Journal articles on the topic 'Conservazione della natura'

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Picard, Michelle, and Yves Alavo. "La biodiversitŕ nella cittŕ di Montreal." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 49–53. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058007.

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Abstract:
La cittŕ di Montreal continua a giocare un ruolo preponderante in materia di sviluppo e di pianificazione della biodiversitŕ, sia alla scala locale che internazionale. Il Settore di Coordinamento della Biodiversitŕ della Cittŕ di Montreal, promuove azioni di diffusione e di integrazione tra le politiche settoriali, della natura in cittŕ, dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile. La cittŕ porta avanti modelli di pianificazione della biodiversitŕ e della loro interessante trasversalitŕ nei diversi livelli operativi e amministrativi, presi come esempi da altre realtŕ urbane canadesi e internazionali. Gli strumenti urbanistici municipali mirano alla prevenzione, educazione, conservazione e concertazione, grazie alla ricerca scientifica, alla gestione ecologica dei grandi parchi, alla preservazione degli ecosistemi urbani e alla salvaguardia delle specie rare.
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Paoloni, Lorenza. "Farmers' Rights, tutela della biodiversitĂ e salvaguardia delle risorse genetiche: l'esperienza del Canada." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 3 (March 2011): 11–39. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-003002.

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Abstract:
Isono stati introdotti dal Trattato internazionale sulle risorse genetiche vegetali per l'alimentazione e l'agricoltura nel 2001 quale riconoscimento del contributo che gli agricoltori e le comunità rurali hanno dato nella creazione, conservazione, scambio e valorizzazione delle risorse genetiche. Essi sono dei diritti collettivi che appaiono antitetici ai quelli di natura individuale rappresentati dai diritti di proprietà intellettuale che hanno determinato, da parte delle multinazionali farmaceutiche e del seme, la sottrazione dell'uso di dette risorse alle comunità rurali. Nell'attuale fase storica è importante l'affermazione dei "diritti degli agricoltori" sulle risorse genetiche ai fini sia della sicurezza alimentare che della preservazione dell'ambiente e della biodiversità ; contribuiscono, altresì, alla prevenzione del cambiamento climatico e al mantenimento delle conoscenze tradizionali e locali.
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Fisso, Maria Beatrice, and Elio Sgreccia. "Etica dell’ambiente. II." Medicina e Morale 46, no. 1 (February 28, 1997): 57–74. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.889.

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Abstract:
Gli autori, dopo aver esaminato le diverse teorie antiantropocentriche nella prima parte del loro scritto, procedono in questa seconda sezione con il presentare le teorie antropocentriche, alla base delle quali vi è il presupposto che l’uomo ha un ruolo principale all’interno del mondo naturale. Questo significa che la natura non è portatrice di un valore di per sè, ma possiede esclusivamente il valore che si rivela nell’atto attributivo dell’uomo. Questa attribuzione che è la causa dell’eventuale considerazione della natura sotto un profilo morale, può essere frutto di una scelta umana a carattere costitutivo, oppure può divenire, all’interno di una concezione creazionistica, un atto di riconoscimento. Per la verità, all’interno delle teorie antropocentriche vi è una pluralità di interpretazioni del rapporto uomo-natura. Si passa da un antropocentrismo cosiddetto “forte” che proclama il primato assoluto dell’uomo sulla natura negando qualsiasi carattere morale a tale relazione, ad un antropocentrismo “moderato” o “debole” fondato sull’idea di un dovere di protezione e di conservazione della natura che ammette una sorta di limitata rilevanza morale della natura nella sua relazione con l’uomo. All’interno di quest’ultima forma di antropocentrismo si colloca anche l’insegnamento di Giovanni Paolo II che nell’enciclica Centesimus Annus e più tardi nell’Evangelium Vitae attribuisce all’uomo il ruolo di “custode responsabile” della natura proprio in conseguenza della sua superiorità su di essa.
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Cresta, Paolo, and Mauro Giorgio Mariotti. "La Conservazione Della Natura in Liguria: Considerazioni Sugli Aspetti Botanici." Giornale botanico italiano 128, no. 1 (January 1994): 351. http://dx.doi.org/10.1080/11263509409437174.

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Arcidiacono, C., R. M. S. Costa, I. Grasso, M. A. Ragusa, R. V. Rapicavoli, M. Seminara, and V. Veneziano. "Naturalità e Vulnerabilità Ambientale nei Siti Natura 2000 che insistono sui corridoi ecologici del versante jonico calabrese. Caso studio SIC Foce Neto." Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 51, no. 381 (June 29, 2018): FP7—FP145. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v51i381.2.

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Abstract:
La regione Calabria vanta 179 SIC (Siti di Interesse Comunitario) e 6 ZPS (Zone di Protezione Speciale). La carenza di studi sullo stato di conservazione e qualità ambientale dei suddetti siti (naturalità, artificialità, sensibilità, vulnerabilità e rischio) ha indotto gli AA. a caratterizzare i 10 SIC che insistono sui corridoi ecologici del versante jonico calabrese. Attraverso l'ILC (Index of Landscape Conservation) e l'ESAi (Environmentally Sensitive Areas Index), è stata condotta un‟analisi ambientale finalizzata alla definizione, individuazione e valutazione dei valori e delle criticità. Muovendo dalla Carta d'Uso del Suolo (CLC) sono state realizzate, quali carte derivate, la Carta della Naturalità-Artificialità e la Carta della Sensibilità Ambientale dei suddetti siti. Lo studio chiude con un approfondimento metodologico sulle opportune modalità da adottare per caratterizzare un SIC; modalità suggerite dalle analisi ambientali eseguite soprattutto sul SIC Foce Neto adottando una capillare indagine geobotanica condotta con metodo fitosociologico.
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Cantisani, Matteo, and Fabio Fogliazza. "Arte, Archeologia, Uomo E Natura: Una Conversazione Con Fabio Fogliazza." Ex Novo: Journal of Archaeology 4 (December 31, 2019): 137–43. http://dx.doi.org/10.32028/exnovo.v4i0.376.

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Abstract:
Fabio Fogliazza è il tecnico per la preparazione di fossili presso la sezione di Paleontologia del Museo di Storia Naturale di Milano, nonché illustratore scientifico ed artista di fama internazionale. Una delle sue opere più famose è la scultura “L’Uomo di Neanderthal”, oggi esposta in via permanente al Museo de la Evolución Humana di Burgos (Spagna). In molte sue opere Natura e Uomo vengono riprodotti secondo processi creativi, ponendosi di fatto come piece d’art dalla forte carica emotiva, in grado di suggestionare il pubblico nonostante la distanza geografica e temporale che spesso intercorre tra chi osserva e il soggetto rappresentato. Come redazione siamo entusiasti della possibilità di discutere con Fabio Fogliazza alcune tra queste sue opere in questo numero di Ex Novo, in cui tematiche di management, tutela di beni naturali e conservazione vengono non solo trattate attraverso le lenti scientifiche del sapere ma discutendo anche di approcci in cui emozioni ed esperienze sensoriali vengono incorporate in strategie più complesse. Di seguito si riporta la breve intervista con l’artista Fabio Fogliazza, che ci ha gentilmente permesso di riprodurre in copertina due delle sue opere ed altre ancora di seguito presentate.
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Pepe, Dunia, and Debora Vitali. "Il patrimonio culturale metafora dell'interdisciplinarità: storie, conoscenze, tecnologie e professioni." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 36 (February 2022): 103–19. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-036010.

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Abstract:
Il patrimonio culturale rappresenta un settore strategico per lo sviluppo della società, dell'economia e del lavoro. Una dimensione essenziale della gestione e della fruizione del patrimonio culturale è il processo della sua digitalizzazione. Accanto al patrimonio culturale esiste ormai un patrimonio culturale digitale che ne garantisce la conservazione, la diffusione e la valorizzazione. Le nuove tecno-logie hanno trasformato l'organizzazione di musei, gallerie, siti d'arte e siti archeologici. Queste stesse tecnologie hanno consentito la diffusione e l'operabilità a livello internazionale di infrastrutture digitali di informazione e ricerca. La digitalizzazione ha consentito ai luoghi della cultura di sperimentare nuovi legami, con i territori e con i cittadini, già dall'inizio degli anni 2000 e soprattutto a seguito del lockdown imposto dalla pandemia da Covid 19. Le tante attività di digitalizzazione volte a valorizzare i beni culturali richiedono sia co-noscenze umanistiche che scientifiche. Da un lato, esse implicano la creazione di realtà virtuali e modellizzazioni per una diversa e più profonda conoscenza, dall'altro lato, richiedono l'uso dell'intelligenza artificiale e dei big data per ricostruire il passato delle culture o per conoscere i flussi turistici nei siti d'arte. Anche le professioni, le competenze ed i percorsi formativi legati alla digitalizzazione dei beni culturali nascono dalle interazioni tra sistemi fisici e sistemi virtuali, da conoscenze ed esperienze di diversa natura.
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Candela, Andrea. "Risorse energetiche e conservazione della natura nella regione delle prealpi lombarde Lo sviluppo delle scienze forestali nella politica ambientale dell’italia sette-ottocentesca." a. XLVI, n. 1, giugno 2006, no. 1 (October 20, 2006): 99–116. http://dx.doi.org/10.35948/0557-1359/2006.390.

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Guerrieri, Claudia. "Linked open data e rappresentazione del patrimonio culturale: un caso applicativo per diffondere la conoscenza dei beni culturali ecclesiastici nel web semantico." DigItalia 17, no. 1 (June 2022): 184–202. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00047.

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Abstract:
Nel dominio dei beni culturali molte organizzazioni stanno applicando le tecnologie del web semantico e hanno affrontato progetti – alcuni dei quali sperimentali – di pubblicazione dei dati descrittivi del patrimonio culturale in linked open data (LOD): la sfida è far affiorare la conoscenza rappresentata dai dati rendendola immediatamente interpretabile dalle macchine. Attraverso la delicata fase di definizione non ambigua dei concetti e delle relazioni che rappresentano una determinata porzione di realtà (modellazione dei dati) il web semantico si pone come strumento per far emergere significati e produrre nuove relazioni reciproche. Questo contributo ha l’obiettivo di porre le basi per una prospettiva strategica di produzione e pubblicazione di LOD del patrimonio informativo esposto sul portale BeWeB – Beni ecclesiastici in web, scelto come esempio altamente rappresentativo del dominio culturale in virtù non solo dei suoi numeri – circa 12 milioni di schede descrittive di beni culturali di proprietà ecclesiastica – ma soprattutto della modalità in cui è costruito e quotidianamente popolato. Il portale è ideato e coordinato dall’Ufficio nazionale per i Beni Culturali ecclesiastici e l’Edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana (Ufficio nazionale BCE – CEI), con l’ambizione di offrire una lettura d’insieme sui beni culturali di proprietà ecclesiastica conservati in Italia, dove gli authority data assumono il ruolo di punto di snodo per la tessitura di relazioni tra risorse culturali di natura diversa (risorse storico-artistiche, architettoniche, bibliografiche, archivistiche, fotografiche, istituti di conservazione). La proposta di integrazione nel web semantico del patrimonio informativo esposto sul portale BeWeB mira al raggiungimento di una piena interoperabilità semantica, attraverso l’analisi delle ontologie già presenti nel dominio culturale, per favorirne un loro riuso. BeWeB è dunque un case study presentato e introdotto da un inquadramento generale, utile a spiegare il contesto in cui sono inscritte le tecnologie che abilitano la realizzazione del web semantico e dei progetti di costruzione dei grafi della conoscenza (knowledge graph).
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Corritore, Renzo P. "Horrea. Un'istituzione che «va e viene» nella politica annonaria delle cittŕ di antico regime." STORIA URBANA, no. 134 (June 2012): 11–29. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-134002.

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Abstract:
Approvvigionamento - Conservazione e distribuzione dei grani - Mercato - Storia urbana - Cittŕ italiane, secc. XIII-XVIII Quanto sia diffuso e quale natura abbia - innanzi agli interessi privati soprattutto - il Magazzino pubblico dei grani nelle cittŕ dell'Italia centro settentrionale nei secoli XIII-XVIII sono aspetti sufficienti a porre in discussione alcuni capisaldi della concezione tradizionale dell'Annona. In cittŕ la formazione di stock alimentari eccedenti il fabbisogno dei consumatori č di fatto un miraggio. Granai, magazzini, solai, strutture specializzate per il ricovero delle derrate sono un bene raro. La distribuzione del raccolto č ineguale, la struttura delle scorte fra i particolari ancor piů sperequata. Anche laddove si manifesta la volontŕ del ceto di governo o dell'autoritŕ di istituire un Magazzino municipale (o statale) non si esce da una forzata sussidiarietŕ - per la carenza degli spazi di ricovero - fra strutture pubbliche e granai privati. L'istituzione di un Magazzino pubblico dei grani a carattere permanente č quindi piů l'eccezione che la regola nelle cittŕ di antico regime. Qualora invece lo si faccia, si tratta di un'istituzione transitoria (da economia di guerra) oppure tende ad assumere il ruolo di fondamentale leva economica alla quale il ceto dirigente affida il compito di stabilizzare i prezzi di mercato anche nelle fasi di sovrapproduzione.
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Barbara, Sibilio Parri. "Uno strumento di gestione del patrimonio culturale: il caso dei siti UNESCO." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (January 2012): 307–33. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-002006.

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Abstract:
I siti inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale posti sotto la tutela dell'UNESCO sono caratterizzati dalla presenza di un ricco patrimonio culturale immerso in un ambiente naturale e/o in localizzazioni urbane di alta qualitŕ. In ognuno di essi gli operatori sono impegnati nella progettazione, prima, e nella realizzazione, poi, di un processo di valorizzazione, processo particolarmente complesso per piů motivi. Per affrontare questa complessitŕ e superare le difficoltŕ che ne derivano puň risultare efficace l'attivazione di un processo di pianificazione, programmazione e controllo. In questa direzione si č mosso il nostro Paese - ma non solo - rendendo obbligatorio, con la legge 77 del 20 febbraio 2006, la redazione del Piano di Gestione il cui obiettivo primario č quello di "garantire l'identificazione, la tutela, la conservazione, la valorizzazione e la trasmissione alle generazioni future del patrimonio". In sostanza, il Piano di gestione č proposto come uno strumento di governo politico ed economico nel medio-lungo termine del sito, strumento che puň agevolare e guidare l'ideazione, la progettazione, l'attuazione e il controllo di progetti di tutela e valorizzazione del patrimonio. Il suo impiego si č tradotto prevalentemente nella programmazione di iniziative culturali di tutela e conservazione affiancate da azioni di valorizzazione, per lo piů a breve termine, con un apprezzabile impatto economico sul territorio. La sensazione che si ricava dall'osservazione della realtŕ č che ancora manca la capacitŕ e la sensibilitŕ di utilizzare il Piano di gestione in modo adeguato: non č stata formulata una pianificazione che coniughi nel lungo termine le tante dimensioni interessate e non č compresa la sua natura di meccanismo operativo. Sembra che la sua redazione sia effettuata soprattutto per adempiere ad un obbligo normativo.
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Assandri, Giacomo. "L’odonatofauna (Insecta Odonata) delle basse Valli di Susa, Sangone e di Lanzo (Torino, Italia)." Memorie della Società Entomologica Italiana 92, no. 1-2 (December 15, 2015): 39. http://dx.doi.org/10.4081/memoriesei.2015.39.

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Abstract:
In alcune aree geografiche d’Italia le conoscenze sulla distribuzione degli Odonati sono scarse. L’obiettivo del presente contributo è quello di colmare le lacune conoscitive sull’Odonatofauna delle basse valli di Susa, Sangone e di Lanzo (TO, Italia nW). Le limitate informazioni disponibili (153 dati) sono state analizzate criticamente e integrate mediante un’approfondita prospezione del territorio. Tra il 2009 e il 2013 sono state effettuate 137 uscite in 34 siti di campionamento di natura piuttosto varia (28 lentici e 6 lotici), durante le quali sono stati raccolti ulteriori 913 dati. nell’area di studio sono note con certezza 45 specie, per 37 delle quali si hanno prove di riproduzione. Tre specie segnalate in passato non sono state confermate, 8 sono nuove segnalazioni per l’area rispetto all’atlante regionale (Boano <em>et</em> <em>al</em>., 2007). Complessivamente sono state individuate numerose comunità odonatologiche ricche e diversificate oltre ad alcune specie localizzate in Italia nord-occidentale (<em>Boyeria</em> <em>irene</em>, <em>Onycogomphus</em> <em>uncatus</em>, <em>Cordulegaster</em> <em>bidentata</em> e <em>Somatochlora</em> <em>flavomaculata</em>). Statisticamente, nei siti non protetti dell’area di studio, non sono presenti meno specie rispetto a quelli protetti (Parchi Regionali e S.I.C.), a testimoniare un’inadeguatezza della rete di aree protette nell’ottica di perseguire la conservazione di questo taxon nell’area di studio, già soggetta a forti pressioni antropiche che minacciano alcuni siti di pregio. Si fornisce infine un’indicazione qualitatitva e quantitativa del periodo di volo delle specie presenti nell’area di studio.
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Minutoli, Fabio. "Innovative technologies, certification and assessment tools for a sustainable building heritage." VITRUVIO - International Journal of Architectural Technology and Sustainability 6, no. 2 (December 31, 2021): 102–15. http://dx.doi.org/10.4995/vitruvio-ijats.2021.16530.

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Abstract:
E' evidente che buoni risultati nel campo della sostenibilità ambientale si possono ottenere da politiche di efficienza energetica per gli edifici - per lo più realizzati o in itinere - costruiti per oltre il 50% prima della disattesa legge 373/76 che prevedeva, nel periodo del petrolio europeo crisi, vincoli per la progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici e requisiti per l'isolamento termico degli edifici per il contenimento dei consumi.Meno chiara è invece la parte di fabbricato oggetto di conservazione (ai sensi del D.Lgs. 42/2004 o previgenti normative in materia) o di immobili vincolati ope legis (art. 12 D.Lgs. 42/2004, asset appartenenti allo Stato, alle regioni, agli enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e soggetti giuridici privati senza scopo di lucro e che siano opera di autore non più in vita e la cui esecuzione risalga a più di settant'anni ), per i quali non sarebbe possibile applicare le limitazioni dei decreti 192/2005 e 311/2006, che esonerano gli edifici "il cui rispetto dei requisiti comporterebbe un'alterazione inaccettabile della loro natura o aspetto, con particolare riferimento ai o caratteristiche artistiche"degli obblighi di efficienza energetica.In questo lavoro si vogliono giustificare e illustrare alcune scelte fatte da istituti di ricerca internazionali in merito alla difficoltà di conciliare le nuove richieste di sostenibilità legate alla necessità di ridurre i consumi (soprattutto da combustibili fossili) con quelle del valore storico degli edifici oggetto di intervento , presentando criteri di valutazione che possano fornire un metodo oggettivo per quantificare la compatibilità tra nuovo ed esistente, criteri che – per avere capacità predittiva e quindi poter guidare le scelte ex ante e non misurarle ex post – utilizzino strumenti di progettazione digitale (BIM , GIS, ecc.).
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Acampa, Giovanna, and Claudia Mariaserena Parisi. "Cultural heritage management: optimising procedures and maintenance costs." Valori e Valutazioni 29 (January 2022): 79–102. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212907.

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Abstract:
The management of maintenance activities is an ongoing concern for facility managers in the existing building sector due to its complexity and uncertainty. This applies all the more to cultural heritage as protection, preservation and enhancement are a priority in order to keep the artistic and cultural value of historical assets for future generations. In addition, problems related to the increasingly limited economic resources complicate maintenance management processes. Therefore, it has become a common standard to carry out maintenance activities only when actual emergencies occur, thus causing inefficiencies in the planning of Facility Management activities and an increase in maintenance costs. This paper shows a method to support the management decision-making in maintenance activities through Building Condition Assessment (BCA) processes integrated with Building Information Modeling (BIM) systems. The main objective is to develop a maintenance management strategy and support technicians in identifying maintenance priorities in a practical, simple and automated way in order to optimise procedures and costs. To achieve such a goal, the method proposes a BCA process that uses the following tools: 1) building breakdown structure according to UNI 8290 adapted to historic buildings; 2) a degradation level index and a technological and operational connection matrix to assess opportunity maintenance; 3) field inspections and data collection on Excel spreadsheets acting as external Database; 4) data management in BIM environment using Revit as BIM Authoring Software and Dynamo scripts as visual programming language (VPL) to link external Database to BIM model. The results highlight the important role of BIM in Facility Management of existing buildings and buildings of historical and cultural value by allowing the continuous update of information in a single BIM model for BCA purposes and shows a great potential to support facility managers in managing building maintenance activities and optimising costs. La natura complessa, incerta e dinamica della gestione delle attività di manutenzione è fonte di continua preoccupazione per i facility managers che operano nel settore del patrimonio edilizio esistente. In particolare, nel campo dei beni culturali, la tutela, conservazione e valorizzazione sono una priorità per preservare il valore artistico-culturale dei beni storici alle generazioni future. Purtroppo, alla complessa gestione della manutenzione si aggiungono problemi relativi alle risorse economiche sempre più limitate. In questa situazione infatti, sembra essere diventato uno standard comune intervenire con attività di manutenzione solo quando si presentano effettivi casi di emergenza, causando così inefficienze nella pianificazione delle attività del Facility Management e, conseguentemente, un aumento dei costi della manutenzione. Questo paper espone un metodo per supportare le scelte decisionali dei gestori nelle attività di manutenzione attraverso i processi di Building Condition Assessment (BCA) integrati ai sistemi di Building Information Modeling (BIM). L'obiettivo principale è sviluppare una strategia di gestione della manutenzione, dando ai tecnici il necessario supporto per individuare le priorità di intervento di manutenzione in modo pratico, semplice e automatizzato al fine di ottimizzare procedure e costi della manutenzione. Per raggiungere questo obiettivo, il metodo propone un processo di BCA che utilizza i seguenti strumenti: 1) scomposizione dell’edificio secondo la norma UNI 8290 adattata agli edifici storici; 2) un indice del livello di degrado e una matrice di connessione tecnologica e operativa per valutare manutenzioni di opportunità; 3) ispezioni in situ e raccolta dei dati su fogli di calcolo Excel che fungono da Database esterno; 4) gestione dei dati in ambiente BIM utilizzando Revit come BIM Authoring Software e scripts in Dynamo come linguaggio di programmazione visiva per il collegamento tra Database esterno modello BIM. I risultati della ricerca evidenziano l'importanza del ruolo del BIM nel Facility Management degli edifici esistenti e di pregio storico-culturale consentendo l'aggiornamento permanente delle informazioni in un unico modello BIM ai fini del BCA e mostra un grande potenziale per supportare i facility managers nella gestione delle attività di manutenzione degli edifici e nell’ottimizzazione dei costi.
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Niccoli, Ariele. "Emozioni e valore intrinseco. Etica ambientale ed esperienza del valore." II, 2022/2 (gennaio-dicembre), no. 2 (March 10, 2023): 1–13. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/2023.4312.

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Abstract:
Abstract &nbsp; In questo saggio sostengo che lo studio delle emozioni suscitate da ambienti naturali costituisce un terreno di indagine particolarmente adatto alla prospettiva pragmatica e interdisciplinare delle Environmental Humanities. In primo luogo illustro brevemente la polisemia del termine biodiversità e il duplice uso, scientifico e valoriale, che lo caratterizza fin dalla sua comparsa.&nbsp; Successivamente, mostro come i concetti di valore intrinseco e valore strumentale compaiono nei documenti programmatici internazionali per la conservazione e il ripristino della biodiversità. Infine, a partire dal dibattito sviluppatosi in etica ambientale, delineo una nozione debole di valore intrinseco basata sulla struttura caratteristica di alcune emozioni.&nbsp;&nbsp; &nbsp; In this essay, I argue that the study of emotions aroused by natural environments constitutes a field of investigation particularly suited to the pragmatic and interdisciplinary perspective of the Environmental Humanities. First, I briefly illustrate the polysemy of the term biodiversity and the dual use, scientific and value-based, that has characterised it since its emergence.&nbsp; Next, I show how the concepts of intrinsic value and instrumental value appear in international policy documents for the conservation and restoration of biodiversity. Finally, starting from the debate developed in environmental ethics, I outline a weak notion of intrinsic value based on the characteristic structure of certain emotions.
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Giglio, Francesca. "Human Life-Span Extension. Spunti per una riflessione su medicina e invecchiamento / Human Life-Span Extension. Notes for reflecting on medicine and aging." Medicina e Morale 65, no. 1 (September 21, 2016): 19–38. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.426.

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Abstract:
Oggetto del presente contributo è una riflessione di carattere bioetico sulla medicina anti-aging, nella particolare declinazione di quelle ricerche volte all’allungamento indefinito della vita umana (human life-span extension). L’analisi che ci proponiamo di svolgere si articola in tre parti, secondo una metodologia che prevede una prima ricognizione scientifica delle tecnologie biomediche coinvolte, un inquadramento di tipo antropologico, dal momento che tali tecnologie intendono intervenire in modo significativo sulla condizione e sull’esperienza umana dell’invecchiamento, e infine una valutazione di tipo etico che è possibili guadagnare a partire dalla discussione delle parti precedenti. I punti decisivi che richiederanno una particolare attenzione sono: - l’esame dell’interpretazione dell’invecchiamento come una condizione patologica e indesiderabile, che ne giustificherebbe il superamento per via medica; - il confronto fra la medicina volta al longevismo e il dibattito sullo human enhancement e le filosofie postumaniste; - l’approfondimento del concetto e del valore antropologico dell’immortalità terrena. Dallo studio proposto emergerà la rilevanza decisiva delle premesse antropologiche: se infatti l’invecchiamento è interpretato alla stregua di un limite patologico ne conseguirà l’obbligazione morale di rimuovere sia l’età anziana che la mortalità; se, invece, esso verrà considerato come “naturale” fase della vita della persona cui restituire valore e senso, allora il fine da realizzare sarà quello di accogliere i bisogni propri dell’età anziana, anche attraverso una medicina orientata alla conservazione della miglior qualità di vita possibile. ---------- The article intends to lead a bioethical reflection on anti-aging medicine, particularly on the field of research in human life-span extension. The analysis is divided into three parts, following a methodology that includes a first scientific survey of biomedical technologies involved in the topic, an anthropological overview, since these technologies intend to significantly intervene on the meaningful experience of human aging, and finally an ethical evaluation that which can be obtained from the discussion of the previous parts. Crucial points in the investigation are: - the examination of interpreting aging as a pathological and undesirable condition, which would justify medical removal of aging; - discussion on the relation between medicine aimed to longevism and debate on human enhancement and posthumanism; - the analysis of the concept and the anthropological value of “earthly immortality”. From the study proposed the decisive importance of the anthropological premises will emerge: from understanding aging as a pathological impairment it follows a moral obligation to remove both old age and mortality; if, instead, aging is considered as “natural” phase of person’s life with value and meaning, then the aim will be to welcome the needs typical of old age, through medicine oriented to the preservation of the best possible quality of life.
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La Mela Veca, DS, G. Clementi, S. Cullotta, F. Maetzke, and G. Traina. "Analysis of habitat conservation in the SIC Nature 2000 “ITA040005 - Monte Cammarata, Contrada Salaci”, Monti Sicani (Sicily, Italy)." Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 3, no. 2 (June 13, 2006): 222–37. http://dx.doi.org/10.3832/efor0376-0030222.

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Olivito, Renato S., and Rosamaria Codispoti. "Natural Fiber Composites for Structural Strengthening of Constructions." Key Engineering Materials 916 (April 7, 2022): 66–73. http://dx.doi.org/10.4028/p-qg327p.

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Abstract:
Negli ultimi anni vengono studiate le fibre naturali di origine vegetale come lino, juta, canapa, basalto oltre a quelle derivate dal bambù o dall'ananas, per le loro molteplici proprietà. Tra i principali vantaggi che hanno, ricordiamo: la grande disponibilità in natura; sono rinnovabili, hanno una bassa densità e un costo contenuto, nonché proprietà meccaniche che li rendono interessanti per la realizzazione di materiali compositi fibrorinforzati. Sono utilizzati da tempo in vari settori dell'ingegneria: dall'automotive e aerospaziale all'ingegneria civile per la realizzazione di pannelli, pareti ecc. Attualmente l'attenzione è stata focalizzata sulla possibilità di utilizzarli come materiali di rinforzo su strutture in muratura. Il continuo e crescente interesse per la conservazione dei beni storici richiede sistemi di rinforzo di facile utilizzo e affidabili con relative metodologie di calcolo che permettano di valutare la capacità delle strutture murarie esistenti e rinforzate. Tuttavia, i modelli analitici applicabili alle strutture in muratura armata non sono stati sviluppati allo stesso livello di quelli per altri materiali da costruzione moderni. In particolare, esiste un divario tra i risultati sperimentali di elementi murari armati con sistemi innovativi ei risultati ottenuti da modelli analitici. Tutto ciò ha ostacolato un'analisi completa dell'approccio sperimentale che può fornire un prezioso contributo a metodi di progettazione eccessivamente conservativi per soluzioni di rinforzo innovative. Nel presente lavoro, al fine di validarne l'efficacia vengono mostrati i risultati di un'ampia campagna sperimentale per la caratterizzazione meccanica di compositi con fibre naturali e la loro applicazione ad elementi strutturali in muratura, in diverse condizioni di carico applicato e geometrie murarie. Parole chiave: Fibre naturali – Compositi – FRCM - Massoneria
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"Conservazione Della Natura." Giornale botanico italiano 127, no. 3 (January 1993): 573–88. http://dx.doi.org/10.1080/11263509309431039.

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"Conservazione Della Natura." Giornale botanico italiano 129, no. 2 (January 1995): 93–108. http://dx.doi.org/10.1080/11263509509431067.

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"Ecologia E Conservazione Della Natura." Giornale botanico italiano 123, sup1 (January 1989): 144–64. http://dx.doi.org/10.1080/11263508909430629.

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Bonvicini, Paolo, Roberta Libener, Valentina Amore, Giulia Oliveri, and Antonio Maconi. "Alessandria Biobank: storia, implementazione, nuovi scenari." Working Paper of Public Health 10 (October 7, 2022). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2022.9522.

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Abstract:
Una biobanca, in termini generali, viene descritta come una struttura volta alla collezione, gestione, conservazione e distribuzione di biomateriali e dati ad essi correlati a fini di ricerca genetica. Il termine biobancaggio si riferisce dunque ad una serie di attività svolte dalle biobanche che differiscono per natura, obiettivi, business models, risultati e impatto sociale, politico e scientifico. Data l’interazione tra biomateriale e dati associati, le biobanche rappresentano un ponte tra l’evoluzione della medicina personalizzata e la preservazione e il miglioramento delle condizioni della salute pubblica, alla luce del ruolo che svolgono nel permettere, appunto, la conservazione di un significativo numero sia di biomateriali che di dati correlati, necessari per l’avanzamento della ricerca biomedica. Presso l’Infrastruttura Ricerca Formazione e Innovazione dell’Azienda Ospedaliera SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo è inserito il “Centro Raccolta Materiale Biologico” (CRMB) che comprende la collezione del mesotelioma maligno (BB-MM), istituita fin dal 2005, la collezione del carcinoma mammario, istituita nel 2021, e il Biorepository, istituito già nel 2016 per garantire elevati livelli di qualità e sicurezza in ambito di stoccaggio e conservazione dei campioni biologici previsti da protocolli di studi clinici e/o destinati ad attività di ricerca. Si configura come un’unità di servizio finalizzata alla raccolta, conservazione e distribuzione dei campioni biologici a scopo di ricerca scientifica, garantendo i diritti dei soggetti coinvolti. Il presente studio si prefigge, in linea con l’evidenza fornita dalla letteratura scientifica di settore e il suo contributo, di descrivere la storia del biobanking e, parallelamente, l’evoluzione di Alessandria Biobank, tra istituzionalizzazione e risultati raggiunti, per incrementare la conoscenza della biobanca e del suo operato.
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Albertazzi, Stefania. "Usi comunitari e conservazione della natura nell’area protetta di Ndoinet (foresta Mau, Kenya): elementi di conflitto." Geography Notebooks 3, no. 2 (November 19, 2020). http://dx.doi.org/10.7358/gn-2020-002-albe.

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Abstract:
The article illustrates two elements of conflict found in the Ndoinet Forest area (Mau complex, Kenya): the first concerns the contrasting vision of the local communities and Kenya Forest Service (KFS) of degraded forest areas. The second concerns the conservation practices promoted by the forest service, specifically reforestation initiatives and the proposal to erect an electric fence. After illustrating the most common uses of the forest by the local population, I reflect on the conflicting elements that are created between these and the conservation measures by referring to “classic” and new themes of political ecology.
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Giovacchini, Pietro. "Gli uccelli del Parco Regionale della Maremma e aree limitrofe (Grosseto, Toscana, Italia)." Rivista Italiana di Ornitologia, November 4, 2019, 7–99. http://dx.doi.org/10.4081/rio.2019.431.

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Abstract:
Il Parco Regionale della Maremma è una area protetta di 8902 ha nel settore costiero centrale della provincia di Grosseto, Toscana meridionale. Gli habitat che rappresentano l’area protetta possono essere così brevemente descritti: foce del fiume Ombrone e zone umide della Palude della Trappola; Monti dell’Uccellina (cima più elevata: Poggio Lecci, 417 m s.l.m.); un ampio comprensorio interno e pianeggiante dove coesistono attività zootecniche e coltivazioni agricole. Lo sviluppo costiero raggiunge i 25 km circa. Sono presenti 6 Siti della Rete Natura 2000 classificati come ZSC − Zona Speciale di Conservazione − secondo la Direttiva “Habitat” 92/43/ CE e/o come ZPS − Zona di Protezione Speciale − secondo la Direttiva “Uccelli” 2009/147/CE. La maggior parte dell’area presenta una scarsa rete viaria e limitati insediamenti umani con copertura boschiva in larga parte dovuta a formazioni vegetali sclerofilliche mediterranee. In questo lavoro viene presentato un elenco commentato degli uccelli noti per l’area protetta a partire dalla sua istituzione avvenuta il 05/06/1975 sino al 31/12/2018. In totale, le specie di Uccelli rilevate sono 295 (62,1% delle specie della Toscana ed il 52,5% delle specie note in Italia), mentre le specie nidificanti certe o probabili in tempi recenti (2008-2018) sono 84. Le specie di interesse comunitario presenti nell’Allegato I della Direttiva “Uccelli” 2009/147/CE sono 88, mentre quelle classificate come SPEC 1-3 “Species of European Conservation Concern” sono 33. L’area, con le zone umide “Bocca d’Ombrone” e “La Trappola” comprese nella Macrozona “Maremma Grossetana”, ricade all’interno della qualifica di sito di importanza internazionale per lo svernamento di Anser anser e Mareca penelope; inoltre è sito di importanza nazionale per Mareca strepera, Anas crecca, Anas acuta, Spatula clypeata, Ardea alba, Platalea leucorodia, Phoenicopterus roseus, Recurvirostra avosetta, Pluvialis apricaria, Calidris alpina, Vanellus vanellus, Gallinago gallinago, Numenius arquata, Tringa erythropus e Tringa totanus. L’area protetta è di importanza per specie nidificanti in Direttiva 2009/147/CE legate agli specchi lacustri costieri e agli spazi marini, ad incolti, pascoli, così come a zone con vegetazione arborea e arbustiva sparsa su affioramenti rocciosi, margini di boschi, ambienti parzialmente allagati ed ai litorali sabbiosi, quali ad esempio, con dati minimi, Pandion haliaetus (1 coppia), Burhinus oedicnemus (7-8 coppie), Charadrius alexandrinus (1 coppia), Caprimulgus europaeus (25 coppie), Coracias garrulus (13-15 coppie), Lanius collurio (1-5 coppie), Lullula arborea (10 coppie) e Anthus campestris (6-7 coppie). Dal 2015 si segnala il consolidamento della nidificazione di Ardea cinerea, rilevandone per la prima volta la riproduzione come garzaia.
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Ferioli, Elena, and Mario Picozzi. "La conservazione del materiale biologico finalizzato alla ricerca scientifica: questioni giuridiche e riflessioni etiche sulle biobanche." Medicina e Morale 60, no. 4 (August 30, 2011). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2011.159.

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Abstract:
La richiesta di istituire biobanche oggi diventa sempre più impellente. Una biobanca è una struttura dove si raccolgono per un tempo lungo materiale biologico e dati di natura biomedica correlati al campione, che può provenire sia da pazienti che da cittadini. Da un lato si riconosce il ruolo che le biobanche possono avere sia nell’acquisire nuove conoscenze sia nel favorire nuovi trattamenti di diagnosi e cura, dall’altro è necessario riflettere sulle delicate e complesse questioni giuridiche ed etiche ad esse sottese. Il presente contributo, dopo aver fatto chiarezza sulla definizione e sui requisiti tecnici necessari per l’istituzione di una biobanca, si sofferma ad analizzare le principali questioni etico-giuridiche: a chi appartiene il tessuto e chi beneficia dei risultati ottenuti? Quale consenso informato è adeguato per protocolli sperimentali non prevedibili al momento del prelievo del tessuto? Come può essere garantita la riservatezza dei dati, anche in funzione dell’analisi genetica? Gli argomenti vengono analizzati a partire dalla letteratura internazionale, mostrando le diverse posizioni. In tema di proprietà del tessuto e di proprietà intellettuale dei risultati si evidenzia come sta emergendo una concezione solidaristica, in cui materiale e informazioni sono da considerarsi risorse a disposizione dell’intera collettività, che ne affida alla biobanca la gestione. Il modello di consenso informato che sembra prevalere è quello definito “ampliato”, di cui si evidenziano pregi e difetti, nell’ottica di un bilanciamento tra autonomia del soggetto, interesse della collettività ed esigenze della ricerca. La questione della riservatezza impone di riflettere sia sul diritto alla privacy sia sulla possibilità di utilizzo del dato per finalità di ricerca. Data la complessità delle questioni emerse, si ritiene che necessariamente la fiducia del paziente/cittadino verso la comunità scientifica giochi un ruolo fondamentale. Il Comitato di etica, a cui vanno assicurate competenze e risorse adeguate, diventa lo strumento di garanzia indispensabile per una gestione eticamente accettabile della biobanca. ---------- Today the request to create biobanks is more and more urgent. A biobank is a structure where biological specimens and related biomedical data, obtained from patients and/or citizens , are stored over time. On one hand, we acknowledge the role that biobanks may have in acquiring new knowledge and fostering new treatments for diagnosis and therapy, on the other we need to reflect upon the delicate and complex legal and ethical issues that biobanks rise. This paper, after defining the concept of biobank and the technical requirements needed to establish one, analyzes some major ethical and legal issues: Who owns the tissues and who can benefit from potential results? Which kind of informed consent is the most appropriate for experimental protocols not yet predictable at the time of tissue collection? How can data confidentiality be guaranteed also in relation to genetic analysis? The topics are analyzed with reference to the international literature, comparing different perspectives. Regarding the ownership of biological samples and the intellectual property rights of the potential research outputs based on the data, the recent literature introduces a new concept of solidarity which consider all samples and information at full disposal of the entire community and which indicates the biobank as the manager of the archive. The model of “broad” informed consent seems to prevail: we indicate its points of strength and weakness, considering a necessary balance among the individual autonomy, the collective interest and the research requirements. Finally, regarding the confidentiality of all data, we need to reflect upon the right to privacy along with the possibility to use the available data for research purpose. Considering the complexity of these issues, we believe that the patient’s trust towards the scientific community is the main matter. The Ethics Committee, to whom adequate resources and expertise must be granted, becomes the assurer entity for an ethically acceptable management of a biobank.
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