtos. A ingestão de fibra alimentar foi, em geral, reduzida (exceto para beneficiários do sexo masculino), assim como de ácidos graxos poli-insaturados, e os ácidos graxos trans foram consumidos em excesso. Verificou-se conteúdo insuficiente (valores médios) de vitaminas E, A, D, folato, B1 (em idosas) e B6 (em idosos), cálcio, potássio, magnésio e fósforo (em meninos e meninas). O sódio foi consumido em excesso. As principais fontes dietéticas da maioria dos minerais foram alimentos minimamente processados e in natura, com exceção do sódio e do manganês. Alimentos processados e preparações culinárias (sem alimentos ultraprocessados na receita) foram importantes fontes de vitaminas C, D e do complexo B, mas também de colesterol, lipídeos e ácidos graxos saturados. A elevada quantidade de ácidos graxos trans contida em alimentos ultraprocessados foi notada. O conteúdo estimado de carotenoides na dieta foi baixo e não integrou intervalos preconizados como seguros. Destacaram-se como fontes dessas substâncias, além das frutas, legumes e verduras, o macarrão preparado com molho de tomate (para licopeno) e as sopas (para ?-caroteno e pró-vitamínicos A). Não foi captado efeito estatisticamente positivo, no IMC, da participação das categorias de alimentos.
The population\'s growing demand for high processed foods in developed countries is well known. At the same time, it is noted an increase of the prevalence of excess body weight and associated comorbidities. The fact has have also been observed among poor families that receive financial support from federal conditional cash transfer programs. The general aim of this thesis was to analyze food consumption of \"Bolsa Família\" Program (BFP) beneficiaries. A food classification system was developed, according to the purpose and processing level. The data used is from the individual food consumption module of a household expenditure survey (n = 34,003; 7,600 beneficiaries) carried out by Brazilian Institute of Geography and Statistics (BIGS) between 2008 and 2009. Observations were classified in three age strata: children and adolescents (10 to 18 years old), adults (19 to 59 years old) and elderly (60 years old or older). They were also identified according to the geographic regions or states where they live in: North, South, Northeast, Center-West, São Paulo state, and the group of Minas Gerais, Rio de Janeiro and Espírito Santo states. To estimate carotenoid intake in the diet, a database was built and food composition of these bioactive compounds were obtained, with priority, in a national database, and the distinct modes of preparation were considered. The ingestion of energy, macronutrients, vitamins, minerals and dietary fiber was analyzed as well, but according to food composition data from BIGS. The BMI was calculated and multiple regressions were fitted to data, controlling socioeconomic and geographic variables. Amidst the results, it was noted that the higher is the share of ultra-processed foods, expressed as energy intake, the lower is the age strata. BFP beneficiaries tend to obtain lower proportions of energy intake by these foods. In general, the ingestion of dietary fiber (except for men) and polyunsaturated fatty acids was considered low and the consumption of trans fatty acids was high. The amounts (average values) of vitamins E, A, D, folate, B1 (for elderly women) e B6 (for elderly men), calcium, potassium, magnesium and phosphorus (for children and adolescents) were evaluated as low. On the other hand, the sodium intake was expressively high. The main dietary sources of the majority of minerals were minimally processed or in natura foods, except for sodium and manganese. Processed foods and culinary preparations (without ultra-processed foods in their recipes) were important sources of vitamins C, D and B-vitamins, but of cholesterol, lipids and saturated fatty acids as well. The proportion of trans fatty acids obtained in ultra-processed foods was notable. Carotenoid intake in the diet did not fit into Prudent individual daily range intake, and the main sources of these phytochemicals were, beside fruits and vegetables, pasta prepared with tomato sauce (for lycopene) and soups (for ?-carotene and provitamin A carotenoids). No statistically significant effect from the share of energy obtained by foods, categorized into groups, was observed on BMI.
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Almeida, Rodrigo de. "Consumo e eficiência alimentar de bovinos em crescimento." Universidade de São Paulo, 2005. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/11/11139/tde-09112005-150314/.

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Abstract:
Embora no passado a seleção para eficiência alimentar tenha sido relegada a um segundo plano pela indústria da carne bovina, hoje há um crescente interesse por estudos abordando eficiência alimentar de bovinos de corte e esta discussão norteou o primeiro capítulo desta tese. No segundo capítulo foram analisados dados de consumo de MS de 36 tourinhos do rebanho Nelore Seleção (NeS) e 36 do rebanho Nelore Controle (NeC) oriundos da Estação Experimental de Zootecnia de Sertãozinho. A média obtida para consumo alimentar residual (CAR) foi de 0,00±0,41 kg/dia, com valores mínimo e máximo de –0,73 e +0,95 kg/dia, confirmando que há uma satisfatória variabilidade para esta característica em animais Bos indicus. Tourinhos NeS apresentaram maiores pesos inicial e final e ganharam peso mais rapidamente que tourinhos NeC. Tourinhos NeS apresentaram consumos de MS superiores aos consumos de tourinhos NeC, quando expressos em kg/dia ou em g/kg PV0,75. Tourinhos NeC apresentaram índices de eficiência alimentar mais altos e estimativas de CAR mais baixas que tourinhos NeS. Enquanto que tourinhos NeS apresentaram valores de energia retida 11,7% superiores que tourinhos NeC, a produção de calor dos animais selecionados foi 17,9% maior. Tourinhos NeS apresentaram ainda maiores estimativas de exigência energética para mantença. As equações de predição de consumo de MS do NRC foram desenvolvidas com dados obtidos principalmente de bovinos europeus, implantados e alimentados com dietas de alta proporção de concentrado e com ionóforos. O terceiro capítulo estimou e validou uma equação de predição de consumo para zebuínos. Métodos de meta-análise foram aplicados em 17 experimentos com bovinos Nelore. Entre as 193 unidades experimentais, a concentração energética da dieta variou de 51,2 a 78,0% NDT. A equação sugerida para estimar o consumo alimentar de bovinos Bos indicus é: CMS (kg/d) = (PVj0,75 * (0,2039*ELm – 0,03844*ELm 2 – 0,07376))/ELm Bovinos Bos taurus apresentaram consumos de MS progressivamente mais altos que bovinos Bos indicus, quando a concentração da ELm foi superior a 1,4 Mcal/kg. Os resultados demonstraram que o comportamento ingestivo do Bos indicus em diferentes concentrações energéticas é incorretamente estimado pelas equações do NRC. No quarto capítulo foram desenvolvidas curvas de consumo de MS e eficiência alimentar no tempo para tourinhos em confinamento. O experimento foi realizado na Embrapa Pecuária Sudeste e utilizou 188 machos não-castrados da raça Nelore (NE) e cruzados ½Canchim + ½Nelore (CN), ½Angus + ½Nelore (AN) e ½Simental + ½Nelore (SN), distribuídos em três anos e 85 baias. Os animais foram distribuídos nas baias, de acordo com o grupo genético e tratamento experimental no período anterior ao confinamento. Machos NE apresentaram menor consumo de MS (kg/dia) do que machos cruzados AN, CN e SN. A presente análise não indicou menor eficiência dos machos NE em relação aos mestiços. Quanto ao efeito de tratamento anterior, o ganho de peso compensatório parcial e a melhor eficiência alimentar dos bovinos que não receberam concentrado no período anterior ao confinamento, reduziram as vantagens da suplementação em pastejo. Os efeitos de raça e sexo sobre características de desempenho em dois grandes confinamentos comerciais foram avaliados no quinto capítulo. Após impor restrições ao arquivo original, restaram 116.376 animais distribuídos em 608 lotes. Animais cruzados apresentaram taxas de ganho de peso e estimativas de consumo de MS mais altas que animais Nelore. Conseqüentemente, não foi observada diferença significativa na eficiência alimentar entre animais cruzados e zebuínos. O ganho de peso diário foi numericamente mais alto para os bovinos inteiros. Quando o consumo de MS foi expresso em kg/dia, lotes de animais inteiros apresentaram maiores consumos que lotes de animais castrados. Não foram observadas diferenças significativas entre bovinos inteiros e castrados para eficiência alimentar. As equações de predição de consumo de MS analisadas subestimaram os consumos reais observados, o que sugere uma grande heterogeneidade dos animais na entrada do confinamento e a ausência de fatores de ajuste para ganho compensatório.
Although selection for feed efficiency was withdrawn to a minor role by the beef industry in the past, nowadays there is a growing attention by studies dealing with feed efficiency traits in beef cattle and this subject was discussed in the first chapter. The second chapter analyzed dry matter (DM) intake data of 36 Nellore young bulls from the Selected Nellore (NeS) line and 36 from the Control Nellore (NeC), both from Experimental Station of Sertãozinho. Overall average for residual feed intake (RFI) was 0.00±0.41 kg/day, with minimum and maximum RFI estimates of –0.73 and +0.95 kg/day. These estimates confirm that there is enough variability for this new trait among Bos indicus animals. Selected Nellore young bulls were heavier at the beginning and at the end of the trial and they grown more rapidly than NeC young bulls. Selected Nellore young bulls showed larger DM intakes than NeC young bulls, when expressed on kg/day or g/kg mid-BW0.75. Control Nellore young bulls were more efficient and showed lower RFI estimates than NeS young bulls. While NeS young bulls showed retained energy estimates 11.7% greater than NeC cattle, NeS estimates for heat production were 17.9% larger. Lastly, NeS young bulls showed greater maintenance requirements than NeC young bulls. Current prediction equations for DM intake from NRC were mainly obtained from Bos taurus breeds, from cattle implanted with a growth-promoting implant and fed low forage diets, supplemented with ionophores. The third chapter developed and validated a DM intake prediction equation for Zebu cattle. Meta-analyses methods were applied to 17 experiments conducted with Nellore cattle. Among the 193 experimental units, dietary energy concentration ranged from 51.2 to 78.0% TDN. The suggested equation to predic feed intake by Bos indicus cattle is: DMI (kg/d) = (SBW0,75 * (0.2039*NEm – 0.03844*NEm 2 – 0.07376))/NEm Above 1.4 Mcal/kg the new equation predicted progressively lower intakes for Nellore than European genotypes. These results showed that the intake behaviour from Bos indicus cattle in a broad range of dietary NEm concentration is incorrectly predicted by the current NRC equations. The fourth chapter described the relationships of dry matter intake and feed efficiency to days on feed for young bulls in feedlots. The trial was conducted on Embrapa Pecuária Sudeste, and included records from 188 beef young bulls from four different genetic groups: purebred Nellore (NE), ½Canchim + ½Nellore (CN), ½Angus + ½Nellore (AN), and ½Simental + ½Nellore crossbreds (SN), distributed on three years and 85 pens. Animals were distributed on pens in a ramdomized block design by genetic group and previous experimental treatment. NE young bulls showed a lower DM intake (kg/day) than AN, CN and SN crossbreds bulls. The analysis did not show a lower feed efficiency for NE bulls compared with the feed efficiency estimated for the remaining genetic groups. Partial compensatory growth and better feed efficiency for the bulls that were not supplemented with a concentrate before being fully fed during the experimental period diminished the advantages of supplementation during the grazing period. The fifth chapter evaluated the effects of breed and gender on performance traits em two large commercial feedlots in the Brazilian Central Region. After editing the original data set, it remained 116,376 animals distributed on 608 pens. Crossbreds showed higher average daily gains and DM intakes than Nellore animals. Consequently, it was not observed significant differences on feed efficiency between crossbreds and Bos indicus cattle. Average daily gain was higher for the bulls. When DM intake was expressed as kg/day, bulls showed higher intakes than steers. There were not statistically differences between bulls and steers for the feed efficiency traits analyzed. The equations to predict DM feed intake clearly underestimated the observed intakes. This suggests a large heterogeneity among animals coming into a feedyard and the absence of adjusting factors for compensatory growth.
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Assunção, Raquel da Silva. "Padrão de consumo alimentar e diferenças de gênero." Universidade Federal de Minas Gerais, 2012. http://hdl.handle.net/1843/BUOS-96CJ2F.

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Abstract:
Introduction: Feeding is essential to promoting and maintaining health. A healthy diet occupies strategic position in the prevention of non-communicable diseases. Feeding pattern varies according to gender, age, income, culture and education, among other factors. Gender differences in feeding pattern are important research questions in nutritional epidemiology. While women eat more fruits and vegetables than men, they consume more meat, fatty foods and salt than women. Objectives: To investigate gender differences in markers of dietary pattern of the Brazilian population and check if the educational level and to be on a diet to control weight modifies the association between dietary patterns and gender. Methods: The study includes 47,557 individuals aged 18 to 64 years participants of the Telephone Surveillance System of Risk and Protective Factors for Chronic Diseases (VIGITEL) carried out in 26 Brazilian state capitals and the Federal District in 2006. The dependent variables were consumption of fruits and vegetables five or more days a week, consumption of fatty meats (red meat with apparent fat and/or chicken with skin) and adding salt to prepared food. The independent variables were grouped into socio-demographic, behavioral and health related. Differences between men and women were tested by the chi-square. The magnitudes of associations between the variables consumption of fruit and vegetables five or more days a week, consumption of fatty meats and independent variables were estimated by prevalence ratios (PR) obtained by Poisson regression. The magnitude of association between adding salt to prepared food and independent variables was tested by odds ratio (OR) obtained by Multiple Logistic regression. Results: The prevalence of regular consumption of fruits and vegetables was higher among women (28.6% vs 16.9%, p<0.01); and that of fatty meats as well adding salt to prepared food among men (52.7% vs 30.6%, p<0.01; and 9.8% vs 6.9%, p<0.01, respectively). Educational level modified the effect of gender (p<0.01): after adjustments, the PR of fruits and vegetables intake was 2.11 (95% CI: 1.79-2.48) among women with <9 years of study, and 1.48 (95% CI: 1.37-1.60) among those with higher schooling compared to men of similar education. There was no association between schooling and added salt. Men and women who were on a diet reported higher consumption of fruits and vegetables and lower consumption of fatty meat, but there was no statistical interaction with gender. Conclusions: Women and men have different dietary patterns, with women having healthier patterns. Gender differences in frequency of eating fresh fruits and vegetables were more accentuated in individuals with low schooling. Population based policies to promote healthy diets need to take into account the importance of gender and the influence of schooling.
Introdução: A alimentação é importante na promoção e manutenção da saúde. A dieta saudável ocupa uma posição estratégica na prevenção das doenças crônicas não transmissíveis. O padrão alimentar varia de acordo com o gênero, faixa etária, renda, cultura e escolaridade, entre outros fatores. As diferenças de gênero no padrão alimentar são importantes questões em pesquisas de epidemiologia nutricional. Enquanto mulheres consomem mais frutas, verduras e legumes que homens, eles consomem mais carnes, alimentos gordurosos e sal que mulheres. Objetivos: Investigar as diferenças de gênero em marcadores de padrão alimentar da população brasileira e verificar se a escolaridade e a dieta para controle de peso modificam a associação entre padrão alimentar e gênero. Métodos: Foram incluídos 47.557 indivíduos de 18 a 64 anos de idade, participantes do sistema de Vigilância de Fatores de Risco e Proteção para Doenças Crônicas por Inquérito Telefônico (VIGITEL), das 26 capitais e Distrito Federal, em 2006. As variáveis dependentes foram consumo de frutas e hortaliças em cinco ou mais dias na semana, consumo de carnes gordurosas (carne vermelha com gordura aparente e/ou frango com pele) e adição de sal à refeição pronta. As variáveis independentes foram agrupadas em sócio-demográficas, comportamentais e relacionadas à saúde. As diferenças entre homens e mulheres foram analisadas pelo teste do qui-quadrado. As magnitudes da associação entre as variáveis consumo de frutas e hortaliças em cinco ou mais dias na semana, consumo de carnes gordurosas e as variáveis independentes foram estimadas pela razão de prevalência (RP) estimada pela regressão de Poisson. A magnitude da associação entre adição de sal à refeição pronta e as variáveis independentes foi estimada pelo odds ratio (OR) obtido por meio da regressão Logística Múltipla. Resultados: A prevalência do consumo regular de frutas e hortaliças foi maior entre mulheres (28,6% vs 16,9%, p<0,01), e a de carnes gordurosas, bem como adição de sal à refeição pronta foi maior entre homens (52,7% vs 30,6%, p<0,01; e 9,8% vs 6,9%, p<0,01, respectivamente). A escolaridade modificou o efeito do gênero (p<0.01): após ajustes, a RP de consumo de frutas e hortaliças foi 2,11 (IC95%: 1,79-2,48) nas mulheres com menos de 9 anos de estudo e 1,48 (IC95%: 1,37-1,60) nas de maior escolaridade se comparado aos homens de mesma escolaridade. A escolaridade não foi associada à adição de sal. Homens e mulheres que estavam em dieta relataram maior consumo de frutas e hortaliças e menor consumo de carnes gordurosas, mas não houve interação estatística com gênero. Conclusões: Mulheres e homens possuem padrões de consumo distintos, sendo o padrão alimentar feminino mais saudável que o masculino. Diferenças de gênero na freqüência do consumo de frutas e hortaliças foram mais acentuadas em indivíduos com menor escolaridade. Políticas voltadas para promoção de alimentação saudável pela população devem levar em consideração a importância do gênero e influência da escolaridade.
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Mercio, Thomaz Zara. "O comportamento do consumidor de carne ovina e sua percepção de qualidade por meio de pistas e atributos." reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2013. http://hdl.handle.net/10183/76843.

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Abstract:
O objetivo do presente trabalho foi analisar o comportamento do consumidor de carne ovina considerando a percepção de qualidade através das pistas e atributos de qualidade. Foram utilizados dois métodos de entrevistas: presencial com consumidores de uma loja especializada em carnes na cidade de Porto Alegre, Estado do Rio Grande do Sul, e questionários online. Ao total, foram entrevistadas 207 pessoas, sendo que 100 responderam o questionário no formato presencial e 107 no formato online. O questionário aplicado nas entrevistas foi classificado como estruturado e possuía cinco partes. A primeira, relacionada ao hábito de consumo de carnes de uma maneira em geral, a segunda parte, ao hábito de consumo da carne ovina, a terceira, relacionada ao hábito de consumo dos compradores de carne ovina, a quarta parte, sobre os estilos de vida dos entrevistados e a quinta e última referente a características sóciodemográficas. A terceira parte era apenas respondida por aqueles consumidores que também eram compradores de carne ovina. A análise estatística foi realizada por meio do software Standards Aligned System SAS/STAT 9.2, a partir do procedimento GLIMMIX (GLMM) (SAS, 2008). Inicialmente foi feita uma distribuição de frequência dos dados obtidos e posteriormente, foi analisada a possibilidade da formação de Clusters. Para a caracterização e melhor descrição de cada cluster utilizou-se a Análise Discriminante (STEPDISC), porém a estatística mostrou que não havia o nível de confiança suficiente para a formação de clusters. Na continuação da análise, foi realizada uma correspondência (The CORRESP procedure) e por último uma regressão estatística entre as variáveis, frequência de consumo e faixa etária, correlacionando a informação com as perguntas relacionadas aos atributos de qualidade. Os resultados obtidos demonstram uma tendência da carne ovina ser consumida pelo sexo masculino. No momento da compra, os homens e aqueles entrevistados que se encontraram na faixa etária de 31 a 40 anos possuíam maior disposição em participar na compra de carnes. As pistas de qualidade mais importantes nos atributos de busca em relação à frequência de consumo foram a cor e a gordura externa, e as que foram consideradas de mais baixa importância foram a marca e a propaganda. Nos atributos de confiança, a origem e a categoria do animal foram as mais importantes em relação à frequência de consumo. A influência da idade na percepção dos atributos de busca segue o mesmo comportamento da frequência de consumo, destacando que a gordura possui uma importância maior nas faixas etárias mais jovens. No caso dos consumidores com mais idade, estes dão maior importância para a embalagem e para as variedades de cortes. No atributo de confiança, as quatro pistas de qualidade possuíram maior importância para os consumidores mais jovens e as pistas de experiência seguem o mesmo comportamento.
The aim of this study was to analyze the consumer behavior of lamb meet considering the perception of quality cues and its quality attributes. Two interview methods were used: face-to-face interviews with consumers of a butcher boutique located in the city of Porto Alegre, state of Rio Grande do Sul, and online questionnaires. In total, 207 people were interviewed in which 100 people answered the face-to-face questionnaire and a 107 the online questionnaire. The questionnaire applied in the interviews is classified as structured and owns five chapters. The first one related to the habits of meat consume in a general way, the second chapter, considers the habits of lamb meat consume, the third chapter, regards the habits of lamb consume buyers, the fourth chapter, investigates about interviewers lifestyle and the fifth and last chapter refers to socio demographic characteristics. The third chapter was only answered by those consumers who actually were also buyers of lamb meet. The statistical analysis was performed using the Standards Aligned System software SAS / STAT 9.2, The GLIMMIX Procedure (GLMM) (SAS, 2008). Initially, a frequency distribution of data obtained was made and subsequently the possibility of forming clusters analyzed. To better characterize and descript clusters the Discriminant Analysis (STEPDISC) was used, however, statistical shows there was no sufficient confidence level for the formation of clusters. In further analysis, we performed a data correspondence (The CORRESP procedure) and finally a statistic regression between variables, frequency of meat consumes and age group, correlating the information with the questioning related to the quality attributes. The results show that there is a trend in lamb consume that are higher between male sex representatives. At the specific moment of purchase, men and those respondents who are within the age group of 31 to 40 years have a higher willingness to participate in the purchase of meat. The quality cues most important in search quality attributes regarding the frequency of consumption were the color and external fat and those considered of lower importance were branding and advertising. In confidence attributes, origin and animal category were the most important in relation to the frequency of consumption. The influence of age in the perception of search attributes follows the same behavior of frequency of use, highlighting that fat having a great importance within the younger age groups. For older consumers, the packaging and to the varieties of cuts have greater importance. When analyzing confidence attributes, the four quality cues are the ones with greater importance to youngest consumers group and the experience cues follows the same behavior.
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Duran, Ana Clara da Fonseca Leitão. "Ambiente alimentar urbano em São Paulo, Brasil: avaliação, desigualdades e associação com consumo alimentar." Universidade de São Paulo, 2013. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/6/6138/tde-02102013-164136/.

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Abstract:
Introdução: Estudos realizados em outros contextos mostram que o acesso a alimentos saudáveis e o consumo alimentar variam conforme o local de residência, podendo contribuir com desigualdades em saúde já existentes em áreas urbanas. Objetivos: O estudo apresenta três objetivos: (1) propor e avaliar a confiabilidade de instrumentos de avaliação do microambiente alimentar urbano adaptado ao contexto do Município de São Paulo, (2) investigar se o acesso a alimentos varia de acordo com o nível socioeconômico da vizinhança, após ajustes para o tipo de estabelecimento, e (3) estudar a associação entre o ambiente alimentar local e o consumo de frutas, hortaliças e bebidas açucaradas dentre amostra da população adulta do município de São Paulo. Métodos: Estudo transversal conduzido em 2010-2011 em 52 setores censitários do Município de São Paulo selecionados de acordo com o nível socioeconômico e densidade de equipamentos de comercialização de alimentos. Dois instrumentos de avaliação do microambiente alimentar foram desenvolvidos e tiveram suas confiabilidades inter- e intra-avaliador testadas: (1) ESAO-s instrumento de avaliação de estabelecimentos de comercialização de alimentos para consumo no domicílio; e (2) ESAO-r instrumento de avaliação de estabelecimentos de comercialização de alimentos para consumo imediato. O acesso a alimentos saudáveis foi medido a partir de índices que resumiram as medidas coletadas acerca da disponibilidade, variedade e promoção de alimentos. Associações entre o nível de educação da vizinhança e o acesso a alimentos foram testadas com modelos de regressão multinível. Dados coletados em amostra de 1842 adultos residentes nos mesmos setores censitários acerca do consumo regular ( 5 vezes/semana) de frutas, hortaliças e bebidas açucaradas foram utilizados em modelos multinível de regressão logística com o intuito de estudar as associações entre características do micro- e macro-ambiente alimentar e o consumo de tais alimentos. Para cada participante, disponibilidade, variedade, qualidade, preço e promoção/propaganda de frutas, hortaliças e bebidas açucaradas foram medidos em todos os estabelecimentos de comercialização de alimentos no setor censitário de residência e em todos os estabelecimentos de comercialização de alimentos em um raio de 1,6 km da residência. Resultados: Os instrumentos foram considerados confiáveis, com coeficientes de kappa para as medidas intra e inter-avaliadores variando de 0,55 a 0,95. Eles também foram capazes de discriminar diferentes tipos de estabelecimentos. Supermercados e feiras-livres, mercados municipais e sacolões apresentaram maior disponibilidade de alimentos saudáveis do que pequenos mercados de bairro. Estabelecimentos de comercialização de alimentos localizados em bairros de maior nível socioeconômico apresentaram um maior número de opções saudáveis, quando comparados a estabelecimentos similares, mas localizados em áreas de menor nível de educação. Após ajustes para medidas individuais de sexo, idade, educação e renda, preços altos de bebidas açucaradas em regiões mais pobres da cidade foram associados a uma menor chance de consumi-las (OR=0,58;IC95%=0,34;0,97); enquanto a associação foi inversa nos bairros mais ricos da cidade (OR=2,33;IC95%=1,12;4,84). Associações significativas entre a disponibilidade e consumo de frutas foram mostradas para três diferentes medidas disponibilidade de frutas próximo à residência; presença de pelo menos um estabelecimento que comercializasse frutas, mesmo que com baixa variedade; e residir em uma área no último quartil do índice de acesso a alimentos saudáveis HFSI. Associações entre medidas de acesso e consumo de hortaliças foram menos consistentes. Conclusão: Encontramos diferenças no acesso a alimentos saudáveis em São Paulo, favorecendo as regiões da cidade de níveis socioeconômicos médio e alto. Aspectos do ambiente alimentar foram associados ao consumo de frutas, hortaliças e bebidas açucaradas. Políticas públicas e intervenções com o objetivo de diminuir as desigualdades de acesso da população a alimentos saudáveis devem considerar o impacto de aspectos do ambiente alimentar disponibilidade, preço, variedade e qualidade de alimentos saudáveis e não saudáveis
Introduction: Previous studies carried out in different settings have shown that access to healthy foods and diet patterns vary across neighborhoods, contributing to already present health disparities within urban settings. Objectives: This study comprises three objectives: (1) to develop and examine the reliability of two observational tools to measure the availability, variety, quality, pricing, and signage/promotion of healthy and unhealthy foods in retail food stores, specialized fruits and vegetables (FV) markets/stores, open-air food markets, and restaurants; (2) to examine whether food access varies across neighborhoods of different socioeconomic statuses, adjusted by store types; and (3) to examine the relationships between the neighborhood food environment and the consumption of fruits, vegetables, and sugar-sweetened beverages (SSB) among an adult sample from the city of Sao Paulo, Brazil. Methods: Cross-sectional study conducted in 2010-2011 across 52 census tracts in Sao Paulo city. We selected tracts according to socioeconomic characteristics and density of retail food stores and fast food restaurants. Two comprehensive microlevel food environment tools were developed and had their inter-rater and test-retest reliability tested: (1) ESAO-s to assess retail food stores and open-air food markets; and (2) ESAO-r to assess all types of restaurants. Food access was measured as the availability, variety, and promotion/signage of healthy and unhealthy foods, and was summarized into two indexes developed for retail food stores and restaurants. Multilevel models were used to examine associations of store type and neighborhood characteristics with food access indexes. Data on food intake of 1842 adults from the same sampled 52 different census tracts were collected. For each participant, the availability, variety, quality, price, and promotion/signage of fruits, vegetables, and SSB were directly assessed in all food stores/restaurants within 1.6 km of their residence. Multilevel logistic regression models were used to examine the associations of consumption of fruits 5 days/week, vegetables 5 days/week, and SSB 5 days/week with stores density and fresh fruits, vegetables, and SSB in-store measures. Results: Tools were reliable and able to discriminate across store types. Kappa coefficients varied from 0.55 to 0.95. Supermarkets and FV specialized stores/markets had a higher availability of healthy foods than corner stores/local grocery stores. Fast-food restaurants, bars and, corner stores were more likely to be located in low socioeconomic level neighborhoods, though supermarkets and FV specialized markets/stores were more likely to be located in neighborhoods in the 2 tertile of education. Multilevel analyses showed that supermarkets and full-service restaurants carried more healthy items adjusted for local and surrounding education levels. Stores with better food access, regardless of the type, were more likely to be found in high socioeconomic status neighborhoods. After adjustment for age, gender, income, and education, a higher price of SSB in low-income neighborhoods was associated with a lower odds of consuming SSB (OR=0.58;95%CI=0.34,0.97), whereas for those living in a high-income neighborhood, an inverse pattern was found (OR=2.33;IC95%=1.12,4.84). A positive association between fruit availability and consumption was consistent and significant using three different measures of neighborhood fruit availability. Living near retail food stores in the upper HFSI quartile increased in 52% the odds of consuming fruits (OR=1.52;95%CI=1.03,2.26). We observed less consistent associations for vegetables. Conclusion: We found differences in the accessibility of healthy foods in Sao Paulo, favoring middle and high socioeconomic status neighborhoods. Our findings suggest that the neighborhood food environment influences fruit, vegetable, and SSB consumption. Policies and interventions aimed at reducing disparities in food access in the city should consider characteristics of the food environment availability, price, variety, and quality of healthy and unhealthy foods
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Lage, Bruno Fagundes Cunha. "Rela??es entre comportamento alimentar e temperamento com consumo alimentar residual em novilhos Nelore." UFVJM, 2013. http://acervo.ufvjm.edu.br:8080/jspui/handle/1/322.

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Coordena??o de Aperfei?oamento de Pessoal de N?vel Superior (CAPES)
Objetivou-se, com o presente estudo, estabelecer rela??es entre comportamento alimentar, temperamento e consumo alimentar residual em bovinos Nelore, na fase p?s-desmame, submetidos ao confinamento. Foram utilizados 85 machos Nelore desmamados, em confinamento coletivo, durante 119 dias, sendo os 28 primeiros para adapta??o ? dieta e ao ambiente. O CAR foi calculado pela diferen?a entre o consumo observado e o predito, baseado no ganho de peso m?dio di?rio e no peso vivo metab?lico, sendo classificados como alto CAR (>m?dia + 0,5 DP), m?dio CAR (? 0,5 DP da m?dia) e baixo CAR (Disserta??o (Mestrado) ? Programa de P?s-Gradua??o em Zootecnia, Universidade Federal dos Vales do Jequitinhonha e Mucuri, 2013.
ABSTRACT The objective of the present study was to establish relationships between feeding behavior, temperament and residual feed intake in Nellore the post-weaning under feedlot. It were used 85 male Nellore weaned feedlot during 119 days, being the first 28 days for adaptation of diet and environment. The RFI was calculated by the difference between the observed and predicted consumption, based on average daily weight gain and metabolic live weight being classified as high RFI (average > 0,5 + SD), medium RFI (? 0,5 SD of the mean) and low RFI (average < 0,5 SD). The comparison of means was performed by test t-Student. Were estimated Pearson correlations between feeding behavior traits, temperament, RFI and classes of GMD. The characteristics of feeding behavior time at feeder (TF), time to head down (HD) and frequency of visits (FV) were measured from an electronic monitoring system that records individual patterns of feeding, the GrowSafe System?. Temperament was assessed by ouput speed (OS), composite score (CS) and reactivity. There was no relationship among the RFI with initial weight (IW), final weight (FW) and ADG. On average, animals classified as low RFI showed CMS 24.8% less than the high RFI animals. High RFI animals spent more time in the trough, spent more time of head down and had higher feed rate (FR) compared to low RFI animals. However, no difference was found for FV. The IW, FW, DMI influenced the ADG of the animals. Significant correlations were estimated between TF, HD, FR and RFI (P <0.05), however, there was no correlation between FV and RFI. The TF and FV did not vary for different classes of GMD. Animals classified as high ADG showed higher HD and FR, compared to animals low GMD. Significant correlations were found for HD, FR and ADG, but not for TF, FV and ADG. The only feature of temperament showed variation in the classes of RFI was FS. And with respect to classes of ADG, no characteristic temperament showed a significant difference. It was estimated correlation between FS and RFI. The other measures of temperament were unrelated RFI or GMD. RFI is independent of ADG and initial and final weight. Characteristics of feeding behavior relate to RFI. The ADG is related with the agility to ingest food. Relations between temperament and RFI classes of ADG require further studies.
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Serafim, Monalisa da Costa. "Consumo alimentar: uma análise dos condicionantes comportamentais associados ao consumo de produtos ultraprocessados." Universidade Federal da Paraíba, 2017. http://tede.biblioteca.ufpb.br:8080/handle/tede/9356.

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This paper goal was to identify which are the behavioral conditionings that influence the buying intention of ultraprocessed food and beverage, under the social marketing optics. The literature review made possible, through analysis of food consumption researches, to comprehend the factors and their relationship with the dimensions of interest in this paper (ultraprocessed buy-intention, attitude toward the ultraprocessed, subjective norm, self-efficacy and perceived control), resulting in nine hypotheses to empirical verification. The methodological procedures involved the creation of a questionnaire with scales that have been validated in other studies, being just adapted to this one. With the available data, we made an initial exploratory analysis, followed up by descriptive analysis, factor analysis and the use of structural equation modeling in order to verify the hypotheses. We found that convenience and sensorial appeal are the main factors that significantly contribute to a positive attitude regarding ultraprocessed food, and that they influence the buying intention of these products. This last one gets a strong negative influence from the self-efficacy construct, pointing out the importance of the individual's intern control to avoid the consumption of harmful to health food. Another important finding of the paper is the significantly interference of the facilitators construct to self-efficacy, showing that the impossibility to cook and the fact of eating by itself hinders the individual's control over its feeding choices.
Este trabalho objetivou identificar quais são os condicionantes comportamentais que influenciam a intenção de compra de alimentos e bebidas ultraprocessados, sob a óptica do marketing social. A revisão de literatura possibilitou, através da análise de pesquisas sobre o consumo alimentar, compreender os fatores e sua relação com as dimensões de interesse desse estudo (Intenção de compra de ultraprocessados, atitude sobre os ultraprocessados, norma subjetiva, auto-eficácia e controle percebido), resultando em nove hipóteses para a verificação empírica. Os procedimentos metodológicos envolveram a construção de um questionário com escalas que já haviam sido validadas em outros estudos, sendo apenas adaptadas para essa pesquisa. Com os dados disponíveis, realizamos uma análise exploratória inicial, seguido de análises descritivas, fatoriais e, por fim, a utilização da modelagem de equações estruturais para verificar as hipóteses da pesquisa. Nos resultados encontramos que a conveniência e o apelo sensorial são os principais fatores que contribuem, significativamente, para uma atitude positiva em relação aos alimentos ultraprocessados e que, por sua vez, influência a intenção de compra desses produtos. Este último, recebe forte influência negativa do construto auto-eficácia, indicando a importância do controle interno do indivíduo para evitar o consumo de alimentos prejudiciais para a sua saúde. Outro achado importante da pesquisa é a interferência significativa do construto facilitadores para a auto-eficácia, demostrando que a impossibilidade de cozinhar e o fato de comer sozinho dificulta o controle do indivíduo sobre as suas escolhas alimentares.
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Lopes, Clarice Perucchi. "Identificação e classificação dos itens alimentares de um questionário de consumo alimentar baseado na web por escolares do 2º ao 5º ano do ensino fundamental." reponame:Repositório Institucional da UFSC, 2016. https://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/179637.

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Abstract:
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Ciências da Saúde, Programa de Pós-Graduação em Nutrição, Florianópolis, 2016.
Made available in DSpace on 2017-09-19T04:08:01Z (GMT). No. of bitstreams: 1 347986.pdf: 3303274 bytes, checksum: d5a2c792702c2758cd28d798a4bb783d (MD5) Previous issue date: 2016
Verificar o modo como escolares de 7 a 10 anos identificam e classificam os 32 itens alimentares do WebCAAFE em grupos de alimentos semelhantes, em categorias avaliativas ?saudável? e ?não saudável? e em seis refeições, bem como conhecer a percepção dos escolares na identificação de preparações de alimentos da alimentação escolar nos 32 itens alimentares. Estudo exploratório de natureza quantitativa, qualitativa com amostra de conveniência, composta por escolares do 2º ao 5º do ensino fundamental de uma escola pública de Florianópolis (SC). Foram realizadas entrevistas semiestruturadas individuais, com uso de roteiros pré-testados e cartões com imagens dos 32 itens alimentares do WebCAAFE, em 2 etapas: 1) Os escolares foram convidados a nomear cada um dos 32 itens alimentares do WebCAAFE, agrupar os itens alimentares em pilhas de alimentos semelhantes e depois rotular cada pilha formada. 2) Os escolares foram convidados a classificar os 32 itens alimentares nas categorias avaliativas ?saudável? e ?não saudável? e nas seis refeições disponíveis no WebCAAFE. O tamanho da amostra nas etapas 1 e 2 do estudo se baseou no tamanho amostral de estudos prévios com metodologia e população semelhante. Os grupos focais foram realizados, com uso de roteiro estruturado previamente pré-testado, com questões que buscaram suscitar a percepção dos escolares na identificação de duas preparações de alimentos ofertadas na escola, nos 32 itens alimentares do WebCAAFE. Nos grupos focais, o tamanho amostral baseou-se no critério de saturação. Os testes t-test student e teste de análise de variância (ANOVA) foram usados para testar diferenças no número de grupos formados por características sociodemográficas. Para identificar os agrupamentos semelhantes dos itens alimentares foi utilizada a análise k-means clustering. Para a análise dos grupos focais foi utilizada a análise de conteúdo. Os escolares (n= 133) formaram em média 9,1 grupos (±2,4; IC95% 8,7; 9,5). Foram identificados 5 clusters de agrupamentos similares. A variação entre os clusters foi de 162473.8. Os clusters resultantes foram rotulados com a nomenclatura utilizada com maior frequência pelos escolares (?frutas, legumes e verduras?, ?leite e derivados?, ?doces?, ?lanches e massas?, ?carnes?). A categoria taxonômica-profissional foi a mais utilizada para nomear os grupos (47,0%). Os itens alimentares marcadores de alimentação não saudável (biscoito recheado, refrigerante, doces, salgadinho de pacote e lanches) foram classificados como não saudáveis por mais de 90% dos escolares.Apenas o item alimentar ?doces? foi classificado como não saudável por 100% das meninas, sendo a diferença entre os sexos estatisticamente significativa (p<0,05). Os escolares de 7 a 8 anos apresentaram menor frequência de classificação dos ovos na categoria alimentos saudáveis (35,7%; p<0,001) e maior frequência de classificação na categoria não saudável (53,6%; p<0,05), em relação aos escolares de 9 a 10 anos. Os escolares classificaram os itens alimentares nas seis refeições de forma consistente, indicando que os escolares possuem conhecimento dos alimentos que compõem tradicionalmente as refeições. Itens identificados com maiores frequências de classificação no almoço foram: arroz (95,0%), legumes (94,0%), verduras (98,0%), feijão (97,0%), carnes (99,0%) e peixe, camarão, frutos do mar (99,0%). Foram conduzidos 9 grupos focais (n=36, com 4 participantes por grupo). Das análises das transcrições surgiram 3 temas: 1) identificação da preparação e dos ingredientes que a compõem; 2) imagens dos itens alimentares do WebCAAFE que representam a preparação; e 3) sugestões sobre imagens dos itens alimentares do WebCAAFE. De forma geral, os escolares indicavam e citavam as imagens já existentes no WebCAAFE para identificar as preparações de alimentos apresentadas e foram literais ao identificar as preparações e seus ingredientes. Os resultados sugerem que as crianças de 7 a 10 anos apresentaram conhecimento e habilidade para relatar as duas preparações de alimentos da alimentação escolar apresentadas nos grupos focais nos 32 itens alimentares do WebCAAFE. As categorias de alimentos e sugestões verificadas neste estudo podem ser testadas no WebCAAFE em pesquisas futuras, para promover alterações nas imagens e no formato, bem como auxiliar no desenvolvimento de ações de educação nutricional para escolares.

Abstract : Objectives: To assess how 7 to 10 year-old schoolchildren identify the WebCAAFE 32 food items and classify them in similar food groups, in the "healthy" and "unhealthy" evaluative categories and in six meals, as well as to know the students' identification of food preparations of school feeding in the 32 food items.Methods: Quantitative, qualitative exploratory study with a convenience sample, composed by schoolchildren from 2nd to 5th grade of a public school in Florianópolis (SC). Individual semi-structured interviews were conducted using pre-tested scripts and cards with images of the 32 food items of WebCAAFE, in two stages: 1) The schoolchildren were asked to name each of the 32 food items of the WebCAAFE, to group food items in Stacks of similar foods and then label each stack formed. 2) The schoolchildren were asked to classify the 32 food items in the "healthy" and "unhealthy" evaluative categories and in the six meals available in WebCAAFE. The sample size in steps 1 and 2 of the study was based on the sample size of previous studies with metology and similar population. The focus groups were carried out, using a pre-tested structured script, with questions that sought to elicit the perception of schoolchildren in the identification of food preparations in the 32 food items of WebCAAFE. In the focus groups, the sample size was based on the saturation criterion. Student's t-test and variance analysis (ANOVA) tests were used to test differences in the number of groups formed by sociodemographic characteristics. To identify the clusters of food items, the k-means clustering analysis was used. Content analysis was used to analyze focus groups. Results: The mean number of groups formed was 9,1 (± 2,4). The 28 food items had identification frequencies higher than 80%, according to the identification defined in the questionnaire. Five clusters of similar clusters were identified. The variation among the clusters was 162473.8. The resulting clusters were labeled with the nomenclature most often used by schoolchildren ("fruits, vegetables, milk and dairy products", "sweets", "snacks and pastas", "meats"). The taxonomic-professional category was the most used to name the groups (47,0%). The food items unhealthy food markers (stuffed biscuit, soda, sweets, packet snack and snacks) were rated as unhealthy by more than 90% of schoolchildren. Only the "sweet" food item was classified as unhealthy by 100% of the girls, and the difference between the sexes was statistically significant (p <0,05). Schoolchildren aged 7 to 8 years had a lower frequency of eggclassification in the category of healthy foods (35,7%, p <0,001) and higher frequency of classification in the unhealthy category (53,6%, p <0,05). Schoolchildren classified food items in the six meals consistently, indicating that schoolchildren have knowledge of the food that traditionally makes up the meals. 9 focus groups were conducted (n = 36, with 4 participants per group). From the analysis of the transcriptions, three themes emerged: 1) identification of the preparation and the ingredients that compose it; 2) pictures of the food items of the WebCAAFE representing the preparation; And 3) suggestions on images of food items from WebCAAFE.Conclusions: In general, schoolchildren indicated and quoted the existing WebCAAFE images to identify the food preparations presented. The results suggest that 7 to 10 years schoolchildren have the knowledge and ability to report food preparations of school feeding in WebCAAFE. The categories and suggestions found in this study can be tested in WebCAAFE in future research, to promote changes in the images and in the format, as well as to help nutritional education actions for schoolchildren.
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Oliveira, Ana Filipa Queirós de. "Educação para o consumo alimentar no 1º CEB com orientação CTS." Master's thesis, Universidade de Aveiro, 2013. http://hdl.handle.net/10773/12769.

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Abstract:
Mestrado em Educação Pré-Escolar e Ensino no 1º Ciclo do Ensino Básico
O presente relatório final de estágio visa relatar um projeto de intervençãoinvestigação, desenvolvido numa turma de 4.º ano do 1.º Ciclo do Ensino Básico, com a temática da educação para o consumo alimentar com orientação Ciência, Tecnologia e Sociedade (CTS). Este projeto foi desenvolvido no âmbito da componente de formação de Prática Pedagógica Supervisionada e pressupôs a conceção, implementação e avaliação de uma sequência didática com orientação CTS sobre o consumo alimentar. Este projeto teve como principais objetivos: i) avaliar os efeitos da implementação da uma sequência didática nas aprendizagens das crianças ao nível dos conhecimentos, capacidades, atitudes e valores e ii) avaliar os efeitos da conceção e implementação de uma sequência didática no desenvolvimento profissional da professora-investigadora. A sequência didática foi concebida, implementada e avaliada pela professorainvestigadora e é constituída por 15 sessões que privilegiam a diversidade de metodologias e seguem as linhas da orientação CTS, promovendo a ligação da Ciência com a Sociedade e a Tecnologia e sendo as aprendizagens contextualizadas. Tratou-se de um projeto com características de investigação-ação, sendo que as técnicas de recolha de dados adotadas foram o inquérito por questionário, a observação, a compilação documental e o inquérito por entrevista. Quanto à análise de dados privilegiou-se a análise de conteúdo através do webQDA, software de apoio à análise qualitativa. Para a análise dos inquéritos por questionário recorreu-se à análise quantitativa com recurso ao software SPSS. Os resultados permitiram-nos concluir que existiram evidências do desenvolvimento de aprendizagens pelas crianças, ao nível dos conhecimentos, capacidades, atitudes e valores, o que contribuiu para que estas se tornassem cidadãs consumidoras mais conscientes, responsáveis e críticas. Além disso, o desenvolvimento profissional da professorainvestigadora registou-se a vários níveis sendo a natureza deste projeto potenciadora do desenvolvimento do conhecimento do conteúdo, do conhecimento do curriculum, do conhecimento pedagógico geral e de conteúdo, conhecimento dos fins, objetivos e valores educacionais, conhecimento dos aprendentes, conhecimento dos contextos e conhecimento sobre si próprio.
This final apprenticeship report aims to inform about a research-intervention project, developed in a 4th grade class of primary education, with education of food consumption as the theme and Science, Technology and Society (STS) as orientation. This project was developed under the training component of supervised Pedagogical Practice and presupposed the planning, conception, implementation and evaluation of a teaching sequence with STS orientation on food consumption. This project had as main objectives: i) the evaluation of the effects of implementation of a didactic sequence in the learning of the children at the level of knowledge, skills, attitudes and values and ii) the assessment of the effects of planning, conception and implementation of a didactic sequence in the professional development of the investigating teacher. The didactic sequence was planned, implemented and evaluated by the investigating teacher and consists of 15 sessions focusing on the diversity of methodologies and following the orientation lines of STS, promoting the connection of science with society and technology and learning within context. This was a project with features of action research, and the data collection techniques were adopted by survey, observation, document compilation and interview by survey. For the data analysis the contents analyses, via webQDA, was privileged, a support software for qualitative analysis. For the analysis of the surveys, quantitative analysis was used via SPSS software. The results have enabled us to conclude that there was evidence of the development of learning by the children, in terms of knowledge, skills, attitudes and values, which contributed for more conscious, responsible and critical citizens. In addition, the professional development of the investigating teacher was registered at various levels being the nature of this project the enhancement of the development of content knowledge, curriculum knowledge, pedagogical knowledge, content and general knowledge of the purposes, goals and educational values of the learners, knowledge of contexts and knowledge of his or her oneself.
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Davolio, F. "Produzione, consumo, qualità alimentare: il caso di Slow Food." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/161698.

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Abstract:
This dissertation explores the moralization of food economies, increasingly pursued by civil society organizations and groups in the context of global food markets. This subject is here framed in terms of collective disputes over the cultural politics of food quality. The research is based on the case study of Slow Food, an international Italy-based association that has established itself as a significant, effective and controversial actor on the scene of sustainable consumption advocacy. Drawing on qualitative (interviews with key representatives; publications and speeches; participant observation at organizational events) and quantitative sources (a survey on the demographics and initiatives of the Italian association), this work shows how an economic institution and cultural intermediary such as Slow Food acts towards the moralization of food production and consumption by promoting cultural innovations on alternative food markets on one side, and by mobilizing a specific approach to the concept of food quality – one that relies on environmental, social and sensory virtues – on the public arena on the other. Potential, limits, implications of the Slow Food approach to the cultural economy of food circuits and to the ethics of consumption are determined.
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Marques, Helena Margarida Ávila Campos. "O sector alimentar e a caracterização do consumo alimentar fora de casa-Portugal: 1990-2000." Master's thesis, Porto : edição de autor, 2009. http://hdl.handle.net/10216/62573.

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Abstract:
Dissertação de Mestrado em Alimentação Colectiva apresentada à Faculdade de Ciências da Nutrição e Alimentação da Universidade do Porto
Resumo da tese: Introdução As rápidas alterações sociais, económicas, culturais e ambientais determinaram mudanças significativas nos estilos de vida e contribuíram para o crescimento e generalização do consumo de alimentos e refeições fora de casa. Para além de escassos, os estudos sobre o consumo alimentar tratam em conjunto a informação relativa ao dentro e fora de casa, não permitindo caracterizá-la separadamente. Os dados disponíveis e relativos aos diferentes operadores do sector alimentar em Portugal são ainda inconsístentes, não facilitando uma análise inter ou trans-sectorial, nem permitindo uma avaliação sistematizada. Objectivos: Efectuar uma análise documental ao sector alimentar e contribuir para a caracterização do consumo alimentar fora de casa em Portugal. Métodos: Procedeu-se a pesquisa bibliográfica nas bases PUbMed, Scopus, Wok e ISI, através das expressões de pesquisa` eating´, eating out`, ´out of home`,´eating behaviour`e ´restaurant´, para artigos publicados desde o ano 2000; e nas páginas electrónicas de organismos e entidades oficiais, de instituições de referência para o sector e de empresas de estudos de mercado. Através de dados dos Inquéritos aos Orçamentos Familiares para refeições, snacks, bebidas não alcoólicas e bebidas alcoólicas. As diferenças sócio económicas entre os agregados familiares com e sem consumo fora de casa foram analisadas com modelos de regressão logística. Resultados: O que é entendido por`sector alimentar`e os seus actores e agentes económicos muda consideravelmente-bem como a terminologia empregue-em função da entidade que o analisa. Embora sendo sectores de actividade económica diferentes, os consumidores utilizam, indistintamente e com a mesma finalidade, o canal alimentar (distribuição grossista e retalhista) e o canal HoReCa (Hotelaria, Restauração e Catering) para adquirir alimentos e bebidas a serem consumidos dentro e fora de casa.(...)
Thesis abstract: Introduction: The fast social, economic, cultural and environmental changes have introduced relevant lifestyle adaptation and contributed to the globalization and increasing of eating out. Apart from being scarce, food consumption studies results are generally published without differentiating the in and out of home intake; making it difficult to analyze the two settings. The existing inconsistencies on the available data about the different Portuguese food operators do not easily allow systematic assessments or cross-sector analysis. Aims: To undertake a documental analysis about the foodservice system and to contribute to the description of eating out in Portugal. Mthods: A literature review was undertaken. The PubMed, Scopus, ISI and Wok databases and the search terms`eating`, ´eating out´, `out of home`, `eating behaviour`and `restaurant`were used to look for articles published since 2000. The websites of reference organizations, institutions and corporate market research were also explored for literature search. Data from the 1990 and 2000 Household Budget Surveys (HBS) by the Portuguese Institute of Statistics were used. The household food consumption outside the home was evaluated by the average number of times per month and per capita. Meals, snacks, soft drinks and non alcoholic and alcoholic beverages were analysed. The socio-economic differences between households with and without eating out consumption were analyzed by means of logistic regression. Results: What is meant by `food sector`and its main operator`s changes considerably-as well as the applied terminology- depending on who does the analysis. Although they are different business sectors, consumers use, without distinction, the food supply and the food service-HoReCa-to purchase food and drinks to be consumed within and outside the home. (...)
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Gonçalves, Camila Brandão. "Consumo alimentar e entendimento da pirâmide alimentar adaptada em adolescentes fisicamente ativos do Distrito Federal." reponame:Repositório Institucional da UnB, 2009. http://repositorio.unb.br/handle/10482/3879.

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Abstract:
Dissertação (mestrado)—Universidade de Brasília, Faculdade de Educação Física, 2009.
Submitted by Allan Wanick Motta (allan_wanick@hotmail.com) on 2010-03-02T19:26:35Z No. of bitstreams: 1 2009_CamilaBrandaoGoncalves.pdf: 1746442 bytes, checksum: 81a83ec42310b536c66126a202157177 (MD5)
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Made available in DSpace on 2010-03-04T00:45:05Z (GMT). No. of bitstreams: 1 2009_CamilaBrandaoGoncalves.pdf: 1746442 bytes, checksum: 81a83ec42310b536c66126a202157177 (MD5) Previous issue date: 2009
Objetivo: Avaliar o consumo alimentar e a compreensão da Pirâmide Alimentar Adaptada para Adolescentes Fisicamente Ativos como um instrumento educativo capaz de melhorar o conhecimento e o entendimento sobre o padrão alimentar saudável em adolescentes fisicamente ativos, bem como avaliar a aceitação do café como alimento funcional e sua influência no bem-estar dessa população. Métodos: 58 adolescentes (53% meninos e 47% meninas) fisicamente ativos (13,73 ± 0,77 anos) do Distrito Federal responderam aos questionários de dados, recordatórios alimentares 24h, e questionários de conhecimento nutricional e de bem-estar nas duas fases da pesquisa (antes e depois da intervenção com intervalo de pelo menos um mês). Os adolescentes foram divididos em dois grupos: o grupo intervenção pirâmide recebeu o material educativo impresso e o grupo intervenção ampla recebeu o material educativo impresso e uma breve explanação oral sobre a pirâmide alimentar e as características funcionais do café. Resultados: A maioria dos adolescentes estudados não consome a quantidade de porções dos grupos alimentares recomendada pela pirâmide alimentar com prevalência de consumo abaixo do recomendado de: 98% para hortaliças, 83% para frutas, 72% para leguminosas, 48% para leite e derivados; e prevalência de consumo acima do recomendado de: 69% para gorduras, 71% para carnes e ovos e 98% para doces e petiscos. A princípio o conhecimento nutricional dos adolescentes foi razoável (59,91 ± 17,82 pontos) e aumentou (p<0,05) após a intervenção (69,09 ± 19,86 pontos), sem diferença significativa entre os tipos de intervenção. O consumo de café aumentou no grupo intervenção ampla e diminuiu (p<0,05) no grupo intervenção pirâmide. A quantidade de consumo do café pelos adolescentes nas duas fases não foi associada ao bem-estar. Conclusão: Os adolescentes fisicamente ativos estudados não possuem hábitos alimentares saudáveis; melhoraram o conhecimento nutricional pelo uso do instrumento educativo da Pirâmide Alimentar Adaptada para Adolescentes Fisicamente Ativos; e aceitaram a indicação do consumo de café como alimento funcional. _______________________________________________________________________________ ABSTRACT
Purpose: To evaluate food intake and the comprehension of the Adapted Food Pyramid to Physically Active Adolescents as an educational instrument to improve understanding and knowledge about healthy dietary pattern in physically active adolescents, as well as to evaluate the acceptance of coffee as a functional food and its influence in this population well-being. Methods: 58 adolescents (53% male and 47% female) physically active (13,73 ± 0,77 years) from the Federal District answered identification questionnaires, 24h dietary recalls, a nutritional knowledge questionnaire, and a well-being questionnaire in the two phases of the study (before and after intervention; with at least one month interval). The adolescents were divided into two groups: the pyramid intervention group received the printed educational material and the broad intervention group received the printed educational material and a brief oral explanation about the food pyramid and the functional characteristics of coffee. Results: Most of the adolescents studied did not consume the amount of servings recommended by the pyramid food groups, with prevalence of lower than recommended consumption of: 98% for vegetables, 83% for fruit, 72% for legumes, 48% for milk and dairy products; and prevalence of higher than recommended consumption of: 69% for fat, 71% for meat and eggs and 98% for sweets and snacks. At first, the adolescent’s nutritional knowledge was reasonable (59,91 ± 17,82 points), and it increased (p<0,05) after the intervention (69,09 ± 19,86 points), with no significant differences between the intervention groups. The consumption of coffee increased in the broad intervention group and decreased (p<0,05) in the pyramid intervention group. The amount of coffee consumption by the adolescents in the two phases was not associated to well-being. Conclusions: In this study, physically active adolescents did not have healthy dietary habits; they improved their nutritional knowledge with the use of the Adapted Food Pyramid to Physically Active Adolescents; and they accepted the indication of coffee consumption as a functional food.
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Marques, Helena Margarida Ávila Campos. "O sector alimentar e a caracterização do consumo alimentar fora de casa-Portugal: 1990-2000." Dissertação, Porto : edição de autor, 2009. http://catalogo.up.pt/F?func=find-b&find_code=SYS&request=000133346.

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Abstract:
Dissertação de Mestrado em Alimentação Colectiva apresentada à Faculdade de Ciências da Nutrição e Alimentação da Universidade do Porto
Resumo da tese: Introdução As rápidas alterações sociais, económicas, culturais e ambientais determinaram mudanças significativas nos estilos de vida e contribuíram para o crescimento e generalização do consumo de alimentos e refeições fora de casa. Para além de escassos, os estudos sobre o consumo alimentar tratam em conjunto a informação relativa ao dentro e fora de casa, não permitindo caracterizá-la separadamente. Os dados disponíveis e relativos aos diferentes operadores do sector alimentar em Portugal são ainda inconsístentes, não facilitando uma análise inter ou trans-sectorial, nem permitindo uma avaliação sistematizada. Objectivos: Efectuar uma análise documental ao sector alimentar e contribuir para a caracterização do consumo alimentar fora de casa em Portugal. Métodos: Procedeu-se a pesquisa bibliográfica nas bases PUbMed, Scopus, Wok e ISI, através das expressões de pesquisa` eating´, eating out`, ´out of home`,´eating behaviour`e ´restaurant´, para artigos publicados desde o ano 2000; e nas páginas electrónicas de organismos e entidades oficiais, de instituições de referência para o sector e de empresas de estudos de mercado. Através de dados dos Inquéritos aos Orçamentos Familiares para refeições, snacks, bebidas não alcoólicas e bebidas alcoólicas. As diferenças sócio económicas entre os agregados familiares com e sem consumo fora de casa foram analisadas com modelos de regressão logística. Resultados: O que é entendido por`sector alimentar`e os seus actores e agentes económicos muda consideravelmente-bem como a terminologia empregue-em função da entidade que o analisa. Embora sendo sectores de actividade económica diferentes, os consumidores utilizam, indistintamente e com a mesma finalidade, o canal alimentar (distribuição grossista e retalhista) e o canal HoReCa (Hotelaria, Restauração e Catering) para adquirir alimentos e bebidas a serem consumidos dentro e fora de casa.(...)
Thesis abstract: Introduction: The fast social, economic, cultural and environmental changes have introduced relevant lifestyle adaptation and contributed to the globalization and increasing of eating out. Apart from being scarce, food consumption studies results are generally published without differentiating the in and out of home intake; making it difficult to analyze the two settings. The existing inconsistencies on the available data about the different Portuguese food operators do not easily allow systematic assessments or cross-sector analysis. Aims: To undertake a documental analysis about the foodservice system and to contribute to the description of eating out in Portugal. Mthods: A literature review was undertaken. The PubMed, Scopus, ISI and Wok databases and the search terms`eating`, ´eating out´, `out of home`, `eating behaviour`and `restaurant`were used to look for articles published since 2000. The websites of reference organizations, institutions and corporate market research were also explored for literature search. Data from the 1990 and 2000 Household Budget Surveys (HBS) by the Portuguese Institute of Statistics were used. The household food consumption outside the home was evaluated by the average number of times per month and per capita. Meals, snacks, soft drinks and non alcoholic and alcoholic beverages were analysed. The socio-economic differences between households with and without eating out consumption were analyzed by means of logistic regression. Results: What is meant by `food sector`and its main operator`s changes considerably-as well as the applied terminology- depending on who does the analysis. Although they are different business sectors, consumers use, without distinction, the food supply and the food service-HoReCa-to purchase food and drinks to be consumed within and outside the home. (...)
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Souza, Luciana Bronzi de [UNESP]. "Capacidade funcional, estado nutricional e consumo alimentar em idosos." Universidade Estadual Paulista (UNESP), 2014. http://hdl.handle.net/11449/123761.

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Abstract:
Made available in DSpace on 2015-06-17T19:33:52Z (GMT). No. of bitstreams: 0 Previous issue date: 2014-03-25. Added 1 bitstream(s) on 2015-06-18T12:47:54Z : No. of bitstreams: 1 000825588_20160425.pdf: 531180 bytes, checksum: bcff3ca8530ed3298e5cefa9d3c35184 (MD5) Bitstreams deleted on 2016-04-25T15:55:56Z: 000825588_20160425.pdf,. Added 1 bitstream(s) on 2016-04-25T15:56:53Z : No. of bitstreams: 1 000825588.pdf: 1146710 bytes, checksum: a7cb967f34f08fb92600baccf707e15b (MD5)
Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)
As pesquisas relacionadas ao envelhecimento são crescentes em todo mundo em decorrência do aumento da população idosa, fato este que traz consequências para a sociedade, necessitando, para o enfrentamento deste desafio, da identificação das causas determinantes das condições de vida dos idosos. Assim, o objetivo do presente trabalho foi avaliar a associação entre o estado nutricional, consumo alimentar e a capacidade funcional de idosos. Para isso foram avaliados 365 idosos do município de Botucatu-SP. Para a avaliação da capacidade funcional foi aplicado o Índice de Katz e a Escala de Lawton, que avaliam as Atividades de Vida Diária (AVD) e Atividades Instrumentais da Vida Diária (AIVD) respectivamente. A avaliação do estado nutricional foi realizada pela obtenção de variáveis antropométricas e a avaliação do consumo alimentar, pela aplicação de três recordatórios de 24 horas. Os dados de consumo foram calculados por meio do programa Nutrition Data System - Research e para a análise da adequação foi utilizado o método National Cancer Institute. Os idosos foram caracterizados ainda quanto aos dados sociodemográficos. Foi encontrado que 62,6% dos idosos eram do sexo feminino, com média de idade de 72,11 anos (DP= 7,35), casados, com ensino fundamental e aposentados. As enfermidades mais referidas foram hipertensão arterial, diabetes mellitus, hipercolesterolemia, oesteoporose, problemas cardiovasculares e distúrbios da tireóide. Quanto à capacidade funcional, foi observado que 89,9% e 67,6% dos idosos eram totalmente independentes para AVD e AIVD, respectivamente. Grande parte (45,71%) dos idosos foi classificada com excesso de peso. Foram encontradas associações negativas significantes entre Índice de Massa Corporal, circunferência do braço, circunferência abdominal e atividades instrumentais de vida diária. Os dados revelaram que os idosos com baixo peso têm maior risco de declínio ...
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Silva, Bruna Nolasco Siqueira. "PerfilAntropométrico e Consumo Alimentar de Crianças com Paralisia Cerebral." Universidade Federal de Pernambuco, 2015. https://repositorio.ufpe.br/handle/123456789/16903.

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Abstract:
Submitted by Fabio Sobreira Campos da Costa (fabio.sobreira@ufpe.br) on 2016-05-09T13:04:12Z No. of bitstreams: 2 license_rdf: 1232 bytes, checksum: 66e71c371cc565284e70f40736c94386 (MD5) última versão completa com ficha catalog.pdf: 1404181 bytes, checksum: f2af7694c50674f3d7ae34d13c391fa2 (MD5)
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PROPESQ
Objetivo: Identificar os marcadores antropométricos de desnutrição e consumo alimentar em crianças com PC de acordo com a idade de chegada aos serviços de referência em Recife, Nordeste do Brasil. Métodos: Crianças com paralisia cerebral de dois a 11 anos, atendidas em centro de reabilitação e ambulatório de gastropediatria de um hospital universitário, entre agosto de 2014 a março de 2015, foram incluídas no estudo. Avaliaram-se características sociodemográficas, alimentares, clínicas, tipo de paralisia cerebral, comprometimento motor e, antropométricas (peso, altura do joelho, circunferência braquial e dobra cutânea tricipital), e avaliação do consumo alimentar. O ponto de corte de cinco anos foi estabelecido por demonstrar as maiores diferenças na antropometria e consumo. As frequências foram expressas em percentual e as variáveis quantitativas em mediana e percentis. Utilizaram-se os testes do qui-quadrado ou exato de Fisher para avaliar diferença nas frequências e as medianas foram comparadas pelo teste de Mann Whitney. Considerou-se p ≤ 0,05 como significante. Resultados: Das 68 crianças avaliadas, 51,5% tinha mais de cinco anos. Não se observou diferenças clínicas e sociodemográficas entre os grupos. As crianças maiores tiveram menor consumo de calorias e proteína por quilo por dia e de cálcio. Nos maiores se observou maior frequência de desnutrição considerando peso (p= 0,026), circunferência muscular do braço (p<0,001) e menor pela (p=0,002) dobra tricipital. Conclusão: Foi evidenciada maior vulnerabilidade nutricional nas crianças maiores de cinco anos, assim após esta faixa etária seria um período crítico para o agravo nutricional e as intervenções que teriam maior efeito possivelmente seriam as que fossem realizadas antes deste período.
Objective: To identify the indicators of malnutrition and food intake in children with CP under the age of arrival in the reference services in Recife, northeastern Brazil. Methods: Children with cerebral palsy from two to 11 years, treated at rehabilitation center and Pediatric Gastroenterology outpatient clinic of a university hospital between August 2014 and March 2015 were included in the study. They assessed sociodemographic, dietary, clinical characteristics, type of cerebral palsy, motor impairment and anthropometric (weight, knee, arm circumference and triceps skinfold), and assessment of dietary intake. The cutoff of five years was established to demonstrate the biggest differences in anthropometric and consumption. The frequencies were expressed in percentage and quantitative variables as medians and percentiles. They used the Fisher's exact or chi-square tests to assess differences in frequencies and medians were compared using the Mann-Whitney test. It was considered p ≤ 0.05 as significant. Results: Of the 68 children, 51.5% had more than five years. There were no differences between demographic and clinical groups. Older children had lower intake of calories and protein per kilogram per day of calcium. The biggest was observed higher frequency of malnutrition considering weight (p = 0.026), arm muscle circumference (p <0.001) and lower the (p = 0.002) fold triceps. Conclusion: It was showed higher nutritional vulnerability in children over five years, so after this age group would be a critical period for nutritional health issues and interventions that would have a greater effect would be possibly to be realized before this period.
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Paulo, Daniela Alexandra Rosa da Silva. "Consumo alimentar residual (CAR) em novilhos de raça Mertolenga." Master's thesis, Universidade de Évora, 2020. http://hdl.handle.net/10174/28074.

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Abstract:
Este estudo teve como objetivo avaliar a eficiência alimentar através do consumo alimentar residual (CAR) em novilhos de raça Mertolenga e a determinação da sua composição corporal por ultrassonografia. Foram avaliados 26 novilhos de raça Mertolenga, durante 140 dias, com um período de adaptação de 30 dias. O ensaio iniciou no dia 30-5-2019 e terminou a 17-10-2019. Estabelecemos três classes de eficiência, os mais eficientes (CAR<0,5xDPCAR), intermédios (-0,5xDPCAR+0,5xDPCAR). O valor médio do CAR nas classes mais eficiente, intermédia e menos eficiente foi de -0,49, -0,01 e 0,56kg MS/dia, respetivamente. A diferença indicou que animais mais eficientes consumiram, em média, menos 1,05kg MS/dia que os menos eficientes, com peso corporal e GMD similar (P>0,05). Foi ainda testada a utilização de ultrassonografia nos animais para a avaliação da composição corporal na região da 12° e 13° costelas. Não existiu correlação entre CAR e as características de carcaça (P>0,05); Residual feed intake (RFI) in Mertolengo cattle breed Abstract: The main objective of this study is to approach a selection methodology for feed efficiency called residual feed intake (RFI) and the determination of their body composition by ultrasound in Mertolenga steers. Twenty-six Mertolenga steers were evaluated, during 140 days, with an adaptation period of 30 days. The trial started on 30-5-2019 and ended on 17-10-2019. We established three efficiency classes were established, the most efficient (RFI<-0.5xSDRFI), intermediate (-0.5xSDRFI+0.5xSDRFI). The mean value of RFI in the most efficient, intermediate and least efficient classes was -0.49; -0.01 and 0.56kg DM/day, respectively. The difference indicated that more efficient animals consumed, on average, 1.05kg DM/day less than the less efficient ones, with body weight and similar DG (P>0.05). The use of ultrasonography in the animals was also tested to evaluate body composition in the region of the 12th and 13th ribs. There was no correlation between RFI and carcass characteristics (P>0.05).
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