Academic literature on the topic 'Conoscenza finanziaria'

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Journal articles on the topic "Conoscenza finanziaria"

1

Presti, Claudia, Nicola Castellano, and Luciano Marchi. "L'utilizzo dei dati contabili per la pianificazione economico-finanziaria: sviluppo della conoscenza e supporto decisionale." MANAGEMENT CONTROL, no. 3 (November 2021): 16–40. http://dx.doi.org/10.3280/maco2021-003002.

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2

Kunzmann, Klaus R. "Dopo la crisi economica globale: implicazioni sulle politiche per il futuro del territorio europeo." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 7–15. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058001.

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Abstract:
Il saggio si interroga sulle implicazioni territoriali di una crisi finanziaria non ancora conclusa che si ripercuote sulle economie locali europee. L'autore sottolinea la vulnerabilitŕ del ‘vecchio continente' e delle sue varietŕ regionali. A fronte della difficoltŕ a misurare analiticamente gli esiti spaziali della crisi, il saggio presenta cinque scenari di crescita europei che, in forma non necessariamente alternativa, alludono ad altrettante trame di possibili strategie di sviluppo spaziale nella dimensione continentale. Evocando i temi della societŕ della conoscenza, dell'economia creativa e della formazione permanente, della centralitŕ del paesaggio e dei contesti rurali, dei processi culturali e delle nuove produzioni, come quello dei molteplici legami con le economie emergenti a scala globale, il saggio ci conduce a considerare con realismo l'idea di un'Europa a due velocitŕ.
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3

Donathan Guido. "Sfide e potenziale per il futuro sviluppo agricolo in Giordania: ruolo dell'istruzione e dell'imprenditorialità." International Journal of Science and Society 4, no. 3 (September 29, 2022): 460–73. http://dx.doi.org/10.54783/ijsoc.v4i3.540.

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Abstract:
Il documento esamina lo stato dello sviluppo agricolo in Giordania, le sfide attuali e il potenziale di sviluppo futuro. L'obiettivo dello studio è svelare il ruolo dell'istruzione e dell'imprenditorialità nella promozione dello sviluppo agricolo in Giordania attraverso: l'introduzione di nuove tecnologie nel settore; applicare una prospettiva di marketing moderna e globale e potenziare l'imprenditorialità giovanile. Questo studio si basa su un approccio teorico basato sulla ricerca secondaria e la ricerca primaria comprende due indagini sono state condotte in questo studio. Come vari studi, questo studio ha confermato che la scarsità d'acqua è la principale sfida allo sviluppo agricolo in Giordania e che il settore è meno sviluppato rispetto ad altri settori del paese. Tuttavia, questo studio ha aggiunto che la scarsa partecipazione dell'imprenditoria giovanile nel settore non è solo dovuta alla scarsità finanziaria e all'insufficiente conoscenza dei giovani, ma anche alla loro scarsa attitudine al lavoro nel settore. Pertanto, si suggerisce che vi sia la necessità di cambiare drasticamente il paradigma del sistema educativo per soddisfare le esigenze del mercato. Utilizzare anche il ruolo della R&S per migliorare la gestione delle risorse idriche e concentrarsi sulla desalinizzazione e il riutilizzo delle acque reflue e cambiare l'atteggiamento dei giovani nei confronti del lavoro in agricoltura. A ciò si aggiunge la necessità di fornire un maggiore supporto finanziario e tecnico per attrarre e aiutare i giovani imprenditori a investire nel settore. Di conseguenza, si presenterà un'opportunità per affrontare le sfide attuali e promuovere lo sviluppo futuro.
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4

Gasperoni, Domenico. "Amministrazione sammarinese: agenzia culturale e di sviluppo economico?" RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (September 2011): 57–77. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-003005.

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Abstract:
In ogni momento di crisi e di grandi cambiamenti politici, sociali ed economici del mondo esterno, la Repubblica di San Marino subisce un attentato alla sua identitŕ. Per sopravvivere si trova ogni volta costretta a ripensarsi e a riposizionarsi. L'autore illustra l'appuntamento storico di oggi, che si gioca con tre soggetti: la grande crisi economico-finanziaria mondiale, la nascita dell'Europa e un mutato e difficile rapporto con l'Italia. Fa rilevare che si č alla ricerca di un nuovo modello Paese, mediante il superamento dell'attuale "non modello economico". Per questa prospettiva, secondo l'autore, essenziale diventa il ruolo dell'Amministrazione pubblica, ma di una amministrazione post-burocratica. Viene approfondita l'analisi delle attuali criticitŕ e sono indicate le strade del rinnovamento: la ricerca di unanuova, la ritaratura delle funzioni stesse dello Stato, la riprogettazione di un nuovo modello di welfare. L'autore propone un'ipotesi di lavoro secondo cui l'Amministrazione sammarinese, da problema puň essere parte della soluzione e da consumatrice di Pil, diventerŕ produttrice, anche di conoscenza.
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5

Genovino, Cinzia, and Rosa Maria Caprino. "Il ruolo della banca nel processo di innovazione del modello di business." ESPERIENZE D'IMPRESA, no. 2 (January 2021): 69–105. http://dx.doi.org/10.3280/ei2018-002005.

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Abstract:
Il contributo rappresenta un approfondimento del Rapporto MACREF Strategie di integrazione tra produzioni agroalimentari e turismo ed in particolar modo il ruolo della banca nei processi d'innovazione dei modelli di business per le PMI. Si è cercato di offrire un'analisi critica della letteratura sul tema della scelta relativa alla struttura finanziaria efficiente delle imprese, con particolare riguardo alla realtà delle piccole e medie imprese italiane, ed in particolar modo del settore agroalimentare, attraverso una visione della letteratura empirica sull'argomento. Le PMI si caratterizzano tradizionalmente per l'uso quasi esclusivo di capitale di debito nella copertura del fabbisogno finanziario e presentano di conseguenza una struttura finanziaria quanto mai semplificata, nella maggior parte dei casi composta dal debito bancario da una parte e dal capitale dei soci fondatori dall'altra. In questo momento di crisi e di particolare frammentazione del tessuto societario italiano, in particolar modo quello del comparto agroalimentare, un ruolo determinante è stato rivestito dagli istituti bancari anche come gestori di garanzie e contributi pubblici. La scarsa patrimonializzazione delle nostre aziende, spesso a carattere e proprietà familiare, è stata negli anni supplita con un forte ricorso al credito bancario, dal quale le imprese sono diventate dipendenti a scapito di un corretto equilibrio finanziario. L'intero sistema si trova difronte ad una rieducazione finanziaria, dunque sia le imprese che le banche, quest'ultime spinte dall'innovazione tecnologica e dalla ricerca di redditività, si accingono al superamento della loro tradizionale veste istituzionale legata alla erogazione di credito. Gli istituti di credito possono e stanno quindi trasformando in opportunità tale situazione rivedendo i propri modelli distributivi e di business per diversificare le proprie fonti di reddito concentrandosi sull'offerta di nuovi servizi ad alto valore aggiunto alle imprese, sostenendo lo sviluppo e la crescita economica del nostro paese. Oggi il ruolo trainante della ripresa è infatti rappresentato da quelle imprese che sono innovative, che sanno coniugare la produttività e la tecnologia, che si aggregano tra loro o che si internazionalizzano: è proprio a queste impr- se che il sistema bancario deve guardare offrendo loro un supporto non solo in termini finanziari ma in termini di esperienza, conoscenze, competenza e consulenza.
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6

Catturi, Giuseppe. "Arte figurativa e arte contabile. Le tavolette della biccherna del comune di Siena (XIII–XVII secolo)." De Computis - Revista Española de Historia de la Contabilidad 10, no. 19 (December 31, 2013): 175. http://dx.doi.org/10.26784/issn.1886-1881.v10i19.270.

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Abstract:
Fra le arti figurative comprese in quelle cosiddette “belle”, cioè le forme di attività che, secondo l'opinione del Vasari, hanno esclusivamente un fine di bellezza, un valore estetico, come l'architettura, la danza, la poesia, la pittura, la scultura e la musica, in questo articolo focalizziamo l'attenzione sulla pittura e su di una sua particolare espressione e manifestazione, irripetibile ed originalissima.Le composizioni pittoriche che rappresentano eventi e situazioni di vita vissuta o configurazioni di ambienti costituiscono tutte una fonte conoscitiva di inestimabile valenza. Agli attenti osservatori esse costituiscono archivi storici e giacimenti culturali di particolare ampiezza ed intensità.D'altra parte è arte anche il complesso delle tecniche, degli strumenti e dei loro metodi d'uso concernenti una realizzazione, un'applicazione pratica nel campo dell'operare umano; cosicché è possibile scrivere di arte riferendosi ora ad un mestiere ora ad una professione. Si ha così l'arte medica, l'arte forense, etc., ma anche l'arte contabile, quella cioè esercitata da coloro che si mostrano capaci di memorizzare e di sistematizzare, seguendo un metodo preordinato e rigoroso, i fatti amministrativi, ridotti in termini quantitativi – monetari, che caratterizzano l'attività economico – finanziaria realizzata da una qualunque azienda, in modo da offrire al gestore informazioni determinanti per il buon governo dell'azienda medesima.L'obiettivo conoscitivo dell'arte contabile rimane costante nel tempo, ma gli strumenti ed il loro metodo d'uso, relativi a quell'arte, cambiano mano a mano aumenta il bagaglio delle conoscenze concernenti l'efficace utilizzo a fini gestionali dei risultati contabili rilevati periodicamente. Nel nostro studio intendiamo riferirci all'arte contabile esercitata nel Medioevo nell'ambito di famiglie di mercanti, banchieri, amministrazioni comunali, ospedali, opere pie e congregazioni religiose. In particolare, vogliamo trattare dell'ufficio della Biccherna del Comune di Siena preposto alla gestione delle pubbliche risorse finanziarie. Esso era composto da un “presidente” - il Camarlingo - e da quattro Provveditori in carica per sei mesi.I registri contabili sui quali il Camarlingo annotata giornalmente le varie operazioni finanziarie erano a fogli mobili e, pertanto, inizialmente venivano tenuti assieme da un foglio più grande sul quale veniva scritto il periodo di riferimento ed il nome del Camarlingo. Successivamente, per tenere uniti i numerosi fogli contabili si incominciò ad usare del materiale rigido, appunto delle tavolette di legno, la cui consistenza e rigidezzarendevano più agevole l'adozione e la consultazione dell'insieme dei fogli contabili relativi ai vari semestri.Le due tavolette, quella superiore e l'altra inferiore, erano legate da lacci di cuoio che costituivano la costola e sul davanti veniva posta una fibbia di chiusura, in modo da formare un vero e proprio “libro”. Fu proprio per sopperire all'anonimicità ed alla ripetitività di quei libri che, almeno a Siena, si affermò l'uso, a partire dal 1257, di far dipingere le tavolette di legno che tenevano legate e congiunte le pagine del libro contabile.Molti e di grande fama furono i pittori senesi che dipinsero le tavolette della Biccherna: Duccio di Boninsegna, Ambrogio Lorenzetti, Giovanni di Paolo, Sano di Pietro, Domenico Beccafumi e molti altri. I pittori per lo più disegnavano l'ambiente principale della Biccherna, quello in cui si svolgevano le transazioni finanziarie e, talvolta, gli operatori dell'ufficio: il Camarlingo, i Provveditori e qualche cittadino raffigurato mentre pagava le imposte. Sul tavolo da lavoro si disegnavano spesso gli strumenti per l'esercizio dell'arte contabile: libri, penna, calamaio, grattino, forbici, monete, borse etc.È così che scorrendo le numerose rappresentazioni pittoriche delle tavolette, raccolte per lo più nell'Archivio di Stato di Siena, altre fanno bella mostra di sé nei maggiori musei del mondo, possiamo leggere, in estrema sintesi, alcuni significativi aspetti dell'evoluzione culturale della comunità medievale senese. Da esse possiamo trarre informazioni immediate non solo dei cambiamenti nell'arte pittorica adottata dagli autori dei dipinti, ma anche sull'organizzazione dell'Ufficio finanziario del Comune, la Biccherna appunto, e l'importanzasempre maggiore che veniva attribuita agli strumenti indispensabili per esercitare l'arte contabile. Possiamo acquisire informazioni concernenti l'evoluzione del “metodo” adottato nell'annotare i dati finaqnziari relativi all'attività della Biccherna solo dalla lettura dei fogli compresi nei vari “libri”, ma tale obiettivo conoscitivo è complementare e collaterale rispetto a quello principale che ci siamo posti. Insomma, osservando in ordine cronologico le tavolette di Biccherna, si “legge il tempo” nella contemporaneità dei momenti di vita vissuta da Siena, dalla sua comunità e in particolare dal suo più importante Ufficio finanziario pubblico, la Biccherna.Lo studio intende evidenziate appunto la correlazione fra arte figurativa e arte contabile attraverso le tavolette dipinte dei libri contabili della Biccherna senese.
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Penco, Lara, and Giovanni Satta. "Caratteristiche strutturali e performance delle medie imprese terziarie. Un approfondimento sui servizi avanzati." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (June 2010): 489–522. http://dx.doi.org/10.3280/ed2009-003005.

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Abstract:
Le imprese di medie dimensioni hanno recentemente rappresentato l'oggetto di analisi condotte in numerosi contributi scientifici. Tuttavia, gli studi sul tema risultano prevalentemente focalizzati sulle medie imprese (MI) industriali. Il presente contributo intende invece approfondire la conoscenza delle MI operanti nel terziario, al fine di apprezzarne il peso relativo all'interno del settore, nonché le principali caratteristiche strutturali e di performance. In particolare, dall'analisi condotta su un ampio campione di MI operanti nel comparto dei Knowledge Intensive Business Services (KIBS) emerge come l'adozione di una dimensione aziendale piů elevata rispetto a quella delle PI consenta di ottenere performance economico-finanziarie superiori.
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Tricarico, Luca, Rosamaria Bitetti, and Maria Isabella Leone. "L'innovazione sociale nelle politiche urbane. Un caso studio nel contesto italiano." TERRITORIO, no. 96 (September 2021): 108–15. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-096010.

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Abstract:
Il contributo analizza i caratteri di una politica urbana che applica e incorpora concetti e approcci tipici dell'innovazione sociale. Con questo obiettivo, esamina un caso studio, ‘Un acceleratore per l'economia di territorio', promosso dal comune di Milano con una serie di partner locali e inserito nel framework governativo del Fondo per l'innovazione sociale (fis). Il progetto per la creazione di ‘economie di prossimità' sarà realizzato combinando strumenti finanziari a impatto sociale e percorsi di accelerazione per lavoro e impresa nelle aree periferiche. L'ipotesi che si vuole qui verificare è se l'innovazione sociale possa essere non solo il contenuto, ma anche il metodo di una politica place-based di sviluppo territoriale: acquisendo conoscenza dispersa, innescando processi di intelligenza collettiva nella ridefinizione dei bisogni sociali e proponendo soluzioni condivise dall'interesse di più attori.
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Tricarico, Luca, Rosamaria Bitetti, and Maria Isabella Leone. "L'innovazione sociale nelle politiche urbane. Un caso studio nel contesto italiano." TERRITORIO, no. 96 (September 2021): 108–15. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-096010.

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Abstract:
Il contributo analizza i caratteri di una politica urbana che applica e incorpora concetti e approcci tipici dell'innovazione sociale. Con questo obiettivo, esamina un caso studio, ‘Un acceleratore per l'economia di territorio', promosso dal comune di Milano con una serie di partner locali e inserito nel framework governativo del Fondo per l'innovazione sociale (fis). Il progetto per la creazione di ‘economie di prossimità' sarà realizzato combinando strumenti finanziari a impatto sociale e percorsi di accelerazione per lavoro e impresa nelle aree periferiche. L'ipotesi che si vuole qui verificare è se l'innovazione sociale possa essere non solo il contenuto, ma anche il metodo di una politica place-based di sviluppo territoriale: acquisendo conoscenza dispersa, innescando processi di intelligenza collettiva nella ridefinizione dei bisogni sociali e proponendo soluzioni condivise dall'interesse di più attori.
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Iadarola, Gian Maria, Mario Salomone, Stefano Maffei, and Loris Neri. "Dialisi peritoneale e strategie per la diffusione: le strade del Piemonte; analisi critica dei risultati e apertura di nuovi fronti di intervento." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, Suppl. 5 (February 14, 2014): S53—S57. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.974.

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Abstract:
Si ritiene che il ben noto fenomeno della progressiva diminuzione dei pazienti (pz) sottoposti a emodialisi (HDD) o a dialisi peritoneale (DP) domiciliare sia determinato da età avanzata dei pz incidenti, comorbidità, solitudine e presenza di ostacoli culturali e organizzativi. Un provvedimento approvato dalla Regione Piemonte (DGR 8–12316, del 12 Ottobre del 2009) stabilisce un contributo finanziario a sostegno della dialisi domiciliare (HD-Dom), la cui entità deriva da un sistema di valutazione a punti (Piano Assistenziale Individuale Dialisi Domiciliare, P.A.I.D.D.), che valuta la ridotta autonomia del pz nel gestire il trattamento. Il punteggio finale definisce l'intensità della necessità assistenziale e, quindi, il sostegno finanziario calcolato anche in base al tipo di trattamento e alla tipologia del caregiver. Al termine del primo triennio, il numero dei pz della popolazione totale in trattamento dialitico in Regione era stabile; incidenza e prevalenza dei pz HDDom sono aumentate nel 2010 e risultano stabili nel 2011–2012. È verosimile che il provvedimento si sia dimostrato efficace nell'invertire la tendenza di incidenza e prevalenza dei pz HDDom: lo stesso si rivela essere uno strumento potente, ma non sufficiente di per sé. In Piemonte, attualmente, sono allo studio altre soluzioni per integrare il provvedimento, al fine di agevolare la soluzione di altri problemi, tra cui la scarsa motivazione dei nefrologi, i pregiudizi e la mancanza di conoscenza e di preparazione culturale in merito alla dialisi domiciliare.
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Dissertations / Theses on the topic "Conoscenza finanziaria"

1

GRAZIOLI, RICCARDO. "VULNERABILITA' E ALFABETIZZAZIONE FINANZIARIA. EVIDENZE EMPIRICHE DALL'INDAGINE IACOFI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2023. http://hdl.handle.net/10280/138062.

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Abstract:
L’every day financialization in atto da oltre vent’anni ha accresciuto l’interesse da parte di istituzioni, organizzazioni internazionali e ricerche accademiche verso l’alfabetizzazione finanziaria e la conseguente implementazione di strategie che la promuovono – come le iniziative di educazione finanziaria – per lo sviluppo della financial capability e il perseguimento del financial well-being. Questa ricerca mira ad indagare la relazione esistente tra la vulnerabilità e l’alfabetizzazione finanziaria, cercando di testare, nello specifico, se maggiori livelli di conoscenza finanziaria aiutino a prevenire la vulnerabilità di una famiglia e quindi a ridurne il rischio di esclusione finanziaria e sociale. è stato utilizzato un modello logistico multivariato applicato a un campione inedito di famiglie residenti in Italia (N=4.412) ottenuto dall’unificazione armonizzata delle prime due wave (2017 e 2020) dell’indagine IACOFI della Banca d’Italia. Il risultato principale, ottenuto grazie a un nuovo indicatore costruito sulla base di due variabili del dataset, mostra che il 56,6% delle famiglie manifesta una condizione di vulnerabilità finanziaria e che generalmente all’aumentare del livello di conoscenza diminuisce la probabilità che una famiglia si trovi in una situazione di vulnerabilità. I giovani risultano essere i più vulnerabili, ma anche coloro su cui la conoscenza incide maggiormente, così come le famiglie che risiedono nel Centro Italia e nelle Isole che riescono a ridurre la probabilità di vulnerabilità a livelli simili di quelle nel Nord-Ovest. La conoscenza riduce la vulnerabilità anche delle famiglie che non riescono a risparmiare, ma non incide su quelle che risparmiano solo in modo informale. Emergono infine i fenomeni della cronicizzazione, da cui non ci si affranca tramite l’aumento della conoscenza, e dell’overconfidence che dovrebbe essere contrastato accrescendo la consapevolezza individuale.
The ‘every day financialization’ that has been taking place for over twenty years has increased the interest of institutions, international organisations and academics in financial literacy and the ensuing implementation of strategies that promote it – such as financial education initiatives – for the development of financial capability and the pursuit of financial well-being. This research aims at investigating the existing relationship between vulnerability and financial literacy, trying to test, specifically, whether higher levels of financial knowledge help preventing household vulnerability and thus reducing its risk of financial and social exclusion. A multivariate logistic model applied has been estimated on an original sample of households living in Italy (N=4,412) obtained from the harmonising of the first two waves (2017 and 2020) of the Bank of Italy's IACOFI survey was used. The main result, obtained thanks to a new indicator constructed on the basis of two variables in the dataset, shows that 56.6% of households experience financial vulnerability and that generally as the level of knowledge increases, the probability of a household to be in a vulnerable situation decreases. Young people are found to be the most vulnerable group, but also the one on which knowledge has the strongest impact, as well as households in the Centre of Italy and Islands that manage to reduce the probability of experiencing vulnerability to similar levels as those in the North-West. Knowledge also reduces the vulnerability of households that fail to save, but does not affect those that save only informally. Finally, there emerge the condition of chronicisation, which is difficult to escape by increasing knowledge, and of overconfidence, which should be countered by increasing individual awareness.
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2

BIZZARRI, LAURA. "Il Finanziamento dell'innovazione nell'economia della conoscenza." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/733.

Full text
Abstract:
Il passaggio da un’economia basata sulla produzione industriale ad una orientata all’informazione e successivamente alla conoscenza ha accresciuto il peso dell’innovazione quale fattore di sviluppo sociale, industriale ed economico e le ha riconosciuto un ruolo determinante nei processi di affermazione dei modelli di sviluppo dei singoli Paesi in scenari sempre più complessi ed integrati. Il paradigma operativo che può agevolare questo processo evolutivo comporta l’individuazione di un approccio capace di mettere a sistema i produttori di tecnologie innovative, i consumatori di tali tecnologie e le risorse disponibili verso settori knowledge based. Nel processo di strutturazione di tale modello di sviluppo il sistema finanziario riveste un ruolo centrale, come lasciano sottintendere numerose evidenze empiriche relative al legame tra il livello di sviluppo del sistema finanziario e la capacità di crescita dell’economia reale. Il presente lavoro intende affrontare il tema del finanziamento all’innovazione, con particolare riferimento alla connessione esistente tra la variabile finanziaria, quale main driver della crescita economica, e l’innovazione stessa, seguendo un approccio olistico attraverso il quale cogliere le numerose sfaccettature di cui si compone un problema tanto complesso. In particolare, l’obiettivo principale del presente lavoro consiste nell’analisi del ruolo della variabile finanziaria nei processi di sviluppo, a partire dalla relazione tra innovazione ed investimenti in ricerca, e nella valutazione dell'efficacia delle diverse fonti di approvvigionamento delle risorse.
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3

BOUSSOUS, Nabil. "Beni culturali e valore d’uso: conoscenza tacita, creatività e innovazione." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251082.

Full text
Abstract:
Il lavoro di tesi indaga la definizione di bene culturale secondo una interpretazione estensiva del termine "cultura", data dalla sovrapposizione del concetto di cultura a quello di civiltà. In chiave di lettura antropologica, cultura e civiltà si presentano come sinonimi. Sicché, la nozione di beni culturali giunge a costituire un insieme aperto e suscettibile di continuo ampliamento, talché, ossequio al relativismo culturale, il concetto di cultura, meglio ingloba anche quelle pratiche ed usanze tradizionali che altre accezioni del termine lo sogliono contrapporre a "barbarie". Si è voluto così porre enfasi sulla pari meritevolezza di tutte quelle culture a lungo classificate come "altre". In altra istanza s’è colto il nesso trapelante tra il concetto di cultura e quello di conoscenza affinché l’analisi potesse essere convogliata verso l’altrettanta sua fondamentale variante tacita. L’intersezione col nuovo paradigma dell’economia della conoscenza ne ha fatto punto di riflessione e spunto di ricerca. In vero, la relazione esistente tra fruizione del beni culturali e lo sviluppo della conoscenza tacita ne ha ulteriormente suffragato l’impatto in termini di creatività e innovazione. Elementi, entrambi, necessari per l’acquisizione di un vantaggio competitivo nell’economia della globalizzazione. Successivamente, il "valore d’uso" associato alla fruizione del patrimonio culturale è stato analizzato. Dopo una sua prima scomposizione nelle due componenti, educativa ed edonistica, si è proceduto all’analisi della loro stretta interdipendenza funzionale. Il fine ultimo è stato quello di comprendere il loro contributo in termini di creatività e innovazione intese quale forma tangibile dell’espressione culturale. Si è cercato di dimostrare come la fruizione dei beni culturali, resa possibile mediante tecniche aggiornate di marketing sensoriale (o esperienziale), capaci di intercettare il mutamento dei benefici attesi dai consumatori, consente il raggiungiumento di uno stadio relativamente superiore di acculturazione tale da configurare un ricco bagaglio di conoscenza tacita. Addotta, poi, a fattore produttivo immateriale indispensabile per la creazione di prodotti place-specific forti degli attributi distintivi tradotti in termini di non replicabilità, inimitabilità e della difficile riproducibilità in altri contesti. Infine, il concetto di "Industrie Culturali e Creative" si è rivelato quello meglio atto ad inglobarne gli attributi, di modo che ci si è assunti l’onere di indagare le politiche finanziarie dell’UE all’uopo adottate in sua tutela.
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Books on the topic "Conoscenza finanziaria"

1

Nicodemo, Silvia. Le istituzioni della conoscenza nel sistema scolastico. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg272.

Full text
Abstract:
Stato, regioni ed enti locali territoriali sono costituzionalmente obbligati a rendere effettivo il diritto all’educazione e all’istruzione. La Carta costituzionale impone interventi positivi a vari livelli di governo per assicurare i diritti inerenti l’istruzione, la garanzia di livelli essenziali di prestazioni e attribuisce funzioni fondamentali nella materia agli enti locali; gli interventi pubblici hanno connotazioni di regolazione, di gestione diretta e di spesa e gli obblighi sono assunti a ogni livello di governo. Tale quadro non è smentito in sede comunitaria, che raccomanda gli stati di investire nell’infanzia. Individuati le libertà e i diritti costituzionali inerenti l’istruzione nonché la tutela della prima infanzia – diritti che hanno i contenuti dei diritti a prestazione – il volume affronta le competenze ai diversi livelli di governo, l’organizzazione della istituzione scolastica, anche nella relazione con le famiglie e con gli enti locali. In tale quadro, si esamina il ruolo dei privati, della libertà delle scuole, le problematiche inerenti i finanziamenti pubblici. Emerge la complessità del sistema delle istituzioni che producono conoscenza, educazione e istruzione, che, pur nel rispetto di vincoli finanziari, deve garantire una qualità e continuità, momento necessario per assicurare l’effettività dei diritti e libertà costituzionale.
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