Academic literature on the topic 'Conservazione del paesaggio'

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Journal articles on the topic "Conservazione del paesaggio"

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Morezzi, Emanuele. "La Cattedrale dell'Elettricità: trasformazione del rudere, permanenza dell'immagine. Il caso della Battersea Power Station di Londra." Labor e Engenho 11, no. 4 (December 26, 2017): 477. http://dx.doi.org/10.20396/labore.v11i4.8651202.

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Abstract:
Le recenti trasformazioni della Battersea Power Station impongono una riflessione sulla modifica del paesaggio industriale londinese del XX secolo. L'articolo intende porre una riflessione non solo sulla conservazione/trasformazione del rudere, ma anche sulla valenza iconica dell'edificio e sull'importanza del simbolo che esso rappresenta nel panorama londinese, in qualità di caso studio di architettura legata al periodo industriale e alle architetture per la produzione di energia elettica.
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Talŕ, Paola. "Acque trasportate: l'acquedotto di Colognole e l'entroterra di Livorno." STORIA URBANA, no. 125 (April 2010): 169–86. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125009.

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Abstract:
Costruito tra il 1793 e il 1872 su progetto di illustri architetti ed ingegneri delle Regie Fabbriche Granducali, l'Acquedotto di Colognole funziona per la cittŕ fino al 1957; da allora viene abbandonato e approvvigiona solo alcuni piccoli centri collinari. Oggi ci troviamo di fronte ad un manufatto monumentale che ha perso la funzione per cui era stato costruito, ma non il suo valore storico e architettonico e la relazione con il paesaggio. La costruzione di questo acquedotto ha segnato l'evoluzione delle consuetudini delle popolazioni collinari e dei territori che ha attraversato trasformandone gli scenari. La comprensione dei complessi cambiamenti nel tempo consente una lettura del paesaggio di grande attualitŕ in merito a rilevanti questioni di conservazione e tutela. Il contributo inquadra il tema a partire dalle accresciute necessitŕ dell'approvvigionamento idrico della cittŕ e del porto di Livorno, illustra la complessa articolazione del lungo cantiere per la costruzione del nuovo acquedotto; infine dedica un'ultima parte all'importanza della conoscenza geografica del paesaggio, cosě come emerge dalle descrizioni dalle principali guide storiche del XIX secolo e dalle vicende della realizzazione della Passeggiata degli Acquedotti.
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Pugliano, Antonio. "Studi per la conservazione e la valorizzazione del Patrimonio culturale e del paesaggio di Tivoli." Boletin de Arte 37 (October 30, 2016): 157–74. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2016.v0i37.3276.

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Troiano, Stefania, and Francesco Marangon. "I Payments for Ecosystem Services: opportunitŕ di sviluppo nella tutela delle risorse paesaggistico-ambientali." ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no. 3 (November 2011): 87–113. http://dx.doi.org/10.3280/efe2010-003006.

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Abstract:
La protezione del paesaggio č stata per lungo tempo affidata alla Pubblica Amministrazione, che per lo svolgimento di questo compito si č avvalsa degli strumenti vincolistici. Questi ultimi, perň, si sono dimostrati incapaci di far fronte alle conseguenze negative derivanti dall'abbandono dei terreni. Questa constatazione ed il declino delle risorse finanziarie stanziate a favore della protezione delle risorse paesaggistico-ambientali hanno favorito l'affermarsi di strumenti alternativi, quali gli strumenti economici per la tutela delle risorse paesaggistico-ambientali, che prevedono un ruolo preponderante degli attori privati. In base agli studi sulla valutazione monetaria e non monetaria dei beni paesaggistico- ambientali condotti negli ultimi anni, che hanno consentito, da un lato, di individuare le caratteristiche che rendono attraente un paesaggio, e, dall'altro lato, di identificare la disponibilitŕ a pagare per fruire di un servizio paesaggistico-ambientale, l'articolo descrive le possibilitŕ di creazione di un mercato per i servizi derivanti dalla protezione del paesaggio. Viene approfondito, in particolare, il caso dei Payments for Ecosystem Services (PES), strumenti economici utilizzati a favore della conservazione/ valorizzazione dei servizi forniti dalle risorse paesaggistico-ambientali. Dopo una sintetica analisi di questa strumentazione, l'articolo si sofferma sulle prospettive di sviluppo in Italia di specifiche categorie di PES, che hanno per oggetto alcune risorse paesaggistico- ambientali preferite dagli utenti.
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Breda, Nadia. "Palu: paesaggi veneti e culture del nordest: Tra conservazioni e devastazioni." La Ricerca Folklorica, no. 41 (April 2000): 15. http://dx.doi.org/10.2307/1479806.

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6

Zanlungo, Claudia. "Paesaggi urbani sull'Elba. la ricostruzione di Magdeburgo e Dresda." STORIA URBANA, no. 129 (April 2011): 87–119. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-129004.

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Abstract:
Le cittŕ di Dresda e Magdeburgo, insieme a poche altre, rappresentano casi eccezionali in cui, nella ricostruzione postbellica, la Repubblica democratica non mise in scena il suo rifiuto della storia. Probabilmente, per via della fama acquisita nel tempo, di cittŕ caratterizzate dalle atmosfere affascinanti dei loro paesaggi urbani, gli sforzi, nei due casi, furono rivolti alla conservazione e la ricostruzione degli "accenti architettonici" e delle "dominanti urbane" storiche, con lo scopo di restituire a queste cittŕ il loromonumentale di valore nazionale e con l'intenzione di includervi, in maniera armoniosa sia da un punto di vista urbanistico che sociale, le nuove costruzioni secondo le piů moderne concezioni di sviluppo della cittŕ, della nazione e della societŕ socialiste. Nei due casi, dunque, lungi dal risolversi con un completo rinnovamento urbano, la ricostruzione rimase legata al ricordo dell'immagine urbana storica e all'effetto che i monumenti, come testimonianze del passato e spesso come simboli urbani, potevano avere sullofuturo, quasi a volere ricostruire con essi non solo la forma ma anche l'identitŕ e ildella cittŕ.
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Dissertations / Theses on the topic "Conservazione del paesaggio"

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Galli, Francesca, Chiara Magnani, and Daphne Zenoni. "Un castello ed il suo paesaggio: Conservazione e valorizzazione dei resti del Castello di Coriano (RN)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9703/.

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Abstract:
Il castello di Coriano, in provincia di Rimini, per la sua complessità ci ha permesso di confrontarci con diversi temi, dal reinserimento del castello all’interno del contesto urbano alla conservazione e il restauro delle manufatto, dall’aspetto paesaggistico legato alle visuali, all'interazione della vegetazione con le strutture. L'evoluzione delle vicende storiche ha fatto sì che il ruolo del castello sia cambiato nel corso del tempo, attraversando una prima fase di forte importanza pubblica per poi essere rafforzato da opere difensive e infine subire un progressivo abbandono che lo ha privato della sua dimensione sociale, rendendolo un luogo isolato e privo d'identità. L'analisi del manufatto e del suo contesto storico e paesaggistico ha condotto ad un progetto di valorizzazione che mira a rendere nuovamente il castello fulcro di attività sociali e nuovo protagonista della realtà corianese, fornendone al tempo stesso una chiave di lettura.
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Parisi, Letizia, Giulia Zazzi, and Valentina Milanesi. "Proposta di Restauro, Conservazione e Valorizzazione del Complesso Birarelli ad Ancona." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23071/.

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Abstract:
Il progetto nasce dall’esigenza di riscoprire il valore di un luogo, oggi in disuso, dotato di un notevole potenziale panoramico, paesaggistico nonché storico; l’obiettivo è quello di restituirgli un’identità persa progressivamente nel tempo e riconsegnarlo alla città. L’approccio progettuale ha visto come punto di partenza l’analisi storica e inventiva dell’area e del contesto, questo ha permesso di intervenire in maniera consapevole nella realizzazione del progetto di restauro, conservazione e valorizzazione del Complesso Birarelli. “PoDiO” (Polo Direzionale Organizzativo del MiBACT) nasce dalla collaborazione con il Segretariato Regionale delle Marche, con l’obiettivo di creare un polo culturale del MiBACT ad Ancona. All’interno del Complesso è prevista la presenza di tre enti: l’Archivio di Stato, la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica e la Direzione Regionale dei Musei delle Marche. Nell’ottica di progettare, dal latino proiectare “gettare avanti” oltre il presente, consapevoli che: “non esiste restauro che non implichi una trasformazione” si è cercato di intervenire nell’assoluto rispetto dell’area e del manufatto, operando attraverso le logiche del restauro conservativo, considerando la fabbrica come palinsesto storico e mirando ad un mantenimento attivo nell’uso quotidiano. Un’ulteriore attenzione è stata posta al superamento delle barriere architettoniche; il tema dell’accessibilità è stato per noi una linea guida che ci ha accompagnato fin dall’inizio nel processo di progettazione. Ci siamo trovate di fronte a un’area ricca di dislivelli e salti di quota, esterni ed interni alla fabbrica, che aveva l’ambizione di diventare un luogo pubblico; abbiamo cercato di garantire una completa e fluida fruizione degli edifici e degli spazi esterni, fermandoci laddove rendere accessibile il luogo significava stravolgere la natura dell’area, cercando di trasformare le svariate situazioni di limite presenti in opportunità di scoperta per il visitatore di oggi.
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Casa, Alessandro, and Giulia Tomaselli. "Uno sguardo sull'antico. Progetto di conservazione programmata e valorizzazione della villa romana di Russi e del parco annesso." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12521/.

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Abstract:
La villa romana di Russi si situa nella pianura ravennate, all'estremità settentrionale del comune da cui prende il nome. Il primo rinvenimento di materiale archeologico ebbe luogo nel 1938 durante le operazioni di scavo effettuate dalla fornace Gattelli all'interno della propria cava di argilla. Nei decenni successivi il terreno venne acquisito dallo Stato e trasformato in un'Area di Riequilibrio Ecologico. Oggi la villa si trova immersa nella vegetazione ad una quota di 11 metri inferiore rispetto a quella della città contemporanea. La presente tesi si è soffermata in particolare sulla ricostruzione, tramite materiale d’archivio, degli interventi di restauro effettuati sui resti archeologici dopo il loro rinvenimento e su come questi influenzino l’odierno stato di conservazione della villa. Dal punto di vista progettuale sono stati affrontati i temi della conservazione e della valorizzazione dell’area archeologica e del suo parco.
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VAJANA, ELIA. "Studio della storia evoluzionistica e conservazione delle specie zootecniche attraverso analisi di genomica del paesaggio e modelli di nicchia ecologica." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/19085.

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Abstract:
Attività antropiche e pressioni di mercato stanno rapidamente riducendo la biodiversità. Per questa ragione, conservare il patrimonio ecosistemico, tassonomico e genetico risulta fondamentale al fine di garantire potenziale adattativo alle specie, e, in ultima analisi, un futuro sostenibile per il pianeta. Al fine di minimizzare la perdita di biodiversità, numerosi metodi sono stati proposti per priorizzare ecosistemi, specie e popolazioni. Il presente lavoro di tesi fornisce in primo luogo una revisione di tali approcci, proponendo un albero decisionale volto a favorirne un corretto utilizzo. Secondariamente, la variabilità genomica neutrale del bufalo d’acqua (Bubalus bubalis L.) è investigata per mezzo di un pannello di marcatori SNP a media densità, rivelando due centri di domesticazione (India Nord-occidentale, Cina-Indocina) e possibili rotte di migrazione per gli ecotipi ‘river’ e ‘swamp’. L’adattamento locale ad East Coast Fever, patologia endemica delle popolazioni bovine in Africa Sub-sahariana, è stato inoltre studiato in bovini autoctoni Ugandesi (Bos taurus L.) combinando tecniche di modellizzazione delle nicchie ecologiche e di genomica del paesaggio. L’approccio ha portato ad indentificare PRKG1 e SLA2 come possibili geni di adattamento. I risultati sono discussi alla luce delle possibili implicazioni nella conservazione del bufalo e nella gestione delle risorse genetiche animali Ugandesi.
Biodiversity is quickly disappearing due to human impact on the biosphere, and to market pressure. Consequently, the protection of both wild and domestic species needs to become a priority in order to preserve their evolutionary potential and, ultimately, guarantee a sustainable future for coming human generations. To date, tens of methods have been proposed to prioritize biodiversity for conservation purposes. Here, an ontology for priority setting in conservation biology is provided with the aim of supporting the selection of the most opportune methodologies given specific conservation goals. Further, two case studies are presented characterizing neutral and adaptive genomic diversity in water buffalo (Bubalus bubalis L.) and indigenous Ugandan cattle (Bos taurus L.), respectively. In particular, two independent domestication centres (North-western India and Indochina) and separate migration routes are suggested for the ‘river’ and ‘swamp’ water buffalo types. In the case of indigenous Ugandan cattle, the integration of species distribution modelling and landscape genomics techniques allowed the identification of PRKG1 and SLA2 as candidate genes for local adaptation to East Coast Fever, a vector-borne disease affecting bovine populations of Sub-Saharan Africa. Results are discussed for their implications in water buffalo conservation and Ugandan cattle adaptive management.
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VAJANA, ELIA. "Studio della storia evoluzionistica e conservazione delle specie zootecniche attraverso analisi di genomica del paesaggio e modelli di nicchia ecologica." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/19085.

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Abstract:
Attività antropiche e pressioni di mercato stanno rapidamente riducendo la biodiversità. Per questa ragione, conservare il patrimonio ecosistemico, tassonomico e genetico risulta fondamentale al fine di garantire potenziale adattativo alle specie, e, in ultima analisi, un futuro sostenibile per il pianeta. Al fine di minimizzare la perdita di biodiversità, numerosi metodi sono stati proposti per priorizzare ecosistemi, specie e popolazioni. Il presente lavoro di tesi fornisce in primo luogo una revisione di tali approcci, proponendo un albero decisionale volto a favorirne un corretto utilizzo. Secondariamente, la variabilità genomica neutrale del bufalo d’acqua (Bubalus bubalis L.) è investigata per mezzo di un pannello di marcatori SNP a media densità, rivelando due centri di domesticazione (India Nord-occidentale, Cina-Indocina) e possibili rotte di migrazione per gli ecotipi ‘river’ e ‘swamp’. L’adattamento locale ad East Coast Fever, patologia endemica delle popolazioni bovine in Africa Sub-sahariana, è stato inoltre studiato in bovini autoctoni Ugandesi (Bos taurus L.) combinando tecniche di modellizzazione delle nicchie ecologiche e di genomica del paesaggio. L’approccio ha portato ad indentificare PRKG1 e SLA2 come possibili geni di adattamento. I risultati sono discussi alla luce delle possibili implicazioni nella conservazione del bufalo e nella gestione delle risorse genetiche animali Ugandesi.
Biodiversity is quickly disappearing due to human impact on the biosphere, and to market pressure. Consequently, the protection of both wild and domestic species needs to become a priority in order to preserve their evolutionary potential and, ultimately, guarantee a sustainable future for coming human generations. To date, tens of methods have been proposed to prioritize biodiversity for conservation purposes. Here, an ontology for priority setting in conservation biology is provided with the aim of supporting the selection of the most opportune methodologies given specific conservation goals. Further, two case studies are presented characterizing neutral and adaptive genomic diversity in water buffalo (Bubalus bubalis L.) and indigenous Ugandan cattle (Bos taurus L.), respectively. In particular, two independent domestication centres (North-western India and Indochina) and separate migration routes are suggested for the ‘river’ and ‘swamp’ water buffalo types. In the case of indigenous Ugandan cattle, the integration of species distribution modelling and landscape genomics techniques allowed the identification of PRKG1 and SLA2 as candidate genes for local adaptation to East Coast Fever, a vector-borne disease affecting bovine populations of Sub-Saharan Africa. Results are discussed for their implications in water buffalo conservation and Ugandan cattle adaptive management.
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Gasparini, Federica, and Nicolas Terenzi. "Parco archeologico di Urbs Salvia. Proposte per una nuova gestione e fruizione del Parco." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18307/.

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Abstract:
La città romana di Urbs Salvia emerge a fatica dal terreno che la ricopre, consentendo a stento di comprenderne le parti, in pessimo stato di conservazione, annebbiate dalla polvere e dal fitto intreccio della vegetazione, che tenta di riappropriarsi della nuda pietra che ne rimane. La leggibiltà alterata dei resti porta alla mancata comprensione del luogo e alla perdita della sua storia. È necessario, perciò, restituire una linea narrativa a tali frammenti, con l’intento di recuperare un’unità perduta e legare nuovamente insieme le parti. È importante che la città antica accolga la città moderna e si crei uno scambio continuo tra le due, all’interno di un sistema culturale più ampio. Queste cosiderazioni hanno posto le basi per lo sviluppo di un progetto che ha come scopo il potenziamento delle connessioni e delle relazioni con l’intero territorio. Il progetto si è fatto carico di tutti quei temi caratteristici di un Parco Archeologico definendo un nuovo approccio, mirato alla risoluzione di problematiche di fruizione, gestione e valorizzazione del luogo. Il legame, ormai inscindibile, tra rudere e natura e il fascino di questa unione spontanea, ha indirizzato l’azione progettuale verso la conservazione di tale armonia, tramite interventi di salvaguardia della materia archeologica e del sistema ecologico-ambientale. Le risposte alle innumerevoli problematiche del sito hanno trovato una sintesi nell’area templare, fulcro ed origine dell’antico insediamento, oltre che monumento cardine e peculiare del panorama archeologico marchigiano. Il tema principale ha riguardato la valorizzazione dei resti archeologici scavati, prevedendo una musealizzazione diffusa che consentisse una piena comprensione e consapevolezza di tale luogo. I frammenti delle mura e delle strade basolate, divengono le parole mancanti che ricompongono il brano antico, da resti marginali e dimenticati diventano gli interpreti principali dell’azione progettuale, elementi chiave di rilettura della città.
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7

Masi, Margherita, Marta Ronzoni, and Marco Barzanti. "Il complesso monumentale di Canossa: studi e proposte per il consolidamento delle rovine del castello e la valorizzazione del suo contesto." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
La presente tesi si pone come obiettivo lo studio e la valorizzazione del complesso monumentale di Canossa, scena di importanti avvenimenti durante lo scontro politico della ‘lotta per le investiture’ tra Papato e Sacro Romano Impero. Il lungo periodo di studio della documentazione di archivio, condotto parallelamente alle diverse campagne di rilievo che hanno coinvolto la totalità della rupe e le rovine del castello, ha portato all’elaborazione di un quadro conoscitivo sviluppato in più ambiti. L’analisi maturata ha permesso di porre le basi per una proposta progettuale accorta e consapevole volta a valorizzare l’intorno della rupe e a consolidare gli antichi ruderi. Partendo dal contesto territoriale e paesaggistico in cui la rupe e il castello sono inseriti e tenendo conto della forte valenza storica del sito, il progetto intende esprimere la volontà di creare un nuovo sistema di percorrenze fruibile e di chiara lettura. Inoltre, le ipotesi di intervento per il consolidamento dei resti hanno l’obiettivo di rendere possibile la conservazione della materia storica per tramandare il manufatto e il suo forte valore identitario.
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Campagnaro, Thomas. "Forest habitat management and conservation priorities: a multi-scale and multi-taxon approach." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3422761.

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Abstract:
Habitat degradation, fragmentation and destruction are major causes of biodiversity loss. Management of natural and semi-natural habitats and control of human disturbance are fundamental to preserving their distinct character and biodiversity. Multiple levels must be considered when setting conservation management actions because species responses and ecological processes vary at different spatial scales. Legal instruments are now in place, with the European Union being among the pioneers, to protect and maintain habitats, and to implement management measures. Therefore, research efforts are needed to understand how to manage habitats in the current complex and constantly changing environmental and social context. For example, management of invasive alien species, which are among the most important threats to biodiversity, is a challenge nowadays. Furthermore, forest habitats are among the most important in terms of covered land and hosted species and, therefore, need particular attention. Indeed, several management approaches can be applied towards the achievement of biodiversity conservation objectives. However, the knowledge on the effects of different conservation management options on biodiversity is limited and must be further investigated. The overall research follows a multi-disciplinary and integrated approach towards the conservation management of habitats particularly focusing on forest biodiversity. The thesis aims to (i) propose and test the application of integrated approaches in respect to conservation management of natural and semi-natural habitats focusing on forests, and (ii) to broaden the knowledge on the biodiversity effects of management abandonment. Six scientific papers, published and to be published, form the bulk of the thesis. In the first paper a novel approach that aims to prioritize habitat conservation is proposed and tested in the Italian Alpine and Continental biogeographical regions. In the second paper a method is proposed and applied to assess the effects of human activities on habitats and species using as case study a forest road plan within a protected area. In the third paper a novel perspective on the potentiality of forest management to control invasive alien species is given. In the fourth paper a multi-scale landscape analysis was performed to identify habitat pattern changes due to different management regimes and to understand possible biodiversity implications. In the fifth paper a comparison between low intensity managed and abandoned forests was made to understand the effects on three beetle taxa. Finally, in the sixth paper the vegetation communities developing after management abandonment into novel forest habitats were investigated. This thesis has highlighted that sound conservation management is fundamental to maintain the variety of habitats, both natural and semi-natural, occurring in Europe. On the one hand novel approaches, such as those presented in the thesis, are required to face the never-ending changes in the legal, economic, social and environmental conditions. On the other hand, deep knowledge on the effects of management and planning choices on habitats and species is essential for adapting to biodiversity’s intrinsic variability and complexity in order to achieve conservation goals.
Le principali cause della perdita di biodiversità sono la degradazione, la frammentazione e la distruzione degli habitat naturali e semi-naturali. In tal senso, loro gestione è fondamentale per preservarne la diversità di caratteri distintivi, nonché per controllare gli impatti del disturbo antropico. Le azioni di conservazione della biodiversità devono essere individuate alle diverse e molteplici scale spaziali alle quali gli effetti della gestione sulle specie e sui processi ecologici si manifestano. La normativa europea, attraverso alcuni importanti strumenti giuridici per la protezione e il miglioramento degli habitat, richiede l'attuazione di specifiche misure di gestione. Ad oggi, le conoscenze degli effetti sulla biodiversità derivanti dalle attività gestionali risultano però limitate e lacunose. Pertanto è necessario che gli sforzi della ricerca siano focalizzati sulla gestione degli habitat, tenendo conto della dinamicità e complessità ambientale e sociale. Ad esempio, le specie esotiche invasive, una delle più importanti minacce alla biodiversità, rappresentano una odierna sfida a livello gestionale. Gli habitat forestali, tra gli altri, meritano una particolare attenzione, in quanto sono ampiamente diffusi e ospitano un elevato numero di specie. La presente ricerca applica un approccio multi-disciplinare ed integrato alla gestione per la conservazione degli habitat, in particolare forestali. La tesi ha l’obiettivo di (i) proporre e testare l'applicazione di approcci integrati allo scopo non solo di identificare una gestione appropriata per la conservazione degli habitat naturali e semi-naturali, ma anche di (ii) conoscere in modo più approfondito gli effetti dell’abbandono delle attività antropiche sulla biodiversità. La tesi è composta da sei articoli scientifici pubblicati o in pubblicazione, dettagliati nel seguito. Nel primo articolo viene presentato e discusso un nuovo approccio metodologico, applicato alle regioni biogeografiche italiane alpina e continentale, allo scopo di identificare gli habitat con maggiori esigenze gestionali finalizzate alla loro conservazione. Nel secondo articolo viene proposto un metodo utile a valutare gli effetti dell’attività antropica sugli habitat e sulle specie utilizzando come caso di studio un piano della viabilità forestale all'interno di un'area protetta. Il terzo articolo offre una visione sulle potenzialità che la gestione forestale può avere nel mitigare gli effetti delle specie esotiche invasive. Attraverso un analisi di paesaggio a più scale spaziali, nel quarto articolo si identificano l’evoluzione degli habitat sottoposti a diverse intensità di gestione, evidenziandone le possibili implicazioni per la conservazione della biodiversità. Nel quinto articolo viene presentata una ricerca che analizza gli effetti dell’abbandono selvicolturale sulle comunità di tre gruppi tassonomici (carabidi, cerambicidi e scolitidi) e il loro habitat di specie. Infine, nel sesto articolo viene investigata la composizione delle comunità della flora vascolare dei boschi che si sono sviluppate a seguito dell’abbandono di aree urbane e peri-urbane. Questa ricerca sottolinea l’importanza che la gestione ha nel mantenere la varietà degli habitat naturali che semi-naturali, in coerenza con gli obiettivi di conservazione europei. Gli approcci innovativi, come quelli presentati nella tesi, sono indispensabili per adeguarsi ai cambiamenti delle condizioni giuridiche, economiche, sociali ed ambientali. Infine, una conoscenza approfondita degli effetti che la gestione e la pianificazione producono sugli habitat e sulle specie è essenziale per perseguire il mantenimento della complessità del paesaggio europeo.
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9

Neri, Virginia. "Villa, giardino e paesaggio rurale nel sistema delle residenze medicee in Toscana. Nodi e chiavi per una lettura critica." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1153142.

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Abstract:
Il tema dello stretto legame e soprattutto della continuità tra villa e paesaggio rurale è una consapevolezza che parte da lontano e si è andata concretizzando nel tempo, sia nella cultura italiana, che in quella europea. Se si considera il sistema di una villa signorile con il suo giardino storico, è ricorrente che anche dal punto di vista della lettura critica ed in definitiva anche della tutela, i terreni agricoli, che hanno da sempre rappresentato una parte integrante del complesso, così come il bosco o le strade, non rientrano nello stesso alveo di indagine e regime di protezione. Questo aspetto dovrebbe invece avere un ruolo fondamentale all'interno del processo del progetto di conservazione. Questa ricerca sviluppa il tema sia dal punto di vista teorico che con l'ausilio di casi studio. Il caso studio focalizzerà l'attenzione sulle ville medicee che si trovano nella piana intorno a Firenze. In questo ed in molti altri casi, sia in Italia che all'estero, la villa con il suo giardino e il suo paesaggio, non è un singolo complesso, ma ricade all'interno di un sistema a scala più vasta, che coinvolge altre ville ricadenti in uno stesso luogo, a formare un sistema unico. The theme of the close link and the continuity between villa and rural landscape is an ancient consciousness that has gradually hardened over time, both in Italian and in European culture. If we consider the system of a villa with its historical garden, it is recurring that also from both the critical reading and the protection point of view, agricultural lands, always considered as an integral part of the complex, such as woods and streets, aren't part of the same protection regime. This aspect should, however, have a fundamental role within the conservation project. This research develops this theme both from a theoretical point of view and with the help of case studies. The case study will focus on the Medici villas located in the plain around Florence. In this and many other cases, both in Italy and abroad, the villa with its garden and its landscape, is not a single complex, but it is included in a larger scale system, which involves other villas in the same area, forming a single system.
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10

GILISTRO, MAGALI. "Margine vivo. Verso un'ecologia del patrimonio." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1565865.

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Abstract:
Il patrimonio storico europeo è sempre più spesso minacciato da fattori di disturbo, naturali e antropogenici, mentre assistiamo all’inarrestabile cre-scita del corpus dell’eredità e del suo pubblico. Le politiche europee sono di-rette ad affrontare le sfide della contemporaneità proprio attraverso il pa-trimonio culturale, a cui viene riconosciuto il ruolo di strumento di dialogo tra i popoli. Questo porta ad invocare strategie di “conservazione attiva”, in grado di assicurare una maggiore continuità tra i paesaggi archeologici e i paesaggi del quotidiano. La ricerca intende esplorare un approccio interdisciplinare finalizzato al mantenimento della vitalità del patrimonio storico e dei suoi contesti, che integri aspetti culturali ed ecologici, conservazione e valorizzazione. Guar-dando al paesaggio come mosaico mutevole, sistema di sistemi in equilibrio dinamico, è possibile intendere il disturbo come un evento che certo altera un luogo, ma allo stesso tempo genera ricchezza. Il rapporto tra area archeologica e contesto si manifesta nelle zone di margine che circondano le aree su cui insistono le permanenze; queste pos-sono essere considerate, anziché semplicemente come contorni, come zone di penetrazione da parte delle comunità, zone di frontiera e dunque di co-municazione e di scambio, necessarie alla sopravvivenza stessa dei siti. Tale approccio si rivela di fondamentale importanza in tutti i casi in cui le aree ar-cheologiche si trovano a contatto diretto con la città e le pressioni che ne de-rivano. In tali casi il margine può essere ripensato come interfaccia funzionale ecologica e paesaggistica, come membrana porosa che trattiene e che lascia fluire allo stesso tempo, nella quale avviene lo scambio delle sostanze che concorrono a nutrire la vitalità delle aree archeologiche e, attraverso questa, dei contesti. Per far sì che conservazione e valorizzazione dei resti archeologi-ci e del paesaggio possano concorrere alla definizione di una continuità spa-ziale e temporale interrotta, si propone la ricerca di una permeabilità che sia allo stesso tempo ecologica, acustica e visuale.
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Books on the topic "Conservazione del paesaggio"

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Carnevale, Simona. La conservazione del paesaggio. Firenze: Alinea, 2003.

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2

Renato, Massa, and Ingegnoli Vittorio, eds. Biodiversità, estinzione e conservazione: Fondamenti di ecologia del paesaggio. Torino: UTET libreria, 1999.

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Italy. Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Roma, Rieti e Viterbo, ed. Il paesaggio del Lazio: Tutela, conservazione, qualità della trasformazione. Roma: De Luca, 2008.

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4

Forme organizzate di conoscenza e conservazione attiva del Patrimonio e del Paesaggio. Roma: Carocci Editore, 2021.

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Aveta, Aldo, Bianca Gioia Marino, and Raffaele Amore, eds. La Baia di Napoli: Strategie integrate per la conservazione e la fruizione del paesaggio culturale, vol. I. Napoli, Italia: Artstudiopaparo, 2017.

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Corsani, Gabriele, Leonardo Rombai, and Mariella Zoppi, eds. Abbazie e paesaggi medievali in Toscana. Florence: Firenze University Press, 2014. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-645-9.

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Abstract:
Il volume raccoglie i contributi della giornata di studio tenuta il 16 giugno 2010 all’Università di Firenze su Abbazie e paesaggi medievali in Toscana, cioè sulle forme del territorio che hanno strutturato per secoli i modi di vita nelle campagne della nostra regione. Si afferma oggi una infatuazione per quel paesaggio, cui fa riscontro una mancanza di interesse per la sua conservazione o per trasformazioni rispettose delle regole che lo hanno prodotto. È quindi opportuno presentare, al vaglio del metodo storico, uno sguardo sintetico sul paesaggio medievale, dalle premesse di antica matrice alle ragioni economiche della formazione monastica e feudale fino alla comparsa di un nuovo assetto apprezzato per la sua utile bellezza, in un persistente sostrato di misteriosa affabulazione. La Toscana permette molteplici riscontri di ciò che effettivamente sopravvive del pervasivo ordine stabilito nel Medioevo anche per le sue esemplari rappresentazioni letterarie e iconografiche, coeve e moderne.
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Rosa, Carafa, ed. Le torri costiere del Principato Citra: Paesaggi, storia e conservazione. Napoli: Paparo Edizioni, 2010.

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Per i luoghi della memoria: I giardini, i parchi, l'architettura del paesaggio ed altre cose per la conservazione di Venezia e della sua laguna : con la riedizione di Nicolò Bettoni, Venezia e i suoi giardini, lettere, Portogruaro MDCCCXXVI : e con una appendice sulla sostenibilità ambientale, S·come sostenibile/W·come Welthanschauung. Roma: Viella, 2000.

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Giuliana, Campioni, ed. Paesaggi sostenibili: Esperienze di conservazione e innovazione nei parchi delle Madonie e del Pollino e nell'Isola di Ischia. Milano: Il verde, 2003.

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Conference papers on the topic "Conservazione del paesaggio"

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Ragosta, Annamaria, and Bianca Gioia Marino. "Close to the volcan. Knowledge, conservation and enhancement of a Vesuvian vernacular heritage." In HERITAGE2022 International Conference on Vernacular Heritage: Culture, People and Sustainability. Valencia: Universitat Politècnica de València, 2022. http://dx.doi.org/10.4995/heritage2022.2022.15377.

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Abstract:
Nell'area circostante le pendici del vulcano è individuabile un reticolo storico di architettura rurale creato dalla nota fertilità del suolo vesuviano. Il terreno, ricco di minerali per la natura piroclastica del sito, ha favorito fin dall'epoca romana la costruzione di strutture agricole, più o meno concentrate in aree dove la natura impervia del suolo consentiva un proficuo insediamento per la coltivazione. La rete di tali esempi di architettura vernacolare, situata entro i confini del Parco Nazionale del Vesuvio, è ancora oggi visibile, seppur frammentata e in stato di abbandono. Una ricerca in corso ha permesso di effettuare una prima rigorosa indagine. Tali edifici sono espressione di criteri distributivi coerenti con la loro funzione e rappresentano lo stretto rapporto tra tipologia insediativa e territorio. Questa particolarità si riflette fortemente nelle tecniche costruttive e rappresenta anche la testimonianza materiale di un particolare savoir-faire edilizio tramandato nei secoli. Vengono utilizzati materiali prelevati dal sito (es. lave, schiuma lavica, lapilli, pomice, ecc.) e sebbene non vi sia un'esatta estrazione della pietra, esiste la tecnica 'a cantieri' con una malta forte come legante. La tipologia è diversificata: dal piccolo presidio all'edificio disposto su due livelli, talvolta turriti, a seconda dell'impegno produttivo e colturale. A differenza delle masserie tradizionali poste più a valle, già oggetto di una notevole storiografia, questi casi di architettura rurale posti più a monte non sono mai stati oggetto di indagine sistematica. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli.
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Tartaglino, Elisa. "Il paesaggio archeologico del castello di Nucetto (Piemonte, Italia): una possibile conservazione." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11439.

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Abstract:
The archaeological landscape of Nucetto’s Castle (Piedmont, Italy): a possible conservationEach fortified architecture has its own specificities thanks to which defend the territory, it is usually part of garrison systems and has always been a protagonist of the events of the place where it was built. Through this reading can be interpreted the ruins of the Castle of Nucetto (CN, Italy), which insist on the land of Alta Valle Tanaro –mostly located on the south-east portion of Cuneo’s territory and in a little part of Savona’s one– as real landmark visible from the historical road axis of the valley. The castle’s ruins became part of the consolidated image of the landscape thanks to the union they generated with the context giving rise to a recognizable landscape. The castle is part of a wider defensive system intimately linked to the history of the Marquisate of Ceva. Despite the still uncertain reliability of the documents available, the original structure can be dated at the eleventh century. The presence of bands of hanging arches that run along some elevated of the structure allow to hypothesize and recognize a first foundational nucleus while some traces of frescoes rise to appreciable particularities during the visit. The tower, whose base is in brick, but the top part is curiously in stone, is today the best preserved. The paper aims to analyze the fortification –made with different materials– to understand the extent of the historical stratifications found in the presence of at least two expansions dating from the thirteenth and fifteenth centuries, up to the nineteenth-century destruction wanted by Napoleon. It is also the author’s will to propose some suggestions for a possible conservation, starting with an analysis of the state of today's storage (outcome of very limited consolidation interventions operated twenty years ago) to arrive at its insertion in more valuation circuits wide.
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La Mela Veca, Donato Salvatore, Giuseppe Barbera, G. Clementi, and G. Traina. "Trasformazioni del paesaggio e conservazione degli habitat nella zona umida di Vendicari (Sicilia)." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.168.

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Pugliano, Antonio. "Il restauro per la valorizzazione di architetture e siti da conservare: studi per la fruizione del paesaggio culturale italiano: il caso di Ostia." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8003.

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Abstract:
La memoria riguarda un’iniziativa sviluppata nell’Università Roma Tre, con il MiBACSoprintendenza Speciale ai Beni Archeologici di Roma e con l’Ordine degli Architetti di Roma. L’iniziativa, sostenuta dal valente Soprintendente Anna Maria Moretti e dall’eccellente direttore della Sede di Ostia, Angelo Pellegrino, mira alla costituzione di un sistema di azioni integrate di ricerca e formazione per la documentazione, la conservazione e la gestione del contesto ambientale, naturale e antropico, del territorio sud-occidentale di Roma, sino alla costa. Ivi si indagano le peculiarità dei siti individuando e caratterizzando possibili attrattori materiali e immateriali, da utilizzare come gli elementi eloquenti di una ricomposizione storica e antropologica del territorio utile al turismo di qualità, chiamato a giocare il ruolo di motore di crescita per l’economia locale. Il suddetto sistema si fonda su attività conoscitive e progettuali svolte da archeologi e architetti, assieme, nel contesto didattico del Laboratorio di Restauro 2M della Facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre. Il prodotto degli ultimi anni, tanto della didattica svolta soprattutto sul campo, quanto della ricerca applicata, è un modello di piattaforma digitale attraverso la quale sono state ordinate le informazioni necessarie alla pianificazione delle iniziative di tutela e alla gestione della manutenzione, del restauro, della valorizzazione.
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Basso, Marzia. "Paesaggi in movimento." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8037.

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Abstract:
Negli ultimi decenni del secolo scorso si è diffusa nel mondo occidentale una nuova coscienza ambientale ed ecologica che, assieme alla rivoluzione tecnologica ed informatica, ha orientato anche la progettazione architettonica ed urbanistica verso una integrazione/ibridazione di elementi naturali, artificiali e tecnologici, con particolare attenzione per gli aspetti della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico, alle varie scale di intervento, dagli edifici “intelligenti” alla rete delle smart cities. Ogni giorno assistiamo alla creazione di ambienti sempre più interconnessi, interattivi e interagenti con gli utenti, flessibili e capaci di scambiare informazioni con il mondo esterno. Siamo ormai in grado di monitorare i nostri contesti di vita come mai fino ad ora era stato possibile, raccogliendo e mettendo a sistema una mole di informazioni senza precedenti. Inoltre le nuove tecnologie in molti casi vengono utilizzate per semplificare e facilitare la comunicazione bidirezionale e in tempo reale fra utenti e gestori dei servizi, tra cittadini ed amministrazioni e, più in generale, fra i vari attori del paesaggio, all’interno di una rete di interconnessioni fisiche ed immateriali sempre più fitta e diversificata. Il progetto ecosostenibile di paesaggio richiede, pertanto, un approccio sistemico e uno sguardo ampio che riesca a far incontrare la tutela e la conservazione con la trasformazione e la rigenerazione, inevitabile quanto vitale per i nostri contesti di vita, passando anche attraverso l’uso di strumenti non convenzionali, impiegati diffusamente sia per uno studio del territorio più rispondente alla complessità delle dinamiche reali, sia per la costruzione di un progetto comune di paesaggio. During the last decades of the 20th century a new environmental and ecological awareness has spread in the western world. Together with the technological and digital revolution, it has also directed the architectural and urban design towards an integration/crossbreeding of natural, artificial and technological elements, giving special attention to the aspects of environmental sustainability and of energy saving at the different levels of intervention, from the “intelligent” buildings to the network of the smart cities. Every day we witness to the creation of spaces that are more and more interconnected, user interactive and interagent, flexible and able to exchange information with the outside world. We are now able to supervise our life contexts as never before by collecting and organizing a huge amount of information without precedent. Furthermore, new technologies are used in many cases to simplify and facilitate bidirectional and real-time communication between users and providers, citizens and administrative offices and, in wider terms, among the various actors of the landscape inside a more and more close and diversified network of physical and immaterial interconnections. The eco-sustainable landscape design requires therefore a systemic approach and an overlook in order to permit the match between safeguard and preservation on one hand and transformation and regeneration on the other. This is as inevitable as it is essential for our life contexts, as well as the use of unconventional tools diffusely employed whether for a territorial study in accordance with the complexity of the actual dynamics or for the construction of a collective project of landscape.
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