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Presti, Claudia, Nicola Castellano, and Luciano Marchi. "L'utilizzo dei dati contabili per la pianificazione economico-finanziaria: sviluppo della conoscenza e supporto decisionale." MANAGEMENT CONTROL, no. 3 (November 2021): 16–40. http://dx.doi.org/10.3280/maco2021-003002.

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Kunzmann, Klaus R. "Dopo la crisi economica globale: implicazioni sulle politiche per il futuro del territorio europeo." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 7–15. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058001.

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Abstract:
Il saggio si interroga sulle implicazioni territoriali di una crisi finanziaria non ancora conclusa che si ripercuote sulle economie locali europee. L'autore sottolinea la vulnerabilitŕ del ‘vecchio continente' e delle sue varietŕ regionali. A fronte della difficoltŕ a misurare analiticamente gli esiti spaziali della crisi, il saggio presenta cinque scenari di crescita europei che, in forma non necessariamente alternativa, alludono ad altrettante trame di possibili strategie di sviluppo spaziale nella dimensione continentale. Evocando i temi della societŕ della conoscenza, dell'economia creativa e della formazione permanente, della centralitŕ del paesaggio e dei contesti rurali, dei processi culturali e delle nuove produzioni, come quello dei molteplici legami con le economie emergenti a scala globale, il saggio ci conduce a considerare con realismo l'idea di un'Europa a due velocitŕ.
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Donathan Guido. "Sfide e potenziale per il futuro sviluppo agricolo in Giordania: ruolo dell'istruzione e dell'imprenditorialità." International Journal of Science and Society 4, no. 3 (September 29, 2022): 460–73. http://dx.doi.org/10.54783/ijsoc.v4i3.540.

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Abstract:
Il documento esamina lo stato dello sviluppo agricolo in Giordania, le sfide attuali e il potenziale di sviluppo futuro. L'obiettivo dello studio è svelare il ruolo dell'istruzione e dell'imprenditorialità nella promozione dello sviluppo agricolo in Giordania attraverso: l'introduzione di nuove tecnologie nel settore; applicare una prospettiva di marketing moderna e globale e potenziare l'imprenditorialità giovanile. Questo studio si basa su un approccio teorico basato sulla ricerca secondaria e la ricerca primaria comprende due indagini sono state condotte in questo studio. Come vari studi, questo studio ha confermato che la scarsità d'acqua è la principale sfida allo sviluppo agricolo in Giordania e che il settore è meno sviluppato rispetto ad altri settori del paese. Tuttavia, questo studio ha aggiunto che la scarsa partecipazione dell'imprenditoria giovanile nel settore non è solo dovuta alla scarsità finanziaria e all'insufficiente conoscenza dei giovani, ma anche alla loro scarsa attitudine al lavoro nel settore. Pertanto, si suggerisce che vi sia la necessità di cambiare drasticamente il paradigma del sistema educativo per soddisfare le esigenze del mercato. Utilizzare anche il ruolo della R&S per migliorare la gestione delle risorse idriche e concentrarsi sulla desalinizzazione e il riutilizzo delle acque reflue e cambiare l'atteggiamento dei giovani nei confronti del lavoro in agricoltura. A ciò si aggiunge la necessità di fornire un maggiore supporto finanziario e tecnico per attrarre e aiutare i giovani imprenditori a investire nel settore. Di conseguenza, si presenterà un'opportunità per affrontare le sfide attuali e promuovere lo sviluppo futuro.
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4

Gasperoni, Domenico. "Amministrazione sammarinese: agenzia culturale e di sviluppo economico?" RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (September 2011): 57–77. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-003005.

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Abstract:
In ogni momento di crisi e di grandi cambiamenti politici, sociali ed economici del mondo esterno, la Repubblica di San Marino subisce un attentato alla sua identitŕ. Per sopravvivere si trova ogni volta costretta a ripensarsi e a riposizionarsi. L'autore illustra l'appuntamento storico di oggi, che si gioca con tre soggetti: la grande crisi economico-finanziaria mondiale, la nascita dell'Europa e un mutato e difficile rapporto con l'Italia. Fa rilevare che si č alla ricerca di un nuovo modello Paese, mediante il superamento dell'attuale "non modello economico". Per questa prospettiva, secondo l'autore, essenziale diventa il ruolo dell'Amministrazione pubblica, ma di una amministrazione post-burocratica. Viene approfondita l'analisi delle attuali criticitŕ e sono indicate le strade del rinnovamento: la ricerca di unanuova, la ritaratura delle funzioni stesse dello Stato, la riprogettazione di un nuovo modello di welfare. L'autore propone un'ipotesi di lavoro secondo cui l'Amministrazione sammarinese, da problema puň essere parte della soluzione e da consumatrice di Pil, diventerŕ produttrice, anche di conoscenza.
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5

Genovino, Cinzia, and Rosa Maria Caprino. "Il ruolo della banca nel processo di innovazione del modello di business." ESPERIENZE D'IMPRESA, no. 2 (January 2021): 69–105. http://dx.doi.org/10.3280/ei2018-002005.

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Abstract:
Il contributo rappresenta un approfondimento del Rapporto MACREF Strategie di integrazione tra produzioni agroalimentari e turismo ed in particolar modo il ruolo della banca nei processi d'innovazione dei modelli di business per le PMI. Si è cercato di offrire un'analisi critica della letteratura sul tema della scelta relativa alla struttura finanziaria efficiente delle imprese, con particolare riguardo alla realtà delle piccole e medie imprese italiane, ed in particolar modo del settore agroalimentare, attraverso una visione della letteratura empirica sull'argomento. Le PMI si caratterizzano tradizionalmente per l'uso quasi esclusivo di capitale di debito nella copertura del fabbisogno finanziario e presentano di conseguenza una struttura finanziaria quanto mai semplificata, nella maggior parte dei casi composta dal debito bancario da una parte e dal capitale dei soci fondatori dall'altra. In questo momento di crisi e di particolare frammentazione del tessuto societario italiano, in particolar modo quello del comparto agroalimentare, un ruolo determinante è stato rivestito dagli istituti bancari anche come gestori di garanzie e contributi pubblici. La scarsa patrimonializzazione delle nostre aziende, spesso a carattere e proprietà familiare, è stata negli anni supplita con un forte ricorso al credito bancario, dal quale le imprese sono diventate dipendenti a scapito di un corretto equilibrio finanziario. L'intero sistema si trova difronte ad una rieducazione finanziaria, dunque sia le imprese che le banche, quest'ultime spinte dall'innovazione tecnologica e dalla ricerca di redditività, si accingono al superamento della loro tradizionale veste istituzionale legata alla erogazione di credito. Gli istituti di credito possono e stanno quindi trasformando in opportunità tale situazione rivedendo i propri modelli distributivi e di business per diversificare le proprie fonti di reddito concentrandosi sull'offerta di nuovi servizi ad alto valore aggiunto alle imprese, sostenendo lo sviluppo e la crescita economica del nostro paese. Oggi il ruolo trainante della ripresa è infatti rappresentato da quelle imprese che sono innovative, che sanno coniugare la produttività e la tecnologia, che si aggregano tra loro o che si internazionalizzano: è proprio a queste impr- se che il sistema bancario deve guardare offrendo loro un supporto non solo in termini finanziari ma in termini di esperienza, conoscenze, competenza e consulenza.
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6

Catturi, Giuseppe. "Arte figurativa e arte contabile. Le tavolette della biccherna del comune di Siena (XIII–XVII secolo)." De Computis - Revista Española de Historia de la Contabilidad 10, no. 19 (December 31, 2013): 175. http://dx.doi.org/10.26784/issn.1886-1881.v10i19.270.

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Abstract:
Fra le arti figurative comprese in quelle cosiddette “belle”, cioè le forme di attività che, secondo l'opinione del Vasari, hanno esclusivamente un fine di bellezza, un valore estetico, come l'architettura, la danza, la poesia, la pittura, la scultura e la musica, in questo articolo focalizziamo l'attenzione sulla pittura e su di una sua particolare espressione e manifestazione, irripetibile ed originalissima.Le composizioni pittoriche che rappresentano eventi e situazioni di vita vissuta o configurazioni di ambienti costituiscono tutte una fonte conoscitiva di inestimabile valenza. Agli attenti osservatori esse costituiscono archivi storici e giacimenti culturali di particolare ampiezza ed intensità.D'altra parte è arte anche il complesso delle tecniche, degli strumenti e dei loro metodi d'uso concernenti una realizzazione, un'applicazione pratica nel campo dell'operare umano; cosicché è possibile scrivere di arte riferendosi ora ad un mestiere ora ad una professione. Si ha così l'arte medica, l'arte forense, etc., ma anche l'arte contabile, quella cioè esercitata da coloro che si mostrano capaci di memorizzare e di sistematizzare, seguendo un metodo preordinato e rigoroso, i fatti amministrativi, ridotti in termini quantitativi – monetari, che caratterizzano l'attività economico – finanziaria realizzata da una qualunque azienda, in modo da offrire al gestore informazioni determinanti per il buon governo dell'azienda medesima.L'obiettivo conoscitivo dell'arte contabile rimane costante nel tempo, ma gli strumenti ed il loro metodo d'uso, relativi a quell'arte, cambiano mano a mano aumenta il bagaglio delle conoscenze concernenti l'efficace utilizzo a fini gestionali dei risultati contabili rilevati periodicamente. Nel nostro studio intendiamo riferirci all'arte contabile esercitata nel Medioevo nell'ambito di famiglie di mercanti, banchieri, amministrazioni comunali, ospedali, opere pie e congregazioni religiose. In particolare, vogliamo trattare dell'ufficio della Biccherna del Comune di Siena preposto alla gestione delle pubbliche risorse finanziarie. Esso era composto da un “presidente” - il Camarlingo - e da quattro Provveditori in carica per sei mesi.I registri contabili sui quali il Camarlingo annotata giornalmente le varie operazioni finanziarie erano a fogli mobili e, pertanto, inizialmente venivano tenuti assieme da un foglio più grande sul quale veniva scritto il periodo di riferimento ed il nome del Camarlingo. Successivamente, per tenere uniti i numerosi fogli contabili si incominciò ad usare del materiale rigido, appunto delle tavolette di legno, la cui consistenza e rigidezzarendevano più agevole l'adozione e la consultazione dell'insieme dei fogli contabili relativi ai vari semestri.Le due tavolette, quella superiore e l'altra inferiore, erano legate da lacci di cuoio che costituivano la costola e sul davanti veniva posta una fibbia di chiusura, in modo da formare un vero e proprio “libro”. Fu proprio per sopperire all'anonimicità ed alla ripetitività di quei libri che, almeno a Siena, si affermò l'uso, a partire dal 1257, di far dipingere le tavolette di legno che tenevano legate e congiunte le pagine del libro contabile.Molti e di grande fama furono i pittori senesi che dipinsero le tavolette della Biccherna: Duccio di Boninsegna, Ambrogio Lorenzetti, Giovanni di Paolo, Sano di Pietro, Domenico Beccafumi e molti altri. I pittori per lo più disegnavano l'ambiente principale della Biccherna, quello in cui si svolgevano le transazioni finanziarie e, talvolta, gli operatori dell'ufficio: il Camarlingo, i Provveditori e qualche cittadino raffigurato mentre pagava le imposte. Sul tavolo da lavoro si disegnavano spesso gli strumenti per l'esercizio dell'arte contabile: libri, penna, calamaio, grattino, forbici, monete, borse etc.È così che scorrendo le numerose rappresentazioni pittoriche delle tavolette, raccolte per lo più nell'Archivio di Stato di Siena, altre fanno bella mostra di sé nei maggiori musei del mondo, possiamo leggere, in estrema sintesi, alcuni significativi aspetti dell'evoluzione culturale della comunità medievale senese. Da esse possiamo trarre informazioni immediate non solo dei cambiamenti nell'arte pittorica adottata dagli autori dei dipinti, ma anche sull'organizzazione dell'Ufficio finanziario del Comune, la Biccherna appunto, e l'importanzasempre maggiore che veniva attribuita agli strumenti indispensabili per esercitare l'arte contabile. Possiamo acquisire informazioni concernenti l'evoluzione del “metodo” adottato nell'annotare i dati finaqnziari relativi all'attività della Biccherna solo dalla lettura dei fogli compresi nei vari “libri”, ma tale obiettivo conoscitivo è complementare e collaterale rispetto a quello principale che ci siamo posti. Insomma, osservando in ordine cronologico le tavolette di Biccherna, si “legge il tempo” nella contemporaneità dei momenti di vita vissuta da Siena, dalla sua comunità e in particolare dal suo più importante Ufficio finanziario pubblico, la Biccherna.Lo studio intende evidenziate appunto la correlazione fra arte figurativa e arte contabile attraverso le tavolette dipinte dei libri contabili della Biccherna senese.
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Penco, Lara, and Giovanni Satta. "Caratteristiche strutturali e performance delle medie imprese terziarie. Un approfondimento sui servizi avanzati." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (June 2010): 489–522. http://dx.doi.org/10.3280/ed2009-003005.

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Abstract:
Le imprese di medie dimensioni hanno recentemente rappresentato l'oggetto di analisi condotte in numerosi contributi scientifici. Tuttavia, gli studi sul tema risultano prevalentemente focalizzati sulle medie imprese (MI) industriali. Il presente contributo intende invece approfondire la conoscenza delle MI operanti nel terziario, al fine di apprezzarne il peso relativo all'interno del settore, nonché le principali caratteristiche strutturali e di performance. In particolare, dall'analisi condotta su un ampio campione di MI operanti nel comparto dei Knowledge Intensive Business Services (KIBS) emerge come l'adozione di una dimensione aziendale piů elevata rispetto a quella delle PI consenta di ottenere performance economico-finanziarie superiori.
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Tricarico, Luca, Rosamaria Bitetti, and Maria Isabella Leone. "L'innovazione sociale nelle politiche urbane. Un caso studio nel contesto italiano." TERRITORIO, no. 96 (September 2021): 108–15. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-096010.

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Abstract:
Il contributo analizza i caratteri di una politica urbana che applica e incorpora concetti e approcci tipici dell'innovazione sociale. Con questo obiettivo, esamina un caso studio, ‘Un acceleratore per l'economia di territorio', promosso dal comune di Milano con una serie di partner locali e inserito nel framework governativo del Fondo per l'innovazione sociale (fis). Il progetto per la creazione di ‘economie di prossimità' sarà realizzato combinando strumenti finanziari a impatto sociale e percorsi di accelerazione per lavoro e impresa nelle aree periferiche. L'ipotesi che si vuole qui verificare è se l'innovazione sociale possa essere non solo il contenuto, ma anche il metodo di una politica place-based di sviluppo territoriale: acquisendo conoscenza dispersa, innescando processi di intelligenza collettiva nella ridefinizione dei bisogni sociali e proponendo soluzioni condivise dall'interesse di più attori.
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Tricarico, Luca, Rosamaria Bitetti, and Maria Isabella Leone. "L'innovazione sociale nelle politiche urbane. Un caso studio nel contesto italiano." TERRITORIO, no. 96 (September 2021): 108–15. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-096010.

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Abstract:
Il contributo analizza i caratteri di una politica urbana che applica e incorpora concetti e approcci tipici dell'innovazione sociale. Con questo obiettivo, esamina un caso studio, ‘Un acceleratore per l'economia di territorio', promosso dal comune di Milano con una serie di partner locali e inserito nel framework governativo del Fondo per l'innovazione sociale (fis). Il progetto per la creazione di ‘economie di prossimità' sarà realizzato combinando strumenti finanziari a impatto sociale e percorsi di accelerazione per lavoro e impresa nelle aree periferiche. L'ipotesi che si vuole qui verificare è se l'innovazione sociale possa essere non solo il contenuto, ma anche il metodo di una politica place-based di sviluppo territoriale: acquisendo conoscenza dispersa, innescando processi di intelligenza collettiva nella ridefinizione dei bisogni sociali e proponendo soluzioni condivise dall'interesse di più attori.
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Iadarola, Gian Maria, Mario Salomone, Stefano Maffei, and Loris Neri. "Dialisi peritoneale e strategie per la diffusione: le strade del Piemonte; analisi critica dei risultati e apertura di nuovi fronti di intervento." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, Suppl. 5 (February 14, 2014): S53—S57. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.974.

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Abstract:
Si ritiene che il ben noto fenomeno della progressiva diminuzione dei pazienti (pz) sottoposti a emodialisi (HDD) o a dialisi peritoneale (DP) domiciliare sia determinato da età avanzata dei pz incidenti, comorbidità, solitudine e presenza di ostacoli culturali e organizzativi. Un provvedimento approvato dalla Regione Piemonte (DGR 8–12316, del 12 Ottobre del 2009) stabilisce un contributo finanziario a sostegno della dialisi domiciliare (HD-Dom), la cui entità deriva da un sistema di valutazione a punti (Piano Assistenziale Individuale Dialisi Domiciliare, P.A.I.D.D.), che valuta la ridotta autonomia del pz nel gestire il trattamento. Il punteggio finale definisce l'intensità della necessità assistenziale e, quindi, il sostegno finanziario calcolato anche in base al tipo di trattamento e alla tipologia del caregiver. Al termine del primo triennio, il numero dei pz della popolazione totale in trattamento dialitico in Regione era stabile; incidenza e prevalenza dei pz HDDom sono aumentate nel 2010 e risultano stabili nel 2011–2012. È verosimile che il provvedimento si sia dimostrato efficace nell'invertire la tendenza di incidenza e prevalenza dei pz HDDom: lo stesso si rivela essere uno strumento potente, ma non sufficiente di per sé. In Piemonte, attualmente, sono allo studio altre soluzioni per integrare il provvedimento, al fine di agevolare la soluzione di altri problemi, tra cui la scarsa motivazione dei nefrologi, i pregiudizi e la mancanza di conoscenza e di preparazione culturale in merito alla dialisi domiciliare.
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Bannň, Mariasole, Torres Miguel Matos, and Celeste Varum. "Valutazione del processo di autoselezione delle imprese nella fruizione dei fondi pubblici di venture capital." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 50 (December 2012): 127–40. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-050008.

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Abstract:
Il presente lavoro analizza il processo di autoselezione delle imprese nella richiesta di un incentivo finanziario in supporto all'internazionalizzazione attiva e identifica il ruolo di attitudine, competenze e bisogni delle aziende nel determinare da un lato la ricerca di informazione, dall'altro la richiesta di partecipazione al programma. Nello specifico viene impiegato un Heckman Selection Model a due stadi in cui il primo step modellizza le cause e il grado di conoscenza delle imprese in riferimento all'esistenza dell'incentivo, mentre il secondo modellizza la volontŕ nonché la capacitŕ delle stesse di richiedere l'intervento pubblico. I risultati delle analisi evidenziano come l'esito del primo step dipenda dall'attitudine, dalle skill competencies e dai bisogni percepiti dall'impresa. Per quanto concerne il secondo stadio, ancora una volta i bisogni e le capacitŕ manageriali risultano significativi nello spiegare la volontŕ e la capacitŕ di richiedere l'intervento pubblico mentre l'attitudine dell'impresa non si rivela essere significativa in tal senso.
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Li Calzi, Giada. "Perché parlare di complessità e management della Sanità è attuale." MECOSAN, no. 118 (August 2021): 9–54. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-118002.

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Abstract:
La sociologia della complessita aiuta a guardare a fenomeni propri della post-modernita, in cui la dimensione planetaria dell'economia e dei mercati finanziari e una crescente interconnessione tramite il web trasformano la condizione dell'uomo "costretto" a confrontarsi con multicause dagli effetti non prevedibili deterministicamente, non lineari, emergenti da processi di auto-organizzazione, in un mondo sempre piu ampio e accelerato dai progressi nelle conoscenze scientifiche. Anche la sanita va verso un approccio sempre piu tecnologico e data-driven. L'Autrice evidenzia che se si tratta di tecnologie intensive, che incorporano il ruolo e le scelte dell'essere umano, per cui poter predire non coincide necessariamente con il poter controllare, il ruolo del manager in Sanita diventa quello di facilitatore di processi flessibili, capaci di adattarsi a un ambiente incerto e mutevole, anche dotandosi di nuovi profili di competenza capaci di collegare saperi esperti.
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Mugarra, Miriam Velazco. "Derecho Agrario: instrumento del desarrollo agrícola y rural." Przegląd Prawa Rolnego, no. 2(23) (December 15, 2018): 159–69. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2018.23.2.12.

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Abstract:
L’obiettivo dell’articolo è di presentare le sfide contemporanee del diritto agrario in materia di sviluppo sostenibile delle zone rurali, tenendo conto delle politiche agricole attuate a livello locale, regionale, internazionale e globale. Nello specifico si è cercato di approfondire l’influenza del c.d. approccio territoriale allo sviluppo sostenibile delle zone rurali e la sua importanza per il diritto agrario. Per attuare il concetto di agricoltura sostenibile a Cuba è necessaria un’implementazione decisiva del progresso tecnologico, una moderata, razionale ed economicamente giustificata intensificazione della produzione e un contenimento del degrado della produttività potenziale del suolo. È inoltre inevitabile ampliare e modernizzare l’infrastruttura tecnica delle zone rurali e delle aziende agricole stesse. Oltre alla necessità di aumentare il livello di istruzione e di conoscenza professionale da parte degli agricoltori, come anche il livello di consapevolezza ecologica, queste azioni richiedono un sostegno finanziario tramite stanziamenti del bilancio pubblico e dei fondi regionali. È anche necessario migliorare il reddito agricolo, in quanto esso determina le possibilità di intraprendere investimenti e attività pro-ecologiche, che a loro volta determinano la sicurezza alimentare del Paese. Secondo l’autore, l’approccio territoriale è uno strumento efficace che facilita la gestione pubblica delle zone rurali e contribuisce a un ulteriore sviluppo socio-economico della popolazione rurale.
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Pasta, Stefano, Milena Santerini, Erica Forzinetti, and Marco Della Vedova. "Antisemitism and Covid-19 on Twitter. The search for hatred online between automatisms and qualitative evaluation." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 3 (December 31, 2021): 288–304. http://dx.doi.org/10.36253/form-9990.

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Abstract:
The article presents a case study on Antisemitic hate speech in Twitter in the period September 2019 - May 2020, with a particular focus on the months of the Covid-19 emergency. The corpus, consisting of 160.646 tweets selected by keywords, was investigated in terms of the amount of hate for each month, rhetoric and forms of Antisemitism. The analysis is carried out through social network analysis (SNA) techniques, with the goal of understanding whether it is possible to automate the process of identifying Antisemitic hatred. 26.11% of tweets contain hatred, that prejudice is the most common rhetoric (44%) and association with financial power the prevailing form (74%). The sample was also compared with another research methodology that only detects the presence of hate words. It emerges that, in addition to an in-depth knowledge of the phenomenon, it is necessary to integrate the automatic classification phase with the manual contribution. Antisemitismo e Covid-19 in Twitter. La ricerca dell’odio online tra automatismi e valutazione qualitativa. L’articolo presenta un caso studio sul discorso d’odio antisemita in Twitter nel periodo settembre 2019 - maggio 2020, con un particolare affondo sui mesi dell’emergenza Covid-19. Il corpus, composto da 160.646 tweet selezionati per parole chiave, è stato indagato in termini di quantità di odio per mese, retoriche utilizzate e forme di antisemitismo. L’analisi è svolta attraverso le tecniche di social network analysis (SNA), con l’obiettivo di capire se sia possibile automatizzare il processo di individuazione dell’odio antisemita. Il 26.11% dei tweet contiene odio, che il pregiudizio è la retorica più presente (44%) e l’associazione al potere finanziario la forma prevalente (74%). Il campione è stato altresì confrontato con un’altra metodologia di ricerca che rileva la sola presenza di hate words. Emerge che, oltre una conoscenza approfondita del fenomeno, occorre integrare la fase di classificazione automatica con l’apporto manuale.
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Annese, Mariella, Antonio Labalestra, and Marco Pietrosante. "Landscape transformation and territorial marketing. The Noi Techpark restoration project in Bolzano: a remarkable case of territorial branding." Valori e Valutazioni 30 (August 2022): 135–48. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223009.

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Abstract:
The Noi Techpark project in Bolzano has substantially transformed a portion of the Bolzano surroundings, localizing university and management functions in an area characterized by the presence of a dismissed industrial settlement built between the two World Wars by the Montecatini group. The project was pursued through the creation of a technology park, renovating the structures of the old factory which was in a state of abandon and then acquired by the Autonomous Province of Bolzano. This allowed the establishment of a pole of new public- private structures for technology transfer. The present paper intends to retrace the history of this intervention, describing its main characteristics in terms of urban form, functions and presence of public spaces in relation to the achievement of the objective of re- evaluating an entire urban area. including the relevant residential zone. But at the same time the ambition of the essay lies in the attempt to represent how, in the assessment of the complexity of local policies of territorial development, a significant role is played by the ability to contribute to economic growth in terms of birth of new businesses, improvement of competitiveness of existing ones, enhancement of financial resources, human and material present in the area and, finally, the ability to attract new productive factors in the area. In this sense, the Noi Techpark project is emblematic. Il Progetto Noi Techpark a Bolzano ha trasformato in maniera sostanziale una porzione consistente della periferia di Bolzano, localizzando funzioni universitarie e direzionali in un’area caratterizzata dalla presenza di un insediamento industriale dismesso realizzato, negli anni tra le due guerre mondiali, dal gruppo Montecatini. L’intervento è stato perseguito mediante la realizzazione di un parco tecnologico che, attraverso il risanamento delle strutture del vecchio opificio – acquisito al patrimonio della Provincia autonoma di Bolzano dopo il suo abbandono – ha permesso l’istituzione di un polo di nuove strutture pubblico-private destinate al trasferimento tecnologico. Il presente contributo intende ripercorrere la storia di questo intervento, soffermandosi nel descriverne le principali caratteristiche in termini di forma urbana, funzioni e presenza di spazi pubblici in relazione al raggiungimento dell’obiettivo di rivalutare un’intera area urbana. Ivi compreso quella occupata dal tessuto residenziale di pertinenza. Ma allo stesso tempo l’ambizione del saggio risiede nel tentativo di rappresentare come, nella valutazione della complessità delle politi- che di sviluppo locale di un territorio, un ruolo rilevante sia ricoperto dalla capacità di contribuire alla crescita economica nei termini di nascita di nuove imprese, di miglioramento della competitività di quelle esistenti, di valorizzazione delle risorse finanziarie, umane e materiali presenti in loco e, infine, dalla capacità di attrarre nuovi fattori produttivi sul territorio. Proprio in questo senso Il progetto del parco tecnologico Noi Techpark sembra emblematico. Nell’aver perseguito, oltre al risanamento di un’area industriale di smessa, l’obiettivo della creazione e della diffusione dell’innovazione per mezzo di un brand territoriale. In questo modo, al vantaggio di arginare la perdita di valore del contesto edilizio dell’intera area, si aggiunge il risultato prestigioso di aver messo in contatto i laboratori di ricerca, da un lato, e il tessuto imprenditoriale, dell’altro. L’intera operazione restituisce, dunque, un contesto entro cui è stato possibile sviluppare la capacità di trasferire know-how, di diffondere informazioni tecnologiche sul territorio, di creare un network di relazioni che stanno alla base della diffusione e della creazione della conoscenza e dello sviluppo di un ambito territoriale. Tutti elementi, non immediatamente quantificabili in termini economici nel breve periodo, ma che ci sembra debbano essere presi in considerazione nelle valutazioni complessive del vantaggio dell’opportunità di portare a termine questo tipo di iniziative.
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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Abstract:
Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Maraghini, Maria Pia. "Il fenomeno abachistico a supporto dei cambiamenti socio-economici: Arezzo tra il XIII ed il XVI secolo = The role of the abacus tradition for the economic and social development of the society: evidence from Tuscany (Italy) between XIII and XVI century." Pecvnia : Revista de la Facultad de Ciencias Económicas y Empresariales, Universidad de León, no. 13 (December 1, 2011): 25. http://dx.doi.org/10.18002/pec.v0i13.602.

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Abstract:
Este artículo indaga sobre los orígenes de la contabilidad con el objetivo de analizar el comportamiento económico. En particular, se examinan los primeros lugares específica-mente dispuestos y organizados para la enseñanza del conocimiento contable así como los medios de estudio para su transmisión: las escuelas y los libros de ábaco. Ampliamente extendidos en Italia entre los siglos XIII y XVI tenían la finalidad de transmitir, por un lado, el conocimiento generalmente difundido como matemática práctica y, por otro, las técnicas para realizar operaciones aritméticas y las reglas prácticas para la resolución de problemas comerciales y financieros.<br />El objetivo de esta investigación es profundizar en el estudio de las escuelas y de los libros de ábaco evidenciando el papel desempeñado en el origen de la contabilidad y en el desarrollo económico y social en la época medieval y los primeros siglos del Renacimiento.<br />Con este fin, el estudio se basa en algunas evidencias sobre la evolución de los estudios y las escuelas de ábaco en Arezzo (Toscana, Italia) entre los siglos XIII y XVI. Combinando evidencias similares con el análisis teórico el estudio revela la contribución de la tradición del ábaco en el mejor desarrollo de la vida pública en época medieval y renacentista. La constatación de esta contribución ha sido la base del creciente interés mostrado hacia la cultura del ábaco por las autoridades locales de la época.<br /><br /><br />This paper focuses on the “origins” of the book-keeping art which aims to record economic behaviour. In particular, this research investigates the early specific “places” arranged and organized to teach the accounting knowledge and the primitive “means” of study with which it could be handed over: the abacus schools and books. They prevalently spread in Italy between XIII and XVI century with the aim of transferring the knowledge generally defined as “practical maths”, such as the techniques to do arithmetic operations and practical rules to solve commercial and financial questions. <br />The objective of this research is to further investigate the study of abacus schools and books, in order to recover and highlight the role held by the abacus phenomenon in the origins of the “accounting art” and, in general, the role of the “abacus tradition” for the economic and social development of the society during the medieval and renaissance period. <br />To achieve this goal, the study relies upon some evidences from Tuscany (Italy) between XIII and XVI century. By combining theoretical and empirical insights, the analysis points out the contribution the abacus tradition has given to the better development of public life in the city-republic during the medieval and renaissance period, that is to say to the best and most effective exercise of duty and civic right. This contribution has been the basis to the growing interest shown towards the abacus culture by the then city-republic authorities.<br /><br /><br />La presente ricerca indaga sulle “origini” dell’arte contabile tendente a memorizzare i comportamenti economici. In particolare, essa esamina i primi “ambienti” specifici predisposti e organizzati per l’insegnamento delle conoscenze contabili e i “mezzi” di studio per il loro trasferimento: le scuole e i libri d’abaco. Diffusisi prevalentemente in Italia tra il XIII ed il XVI secolo, essi avevano il principale scopo di trasmettere quelle conoscenze generalmente definite di “matematica pratica”, quali le tecniche per eseguire le operazioni aritmetiche e le regole pratiche per la risoluzione di problemi commerciali e finanziari.<br />L’obiettivo della ricerca è quello di approfondire lo studio delle scuole e dei libri d’abaco, evidenziandone il ruolo rivestito nella “genesi” della contabilità per le aziende e, quindi, nel più generale sviluppo socio-economico in epoca medioevale e nei primi secoli del Rinascimento.<br />A tal fine, la ricerca si avvale anche di alcune evidenze inerenti il processo evolutivo subito dallo studio e dalle scuole d’abaco in Arezzo (Toscana, Italia) dal XIII al XVI secolo. Combinando simili evidenze con l’analisi teorica, la ricerca rileva, in particolare, il contributo offerto dal fenomeno abachistico al migliore svolgimento delle funzioni degli attori della vita pubblica nei comuni in età medioevale e rinascimentale. L’effettiva consapevolezza di tale contributo ha costituito il fondamento del considerevole e crescente interesse mostrato nei confronti della cultura dell’abaco dalle allora autorità comunali.<br />
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Butera, Federico, and Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Abstract:
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Simonetti, Lucia. "Finanza sostenibile e banche centrali. Nuovi attori per una geografia finanziaria in evoluzione." Bollettino della Società Geografica Italiana, September 29, 2022, 3–14. http://dx.doi.org/10.36253/bsgi-1622.

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Abstract:
All’interno di uno scenario in mutamento, in bilico tra crisi climatica e crisi pandemica, e aggravato dai recenti eventi bellici, le banche centrali sono andate ritagliandosi nuovi margini di azione in favore di una ecologizzazione della politica monetaria. Il contributo si propone di indagare sul nuovo ruolo di queste istituzioni al fine di determinare la portata concreta degli effetti della loro azione sul clima, tenendo conto delle possibili contraddizioni, in particolare in relazione al rispetto del principio della neutralità di mercato. A tal fine, viene innanzitutto proposta una rassegna essenziale della letteratura sulla geografia finanziaria, in cui si cerca di coniugare il concetto di sostenibilità con quello di finanza. Successivamente, viene esaminato il concetto di rischio climatico nella finanza e l’impegno della BCE in relazione alla diffusione della conoscenza e al reporting dei rischi. Se il rischio climatico fosse prezzato adeguatamente, infatti, le attività e le imprese più esposte risulterebbero meno apprezzate, indirizzando il sistema finanziario verso una maggiore sostenibilità. In tale situazione, le banche centrali potrebbero perseguire la neutralità di mercato senza allontanare il sistema economico dalla neutralità carbonica.
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Wataya, Roberto Sussumu, Patricia Frauches, and Andressa Ferreira Bergamo. "Finanze personale nel palmo della tua mano: un rapporto di esperienza." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, August 5, 2020, 109–24. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/tecnologia-it/finanze-personali.

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Abstract:
Il Projeto Gestão Financeira na Palma da Mão è stato elaborato con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema della finanza per gli studenti del Centro Universitário Adventista di São Paulo – UNASP / SP, e la comunità circostante, perché è chiaro che è un tema molto importante per il futuro di questi giovani studenti universitari. Lo scopo di questo studio era quello di formare individui più consapevoli e responsabili circa l’uso del denaro, fornendo un cambiamento nel comportamento e atteggiamenti finanziari al fine di ottenere risultati efficaci nella vita sociale e professionale. Questo studio ha presentato i risultati della nona edizione del progetto 2018, iniziato nel 2010, i dati sono stati raccolti all’UNASP/SP. Le attività consistevano in lezioni sul tema in questione e l’applicazione di attività volte a sensibilizzare e sapere come la loro salute finanziaria è, inoltre, le applicazioni Mobills, GuiaBolso e Realcash sono stati utilizzati, permettendo ai partecipanti di “conoscere” e diventare familiari, e quindi scegliere uno di loro, come strumento per controllare le loro finanze personali. La performance “in grado di facilità” dei partecipanti con le domande ha avuto i seguenti risultati con Mobills 85%; GuiaBolso 90% e RealCash 75%, da questo risultato l’applicazione GuiaBolso è stato il momento clou per i partecipanti. Così, possiamo affermare che la maggior parte degli studenti ha completato le sette fasi in modo soddisfacente. Per le considerazioni finali, possiamo affermare che l’educazione finanziaria combinata con le risorse tecnologiche con le proprie applicazioni, ha portato a una significativa consapevolezza dei giovani alla ricerca di una maggiore conoscenza della finanza, al fine di essere in grado di fare scelte migliori legate al denaro, a breve, medio e lungo termine.
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Parricchi, Monica. "Costruire cittadinanza economica: il ruolo della pedagogia." MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 10, no. 2 (December 2020). http://dx.doi.org/10.30557/mt00141.

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Abstract:
Il rapporto tra pedagogia ed economia è sempre stato complesso: la difficoltà della cultura pedagogica nel dialogare con le scienze economiche ha portato la pedagogia a trascurare la questione, lasciando spesso argomenti dai risvolti educativi ad altre scienze. Comprendere l'economia è fondamentale per conoscere e governare alcune delle dinamiche della società odierna, di conseguenza l'economia deve far parte dell'educazione dei soggetti, in tutte le fasce d’età per la promozione della cittadinanza attiva. L'educazione economica come processo intenzionalmente finalizzato a fornire conoscenze e competenze relative alla gestione del denaro, costituisce una parte della cultura della cittadinanza, quella economica, che consente ai cittadini di diventare agenti consapevoli durante la loro vita personale e sociale. L'obiettivo finale dell'educazione economica, a partire dall’alfabetizzazione finanziaria, dovrebbe essere quindi la promozione, sia in famiglia che a scuola, della capacità di pianificazione, riconoscendo la natura del denaro come mezzo e non come fine, per la promozione del benessere personale e sociale.
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Zanella, Angelo. "PROCEDIMENTI DI MISURAZIONE NELL'AMBITO DELLE DISCIPLINE ECONOMICO-SOCIALI." Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere - Incontri di Studio, November 18, 2013, 113–37. http://dx.doi.org/10.4081/incontri.2008.53.

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Abstract:
Riassunto. – 1) Si considera, in primo luogo, il procedimento di misura di una grandezza in ambito tecnologico nel quale è possibile accertare il valore vero della grandezza a meno di un errore aleatorio trascurabile rispetto a detto valore e quindi acquisire, ad un certo istante, in modo sostanzialmente esatto, lo stato di funzionamento di un processo. Per le grandezze economiche, tipicamente di natura monetaria, si tratta di accertare, per un determinato periodo, l’ammontare totale o quello medio di una popolazione e si devono utilizzare, per la loro stima, il risultato di indagini campionarie. L’errore medio di misura risulta quindi incrementato a causa della variabilità dovuta al campionamento. L’utilizzazione di schemi di campionamento efficienti assicura, però, che l’errore di misura di un totale o di una media aritmetica, rimane in pratica trascurabile rispetto al valore vero che può localizzarsi con sufficiente accuratezza. Viene illustrato questo aspetto con riferimento alla spesa famigliare annua media.2) L’obiettivo diviene diverso se si è interessati non ad accertare una situazione in un determinato periodo di tempo, ma si vogliono delle previsioni per periodi futuri in base ad un modello economico e/o econometrico. In questo caso l’errore di misura e di campionamento può risultare incrementato in modo non direttamente valutabile a causa della non esatta conoscenza del modello interpretativo o anche per l’impossibilità di realizzare gli interventi correttivi sul sistema economico suggeriti dal modello. Un caso tipico viene ravvisato nella previsione della misura dell’inflazione.3) Si osserva che la condizione di equilibrio di una economia di mercato può collegarsi alle scelte dei soggetti economici, cioè, in definitiva, alle scelte di individui che operano in accordo ad un’entità difficilmente definibile in termini generali e pertanto difficilmente “misurabile” indicata, come Utilità. Sorge il quesito, suggerito ad esempio dalla teoria cinetica dei gas, che, come per un gas ha scarso interesse, ad esempio, la velocità di una singola molecola ma lo ha invece il valore medio dell’energia cinetica delle molecole, espresso dalla temperatura, così può avere scarso interesse generale la misura dell’utilità percepita da un singolo consumatore, e si può invece pensare che abbia interesse qualche indicatore globale, che, − argomento da approfondire−, si ritiene possa collegarsi ai prezzi di mercato.4) Di fronte ad una pluralità di alternative soggette ad incertezza, che è una situazione tipica del “decisore” in ambito finanziario e d’impresa, la teoria di von Neumann-Morgenstern-Savage − che è stata soggetta a valutazioni critiche, revisioni e complementi − può essere utile per orientare verso le scelte che massimizzano l’utilità media, rispetto alle distribuzioni di probabilità ipotizzate, per le possibili conseguenze delle decisioni.Nelle ricerche di mercato, poi, la formulazione della nozione di utilità diviene più concreta e le tecniche psicometriche spesso utilizzate, consentono di individuare il “prodotto” più utile. Si è infine ricordato come è disponibile una metodologia statistico-probabilistica per la quantizzazione dei concetti, della quale si deve ancora approfondire l’impiego per la valutazione dell’utilità.***Abstract. − 1) As starting point the measurement procedure of a given quantity – representing a typical problem in the technological area – is considered allowing one to ascertain the true value of the quantity except for a zero mean random error which in practice often may be assumed to have a unessential root mean squared error or repeatability standard deviation. As for the quantities used in economic and social sciences – e. g..the economic quantities are often of monetary nature – with regard to a given finite population of elements, in general of human beings, a typical problem is of establishing the total amount of a chosen quantitative characteristic and /or the arithmetic mean, which have to be estimated on the basis of a sample survey. It follows that, in general, the random component of a single observation has a standard deviation greater than the one caused by repeatability owing to the presence of sampling variability. The use of efficient sample designs and a large sample size, however, ensure that the random errors of the estimates of the total amount and of the corresponding arithmetic mean may become unimportant with respect to their true values located through pertinent confidence intervals. An illustration is presented regarding the yearly mean expenditure of an Italian family.2) The investigation purpose becomes more complex when we not only want to know the real situation in a given span of time but also when we want to forecast future trends according to an economic or an econometric model. In this case the global random error, due to measurement and sampling variability, may be affected by a systematic bias, which is not easy to be evaluated because of the lack of a complete and exact knowledge of the model. As an example the econometric models of inflation is quoted.3) One can note that the equilibrium of a market economic system is connected to people’s preferences and choices according to an abstract entity named Utility, which is difficult to be defined in general terms and thus to be measured. Correspondingly, as in the gas kinetic theory the velocity of a single molecule can have no direct interest while on the contrary it does the mean value of the molecular kinetic energy expressed by temperature, likewise we can say that, in general, the Utility perceived by a single individual has little theoretical interest while a global Utility indicator of goods − which seems naturally linked to the market prices and deserves further investigation − could have a certain interest, e.g. for the aim of comparison4) In the area of finance and enterprise management a decision maker is typically confronted with preference between decisions in the face of uncertainty. In this context the theory of von Neumann - Morgenstern - Savage − which has been the subject of some criticism, revision and completion − may at times appear to be useful. More precisely, assuming a set of possible monetary consequences and some alternative probability distributions on it, the theory directs a decision maker towards the choice which maximizes the expected value or mean Utility within the values corresponding to the alternative probability distributions.In marketing research the notion of Utility assumes a more concrete character and the psychometric techniques, which are often used, allow one to point out the more useful product.. Finally the available statistical – probabilistic theory is mentioned which permits the quantization of abstract notions or concepts and whose appropriateness and use, with respect to economic utility evaluation, have still to be examined attentively.
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