Academic literature on the topic 'Confisca di prevenzione'

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Journal articles on the topic "Confisca di prevenzione"

1

Gialanella, Antonio. "Un punto di vista sulla resistibile novitŕ della riforma della prevenzione patrimoniale antimafia." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 5 (January 2011): 19–44. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-005003.

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Abstract:
1. Nomofilachia, coerenze di sistema e asistematicitŕ della duplice novella della legge n. 125 del 2008 e della legge n. 94 del 2009 (1.1. Il sequestro di prevenzione ex art. 2 ter, comma 2, della legge n. 575 del 1965 e successive modifiche: l'architettura disegnata dalla giurisprudenza di legittimitŕ prima della duplice novella legislativa - 1.2. La confisca di prevenzione ex art. 2 ter, comma 3, della legge n. 575 del 1965 nella novella del 2008 - 1.3. Il quantum dimostrativo necessario al sequestro e alla confisca di prevenzione prima e dopo la duplice novella legislativa: 1.3.1. In specie: il sequestro - 1.3.2. Onere probatorio e onere di allegazione / 2. La resistibile novitŕ della tendenza a rendere autonoma l'azione giudiziaria di prevenzione reale da quella di prevenzione personale nel duplice intervento legislativo del 2008 e del 2009.
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2

Francesco, Menditto. "Il codice antimafia. Quale futuro per il giudice della prevenzione e per l'utilizzo a fini sociali dei beni confiscati?" QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 6 (February 2011): 46–62. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-006005.

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Abstract:
1. La diffusa richiesta del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione2. Gli obiettivi e i limiti della legge (delega) 13 agosto 2010 n. 1363. I gravi limiti dello schema di decreto delegato, le modifiche proposte, gli interventi del Governo4. Il contenuto complessivo del cd. codice antimafia (ovvero delle misure di prevenzione)5. I limiti delle disposizioni relative al procedimento di prevenzione, al sequestro e alla confisca dei beni6. I limiti (e le omissioni) delle disposizioni sull'amministrazione delle aziende sequestrate7. La tutela dei terzi: i limiti del procedimento, il giudice della prevenzione quale liquidatore dei beni sequestrati nell'interesse dei creditori8. I beni ipotecati: i limiti della nuova disciplina, l'assenza di norme transitorie9. L'incentivo alla vendita dei beni sequestrati e confiscati10. Verso una rapida modifica del cd. Codice antimafia.
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3

Cortesi, Maria Francesca. "Confisca di prevenzione "antimafia" e confisca "allargata": rapporti ed interferenze processuali." Archivio penale, no. 3 (2015). http://dx.doi.org/10.12871/978886741480229.

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4

Cortesi, Maria Francesca. "Confisca di prevenzione "antimafia" e confisca "allargata": rapporti ed interferenze processuali." Archivio penale, no. 3 (2014). http://dx.doi.org/10.12871/978886741480214.

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5

Di Buccio, Stefania. "Una visione antropomorfica del c.d. codice antimafia nella celebrazione del decimo anno dalla pubblicazione in gazzetta ufficiale." Rivista di Studi e Ricerche sulla criminalità organizzata 7, no. 3 (March 1, 2022). http://dx.doi.org/10.54103/cross-17446.

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Abstract:
Il testo riproduce l’intervento, corredato di note, presentato al Convegno “Dieci anni di codice antimafia – le misure di prevenzione: bilanci e prospettive”, tenutosi il 29 settembre 2021 presso l’Università degli Studi di Milano. Attraverso un’analisi diacronica nel dispiegarsi nel diritto vivente dell’ultimo decennio, si disegna una visione antropomorfa del Codice antimafia, mostrandone i limiti e le potenzialità, sia sul versante dell’amministrazione giudiziaria dei beni sequestrati e confiscati, sia su quello del riutilizzo a fini sociali.
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Dissertations / Theses on the topic "Confisca di prevenzione"

1

MONTORSI, MATTEO. "Passato, presente e futuro della confisca di prevenzione." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/314916.

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Abstract:
Il presente lavoro si propone di analizzare la complessa evoluzione della confisca di prevenzione ed evidenziare le problematiche più rilevanti che caratterizzano questo strumento per come attualmente concepito ed applicato. A tal fine l’analisi muove dalla ricostruzione storica e normativa della nascita e dell’affermazione del sistema preventivo, in origine composto da misure solamente di carattere personale che, tuttavia, ancora oggi condividono con le misure patrimoniali il presupposto “identitario” costituito dalla possibilità di inquadrare il prevenuto in una fattispecie di pericolosità sociale. L’analisi è poi estesa alla giurisprudenza convenzionale più rilevante in tema di misure preventive e forme di confisca allargata dei proventi, nonché ai principali atti normativi che delineano la politica dell’Unione Europea in quest’ultima materia. L’ascesa di strumenti patrimoniali “moderni”, e in parte simili alla confisca di prevenzione, anche nelle altre legislazioni dell’Unione Europea ha peraltro suggerito l’opportunità di una breve comparazione con i modelli più interessanti del panorama europeo, ed in particolare con la corrispondente disciplina spagnola in tema di misure preventive e confisca dei proventi. Il lavoro si conclude con la formulazione di alcune osservazioni che, muovendo dalle ultime pronunce della Corte Costituzionale in tema di natura cd “ripristinatoria” della confisca di prevenzione (e della confisca allargata), si propongono di mettere a fuoco la perdurante problematicità -anche- della nuova impostazione prospettata, formulando comunque qualche spunto per un suo parziale superamento
Thesis aims to analyze the complex evolution of preventive italian confiscation and highlight the most relevant problems that characterize this tool as it is currently conceived and applied. The analysis starts from historical and normative reconstruction of birth and development of the preventive system, originally composed by personal measures that still today share with the preventive confiscation the presupposition constituted by the possibility to place the person whom it is addressed into a (more or less specific) cases of social dangerousness. The analysis is then extended to the most relevant ECHR jurisprudence about preventive measures and extended confiscation of proceeds of crime, as well as to the main regulatory acts that outline the policy of the European Union in the latter matter. The rise of "modern" type of tools in many other European Union legislations (which often share some aspects of the Italian preventive confiscation structure) has also suggested the opportunity of a brief comparison with the most interesting European models, especially regarding the corresponding Spanish legislation on preventive measures and confiscation of proceeds and assets of crime, Starting from the latest rulings of the Constitutional Court about the so-called "restorative" nature of the preventive confiscation (and of the extended confiscation), this work concludes with some observations that aim to focus on the main persisting problems of this tool (concern also the recent perspective mentioned before), however formulating some ideas for its partial overcoming
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Tiani, E. "LA CONFISCA DI PREVENZIONE E L'AMMINISTRAZIONE GIUDIZIARIA DI COMPLESSI AZIENDALI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/380737.

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Abstract:
This research aims to examine the prevention measures set against criminal and Mafia organizations and their economic expressions in the Italian system. When Mafia acts like an economic operator or business it is necessary to neutralize its power and the consequent negative effects on the legal society and market. In recent years, the Legislator is realizing that the best way to reach prevention is to attack the illegal properties of Mafia and remove the basis for their development. It is possible to use the same negative prevention measures (preventive seizure, confiscation and legal administration – articles 20, 24 and 34 D.lgs. nr. 159/2011) like instruments to reach positive prevention through a rehabilitation procedure for criminal companies and their re-integration to the legal marketplace. That action could create huge benefits for the people in terms of legality perception, welfare, employment, legal and free competition, etc. and promote an economic upturn of the legal business system. Despite this, our positive prevention model does not currently work whenever prevention measures are directed to the assets of companies. Confiscated companies very often collapse and default. Therefore our research investigates about the causes of this failure and, at the same time, looks for the factors that led to success in rare cases of restored companies. The job also analyses the latest works and studies on reform carried out by specialized commissions (led by Garofoli, Fiandaca, Bindi and Gratteri) and under ongoing discussion in Parliament with bills nr. 2134/2015, 1687/2014 and 1138/2013: they all seem to dedicate greater importance to the positive prevention policies. At the end, the results of the research allow the Author to propose some considerations in a future perspective about the renovation of the system of prevention against Mafia companies. The real goal of any effective prevention should be to develop the clout of recovered companies to improve the welfare of society and market. In order to do that, State should attack Mafia companies as dynamic and dangerous subject and not consider them as a collection of goods: the danger is connected to how they are managed by criminal people. Further to that, we might also conceive the prevention system to directly attack the companies as autonomous from their Mafia-connected owners.
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FINOCCHIARO, STEFANO. "CONFISCA DI PREVENZIONE E CIVIL FORFEITURE. VERSO UN NUOVO MODELLO DI 'CONFISCA CIVILE' DELLA RICCHEZZA ILLECITA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/548698.

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Abstract:
Il presente lavoro si propone l’obiettivo di studiare l’istituto della confisca misura di prevenzione di cui al d.lgs. n. 159/2011, offrendone una qualificazione in termini civilistici che conduca a una rivisitazione della disciplina ad oggi vigente. L’elaborato prende le mosse da un’indagine sulla genesi e sull’evoluzione storica dell’istituto, a cui segue un’analisi dell’attuale assetto normativo e dei suoi principali problemi applicativi e interpretativi. Il lavoro si focalizza quindi sul problema della qualificazione della natura giuridica di questa confisca, ripercorrendo e sistematizzando le tesi assunte dalla dottrina e dalla giurisprudenza italiane, nonché esaminando il diritto vivente europeo, dell’Unione europea e della CEDU. Con un simile approccio viene anche studiata la civil forfeiture dell’ordinamento degli Stati Uniti d’America, individuando nella relativa giurisprudenza della Corte Suprema spunti preziosi per l’individuazione dei criteri distintivi della natura della confisca italiana. Tale natura, in definitiva, non è parsa essere né propriamente “preventiva”, né tantomeno “punitiva”, entrambe le definizioni risultando – per varie ragioni – insoddisfacenti e incoerenti rispetto all’effettiva finalità della confisca in esame, che è quella di neutralizzare, cioè azzerare, l’incremento patrimoniale generatosi in modo illecito. La confisca dovrebbe cioè ricondurre il patrimonio della persona nelle condizioni in cui si sarebbe trovato qualora la condotta illecita, e il lucro da essa discendente, non si fosse verificato. La natura dell’istituto risulta dunque “civile”, in quanto rispondente a logiche essenzialmente privatistiche, quali i modi di acquisto della proprietà e il divieto generale di ingiustificato arricchimento. Di tale nuovo modello di confisca – in un’ottica de iure condendo – vengono infine delineate le caratteristiche essenziali della disciplina applicativa (quale azione dello Stato-attore nei confronti del privato-convenuto) e del relativo statuto costituzionale e convenzionale (quello in materia di tutela della proprietà: in particolare, artt. 41, 42 Cost. e 1 Prot. add. Cedu), sottolineandone le potenziali ricadute positive non solo in termini di efficienza nel contrasto della criminalità, ma anche di rispetto dei diritti fondamentali della persona.
The work aims at studying a particular kind of confiscation, called “confisca di prevenzione”, ruled by the Legislative Decree n. 159/2011, proposing a qualification of it as a civil measure in order to revise the current legislation. The dissertation starts from the analysis of the origins and evolution of this confiscation, then examines the current legal framework and the main issues related to its application and interpretation. The work thus focuses on the question of the qualification of the nature of the measure, going through the theories developed by Italian scholars and the Italian case law, also studying the European Union Law and the European Convention of Human Rights. By such a method the dissertation deals also with the civil forfeiture of the United States and the related case-law by the American Supreme Court, that offers important hints in order to detect the criteria identifying the nature of the Italian confisca di prevenzione. Indeed its nature, ultimately, does not seems to be “preventive” or “punitive”, since both these qualifications do not fit with the real goal of this confiscation, i.e. the neutralization, the resetting, of the illicit store of wealth. The measure should lead back the asset of the person to the situation in which he/she would have been if the unlawful conduct were not committed. The nature of the confiscation is therefore “civil”, since it is governed by private law rules, including the ways to legally acquire property and the general prohibition of unlawful enrichment. Finally, using a de iure condendo approach, the work drafts the main features ruling the application of this civil confiscation (the action of the State against the owner) and the guarantees, set by the Italian Constitution and the European Convention (articles 41, 42 Const. and article 1 of Protocol n.1 of ECHR), pointing out its potential benefits both on the efficiency of this tool and on the protection of the fundamental human rights.
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DI, LELLO FINUOLI MARINA. "LA CONFISCA DI PREVENZIONE EX ART. 24 D. LGS. 6 SETTEMBRE 2011 N. 159. LA 'SFIDA' DEL PRINCIPIO DI PROPORZIONE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6088.

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Abstract:
Il lavoro concerne il tema del contrasto patrimoniale alla criminalità organizzata e la confisca di prevenzione ante delictum (art. 24, d.lgs. n. 159/2011). Lo spregiudicato ricorso a questo strumento ha creato una confusione tra i piani della prevenzione (ante delictum) e della repressione (post delictum) della criminalità. Si nota, inoltre, la tendenza della confisca a sconfinare verso settori d’intervento della giustizia penale differenti da quelli per i quali è espressamente prevista. La Parte prima della tesi è dedicata alla ricostruzione delle origini storiche delle misure di prevenzione patrimoniali, nonché ai presupposti e alle finalità di sequestro e confisca. La Parte seconda affronta il problema della natura giuridica della confisca. Alla dottrina che si è espressa per la sostanziale natura sanzionatoria della misura (formalmente) di “prevenzione”, si oppone la giurisprudenza che la estromette dalla materia penale e dalle garanzie (costituzionali e convenzionali). La Parte terza è dedicata alla ‘sfida’ del principio di proporzione: la verifica della ragionevolezza della confisca secondo il modello del giudizio trilaterale. Nelle conclusioni si espongono delle considerazioni sui rapporti tra prevenzione ante delictum e principio di sussidiarietà, nell’ottica di una valorizzazione dell’idea di gradualità e di promozione dell’uguaglianza tra cittadini.
The work concerns the contrast against organized crime and the preventive confiscation (art. 24, d.lgs. n. 159/2011). The use of confiscation has created a confusion between the plans of crime prevention (ante delictum) and crime repression (post delictum). The first part of the thesis concerns: reconstruction of the historical origins of the preventive system; conditions and purposes of seizure and confiscation. The second part deals with the problem of the legal nature of confiscation. The doctrine has been expressed for substantial punitive measure; jurisprudence excludes confiscation from criminal law and its guarantees. The third part concerns the 'challenge' of the principle of proportionality: the verification of the reasonableness of confiscatione. The conclusions expose the considerations on the relationship between prevention ante delictum and the principle of subsidiarity, to valorize the idea of gradually and of equality between citizens.
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BANDIERA, EDOARDO. "I terzi nel procedimento di prevenzione patrimoniale finalizzato alla confisca. Diritti, poteri e tutela dei soggetti coinvolti nel procedimento alla luce della direttiva 2014/42/UE e del regolamento 2018/1805/UE." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2020. http://hdl.handle.net/11392/2488047.

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Abstract:
L’indagine ha ad oggetto la tutela procedimentale che l’ordinamento riconosce ai terzi coinvolti in un procedimento finalizzato all’adozione di un provvedimento di confisca di prevenzione; dunque, si concentra sui diritti ed i poteri che questi soggetti possono esercitare nel corso del procedimento. L’assunto da cui prende abbrivio la ricerca è quello per cui negli ultimi anni l’attenzione del legislatore, in materia penale, è stata catalizzata sempre più dai patrimoni e dalle ricchezze illecitamente accumulate dalle organizzazioni criminali, che sono così divenute il bersaglio privilegiato dell’intervento punitivo. Accanto a un diritto penale patrimoniale si è, così, edificato un “processo al patrimonio” che ha visto nelle forme di incapacitazione patrimoniali, recte nella confisca, la forma privilegiata di risposta coercitiva statale. In particolare, il modello italiano si è connotato per un ricorso parossistico all’utilizzo della confisca misura di prevenzione, una sanzione dalla natura non penale. La considerazione per cui i provvedimenti ablatori, siano essi cautelari, oppure definitivi, rischiano di coinvolgere beni formalmente nella proprietà o nella disponibilità di soggetti terzi ha mosso il legislatore, nazionale . È questo il motivo per cui la più recente normativa europea (la direttiva 2014/42/UE relativa al congelamento e alla confisca dei beni strumentali e dei proventi da reato nell’Unione europea) chiede agli Stati membri di garantire uno statuto minimo di tutela dei diritti dei terzi in sede di trasposizione (artt. 6 e 7). Peraltro, in sede di recepimento della direttiva (d.lgs. 29 ottobre 2016, n. 202) il legislatore domestico non ha apportato alcuna modifica al nostro ordinamento in merito alle garanzie che devono essere riconosciute ai soggetti terzi coinvolti in un procedimento penale all’esito del quale sarà comminata la sanzione della confisca. Dal punto di vista della teoria generale del processo, infatti, il terzo non essendo una parte del processo penale, ma un estraneo, non può proporre alcuna impugnazione avverso la sentenza di primo grado che prevede la confisca di beni su cui vanti, a qualsiasi titolo, una pretesa. La tutela dei soggetti terzi, invece, è da tempo “croce e delizia” del procedimento di prevenzione patrimoniale. Si sono così esaminate le differenti posizioni e gli strumenti di tutela corrispondenti a ciascuna di esse, che le diverse tipologie di terzi possono azionare, pur nell’unicità del procedimento.
The investigation has as its object the procedural protection that the system recognizes to third parties involved in a procedure aimed at the adoption of a measure of confiscation of prevention; therefore, the analysis focuses on the rights and powers that these subjects can exercise during the procedure. The assumption from which the research is taken into consideration is that, in recent years, the attention of the Legislator, in the criminal matter, has been catalyzed more and more by the patrimonies and riches illegally accumulated by the criminal organizations, which have become the privileged target of the punitive intervention. Alongside a criminal patrimonial law, a "trial of the patrimony" has been built up, which has seen in the forms of patrimonial incapacitation, recte in the confiscation, the privileged form of coercive state response. In particular, the Italian model has been characterized by a paroxysmal recourse to the use of the confiscation measure of prevention, a sanction of a non-criminal nature. The consideration for which the dispositions of attorney, whether precautionary or definitive, risk involving property formally in the ownership or availability of third parties, has moved the legislator, national and European, to prepare a minimum statute of guarantee in respect of these subjects. This is why the most recent European legislation (Directive 2014/42/EU on the freezing and confiscation of instrumental property and the proceeds from crime in the European Union) calls on the Member States to guarantee a minimum statute for the protection of the rights of third parties when transposing it (Articles 6 and 7). From the point of view of the general theory of the trial, in fact, the third party, not being a part of the criminal trial, but a stranger, cannot propose any appeal against the sentence of first instance which provides for the confiscation of goods and properties on which, for whatever reason, a claim is made. The protection of third parties, on the other hand, has long been a "cross and delight" of the procedure of patrimonial prevention. The research has been characterized by two poles: on the one hand, the process of patrimonial prevention; on the other, the participation of the third party in the same. In conclusion, particular attention was paid to the issue of evidence, differentiating with regard to the object of evidence that each category of third party is required to demonstrate.
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QUATTROCCHI, ALESSANDRO. "Il diritto della prevenzione e la tutela dei diritti fondamentali: dal contrasto alla criminalità organizzata verso la costituzione di un modello europeo di confisca." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11570/3104443.

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Abstract:
Il tema delle misure di prevenzioni assume preminente centralità nella riflessione sul ruolo contemporaneo del diritto penale, orientata al superamento del primato della pena detentiva e, al contempo, al contrasto dei fenomeni di criminalità, in specie nella loro dimensione collettiva e transnazionale. Siffatta centralità è rinsaldata dalla progressiva presa di consapevolezza, nelle diverse sedi di produzione normativa e applicazione giurisprudenziale, che un più efficace sistema di contrasto al crimine, in particolare quello organizzato, è quello capace di inciderne le fondamenta economiche. In questa prospettiva, dunque, appare di particolare importanza lo studio del sistema prevenzionistico nella dimensione nazionale e sovranazionale, con specifico riferimento alla sua declinazione patrimoniale. Il presente lavoro intende quindi rendere conto della travagliata evoluzione che ha interessato il diritto della prevenzione, prendendo le mosse dalle leggi di pubblica sicurezza che per prime lo hanno contemplato fino a giungere al recente Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione. Delineati i presupposti applicativi e ripercorse le più significative e dibattute questioni interpretative del vigente sistema prevenzionistico, tanto personale quanto patrimoniale, la ricerca si sofferma sulla confisca di prevenzione, sulla problematicità della sua natura giuridica nonché sulle potenzialità del suo utilizzo strumentale all’erosione dei patrimoni criminali e sulla sua importanza strategica ai fini del contrasto del fenomeno associativo mafioso. Successivamente, l’indagine si concentra sui riflessi sovranazionali e sulla portata europea assunta dall’istituto della confisca, attraverso la ricostruzione del complesso iter normativo avviato dalle istituzioni europee e da ultimo sfociato nell’adozione della direttiva sul congelamento e sulla confisca dei beni strumentali e dei proventi da reato (Direttiva 2014/42/UE). Direttiva cui l’Italia ha inteso dare esecuzione per mezzo del decreto legislativo del 29 ottobre 2016, n. 202, intervenendo chirurgicamente su singole disposizioni anziché cogliendo l’occasione per una revisione organica della materia, al pari di quello che sembra in procinto di accadere in Germania, alla luce del recente progetto legislativo di recepimento della direttiva. Al contrario di quello italiano, infatti, il legislatore tedesco sembra intenzionato a realizzare un intervento riformistico di più ampio respiro volto, tra l’altro, a introdurre per la prima volta una forma di confisca di beni di provenienza delittuosa in assenza di condanna dichiaratamente ispirata alla confisca di prevenzione italiana. Infine, lo studio si concentra sul tema della tutela dei diritti fondamentali e sulla loro potenziale attitudine a circoscrivere il campo di applicazione delle misure di prevenzione, personali e soprattutto patrimoniali. In particolare, si indaga dapprima la cittadinanza costituzionale del sistema prevenzionistico nella prospettiva delle pronunce della Corte costituzionale. Successivamente, ci si sofferma sui profili di tensione con il sistema multilivello di tutela dei diritti fondamentali, come integrato dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, evidenziando in che modo abbia inciso sulla portata dell’istituto, ad esempio attraverso la giurisdizionalizzazione del relativo procedimento. Infine, si conclude vagliando la portata assunta dal diritto di proprietà in seno all’eurozona e ci si interroga sulla legittimità della sua compressione ad opera della confisca, in vista del soddisfacimento delle preminenti esigenze di contrasto ed eradicazione della criminalità organizzata, in specie di stampo mafioso, e di ablazione dei patrimoni illecitamente accumulati. In questa prospettiva, alla stregua di un’attenta opera di bilanciamento tra gli interessi contrapposti, non sembra revocabile in dubbio la conclusione secondo cui il diritto di proprietà, ancorché assorto al rango di diritto fondamentale alla stregua del primo protocollo addizionale alla CEDU e dell’art. 17 CDFUE, debba cedere il passo alle istanze tutorie della sicurezza (art. 5 CEDU e art. 6 CDFUE), nonché della libertà di impresa (art. 16 CDFUE) e, più in generale, di iniziativa economica, che l’infiltrazione delle organizzazioni criminali nell’economia e il conseguente accumulo di patrimoni illeciti idonei a falsare il libero gioco della concorrenza pregiudicano significativamente, rendendo così prevalente l’esigenza della loro rimozione e, per l’effetto, rendendo sacrificabili perfino i diritti reali in vista del conseguimento di tale obiettivo. Tutto ciò nella consapevolezza che il mai sopito dibattito dottrinario e la riflessione giurisprudenziale sulle misure di prevenzione e i sempre più numerosi interventi delle Sezioni unite, in particolare sulla natura giuridica della confisca di prevenzione, rappresentano un’importante occasione per delineare in modo organico i principi di tale istituto, fondamentale in seno a una efficace strategia di politica criminale antimafia. Sono infatti maturi i tempi per una organica sistematizzazione della materia, che la emancipi dall’area di diffidenza o dal ruolo ancillare e subalterno rispetto al diritto penale classico e le attribuisca il ruolo che merita, coerentemente alle garanzie dei diritti fondamentali, in specie il diritto di difesa e il contraddittorio, in una dimensione coerente e pienamente rispondente ai principi della Costituzione e delle altre Carte dei diritti fondamentali.
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Books on the topic "Confisca di prevenzione"

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Menditto, Francesco. Le misure di prevenzione personali e patrimoniali: La confisca ex art. 12-sexies l. n. 356/92. Milano: Giuffrè editore, 2012.

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2

Fondaroli, Désirée. Le ipotesi speciali di confisca nel sistema penale. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg234.

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Abstract:
Le ipotesi speciali di confisca si contraddistinguono nel sistema penale per l’allontanamento dal modello della misura di sicurezza patrimoniale ex art. 240 c.p. e per le peculiarità comuni alla loro disciplina (obbligatorietà, anche in caso di applicazione della pena su richiesta delle parti; estensione della ablazione al valore equivalente). La misura di prevenzione patrimoniale (artt. 2 ter ss. l.n. 575/1965) e la confisca ex art. 12 sexies l.n. 356/1992 in primis, ma soprattutto la disciplina penale societaria e la legislazione relativa alla responsabilità "da reato" degli enti, testimoniano della tendenziale rinuncia del legislatore alla confisca dei beni "pertinenti" al reato a favore della re-introduzione di figure lato sensu di "confisca generale", che registrano nei fatti una significativa compressione dei diritti non solo dell’interessato, ma – nonostante il tenore delle norme – anche del "terzo" individuato, a seconda dei casi, nella "persona estranea al reato", nella "persona offesa", nel "danneggiato", nel "terzo di buona fede"). Lungo tale direttrice, evidente nell’ambito delle strategie di contrasto alla c.d. criminalità economica e condivisa dalla normativa europea e sovranazionale, l’ablazione patrimoniale è divenuta sanzione a pieno titolo: talora "pena principale" (art. 19, D.lgs. n. 231/2001), più spesso "pena accessoria", addirittura anticipata alla fase delle indagini preliminari attraverso lo strumento del sequestro preventivo finalizzato alla confisca (art. 321, comma 2 c.p.p.; art. 53 D.lgs. n. 231/2001). Dalle premesse poste scaturisce l’esigenza di una rinnovata attenzione verso le guarentigie costituzionali, che in ordinamenti come quello della Repubblica Federale Tedesca sono state invocate dal "Giudice delle Leggi" (Bundesverfassungsgericht) in funzione di garanzia dei diritti fondamentali dei singoli.
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