Academic literature on the topic 'Conflitto di interessi. Risparmio'

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Journal articles on the topic "Conflitto di interessi. Risparmio"

1

Pazč, Valentina. "Il bene comune tra antichi e moderni." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 5 (December 2011): 215–27. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-005015.

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Abstract:
1. Premessa: usi e abusi / 2. Bene comune e/ 3. Platone, Aristotele e il conflitto di interessi / 4. Rousseau e la legge come espressione dell'interesse pubblico / 5. Burke e il divieto di mandato imperativo / 6. Costituzione e politica / 7. Bene comune: di chi?
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2

Santarelli, Matteo. "Conflitto, interessi, bisogni. Le Lezioni in Cina di John Dewey." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 63 (February 2019): 47–60. http://dx.doi.org/10.3280/las2018-063004.

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3

Etzkowitz, Henry. "Imprenditorialità degli scienziati: conflitto di interessi e cambiamento normativo nella scienza." Quaderni di Sociologia, no. 20 (August 1, 1999): 7–28. http://dx.doi.org/10.4000/qds.1414.

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4

Mattana, Paolo. "L'istituzione del Fondo di Garanzia in Sardegna. La quantificazione degli effetti attesi, diretti e sistemici." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 47 (October 2011): 89–118. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-047012.

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Abstract:
Il presente saggio quantifica gli impatti diretti e sistemici attesi dall'istituzione di un Fondo di co-garanzia e contro-garanzia pubblica a supporto dell'ordinaria attivitŕ dei Confidi operanti nel territorio regionale della Sardegna. A partire dalle previsioni del Piano di Attivitŕ, e nell'ipotesi di un utilizzo integrale delle risorse a disposizione, si č costruito uno scenario valutativo che ha consentito di determinare l'"addizionalitŕ creditizia" e il risparmio in conto interessi per le imprese, fino al 2020, per il territorio regionale sardo. Utilizzando, poi, i "ratios" macroeconomici, si č anche proceduto a ricavare gli effetti prevedibili dell'intervento sul valore aggiunto, sugli investimenti, sull'occupazione e sui redditi da lavoro dipendente.
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5

Sartori, Giovanni. "LE RIFORME ISTITUZIONALI TRA BUONE E CATTIVE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no. 3 (December 1991): 375–407. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017822.

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Abstract:
Introduzioneè difficile che un sistema politico si autoriformi. Ma oramai quasi tutti si sono impegnati nel “fare qualcosa”. Tutti o quasi tutti ammettono che il sistema Italia non funziona, o che dovrebbe funzionare meglio. Infine, tutti sottoscrivono un obiettivo comune: uscire dalla democrazia paralizzata aumentando la governabilità, il rendimento e l'efficacia del governare. Se non c'è obiettivo comune non c'è speranza. Ma se c'è, si può sperare. Do per scontato, allora, che esista un fine primario, o prioritario, condiviso un po’ da tutti. Le difficoltà restano, e sono di due tipi. Il primo ostacolo è posto dal calcolo dei vantaggi: le parti in causa vogliono riforme che le avvantaggiano (o comunque rifiutano quelle che le penalizzano). Il secondo ostacolo risiede nel calcolo dei mezzi: le parti in causa non sanno calcolare o calcolano male la strumentazione: quali sono i mezzi idonei e sufficienti al fine proposto. Nel primo caso il conflitto è di interessi. Nel secondo caso il problema è di sapere. Discettare di riforme ignorando gli interessi è inutile. Ma è utile mostrare che il calcolo degli interessi, dei vantaggi o svantaggi, può essere sbagliato.
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6

Sala, Roberta. "Il bambino morente: verità, autonomia e interessi in conflitto. Linee per una discussione." Medicina e Morale 42, no. 2 (April 30, 1993): 363–79. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1060.

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Abstract:
Partendo dalla rimozione della morte che la società odierna opera e dalla difficoltà di parlare della morte ai bambini, l'Autore del presente studio illustra anzitutto la capacità di comprensione della morte che ha il bambino, facoltà per certi versi più sviluppata dell'adulto proprio per le peculiari caratteristiche psicologiche del bambino stesso. Il lavoro prende in esame il caso del bambino inguaribile, situazione nella quale la concezione meccanicistica e biologista della medicina si rivela insufficiente a gestire il fatto umano, mentre l'ascolto dell'altro, la cura (concetto diverso dalla guarigione), la relazione tra medico e paziente in un "affidarsi" reciproco, si rivelano decisive. Su queste basi la comunicazione della verità al bambino gravemente ammalato ha senso solo se basata sul rispetto del bambino come persona.
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7

Guglielmo, Matteo. "Dinamiche politiche e regimi di conflitto nella Mogadiscio contemporanea." STORIA URBANA, no. 126 (September 2010): 17–36. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-126002.

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Abstract:
La guerra civile in Somalia si protrae ormai da diciotto anni, cambiando spesso attori, interessi e caratteri. A causa di essa, le sue cittŕ sembrano essere mutate, non tanto in seguito alla definizione di politiche urbane ufficiali, ma piuttosto seguendo linee imposte dal conflitto stesso. Mogadiscio, capitale della Repubblica Somala dal 1960, č uno dei centri che ha risentito maggiormente dei cambiamenti politici e sociali post- 1991, adattando i suoi spazi e confini ai processi di scontro e, conseguentemente, di mobilitŕ forzata che continuano a contraddistinguere l'intero paese e la sua popolazione. Cosě, la geografia del conflitto ha finito col trasferire i suoi caratteri nella stessa conformazione urbana della capitale, trasformando profondamente quartieri, mercati, spazi e, al tempo stesso, aprendola a nuovi centri di potere e di autoritŕ i quali, seppur brutali e illiberali, sembrano comunque aver registrato un certo grado di successo. In tale contesto, i processi di globalizzazione hanno trovato campo fertile: Mogadiscio č diventato uno dei centri economici piů dinamici del Corno d'Africa, aperto non solo ai mercati regionali, ma anche a quelli arabi, i cui vettori principali si sviluppano tutt'oggi attraverso l'asse Dubai-Mogadiscio. Questo articolo si propone di fornire uno spaccato sulle dinamiche politiche e sociali che hanno contraddistinto la capitale somala dallo scoppio della guerra civile nel 1991 ad oggi, cercando di individuare non solo i suoi mutamenti fisici e strutturali, ma anche di identificare gli attori che ne hanno determinato i nuovi assetti economici e di potere.
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8

Palazzolo, Maria Iolanda. "Chi č l'autore dell'Indice? Santa Sede e diritto d'autore nell'Italia liberale." SOCIETÀ E STORIA, no. 132 (July 2011): 277–300. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-132003.

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Abstract:
Il saggio si propone di ricostruire, attraverso l'analisi delle fonti inedite dell'Archivio della Congregazione dell'Indice e del dibattito coevo, una singolare controversia che alla fine dell'ottocento vede contrapposti gli interessi della Santa Sede, che rivendica il diritto d'autore sulle pubblicazioni ecclesiastiche - tra cui l'- e quelli di alcuni editori cattolici, che al contrario affermano il loro pieno diritto di riprodurre e diffondere testi della tradizione cattolica. La questione, che coinvolge personaggi notissimi della cultura giuridica e dell'editoria nazionale, avrÀ un interessante sviluppo giudiziario. Sullo sfondo, sia il conflitto Stato Chiesa dopo l'UnitÀ che la nuova normativa italiana sul diritto d'autore, spesso largamente disattesa e causa di numerosi conflitti tra otto e novecento.
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9

Pontremoli, Roberto. "Ancora in Tema di… Scienza Biomedica ed Etica Professionale: Dalla Open Science al Conflitto di Interessi." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 27, no. 4 (September 11, 2015): 264–66. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2015.843.

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10

Tonelli, Annapaola. "Il trustee sempre più protagonista nelle strategie concorsuali: il peculiare caso di un concordato bolognese." Trusts, no. 6 (December 1, 2022): 1158–62. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.228.

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Abstract:
Sunto Nell’ambito di un concordato preventivo ex art. 161, comma 2 e 3 L.F., il Tribunale di Bologna ricorrere al trust di scopo per risolvere un delicato conflitto di interessi a carico della classe dei creditori obbligazionisti, risultanti anche gli acquirenti all’asta dell’intero capitale sociale dell’impresa in concordato, per il tramite di una Newco Lussemburghese costituita ad hoc. Per la prima volta in Italia, piano e proposta concordataria sono stati presentati al ceto creditorio a firma di un trustee, del tutto terzo rispetto alla Newco acquirente e all’impresa in concordato. Grazie al trust istituito, la Newco ha potuto votare all’adunanza dei creditori alla quale diversamente sarebbe stata esclusa ex art. 177, comma 4, L.F. Gli elementi di internazionalità presente nell’operazione complessiva hanno comportato l’espletamento di una accurata procedura di verifica ex L. 21 novembre 2007, n. 231.
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Dissertations / Theses on the topic "Conflitto di interessi. Risparmio"

1

Piovesan, Enrica. "Il conflitto di interessi degli amministratori di società." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426597.

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Abstract:
The current research is about corporate criminal law. In particular, it deals with the problematic subject of the conflict of interest of corporate directors; that is, its focus in on the state-of-the-art solutions, which have been operated about this matter, but also on the perspectives of reform about this complicated issue. The research on this thematic encompasses comparisons between the penal sanctions, known by Italian law to repress the phenomenon, with both historical and recently emerged connections to the application problems. Such analysis starts from the, now abrogated, crime of conflitto di interessi and then it goes on with a closer look on those of infedeltà patrimoniale and omessa comunicazione del conflitto di interessi. Furthermore, through the analysis of the experiences of France, Spain and the United Kingdom, evidence is shown indicating how special norms of company criminal law and common crimes can coexist, specifically by looking at the crime of embezzlement. For this reason, also the above mentioned crime has undergone a close examination, specifically aiming to cast light on its vis expansiva. The purpose of the research, beyond tracing a wide overview of potential solutions, is to understand the necessary extent of use for criminal law, on one hand, and to sort out in what measure company criminal law is preferable, on the other hand, in order to provide effective sanctions to breaches of company law.
La presente ricerca riguarda la materia del diritto penale commerciale. In particolare, essa è incentrata sulla complessa problematica della disciplina del conflitto di interessi degli amministratori di società, in quanto essa si focalizza sullo stato della questione e le prospettive di riforma. L’approfondimento della tematica passa, naturalmente, attraverso il confronto tra le disposizioni penali conosciute dall’ordinamento italiano per reprimere il fenomeno, a partire dall'abrogato delitto di conflitto di interessi, fino al quelli dell'infedeltà patrimoniale e dell'omessa comunicazione del conflitto di interessi. Si affrontano, quindi, le connesse problematiche applicative, sia recenti, sia storicamente emerse, tanto in dottrina che in giurisprudenza. D'altro lato, attraverso l’analisi delle esperienze di Francia, Spagna e Regno Unito, viene evidenziato come possa svolgersi la coesistenza tra norme speciali, di diritto penale societario, e reati comuni, con particolare riferimento a fattispecie assimilabili al delitto di appropriazione indebita. Anche tale fattispecie è stata, dunque, esaminata, con particolare riguardo alla vis expansiva della stessa. Fine ultimo della tesi di ricerca, al di là di tracciare un’ampia panoramica sulle soluzioni prospettabili, è stato quello di comprendere, da un lato, fino a che punto sia necessario l’intervento del diritto penale e, dall'altro, in che misura sia auspicabile un diritto penale societario, che si presenti come sanzionatorio di precetti civilistici.
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LOY, DIEGO. "Abuso di gestione e conflitto di interessi: la responsabilità penale degli amministratori, sistemi a confronto." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2018. http://hdl.handle.net/11567/942211.

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Bedeschi, Veronica. "Rapporto di cambio e conflitto di interessi nella delibera di fusione tra tutela reale e tutela obbligatoria." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425171.

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Abstract:
«exchange ratio and conflict of interests in the merger general meeting between property rule and liability rule». One of the most significant problems regarding the merger of joint stock companies (società per azioni) is represented by the conflict of interests that may arise during the companies' resolution to merge. The conflict of interests can arise at the vote concerning the exchange ratio set by the directors in the merger plan and then voted by the shareholders, when the merger occurs between two companies, one shareholder of which is the owner of a shareholding in both companies and also when the merger occurs between a parent company and a subsidiary. In the Italian Civil Code there is a so-called «barring» rule, Art. 2504 quater, that prohibits ruling the merger as invalid once the deed of merger has been published, and grants the shareholder, who considers himself damaged by the merger, the possibility of obtaining compensation for damages arising from the operation concluded under a conflict of interest. With this regulation there is the danger that the shareholder, who considers himself injured by an inappropriate exchange ratio due to the conflict of interests, is denied property rule. This work will attempt to highlight the advantages and disadvantages of the two forms of protection, also from the economic analysis of the law perspective. This research will attempt to retain a fundamental significance for the invalidity protection in the merger, taking advantage of those means made available in this sense by the regulations. To this end, attention will be paid to the precautionary suspension action of both the Board of Directors resolution, with which the merger plan is approved, as well as the companies' resolution approving the merger.
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Di, Natale Grazia <1985&gt. "Il conflitto di interessi nell'attività di intermediazione finanziaria: evoluzione della disciplina tra misure di gestione e tutela degli investitori." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6648.

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Abstract:
Il presente lavoro cerca di sottolineare come il conflitto di interessi sia connaturato nell’agire imprenditoriale degli intermediari finanziari e come gli investitori, non disponendo di una conoscenza adeguata, spesso sono meno tutelati. L’analisi della tematica viene introdotta da uno studio sull’evoluzione legislativa che prende avvio dalla legge bancaria del ’39, seguitando ad esaminare le principali modifiche intervenute a livello nazionale per il recepimento della Direttiva Mifid, 2004/39/CE, in merito alla regolamentazione dei mercati finanziari. In questo excursus di norme si evince una, sempre, maggiore consapevolezza del legislatore sull’impossibilità di eliminare in radice il conflitto stesso, adottando, di conseguenza, un approccio teso a governare il verificarsi di ipotesi conflittuali. Si osserva come, in Italia, il recepimento di tale Direttiva è destinata a mutare sensibilmente i rapporti tra intermediari e investitori. Dopo aver fornito una panoramica sulle varie fattispecie di conflitto di interessi, relativamente alle attività ed ai servizi d’investimento svolti dai soggetti abilitati, si prosegue con l’analisi delle misure volte a gestire le situazioni conflittuali. Si tratta di politiche e regole di comportamento finalizzati all’innalzamento del livello di tutela del cliente. A completamento dello studio, si evidenziano infine una serie di rimedi contro i comportamenti viziati degli intermediari finanziari, prevedendo, dapprima, la nullità dei contratti posti in essere, per terminare infine con l’ipotesi di risarcimento dei danni.
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Lovato, Federica <1988&gt. "IL CONFLITTO DI INTERESSI NELL’INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA Uno studio sull’evoluzione della dottrina e della prassi operativa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2710.

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Abstract:
Il presente elaborato vuole fornire un’esaustiva panoramica sulla disciplina del conflitto di interessi che può viziare i comportamenti degli intermediari finanziari. La problematica prende origine già nella prima metà del secolo scorso e solo nel nuovo millennio si è addivenuti ad una soluzione completa e sufficientemente unitaria all’interno della comunità europea. Nel tentativo di trarre delle considerazioni in merito, si è ritenuto opportuno introdurre la trattazione attraverso un excursus sull’evoluzione normativa che prende avvio dalla legge bancaria del 1936 e termina nella più recente attuazione della Direttiva MiFid. Ricostruito il contesto, la trattazione esamina le modalità con cui gli intermediari applicano la disciplina attualmente in vigore. I soggetti abilitati, innanzitutto, individuano le differenti ipotesi di situazioni in cui possono versare in conflitti dannosi per il cliente, relativamente alle attività e ai servizi di investimento che svolgono, elaborando una casistica che viene costantemente implementata. Una volta riconosciute queste situazioni gli intermediari mettono in atto idonee politiche di gestione, finalizzate all’eliminazione non tanto degli interessi conflittuali, quanto piuttosto dei danni che il conflitto arreca al cliente. Sono quindi analizzate le misure adoperate e i soggetti che, all’interno dell’impresa, sono preposti ad applicare queste procedure. Inoltre l’elaborato analizza le modalità della comunicazione che gli intermediari sono tenuti a fornire al cliente qualora le politiche di cui sopra non fossero sufficienti. In ultimo, lo scritto scorre la serie dei rimedi posti in atto dalla clientela contro i comportamenti irregolari degli intermediari in conflitto di interessi. L’evoluzione della dottrina e quindi della giurisprudenza hanno portato a penalizzare tali comportamenti inizialmente con la nullità dei contratti posti in essere, poi con il rimedio dell’annullabilità per vizio del consenso ed infine con la risoluzione del contratto e l’eventuale risarcimento dei danni.
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6

CAVALIERI, MATTEO. "La creazione di valore tra teoria e prassi." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/775.

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Abstract:
Le modalità attraverso le quali taluni investitori istituzionali operano, con riferimento al mercato dei capitali ed in particolare al controllo societario, hanno profondamente influenzato il modo di fare “attività d’impresa”. Infatti, gli orizzonti temporali delle strategie risultano totalmente stravolti a favore di logiche speculative di gestione dell’impresa e di realizzazione del valore per gli azionisti nel breve periodo. Le strategie delle organizzazioni vengono spinte verso comportamenti più tipicamente speculativi, risultando distaccate dalle logiche di creazione di valore legate alla produzione. Le conseguenze di quanto detto mettono a dura prova il modello della società per azioni e, in particolare, richiedono una riflessione sulla concezione di “capitale di rischio” nonché una rimeditazione delle logiche e dei modelli di governance.
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7

MONTEFIORI, CLAUDIO. "La corporate governance e gli amministratori indipendenti: le società quotate a controllo pubblico." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/1072.

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Abstract:
Il tema riguardante il sistema di governo delle imprese ha origini lontane, essendo sempre stato un argomento che ha interessato e stimolato studiosi di varie discipline, economiche e sociali. La particolare attenzione rivolta al tema negli ultimi anni è frutto anche dei numerosi scandali finanziari e contabili che hanno scosso, a livello internazionale, il sistema dell’impresa e la sua capacità di sostenersi senza una condivisa regolamentazione della materia. Conseguentemente si è assistito a diverse ondate di interventi, volte a disciplinare il sistema di governo delle imprese, il cui obiettivo è stato quello di creare maggiori garanzie per gli investitori, aumentando obblighi e adempimenti in capo ad amministratori e manager ed inasprendo le relative pene in caso di accertamento di determinati reati. In tale contesto assume particolare importanza la figura dell’amministratore indipendente, soprattutto nell’ambito delle società a partecipazione pubblica; questi, in forza della sua posizione di estraneità e libertà da qualsiasi conflitto di interesse con chi conduce la società, risulta il soggetto più idoneo all’interno del CdA a svolgere il ruolo di vigilanza nell’interesse di tutti i soggetti coinvolti.
The topic of the government of the companies has always interested and stimulated scholars of various economic and social disciplines. In the recent years, the particular attention for this topic is the result of many financial and accounting scandals that have upset, worldwide, the government of the companies and its ability to support itself without a shared legislation. It should be noted, as a result, that various interventions have tried to create better guarantees for the investors, increasing duties and fulfillments for managers and worsening punishments when from the inquiries made it appears that specific crimes have been perpetrated. In this context, above all in the public companies, the role of the outside directors is very important; in fact the outside director, for his non involvement and freedom from every conflict of interest towards the management, is the most suitable person to keep an eye on the interests of all people involved.
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8

GIURICKOVIC, ANNA. "Il conflitto tra interessi pubblici nell'azione amministrativa." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1360124.

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Abstract:
Con il presente lavoro mi sono prefissa l’obiettivo di fornire un quadro, il più completo possibile, circa i modelli di composizione tra i distinti interessi pubblici alla cui cura e attuazione è preposta la pubblica Amministrazione, rivolgendo una particolare attenzione al conflitto tra valori economici e valore ambientale. L’analisi è stata condotta anche in chiave comparata, con riferimento ad alcuni specifici istituti che in altri ordinamenti europei (in particolare in quello francese) dimostrano un migliore rendimento. In particolare, la ricerca si propone di evidenziare le criticità di alcuni istituti di coordinamento amministrativo, o delle soluzioni previste - non solo dalla legge sul procedimento amministrativo, ma anche da alcune normative di speciali e di settore - per il superamento ora dell'inerzia ora del dissenso espresso da alcune pubbliche amministrazioni; e ciò anche alla luce delle varie modifiche apportate dallo spirito riformatore del legislatore degli ultimi anni.
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Books on the topic "Conflitto di interessi. Risparmio"

1

Pertici, Andrea. Il conflitto di interessi. Torino: G. Giappichelli, 2002.

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2

Stesuri, Aldo. Il conflitto di interessi. Milano: Giuffrè, 1999.

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3

Maffeis, Daniele. Conflitto di interessi nel contratto e rimedi. Milano: A. Giuffrè, 2002.

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4

Sciortino, Antonella. Conflitto di interessi e cariche di governo: Profili evolutivi delle ineleggibilità e delle incompatibilità. Torino: G. Giappichelli, 1999.

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5

Solimena, Luigi. Il conflitto di interessi dell'amministratore di società per azioni nelle operazioni con la società amministrata. Milano: Giuffrè, 1999.

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6

Chiozza, Paola. Conflitto Di Interessi. Independently Published, 2020.

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7

Lo spazio della mediazione: Conflitto di diritti e confronto di interessi. Milano: A. Giuffrè, 2003.

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8

Lolli, Alessandro. L'amministrazione attraverso strumenti economici. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg240.

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Abstract:
L’amministrazione nell’esercizio di funzioni pubbliche ricerca efficienza e risparmi non solo riorganizzando la propria azione, ovvero esternalizzando tali funzioni, e cioè sostituendo un soggetto privato a se stessa per parti limitate dell’azione amministrativa, la quale ultima spesso resta comunque oggettivamente disciplinata dal diritto amministrativo. Più di recente, l’amministrazione persegue obiettivi di risparmio ed efficienza attraverso i privati anche valorizzando in modo più sistematico e ampio strumenti propri della vita economica e dei mercati per il perseguimento di interessi pubblici, in sostituzione (parziale) degli strumenti amministrativi tradizionali. Anziché esternalizzare funzioni pubbliche, si internalizzano in tal modo interessi pubblici (e i costi relativi) nell’ambito dell’attività privata e degli strumenti diffusi sul mercato. Tali strumenti sono conformati comunque dal diritto amministrativo e dall’intervento dell’amministrazione, per garantirne la funzionalità rispetto agli interessi pubblici, ma non fino al punto da snaturarne le caratteristiche economiche e di mercato e la relativa disciplina, in parte significativa privatistica. Essi trovano equilibri compatibili con l’interesse pubblico in modo più veloce, più flessibile, più informato e soprattutto – come dimostrano le analisi economiche – con costi significativamente minori per l’amministrazione rispetto a strumenti di tipo tradizionale. Si tratta di strumenti come lo scambio di titoli nei mercati artificiali (per ridurre l’inquinamento, fissando valori complessivi ammessi di emissioni e dei titoli corrispondenti), il rilascio di brand ambientali utili anche in una logica di vendita dei prodotti che ottengono tali brand (per riqualificare ambientalmente i processi produttivi), la stipulazione di accordi unilaterali da parte delle imprese, in una logica economica di miglioramento dell’immagine dell’impresa per ottenere più credibilità sia con i consumatori che con l’amministrazione, evitando così talora un’etero-regolamentazione amministrativa (per riqualificare l’attività delle imprese attraverso un coinvolgimento propositivo delle medesime). Alessandro Lolli è straordinario di Diritto amministrativo nell’Università di Bologna. Ha svolto attività di ricerca, tra l’altro, con riferimento alla delimitazione della categoria degli atti amministrativi e all’ambito di applicazione della disciplina prevista per tale categoria; con riferimento ai limiti soggettivi del giudicato amministrativo; con riferimento a ulteriori tematiche di diritto amministrativo generale e di diritto dell’economia.
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Book chapters on the topic "Conflitto di interessi. Risparmio"

1

Pelaia, Paolo, Erica Adrario, and Lucia Buglioni. "Conflitto di interessi: Considerazioni e raccomandazioni." In Governo clinico e medicina perioperatoria, 327–36. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2793-0_24.

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Conference papers on the topic "Conflitto di interessi. Risparmio"

1

Cedroni, Anna Rita. "Roadmap per una citta sostenibile: Vienna." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7915.

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Abstract:
Al di là di più di duemila anni di tradizione storica, l’Austria, ha mostrato con coraggio, fin dall’entrata nella Comunità Europea, il suo sviluppo economico così come la sua modernità e la sua apertura verso l’esterno. La dinamicità culturale e tecnologica della sua capitale, l’ha resa uno degli esempi più apprezzati da tutta l’Europa fin dall’inizio di questo secolo. In poco più 15 anni, Vienna è diventata di fatto la città europea con la migliore qualità della vita. Il merito di tale successo è dato sicuramente da due componenti fondamentali: la stabilità politica del Paese e il metodo di gestione dei processi di pianificazione territoriale e urbana. L’attuale sviluppo del territorio mostra come alla base di tale qualità i fattori prevalenti siano l’architettura, ma anche le politiche urbanistiche territoriali. Sta di fatto, spiega un recente rapporto del comune di Vienna sul tema risparmio energetico e sostenibilità, che per garantire e mantenere una tale qualità della vita, occorre tener conto di tre costanti essenziali nelle dinamiche dei processi di sviluppo urbano: il rinnovamento, la ristrutturazione e l’espansione. Tali elementi consentono poi il confronto con modelli europei culturalmente più avanzati. La tutela dell’ambiente e del patrimonio ambientale si inseriscono in questo processo come una delle sfide più importanti che scaturiscono da tale confronto. Questo paper si prefigge di trattare l’esperienza viennese, ripercorrendo il lungo, ma rapido processo di cambiamento cominciato all’inizio degli anni Ottanta. Strumento generale di pianificazione urbanistica, il Piano di Sviluppo della Città (Stadtentwicklungsplan), ha costituito e costituisce tuttora lo strumento decennale di previsione e di programmazione energetica a livello urbano e territoriale, stabilendo le direttrici strategiche di espansione, di ristrutturazione e di rinnovamento della Città e del suo hinterland. Ma l’esclusività di tale strumento, è da vedere nell’anticipazione di temi come il consumo energetico, la sostenibilità e nell’individuazione della tutela ambientale, come questione prioritaria da includere nei programmi d’intervento da attuare a breve termine. Infatti, con la formulazione del primo Programma KliP (Klimaschutzprogramm) (1999–2009) e, successivamente, del secondo Programma KliP (2010-2020), vengono elaborati dei “pacchetti” di provvedimenti con obiettivi ben definiti, come per esempio la riduzione del 21%, a persona, dei gas di emissione e di gas propellenti rispetto ai valori rilevati nel 1990. Gli strumenti con i quali raggiungere tali obiettivi sono: la riduzione del fabbisogno energetico, l’introduzione di fonti di energia ecosostenibile, l’uso di materiali biologici nell’edilizia pubblica e privata a grande e piccola scala, ma soprattutto, gli interventi sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione del paesaggio. Accanto ai Piani di Sviluppo, Il Programma SEP (Städtische Energieeffizienz-Programm), definisce le linee generali da seguire nella gestione della politica dei consumi energetici a lungo termine, ovvero fino alla fine del 2015. I risultati portano già nel 2011 ad un aumento della quota di energia rinnovabile del 10% del volume totale del consumo di energia. Tra gli incentivi ci sono quelli rivolti alla realizzazione di centrali elettriche, inceneritori per il riciclo di materie dalle quali ricavare energia, mentre un ruolo sempre più importante è dato dall’uso della geotermia, e dell’energia solare. La continuità programmatica culmina nella formulazione di un progetto unitario, SMART CITY WIEN, che riunisce ben dieci gruppi differenti di interessi, istituzioni pubbliche, enti privati, centri universitari di ricerca, ecc., attorno ad una visione a lunga scadenza: Smart Energy vision 2050. Al centro della tavola rotonda le tematiche: lo sviluppo della popolazione, l’ambiente, i metodi di gestione, l’economia, l’energia e la mobilità. Accanto a queste, sostenibilità, partecipazione, diversità, efficienza di risorse, sviluppo regionale integrato come pure sviluppo economico equilibrato sono gli elementi fondamentali per la preparazione delle decisioni future.
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