Academic literature on the topic 'Consumi alimentari'

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Journal articles on the topic "Consumi alimentari"

1

Fanelli, Rosa Maria. "SimilaritĂ e convergenza dei consumi alimentari in Europa." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (December 2010): 145–58. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001011.

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Abstract:
Il lavoro proposto mira ad analizzare la "similarità " e la possibile convergenza dei consumi alimentari tra gli Stati membri dell'Unione Europea nel decennio 1993-2003 attraverso i dati di fonte Fao (Food and Agricolture Organization) e relativi ai consumi lordi delle seguenti tipologie di prodotti: cereali, carni, pesce, latte, formaggi, uova, grassi animali, grassi vegetali (oli), frutta fresca, frutta secca, ortaggi, caffé, zucchero e vino. La rilevanza dello studio proposto consiste nel mettere in luce se esistono traiettorie evolutive comuni tra i Paesi europei o se, per contro, ancora permangono differenziazioni. Tale prospettiva risulta di particolare importanza soprattutto dal punto di vista della formulazione di appropriate politiche agricole e agroalimentari rispetto alle quali si avverte oggi la necessità di un ripensamento al fine di valorizzare appieno il legame tra consumi alimentari e agricoltura, da un lato, e consumi alimentari e rischi alimentari per la salute legati alla dieta, dall'altro. Questi aspetti sono di particolare rilevanza anche per la definizione di un sistema di protezione del consumatore in grado di evitare o limitare i rischi agli operatori della catena agroalimentare. Il lavoro prende avvio dalla caratterizzazione dei consumi alimentari e delle loro recenti tendenze che rappresenta l'indispensabile cornice interpretativa dei risultati dell'analisi di "similarità " e di convergenza. Questi due ultimi aspetti sono sviluppati attraverso la costruzione di indici sintetici e di appropriate tecniche di classificazione. Infine, le conclusioni mirano a recuperare la visione di insieme del lavoro per porre in evidenza i principali aspetti di rilevo per le implicazioni di politica economica in campo agricolo e agroalimentare.
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2

Solomone, Mario. "Il cibo come fattore di sostenibilitŕ." CULTURE DELLA SOSTENIBILITA ', no. 6 (June 2010): 19–35. http://dx.doi.org/10.3280/cds2009-006002.

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Abstract:
L'articolo rimanda a fenomeni rilevanti e significativi della complessa relazione tra alimentazione e sostenibilitŕ e mette in rilievo la mutua influenza tra produzione e consumo alimentare, proponendo uno schema di fondo per descrivere le questioni in esame. L'articolo, infatti, declina la questione della "sostenibilitŕ" rispetto al variegato universo della produzione e del consumo alimentare. L'autore procede attraverso una ricognizione di differenti aspetti che coinvolgono la relazione tra sostenibilitŕ e contesto alimentare. In particolare il testo affronta: a) le trasformazioni dei consumi nel dopoguerra; b) il rapporto tra consumo e rischi alimentari; c) il ruolo del consumo critico e le trasformazioni del sistema alimentare in conseguenza dell'emergere delle forme di consumo "alternativo"; d) i contorni del "new rural development paradigm" e di un nuovo "approccio alimentare sostenibile". L'articolo insiste sul ruolo del cibo come connettore (tra esseri umani e natura, tra cittŕ e campagna), da un lato, e come aggregatore sociale (di relazioni, reti, movimenti), dall'altro.
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3

Colleoni, Matteo, and Licia Lipari. "Il cibo che attrae: turismo internazionale e consumi alimentari." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 115 (February 2018): 57–67. http://dx.doi.org/10.3280/sur2018-115-s1005.

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4

Colucci, Federica, Patrizia Menegoni, Mariella Nocenzi, and Ombretta Presenti. "L'evoluzione dei modelli di consumo e degli stili alimentari tra sostenibilitŕ e benessere." RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no. 2 (January 2013): 47–67. http://dx.doi.org/10.3280/riss2012-002004.

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Abstract:
I consumi agro-alimentari, dal dopoguerra ad oggi, sono stati caratterizzati da successive trasformazioni che č possibile leggere attraverso l'evoluzione di quegli stessi fattori - da quello economico, a quello politico e tecnologico, fra gli altri - che hanno determinato l'attuale identitŕ culturale degli italiani. Ne emerge un profilo consumistico degli italiani legato al cibo che č analizzato in questo lavoro alla luce dei valori culturali dominanti. Un'introduzione sociologica sul significato del nesso fra etica e alimentazione nella contemporanea societŕ della ricerca della safety/ security e della sostenibilitŕ condurrŕ all'osservazione di nuove tipologie di consumo e di cibo, con particolare riguardo alle potenzialitŕ di mercato dei cibi funzionali.
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5

Lombardi, Pasquale, and Fabio Verneau. "Dinamiche di consumo ed evoluzione degli stili alimentari attraverso l'indagine istat sui consumi delle famiglie." ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, no. 3 (January 2014): 125–48. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2013-003008.

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6

Cristini, Guido. "Crisi dei consumi e marca commerciale: le opportunitÀ di copacking per le PMI alimentari." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 3 (October 2012): 57–83. http://dx.doi.org/10.3280/mc2012-003004.

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Abstract:
Nel corso dell'ultimo biennio la crisi dei consumi che ha investito anche il settore dei prodotti di largo consumo ha determinato mutamenti rilevanti in ordine alle condotte competitive sia delle imprese industriali di marca che delle insegne distributive. Tra i fenomeni che maggiormente hanno connotato il mercato in oggetto, conviene citare lo sviluppo della marca commerciale anche per le implicazioni che ne derivano per le Piccole e medie imprese1 industriali operanti nel comparto alimentare. Infatti, per una parte di tali imprese la produzione per conto rappresenta, non solo una minaccia, quanto una delle opzioni piů rilevanti sotto il profilo strategico e operativo. In questo contesto, il presente paper intende approfondire il tema delle opzioni di natura strategica che i copacker hanno di fronte, nonché analizzare le politiche di natura produttiva logistiche e di marketing da perseguire al fine di assicurarsi delle relazioni di sub-fornitura durevoli. Il lavoro analizza, pertanto, le politiche di integrazione verticale delle funzioni all'interno della filiera in questione, nel tentativo di comprendere se il processo di integrazione/ disintegrazione delle funzioni in questione abbia prodotto una maggiore efficienza complessiva della filiera o se, al contrario, si sia limitato ad avvantaggiare solo uno dei due attori.
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7

Viscecchia, Rosaria, Antonio Stasi, and Maurizio Prosperi. "Valutazione economica di una politica di riorientamento dei consumi alimentari finalizzata alla riduzione dell'obesitŕ." ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, no. 1 (May 2012): 75–98. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2012-001004.

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Abstract:
Modern lifestyle is one among the most relevant causes of alimentary disorder and environmental problems. Preventing both of them implies a win-win strategy for the improvement of social wellness (i.e. health and environmental benefits). A suitable strategy could be addressed to the partial substitution of caloric food (e.g. beef meat), which is also responsible for a large amount of greenhouse gas (ghgs) emissions, with less caloric food (e.g. vegetables), which is proved of exerting a lower impact on climate change. The analysis is referred to the Italian case study, based on data from the Italian Statistical Institute (istat). The relationship between obesity and ghgs emissions is here explained experimentally through a 5-stage methodology. In the first step, a regression model (ols method) is adopted to explain obesity rate in terms of ratio of people consuming meat more than once a week, and the ratio of people consuming vegetables less than once a day. The outcome of this analysis allows simulating a policy target in terms of obesity abatement, provided by a reasonable change in food demand. In the third step, a meta-analysis of Life Cycle Assessment (lca) studies has been performed in order to calculate the CO2 emissions of the food types we considered. In the fourth step, the observed change in food demand from the previous step is combined with lca indicators, in order to evaluate the impact of food industry on climate change. Finally, in the fifth step, the benefits of the obesity reduction are calculated considering the cost saving for health care of the obesity, which amounts to 1.700 Eur per person. In addition, the value of the CO2 emission have been compared with the value of the European Union Allowance (eua) of CO2 emissions, which was evaluated in 2009 in terms of 21.45 eur/t CO2. Consequently, we found that the effect of the policy can be estimated in terms of 1,032 Million eur, of which the impacts on human health is the most important (about 1.020 Million eur). The study shows the evidence that the consumption of food with low content of calories has a most relevant effect in the reduction of obesity, but very limited economic effect in terms of CO2 emissions.
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8

Degli Esposti, Fabio. "Sulla pelle dei soldati. Razioni di guerra, approvvigionamenti alimentari e speculazioni industriali (1914-1922)." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 293 (August 2020): 9–46. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-293001.

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Abstract:
Nello scenario della guerra totale 1914-1918 la questione degli approvvigionamenti alimentari divenne un fattore essenziale. Il saggio prende in considerazione le politiche attuate dal governo italiano in un settore fondamentale, quello del consumo di carne. La strategia seguita fu in primo luogo quella di scoraggiare i consumi civili, che tuttavia, già piuttosto bassi, non poterono essere contratti in misura sufficiente. Le preoccupazioni sul progressivo depauperamento del patrimonio zootecnico nazionale per effetto delle massicce requisizioni militari indussero i vertici delle forze armate, dietro consiglio degli igienisti militari, a ridurre a fine 1916 anche la razione delle truppe mobilitate. Un provvedimento che, nei mesi successivi a Caporetto, suscitò accese polemiche nella classe medica, in quanto il peggioramento dell'alimentazione dei soldati fu individuata da alcuni come una delle concause del cedimento dell'autunno 1917. Una delle possibili soluzioni, l'incremento dell'importazione di carni congelate, era resa difficile da ostacoli di ordine tecnico come la pochezza della flotta frigorifera, la mancanza di grandi impianti frigoriferi e le deficienze nella rete di distribuzione che, dai porti tirrenici, doveva far arrivare il prodotto al fronte. Pur con gravi ritardi e sprechi, la guerra portò a una notevole espansione dell'industria del freddo italiana. Fra le novità del conflitto ci fu anche un fortissimo incremento nel consumo dei prodotti in conserva da parte dell'esercito. Il settore, gestito inizialmente da stabilimenti statali, vide nel corso della seconda parte del conflitto l'ingresso di un buon numero di industrie private. Queste tuttavia, secondo le indagini condotte nel dopoguerra dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle spese di guerra, si resero protagoniste di vere e proprie truffe nei confronti dell'amministrazione militare, rimaste in gran parte impunite.
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9

Lombardo, Elisa. "Catania e le vie del gusto esotico. Imprese e consumi alimentari dei cittadini stranieri immigrati." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 115 (February 2018): 115–29. http://dx.doi.org/10.3280/sur2018-115-s1009.

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10

Giagnacovo, Maria. "Una tavola privilegiata: i consumi alimentari di un’azienda toscana attiva in Avignone alla fine del Trecento attraverso la documentazione contabile." Food and History 2, no. 1 (January 2004): 59–84. http://dx.doi.org/10.1484/j.food.2.300274.

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Dissertations / Theses on the topic "Consumi alimentari"

1

Rapani, Michela <1980&gt. "I consumi alimentari nelle fasce deboli della popolazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2492/1/Rapani-Michela-I_consumi_alimentari_nelle_fasce_deboli_della_popolazione.pdf.

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2

Rapani, Michela <1980&gt. "I consumi alimentari nelle fasce deboli della popolazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2492/.

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3

Gava, Lorella <1988&gt. "I consumi alimentari in Cina: dall'analisi macroeconomica all'elasticità della domanda." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3788.

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Abstract:
Nel presente lavoro abbiamo messo al centro il consumo, analizzandolo dal punto di vista del rapporto consumi/pil, dal punto di vista dei consumatori, la classe media e dal punto di vista dell’elasticità della domanda per una categoria di beni in particolare, quelli alimentari. Da un punto di vista macroeconomico troviamo che i consumi sono troppo bassi rispetto al pil e mostrano un andamento in calo, mentre il risparmio al contrario è alto. La causa del calo dei consumi sul pil è da imputare ad uno stato sociale debole, ad un’iniqua distribuzione del reddito nazionale e tra i residenti e ad un mercato del credito inefficiente. Per quanto riguarda i nuovi consumatori, la classe media, essa consta oggi di circa 157 milioni di individui e presenta elementi di eterogeneità al suo interno, a livello socioeconomico, tali da poter essere suddivisa in sottogruppi, trattati ognuno, dal punto di vista dell’offerta di prodotti, secondo le proprie specificità. L’elasticità della domanda per i beni alimentari risulta avere un modello per cui le famiglie con redditi alti hanno una domanda inelastica rispetto alla quantità, mentre le famiglie residenti in campagna e le famiglie a basso reddito residenti in città hanno invece un’elasticità della domanda relativa alla quantità e legata al reddito più importante. La relazione di Engel non è lineare, infatti non si verifica la condizione per cui si ha un’elasticità del reddito costante per tutti i livelli di reddito y, mentre invece dai dati emerge che l’elasticità del reddito diminuisce con l’aumentare dello stesso fino a raggiungere lo zero per alti livelli di y per alcune categorie di cibi. La maggior parte delle elasticità di spesa risultano più elevate rispetto alle elasticità di quantità corrispondenti, il che significa che la spesa per i prodotti cresce di più della quantità acquistata quando il reddito cresce. La Cina importerà mais, semi di soia, semi per la spremitura, zucchero, orzo, carne bovina, di montone e agnello, suina, avicola, prodotti ittici e caseari (in particolare latte in polvere e siero di latte).
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4

Vazzoler, Rudi <1990&gt. "Le dinamiche dei consumi alimentari italiani legate alla crisi economica del 2008." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4950.

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Abstract:
La tesi prende in considerazione le dinamiche dei consumi alimentari italiani avvenute dall'anno 2005 al 2012. Particolare attenzione viene rivolta alla crisi economica del 2008 e all'aumento della povertà che ha contribuito fortemente a creare un clima negativo, pieno di malumori e depressioni tra le persone del nostro Paese. Questo clima oltre ad essere poco produttivo dal punto di vista economico, ha determinato un cambiamento strutturale nei comportamenti e nelle scelte economiche degli italiani. In questo contesto generale, gli italiani hanno dovuto ridimensionare le spese più tradizionali che fanno parte della abitudini del nostro Paese, tra cui quelle alimentari. Vengono elencati i metodi di misura utilizzati dal nostro apparato pubblico per rilevare il fenomeno della povertà nelle sue varie manifestazioni e presentate alcune politiche che potrebbero essere intraprese a livello istituzionale per ridurre i casi legati alla cattiva alimentazione.
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5

Gioco, Filippo <1986&gt. "Paesaggi, visioni e consumi alimentari locali. Il presidio del Pero Misso nell'alta Valpolicella." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4082.

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Abstract:
La tesi propone di affrontare l'emergente fenomeno della preferenza per il cibo locale, tendenza contemporanea denominata “mangiare geografico”, attraverso un'ottica politica consapevole del valore identitario dell'alimentazione. La scelta del cibo, infatti, è una fondamentale pratica culturale da cui scaturisce una specifica idea di paesaggio per mezzo di visioni meta-alimentari critiche, come ad esempio quelle dell'associazione internazionale Slow Food. In alta Valpolicella, nella provincia di Verona, una particolare varietà di pero, detto Pero Misso, sottoposta a presidio Slow Food, si è resa protagonista di interessanti riflessioni sull'inestricabile legame cibo-territorio, arrivando a toccare i nodi centrali della biodiversità e del consumo alimentare critico.
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6

Zucconi, Silvia <1972&gt. "Evoluzioni e tendenze dei consumi alimentari delle famiglie italiane - Analisi delle decisioni di consumo attraverso il modello Almost Ideal." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4030/1/Zucconi_Silvia_Tesi.pdf.

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Abstract:
Il problema affrontato nel lavoro riguarda l'allocazione della spesa tra gruppi di beni alimentari (domestici ed extra-domestici) e le modificazioni che tale allocazione ha subito nell’arco dell’ultimo decennio. L’obiettivo principale dell'analisi proposta è, quindi, di spiegare come variazioni della quota di spesa destinata alle componenti del consumo alimentare siano attribuibili a fattori strettamente economici, oltre che alle caratteristiche struttura socio-demografiche dei consumatori. Allo scopo di valutare l’allocazione inter-temporale della spesa individuale viene proposto come schema di analisi il sistema di domanda Almost Ideal di Deaton e Muellbauer (AIDS).
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Zucconi, Silvia <1972&gt. "Evoluzioni e tendenze dei consumi alimentari delle famiglie italiane - Analisi delle decisioni di consumo attraverso il modello Almost Ideal." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4030/.

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Abstract:
Il problema affrontato nel lavoro riguarda l'allocazione della spesa tra gruppi di beni alimentari (domestici ed extra-domestici) e le modificazioni che tale allocazione ha subito nell’arco dell’ultimo decennio. L’obiettivo principale dell'analisi proposta è, quindi, di spiegare come variazioni della quota di spesa destinata alle componenti del consumo alimentare siano attribuibili a fattori strettamente economici, oltre che alle caratteristiche struttura socio-demografiche dei consumatori. Allo scopo di valutare l’allocazione inter-temporale della spesa individuale viene proposto come schema di analisi il sistema di domanda Almost Ideal di Deaton e Muellbauer (AIDS).
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Poletto, Anna <1997&gt. "I consumi alimentari in tempo di pandemia: analisi del comportamento del consumatore attraverso il modello del Multinomial Logit." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20205.

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Abstract:
Le restrizioni imposte dalla pandemia causata dal SARS-Cov-2 hanno cambiato profondamente le modalità di accesso e di consumo di beni essenziali, quali i generi alimentari, ovvero le modalità di relazione con i venditori. In particolare, la necessità di restare a casa e di ridurre i contatti con altre persone hanno portato l’economia italiana a registrare un aumento sostanziale degli acquisti online, anche per quanto riguarda il comparto del Food & Beverage. L’elaborato avrà dunque come principale obiettivo quello di analizzare come il diffondersi del Covid-19 abbia modificato l'atteggiamento e le abitudini di consumo alimentare degli italiani, costringendo le stesse imprese attive nel settore ad adattare la propria offerta di prodotti e servizi alle nuove esigenze della clientela. In tale prospettiva, si è deciso di realizzare un questionario da diffondere successivamente online nelle principali piattaforme social. Dai dati raccolti è stato possibile identificare i fattori significativamente correlati all’aumento o alla diminuzione delle frequenze di acquisto e consumo. Tali fattori includono principalmente le restrizioni disposte a livello nazionale per contrastare la diffusione del virus, i cambiamenti negli stili di vita e il rischio percepito dai consumatori nei confronti del nuovo fenomeno, nonché l’eventuale riduzione del reddito pro-capite.
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9

Marchi, Alessandra. "La gestione del rischio sanitario nell'ambito della ristorazione collettiva: esperienza nel territorio emiliano-romagnolo." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11824/.

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Abstract:
L’elaborato illustra come il cambiamento delle abitudini quotidiane, nel corso degli anni, ha portato alla nascita di un tipo di ristorazione capace di conciliare i bisogni di tipo nutrizionale e relazionale con l’aspetto qualitativo fondato sulla salubrità degli alimenti. Il settore della ristorazione collettiva è disciplinato dai Reg. CE 178\02 e 852\04, i quali stabiliscono rispettivamente i principi ed i requisiti generali della legislazione alimentare e le linee guida sull'igiene dei prodotti alimentari. Le principali categorie di ristorazione collettiva sono quella aziendale, scolastica e sociosanitaria che soddisfano le esigenze di un numero ampio di persone accomunate dall’esigenza di usufruire dei pasti, al di fuori della propria abitazione (lavoratori-studenti- degenti di un ospedale). Le fasi principali da affrontare nell’analisi della ristorazione sono la preparazione e la distribuzione dei pasti con attenzione alla prevenzione delle tossinfezioni alimentari e la salubrità degli alimenti prodotti, trasformati e somministrati. La qualità non deve rappresentare un costo bensì un investimento: le aziende che operano nel settore alimentare hanno necessità di certificare ufficialmente il proprio adeguamento alla Normativa HACCP,al fine di aumentare la trasparenza, fornire sicurezza al consumatore e diminuirne l’incertezza, nel rispetto di quanto previsto dalle Leggi. I centri di produzione durante l’intero ciclo di lavorazione dei pasti, dalla preparazione alla commercializzazione, si affidano all’autocontrollo igienico fondato sui principi del modello HACCP che racchiude tute le misure da adottare per garantire la sicurezza igienico sanitaria e l’integrità degli alimenti. L’adempimento dei principi dell’HACCP nelle catene ristorative viene garantito dai controlli ufficiali svolti dalle autorità sanitarie con programmi ed interventi di vigilanza atti a ridurre i pericoli fisici-biologici che possono rendere dannoso un alimento per il consumatore.
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10

Chochon, Emmanuelle Xali. "Studio di un prodotto da forno fermentato funzionale arricchito di ferro microincapsulato." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Lo studio si è concentrato sull’analisi delle caratteristiche biochimiche, microbiologiche ed organolettiche di pane micro incapsulato di ferro. Il pane è stato fatto con farine e metodi di fermentazione differenti al fine di vederne la diversa reattività con le 4 tipologie di microcapsule di ferro selezionate (M4, M5, M7, M8). Il primo pane è stato ottenuto con farina di frumento e lievito di birra (fermentazione convenzionale), il secondo con farina di frumento e impasto acido di farina di frumento e il terzo con farina di frumento e impasto acido di farina di farro. Per ogni tipologia di impasto sono stati ottenuti 5 diversi campioni, il primo senza microcapsule, e i successivi con una microcapsula differente. Per ogni impasto acido, impasto finale e pane sono state fatte analisi microbiologica, determinazione di pH e Aw. Sul pane sono state fatte anche analisi del colore e sensoriale. Nell’impasto e nel pane con fermentazione convenzionale sono stati riscontrati i valori di Aw e pH più alti. Dall’elaborazione dei dati complessivi è emerso che l’impasto ottenuto con fermentazione convenzionale possiede una minore Aw, un minor rigonfiamento dell’impasto, un profilo aromatico più basso inoltre un’alveolatura meno uniforme rispetto a quella presentata dagli impasti acidi, indipendentemente dalla microcapsula utilizzata. Nell’impasto acido di farro, invece, la rottura delle microcapsule, probabilmente dovuta al pH eccessivamente acido ha portato con sé sapori non graditi come quello metallico, classificandosi tra gli impasti con minor gradimento generale. Il pane ottenuto con impasto acido di frumento è risultato il migliore sotto tutti i profili. Nello specifico il campione micro incapsulato con M5 è risultato quello con valori uguali o superiori alla media di tutti i parametri analizzati e ritenuto, quindi, il più performante.
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Books on the topic "Consumi alimentari"

1

Spazi di negoziazione: Povertà urbana e consumi alimentari. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2011.

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2

CiboGlocale: I consumi alimentari dei veneti tra incertezze e senso di comunità. Padova: CLEUP, 2011.

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3

Stranieri, Paolo. Irrigazione e consumi nella media valle del fiume Senegal: Consumi e comportamenti alimentari dei beneficiari di perimetri irrigui. Roma: Istituto italo africano, Centro di documentazione e ricerca, 1990.

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4

Giagnacovo, Maria. Mercanti a tavola: Prezzi e consumi alimentari dell'azienda Datini di Pisa : 1383- 1390. Firenze: Opus libri, 2002.

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5

Zilli, Ilaria. Non di solo pane: I consumi alimentari della famiglia Japoce di Campobasso, 1743- 1793. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2005.

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6

Donati, Francesca Pucci. Il mercato del pane: Politiche alimentari e consumi cerealicoli a Bologna fra Due e Trecento. Bologna: Bononia University Press, 2014.

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7

Catalonia (Spain). Direcció General d'Ordenació i Planificació Sanitària., ed. Hàbits alimentaris i consum d'aliments a Catalunya: Llibre blanc. 2nd ed. [Spain]: Servei de Promoció de la Salut, Direcció General d'Ordenació i Planificació Sanitària, Generalitat de Catalunya, Departament de Sanitat i Seguretat Social, 1988.

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8

Biffignandi, Silvia. Il comparto alimentare e beverage: Produzione, consumo, packaging e macchinari. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2011.

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9

Eguía, Amalia. Consumo alimentario en sectores pobres urbanos del Gran La Plata. La Plata, Buenos Aires, Argentina: Universidad Nacional de La Plata, Facultad de Humanidades y Ciencias de la Educación, 1997.

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10

Eguía, Amalia. Consumo alimentario en sectores pobres urbanos del Gran La Plata. La Plata, Buenos Aires, Argentina: Universidad Nacional de La Plata, Facultad de Humanidades y Ciencias de la Educación, 1997.

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Book chapters on the topic "Consumi alimentari"

1

Melo, G. G., F. B. B. Jardim, and A. C. Lourenço. "A IMPORTÂNCIA DA ROTULAGEM PARA O PÚBLICO COM RESTRIÇÕES ALIMENTARES: REVISÃO." In PESQUISAS E ATUALIZAÇÕES EM CIÊNCIA DOS ALIMENTOS. Agron Food Academy, 2022. http://dx.doi.org/10.53934/9786599539657-63.

Full text
Abstract:
Quando se trata de segurança alimentar, os rótulos são considerados ferramentas para informar e orientar o cliente em relação às porções, quantidades e qualidade nutricional dos produtos, favorecendo escolhas mais saudáveis para o dia a dia. Portanto, é notável a importância dos rótulos alimentares como fonte de informação para quem busca uma alimentação equilibrada, especialmente para o público que apresenta restrições alimentares. Embora existam as legislações específicas de rotulagem alimentar, as falhas de comunicação nos rótulos, causadas por informações incorretas, incompletas, confusas e/ou equívocas, não permitem ao consumidor se apropriar das informações declaradas e pode submetê-lo a graves riscos a sua saúde, como alergias desencadeadas pelo consumo de alimentos. O conhecimento das legislações de rotulagem alimentar específicas para o público com restrição alimentar, das ações educacionais e políticas públicas e dos estudos sobre o tema são importantes como meio de difusão e compreensão dos rótulos e seu papel norteador dos hábitos alimentares. O presente artigo tem como objetivo realizar uma revisão bibliográfica sobre a importância da rotulagem alimentar para o público com restrições alimentares.
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2

Melo, G. G., F. B. B. Jardim, and A. C. Lourenço. "A IMPORTÂNCIA DA ROTULAGEM PARA O PÚBLICO COM RESTRIÇÕES ALIMENTARES: REVISÃO." In PESQUISAS E ATUALIZAÇÕES EM CIÊNCIA DOS ALIMENTOS. Agron Food Academy, 2022. http://dx.doi.org/10.53934/9786599539657-64.

Full text
Abstract:
Quando se trata de segurança alimentar, os rótulos são considerados ferramentas para informar e orientar o cliente em relação às porções, quantidades e qualidade nutricional dos produtos, favorecendo escolhas mais saudáveis para o dia a dia. Portanto, é notável a importância dos rótulos alimentares como fonte de informação para quem busca uma alimentação equilibrada, especialmente para o público que apresenta restrições alimentares. Embora existam as legislações específicas de rotulagem alimentar, as falhas de comunicação nos rótulos, causadas por informações incorretas, incompletas, confusas e/ou equívocas, não permitem ao consumidor se apropriar das informações declaradas e pode submetê-lo a graves riscos a sua saúde, como alergias desencadeadas pelo consumo de alimentos. O conhecimento das legislações de rotulagem alimentar específicas para o público com restrição alimentar, das ações educacionais e políticas públicas e dos estudos sobre o tema são importantes como meio de difusão e compreensão dos rótulos e seu papel norteador dos hábitos alimentares. O presente artigo tem como objetivo realizar uma revisão bibliográfica sobre a importância da rotulagem alimentar para o público com restrições alimentares.
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Rodrigues, Roberta Bezerra. "AVALIAÇÃO DO PERFIL NUTRICIONAL E HÁBITOS ALIMENTARES DE GESTANTES BRASILEIRAS." In ANAIS DO I CONGRESSO NACIONAL MULTIPROFISSIONAL EM SAÚDE COLETIVA (ICONMUSCO): TRABALHOS COMPLETOS. Literacia Cientifica Editora & Cursos, 2022. http://dx.doi.org/10.53524/lit.edt.978-65-84528-08-6/54.

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Abstract:
Introdução: A gestação é um processo fisiológico que compreende uma sequência de adaptações intensas no organismo. Em virtude dessas alterações fisiológicas deve-se atentar ao acompanhamento nutricional no decorrer dos meses e as necessidades nutricionais. Objetivo: Identificar o perfil nutricional e hábitos alimentares de gestantes brasileiras. Métodos: Trata-se de um estudo epidemiológico, retrospetivo e descritivo, em que foi analisado o estado nutricional e consumo alimentar de gestantes adultas atendidas na atenção básica no ano de 2020, acompanhadas pelo Sistema de Vigilância Alimentar e Nutricional do Ministério da Saúde (SISVAN), em todo território nacional. Resultados e Discussão: Foram avaliadas 72 946 gestantes quanto ao estado nutricional e o consumo alimentar apenas 11 092 representando 15% das gestantes cadastradas. Verificou-se a predominância de 31,92% em eutrofia, sobrepeso (30.3%), obesidade com 27,12% e menor frequência baixo peso (10.94%). Em relação aos hábitos alimentares analisados houve o consumo predominante de alimentos ultraprocessados (79%), em seguida o consumo de bebidas adoçadas (57%), consumo de biscoito recheado, doces e guloseimas (40%) e de macarrão instantâneo, salgadinho de pacote ou biscoito salgado (34%). Os alimentos saudáveis frutas (78%), legumes e verduras (76%) apresentaram resultados semelhantes. A predominância desses resultados demonstram a importância do acompanhamento nutricional durante esse período e as orientações profissionais para diminuir o consumo de alimentos que podem prejudicar futuramente a saúde e o feto. Conclusão: Identificou-se neste estudo que o perfil nutricional predominante das gestantes é a eutrofia, sobrepeso e o consumo alimentar de alimentos não saudáveis foram predominantes quando relacionado com os saudáveis. Sendo assim destaca-se o papel fundamental do acompanhamento nutricional durante a gestação e incentivar o consumo de alimentos in natura e minimamente processados dentro das necessidades nutricionais desse período, fazendo com que evite futuras doenças.
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Olalde Libreros, Guadalupe Jacqueline. "Representaciones alimentarias en adolescentes con comportamiento alimentario diferenciado." In Consumos alimentares em cenários urbanos - múltiplos olhares, 348–69. EDUERJ, 2020. http://dx.doi.org/10.7476/9786588808092.0016.

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DA COSTA SOUZA, LARISSA, and CECÍLIA SANTOS DE OLIVEIRA. "A ALIMENTAÇÃO DOS ESTUDANTES DO ENSINO FUNDAMENTAL: UM ESTUDO DE CASO NO MUNICÍPIO DE SÃO GONÇALO/RJ." In Itinerários de resistência: pluralidade e laicidade no Ensino de Ciências e Biologia. Editora Realize, 2021. http://dx.doi.org/10.46943/viii.enebio.2021.01.004.

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Abstract:
NESTE TRABALHO APRESENTAMOS UM MAPEAMENTO SOBRE A ALIMENTAÇÃO DOS ESTUDANTES DO 6º AO 9º ANO DO ENSINO FUNDAMENTAL. PARA ISSO, UTILIZAMOS COMO FONTE UM QUESTIONÁRIO, NO QUAL OS ESTUDANTES DE UMA ESCOLA PÚBLICA DO MUNICÍPIO DE SÃO GONÇALO/RJ RESPONDERAM SOBRE SUAS REFEIÇÕES. OBTIVEMOS UM TOTAL DE 59 RESPOSTAS, DE 34 MENINAS E 25 MENINOS, DE IDADE DE 10 A 19 ANOS. DESTACA-SE A DIVERSIDADE ALIMENTAR CITADA PELOS ESTUDANTES E O ALTO CONSUMO DE ALIMENTOS CONSIDERADOS ‘NÃO SAUDÁVEIS’ COMO PÃES, BISCOITOS, REFRIGERANTES, SALGADOS, PIZZAS, HAMBÚRGUERES, GUARANÁ-NATURAL. O INTERESSE PELA TEMÁTICA SURGE POR CONSIDERARMOS A EDUCAÇÃO ALIMENTAR COMO UMA NECESSIDADE E O ESPAÇO ESCOLAR COMO PROPÍCIO PARA MELHOR FORMAR OS INDIVÍDUOS EM RELAÇÃO À HÁBITOS ALIMENTARES SAUDÁVEIS. CONSIDERAMOS A NECESSIDADE DE MAIORES INVESTIMENTOS EM ESTUDOS NA ÁREA, SUA RELAÇÃO COM O CONSUMO; EM ARTICULAÇÃO COM O ENSINO DE CIÊNCIAS.
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KUS-YAMASHITA, M. M. M., C. B. CANO, and J. MANCINI-FILHO. "Correlação entre o índice de acidez e peróxido em óleos de peixe." In A indústria de alimentos e a economia circular: alimentando uma nova consciência. Agron Food Academy, 2021. http://dx.doi.org/10.53934/9786599539640-6.

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Abstract:
Entre os anos de 2005 a 2012, o óleo de peixe encapsulado foi o suplemento alimentar mais consumido na Europa e nos Estados Unidos, em 2020 ocupou a terceira posição. No Brasil, o consumo deste suplemento alimentar ocupa a posição de quarto lugar, atrás dos suplementos vitamínicos e minerais. A suscetibilidade da peroxidação lipídica nos alimentos depende da composição lipídica, da presença de pró-oxidantes e antioxidantes, níveis de oxigênio, temperatura, luz e métodos de processamento, ou seja, alimentos ricos em AGPI são mais suscetíveis à oxidação lipídica. Este trabalho teve como objetivo quantificar os índices de acidez e peróxido nos óleos de peixe e verificar a correlação destas variáveis. Foram analisadas 20 amostras de óleos de peixe encapsulados coletadas pelas Vigilâncias Sanitárias do Estado de São Paulo. As metodologias utilizadas foram fundamentadas no Livro de Normas do Instituto Adolfo Lutz, realizadas por titulação potenciométrica. Todos os óleos de peixe analisados estavam de acordo com o limite estabelecido pelo Codex Alimentarius para o índice de acidez, mas para o índice de peróxido apenas 4 amostras estavam abaixo do limite. Não foi verificada correlação entre índice de acidez e o peróxido. O monitoramento constante dos óleos de peixe é de extrema importância, devido ao estado de oxidação verificado, e ser muito consumido pela população.
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TAKETOMI, A. T. F., S. E. P. VIDAL, E. M. FONSECA JÚNIOR, M. L. P. C. ROMANO, and F. S. OTANI. "Influência da cultura alimentar japonesa na região oeste do Pará." In Ciência e Tecnologia de Alimentos: Pesquisas e Avanços - Volume 3. Agron Food Academy, 2022. http://dx.doi.org/10.53934/9786599539695-11.

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Abstract:
O consumo da culinária japonesa ocorre nas metrópoles brasileiras, compondo com a pluralidade gastronômica nacional e regional, um cenário instigante de pesquisa sobre os processos e as manifestações culturais no mundo contemporâneo. Nas últimas décadas, a crescente aceitação de uma dieta mais diversificada de alimentos para manter a saúde, contribuiu para um aumento sem precedentes da culinária japonesa no exterior, com o crescimento intenso do número de restaurantes japoneses nas principais cidades do mundo. Assim, o trabalho objetivou analisar a influência da cultura alimentar japonesa na alimentação da população residente na região oeste do Pará, e o perfil desses consumidores. Os dados da pesquisa foram coletados por meio de questionário online, onde foram feitas nove perguntas com respostas estruturadas, sobre o perfil dos participantes e a influência da cultura alimentar japonesa nos hábitos alimentares desses consumidores. Os resultados foram analisados no programa Microsoft Excel®, do pacote Microsoft Office®, para estatística descritiva dos dados, em porcentagem. Foram registradas 475 respostas no questionário online, durante o mês de junho de 2022, por um período de 15 dias. Na região oeste do Pará, a maioria dos participantes (54,53%) são residentes do município de Santarém, do gênero feminino, com renda familiar per capita até um salário mínimo e não apresentam ascendência japonesa e/ou convivem com descendentes japoneses. A cultura alimentar japonesa influencia o hábito alimentar de parte da população, principalmente no consumo de produtos como shoyu (molho de soja), lámen (macarrão instantâneo/miojo), sushi, sashimi e yakissoba -pratos da culinária japonesa.
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FINGER, I. R. B., V. J. M. FURLAN, and G. S. CENTENARO. "A pandemia do coronavírus e as mudanças nos hábitos alimentares e de vida dos estudantes da Universidade Federal Do Pampa." In Ciência e Tecnologia de Alimentos: Pesquisas e Avanços - Volume 3. Agron Food Academy, 2022. http://dx.doi.org/10.53934/9786599539695-14.

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Abstract:
O objetivo do estudo foi avaliar os hábitos alimentares e de vida dos estudantes universitários da Universidade Federal do Pampa (UNIPAMPA) durante o período de pandemia de COVID-19 e verificar se ocorreram possíveis alterações no consumo de alimentos e no estilo de vida desta população. Trata-se de um estudo transversal, de abordagem quantitativa e descritiva. Os participantes responderam um questionário eletrônico criado pelos pesquisadores no formato da plataforma “Formulários Google”. Verificou-se que 48,4% dos pesquisados informaram que a frequência de refeições aumentou durante a pandemia. O consumo de alimentos como verduras, legumes, frutas e leguminosas se manteve para 44,4% dos estudantes durante o período de confinamento, porém 39,3% disseram que aumentaram o consumo de alimentos ricos em açúcar, como doces e sobremesas. Foi observado que 51,4% dos discentes expressaram ganho de peso corporal, sendo que para 44,5% a prática de atividade física diminuiu com a chegada da pandemia. Entre os universitários, o álcool é a substância psicoativa mais consumida e 73,1% referiram consumir bebidas alcoólicas. Entre os acadêmicos, 24,9% apontaram aumento na frequência da aquisição de alimentos prontos para consumo através de serviços de pronta entrega durante o isolamento social. Logo, a associação de hábitos alimentares inadequados com um estilo de vida sedentário podem ser fatores de risco para a instalação de doenças crônicas não transmissíveis.
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REBECA DE SOUZA MELO, LARYSSA, and JULIANA SOUZA OLIVEIRA. "LUDICIDADE: UM CAMINHO DE MAGIA E SONHOS NECESSÁRIO PARA AÇÕES DE EDUCAÇÃO ALIMENTAR E NUTRICIONAL NO AMBIENTE ESCOLAR." In Escola em tempos de conexões - Volume 02. Editora Realize, 2022. http://dx.doi.org/10.46943/vii.conedu.2021.02.098.

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Abstract:
O PRESENTE ESTUDO OBJETIVOU DEMONSTRAR A IMPORTÂNCIA DA LUDICIDADE COMO ESTRATÉGIA DE EDUCAÇÃO ALIMENTAR E NUTRICIONAL (EAN) PARA A POTENCIALIZAÇÃO DO APRENDIZADO SOBRE ALIMENTAÇÃO SAUDÁVEL E ADEQUADA NO PÚBLICO INFANTIL. TRATA-SE DE UMA PESQUISA-AÇÃO DIVIDIDA EM TRÊS MOMENTOS: O PRIMEIRO – APLICAÇÃO DO QUESTIONÁRIO DE FREQUÊNCIA ALIMENTAR E PESQUISA SOBRE O CONHECIMENTO DAS CRIANÇAS ACERCA DE ALIMENTAÇÃO, NUTRIÇÃO E HÁBITOS QUE COMPÕE UM ESTILO DE VIDA SAUDÁVEL, O SEGUNDO – ATIVIDADES DE EDUCAÇÃO ALIMENTAR E NUTRICIONAL E O TERCEIRO – OFICINA DE CONCLUSÃO E AVALIAÇÃO FINAL. AO ANALISAR A FREQUÊNCIA ALIMENTAR DAS CRIANÇAS QUE PARTICIPARAM DO ESTUDO, FOI POSSÍVEL OBSERVAR QUE HAVIA BAIXO CONSUMO DE TUBÉRCULOS, VERDURAS, LEGUMES E FRUTAS, E ELEVADA INGESTÃO DE ALIMENTOS INDUSTRIALIZADOS. ALÉM DISSO, AS CRIANÇAS APRESENTARAM AÇÕES QUE LEVARAM A COMPORTAMENTOS ALIMENTARES INADEQUADOS, COMO A UTILIZAÇÃO DE APARELHOS TECNOLÓGICOS OU A AUSÊNCIA DA FAMÍLIA À MESA NO MOMENTO DAS REFEIÇÕES. QUANTO AO EFEITO DA INTERVENÇÃO NUTRICIONAL COM O USO DA LUDICIDADE, NOTOU-SE QUE AS CRIANÇAS APRESENTARAM UMA BOA INTERAÇÃO E ENVOLVIMENTO, E QUE ESTAS TIVERAM UMA INFLUÊNCIA SATISFATÓRIA PARA A CONSTRUÇÃO DO CONHECIMENTO SOBRE NUTRIÇÃO E ALIMENTAÇÃO ADEQUADA. CONCLUIU-SE QUE ESSE TRABALHO CONTRIBUIU PARA O EMPODERAMENTO DAS CRIANÇAS NO TOCANTE A ALIMENTAÇÃO ADEQUADA E SAUDÁVEL, ALÉM DE POSSIBILITAR UMA REFLEXÃO SOBRE A FORMA DA MATERIALIZAÇÃO DAS ATIVIDADES DE EAN NA EDUCAÇÃO INFANTIL, DESTACANDO A LUDICIDADE, A PARTIR DOS ATRIBUTOS DA PEDAGOGIA CONSTRUTIVISTA E FREIREANA, UMA IMPORTANTE FERRAMENTA.
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"Consumo de alimentos y percepciones sobre inseguridad alimentaria en los hogares." In Inseguridad alimentaria, 59–76. UNIVERSIDAD DE CALDAS, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv18dvt8h.6.

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Conference papers on the topic "Consumi alimentari"

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Procópio, Larissa Moraes. "CLASSIFICAÇÃO FUNCIONAL DOS MACROINVERTEBRADOS BENTÔNICOS." In I Congresso On-line Brasileiro de Biologia Marinha e Oceanografia. Revista Multidisciplinar de Educação e Meio Ambiente, 2021. http://dx.doi.org/10.51189/rema/3122.

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Abstract:
Introdução: Os macroinvertebrados bentônicos são animais que habitam o sedimento de ecossistemas aquáticos, em ambientes lênticos (reservatórios, lagos e lagoas) e lóticos (rios, riachos e córregos). Esse grupo é representado por diversos filos de invertebrados, cujo tamanho pode chegar até 0,5mm no final do seu estágio larval. Eles possuem uma grande importância ecológica pois atuam no fluxo do ciclo de compostos químicos e na mineralização de matéria orgânica. Além disso, também são considerados excelentes bioindicadores ambientais, devido sua diversidade, tamanho e abundância nos ambientes aquáticos. Objetivo: Apresentar os diferentes grupos funcionais de macroinvertebrados bentônicos e o tipo de alimento que cada grupo consome. Materiais e Métodos: Foi realizada uma pesquisa nas plataformas Google Scholar e Scielo, em revistas científicas e periódicos com trabalhos dos últimos 20 anos, utilizando as palavras-chave: Macroinvertebrados Bentônicos; Grupos Funcionais e Ecologia Alimentar, um total de 10 artigos foram utilizados como base para esse resumo. Resultados: Os macroinvertebrados bentônicos são classificados de acordo com o seu hábito alimentar e tipo de alimento que consome. Os organismos que se alimentam de detritos e matéria orgânica particulada fina (MOPF) são considerados coletores, podendo se alimentar de partículas depositadas no sedimento (coletores-coletores) ou através de suspensão (coletores-filtradores). Os raspadores são aqueles que se alimentam do perifíton, eles possuem um aparelho bucal específico para raspar o perifíton que fica disposto sobre as rochas. Os invertebrados que se alimentam de matéria orgânica particulada grossa (MOPG) são chamados de fragmentadores. Eles tem preferência por matéria orgânica colonizada por microorganismos e atuam como aceleradores da mineralização da matéria orgânica, pois ao ingeri-la, sua biota é alterada pelos microorganismos presentes no aparelho digestivo do animal, que ao voltar para o meio ambiente, tem sua decomposição acelerada devido o aumento da taxa de superfície. Os organismos que se alimentam de tecido animal vivo são considerados predadores e aqueles que minam madeira são considerados minadores. Conclusão: Através dos artigos analisados, foi possível observar as características, diferenças e hábitos alimentares dos macroinvertebrados bentônicos, onde, a presença de determinados grupos de organismos varia de acordo com condições ambientais, climáticas, disponibilidade de alimento, sazonalidade e predação no local.
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Silva, Stela Ivone dos Santos. "IMPLICAÇÕES DO ISOLAMENTO SOCIAL NA ALIMENTAÇÃO DA POPULAÇÃO BRASILEIRA." In I Congresso Brasileiro de Estudos Epidemiológicos On-line. Revista Multidisciplinar em Saúde, 2022. http://dx.doi.org/10.51161/epidemion/7081.

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Abstract:
Introdução: O distanciamento social foi considerado pela Organização Mundial de Saúde a medida mais eficaz para conter a propagação do COVID 19. Um maior tempo restrito em domicílio pode causar alterações nos hábitos alimentares da população. Objetivo: Este trabalho visa expor as implicações do distanciamento social na alimentação da população brasileira. Metodologia: Trata-se de uma revisão bibliográfica nas bases de dados Pubmed, Lilacs, e Medline, dos artigos publicados nos últimos 2 anos que abordam acerca deste tema, com os seguintes descritores: COVID 19, Isolamento Social e Alimentação. Resultados: O distanciamento provocou a redução/suspensão de atividades laborais, como trabalho, aulas e atividades físicas; além de fechamento de estabelecimentos não essenciais e comércios de alimentos, repercutindo diretamente no poder aquisitivo da população, sem que houvessem medidas de amparo aos trabalhadores que perderam seus meios de sustento, restringindo o acesso aos bens e serviços essenciais, dentre eles os alimentos. Um período de confinamento domiciliar e redução de atividade física desestrutura horários de refeições e de sono, corroborando com o estresse emocional e aumento do apetite. Neste período é comum ocorrer um aumento no consumo de alimentos ultraprocessados e fast foods, devido a maior praticidade, a grande variedade de alimentos, a alta palatabilidade, a facilidade do consumo, às diversas propagandas e a disponibilidade de serviços delivery. Em contrapartida, alguns sintomas decorrentes da doença – disgeusia e anosmia, podem afetar o consumo alimentar, devido a redução do apetite que ocorre como consequência destes, corroborando com a perda de peso. Além disso, o isolamento proposto induz a população a consumir menos refeições/alimentos na rua, e ainda, com o aumento do tempo em casa, e consequentemente, maior disponibilidade para ampliar as habilidades culinárias, é possível aprimorar o consumo de preparações saudáveis. Conclusão: Portanto, o distanciamento social vem resultando em impactos econômicos profundos, além de predispor aos maus hábitos alimentares. Torna-se explícita a importância de decisões e políticas públicas que levem em consideração a alimentação da população brasileira. É aconselhável o investimento em campanhas de educação alimentar e nutricional pelos meios de comunicação disponíveis, que reforcem a adoção/manutenção de uma alimentação saudável para toda a família.
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Silva, Stela Ivone dos Santos. "IMPLICAÇÕES DO ISOLAMENTO SOCIAL NA ALIMENTAÇÃO DA POPULAÇÃO BRASILEIRA." In I Congresso Brasileiro de Estudos Epidemiológicos On-line. Revista Multidisciplinar em Saúde, 2022. http://dx.doi.org/10.51161/epidemion/7081.

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Abstract:
Introdução: O distanciamento social foi considerado pela Organização Mundial de Saúde a medida mais eficaz para conter a propagação do COVID 19. Um maior tempo restrito em domicílio pode causar alterações nos hábitos alimentares da população. Objetivo: Este trabalho visa expor as implicações do distanciamento social na alimentação da população brasileira. Metodologia: Trata-se de uma revisão bibliográfica nas bases de dados Pubmed, Lilacs, e Medline, dos artigos publicados nos últimos 2 anos que abordam acerca deste tema, com os seguintes descritores: COVID 19, Isolamento Social e Alimentação. Resultados: O distanciamento provocou a redução/suspensão de atividades laborais, como trabalho, aulas e atividades físicas; além de fechamento de estabelecimentos não essenciais e comércios de alimentos, repercutindo diretamente no poder aquisitivo da população, sem que houvessem medidas de amparo aos trabalhadores que perderam seus meios de sustento, restringindo o acesso aos bens e serviços essenciais, dentre eles os alimentos. Um período de confinamento domiciliar e redução de atividade física desestrutura horários de refeições e de sono, corroborando com o estresse emocional e aumento do apetite. Neste período é comum ocorrer um aumento no consumo de alimentos ultraprocessados e fast foods, devido a maior praticidade, a grande variedade de alimentos, a alta palatabilidade, a facilidade do consumo, às diversas propagandas e a disponibilidade de serviços delivery. Em contrapartida, alguns sintomas decorrentes da doença – disgeusia e anosmia, podem afetar o consumo alimentar, devido a redução do apetite que ocorre como consequência destes, corroborando com a perda de peso. Além disso, o isolamento proposto induz a população a consumir menos refeições/alimentos na rua, e ainda, com o aumento do tempo em casa, e consequentemente, maior disponibilidade para ampliar as habilidades culinárias, é possível aprimorar o consumo de preparações saudáveis. Conclusão: Portanto, o distanciamento social vem resultando em impactos econômicos profundos, além de predispor aos maus hábitos alimentares. Torna-se explícita a importância de decisões e políticas públicas que levem em consideração a alimentação da população brasileira. É aconselhável o investimento em campanhas de educação alimentar e nutricional pelos meios de comunicação disponíveis, que reforcem a adoção/manutenção de uma alimentação saudável para toda a família.
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Monteiro, Kivia Ruane Da Silva Lopes, Loiane Dos Santos Costa, Rhaissa Pinheiro Ferreira, and Nina Nayara Ferreira Martins. "ATIVIDADE DE EDUCAÇÃO ALIMENTAR NUTRICIONAL: COMO MONTAR UM PRATO SAUDÁVEL?" In I Congresso Brasileiro de Saúde Pública On-line: Uma abordagem Multiprofissional. Revista Multidisciplinar em Saúde, 2021. http://dx.doi.org/10.51161/rems/2993.

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Abstract:
Introdução: A proposta de uma dieta para a população brasileira apresenta pressupostos como: o resgate dos hábitos alimentares saudáveis baseados na autonomia regional; e a identificação de alimentos, ou grupo de alimentos, cujo consumo deva ser estimulado, priorizando novas experiências, não somente restrições e proibições alimentares. O desenvolvimento de guias para o Brasil, bem como orientações como os “Dez passos para Alimentação Saudável” e “Meu prato saudável”, são respostas ao crescente interesse do público em geral em relação ao papel da alimentação na promoção da saúde e prevenção das doenças crônicas. Objetivo: Relatar a experiência vivenciada por acadêmicas de nutrição ao promover uma atividade de Educação alimentar Nutricional (EAN) sobre o prato saudável para funcionários de uma unidade hospitalar. Relato da experiência: Em momento prévio, foi realizada atividade educacional na intenção de demonstrar como seria adequado montar um prato saudável. Sendo assim, foi proposta uma atividade de educação alimentar nutricional sobre o prato saudável, que iniciou com as acadêmicas de nutrição abordando a importância da alimentação saudável. Foi construído material de apoio visual, com sugestão de distribuição dos grupos alimentares em um prato, dividido entre legumes e verduras (50%), proteína animal e vegetal (25%) como também os carboidratos (25%). Além disso, foi elaborado um folheto auxiliar com informações e recomendações, ressaltando o consumo de legumes e verduras como parte das refeições e porção de fruta na sobremesa. De modo a estimular os participantes ao consumo regular de frutas, legumes e verduras, por serem ricos em vitaminas, minerais e fibras e contribuírem para a proteção à saúde e diminuição do risco de ocorrência de várias doenças. Além disso, as alunas conversaram com os participantes para sanar dúvidas, a respeito de nutrientes, consumo de alimentos in natura e minimamente processados, consumo de “suco naturais x sucos artificiais”, consumo diário de feijão com arroz; além da importância do consumo de proteínas diversificadas, finalizando com recomendações como limitar o consumo de alimentos ultraprocessados e embutidos, como bacon, linguiça e salsicha. Conclusão: Ao final da atividade observou-se o interesse colaboradores em relação ao assunto, demonstrando assim, resultados positivos relacionados à atividade executada.
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Ferreira Santos, Ana Beatriz, Juliana Alves da Silva, Karen Aline Salvador Guerra, Jôse Adaiane Balbino da Rocha, and Jamile Ferro de Amorim. "SELETIVIDADE ALIMENTAR NO TRANSTORNO DO ESPECTRO AUTISTA." In II Congresso Brasileiro Online de Nutrição da Criança e do Adolescente. CONGRESSE.ME, 2021. http://dx.doi.org/10.54265/fsqn1798.

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Abstract:
Introdução: O Transtorno do Espectro Autista (TEA) tem como traços as desordens que afetam o neurodesenvolvimento, a comunicação e mostram-se restritivos e ritualísticos. No autismo o processamento sensorial é afetado e pode envolver os hábitos alimentares da criança e do adolescente, podendo reduzir o consumo de alguns grupos alimentares. A seletividade alimentar ou Transtorno Alimentar Restritivo Evitativo (TARE) caracteriza-se pela recusa alimentar, desinteresse, repulsa e muitas vezes falta de apetite devido à sensibilidade das características organolépticas dos alimentos. Desse modo, considerando os danos que seletividade alimentar pode acarretar à saúde dos autistas, é necessário identificar esse agravo para compreender os fatores associados, para traçar estratégias de enfrentamento. Objetivo: Promover atividades e orientações que envolvem o aspecto alimentar e nutricional de crianças e adolescentes no transtorno do espectro autista. Métodos: Trata-se de um projeto de extensão “Educação Nutricional para Crianças e adolescentes com Transtorno do Espectro Autista (TEA)” realizado por alunos dos cursos de Nutrição (3 alunos) e Psicologia (3 alunos) da Faculdade Estácio de Alagoas. O públicoalvo do projeto foi composto por 81 mães/pais/responsáveis e as atividades desenvolvidas foram voltadas para a instrução destes em relação à educação nutricional e comportamento alimentar no autismo. Devido à pandemia do Covid-19, todas as atividades do grupo foram realizadas via grupo de WHATSAPP® e reuniões periódicas em plataformas digitais. Para subsidiar as atividades foram utilizados os relatos dos responsáveis, colocados nos encontros virtuais ou no grupo de mensagens instantâneas, com as principais queixas que envolvem a temática do projeto. Resultados: Diante dos relatos apresentados, foi identificado que a seletividade alimentar estava presente na maioria das queixas dos responsáveis. Assim, foram traçadas estratégias para lidar com a seletividade alimentar, através da aproximação criança-alimento para despertar o interesse e curiosidade por meio da interação não-coercitiva. Foi sugerido como ferramenta a introdução do alimento a partir de jogos, músicas, quadros de rotina alimentar, participação do preparo das refeições e prática da comensalidade. As atividades realizadas promoveram a troca de experiências entre os participantes e despertaram questionamentos e reflexões, não apenas sobre alimentação, mas também sobre todo o contexto que envolve a rotina e dinâmica familiar, o que interfere diretamente no comportamento alimentar. Conclusão: A partir desse trabalho ficou mais evidente a necessidade de abordar os aspectos alimentares e nutricionais que envolvem o autismo. É de fundamental importância a discussão dessa temática, visto que ainda é incipiente a disseminação de informações na comunidade, no meio acadêmico e profissional. Também se faz necessária a capacitação dos profissionais para orientar a sociedade, em especial os cuidadores, levando a uma construção da melhoria na rotina alimentar e na qualidade de vida. Palavras-chave: Autismo, Comportamento alimentar, Seletividade alimentar.
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Gomes, Ana Leticia Almeida Cavalcante, Samille Vitória Siqueira Aguiar, Bruno Cavalcante Linhares, and Silvia Fernandes Ribeiro da Silva. "A RELAÇÃO DO CONSUMO DE ALIMENTOS ULTRAPROCESSADOS COM O DESENVOLVIMENTO DA OBESIDADE." In I Congresso Brasileiro de Saúde Pública On-line: Uma abordagem Multiprofissional. Revista Multidisciplinar em Saúde, 2022. http://dx.doi.org/10.51161/rems/3323.

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Abstract:
Introdução: Os alimentos ultraprocessados (AUPs) são derivados de alimentos in natura que passam por várias etapas e técnicas de processamento, com adição de ingredientes que aumentam seu sabor e durabilidade, tais como açúcar, óleos, gorduras, sódio. Esses alimentos são danosos a saúde e estão influenciando o padrão alimentar da população por serem pré-prontos, hiperpalatáveis e de baixo custo. Objetivo: Avaliar a relação do consumo de alimentos AUPs com o desenvolvimento de obesidade. Método: Revisão de literatura que incluiu estudos publicados nos últimos dois anos, no Pubmed, sobre alimentos ultraprocessados, acarretando a obesidade e interferindo na saúde. Foram incluídos quatro artigos para a presente revisão. Resultados: Os países desenvolvidos, como os Estados Unidos, são os maiores consumidores de AUPs, onde 59% das calorias diárias dos americanos são oriundas desses produtos. No Brasil esse percentual é de 20%. Em 2019, 9% da população brasileira consumia esses alimentos, mas em 2020, com a pandemia, o consumo saltou para 16%. Esses dados merecem um olhar da saúde pública, pois sabe-se que a alta ingestão de AUPs está diretamente relacionado ao risco de desenvolver obesidade e doenças cardiovasculares. Um estudo realizado na França com adultos durante 10 anos mostrou elevação de 10% na ingestão de AUPs e os autores associaram essa elevação com sobrepeso (11%) e risco de desenvolver obesidade (9%). Um outro estudo, onde os participantes alimentaram-se livremente com AUPs ou minimamente processadas por 14 dias revelou que, nas dietas com AUPs, foi consumido 500 calorias/dia a mais e os participantes ganharam 900g de massa gorda. Sabe-se que os refrigerantes também são produtos ultraprocessados e o seu alto consumo está associado com alta prevalência de obesidade e outras doenças crônicas, como a diabetes. Além disso, a elevada ingestão de AUPs, ricos em gorduras, pode alterar o perfil lipídico de jovens, com LDL e colesterol total altos, aumentando o risco cardiovascular e metabólico na vida adulta. Conclusão: O alto consumo de AUPs traz vários riscos à saúde e está fortemente associado com o desenvolvimento de obesidade. É imperativo que a população reduza o consumo desses alimentos em prol de uma alimentação saudável.
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Gonçalves, Alainá, Valterlinda Queiroz, Mônica de Santana, Lucivalda de Oliveira, Priscila Costa, Maria Machado, Luana de Oliveira, Nadjane Damascena, and Jamile de Oliveira. "Consumo Alimentar E Adiposidade Abdominal em Adolescentes." In XXI I Congresso Brasileiro de Nutrologia. Thieme Revinter Publicações Ltda, 2018. http://dx.doi.org/10.1055/s-0038-1674557.

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Nickenig, Glória Maria, Maria Fernanda Amorim, Tayline Mroczek Pereira Pinto, and Marcos Benatti. "TAÇÃO SAUDÁVEL PARA ALUNOS DO 1º ANO DE UMA ESCOLA MUNICIPAL DE MARINGÁ: RELATO DE EXPERIÊNCIA." In Congresso Online Brasileiro de Medicina. CONGRESSE.ME, 2021. http://dx.doi.org/10.54265/ctpd1562.

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Abstract:
A promoção da alimentação saudável favorece a saúde, o crescimento e o desenvolvimento, principalmente em crianças de idade escolar que estão construindo a base dos hábitos alimentares. O objetivo desse estudo foi relatar a experiência de acadêmicos de Medicina no desenvolvimento de ações voltadas à alimentação saudável no ambiente escolar, com alunos do 1º ano do ensino fundamental. Trata-se de um estudo descritivo, um relato de experiência, elaborado por alunos do segundo ano do curso de Medicina, na disciplina de Interação Comunitária II. Durante a visita à escola, os alunos aplicaram um questionário, Marcador de Consumo Alimentar proposto pelo Ministério da Saúde (MS) em 2015, que possibilitou a análise dos alimentos e número de refeições realizadas no dia pelas crianças (n=34). Ademais, foi avaliado o IMC e questionado quais as brincadeiras mais realizadas na escola e em casa. O resultado demonstrou a maioria como eutróficos, porém obteve 8,8% de obesidade e 8,8% de magreza. A maioria relatou maior consumo de industrializados e carboidratos. O maior desafio encontrado foi adequar o projeto a quarentena, devido ao COVID-19. Por conseguinte, criou-se a cartilha, com diversas atividades sobre alimentação, entregue para os alunos por intermédio da escola. A eficácia das ações não pôde ser bem avaliada devido à falta de respostas dos pais. As ações educativas fornecem novas formas de introduzir alimentos saudáveis de maneira criativa. Por fim, profissionais da área da saúde devem sempre estimular uma prática mais saudável no dia a dia e desenvolver novas ações que auxiliam a esse objetivo. PALAVRAS-CHAVE: Alimentação Saudável, Consumo Alimentar, Ensino Fundamental.
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Barroso Paixão, Isabela, Mikaela Raphael Guerreiro Santos, Claudia Valéria Cardim Silva, and Jorginete de Jesus Damião. "EXPOSIÇÃO A ALIMENTOS ULTRAPROCESSADOS E O AMBIENTE ALIMENTAR PROMOTOR DA OBESIDADE ENTRE CRIANÇAS MENORES DE DOIS ANOS ATENDIDAS PELA ATENÇÃO BÁSICA DE SAÚDE." In I Congresso Brasileiro Online de Nutrição da Criança e do Adolescente. Congresse.me, 2020. http://dx.doi.org/10.54265/iqcy1958.

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Abstract:
Introdução: A alimentação adequada nos dois primeiros anos de vida constitui elemento central para a promoção da saúde da criança. Práticas alimentares inadequadas têm grande potencial de acarretar em prejuízos na saúde infantil, que repercutem em etapas subsequentes da vida até a fase adulta. Objetivo: O presente estudo objetivou identificar as percepções e motivações das mães e cuidadores sobre os alimentos oferecidos na alimentação de crianças menores de dois anos. Métodos: O estudo foi realizado com mães e cuidadores de crianças com a faixa etária entre zero a 24 meses de idade, de microáreas socioeconômicas distintas (microárea 1 com melhores condições socioeconômicas e microárea 2 com piores condições socioeconômicas), usuárias do serviço de pediatria do Centro Municipal de Saúde (CMS) da Área Programática 2.2 no município do Rio de Janeiro (n=31) e aprovado pelo Comitê de Ética do Hospital Universitário Pedro Ernesto da UERJ pelo parecer 285.451. A coleta de dados foi realizada em duas etapas. Na primeira etapa, foi realizada aplicação de um questionário nos domicílios e no serviço, contendo perguntas fechadas e abertas sobre saúde e rotina alimentar da criança e na segunda etapa, foi realizado um grupo focal e uma entrevista semiestruturada. Resultados: Das 31 crianças, 16 eram da microárea 1 e 15 da microárea 2. Com relação às características socioeconômicas das mães participantes do estudo, foi verificado, na microárea 2, menor nível de escolaridade, maior número de filhos e maior frequência de mães que não trabalhavam fora do lar. A partir da aplicação do questionário contendo o Recordatório de 24h na etapa 1, observou-se que 67,7% das crianças participantes do estudo consumiam alimentos ultraprocessados (AUP), que possuem grande concentração de açúcar e elevada densidade calórica. Notou-se consumo mais frequente e de maior variedade destes alimentos na microárea 2 (93,3%) comparada microárea 1 (43,7%). O baixo nível socioeconômico e a baixa escolaridade materna mostraram-se mais relacionados com a maior dificuldade de acesso a alimentos frescos com consequente redução na variedade alimentar e uma maior presença de AUP na alimentação infantil. No grupo focal observou-se relatos das mães de exposição aos AUP desde a infância, influenciando na oferta de alimentos semelhantes aos seus filhos e consequentemente, fazendo parte do hábito alimentar delas até hoje. Foi observado que a percepção das mães sobre a alimentação das crianças sofre influência de fatores como a mídia, orientação profissional e praticidade. Ademais, a perda e desvalorização das habilidades culinárias se configuram como fator de risco para um ambiente alimentar promotor da obesidade. Conclusão: Os achados sugerem que as crianças têm sido expostas aos AUP cada vez mais cedo. Com o intuito de prevenir que as crianças cresçam e se desenvolvam em um ambiente alimentar que favoreça o aparecimento de doenças crônicas não transmissíveis de forma precoce, os profissionais de saúde deverão ser estimulados a elaborar ações de alimentação e nutrição eficazes para fortalecer a promoção da alimentação adequada e saudável, incluindo restrição ao consumo de AUP na atenção básica de saúde desde a infância. Eixo temático: Nutrição intrauterina, aleitamento materno e alimentação complementar PALAVRAS-CHAVE: Alimentação infantil, Alimentos ultraprocessados, Ambiente alimentar, Obesidade, Doença crônica não transmissível.
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Quintanar Cabello, Vanesa. "“Liquidum non frangit jejunum”: la polémica religiosa en torno al chocolate y su reflejo en el arte de Edad Moderna." In 3er Congreso Internacional sobre Patrimonio Alimentario y Museos. Valencia: Editorial Universitat Politècnica de València, 2021. http://dx.doi.org/10.4995/egem2021.2021.13337.

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Abstract:
De los alimentos que llegaron a Europa procedentes de América a comienzos de la Edad Moderna, sin duda, el cacao (Theobroma cacao) fue uno de los que mayor interés produjo entre lo europeos que, desde los primeros testimonios, mostraron una postura ambivalente entre la fascinación y el miedo hacia un producto al que se le adjudicaba todo tipo de propiedades. Uno de los sectores más escépticos con este alimento fue la Iglesia, al considerar que su consumo podía ir en contra de las normas del ayuno católico. Esta polémica fue objeto de numerosos textos e hizo necesaria la intervención del cardenal Brancaccio para zanjarla, quedando definitivamente abandonada en el siglo XVIII. A partir de los citados textos, el presente artículo plantea cómo esta polémica en torno al consumo del chocolate y su posterior abandono pudo tener su traslación al mundo del arte. Para ello, se analizarán las principales imágenes artísticas del chocolate producidas en Europa en los siglos XVII y XVIII, con especial atención a las producidas en España, Italia y Países Bajos, mostrando así las características y evolución en la presentación del producto y de todos los elementos que rodeaban su consumo (la vajilla, los consumidores, los ambientes…) con el objetivo de demostrar el desarrollo paralelo de la polémica religiosa y de su representación artística.
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Reports on the topic "Consumi alimentari"

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Stampini, Marco, Diana Londoño, Marcos Robles, and Pablo Ibarrarán. Efecto de las remesas sobre la seguridad alimentaria en los hogares venezolanos. Inter-American Development Bank, June 2021. http://dx.doi.org/10.18235/0003346.

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Abstract:
La inestabilidad social, política y económica en Venezuela ha generado cambios en los patrones migratorios de la región en los últimos años, con millones de venezolanos en busca de oportunidades laborales o mejorar el sustento para las familias que dejan atrás. En este contexto, las remesas tienen un papel fundamental como componente del ingreso disponible de los hogares receptores. En este estudio, analizamos como estos flujos monetarios en el contexto de una crisis migratoria se convierte en una estrategia de vida para hacer frente a la inseguridad alimentaria que enfrentan los hogares venezolanos. Con base a los datos de la Encuesta Nacional de Condiciones de Vida (ENCOVI) de 2019, estimamos un modelo con variables instrumentales para medir los efectos de las remesas sobre tres medidas de seguridad alimentaria. Hallamos que ser receptor de remesas está asociado con un incremento en el consumo calórico y la diversidad alimentaria de los hogares y una reducción en sus limitaciones de acceso a los alimentos.
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Álvarez, Esteban, Jorge Gallego, Bridget Hoffmann, María Paula Medina, Camilo Pecha, Marco Stampini, David Vargas, and Diego A. Vera-Cossio. Evaluación de impacto de corto y mediano plazo del Programa Ingreso Solidario. Banco Interamericano de Desarrollo, July 2022. http://dx.doi.org/10.18235/0004395.

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Abstract:
Este estudio presenta evidencia de corto y mediano plazo sobre los impactos del programa de transferencias no condicionadas Ingreso Solidario en Colombia. Utilizando un diseño de regresión discontinua que compara hogares elegibles con inelegibles, alrededor del umbral de elegibilidad del programa, la evaluación se enfoca en los efectos del programa en hogares no pobres pero vulnerables que no se encontraban cubiertos por otros programas sociales antes de la pandemia COVID-19. Encontramos incrementos en el ingreso de los hogares y en el gasto no alimentario, pero no encontramos evidencia de incrementos substanciales en el gasto alimentario. Estos resultados sugieren que se puede mejorar el bienestar de los hogares al expandir la cobertura de programas sociales para incluir a hogares vulnerables. También encontramos que los resultados son heterogéneos. Encontramos efectos importantes en el gasto total de consumo para hogares más pequeños, hogares cuyas cabezas de hogar no tenían una fuente de empleo al comienzo de la crisis y hogares que experimentaron el fallecimiento de algún miembro del hogar durante la pandemia. Estos resultados sugieren que se pueden alcanzar mejoras en el diseño de los programas si se crean mecanismos de focalización basados en cambios en la situación demográfica y económica de los hogares. Finalmente, encontramos que el programa incremento la tenencia de cuentas de ahorro y el uso de medios de pago digitales, pero que no todos los destinatarios del programa fueron capaces de tomar ventaja de las nuevas tecnologías financieras.
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Sánchez Álvarez, Carlos, Anaiane Pereira Souza, and Julián Andrés Castillo Vargas. Respuesta productiva de porcinos (pietrain × landrace) alimentados con una dieta compuesta de harina de maíz y girasol (66:34) frente a un concentrado comercial. Universidad Nacional Abierta y a Distancia, December 2020. http://dx.doi.org/10.22490/ecapma.4048.

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Abstract:
Contextualización: la alimentación representa entre el 60 y 70% de los costos de un sistema de producción animal. Vacio del conocimiento: por lo tanto, se hace necesario el diseño de estrategias nutricionales de bajo costo y directamente en la propiedad para superar esta limitación. Propósito del estudio: el objetivo de este trabajo fue comparar las respuestas productivas de un concentrado experimental compuesto por harina de maíz y harina girasol (66:34) y la de un concentrado comercial, para la alimentación de cerdos en crecimiento. Metodología: fueron usados 10 machos castrados y cruzados Pietrain × Landrace de 12 kg de peso vivo inicial, los cuales fueron distribuidos aleatoriamente en dos grupos de 5 animales: el primer grupo fue sometido a una dieta control (DC, uso de concentrado comercial) y el segundo a una dieta experimental (DE, concentrado formado por 66% de harina de maíz y 34% de harina de girasol, preparado directamente en la propiedad). La comparación entre tratamientos se realizó usando un diseño completamente al azar mediante el paquete estadístico SAS y el nivel de significancia adoptado fue de P<0,05. Resultados y conclusiones: no se encontró diferencia estadística entre la dieta comercial (DC) y la experimental (DE) para el peso vivo (PV) inicial medio (DC = 12,2 vs DE = 12,1 kg; P = 0,388), sin embargo, si hubo diferencia para el PV final medio (DC = 65,5 vs DE = 62,9 kg; P < 0,01) y consumo díario de alimento (DC = 2,12 vs DE = 2,08 kg/día). El PV presentó una dinámica de aumento semejante entre las dos dietas en función del tiempo. Hubo diferencia estadística entre las dietas mencionadas para la ganancia diaria de peso (GDP; DC = 0,393 vs DE = 0,383 kg/día; P = 0,022), pero no para el índice de conversión alimentar (ICA; DC = 5,39 vs DE = 5,43; P = 0,545) entre los dos grupos de tratamientos. Por lo tanto, considerando los resultados anteriores, se puede concluir que el uso de una relación harina de maíz: harina de girasol (66:34) no genera respuestas productivas iguales o superiores a la alternativa comercial.
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Zambrano, Omar, and Hugo Hernández. La clase media en Venezuela: Definición, caracterización y evolución reciente. Inter-American Development Bank, February 2021. http://dx.doi.org/10.18235/0003067.

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Abstract:
Venezuela experimenta la recesión económica más severa y prolongada de su historia económica moderna. El país ha perdido tres cuartas partes de su Producto Interno Bruto, produciendo, como consecuencia, una degradación extrema de las condiciones materiales de vida de sus habitantes. En este contexto, no existe una evaluación apropiada de los efectos que esta profunda crisis económica ha tenido sobre los indicadores socioeconómicos de las clases medias en Venezuela. Este documento técnico hace uso de las fuentes de microdatos disponibles para analizar empíricamente el tamaño y la evolución reciente de la clase media venezolana a la luz de la reciente crisis económica. En líneas generales, se corrobora una caída abrupta y sistemática tanto en el tamaño de la clase media venezolana, así como del poder de consumo de quienes todavía forman parte de ella. En 2020 se verifica que aproximadamente 9 de cada 10 familias que era considerada de clase media a principios de la década pasada, ya no lo es. Además, el análisis dinámico de los datos muestra evidencia de que una porción muy importante de familias de clase media ha perdido su estatus sobretodo en los últimos años, tendencia comprobada por la evolución indicadores no monetarios, relacionados con los niveles multidimensionales de bienestar y seguridad económica de las familias de estratos medios. Venezuela llegó a ser el hogar de la más grande, sólida y próspera clase media de la región, hoy en día, la situación ha cambiado radicalmente: una parte importante de el acervo de capacidades y capital humano de la clase media ha alimentado la ola de emigración de venezolanos de los últimos años, mientras la otra parte, la poción que permaneció en Venezuela, sufre la erosión de sus condiciones en el marco de la depresión económica y la crisis humanitaria. En general, existe amplio consenso sobre el efecto positivo que tiene la clase media sobre el bienestar, el crecimiento económico, la equidad y la estabilidad de las economías, en este sentido, la rehabilitación de la clase media venezolana deberá formar parte de cualquier programa de recuperación futura.
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