Journal articles on the topic 'CONSERVATORI NAZIONALI'

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Colombo, Sabrina. "Universitŕ e contesto socio-economico nel Regno Unito. Il contributo della ricerca universitaria allo sviluppo." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 118 (July 2010): 67–79. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-118005.

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Abstract:
A partire dagli anni settanta del secolo scorso nelle teorie dello sviluppo economico inizia a legittimarsi un nuovo framework concettuale. In precedenza, lo sviluppo era visto come accumulazione di fattori legati al lavoro e al capitale. A seguito tuttavia dei mutamenti nei modelli produttivi indotti dalla crescente competizione internazionale, accumulazione di conoscenza (capitale umano) e innovazione si impongono come elementi fondamentali per lo sviluppo delle economie piů avanzate. Nelle scienze sociali e nelle agende politiche nazionali e sovra nazionali trova crescente legittimazione quindi il concetto di knowledge economy, in cui alle universitŕ spetta un ruolo fondamentale, sia per l'attivitŕ di formazione di capitale umano, sia per l'attivitŕ di ricerca. Le universitŕ dovrebbero pertanto integrarsi sempre piů nella societŕ, per rispondere alle esigenze dei principali stakeholders (studenti e attori economici) e produrre innovazione in collaborazione con (e per) l'ambiente esterno. In Europa il sistema di formazione terziaria del Regno Unito č considerato tra i piů aperti alle esigenze del mondo economico, anche a seguito degli interventi di policy iniziati dai governi conservatori degli anni ottanta. La ricerca presentata in questo articolo mette in evidenza la non linearitŕ di tale visione e soprattutto le contraddizioni e le retoriche intrinseche alle teorie e alle policies legate alla knowledge economy. Lo studio, che discute il rapporto tra universitŕ e attori socio-economici esterni nel Regno Unito, si basa sull'analisi di dati aggregati e interviste qualitative a testimoni privilegiati sia a livello nazionale sia in quattro studi di caso svolti a Manchester e Liverpool.
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Marini, Massimo. "Canzonieri spagnoli popolareggianti conservati a Roma (III): il Ms. Corsini 970." Revista de Cancioneros Impresos y Manuscritos, no. 4 (December 15, 2015): 60. http://dx.doi.org/10.14198/rcim.2015.4.04.

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Abstract:
Il Ms. Corsini 970 (olim 44.A.21) conservato all’Accademia Nazionale dei Lincei fornisce interessanti spunti di riflessione sui rapporti letterari fra Spagna e Italia in età tardorinascimentale e barocca. Confezionato con ogni probabilità a Roma, in seno alla corte del cardinal Ascanio Colonna tra la fine del xvi e gli inizi del XVII secolo, risulta nel suo insieme inedito. È costituito da un totale di 137 testi, di cui alcuni sono componimenti di tipo tradizionale, romances, quintillas e redondillas. Il componimento qui preso in esame, la Carta General de amor de Gaetán, è stato attribuito sia al Vicentino a che a Vozmediana, famoso per la traduzione della prima parte delle novelle di Giraldi Cinzio (Toledo, 1590).
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Santucci, Giacomo. "La Nascita di Forza Italia nella stampa quotidiana (novembre 1993-marzo 1994)." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (December 2012): 51–90. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-002003.

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Abstract:
Il saggio analizza le diverse risposte del giornalismo italiano all'ingresso in politica di Silvio Berlusconi e alla nascita del suo partito politico, Forza Italia. Partendo da una lettura sistematica della stampa del periodo, il testo prende quindi in esame l'orientamento dei principali quotidiani nazionali in relazione ai temi principali del dibattito politico che caratterizzarono la campagna elettorale del 1994: dall'apertura politica in favore di Gianfranco Fini, leader del Movimento sociale italiano, al tema del duplice ruolo di imprenditore ed esponente politico di Berlusconi, dalla nuova forma-partito di Forza Italia al tentativo di costruire un nuovo polo conservatore dopo la crisi del sistema partitico italiano, dalle difficoltŕ della duplice alleanza politica di centrodestra durante la campagna elettorale all'inizio delle indagini giudiziarie sul gruppo Fininvest. L'autore infine propone alcune osservazioni sul ruolo e sulla capacitŕ dei quotidiani di comprendere gli elementi di rottura incarnati da Forza Italia e il ruolo di Silvio Berlusconi come elemento innovativo nel panorama politico italiano
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4

Baragli, Matteo. "Il Centro nazionale italiano e la Santa sede Profili e progetti del clerico-fascismo in Italia 1922-1929." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 263 (December 2011): 239–54. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-263004.

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Abstract:
L'articolo analizza la vita e l'ideologia del Centro nazionale italiano, la formazione politica piů rappresentativa del clerico-fascismo italiano fondata nel 1924 da cattolici conservatori e filofascisti espulsi dal Partito popolare italiano. Il Cni garantě il suo pieno sostegno politico al fascismo, traendone ragione dal legame indissolubile e provvidenziale esistente, a suo avviso, fra cattolicesimo e nazione italiana. Un legame che la politica religiosa del fascismo avvalorava, restituendo alla fede cattolica il rilievo pubblico che il liberalismo le aveva sottratto. Il Vaticano vide con iniziale benevolenza l'attivitŕ del Cni, ma poi incominciň a diffidarne per l'eccessivo filofascismo e per l'autonomia con cui esso si muoveva rispetto alla Santa sede. I sospetti si accrebbero a seguito delle frizioni con l'Azione cattolica e della condanna dell'Action française. Nel 1928 Pio XI condannň duramente il Cni, segnando la fine di questo progetto clerico-fascista, mentre l'accordo fra regime e istanze cattoliche avrebbe seguito la via del Concordato del 1929.
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5

Raimondo, Rossella. "Madri irregolari: l’esperienza dell’ospizio di maternità di Bologna dal 1860 al 1919." El Futuro del Pasado 11 (September 9, 2020): 357–72. http://dx.doi.org/10.14516/fdp.2020.011.012.

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Abstract:
A partire dall’analisi dei documenti conservati presso l’Archivio Storico Provinciale di Bologna, il presente articolo ricostruisce la storia dell’asilo di maternità, annesso, nel 1860, al secolare brefotrofio cittadino, con il fine di rivolgersi non più solo ai bambini illegittimi, ma anche alle donne che li portavano in grembo; essi divennero centri di propulsione di politiche e iniziative che intendevano superare le vecchie e ormai obsolete logiche che collocavano queste madri nella categoria della «devianza», per riconoscerle come soggetti verso i quali prevedere forme di tutela a livello sociale e igienico-sanitario. La storia dell’istituzione felsinea verrà confrontata con altre strutture nate con simili scopi e finalità su scala nazionale, al cui interno verranno sperimentate e sviluppate nuove conoscenze e pratiche nel campo dell’ostetricia.
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König-Pralong, Catherine. "Philosophiefeindlichkeit und konservatives Denken: Karl Wittes Dante." Deutsches Dante-Jahrbuch 95, no. 1 (September 23, 2020): 117–30. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2020-0010.

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Abstract:
Riassunto Agli antipodi della rappresentazione di Dante come precursore dell’unità nazionale, elaborata dalla filologia erudita italiana, Karl Witte, il più importante dantista di lingua tedesca del XIX secolo, costruì l’immagine di un Dante mistico e antirazionalista, cattolico e conservatore. Il presente articolo analizza, in primo luogo, il progetto intellettuale di Witte a partire dalle reti di relazioni sociali da lui intrattenute, dalle università prussiane sino alla Roma dei pittori ›nazareni‹, per giungere all’università di Halle, dove Witte occupò la cattedra di diritto romano per un periodo di quasi cinquant’anni. In un secondo momento, il contributo si sofferma sulla ricezione delle interpretazioni di Witte, e in particolare della sua lettura riduttiva del Convivio e della filosofia che in esso si esprime. L’articolo mostra come i dibattiti suscitati dai lavori di Witte abbiano infine ecceduto le aspettative del suo stesso autore per dar luogo a una vasta discussione sulla natura e sul valore della scolastica.
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Oliva, Federico. "L’urbanistica italiana tra riforma e contrariforma." Ciudades, no. 18 (November 8, 2017): 127. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.18.2015.127-142.

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Abstract:
In Italia la riforma urbanistica è attesa dal 1963, quando fu presentata una legge di riforma della legge urbanistica del 1942 che avrebbe cambiato la qualità delle successive trasformazioni territoriali, ma che il Parlamento non approvò perché riduceva radicalmente il peso della rendita fondiaria nell’economia. Da allora sono stati approvati vari provvedimenti, anche positivi, ma non una nuova legge organica, anche per la contrapposizione che si è creata nel mondo dell’urbanistica tra riformisti, sostenitori di un nuovo modello di piano strutturale-strategico, capace di adattarsi alle nuove realtà territoriali in divenire e conservatori, contrai a superare il modello regolativo della legge del 1942. Mentre dal 2003 è cambiato completamente il quadro istituzionale, con il passaggio alle Regioni delle competenze legislative in materia urbanistica e la formazione di una sorta di “federalismo urbanistico”, con molti elementi di confusione. Oggi è in discussione una nuova legge nazionale nell’ambito della revisione costituzionale delle competenze Stato-Regioni, che riprende alcuni dei principi fondamentali della riforma urbanistica e molte soluzioni già sperimentate dalle leggi delle varie Regioni. Essendo d’iniziativa governativa questa legge ha qualche probabilità di essere approvata, concludendo così il lungo percorso della riforma urbanistica italiana.
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Obermájer, Ervin. "Párhuzamok a vértanúságba ágyazott hősiesség horizontján." Studia Theologica Transsylvaniensia 23, no. 1 (June 15, 2020): 167–75. http://dx.doi.org/10.52258/stthtr.2020.1.06.

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Abstract:
Se c’affrontiamo la realtà del secolo XXI., possiamo confermare, che l’archetipo dell’eroe non vive più nella quella forma in cui fu abituato nei secoli precedenti. Nello questo studio, l’autore desidera a presentarci l’evoluzione dell’immagine dell’eroismo attraverso tre vari campi della scienza umana. Analizzando il prototipo dell’eroe antico dal punto di vista della letteratura antica, riconosciamo un essere umano, il quale fu colpito dalla gloria terrena, la corona di alloro posta sulla testa dell’uomo e l’apprezzamento del popolo. Possiamo dire con massima certezza, che quest’immagine fu conservato attraverso dei secoli nella storia della maggior parte dei popoli. Nella storia del popolo ungherese (nel secolo XVII. e XX.) c’è un aspetto molto speciale dell’eroismo, in cui la battaglia dell’eroe contiene in più un additivo teologico-nazionale per cui l’eroe entra nel santuario del popolo, mostrandoci la sua battaglia soprannaturale per la fede in liberta nazionale. Alla fine, se ci pensiamo profondamente sul termine del martirio, ci rivela l’assioma, che il martirio autentico si trova nel cristianesimo, dove la battaglia dei fedeli è per lo scopo divino, per la gloria eterna. Questa battaglia, la gloria divina non è più egoista, ma guarda alla fede sublime e divina, e quest’aspetto fu coerente in ogni secolo della Chiesa, in Transilvania anche. Analizzando la vita dei Dieci Martiri di Transilvania, possiamo confermare che l’essenza della loro eroicità è identico di quella dei primi martiri della Chiesa primitiva, cioè l’idea del martirio cristiano è costantemente lo stesso.
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SALA, LUCA LÉVI. "P. A. LOCATELLI AND J.-M. LECLAIR: LEGACY IN THE XIX CENTURY FONDAZIONE MIA, BERGAMO, 17–19 OCTOBER 2014." Eighteenth Century Music 12, no. 2 (August 24, 2015): 274–76. http://dx.doi.org/10.1017/s1478570615000226.

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Abstract:
In October 2014 scholars from Europe and North America took part in a conference dedicated to two important figures active during the eighteenth century as composers and virtuosos of the violin, to mark the two hundred and fiftieth anniversary of their death: Pietro Antonio Locatelli (Bergamo, 1695–Amsterdam, 1764) and Jean-Marie Leclair l’aîné (Lyon 1697–Paris, 1764). The event was organized by the Centro Studi Opera Omnia Luigi Boccherini (Lucca) in partnership with the Fondazione MIA of Bergamo and the Palazzetto Bru Zane – Centre de Musique Romantique Française in Venice, and also with the collaboration of the Edizione Nazionale Italiana delle Opere Complete di Locatelli. Accommodated in the magnificent Sala Locatelli of the Fondazione MIA, the conference was subdivided into six sessions. First came ‘Pietro Antonio Locatelli and His Legacy’, with speakers Paola Palermo (Bergamo), Christoph Riedo (Universität Freiburg, Switzerland) and Ewa Chamczyk (Uniwersytet Warszawski), followed by ‘French Routes’, featuring Étienne Jardin (Palazzetto Bru Zane – Centre de Musique Romantique Française), Candida Felici (Conservatorio di Musica di Cosenza) and Paola Besutti (Università di Teramo). The third session, ‘Pierre-Marie-François de Sales Baillot’, was held to mark the bicentenary of Baillot's foundation of his séances de musique de chambre (chamber music concerts).
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Duszyński, Wojciech, and Bartosz Jan Kołoczek. "Alcuni commenti sulla ricezione della figura di ificrate di atene nella letteratura latina e occidentale." Classica Cracoviensia 22 (October 29, 2020): 47–77. http://dx.doi.org/10.12797/cc.20.2019.22.02.

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Abstract:
Alcuni commenti sulla ricezione della figura di ificrate di atene nella letteratura latina e occidentale Ificrate di Atene (c. 420 – c. 350 a.C.) è un comandante militare greco che sembra essere un esempio di una figura famosa nell’antichità, ma quasi completamente dimenticata nei tempi successivi. Ha ricoperto più volte l’incarico di stratega nella sua città natale e nel 390 ha vinto gli Spartani nella battaglia di Lecheo. È stato condottiero al servizio dei sovrani traci e del re di Persia. Molto probabilmente ha apportato innovazioni negli armamenti di fanteria: conosciute come “la riforma di Ificrate”. La sua fama è andata ben oltre il mondo greco, come dimostrano i riferimenti conservati nella letteratura latina, sovente molto utili per la ricostruzione della sua biografia. Pertanto, l’Ateniese apparteneva ai personaggi piuttosto noti tra i Romani, che probabilmente attirarono l’attenzione su aspetti notevolmente diversi dal suo ritratto nelle fonti greche. I riferimenti sorprendenti su Ificrate si trovano anche nella letteratura moderna (sia neo–latina, che sviluppata in lingue nazionali). Lo scopo di que to articolo è quello di identificare quegli elementi della biografia del comandante ateniese, che erano di particolare interesse per gli autori latini e moderni basati sulla antica letteratura latina, di determinare le fonti che hanno usato e specificare le ragioni del loro fascino.
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Guerrieri, Claudia. "Linked open data e rappresentazione del patrimonio culturale: un caso applicativo per diffondere la conoscenza dei beni culturali ecclesiastici nel web semantico." DigItalia 17, no. 1 (June 2022): 184–202. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00047.

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Abstract:
Nel dominio dei beni culturali molte organizzazioni stanno applicando le tecnologie del web semantico e hanno affrontato progetti – alcuni dei quali sperimentali – di pubblicazione dei dati descrittivi del patrimonio culturale in linked open data (LOD): la sfida è far affiorare la conoscenza rappresentata dai dati rendendola immediatamente interpretabile dalle macchine. Attraverso la delicata fase di definizione non ambigua dei concetti e delle relazioni che rappresentano una determinata porzione di realtà (modellazione dei dati) il web semantico si pone come strumento per far emergere significati e produrre nuove relazioni reciproche. Questo contributo ha l’obiettivo di porre le basi per una prospettiva strategica di produzione e pubblicazione di LOD del patrimonio informativo esposto sul portale BeWeB – Beni ecclesiastici in web, scelto come esempio altamente rappresentativo del dominio culturale in virtù non solo dei suoi numeri – circa 12 milioni di schede descrittive di beni culturali di proprietà ecclesiastica – ma soprattutto della modalità in cui è costruito e quotidianamente popolato. Il portale è ideato e coordinato dall’Ufficio nazionale per i Beni Culturali ecclesiastici e l’Edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana (Ufficio nazionale BCE – CEI), con l’ambizione di offrire una lettura d’insieme sui beni culturali di proprietà ecclesiastica conservati in Italia, dove gli authority data assumono il ruolo di punto di snodo per la tessitura di relazioni tra risorse culturali di natura diversa (risorse storico-artistiche, architettoniche, bibliografiche, archivistiche, fotografiche, istituti di conservazione). La proposta di integrazione nel web semantico del patrimonio informativo esposto sul portale BeWeB mira al raggiungimento di una piena interoperabilità semantica, attraverso l’analisi delle ontologie già presenti nel dominio culturale, per favorirne un loro riuso. BeWeB è dunque un case study presentato e introdotto da un inquadramento generale, utile a spiegare il contesto in cui sono inscritte le tecnologie che abilitano la realizzazione del web semantico e dei progetti di costruzione dei grafi della conoscenza (knowledge graph).
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Criscuolo, Vittorio. "Pietro Custodi in morte di Napoleone." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 457–92. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173002.

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Abstract:
Il saggio si sofferma innanzitutto sui contrasti che contrapposero Pietro Custodi, dopo la caduta del Regno d'Italia, alla Reggenza provvisoria e poi alle autorità del Regno lombardo-veneto. La censura milanese gli negò più volte il permesso di pubblicare una raccolta di biografie. In effetti dietro la sua attività di studioso e di bibliofilo vi era un preciso programma politico: attraverso la sua opera di rivalutazione della tradizione storica e culturale italiana egli intendeva porre le radici della coscienza nazionale. Il conflitto con le autorità austriache culminò nel 1818 nella sua detenzione arbitraria alla Senavrina, un ospizio per i pazzi. La sua opposizione al clima culturale e politico della Restaurazione spiega l'evoluzione della sua posizione rispetto a Napoleone; in gioventù, quando era un ardente giacobino, egli lo aveva duramente criticato ma quando ebbe la notizia della sua morte compose un'ode in sua memoria per esaltarne la grandezza. Nella poesia egli rinnova per altro le accuse a Napoleone di avere tradito le speranze riposte in lui dai popoli. Nell'appendice sono riprodotti tre componimenti poetici di Custodi e diversi documenti conservati nelle sue carte alla Bibliothèque nationale de France.
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Albertazzi, Gianluca, Giuseppe Vetrugno, and Dario Sacchini. "La maternità surrogata – Riflessioni medico legali in tema di tutela dell’embrione, del nascituro, delle “due madri” e della dignità della persona umana." Medicina e Morale 49, no. 2 (April 30, 2000): 261–318. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.756.

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Abstract:
Le moderne tecniche di fecondazione assistita ed in particolar modo la pratica della c.d. maternità surrogata, hanno, negli ultimi anni, determinato una serie di implicazioni morali, sociali e giuridiche che sono arrivate a coinvolgere non più soltanto il problema della paternità del figlio nato con procedimenti diversi da quelli naturali, ma anche quello della maternità. Il 14 febbraio 2000 un Giudice del Tribunale di Roma XI Sez. Civile ha emesso un’ordinanza con la quale ha autorizzato un medico ginecologico, nonostante il divieto previsto dal Codice Deontologico, a trasferire gli embrioni crio-conservati, ottenuti mediante fusione dei gameti dei due coniugi nell’utero di un’altra donna che si è offerta spontaneamente e gratuitamente di portare a termine la gravidanza. Contro questo ordinanza, hanno presentato ricorso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma e la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri. Il 30 marzo, tuttavia, il Tribunale di Roma XI sezione Civile ha giudicato inammissibili i ricorsi, confermando di fatto l’efficacia dell’ordinanza. Gli autori ripercorrono la vicenda giudiziaria per discutere la delicata problematica del fenomeno della surrogazione di utero, analizzando il contenuto dell’ordinanza e affrontando gli aspetti medico-legali, alla luce della dottrina, della giurisprudenza e della bioetica in materia, sia italiana che straniera.
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Melosi, Laura, and Gioele Marozzi. "Il progetto Biblioteca Digitale Leopardiana: per una catalogazione e digitalizzazione dei manoscritti autografi di Giacomo Leopardi." DigItalia 16, no. 1 (June 2021): 65–81. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00026.

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Abstract:
A seguito della digitalizzazione del Fondo Leopardiano della Biblioteca Nazionale di Napoli, avviata da tempo e appena giunta a conclusione, nel 2018 l’Università di Macerata ha promosso un analogo progetto relativo a tutti quei manoscritti che non essendo rimasti nella disponibilità di Antonio Ranieri alla morte del poeta, sono attualmente conservati in numerosi istituti italiani ed esteri. La ricognizione extra- napoletana intende ricostruire le dinamiche della confluenza delle carte leopardiane nelle collezioni che oggi le ospitano, evidenziando la necessità di procedere alla realizzazione di un catalogo unico per tutti i manoscritti di Leopardi e di creare uno strumento scientifico in grado non soltanto di dare conto della localizzazione di documenti di estrema importanza, ma anche di metterne a disposizione la riproduzione digitale e i metadati. Biblioteca Digitale Leopardiana sarà dunque un catalogo informatizzato dei manoscritti, arricchito dalle immagini acquisite direttamente sui documenti originali, che consentirà di visualizzare le singole schede e di verificarne le descrizioni. I dati, costantemente aggiornabili e valorizzabili, agevoleranno gli studi leopardiani e saranno fruibili, almeno in una fase iniziale, attraverso due canali ufficiali dell’ICCU, ManusOnLine e InternetCulturale, da cui sarà possibile esportare il tracciato dei metadati in formato XML a garanzia della conservazione a lungo termine e dell’interoperabilità con altri sistemi.
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Potito, Serena. "La costituzione dell’INA e il monopolio statale delle assicurazioni (1912-1922) = The constitution of INA and the state monopoly of insurance (1912-1922)." Pecvnia : Revista de la Facultad de Ciencias Económicas y Empresariales, Universidad de León, no. 15 (July 10, 2012): 163. http://dx.doi.org/10.18002/pec.v0i15.809.

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Abstract:
<p>Il saggio –basato principalmente su documenti attualmente conservati presso l’Archivio Storico dell’INA, a Roma– esamina le vicende legate alla nascita dell’Istituto, costituito in un regime transitorio di monopolio relativo nel settore delle assicurazioni sulla vita.<br />A causa del suo significato economico e politico, questa speciale forma di monopolio statale diede luogo a molte reazioni nell’ambito finanziario e politico nazionale, pertanto l’INA iniziò i primi anni di attività in una situazione conflittuale ed incerta.<br />Il saggio inoltre approfondisce le ripercussioni sul mercato assicurativo internazionale in seguito alla nascita dell’INA.<br />Durante il decennio di monopolio parziale dell’Istituto nel settore delle assicurazioni sulla vita (1912-1922), le compagnie di assicurazione straniere ritennero compromessi i loro interessi finanziari nel mercato italiano, e lo osteggiarono fino al 1923, quando una nuova legge riformò il mercato assicurativo sulla vita, abolendo il regime di monopolio.</p><p>The essay –mainly based on documents actually preserved in the Historical Archives of INA, in Rome– examines the events connected with the foundation of the Institute, established in a transient condition of partial monopoly system in life insurance sector. Because of its economic and political meaning, this special form of state monopoly gave rise to many reactions in the financial and political national context, and so INA started its first years of activity in a troubled and unstable situation. The essay also discusses about the repercussions on international insurance market in consequence of the foundation of INA.<br />During the ten-year perior of partial monopoly of the Institute in life insurance sector (1912-1922), foreign insurance companies deemed their financial interest in Italian market jeopardized, and contrasted with it until 1923, when a new act reformed life insurance market, abrogating monopoly system.</p><p> </p>
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PRINCIPE, ILARIO. "VLADIMIRO VALERIO, L'Italia nei manoscritti dell'Officina Topografica conservatinella Biblioteca Nazionale di Napoli, Napoli, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici 1985, 112 pp., s.i.p. (il volume può essere ottenuto direttamente dall'Istituto, viale Calascione 7, 80132 Napoli)." Nuncius 1, no. 1 (January 1, 1986): 249–50. http://dx.doi.org/10.1163/221058786x00443.

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Orsino, Sofia. "Un manoscritto giuridico miniato tra la Badia Fiorentina ed il Portogallo del xv secolo: il codice Conventi Soppressi A 4 2554 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze." Clio@Themis, no. 21 (November 15, 2021). http://dx.doi.org/10.35562/cliothemis.1909.

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Abstract:
Un codice del xv secolo, conservato presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e proveniente dal monastero benedettino di Santa Maria (meglio noto come Badia Fiorentina), contiene il Repertorium iuris di Giovanni Nicola de Milis e sembra essere il risultato di influenze e contatti tra l’Italia e il Portogallo. Il presente contributo s’interroga sull’enigmatico rapporto tra il testo del Repertorium e la decorazione del codice; a partire da un’analisi della miniatura, dallo studio codicologico e paleografico, ne ricostruisce inoltre il contesto di produzione.
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Facco, Lucas, Laura Wanessa Madeira, Amanda Alves Fecury, Maria Helena Mendonça de Araújo, Euzébio de Oliveira, Carla Viana Dendasck, Keulle Oliveira da Souza, and Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias. "Casi confermati di dengue in Brasile tra il 2008 e il 2012." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, December 16, 2020, 17–27. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/dengue-in-brasile.

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Abstract:
La dengue è causata da un virus dell’RNA, che ha 4 variazioni identificate presenti nell’ambiente umano. Le sue principali manifestazioni sintomalogiche includono febbre, dolore muscolare (mialgia), dolore oculare retrò, dolori articolari (artralgia), mal di testa (mal di testa), nausea, vomito e altri, come eruzione cutanea. Questo articolo mira a mostrare il numero di casi di dengue confermati in Brasile tra il 2008 e il 2012. In Brasile, la dengue è caratterizzata come un grave problema di salute pubblica, essendo una delle malattie di natura infettiva che è molto presente. Alcuni fattori, come il clima (prevalentemente tropicale), infrastrutture carenti dell’ambiente urbano, oltre all’espansione demografica, che si verifica in modo disordinato, possono provocare ed eventualmente giustificare questo scenario nazionale. Rappresenta un grave problema di salute pubblica, poiché il controllo della malattia dipende dalla lotta contro il suo vettore, che si diffonde molto facilmente nel paese, a causa di fattori climatici e antropici. Affinché la malattia possa essere affrontata in modo efficiente nel paese, il metodo più efficace è combattere il vettore. La spazzatura e i materiali devono essere separati e conservati in modo efficiente in luoghi adatti per un ulteriore riciclaggio, in modo che non accumulino acqua e diventino siti di riproduzione delle zanzare.
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Baricci, Erica. "LINGUAGGIO, COMICITÀ E PERSONAGGIO FEMMINILE NELL’EPITALAMIO GIUDEO-CATALANO PIYYU? NA’EH." Specula: Revista de Humanidades y Espiritualidad 5, no. 1 (January 31, 2023). http://dx.doi.org/10.46583/specula_2023.1.1099.

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Abstract:
Ad oggi sono noti alla comunità scientifica cinque epitalami giudeo-catalani, conservati in due manoscritti (Gerusalemme, Biblioteca Nazionale Universitaria, ms. 8° 3312 e Oxford, Bodleian Library, ms. Lyell 98) risalenti a metà XV secolo e provenienti da ambiente provenzale. Tra questi, una particolare attenzione spetta a piyyu? na’eh, un ‘canto festivo’ pensato per i festeggiamenti che seguono il rito nuziale. Questo canto è una parodia, dai toni umoristici e dalle forti allusioni erotiche, che si presenta in forma di dialogo tra i due sposi, un vecchio e una ragazza. Il primo non vuole consumare l’amore, data l’età, ma, per l’insistenza della moglie, le propone infine di farsi sostituire da un baldo giovanotto. L’interesse di questo testo riguarda innanzitutto il linguaggio, e in secondo luogo la sua forma letteraria. Per quanto riguarda il linguaggio, esso è scritto in un giudeo-catalano in cui la componente ebraica è sottilmente intrecciata a quella romanza. Gli ebraismi sono funzionali a suscitare il riso del pubblico, perché calati in un contesto triviale in cui la loro sacralità originaria crea un forte e comico contrasto. Alcuni dei termini ebraici hanno mutato il loro significato, assumendone uno connotato, secondo un fenomeno di slittamento semantico tipico dei Jewish Languages. Per questa ragione, piyyu? na’eh è anche un prezioso testimone linguistico di una fase poco attestata, perché alquanto antica, del giudeo-catalano parlato. A livello letterario, piyyu? na’eh è un testo assai ricercato, i cui toni ‘popolareggianti’ sono ottenuti attraverso un sapiente uso del linguaggio ‘colloquiale’, della metrica, della caratterizzazione stereotipica dei personaggi. In questo saggio, presento innanzitutto l’analisi semantica della componente ebraica, approfondendo le varie categorie linguistiche e/o stilistiche in cui possono essere fatti rientrare gli ebraismi del testo, per mostrare come questa dinamica riproduca ed esasperi per intenti comici la prassi linguistica quotidiana degli ebrei catalani dell’epoca e costituisca, dunque, sia un fatto stilistico, sia una preziosa testimonianza storico-linguistica. In secondo luogo, mostro come piyyu? na’eh sia stato composto da un autore dotto che disponeva di fonti letterarie ebraiche e romanze e propongo una contestualizzazione di questo tipo di testo nell’ambito del genere letterario romanzo della pastorella e della canzone di donna, in cui la figura femminile costituisce l’occasione della scenetta umoristica e la giustificazione del ricorso a un codice mistilingue.
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Natali, Luca, Paolo Karapedian, and Sofia Elena Merli. "Rievocando Guido Davide Neri." Materiali di Estetica. Terza serie, no. 8.2 (January 10, 2022). http://dx.doi.org/10.54103/mde.i8.2.17008.

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Abstract:
La morte di Guido Davide Neri, di cui quest’anno ricorre il ventennale, ha determinato la presa di coscienza – nei suoi maestri, amici, colleghi e allievi – dell’irreparabilità dell’evento, della definitività del venir meno di una voce così teoreticamente stimolante ed eclettica. Perdita tragicamente vissuta nella cerchia della sua frequentazione, ma, parallelamente, inserita nell’ampio contesto del dibattito culturale nazionale e internazionale, in cui Neri era organicamente inserito. Pare a noi, che non lo abbiamo conosciuto e gli siamo temporalmente più distanti rispetto a quanti ne hanno sinora scritto, quasi inusuale che, a un filosofo mancato da così poco tempo, sia stata consacrata una già così importante quantità di ricerche e studi. Al di là della retorica che spesso accompagna, in ambiente accademico, il ritiro dall’attività didattica o la scomparsa di un docente, e abituati alla necessità della sedimentazione storica per la messa a punto del bilancio storiografico, ci ha stupito l’intensità con cui Neri è stato ricordato e la varietà degli interventi sulla sua figura, l’insegnamento e la produzione scientifica. Se da un lato questo acuisce, in noi, il rimpianto di non averlo incrociato nel mondo, dall’altro stimola la volontà di tornare a lui, al suo pensiero, alle sue opere. Un ritorno che, non mediato dall’influenza personale, potrà certo apparire privo di taluni elementi importanti, come la testimonianza diretta o la compartecipazione a certe esperienze determinanti, ma, insieme, si potrà giovare del giusto distacco critico, trovando ora nel prezioso Fondo Guido Davide Neri, conservato presso l’Università degli Studi di Milano, la fonte privilegiata dell’accesso alla sua opera teorica. Questo, si potrebbe dire, è il fil rouge che accomuna i nostri brevi contributi, diversi per tematiche e occasione di elaborazione, ma tutti contraddistinti dall’interesse e dalla volontà di avvicinare un po’ meglio la figura di Neri: le carte dell’archivio personale per noi hanno rappresentato e rappresentano la possibilità di accedere al suo laboratorio, di scoprire da esse l’uomo e il filosofo e di dare concretezza documentaria alla dialettica tra pensiero, letture ed esperienze. Certo il lavoro da svolgere è ancora molto e solo lo scandaglio approfondito del materiale permetterà di penetrare a fondo l’officina neriana. Quello che noi qui, più limitatamente, offriamo, è soltanto un piccolo esempio di quanto di rilevante e ancora da vedere è racchiuso nei faldoni e aspetta di essere portato alla luce. Il nostro, in altre parole, vorrebbe essere un invito a ripensare Neri attraverso le carte, convinti della loro imprescindibilità ai fini della ricostruzione storico-critica del suo percorso filosofico e coscienti del loro straordinario valore intrinseco (per certi versi anche estetico). Gli interventi che presentiamo – ne siamo convinti – sono poi una ulteriore testimonianza della capacità di Neri e del suo pensiero di porsi in dialogo, anche a distanza, con una sempre nuova varietà di interlocutori.
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