Dissertations / Theses on the topic 'Connettivi'
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Macciocca, Maria <1980>. "Correlazioni morfo-funzionali nei tessuti connettivi sopra- e sottopatellari." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2509/1/Macciocca_Maria_tesi.pdf.
Full textMacciocca, Maria <1980>. "Correlazioni morfo-funzionali nei tessuti connettivi sopra- e sottopatellari." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2509/.
Full textSeminara, Giulia. "Il coinvolgimento polmonare nelle connettiviti." Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1595.
Full textSchiavo, Riccardo <1992>. "L'interpretazione della Connettività nel Report Integrato." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16585.
Full textDONNARUMMA, VINCENZO. "Studio dell’espressione genica del tessuto connettivo pubo-cervicale nel colpocele anteriore." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/1008.
Full textThe stability of the pelvic connective is the result of a balance between production and degradation of extracellular matrix. To balance this many molecules involved. In women with colpocele the Fibulina-5 (FBLN-5) is down regulated, while the Beta 3 integrin (ITGB-3) and the EMC1 are up regulated, indicating that a reduced capacity for remodeling of the connective is a factor predisposing to prolapse.
Burdin, Emily <1994>. "La connettività tra sostenibilità, management control e remunerazione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15788.
Full textArnold, Alessandro. "Alterazioni dei ritmi cerebrali e della connettività funzionale nell'epilessia." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25351/.
Full textChiarlanti, Isotta <1989>. "Rischio sistemico: misure di connettività parametriche e non parametriche." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8941.
Full textRomboli, Simone. "Simulazione di protocolli di gossip in territori a bassa connettività." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11959/.
Full textMapelli, Maria <1963>. "Il Rinascimento, l'intelligenza connettiva e l'era digitale: una nuova sfida per ripensare la formazione." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2009. http://hdl.handle.net/10579/791.
Full textCozzarelli, Carla. "I progetti di MOOC, LOC E WIKI: per esaltare "connettiva-mente" le diversità cognitive." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2016. http://elea.unisa.it:8080/xmlui/handle/10556/3794.
Full textSPINELLI, EDOARDO GIOELE. "TRACKING AND PREDICTING NEURODEGENERATION SPREADING IN SPORADIC AND GENETIC PRESENTATIONS OF THE ALS/FTD CONTINUUM." Doctoral thesis, Università Vita-Salute San Raffaele, 2022. http://hdl.handle.net/20.500.11768/128350.
Full textLe malattie neurodegenerative si associano all'accumulo di proteine tossiche nel cervello umano. Un numero sempre maggiore di evidenze suggerisce che tali proteine possano propagarsi nel cervello in maniera simil-prionica tramite connessioni interneuronali. Le evidenze più recenti suggeriscono che il quadro clinico di ciascuna malattia neurodegenerativa dipenda in larga misura dal danno delle vie anatomiche che collegano le diverse regioni cerebrali. Le tecniche avanzate di risonanza magnetica (RM), in particolare l'imaging con tensore di diffusione (DTI) e la RM funzionale in stato di riposo (RS-fMRI), permettono di esplorare il ruolo delle alterazioni dei network in queste malattie. In questa tesi, ho esplorato le alterazioni di connettività dei network nell'ampio spettro di presentazioni cliniche dovute alla degenerazione lobare frontotemporale (FTLD), che include non solo un insieme di condizioni puramente cognitive (varianti della demenza frontotemporale [FTD]), ma anche le malattie del motoneurone (MND), quale la sclerosi laterale amiotrofica (SLA). La sovrapposizione tra SLA e FTD è stata suggerita non solo dalla presenza di presentazioni cliniche miste, ma anche da fattori determinanti comuni a livello patologico e genetico. Negli studi qui riportati, sono state utilizzate tecniche volumetriche, DTI, RS-fMRI, oltre a nuovi approcci di connettomica per esplorare pattern caratteristici nei network cerebrali che convergono e divergono all'interno del continuum SLA/FTD. L'analisi dei volumi di sostanza grigia e delle alterazioni DTI della sostanza bianca in pazienti con MND hanno rivelato l'esistenza di utili marcatori RM di progressione motoria e cognitiva, nonché indicatori prognostici di un conseguente andamento benigno o aggressivo della malattia, che potrebbero essere utilizzati al fine di predire il tempo necessario per lo sviluppo di eventi di interesse clinici. Inoltre, un'analisi combinata della connettomica strutturale e funzionale ha dimostrato un'estesa riorganizzazione dei network nelle regioni sia motorie che extra-motorie dei pazienti con MND. Analizzando nel dettaglio i fenotipi FTD cognitivi, per ciascuna variante, abbiamo dimostrato l'esistenza di pattern caratteristici di RM volumetrica e di riorganizzazione dei network funzionali che si propagano dal corrispondente epicentro di malattia. Infine, abbiamo fornito maggiori evidenze a favore della nozione di un continuum tra FTD e MND, in presentazioni sia sporadiche che genetiche di FTLD. Complessivamente, i nostri studi suggeriscono che la valutazione della connettività dei network nello spettro SLA/FTD è utile al fine di migliorare la nostra comprensione dei meccanismi che mettono in relazione la deposizione proteica e il conseguente danno neuronale con i sintomi motori e cognitivi in questi pazienti. Una conoscenza più approfondita di tali meccanismi permetterà una migliore stratificazione e definizione prognostica dei pazienti che risulterà di vitale importanza in futuri trial clinici effettuati con farmaci in grado di modificare il decorso di malattia.
Fabbri, Michele. "Analisi del comportamento meccanico e strutturale di connettori dissipativi per strutture prefabbricate." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.
Find full textFabbri, Vanessa. "Evidenze di connettività e integrazione multisensoriale compromesse nei disturbi dello spettro autistico." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18979/.
Full textAzhakathu, Anisha Tresa. "Elaborazione di segnali EEG e analisi di connettività cerebrale durante crisi epilettiche." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25090/.
Full textMARTINI, LORENZO. "Analisi della connettività dei sedimenti in bacini montani colpiti da disturbi naturali." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3459388.
Full textSediment connectivity has become a fundamental concept to identify and analyse the linkages facilitating or inhibiting the sediment fluxes of any geomorphic system. Therefore, understanding how sediment connectivity operates and changes after natural disturbances, which can alter the properties of an entire geomorphic system, is fundamental to increase knowledge about functioning of mountain catchments. However, analysing the impact of such phenomena on sediment connectivity is still a major challenge. Hence, the main objective of the present PhD thesis is to investigate the effects of natural disturbances on sediment connectivity in different mountain catchments. In the first chapter, two case studies are presented from Chile, where large natural disturbances are a major source of disruption for river basins. The first study investigated the impact of a volcanic eruption by developing a multi-temporal analysis of a gemorphometric indicator (i.e. the Index of Connectivity - IC), used to measure the degree of linkage between hillslopes and channel. The results showed a large increase in IC values after the eruption, due to the land cover changes and the widening of the active channel triggered by the disturbance. The second study case addressed the effects of wildfires in a catchment in central Chile. The methodology developed from a refined version of the approach proposed in the first study to enhance the assessment of sediment connectivity in fire-affected areas. The outcomes indicated that fire severity and IC variations followed similar spatial patterns and that IC increased less after the second wildfire due to residual effects of the first event. The second chapter presents an analysis of the hydrological, geomorphic and sedimentological response of an alpine catchment to a storm. In 2018, the Vaia storm caused massive forest windthrows and large floods throughout the mountain sector of north-east of Italy. In this context, the comprehensive analysis carried out in the Rio Cordon catchment was necessary to inform about a wide range of effects that such event produced in a typical alpine stream. Sediment connectivity analysis, developed with IC and DEM of Difference (DoD), shed light on the role of the new sediment sources in providing the sediment from hillslopes to the stream. Therefore, the IC was used as a supportive tool to validate and link the outcomes of the other analyses, thus highlighting the whole sediment cascade. In the third chapter and last study case, a deep focus on the IC is presented. The study tried to respond to recent challenges and doubts concerning the reliability of the IC and the need for its validation. Specifically, the capability of IC in depicting structural connectivity and predicting functional connectivity was statistically evaluated in the Rio Cordon. First, for each sediment source of the catchment the connectivity status in respect to channel network was assessed. Then, different IC maps were computed and their capability in predicting the connectivity status was tested with logistic regression analysis. The results demonstrated that IC shows high accuracy when validating the static linkages and lower accuracy when predicting event-based linkages. Nevertheless, a threshold between high and low IC was derived, improving the reliability of IC maps as tools for watershed management. Overall, in this PhD thesis, insights about how to investigate sediment connectivity in different contexts were provided. In multiple catchments, affected by natural disturbances it was possible to derive a common and useful methodology to represent sediment connectivity and its evolution. Moreover, I pointed out that a more quantitative approach, based on IC and geomorphic change detection, could support a more holistic study. Finally, I assessed the true meaning of IC, emphasizing its advantages and disadvantages in an alpine catchment and opening new challenges in the field of sediment connectivity.
MARTINI, LORENZO. "Analisi della connettività dei sedimenti in bacini montani colpiti da disturbi naturali." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3459389.
Full textSediment connectivity has become a fundamental concept to identify and analyse the linkages facilitating or inhibiting the sediment fluxes of any geomorphic system. Therefore, understanding how sediment connectivity operates and changes after natural disturbances, which can alter the properties of an entire geomorphic system, is fundamental to increase knowledge about functioning of mountain catchments. However, analysing the impact of such phenomena on sediment connectivity is still a major challenge. Hence, the main objective of the present PhD thesis is to investigate the effects of natural disturbances on sediment connectivity in different mountain catchments. In the first chapter, two case studies are presented from Chile, where large natural disturbances are a major source of disruption for river basins. The first study investigated the impact of a volcanic eruption by developing a multi-temporal analysis of a gemorphometric indicator (i.e. the Index of Connectivity - IC), used to measure the degree of linkage between hillslopes and channel. The results showed a large increase in IC values after the eruption, due to the land cover changes and the widening of the active channel triggered by the disturbance. The second study case addressed the effects of wildfires in a catchment in central Chile. The methodology developed from a refined version of the approach proposed in the first study to enhance the assessment of sediment connectivity in fire-affected areas. The outcomes indicated that fire severity and IC variations followed similar spatial patterns and that IC increased less after the second wildfire due to residual effects of the first event. The second chapter presents an analysis of the hydrological, geomorphic and sedimentological response of an alpine catchment to a storm. In 2018, the Vaia storm caused massive forest windthrows and large floods throughout the mountain sector of north-east of Italy. In this context, the comprehensive analysis carried out in the Rio Cordon catchment was necessary to inform about a wide range of effects that such event produced in a typical alpine stream. Sediment connectivity analysis, developed with IC and DEM of Difference (DoD), shed light on the role of the new sediment sources in providing the sediment from hillslopes to the stream. Therefore, the IC was used as a supportive tool to validate and link the outcomes of the other analyses, thus highlighting the whole sediment cascade. In the third chapter and last study case, a deep focus on the IC is presented. The study tried to respond to recent challenges and doubts concerning the reliability of the IC and the need for its validation. Specifically, the capability of IC in depicting structural connectivity and predicting functional connectivity was statistically evaluated in the Rio Cordon. First, for each sediment source of the catchment the connectivity status in respect to channel network was assessed. Then, different IC maps were computed and their capability in predicting the connectivity status was tested with logistic regression analysis. The results demonstrated that IC shows high accuracy when validating the static linkages and lower accuracy when predicting event-based linkages. Nevertheless, a threshold between high and low IC was derived, improving the reliability of IC maps as tools for watershed management. Overall, in this PhD thesis, insights about how to investigate sediment connectivity in different contexts were provided. In multiple catchments, affected by natural disturbances it was possible to derive a common and useful methodology to represent sediment connectivity and its evolution. Moreover, I pointed out that a more quantitative approach, based on IC and geomorphic change detection, could support a more holistic study. Finally, I assessed the true meaning of IC, emphasizing its advantages and disadvantages in an alpine catchment and opening new challenges in the field of sediment connectivity.
D'Alessandro, Evelina. "Modelli di connettività per la lontra euroasiatica (Lutra Lutra, Carnivora, Mammalia) in Italia." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2010. http://hdl.handle.net/11695/66282.
Full textThe research project is a contribution to model the distribution and dispersal of semi-aquatic species, which depend on the dendritic river network for their daily activities, and on the matrix permeability for their dispersal movements among river basins. In particular, the possibility of movement of the Eurasian otter (Lutra lutra) among the suitable patches in the most northern isolated portion of the Italian range was studied. The objective was reached by a new procedure based on graph structures and the Probability of Connectivity (PC) index. This index is based on the habitat availability concept and dispersal probabilities between habitat patches. In this approach, the probability of an individual moving from one habitat to another depends on both the amount of suitable habitat at the source and destination areas and the distance and resistance to movement of the matrix which separates them. The analysis was performed at two different scales, evaluating the connectivity of the whole otter range and separately for each pair of adjacent basins. The procedure foresees an initial selection of the otter suitable habitats (which form the graph nodes) as resulting from a habitat suitability model produced by other colleagues. The links of the graph are represented by the minimum cost paths between each pair of nodes; these paths were calculated on a friction grid and synthesize, in a realistic manner, the anisotropic movement of the individuals in a heterogeneous matrix. The environmental parameters essential for otter’s movement and dispersal were taken into account for characterizing the resistance values in the friction grid: hydrographic network, altitude, slope, land cover, roads, human disturbance and inhabitant density. The connectivity of the range was synthesized using the total value of the PC index, while the importance of each territorial element (habitat patches and corridors) was evaluated through a prioritization procedure based on a leave one out technique. This consisted in calculating the percentage variation of the PC index (δPC%) after the exclusion of each individual element from the landscape and basin network. To determine the criteria for the safeguard or the restoration of nodes and functional links, we appealed to the phytosociological approach. Considering the importance of the otter mortality in the dispersal process, mainly due to road traffic, a risk model of the peripheral range was also elaborated (Molise, Puglia e Calabria) taking into account the road characteristics and the distribution of the suitable habitat of the species. The results indicate that there is a variable level of connectivity within the otter’s range. On a coarse scale, the basin of Biferno plays a key role in the process of dispersal, due to its position in the range and the extension and the continuity of the riparian habitats; the basins facing the coast reveal a very low functionality with regard to the ecological process considered. At a fine scale, the nodes prioritization highlighted that the corridors are more effective and functional in mountainous sectors of the range than in the areas near the coast. This is due to two main factors: the decrease in the number, extension and continuity of the suitable habitat patches along the river branches and the increment in the anthropogenic disturbance of the matrix therein. The vegetation analysis in sample areas suggested some potential restoration interventions that would improve both the connectivity for the otter in the range, and the state of conservation of several EU important habitats. The coupled analysis of the river and road networks allowed determining the river sectors with the largest risks associated with traffic accidents, as well as those habitat areas were the otter dispersal potential seems not to be significantly affected by such human-caused mortality. The methodological approach is largely useful in the description of the process of dispersion of the otter and it is an effective tool in landscape planning that may be applied to other similar conservation problems in Italy and elsewhere.
Cusin, Francesco <1988>. "Misure di rischio sistemico e connettività nei mercati finanziari: analisi del mercato Europeo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1941.
Full textTurchetto, Matteo. "Metodologie teoriche e sperimentali per la progettazione di connettori di sicurezza nel settore petrolifero." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3425264.
Full textUn numero via via crescente di applicazioni marine del settore petrolifero richiedono un collegamento efficace per il trasferimento di liquidi da una piattaforma oceanica alla nave cisterna o dalla nave cisterna al porto. I requisiti progettuali di questi sistemi sono elevati a causa delle problematiche di sicurezza. L’azienda MIB Italiana S.p.A. opera appunto nel settore della produzione di organi di connessione di sicurezza per il trasferimento di tali liquidi. Nel 2010 MIB ha avviato un progetto di ricerca finalizzato allo sviluppo tecnologico denominato Ambiente Integrato per la simulazione fisica e virtuale e la progettazione di componenti di sicurezza per il settore petrolchimico (Sa.Re.Sim.). Obiettivo di tale progetto è quello di implementare un ambiente integrato di simulazione (AIS) composto da unità che producano delle informazioni di tipo tecnico/tecnologico, gestite mediante uno specifico software, da poter essere utilizzate per ottimizzare la progettazione di nuovi componenti. Tali unità possono essere di varia natura, dalla simulazione fisica ai controlli dimensionali; dai disegni progettuali ai collaudi tecnici. L’attività di dottorato nasce nell’ambito di questo progetto: a partire dal suo coordinamento, proseguendo nelle varie fasi di sviluppo, fino al completamento dello stesso. Sono state affrontate attivamente alcune tematiche quali l’analisi dei processi aziendali, la modellazione geometrica CAD, l’implementazione di metodologie di progettazione Knowledge-based e la Specificazione Geometrica dei Prodotti. Inoltre, prendendo spunto da alcune problematiche riscontrate in azienda, durante il dottorato si sono affrontate parallelamente le tematiche dei controlli geometrici e dimensionali. Il lavoro di ricerca ha riguardato le potenzialità e criticità delle macchine di misura multi-sensor e le relative applicazioni nel settore industriale, in generale, e biomedicale, in particolare.
Serra, Michele. "Elaborazione dell'elettroencefalogramma e analisi della connettività cerebrale in soggetti con ridotto ed elevato tratto autistico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25095/.
Full textRedolfi, Bristol Simone <1990>. "Monitoraggio di uova e larve di pesci come strumento per lo studio della connettività mare-laguna." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5143.
Full textMirandola, Laura. "Alterazioni di RM strutturale e funzionale in pazienti con epilessia del lobo temporale candidabili alla chirurgia: uno studio sul contributo di tecniche di neuroimmagini non invasive nella pianificazione chirurgica." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2020. http://hdl.handle.net/11380/1211557.
Full textTemporal lobe epilepsy (TLE) can be associated to different etiologies such as hippocampal sclerosis, focal cortical dysplasia, low grade tumors and other focal lesions, or it can be defined of “unknown cause” when no cortical alterations are detectable on MRI. The benefit of surgical treatment in patients with drug resistant TLE is well established, although in almost 50% of the cases long-term seizure freedom is not achieved after surgery (De Tisi et al., 2011). The quality of life in these patients is influenced, apart from surgery outcome, also by cognitive and psychiatric co-morbidities. A prospective multi-centric study was conducted in patients with drug-resistant TLE eligible for surgery. Patients’ history on clinical, electroencephalographic data obtained by video-EEG monitoring, cognitive and psychiatric comorbidities, and drug therapies, were collected. Neuroimaging data were obtained for each patient through 3T brain MRI; EEG was recorder simultaneously for EEG and functional MRI (EEG-fMRI) co-registration. Multiple sub-studies were performed: 1) to describe the actual state of the art of patients with TLE eligible for surgery based on the databases obtained by four Epilepsy Centers located in the North- Centre of Italy, and comparison with old databases. 2) to verify the contribution of non invasive techniques such as EEG-fMRI in the surgical planning, through the identification of BOLD changes related to interictal or ictal epileptiform activity (Brainvision software used for EEG post processing and epileptic spikes detection; MATLAB-spm12 used for fMRI analysis): a) identification of the epileptogenic zone through fMRI maps using surgery outcome as gold standard; b) comparison with results available in literature. 3) Investigation of resting- states functional connectivity (MATLAB-spm12) in patients with TLE with seed-based analysis (hippocampus and claustrum used as region of interest). 4) Investigation of the relationship between hippocampus’s structures volume and different etiologies of TLE through MRI morphometry (Freesurfer software). Functional and volumetric neuroimaging data were correlated with different items such as etiology, lateralization of TLE, and drug therapies. The strength of the project is based on the large cross-sectional cohort (more than 120 patients enrolled) and on the heterogeneity of patients studied in 4 different centers. The alterations in the brain networks observed in the patients compared to the control group represent the core network of temporal lobe epilepsy and may lead to a better comprehension of how the epileptic discharges interfere with the physiological brain. Future studies with larger samples of patients would add statistical power to the results; a comparison of the results of EEG-fMRI with functional data obtained by intracerebral electrodes would also add significance to our findings.
Kola, Marin. "Progettazione ed implementazione di un database per la gestione della mappa della connettivita urbana utilizzando tecnologie nosql." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9696/.
Full textBenini, Martina. "Un approccio integrato allo studio delle mappe di connettività funzionale cerebrale mediante elettroencefalografia e risonanza magnetica funzionale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13985/.
Full textMarotta, Helga. "Fisiopatologia ed approccio terapeutico all'ipertensione polmonare secondaria alle connettiviti sistemiche. Studio del microcircolo coronarico nella sclerosi sistemica." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426625.
Full textIl lavoro svolto nei tre anni di dottorato si è articolato in due argomenti: follow-up di pazienti affetti da ipertensione arteriosa polmonare secondaria alle connettiviti e studio del microcircolo coronarico in pazienti affetti da sclerodermia associata o meno a ipertensione arteriosa polmonare (PAH). Fisiopatologia ed approccio terapeutico all'ipertensione polmonare secondaria alle connettiviti sistemiche L'ipertensione arteriosa polmonare è una temibile complicanza delle connettiviti sistemiche, in particolare della sclerodermia. La Cattedra e UOC di Reumatologia è un Centro regionale per la diagnosi ed il trattamento della PAH. Dal 2003 ad oggi, abbiamo reclutato 43 pazienti, di cui attualmente vengono seguiti 25 in follow-up. La diagnosi di PAH è stata posta con ecocardiografia transtoracica per valori di PSVD > 45 mmHg. Dapprima a cadenza trimestrale e successivamente semestrale, i pazienti venivano sottoposti alla valutazione ecocardiografica e al 6m-WT per verificare l'efficacia della terapia o cogliere precocemente un eventuale peggioramento della malattia polmonare. Il nostro studio riporta i risultati di un follow-up a breve e a lungo termine; nei primi 13 pazienti trattati per un anno con bosentan, vi è stata una riduzione della PSVD statisticamente significativa dopo 3, 6 e 12 mesi. La distanza percorsa al 6m-WT è aumentata in media di 14 metri dopo 3 mesi, 27 metri dopo 6 mesi e 30 metri dopo 12 mesi. In 8 soggetti vi è stato anche il miglioramento della classe funzionale WHO. Dopo due anni di terapia, nei 12 pazienti il bosentan ha mantenuto ridotti rispetto al baseline i valori di PSVD, assestandoli su quelli registrati a 12 mesi. La tolleranza allo sforzo fisico invece è diminuita in modo significativo. Si sono manifestate alcune complicanze delle connettiviti a carico degli arti inferiori (in tre casi trombosi venosa, tendinite, artrite) e peggioramento della concomitante fibrosi polmonare in un caso, che hanno inciso notevolmente sulla riduzione della distanza percorsa in 6 minuti (in media di 108 metri); peraltro, anche negli altri 8 pazienti la capacità funzionale si è ridotta e la distanza percorsa è diminuita in media di 79 metri. Questi dati suggeriscono che il 6m-WT non rappresenta un adeguato test di valutazione della capacità di esercizio nei pazienti affetti da PAH secondaria alle connettiviti sistemiche, in accordo con i dati della letteratura. Negli anni successivi, nei 9 pazienti in follow-up più lungo, la PSVD tendeva a risalire, seppur in modo non statisticamente significativo; in particolare, al quinto anno è rimasta ridotta in 3 pazienti, sovrapponibile al baseline in 2 ed aumentata in 4. Dopo cinque anni di trattamento, 5 pazienti erano ancora in grado di eseguire il 6m-WT, ma la distanza media percorsa al 6m-WT si è ridotta di 122 metri rispetto al baseline (p<0,001). Gli altri 4 pazienti non erano in grado di eseguire il test per il peggioramento della concomitante fibrosi polmonare in due di essi e per il deterioramento della PAH con dispnea ingravescente e scompenso cardiaco negli altri due. Questi dati mostrano che la risposta al bosentan è buona nel primo anno di terapia, si assesta su valori stabilizzati nel secondo, per poi mediamente ridursi negli anni successivi; ciò suggerisce l'opportunità di potenziarne l'effetto associandovi un secondo farmaco, che agisca con un meccanismo d'azione diverso sulla PAH, in modo da intervenire su più targets etiopatogenetici; infatti, i trattamenti di combinazione sembrano costituire il gold standard nella terapia di questa temibile complicanza delle connettiviti sistemiche. Studio del microcircolo coronarico nella sclerosi sistemica La sclerodermia è una malattia del tessuto connettivo caratterizzata da lesioni prima funzionali e poi organiche del microcircolo; l'interessamento cardiaco è segnalato dal 50 all'80% dei pazienti, ma spesso senza segni e sintomi evidenti; in particolare, le arterie coronarie epicardiche sono angiograficamente indenni, mentre vi è una riduzione del flusso coronarico. Abbiamo perciò studiato la microangiopatia coronarica in 37 pazienti consecutivi affetti da sclerodermia grazie alla valutazione della riserva coronarica (CFR): tale metodo non invasivo si avvale di un ecocardiogramma transtoracico, durante infusione di adenosina, e può individuare precocemente un'alterazione del circolo coronarico in pazienti asintomatici. Anche nel nostro studio la CFR è risultata ridotta rispetto ai valori normali (?2,5) nel 60% dei pazienti (2,4±0,8 vs 3,3±0,4). Abbiamo correlato i valori della CFR con la forma clinica della connettivite, il pattern anticorpale, la durata della malattia, la concomitante presenza della PAH e in questo gruppo di pazienti, la terapia con bosentan. Nessun paziente presentava sintomi da riferirsi ad interessamento cardiaco. La CFR è risultata maggiormente ridotta nei pazienti con la forma limitata di malattia ed ACA positivi, sebbene non statisticamente significativa; non vi è correlazione con la durata della connettivite. I valori medi di CFR nei pazienti sclerodermici con e senza PAH sono sostanzialmente sovrapponibili. Considerando i nostri dati e quelli della letteratura, riteniamo che non vi sia correlazione tra CFR e PAH, bensì che i pazienti sclerodermici affetti dalla forma diffusa di malattia vadano maggiormente incontro alla microangiopatia del circolo coronarico e quelli affetti dalla forma limitata all'interessamento vascolare polmonare. In altri termini la correlazione è tra forma diffusa ed endotelio coronarico da una parte e forma limitata ed endotelio polmonare dall'altro.
Salvatori, Daniele. ""Connetti Marche" - Studio preliminare per l'implementazione di una rete di Simbiosi Industriale nell'area dell'entroterra maceratese." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22600/.
Full textSansone, Gabriele. "Analisi sperimentale e modellazione numerica di connettori trasversali per il rinforzo strutturale di murature multifoglia: l’influenza del substrato." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.
Find full textAstolfi, Laura <1976>. "Sviluppo e validazione di metodi per la stima della connettività corticale mediante misure non invasive dell'attività cerebrale nell'uomo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/369/1/Tesi_LauraAstolfi_XIXciclo.pdf.
Full textAstolfi, Laura <1976>. "Sviluppo e validazione di metodi per la stima della connettività corticale mediante misure non invasive dell'attività cerebrale nell'uomo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/369/.
Full textArienti, Silvia. "Studio prospettico su pazienti affette da connettivite indifferenziata in gravidanza;confronto con Lupus Eritematoso e Sindrome di Sjogren." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425991.
Full textBetto, Andrea. "Le "strade" delle Valli Grandi Veronesi Meridionali. Connettività e management idraulico nel quadro di un Paesaggio di Potere." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423116.
Full textIl lavoro di ricerca ha avuto come tema principale l’analisi delle tracce da Remote Sensing interpretabili come costrutti stradali nell’area delle Valli Grandi Veronesi Meridionali. La zona è nota in letteratura come area centrale dell’”enclave” terramaricola delle Valli Grandi Veronesi e, in secondo luogo, per la presenza di un paesaggio di età romana di importanza marginale. Le particolari condizioni di visibilità da remoto delle strutture sepolte, conseguenti al prolungato abbandono dell’area dovuto ad estesi impaludamenti fino alle bonifiche della metà del XIX° secolo, configurano il territorio come particolarmente adatto allo sviluppo di tutte le metodologie di indagine di Remote Sensing e di Archeologia di Superficie. L’indagine da Remote Sensing è stata svolta sulla più estesa gamma di piattaforme disponibili (foto aeree attuali e storiche, ortofoto digitali, immagini satellitari, modelli digitali del terreno a varia risoluzione) sia attraverso il trattamento e il processamento d’immagine più raffinati (image enhancing, image processing), sia tramite l’utilizzo di programmi dedicati al riconoscimento automatico e semi-automatico delle anomalie. La metodologia di lettura, organizzazione e interpretazione delle features riconducibili ai costrutti stradali, ma anche a tutta una serie di tracce interpretabili come canali/canalette agrarie, incrociata con dati raccolti sul campo ha consentito di proporre una ricostruzione del paesaggio dell’età del bronzo di una complessità e di una estensione spaziale per certi versi inaspettata, quanto di difficile verifica a terra
Corni, Gabriele. "Interfaccia utente per assegnamento missioni e monitoraggio di un trattore automatico." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11312/.
Full textMORETTO, MANUELA. "Caratterizzazione della connettività funzionale dinamica attraverso modelli di Markov nascosti applicati al segnale BOLD acquisito in stato di riposo." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3450309.
Full textIn recent years, the neuroscience community has paid growing attention to the study of brain functional connectivity (FC) both in healthy and pathological conditions. FC is defined as a statistical dependency among remote neurophysiological events, and it is typically inferred through the correlations between neuronal activity signals. In the brain, two regions are functionally connected if exists a statistical relationship between their activity. Many techniques have been introduced in this field to assess such relationship and, among them, the functional Magnetic Resonance Imaging (fMRI) is the most used until now, especially if acquired in resting state (rs-fMRI). Indeed, rs-fMRI has a reduced invasiveness and does not require the cooperation of the patient in performing specific tasks. Two categories of approaches exist for investigating FC: static and dynamic approaches. Static approaches assess FC between brain regions after averaging the fMRI signal over the entire acquisition scan, usually lasting between 5 and 10 minutes. Dynamic approaches, on the other hand, aim to evaluate the sequence of FC patterns (i.e., brain states) that occur over time and that, typically, have a duration of a few tens of seconds. Dynamic FC is becoming of paramount importance in this field as it allows to investigate how much the neural dynamics of specific brain areas or networks slow down or up both during the disease and in a healthy brain. This thesis presents a data-driven framework for the analysis of rs-fMRI data to study FC, using both static and dynamic approaches. Particular emphasis is given to Hidden Markov Models (HMMs), a statistical approach recently introduced for inferring dynamic brain states, which overcomes some limitations of the state-of-the-art approach for dynamic FC analysis based on sliding windows and clustering. Firstly, to obtain a high spatial resolution functional parcellation of the whole brain in the major RSNs, we applied an independent component analysis on a large group of healthy subjects. This parcellation was then exploited in a static FC analysis to characterize networks alteration in patients with brain tumors at the single-subject level. Secondly, the parcellation was exploited in a dynamic FC analysis based on HMMs to study the effects of healthy aging on the dynamics of brain states. After overcoming the model selection problem, we introduced a new index for the quantification of the uncertainty of the model estimates and we performed a graph-based analysis to characterize brain states in terms of integration or segregation of the networks. Finally, using the developed dynamic analytical framework, we investigated whether brain gliomas can cause alterations in temporal properties of dynamic brain states. The results obtained with HMMs were then compared for validation with the approach based on sliding windows and clustering and showed that HMM is better in separating patients from controls. The contributions presented in this dissertation provided evidence of the existence of functional alterations in network topography that can occur away from the tumoral area in brain tumors patients and encourage the application of data-driven dynamic FC approaches, as HMMs, to better capture the transitions between brain states at the individual level and characterize clinical populations.
MONTI, Flavio. "Scale-dependent approaches in conservation biogeography of a cosmopolitan raptor: the Osprey." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2015. http://hdl.handle.net/11392/2388977.
Full textCodicè, Francesco. "Rete neurale per la predizione end-to-end dello stato di ossidazione delle cisteine e la connettività dei ponti disolfuro." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20593/.
Full textVILLANI, UMBERTO. "Dall'imaging di microstruttura alla connettività strutturale: l'utilizzo della risonanza magnetica di diffusione per investigare l'impatto dei gliomi sul cervello umano." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3450310.
Full textDiffusion-based Magnetic Resonance Imaging (dMRI) is rapidly becoming the instrument of choice to probe the structure of the human brain in vivo. By modelling the properties of water diffusion inside cerebral tissues, it is indeed possible to extract surrogates of histological measures, such as fibre density, conformation and preferential direction, in a non-invasive manner. Furthermore, local orientational features can be used to reconstruct axonal pathways that link different brain regions, allowing the study of how they are structurally connected. Nevertheless, the quantification of dMRI measures must be cautious when the physiological environment of brain tissues is drastically altered. Such is the case of brain tumours. The microstructure of brain tumours is highly heterogeneous, being diverse between and inside specific types and malignancy grade. The wide spectrum of cellular environments they feature invalidates several hypotheses on which diffusion-based microstructure models are built and, contemporarily, poses difficulties in the process of tracking white matter in affected regions. Given these limitations, are these techniques worth using in this complex pathological environment? During the last three years I explored several state of the art diffusion-based methodologies in a cohort of patients suffering from a range of brain tumours. Hence, this thesis strives to be a summary of this work, laying the foundation for future studies aiming to integrate the use of advanced dMRI in the clinical neuro-oncological practice. The thesis is divided in three main parts, which are organized as follows: In the first part, an assessment is made whether two widely known diffusion advanced models, Neurite Orientation Dispersion and Density Imaging (NODDI) and the Spherical Mean Technique (SMT) are properly fitted in the tumoral lesion in terms of goodness-of-fit and parameter precision. Several works, concentrating mainly on NODDI, used such techniques not as biophysical models but as signal representations, trying to find biomarkers that differentiate more and less isotropic environments which contribute to the totality of the diffusion signal in ‘tumoral’ voxels. These studies were performed without first checking whether these diffusion metrics are mathematically reliable. This issue is here assessed from a technical point of view, without giving specific biophysical meaning to the models in exam inside the tumoral tissues The second part features a comparison study between methods for the identification of structurally disconnected white matter (WM) in brain tumour patients. Here, two branches of methodologies were identified, namely direct and indirect approaches. The formers use single-subject tractography to directly investigate which fibre bundles may be affected by the presence of the tumour. The latters, instead, embed the focal lesion on a normative atlas of white matter tracts, identifying the probability of a WM voxel being disconnected by the pathology. Employing known image analysis metrics, both approaches are discussed, highlighting points of convergence, but also of disagreement, in terms of the physio-pathological information they can convey. In the third and last part of this thesis, tumour-related anomalies of diffusion-based structural connectivity (SC) matrices are put in relationship with metabolic measures from [18F]-FDG PET. A procedure for tractography algorithm selection was firstly performed, and after the SC quantification, a statistical method of detecting altered connections in the tumour-affected SC matrix is presented. Within such a framework, the amount of affected SC entries was eventually quantified in the available cohort of patients and put in relationship with standardized uptake values from PET. Finally, a discussion of the results of this association is provided, paying particular attention to the limitations of these imaging modalities in the brain oncological field.
Vitulli, Marta. "Identificazione di pattern epilettogenici e della loro propagazione in aree corticali attraverso l'analisi di tracciati EEG." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22324/.
Full textSacchi, Samuele. "Progetto di una sorgente a diodi laser con accoppiamento in fibra ottica per applicazioni biomedicali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/8018/.
Full textDe, Santis Adelmo. "Tecnologie ed apparati per comunicazione a frequenze radio: dalla connettività in ambito domotico alla caratterizzazione del canale radio in banda EHF." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2015. http://hdl.handle.net/11566/242937.
Full textResearch activity focused on three main areas: AIS systems, development of a complete set of devices for 76GHz channel characterization and domotic systems. For what EHF communications concerns, the main activity was the development and prototyping of a communication system made up of a transmitter, a receiver and some signal measurements blocks. Project activity has been dealing with mechanical, electrical and RF aspects. The transmitter side is based on a commercial grade synthesizer which covers the spectrum from 12650MHz to 13200MHz. In order to have a 76032MHz output frequency, the oscillator was reverse engineered and hacked by changing the way the internal PLL is programmed. Signal at 12GHz is fed to a first commercial grade multiplier which feeds a microwave diode (Macomm smd package 0102). The active component was glued on the PCB by means of a silver conductive epoxy and micromanipulators. 76GHz signal is fed to a parabolic antenna having a diameter of 25cm. The whole system is controlled using a Raspberry PI micro-computer, which also acts as a data collector using a self-developed daughterboard. Data are stored in a MySql database and users can display the results of data elaboration using a web server. System power is provided via POE. The receiver side is more complex as it derives from a transverter project. The high frequency side is very similar to the one used in transmitter. The active device is a double-diode in a single 0102 package. The 76GHz signal is downconveted to 144MHz (1st conversion) and then to 50 MHz (2nd conversion). The latter is made using a doubly-balanced mixer and a local oscillator (94MHz) realized with a Si570 I2C controlled VXCO. The second conversion allows the reuse of some filters that were available in the laboratory and a frequency correction to compensate main oscillator drifts. Local oscillator frequency can ben programmed via Raspberry interface. 50MHz signal is fed to a power meter manufactured by Analog Devices. It’s a true RMS/DC converter whose output signal is fed to a Microchip ADC with a 18bit resolution. No AGC cirtuitry is present, so the power level measured by the device at 50MHz, reflects the signal level at 76GHz. The output of the power meter is stored in the database too. Signal and weather data can be processed and displayed simultaneously to better characterize channel versus time and weather conditions. Project was developed thanks to the help of some amateur radio enthusiasts who provided know-how and instrumentation to measure 76GHz signals. Two commercial units working at 76GHz were buyed too, in order to have a "reference" for prototypes improvement and characterization. Transmitter and receiver sides are data linked using an Hiperlan connection. AIS is a tracking system used by ships to increase navigation security, by exchanging data among nearby ships, base stations and satellite. Exchanged data is in the form of short messages containing geographical position and navigation status. We focused our attention on base stations (fixed) and noticed that the number of different base station received is time varying. Variation are caused by changes in the tropospheric conditions which lead to an alteration of electromagnetic waves propagation. In order to demonstrate the hypothesis a receiving system has been deployed. It is made up of a commercial VHF receiver and AIS demodulator which output AIS messages in form of a string via tcp/ip connection. AIS messages are decoded by a a software written in PHP language and able to store decoded data in a MySql data base. Data can be accessed via web interface and it is possible to visualize historical data set and plot graphics. The number of fixed stations received was compared versus the signal intensity of a becon transmitter located in Croatia and versus Dx forecasting maps. The latter are drawn startin from numerical meteo data and showed a good correlation with the number of fixed station received. This shows that the number of received fixed stations from AIS can be used to investigate electromagnetic wave propagation in the VHF band. Within this project a collaboration with fmlist.org arouse, which is an international community dedicated to long distance broadcast listeners. Research activity in domotics was focused on the "smart-insole" and interoperability among different platforms. The "smart-insole" is a data acquisition platform which if tailored to fit in shoe. Three resistive force sensors have been installed on the bottom of the insole. Data is acquired by a microcontroller board which process information and transmit the results to a central server by means of a wireless ISM-band connection. A great effort was done in order to keep energy consumption very low and to optimize recharging of integrated LiPo batteries. Many different electronic devices were compared. The final solution was the use of a Microchip-based demo board which was modified to reduce the physical dimensions and to adapt to project constrains. In order to recharge batteries a wireless solution was developed which minimizes human interaction with the system. In the interoperability field the contribution given lead to the creation of a complex hardware/software architecture for data processing and storage. A big network mass-storage was configured using ISCSI in order to be completely hidden to final user.
CATANI, SHEILA. "La risonanza magnetica funzionale nello studio della connettività cerebrale funzionale nel movimento passivo. Potenziali applicazioni nella valutazione del recupero motorio dopo stroke." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2008. http://hdl.handle.net/11566/242428.
Full textMARCIAS, SANDRO. "Misura della connettività e della dispersione dell’aragosta rossa Palinurus elephas (Fabricius, 1787) in Sardegna con l’uso di marcatori genetici STRs e mitocondriali." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2013. http://hdl.handle.net/11584/266092.
Full textD'Amato, Ester. "Simulazione di attività neuroelettrica corticale durante compiti motori in pazienti post-ictus con lesione unilaterale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17487/.
Full textVACCA, LAURA. "Analisi della variabilità genetica e della connettività tra popolazioni di due specie di Elasmobranchi: Raja clavata L.,1758 e Scyliorhinus canicula (L., 1758)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266682.
Full textBuffelli, Trifone Emanuele. "Ritmi cerebrali e causalità di Granger durante l'apprendimento associativo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.
Find full textPASQUA, Gabriele. "Resting state FMRI of the cerebellar lobes in patients with multiple sclerosis: a seed-based analysis." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2020. http://hdl.handle.net/11695/98919.
Full textIntroduction: Anatomical, clinical and imaging findings suggest that the anterior and posterior cerebellar lobes are engaged in motor control and in cognitive functions, respectively. The scope of this thesis: The material presented in this thesis provides new insights concerning the role of the cerebellum and its functional alterations in multiple sclerosis, with the application of functional MRI. The aim of our work is to focus on the different contributions of the two lobes of the cerebellum at rest, in order to better understand their different involvement in motor and cognitive functions. In the current study, we used resting-state functional magnetic resonance imaging (rs-fMRI) to study subjects with Multiple Sclerosis (MS) while they are at rest. Resting state functional connectivity (rsFC) of the sensori-motor and the cognitive lobes of the cerebellum and their correlation with clinical variables were investigated. Methods: We enrolled 119 patients (28 males, aged 38.9±10.1 years, mean±SD), including 91 relapsing remitting and 28 secondary progressive MS, and 42 age- and gender-matched healthy subjects (HS, 13 males, aged 35.6±11.3 years). Subjects underwent a 3T MRI, including T13D, T2w and resting state functional MRI. Patients were evaluated by the Expanded Disease Status Score (EDSS) and MS functional composite scale. We used EDSS, 9-Hole Peg Test (9-HPT) and 25 Timed Foot Walking Test (25-TFWT) as measures of motor impairment and Paced Auditory Serial Addition Test (PASAT) as measure of cognitive functions. In each subject, cerebellum was parcelled into smCb (lobules I–V and VIII) and cCb (lobules VI–VII, IX-X) via the Spatially Unbiased Infratentorial Toolbox (SPM). Data were analyzed via FSL. Voxel-wise rsFC was calculated using smCb and cCb as seeds. Correlations and group differences were non-parametrically computed (Randomize, FDR corrected at p<.05). Age, lesion load, grey and white matter volumes were included as covariates of no interest. Results: Compared to HS, in MS patients rsFC between smCb and precentral gyrus, operculum and basal ganglia was decreased, while rsFC between smCb and superior parietal and prefrontal cortices, cuneus and thalamus was increased. As well, rsFC between cCb and prefrontal gyrus, lateral temporal cortex, precuneus, insula and vermis was decreased, whereas rsFC between cCb and pre- and post-central gyri, occipital and mesial temporal cortices, precuneus and thalamus was increased. Both EDSS and 9-HPT negatively correlated with rsFC of smCb with precuneus, lateral parietal cortex and post-central gyrus; 25-TFWT negatively correlated wth rsFC between smCb and the right post-central gyrus and left precuneus. PASAT positively correlated with rsFC of cCb with superior and middle frontal gyri, superior parietal and lateral occipital cortices, caudate nucleus and cerebellum. Conclusions: Cerebellar rsFC with supratentorial brain areas is altered in MS. The correlations between cerebellar rsFC and clinical scales indicate that the higher the rsFC the lower the clinical disability, in terms of both motor impairment and cognitive decline, suggesting a compensatory role of the increased cerebellar rsFC.
Garbin, Silvia. "A probabilistic approach to quantifying spatial patterns of flow regimes and network-scale connectivity." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3426368.
Full textQuesta tesi propone un approccio probabilistico per quantificare la distribuzione spaziale della connettività idrologica alla scala di rete dettata dalla variabilità spazio-temporale dei deflussi. Le dinamiche spaziali dei deflussi sono definite sulla base delle caratteristiche climatiche e morfologiche del bacino contribuente, integrando un approccio fisicamente basato che descrive la stocasticità delle precipitazioni, ed incorporando un modello di bilancio idrologico e un modello di deflusso di recessione geomorfologica. La connettività idrologica lungo il reticolo idrografico è valutata sulla base di soglie associate a tiranti idrici ecologicamente significativi. Il modello proposto consente una descrizione quantitativa delle principali cause idrologiche e delle conseguenze ecologiche delle dinamiche dei tiranti sperimentate dalle reti fluviali. Le analisi condotte in questa tesi mostrano che la variabilità spaziale della connettività idrologica alla scala locale dipende fortemente dalla distribuzione spaziale e temporale delle variabili climatiche. I risultati evidenziano come la forma del reticolo connesso possa essere influenzata in modo cruciale dalle dinamiche idrologiche sottostanti. L'approccio a scala di rete sviluppato in questo lavoro fornisce importanti elementi per la comprensione dell'effetto del clima sulla funzione ecologica dei corsi d'acqua naturali e offre una nuova prospettiva per la definizione dei deflussi ecologici determinanti per lo sviluppo di politiche idriche sostenibili.
Burchini, Martina. "Analisi contrastiva degli elementi di struttura e coesione testuale di sentenze penali italiane, austriache e tedesche in un'ottica traduttiva." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8153/.
Full textSARTORI, ELISA. "Parametric connectivity analysis in time and frequency domain from in silico and EEG data." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3426641.
Full textNegli ultimi decenni le varie tecniche e metodiche sviluppate per lo studio dell'attività cerebrale hanno dimostrato che le diverse regioni neuronali del cervello non operano in isolamento ma interagiscono tra loro formando una complessa rete di connessioni. Lo studio di queste relazioni/connessioni esistenti tra le diverse regioni corticali, tramite l'elaborazione sia di segnali elettrofisiologici, come l'EEG, sia di immagini, come l'fMRI, è generalmente denominato come studio della connettività. La definizione di connettività può essere classificata in tre principali categorie: anatomica, funzionale ed effettiva. La connettività anatomica e strettamente associata alla presenza di connessioni assoniche tra i vari neuroni; la connettività funzionale e definita come la correlazione temporale tra eventi neurofisiologici appartenenti a diverse regioni neuronali; la connettività effettiva è definita come l'influenza che una regione neuronale esercita attraverso una relazione causaeffetto su un'altra regione. In letteratura sono presenti due principali approcci per lo studio della connettività: l'uno di tipo esplorativo, basato esclusivamente sui dati da cui estrarre informazioni sia sulla topologia sia sulla forza; l'altro che prevede la conoscenza a priori di un modello di rete per ottenere informazioni circa l'intensità degli accoppiamenti. L'obiettivo di questa tesi si e focalizzato sulla validazione e implementazione di alcuni dei metodi pi u utilizzati: quelli basati sui modelli autoregressivi multivariati(MVAR), come la Directed Transfer Function (DTF), la Partial Directed Coherence (PDC), e sui principi della causalità di Granger e il metodo detto Structural Equation Modeling (SEM). Questi metodi sono ampiamente esaminati in letteratura per quantificare la loro capacità di rilevare le connessioni cerebrali, ma gli studi di simulazione proposti sono basati su modelli di generazione dei dati in silico che semplificano molto la reale complessità del cervello [15] e che si basano sui modelli autoregressivi stessi. Per superare questo problema e stata sviluppata una simulazione con un approccio innovativo basato sull'utilizzo di un Neural Mass Model[17]. L' obiettivo consiste nel generare dati simulati completamente indipendenti dalle equazioni lineari dei metodi che poi si vanno a testare e, al contempo, in grado di simulare la complessità delle reti neurali. Brevemente, la simulazione consiste delle seguenti fasi: - diversi set di dati in silico sono simulati utilizzando il modello neurale di massa con diversi modelli di topologia, livelli di non linearità e intensità di connessioni; - per ogni set dei suddetti parametri, 100 realizzazioni di segnali di 2 secondi vengono generati; - le reti stimate a partire dai parametri di connettività calcolati con i metodi considerati vengono confrontate con le reti vere. Per analizzare le prestazioni dell'indice di causalità di Granger e degli indici infrequenza Directed Transfer Function (DTF) e Partial Directed Coherence (PDC)sono state effettuate simulazioni Monte Carlo in modo da ottenere una statistica delle performance. Si è osservato che l'indice di Granger è il più affidabile con elevata percentuali di sensibilità e bassa frequenza di falsi positivi e negativi. Per analizzare la stima delle forze, sono stati confrontati i valori dei pesi imposti coni risultati degli indici dei metodi MVAR e le stime ottenute dal SEM mediante regressione lineare. Si e osservato che il SEM e il metodo meno affidabile, mentre i risultati ottenuti con gli indici MVAR presentano una buona correlazione lineare con i pesi veri. Anche in questo caso l'indice di Granger dà i migliori risultati correlando sempre con R > 0:99. I risultati hanno rivelato che l'indice di causalità di Granger è un accurato stimatore della topologia di rete in quanto si e dimostrato in accordo con le reti vere nella maggior parte degli esperimenti simulati, mentre DTF e PDC, oltre a presentare alcune imprecisioni, risultano più difficili da interpretare in termini di forze assolute. Questi risultati suggeriscono di utilizzare l'indice di causalità di Granger come strumento esplorativo per definire sia la topologia della rete sia l'intensità delle forze. Poi, le informazioni in frequenza provenienti dai diversi metodi (DTF, PDC) devono essere integrate per migliorare l'affidabilità dei risultati sulle intensità delle connessioni. L'obiettivo principale di questo studio di simulazione e quello di fornire una procedura robusta da usare per l'analisi della connettività del cervello umano, in grado di classificare i diversi stati del cervello in supporto sia della ricerca in ambito cognitivo e sia dell'attività clinica. L'analisi effettuata sui segnali EEG riportata e un esempio di applicazione a dati reali, in cui si esamina l'effetto dell'iperammonemia indotta da un carico amminoacidico su pazienti cirrotici e soggetti sani sulla riorganizzazione funzionale del segnale EEG (Dott. Amodio, Dipartimento di Medicina, Università degli Studidi Padova). Questa tesi si sviluppa in sei capitoli di seguito brevemente riassunti. Nel Capitolo 1 si definiscono sia i modelli multivariati autoregressivi e gli indici derivati per stimare la connettività in termini di causalità di Granger e nel dominio della frequenza, sia il metodo SEM. Nel Capitolo 2 si presenta il modello utilizzato perla generazione dei dati simulati analizzati in questa tesi e si descrivono le caratteristiche principali delle reti di simulazione considerate. Nel Capitolo 3 vengono descritti sia i metodi impiegati per la valutazione della significatività statistica dei vari stimatori sia la procedura per valutare l'accuratezza delle stime con il confronto sulle reti vere. Nel Capitolo 4 si presentano i principali risultati dello studio della connettività corticale ottenuti mostrando dapprima l'intera analisi su un sottoinsieme di simulazioni, poi sintetizzando i risultati su tutti i dataset. Nel Capitolo 5 viene presentata una possibile applicazione dei metodi prima esposti su un problema di tipo clinico, riguardante l'analisi di EEG su pazienti affetti da Encefalopatia epatica. Infine, nel Capitolo 6 si discutono i risultati presentati nel capitolo 5 evidenziando limiti e vantaggi dei vari metodi e il loro range di applicabilità in modo da visualizzare globalmente le loro prestazioni. L'Appendice riporta un lavoro parallelo eseguito per studiare il significato dei coefficienti di connettività stimati con il metodo SEM utilizzando le equazione del neural mass model descritto in precedenza.
Borsari, Marcello. "Multihoming su Symbian per VoIP." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1436/.
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