Journal articles on the topic 'Consumatore di alimenti'

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Ramazzotti, Dalila. "Verso l'armonizzazione dell'etichettatura nutrizionale fronte-pacco: NutrInform Battery come modello uniforme?" AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (November 2021): 89–127. http://dx.doi.org/10.3280/aim2019-001004.

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Abstract:
Nel novembre 2020 il governo italiano ha adottato il marchio nutrizionale facoltativo denominato NutrInform Battery, in applicazione dell'art. 35 del reg. (UE) n. 1169/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori; questa disposizione, infatti, consente agli Stati di raccomandare agli operatori del settore alimentare l'utilizzo di forme di espressione o presentazione supplementari della dichiarazione nutrizionale, che servono ad agevolare, tramite colori o forme grafiche facilmente intellegibili, la comprensione delle proprietà nutrizionali degli alimenti da parte del consumatore. Nel presente lavoro, dopo aver illustrato le principali caratteristiche del logo NutrInform Battery, nonché la posizione della Commissione europea sull'uso delle forme di espressione supplementari della dichiarazione nutrizionale, ci si interrogherà sulla fattibilità del logo italiano come modello armonizzato di etichettatura fronte-pacco e più in generale sulla sua effettiva idoneità a supportare scelte alimentari più sane e consapevoli.
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2

Lattanzi, Pamela. "La futura disciplina delle informazioni alimentari (Prima parte)." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 3 (March 2010): 47–68. http://dx.doi.org/10.3280/aim2008-003003.

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Abstract:
La proposta di regolamento sulle informazioni alimentari, presentata nel gennaio 2008, si pone l'obiettivo di semplificare e chiarire l'attuale scenario del settore dell'etichettatura degli alimenti attraverso la rifusione in un unico contesto di diversi atti normativi e la razionalizzazione, l'aggiornamento e il chiarimento delle disposizioni stabilite dalla fondamentale direttiva 2000/13. Molte sono le novitĂ introdotte, sia formali che sostanziali. Dopo aver analizzato il ruolo dell'informazione nei confronti della tutela del consumatore e della libera circolazione delle merci, il saggio si sofferma su un primo profilo innovativo introdotto dalla proposta concernente il rapporto tra tutela del consumatore e funzionamento del mercato unico. L'indagine rivela come, in controtendenza rispetto alla vigente legislazione (dir. 2000/13) - e alla ricca giurisprudenza della Corte di Giustizia in argomento, la proposta riconosca una maggiore attenzione alla tutela del consumatore in particolare al suo diritto all'informazione - rispetto alla libera circolazione delle merci.
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La Porta, Beatrice. "Il consumatore di alimenti tra normativa interna ed europea." Cultura e Diritti, no. 1 (2019): 89–98. http://dx.doi.org/10.12871/97888331805267.

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Sobbrio, Paola. "Diritto all'informazione, partecipazione democratica del consumatore e Ogm." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 3 (March 2010): 79–126. http://dx.doi.org/10.3280/aim2008-003005.

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Abstract:
Il consumatore di alimenti prodotti con l'utilizzo di Ogm o che li contengono, ha diritto ad essere informato sia della loro immissione in commercio quanto dell'emissione deliberata nell'ambiente di questi organismi. Il diritto all'informazione non si limita ai soli strumenti dell'etichettatura e della tracciabilità ma si estende alla possibilità , prevista da diverse normative, per il cittadino/consumatore di rivolgersi alle Autorità competenti per richiedere tutte quelle informazioni da cui egli può trarre conoscenze sullo stato tanto dell'emissione nell'ambiente quanto dell'immissione in commercio degli Ogm. Le Autorità , inoltre, devono effettuare consultazioni pubbliche in merito alle decisioni da prendere in entrambe queste fasi. Tali consultazioni, per come vengono effettuate, non conferiscono effettività a tale diritto minando così il rapporto di fiducia tra Istituzioni e cittadini e facendo venire meno la possibilità che il diritto all'informazione si traduca in uno strumento di partecipazione democratica che crei le condizioni per una "co-produzione di conoscenza". Questo comporta una violazione del diritto all'informazione fonte di risarcimento del danno ex art. 2043 c.c.
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De Blasi, Giuseppe, Annalisa De Boni, and Rocco Roma. "Alimenti di qualitŕ: una valutazione del benessere e del surplus del consumatore." ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, no. 2 (February 2011): 59–73. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2010-002005.

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Aversano, Francesco. "Regole sul cibo e sviluppo turistico dell'impresa agricola. Il caso dei food events." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 19 (February 2018): 7–37. http://dx.doi.org/10.3280/dt2017-019001.

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Abstract:
La crescita del business nel settore alimentare non è solo legata alle tradizionali attività di distribuzione commerciale, ma anche al settore dell'ospitalità e del tempo libero. La frequente organizzazione di eventi gastronomici è, infatti, un fenomeno che è sicuramente in evoluzione, attraverso la vendita diretta dei prodotti, degustazioni o banchetti. Inoltre, anche le attività produttive e amministrative legate a determinati luoghi sono fattori che guidano lo sviluppo turistico. In questo contributo verranno analizzate tali opportunità, per aziende e territori, attraverso la legislazione del settore alimentare che è un modello di riferimento unitario, perché ha lo scopo di tutelare la sicurezza degli alimenti e salvaguardare il consumatore. In proposito, la legislazione del settore alimentare prevede norme volte a tutelare il consumatore sotto il profilo informativo e a promuovere i prodotti con un valore particolare. Inoltre, la genuinità dei prodotti e la loro origine hanno assunto un'importanza crescente non solo nella scelta del prodotto, ma anche riguardo l'origine del prodotto stesso. Analizzare la legislazione europea del settore alimentare significa, quindi, verificare anche la possibile afferenza alle attuali regole del mercato turistico, il clamore inevitabile sull'assenza di rischio alimentare, quale fattore importante per l'affidabilità della somministrazione del cibo.
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Sirsi, Eleonora. "Quando la contaminazione da Ogm è "tecnicamente inevitabile": riflessioni in vista dell'adozione di "misure di coesistenza" nelle Regioni italiane." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (December 2010): 33–45. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001003.

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Abstract:
L'introduzione, nella disciplina comunitaria sull'etichettatura di alimenti e mangimi GM, di una eccezione per il caso in cui vi sia una presenza di materiale Ogm nell'alimento o nel mangime entro lo 0,9% è all'origine delle regole di coesistenza fra produzioni transgeniche, convenzionali e biologiche. Nel momento in cui le Regioni italiane si apprestano ad introdurre siffatte regole è necessario un chiarimento circa il significato dell'espressione "accidentale o tecnicamente inevitabile" utilizzata dal legislatore comunitario. L'interpretazione di questa espressione riguarda gli operatori e le loro responsabilità e riguarda le istituzioni responsabili di individuare efficaci misure di coesistenza e di effettuare i controlli. Alcuni segnali provenienti dalla giurisprudenza e dalle stesse istituzioni comunitarie inducono a ritenere che il limite dello 0,9% configuri una vera e propria soglia, al pari di quelle utilizzate nella normativa sui contaminanti e in altre normative del settore alimentare. Le conseguenze di questa indicazione si rifletterebbero nella configurazione delle misure di coesistenza che potrebbero legittimamente non avere come obbiettivo l'ottenimento di prodotti davvero, ma ripropongono inevitabilmente il problema dell'effettività del diritto del consumatore a scegliere un prodottoe insieme la possibilità per gli Stati europei di autodeterminare il proprio modello di agricoltura.
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Bompiani, Adriano. "L’elaborazione di “regole” per le innovazioni biotecnologiche." Medicina e Morale 49, no. 4 (August 31, 2000): 713–50. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.765.

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Abstract:
Come è noto, l'unione Europea ha fra i suoi scopi quello di favorire lo sviluppo sociale ed economico dei Paesi aderenti, facilitando la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica, la produzione di beni e la circolazione degli stessi nell’ambito dell’Unione, eliminando per quanto è possibile differenze, normative e conflitti commerciali. Con questo spirito, dopo anni di difficile lavoro, è stata emanata la Direttiva 98/44/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio (6luglio 1998) che riguarda la protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche, ne presupposto che si tratti di genoma – sia esso di origine vegetale, animale o umano – in quanto risultati da “invenzioni” suscettibili di applicazioni industriali e non dal mero isolamento (“scoperta”). L’Autore, che già ha esaminato in un precedente contributo gli aspetti etici dell’impiego delle biotecnologie nel campo vegetale e animale (v. Medicina e Morale 2000, 3: 449-504), si sofferma a descrivere quanto prevede la Direttiva 98/44/CE stessa, assieme ad altre norme internazionali precedentemente emanat, per la tutela dell’ambiente, degli animali e degli organismi umani. L’Autore riconosce che la direttiva vieta, nel dispositivo, lo sfruttamento commerciale che sia contrario all’ordine pubblico e al buon costume, fornendo gli esempi concreti dei divieti applicabili ai processi di clonazione umana a scopo riproduttivo, di modificazione dell’identità genetica germinale dell’essere umano; di modificazione degli embrioni umani a fini commerciali e industriali; di modificazione dell’identità genetica animale di natura tale da provocare sofferenza negli stessi, senza utilità sostanziale per l’uomo o per l’animale. Tuttavia la Direttiva – sotto l’aspetto giuridico – consente l’utilizzazione di embrioni umani (sia pure non direttamente ed espressamente prodotti a scopo di ricerca in base all’art. 18 della Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina) a scopo sperimentale e per applicazioni biotecnologiche riguardanti la produzione di cellule staminali od i medicamenti. L’Autore esamina anche il dibattito che è seguito alla emanazione della Direttiva soprattutto a livello di Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Strasburgo) in merito alle preoccupazioni dell’opinione pubblica sui cosiddetti “cibi transgenici” (raccomandazione n. 1398 (1998) dal titolo “sicurezza del consumatore e qualità degli alimenti”), nella quale è stata espressa contrarietà alla brevettabilità degli organismi viventi, pur riconoscendo la necessità di assicurare un’adeguata protezione ai diritti dell’”invenzione” (proprietà intellettuale) [Raccomandazione 1417/1999]. Questi problemi sono stati affrontati ma non risolti nella conferenza internazionale di Oviedo (16-19 maggio 19999) organizzata dal Consiglio d’Europa. Il Comitato Direttivo di Bioetica del medesimo Consiglio d’Europa è stato indicato di esprimere “parere” sulla complessa materia; nel frattempo sono intervenute la conferenza di Seattle e Montreal, ove è stato firmato, nel gennaio 2000, un Protocollo sulla biosicurezza che regolamenta il commercio internazionale di sementi e sostanze geneticamente modificate ritenuti pericolosi per l’ambiente e la salute, escludendo però i prodotti finiti, e perciò il cibo transgenico. Nel momenti in cui – scadendo la moratoria –la Direttiva 98/44/CE entrerà in vigore (31 luglio 2000) essendo improbabile l’accettazione delle argomentazioni di invalidazione sollevate da Olanda e Italia, l’Autore insiste per l’adozione del “principio di precauzione”, esplicitamente incorporato nel diritto comunicato relativo alla protezione della salute, oltreché alla tutela dell’ambiente, che dovrà essere tuttavia meglio specificato nella sua estensione e nelle conseguenze attese. Un secondo principio, quello della “trasparenza”, richiede un’ulteriore affinamento delle informazioni rivolte al consumatore, tramite una più chiara etichettatura che consenta una scelta realmente libera e consapevole dei prodotti derivanti da organismi geneticamente modificati posti in commercio. Dovrà essere perseguita la ricerca, escludendo peraltro l’uso dell’embrione umano.
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Bruno, Francesco. "Le etichette degli alimenti Ogm." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (December 2010): 47–53. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001004.

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Abstract:
In Europa i prodotti GM o contenenti Ogm, o quelli ottenuti a partire da Ogm, che sono stati autorizzati sulla base della direttiva 2001/18/CE o del reg. CE n. 1829 del 2003, sono soggetti a tracciabilitĂ ed etichettatura secondo le modalitĂ stabilite nel reg. n. 1830 del 2003. L'etichetta fornisce ai consumatori le informazioni necessarie per una scelta consapevole e in tale meccanismo a tutela dei cittadini ha un ruolo fondamentale il principio di precauzione. Il lavoro analizza le conseguenze delle regole dell'etichettatura degli Ogm sui (difficili) equilibri in seno alla ComunitĂ internazionale.
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Antonelli, Gervasio, Gian Italo Bischi, Fabio Tramontana, and Elena Viganò. "Consumo e consumatori di prodotti alimentari nella società postmoderna." ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, no. 1 (April 2015): 59–80. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2015-001004.

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Baldi, Lucia, Alessandro Banterle, and Stefanella Stranieri. "Alimentazione, salute e ambiente: consumatori e imprese "sostenibili"." RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no. 2 (January 2013): 69–89. http://dx.doi.org/10.3280/riss2012-002005.

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Abstract:
Il tema dell'alimentazione, nei suoi aspetti relativi alla salute e all'ambiente, viene analizzato in una prospettiva di sostenibilitŕ. La relazione tra alimentazione e salute, infatti, sta acquisendo un interesse crescente dovuto sia alla diffusione dell'obesitŕ che all'attenzione per il benessere complessivo dell'individuo. L'alimentazione, inoltre, riveste un ruolo fondamentale nelle problematiche ambientali: l'approvvigionamento sostenibile, il ridotto consumo di energia e acqua, la gestione dei rifiuti e, soprattutto, l'acquisto consapevole di prodotti alimentari rappresentano le principali sfide che il sistema alimentare dovrŕ affrontare nei prossimi anni. Tali tematiche hanno riflessi anche all'interno delle filiere agro alimentari, con l'implementazione di sistemi di certificazione relativi alla sostenibilitŕ, che possono determinare benefici in termini di efficienza degli scambi.
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Altiero, Salvatore. "Sulla recente normativa cinese in materia di sicurezza alimentare." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (December 2010): 235–79. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001015.

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Abstract:
Il 1° giugno 2009, è entrato in vigore il nuovo testo di legge cinese in materia di sicurezza alimentare: è lecito domandarsi se tale normativa debba essere vista come un passo avanti verso la soluzione delle note problematiche legate alla scarsa attenzione tributata da questo Paese - almeno fino ad oggi - all'elaborazione di norme in grado di garantire prodotti alimentari sicuri secondo canoni condivisibili in sede comunitaria e Wto; tale questione investe insieme la sicurezza dei consumatori e il libero commercio. Da un lato, l'approccio del legislatore cinese può essere accostato, per alcuni limitati aspetti, a quello adottato dal regolamento 178/2002 e dall'accordo Sps in quanto, ad esempio, il testo fissa la normativa generale in materia di sicurezza alimentare applicabile a tutti i prodotti del settore. Nel precedente quadro normativo, invece, non solo mancava una netta distinzione trae, ma la disciplina della materia era affidata a norme disconnesse e poteva variare per ciascun tipo di alimento in virtù del fatto che, per ognuno di essi, una legge dettava l'apposita disciplina in materia di produzione e commercio stabilendo a quali procedure e parametri ci si dovesse attenere per assicurarne la sicurezza (ad esempio la legge sulla "agricultural product quality safety"). Ancora, il testo di legge cinese stabilisce ciò che gli standard di sicurezza alimentare dovranno includere e prevede la costituzione di organi centrali incaricati della gestione e del monitoraggio delle situazioni di rischio. D'altro canto, il legislatore cinese ha delegato a futuri e imprecisati atti normativi la definizione della normativa di dettaglio necessaria a rendere realmente efficaci gli standard e ad assicurare il funzionamento delle autorità incaricate delle fasi di monitoraggio e gestione del rischio. Senza una pronta attuazione, quindi, il testo di legge cinese sulla sicurezza alimentare rischia di essere solo una risposta inconcludente e senza incisività alle istanze che la comunità internazionale e, per ciò che più ci interessa, l'Europa rivolgono alla Cina in materia di sicurezza dei consumatori e per la maggiore apertura dei propri mercati ai prodotti cinesi.
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Fanelli, Rosa Maria. "SimilaritĂ e convergenza dei consumi alimentari in Europa." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (December 2010): 145–58. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001011.

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Abstract:
Il lavoro proposto mira ad analizzare la "similarità " e la possibile convergenza dei consumi alimentari tra gli Stati membri dell'Unione Europea nel decennio 1993-2003 attraverso i dati di fonte Fao (Food and Agricolture Organization) e relativi ai consumi lordi delle seguenti tipologie di prodotti: cereali, carni, pesce, latte, formaggi, uova, grassi animali, grassi vegetali (oli), frutta fresca, frutta secca, ortaggi, caffé, zucchero e vino. La rilevanza dello studio proposto consiste nel mettere in luce se esistono traiettorie evolutive comuni tra i Paesi europei o se, per contro, ancora permangono differenziazioni. Tale prospettiva risulta di particolare importanza soprattutto dal punto di vista della formulazione di appropriate politiche agricole e agroalimentari rispetto alle quali si avverte oggi la necessità di un ripensamento al fine di valorizzare appieno il legame tra consumi alimentari e agricoltura, da un lato, e consumi alimentari e rischi alimentari per la salute legati alla dieta, dall'altro. Questi aspetti sono di particolare rilevanza anche per la definizione di un sistema di protezione del consumatore in grado di evitare o limitare i rischi agli operatori della catena agroalimentare. Il lavoro prende avvio dalla caratterizzazione dei consumi alimentari e delle loro recenti tendenze che rappresenta l'indispensabile cornice interpretativa dei risultati dell'analisi di "similarità " e di convergenza. Questi due ultimi aspetti sono sviluppati attraverso la costruzione di indici sintetici e di appropriate tecniche di classificazione. Infine, le conclusioni mirano a recuperare la visione di insieme del lavoro per porre in evidenza i principali aspetti di rilevo per le implicazioni di politica economica in campo agricolo e agroalimentare.
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Di Natale, Anna. "Aspetti normativi e legislazione fitosanitaria a sostegno della difesa eco-sostenibile delle colture." Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 52, no. 382/SFE (December 22, 2019): DECA5—DECA9. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v52i382/sfe.79.

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Abstract:
La normativa europea e nazionale in materia fitosanitaria si è inizialmente interessata alla tutela della salute dei consumatori, regolamentando soprattutto la produzione e la commercializzazione dei prodotti fitosanitari e considerando i loro residui negli alimenti. Successivamente, la legislazione europea ha considerato anche l'impatto delle sostanze chimiche contenute nei formulati commerciali nei confronti dell'operatore e dell’ambiente. Inoltre, con l'approvazione della Direttiva 128 del 2009, che "istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi", per la prima volta ne viene regolamentato l'impiego, stabilendo principi comuni per un loro utilizzo razionale e sicuro. Con questa importante direttiva, si definiscono dei Piani di Azione Nazionale (PAN) per promuovere l'utilizzo di prodotti fitosanitari maggiormente sostenibili e fornire indicazioni per ridurre il loro impatto in ambito agricolo, extra agricolo e in aree naturali protette. In tale contesto, vengono illustrati e discussi i criteri di applicazione e il quadro normativo di riferimento più aggiornato.
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Bompiani, A. "Riflessioni etiche sulla produzione e commercializzazione di organismi animali e vegetali geneticamente modificati." Medicina e Morale 49, no. 3 (June 30, 2000): 449–504. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.781.

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Abstract:
L’Autore esamina sotto l’aspetto etico il vasto dibattito in corso sulle biotecnologie, riferendosi in particolare agli organismi geneticamente modificati. L’Autore approfondisce l’attuale concorso delle biotecnologie allo sviluppo umano, soffermandosi sull’eticità della “manipolazione” della natura vivente secondo una visione antropocentrica moderata, nella adeguata tutela della biodiversità ambientale e di un sufficiente grado di benessere animale. L’articolo si sofferma poi sui “rischi”, che costituisce una delle principali domande etiche maggiormente avvertite dall’opinione pubblica. Riconoscendo la difficoltà attuale di una valutazione epidemiologica precisa del “rischio” derivante dall’uso di alimenti geneticamente modificati attualmente commercializzati per la salute umana, lo studio si conclude affermando che è necessario: 1. Promuovere una maggiore informazione pubblica sui temi complessi delle biotecnologie e degli organismi geneticamente modificati; 2. Sostenere il criterio della valutazione scientifica del rischio, adottando peraltro il “principio di precauzione” (che tuttavia va meglio specificato in senso giuridico nelle applicazioni biotecnologiche); 3. Prevedere uno sviluppo di armonici rapporti fra i diversi settori interessati dalle biotecnologie (produttori, università per le attività di ricerche e formazione, consumatori, etc.), anche mediante l’assunzione dei criteri di massima “trasparenza” e di facoltà di scelta; 4. Assicurare a tutti i popoli della terra i benefici che possono derivare dalle applicazioni biotecnologiche.
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Carretero García, Ana. "Impactos sociales, económicos y medioambientales derivados de la pérdida y el desperdicio de alimentos." Przegląd Prawa Rolnego, no. 2(23) (December 15, 2018): 127–39. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2018.23.2.9.

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Abstract:
Lo scopo dell’articolo è di presentare le condizioni sociali, economiche e ambientali della perdita e dello spreco di cibo. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura, 1,3 miliardi di tonnellate di cibo sono sprecate in tutto il mondo e circa 1 miliardo di persone soffrono di malnutrizione. Per contrastare queste tendenze negative,la Commissione europea ha preparato una nuova piattaforma Internet europea dedicata alle questioni relative alla lotta contro la perdita e lo spreco alimentare. È una forma di sostegno per tutti i soggetti che operano per eliminare lo spreco alimentare in ogni fase di produzione, un luogo per divulgare le migliori pratiche di mercato nel campo della produzione agricola, uno strumento per monitorare i progressi nella lotta contro la perdita e lo spreco alimentare e una forma di incoraggiamento per avviare le cooperazioni intersettoriali. Secondo l’autrice, le azioni intraprese dall’Unione europea nell’ambito discusso meritano l’approvazione, tuttavia non sono sufficienti. Il fenomeno dello spreco alimentare è condizionato da molti fattori che influenzano la finale e reale qualità del prodotto. In particolare si tratta dei costi sociali e ambientali generati dalla produzione e dal trasporto, nonché in relazione al processo di preparazione degli alimenti per il consumo. Al fine di contrastare la situazione, andrebbero intraprese azioni volte a introdurre cambiamenti significativi nel modo in cui il cibo è prodotto, trasformato, distribuito e consumato, il che contribuirebbe a creare un processo produttivo più sostenibile dal punto di vista ambientale e socialmente responsabile.
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Corritore, Renzo P. "Horrea. Un'istituzione che «va e viene» nella politica annonaria delle cittŕ di antico regime." STORIA URBANA, no. 134 (June 2012): 11–29. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-134002.

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Abstract:
Approvvigionamento - Conservazione e distribuzione dei grani - Mercato - Storia urbana - Cittŕ italiane, secc. XIII-XVIII Quanto sia diffuso e quale natura abbia - innanzi agli interessi privati soprattutto - il Magazzino pubblico dei grani nelle cittŕ dell'Italia centro settentrionale nei secoli XIII-XVIII sono aspetti sufficienti a porre in discussione alcuni capisaldi della concezione tradizionale dell'Annona. In cittŕ la formazione di stock alimentari eccedenti il fabbisogno dei consumatori č di fatto un miraggio. Granai, magazzini, solai, strutture specializzate per il ricovero delle derrate sono un bene raro. La distribuzione del raccolto č ineguale, la struttura delle scorte fra i particolari ancor piů sperequata. Anche laddove si manifesta la volontŕ del ceto di governo o dell'autoritŕ di istituire un Magazzino municipale (o statale) non si esce da una forzata sussidiarietŕ - per la carenza degli spazi di ricovero - fra strutture pubbliche e granai privati. L'istituzione di un Magazzino pubblico dei grani a carattere permanente č quindi piů l'eccezione che la regola nelle cittŕ di antico regime. Qualora invece lo si faccia, si tratta di un'istituzione transitoria (da economia di guerra) oppure tende ad assumere il ruolo di fondamentale leva economica alla quale il ceto dirigente affida il compito di stabilizzare i prezzi di mercato anche nelle fasi di sovrapproduzione.
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Gnerre, Guest Editors: Paola, Roberto Frediani, Roberto Risicato, Massimo Rondana, and Roberto Nardi. "Alimentazione, salute e longevità nei pazienti adulti." Italian Journal of Medicine, September 6, 2019, 1–138. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2019.7.

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Abstract:
La dieta occidentale ha modificato le ancestrali attitudini alimentari dell’uomo dell’era paleolitica? R. Nardi, P. Gnerre Alimentazione e longevità A. Mazza, G. Torin Rischio cardiovascolare e alimentazione: punto della situazione E. Filippini, G. Di Pasquale Ripensare gli obiettivi terapeutici: abbassare il colesterolo LDL o ridurre l’insulino-resistenza e lo stato pro-infiammatorio? L. Briatore La dieta DASH nelle malattie cardiovascolari e dismetaboliche A. Bosio, G. Pinna I falsi miti: quello che il medico deve dire al suo paziente per evitare i preconcetti ai fini di una buona educazione alimentare M. Malta Focus su alcool e salute M. Visconti Il paradosso francese; vantaggi e svantaggi presunti o certi del consumo quotidiano di vino S. Maccariello, G. Ballardini Olio e salute: le diverse tipologie in commercio, miti, preconcetti, metodi di cottura, svantaggi e alimentazione sana C. Parodi, E. Ottaviano La nutrizione nell’anziano fragile R. Risicato, M. Rondana Anoressia: lo stato dell’arte G. Tenconi Obesità sarcopenica F. Macchi, P. Brandimarte, A. Babbanini, G. Amadio, A. Martini, A. Zanotelli, G. Zoso, A.P. Rossi FODMAP e gluten sensitivity: quali evidenze e quale dieta? C. Tieri Dieta priva di glutine: quali rischi (in assenza di celiachia)? F. Tangianu Cibi crudi o cotti, quali tutele per i consumatori? E. Guberti Integratori alimentari: uso e abuso C. Parodi, F. Pivari Ruolo della nutraceutica in Medicina Interna: indicazioni e limiti A.F.G. Cicero, F. Fogacci Dieta chetogenica: pro e contro A. Casola, L. Bianchi, S. Detrenis, M. del Mar Jordana-Sanchez, S. Pioli, M. Meschi
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