Journal articles on the topic 'Conoscenza implicita e esplicita'

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Gozzetti, Giovanni. "Dalla superficie alla profonditŕ. Un equivoco epistemologico circa fenomenologia e psicoanalisi." GRUPPI, no. 3 (May 2010): 11–18. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-003002.

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Abstract:
Superficie e profonditŕ indicano una dimensionalitŕ dal fuori al dentro, che richiama la topica di Freud e ha rapporti con alcune immagini derivate dalla fenomenologia di Husserl, che riguardano una concezione stratificata della psiche. I manuali diagnostici come i DSM esigono obbedienza e concedono come premio l'esattezza diagnostica, nei limiti della loro criteriologia. Essi provengono dalle concezioni di un empirista logico, Carl Hempel, e si basano sulla rinuncia alla validitŕ per accontentarsi del piů modesto criterio della affidabilitŕ tra osservatori. Se solo, perň, consultassimo un buon dizionario per esaminare i nostri termini, che, crediamo, in buona fede, neutri, ci accorgeremmo che corriamo il rischio di seppellire il nostro paziente in un nulla di parole artificiose, dal momento che il conoscere, nel nostro campo, non č solo sapere, ma ha la vibrazione del sentire. Siamo cioč costretti, in fondo, ad eleggere la soggettivitŕ a conoscenza, cercando di dare ad essa una consistenza. Karl Jaspers č partito da questo per forgiare il metodo psicopatologico della fenomenologia comprensiva, che ha per base uno strumento, la comprensione, Verstehen, vale a dire la capacitŕ dell'osservatore di mettersi al posto del paziente, grazie alle autodescrizioni, e, per empatia, cogliere i suoi vissuti, rivivendoli. Accanto a questa fenomenologia soggettiva, c'č quella oggettiva, che vuole accedere direttamente ai fenomeni psicopatologici. L'indagine fenomenologica obiettiva ha per momento iniziale la "riduzione", da intendersi come il metodo per il quale metto momentaneamente tra parentesi ogni teoria data, in modo da cercare di raggiungere una descrizione "pura" dei fenomeni. Metto tra parentesi e conservo: il metodo fenomenologico non č qui inteso come un rifiutare il sapere psichiatrico e psicoanalitico, ma come un esercizio, che permette di avvicinarsi a quella conoscenza implicita che non nega la conoscenza abituale. Si cerca quello che giŕ si sa, senza averne conoscenza esplicita e questo sapere implicito lo scopriamo in modo semplice e rigoroso, con uno sguardo attento alla descrizione di superficie. «Nel lavoro scientifico, dice Freud, č piů promettente affrontare il materiale che ci sta di fronte, per la cui indagine si apre uno spiraglio. Se lo si fa con scrupolo, senza ipotesi o aspettative preconcette, e se si ha fortuna, anche da un lavoro cosě privo di pretese puň scaturire l'appiglio allo studio dei grandi problemi, grazie al nesso che lega tutto con tutto, anche il piccolo col grande». Questo potrŕ forse dispiacere a chi ama le scorribande avventurose nello psichismo arcaico, ma forse la superficie puň dare piů interrogativi e celare piů misteri di quanto una teoretica dei primi palpiti di vita possa immaginare e permette comunque di stare col paziente nello stesso luogo in una prossimitŕ di incontro.
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Premrl, Mirjam. "Commento delle scelte delle forme verbali nei cloze degli studenti di Italianistica e di Traduzione: (identificazione dei punti critici e confronto tra i gruppi)." Linguistica 49, no. 1 (December 29, 2009): 161–203. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.49.1.161-203.

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Abstract:
Nel presente contributo l'autrice si concentra sull'osservazione e sul commento delle scelte delle forme verbali nei cloze degli studenti del 2., del 3. e del 4. anno del corso di laurea in Lingua e letteratura italiana, del 2. e del 3. anno del corso di Laurea in Mediazione interlinguistica e del 4. anno del corso di laurea in Traduzione. Il punto in comune di tutti e tre i corsi è l'insegnamento esplicito delle caratteristiche e del funzionamento del sistema verbale italiano, anche se nell'ambito di Italianistica la quantità di ore dedicate a questo tipo di insegnamento è superiore rispetto a quella prevista nell'ambito di Traduzione, mentre nell'ambito di Traduzione una quantità maggiore di lezioni concerne esercitazioni di traduzione e composizione di testi. Per gli scopi della ricerca è stato elaborato un test composto da cinque testi autentici brevi ma completi e da un brano tratto dal romanzo Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani, trasformati in seguito nei cloze. Ma visto che la scelta della forma verbale nei cloze dipende non soltanto dalla conoscenza degli usi, bensì anche dall'interpretazione felice del mondo testuale, i cloze sono stati completati da attività quali sottolineare espressioni sconosciute, tradurre il testo in sloveno, completare i cloze preceduti dalla versione slovena del testo. Dai risultati traspare che gli studenti non hanno problemi particolari nella comprensione del mondo testuale, mentre incontrano difficoltà nell'interpretazione attiva delle sue caratteristiche e nell'applicazione degli usi alla realtà extralinguistica. Per la quantità di usi inappropriati si rivelano come i più critici fenomeni quali l'anteriorità nell'ambito delle frasi indipendenti e relative, l'espressione della temporalità relativa nell'ambito dei costrutti sintattici complessi e nel discorso indiretto libero, il preludio, la scelta tra il perfetto e l'imperfetto e l'espressione di notizie riferite su azioni passate con il condizionale composto. Si è scoperto, però, che la criticità di uno stesso fenomeno varia in dipendenza dalla sua riconoscibilità nel co- e contesto. I risultati hanno inoltre confermato - eccetto che per un gruppo - il miglioramento della prestazione con il progredire degli studi. Al tempo stesso si è potuta notare l'importanza dell'insegnamento esplicito e dell'osservazione attiva degli usi delle forme verbali, dato che né le preconoscenze, acquisite spesso in modo informale e utili soprattutto nella ricostruzione del mondo testuale, né l'esperienza relativa alla composizione di testi possono eliminare l'influsso dell'interferenza. Data la presenza implicita della madrelingua nella produzione linguistica del discente in un'altra lingua straniera, l'autrice propone delle attività in classe che prendano come spunto i testi in madrelingua. Per superare le difficoltà di applicazione delle nozioni teoriche ai casi pratici gli studenti dovrebbero essere esposti ancora di più alla lettura e all'analisi dei vari tipi testo in lingua straniera. Gli studenti dovrebbero essere inoltre incitati a un processo consapevole di ricostruzione del mondo testuale.
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Lepschy, Anna Laura, and Giulio Lepschy. "I tempi del passato." Linguistica 32, no. 2 (December 1, 1992): 75–88. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.32.2.75-88.

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Abstract:
Normalmente in italiano, in una frase principale, per riferirci al passato, abbia­ mo la scelta fra Imperfetto (scrivevo), Passato Prossimo (PP) (ho scritto), e Passato Remoto (PR) (scrissi). Trascuriamo qui ii fatto che Imperfetto e PR appartengano inequivocabilmente al paradigma morfologico del verbo, mentre il PP è una forma composta, costruita sintatticamente, che si potrebbe voler affiancare ad altri costrutti, come sto scrivendo ecc.; del resto ci sono proposte generativiste di considerare ii PP come risultante dall'inserimento di una frase al passato entro un predicato al presente (l'ausiliare). Postuliamo invece che, a qualche livello, si ponga, nel sistema verbale italiano, la scelta fra i tre paradigmi citati (indipendentemente dalla constatazione che essi di fatto compaiono nelle tradizionali grammatiche italiane). Notiamo anche che ii Trapassato Prossimo, in maniera esplicita o implicita, e ii Trapassato Remoto in ma­ niera esplicita, nell'italiano modemo indicano anteriorità relativa, rispetto a un altro punto di riferimento passato.
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Onnis, Luigi. "Se la psiche č il riflesso del corpo. Una nuova alleanza tra neuroscienza e psicoterapia." PSICOBIETTIVO, no. 2 (March 2010): 51–73. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-002004.

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Abstract:
L'Autore sottolinea come i recenti importanti scviluppi delle neuroscienze permettano, oggi, una piena reintegrazione della unitŕ mentecorpo, proponendo la mente come collegata non solo al substrato neurale del cervello, ma all'intero corpo, quale mediatore degli scambi e delle connessioni col mondo esterno. Inoltre alcune significative scoperte delle neuroscienze, quali la natura essenzialmente "relazionale" della mente, la "memoria implicita", e, in particolare, i "neuroni-specchio", danno supporti neurofisiologici e conferme a molte acquisizioni sperimentali e cliniche della psicologia dello sviluppo e della psicoterapia, relative all'importanza della "conoscenza relazionale implicita" e dei linguaggi analogici e metaforici, all'empatia nella relazione terapeutica, alla dinamica del cambiamento terapeutico. L'Autore prende in considerazione queste implicazioni con particolare riferimento alla psicoterapia sistemica e sottolinea come, alla luce di queste considerazioni, si possa parlare oggi di "nuova alleanza" tra neuroscienze e psicoterapia.
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Colombo, Maddalena, Ciro Tarantino, and Paolo Boccagni. "Introduzione. Disabilità e migrazione. Gli studi in Italia." MONDI MIGRANTI, no. 3 (November 2022): 9–25. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-003001.

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Abstract:
Nei processi migratori le persone con disabilità sono pressoché invisibili per quanto esposte a rischi crescenti di discriminazione negativa; riconoscere tale discriminazione multipla non e` semplice perché spesso e` implicita, nascosta dentro le prassi istituzionali e giuridiche, e non percepita come tale dalla stessa persona che ne è vittima. La conoscenza di questo fenomeno è parziale a tutti i livelli: la letteratura internazionale è limitata e specialistica (prevale l'ambito medico); gli studi sul campo - anche in Italia - sono rari. L'articolo, che introduce il dossier Disabilità e migrazione. Gli studi in Italia nel quale si traccia una prima mappa di come e dove gli svantaggi si vanno a cumulare nello spazio sociale, vuole delineare l'orizzonte di un campo di studi interdisciplinari che merita di essere approfondito sia per migliorare la conoscenza dei processi intersezionali di "disabilitazione" sia per rendere più efficace l'intervento nei contesti di care.
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Ambrosini, Maurizio, and Simone Baglioni. "Introduzione. Quando la cittadinanza sale dal basso." MONDI MIGRANTI, no. 1 (March 2022): 9–24. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-001001.

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Abstract:
Questa introduzione presenta la cornice teorica in cui si situano gli articoli di seguito selezionati per la pubblicazione. La cittadinanza sostanziale o vissuta è emersa nelle scienze sociali in contrappunto rispetto alla cittadinanza formale o legale. Così concepita, diventa l'oggetto di molteplici pratiche e rivendicazioni sviluppate da soggetti e gruppi marginali, segnatamente dagli immigrati, e anche dagli immigrati in condizione irregolare. Diventa altresì un'espressione di iniziativa da parte di soggetti che rischiano costantemente di essere visti come vittime e soggetti sostan-zialmente passivi di condizionamenti strutturali e politiche ostili. Le mobilitazioni politiche di immigrati e rifugiati in diversi paesi sono quindi analizzate come istanze di cittadinanza dal basso. Ma anche un fenomeno meno trattato da questo filone di studi, il volontariato delle persone di origine immigrata, viene qui introdotto come forma di cittadinanza dal basso e come richiesta, implicita o esplicita, di pieno riconoscimento sociale da parte delle società riceventi.
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Spagnuolo Lobb, Margherita. "Incontri diVisioni Psicoterapia della Gestalt e psicoanalisi relazionale in dialogo." QUADERNI DI GESTALT, no. 1 (August 2009): 37–60. http://dx.doi.org/10.3280/gest2009-001003.

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Abstract:
- This article is the transcription of the final panel of a seminar organized in January 2007 by directors of two institutes of psychotherapy, a gestalt therapy institute and a relational psychoanalysis institute. The directors of the two institutes dialogue with professors Daniel Stern, Massimo Ammaniti, Nino Dazzi on core principles of their approaches. The outcome is an interesting debate on concepts like consciousness, awareness, implicit and explicit knowledge, body experience, transfert and countertransfert, intentionality. They are addressed from different epistemological perspectives, from psychoanalysis to gestalt therapy to infant research.Key words: intersubjectivity, infant research, implicit knowledge, now moment, body experience, consciousness.Parole chiave: intersoggettivitŕ, infant research, conoscenza implicita, now moment, coscienza, corpo.
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Gargano, Maria Teresa, Emanuela Coppola, and Girolamo Lo Verso. "Il DAP nella mente relazionale. Chiavi di lettura gruppoanalitiche." GRUPPI, no. 3 (December 2012): 91–104. http://dx.doi.org/10.3280/gru2011-003007.

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Abstract:
Il disturbo da attacchi di panico, di cui, ancora oggi, č dibattuta l'autonomia clinica, nel contributo degli autori, viene esplorato da un vertice gruppo analitico soggettuale. L'eziopatogenesi č interconnessa all'ammonimento delle gruppalitŕ interne che coarta le spinte progettuali dell'individuo. Il piacere, sperimentato dal paziente, per la conquista dello spazio libero č intercettato dalle voci familiari e trasfigurato in un'inquietudine vertiginosa (panico), intenzionando il soggetto alla cattivitŕ psichica (dipendenza). La contaminazione tra riflessione teorica e pratica clinica permette di visualizzare specifiche tecniche di regolazione emotiva e di conoscenza implicita. Le modulazioni dell'alleanza terapeutica, interpuntata di rotture e riparazioni, permettono al paziente d'interiorizzare un intestino/funzione mentale capace di trattenere, digerire e assimilare le interpretazioni del terapeuta e sviluppare fiducia nel legame.
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Lanza, Anna Maria, Virginia Giannotti, Grazia Ciardulli, and Teresa Iole Carratelli. "Rimembrare, rammentare e ricordare in psicoanalisi. Il "prendere forma del ricordo" nei bambini con disturbi psicosomatici nel pensiero di Adriano Giannotti." PSICOANALISI, no. 2 (January 2011): 53–67. http://dx.doi.org/10.3280/psi2010-002006.

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Abstract:
Le Autrici riflettono sul ruolo che hanno i vari tipi di memoria, implicita, sensoriale, esplicita ed episodica nella formazione dell'Inconscio e nello sviluppo della mente infantile. In particolare evidenziano i principali contributi scientifici di Adriano Giannotti sugli stadi iniziali dello sviluppo infantile normale e patologico e sul ruolo che hanno la madre e la relazione della coppia genitoriale in senso lato come processo trasformativo anche delle memorie corporee indicibili nelle memorie verbali. Le Autrici condividono con Adriano Giannotti l'idea che una visione piů complessa della memoria e dell'inconscio richieda un approccio integrato tra il punto di vista delle neuroscienze e quello psicoanalitico. Il trattamento psicoanalitico del bambino, dell'adolescente e dell'adulto ha permesso ad Adriano Giannotti, come alle Autrici, di studiare il come prendono forma i ricordi nei piccoli pazienti con disturbi psicosomatici, il gioco dialettico tra percezione, rappresentazione e memoria, tra comunicazione inconscia e comunicazione dell'inconscio rimosso e di come la cornice analitica facilita l'acquisizione di uno spazio mentale, dove la creazione di un linguaggio comune č tesa a una co-costruzione del ricordo.
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Fiorentini, Giuseppe, and Giovanni Foresti. ""No retreat, no surrender". La dimensione temporale dei conflitti psichici e sociali." GRUPPI, no. 2 (October 2010): 69–82. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-002008.

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Abstract:
Gli autori ipotizzano che esista una correlazione fra l'esperienza prevalente del tempo e alcuni disturbi del funzionamento psichico osservabili a livello individuale e sociale. La disorganizzazione dell'orizzonte cronologico dell'esistenza č intesa come una conseguenza delle grandi trasformazioni culturali avvenute nel corso degli anni '70 e '80. A loro volta, questi cambiamenti sono conseguenza di piů discrete modificazioni avvenute nelle relazioni familiari e nella struttura sociale. A livello individuale ciň ha prodotto un'epidemia di disturbi narcisistici che si esprimono in manifestazioni psicopatologiche in passato inesistenti o infrequenti (disturbi alimentari, condotte antisociali, diffuse appetenze patologiche e tossicofilie vecchie e nuove). Mentre nel campo delle dinamiche istituzionali č in aumento la conflittualitŕ esplicita e/o implicita (secondo il modello bioniano dell'attacco-e-fuga o della dipendenza passiva) che coesiste con il venir meno dei conflitti strutturali che strutturanti fra le classi e fra le generazioni. Questa tesi č argomentata attraverso due esempi clinici. Il primo tratto da un trattamento psicoanalitico individuale e il secondo da una supervisione all'équipe di una Comunitŕ Terapeutica, tenuta in scacco da una paziente gravemente borderline.
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Botella, César. "Per un ampliamento del metodo freudiano." SETTING, no. 31 (September 2012): 35–52. http://dx.doi.org/10.3280/set2011-031003.

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Abstract:
L'articolo sostiene la necessitŕ di articolare tra loro, nella terapia psicoanalitica, la componente logica e la componente affettiva della relazione. La componente logico-cognitiva si esprime soprattutto attraverso l'attivitŕ interpretativa all'interno della quale sono presenti implicitamente anche aspetti affettivi; reciprocamente, gli interventi non-interpretativi non mancano mai di una componente logica o cognitiva. Questa č legata alle varie teorie a cui facciamo riferimento e alla conoscenza del paziente, e soprattutto al terapeuta e al controtransfert in quel particolare momento della terapia. Vengono presi in considerazione il significato logico-affettivo del setting, la logica del processo interpretativo, e infine il significato delle "azioni affettive". In particolare viene differenziato il significato delle "azioni affettive" rispetto agli enactment e ai piů generici interventi supportivi. Le prime hanno una struttura particolare e possono avere la capacitŕ di influire in senso positivo sugli schemi della memoria implicita del "Sé cattivoaffetto negativo-oggetto negativo".
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Gagliardi, Adriana. "Percepire il cambiamento, percepire la continuità: note sull'autoanalisi." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 2 (November 2021): 29–51. http://dx.doi.org/10.3280/psp2021-002003.

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Abstract:
L'autrice affronta il problema della soggettività dell'analista, in par-ticolare della sua autoanalisi, che è fondamentale per la comprensione della differenza tra i derivati dell'Inconscio (rimosso e non rimosso) del paziente e dell'analista. Negli ultimi 20 anni il funzionamento della mente dell'analista è stato osservato più sistematicamente. L'autoanalisi si pone oltre la dimensione transferale e controtransfera-le, se pur la include, per ogni paziente. Spesso le reazioni controtransferali sono vissute con particolare intensità: segnale che suscitano una risposta nell'analista che origina da un suo particolare vissuto, che va approfondito attraverso l'autoanalisi per capirne il significato. Il problema della soggettività dell'analista pone un interrogativo sul-la psicoanalisi come scienza; il metodo psicoanalitico, trasversale alle molteplici teorie, è l'elemento che permette di rilevare i dati clinici e permette un confronto all'interno della comunità scientifica di apparte-nenza, pur con le differenze teorico-tecniche attraverso il quale viene usato. Il lavoro dell'autoanalisi prevede una conoscenza dell'evoluzione tecnico-teorica della psicoanalisi, procede attraverso un metodo indut-tivo. Le teorie implicite ed esplicite dell'analista si integrano con la sua capacità di comprensione e di ascolto di quello che emerge dal proces-so psicoanalitico e mutano nel tempo. Si guarda ai transfert e alla ripe-tizione come una possibilità di aprire a nuove esperienze trasformative e vitali. In merito all'autoanalisi, viene proposta una particolare attenzione all'ascolto della ripetizione di aspetti particolari del transfert, che per-mettano di individuare segmenti transferali-controtransferali utili a dif-ferenziare ciò che concerne i vissuti del paziente da quelli dell'analista. Sono descritti tre flash clinici esplicativi anche dell'evoluzione di alcune teorie di riferimento dell'autrice nel tempo.
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Seligman, Stephen. "Soggettività, Epistemologia, Teoria Clinica e altro: risposta ai commenti di Barbieri, Bertoli e Mazzoleni." Ricerca Psicoanalitica 31, no. (1) (June 16, 2020). http://dx.doi.org/10.4081/rp.2020.288.

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Abstract:
Sono grato per le risposte di Giuliana Barbieri, Silvia Bertoli e Anna Lisa Mazzoleni, nonché a Fabio Vanni e ai redattori di questa rivista per l’opportunità di presentare il mio articolo e di rispondere ai commenti dei miei colleghi che raccolgono una vasta gamma di implicazioni e complessità coinvolte nella teoria dell’intersoggettività e nelle vicissitudini dell’azione terapeutica della psicoanalisi. Ecco un elenco incompleto: idealizzazione; auto-idealizzazione da parte degli analisti; la natura della sintonizzazione e il suo particolare rapporto con l’imitazione; la relazione tra comportamento e motivazione; memoria; neuroni specchio; i punti di forza e di debolezza dell’applicazione della ricerca infantile alla psicoanalisi; epistemologia psicoanalitica; conoscenza implicita; le molte forme di azione terapeutica analitica; e altro ancora. È un grande privilegio per un autore avere così tante indicazioni in risposta a un articolo, specialmente in modo così pienamente informato e costantemente dialogico. Prenderò in considerazione i tre commenti uno ad uno.
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Pellerey, Roberto. "Corpi nel bosco." Revista Acta Semiotica, December 22, 2021, 342–55. http://dx.doi.org/10.23925/2763-700x.2021n2.56804.

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Abstract:
Gli asili e le scuole nel bosco, un’esperienza considerata marginale e stravagante, hanno avuto a sorpresa grande fortuna dal 2020 come reazione all’emergenza sanitaria imposta dal Covid e come ricerca di un’esperienza di didattica attiva alternativa all’insegnamento cattedratico in aula nella didattica scolastica ordinaria. Queste scuole in cui i bambini stanno sempre all’aperto in un ambiente naturale selvatico stanno sperimentando una didattica attiva basata su esperienze dirette che sfociano poi in conoscenza teorica acquisita: tale didattica è oggi percepita come esperimento libertario, attivo e innovativo benché esistano dal 1954 in Europa e abbiano una riflessione teorica precedente di riferimento consolidata e consistente. Di tale didattica ricostruiamo l’ideologia implicita, il sistema di valori su cui è fondata, le sue trasformazioni attuali, e l’atmosfera di fervore ed entusiasmo che caratterizza gli incontri nazionali dei suoi praticanti e sostenitori, dando conto dell’insieme di domande, dubbi, questioni, ipotesi e proposte che oggi attraversano questo movimento pedagogico-culturale.
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Casini, Carlo, and Marina Casini. "Una nuova riflessione sul significato dell’obiezione di coscienza alla luce di una sentenza ingiusta Nota a Cass. n. 14979 del 2 aprile 2013." Medicina e Morale 62, no. 2 (April 30, 2013). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2013.100.

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Abstract:
Il contributo esamina la sentenza della Corte Suprema di Cassazione n. 14979 del 2013 che ha per tema l’obiezione di coscienza all’aborto. Nella fattispecie, un medico ginecologo viene pesantemente condannato per aver fatto valere il suo diritto di sollevare obiezione di coscienza (previsto dalla legge 194/1978) per attività che secondo i giudici non sono coperte dall’obiezione di coscienza. Nella prima parte dell’articolo, gli Autori muovono osservazioni critiche riguardo alla particolare severità della sentenza e riportano la ricostruzione dei fatti così come emerge dalle indagini giudiziarie. Di seguito concentrano l’attenzione sul significato e l’estensione del concetto di intervento medico- chirugico in generale e abortivo in particolare, osservando che nella misura in cui un’attività, sebbene non rientrante nel “nucleo” dell’intervento, è programmata dall’inizio come fase conclusiva (tanto che se non vi fosse la certezza di effettuarla, non potrebbe neanche iniziarsi l’intervento) tale attività è parte integrante dell’intervento stesso e dunque, trattandosi di aborto, coperta da obiezione di coscienza. Rilevante ai fini di questa valutazione è l’evidente nesso di causalità che tiene in un tutto unitario i vari momenti che si susseguono cronologicamente. La questione squisitamente giuridica della revoca immediata dell’obiezione viene risolta alla luce della differenza tra l’eventuale accettazione preventiva e l’esecuzione dell’ordine imprevisto. L’aspetto comunque più significativo è legato all’interrogativo che fa da cornice a tutto il contributo: perché tanta avversione contro l’obiezione di coscienza sanitaria con riferimento all’aborto? La risposta si trova nella negazione esplicita o implicita, ma anche nella semplice dimenticanza, che il figlio è figlio sin dal momento del concepimento. “Il diritto di aborto – si legge nella sentenza della Cassazione – è stato riconosciuto come ricompreso nella sfera di autodeterminazione della donna”. Questo pensiero, sottolineano gli Autori, è espressione di una deriva che, avviatasi con la sentenza costituzionale del 1975, avanzata con la legge 194/1978 e gravemente consolidatasi con la pretesa del “diritto” di aborto, nasce dal rifiuto di porre lo sguardo sul figlio concepito e, di conseguenza, avversa l’obiezione di coscienza. Per questo c’è ancor più bisogno di ripetere, concludono gi Autori, che il fondamento e la tutela dell’obiezione di coscienza dipendono dal riconoscimento che il concepito è uno di noi. Interessanti anche gli spunti giuridici di livello internazionale. ---------- The article examines the judgement of the Supreme Court of Cassation n. 14979 of 2013 about conscientious objection to abortion. In this case, a gynecologist was heavily condemned for having asserted his right to raise conscientious objection (provided by Law 194/1978) for activities that according to the judges are not covered by the conscientious objection. In the first part of the article, the Authors criticize the particular severity of the sentence and report the reconstruction of the events emerging from the judicial investigations. Afterward they focus attention on the meaning and the extension of the concept of surgical intervention to understand what the boundaries are of an abortion. Whether a final activity is planned from the outset (so that if it were not sure to perform it, the intervention should not be started) this activity is an integral part of the intervention itself and, therefore, in the case of abortion, covered by conscientious objection. For the purposes of this evaluation, the Authors write, it is very important the clear causal link that takes into a unified whole the various moments that follow one other chronologically. The purely legal question of immediate withdrawal of the objection is resolved in the light of the difference between the possible preventive acceptance of the execution and the execution of an unexpected order. The most significant aspect, however, is tied to the question that frames the entire contribution: why so much aversion against conscientious objection with regard to abortion? The answer lies in the express or implied negation – but also in the simple forgetfulness – that the child is a child from the moment of conception. “The right to abortion – it is written in the Supreme Court’s ruling – has been recognized as coming within the sphere of women’s self-determination” This thought, the Authors point out, is an expression of a drift originally triggered by the constitutional ruling of 1975, then advanced with the Law 194/1978 and finally severely consolidated with the claim of “right” to abortion. Since this drift arises from the refusal to look at the child conceived, consequently it adverse conscientious objection. For this there is even more need to repeat, the Authors conclude, that the foundation and the protection of conscientious objection depends on the recognition that the unborn is one of us. The legal references on the international level are also interesting.
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