Dissertations / Theses on the topic 'Concerti sostenibili'

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Toniolo, Korinzia <1990&gt. "Il management degli eventi sostenibili: il concetto di sostenibilità applicato agli eventi culturali." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7649.

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Abstract:
Nelle economie dei paesi più sviluppati il programma per uno sviluppo sostenibile ha preso il posto di quello per una crescita economica senza ostacoli e l’utilizzo del termine “sostenibilità” si è diffuso a macchia d’olio in tutti gli ambiti del sapere. Nell'ambito dell’industria turistica è emerso il cosiddetto turismo verde, responsabile, sostenibile: aggettivi che di conseguenza possono essere applicati anche ad un evento culturale, erede diretto delle peculiarità dell’industria turistica. Gli eventi sono sempre stati utilizzati come leve economiche strategiche per lo sviluppo turistico e per la crescita economica di una destinazione. Il focus è dunque sempre stato posto sul potenziale economico e solo successivamente è emersa la componente sociale come fattore cruciale per il successo di un evento. Dimensione economica e dimensione sociale non sono però sufficienti per rendere un evento sostenibile o meglio responsabile, ovvero sensibile agli impatti generati da un evento e alla loro riduzione in tutti i tre ambiti della sostenibilità: economia, società e ambiente. Il modello Triple-Bottom-Line è lo strumento utile alla valutazione degli impatti generati da un evento che incorpora misure economiche, sociali e ambientali. È importante però fornire un approccio flessibile che consenta di incorporare informazioni sia quantitative che qualitative, permettendo da ultimo alle organizzazioni turistiche e agli stakeholder di confrontare eventi diversi tra loro sulla base delle stesse misure standardizzate. Di un evento sostenibile viene misurata dunque anche la sua impronta ambientale e l’impatto sulla qualità della vita della comunità ospitante. Un quadro di riferimento dei principali indicatori può essere fornito, ma bisogna ricordare che eventi di diverso stampo hanno obiettivi diversi e si deve tenere conto della situazione specifica. Accanto ai tre pilastri della sostenibilità, si può affiancare una quarta dimensione ovvero la sostenibilità culturale che fa dell’evento il mezzo attraverso cui si veicolano i valori culturali nella comunità e nel pubblico dei visitatori. La realizzazione di eventi culturali sostenibili a tutto tondo ovvero nelle dimensioni economica, ambientale, sociale e culturale rientra nelle attività di pianificazione di una città smart, attenta al miglioramento e al mantenimento della qualità della vita dei propri cittadini, imprese e istituzioni.
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2

Solidoro, Caterina <1994&gt. "L’evoluzione del concetto di sviluppo sostenibile nella scuola e definizione di un modello di valutazione della sostenibilità scolastica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17200.

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Abstract:
L’oggetto di questa ricerca è quello di indagare l’evoluzione del concetto di sviluppo sostenibile, prima nelle sue accezioni più generali, fino a quelle più specifiche legate al mondo dell’istruzione, con un approfondimento sul sistema di valutazione scolastico attualmente vigente. L’obiettivo, infatti, è quello di fare chiarezza nei confronti di un modello complesso, di recente istituzioni e già non privo di critiche, che tuttavia apre importanti scenari nei confronti della visibilità e della comunicazione degli istituti educativi verso i rispettivi stakeholders. Ciò che emerge dall’analisi è che gli strumenti attualmente esistenti rendano poco fluido, comprensibile e misurabile il processo di valutazione della scuola, e che manchi una sezione dedicata allo sviluppo sostenibile che d’altro canto sta diventando sempre centrale nell’ambito aziendale, sia pubblico sia privato. Il risultato del mio elaborato consiste nella proposta di un nuovo modello di valutazione, che ambisca a superare i limiti di quello attualmente esistente in termini di contenuti, misurabilità e comparabilità fra i vari istituti nazionali e che sappia riassumere in maniera trasparente e oggettiva i traguardi e le prossime sfide che attendono le scuole in ambito di sostenibilità. Ciò è importante alla luce dei numerosi stakeholders che ruotano attorno alla scuola e che necessitano di venire a conoscenza dell’orientamento alla sostenibilità assunta dall’istituto. Questo modello, lungi dall’essere definitivo e privo di difetti, desidera porre l’attenzione sull’esigenza quanto più pressante di mettere a confronto diversi istituti di una stessa realtà territoriale, o uno stesso istituto in un arco temporale, su temi propri al mondo della scuola, con un particolare focus destinato allo sviluppo sostenibile, che è sempre più centrale nella scena politica, economica, sociale ed ambientale. La mia analisi si articola attraverso 5 capitoli: Nel primo capitolo si definisce il concetto di sviluppo sostenibile e le principali tappe che hanno portato a definire questo concetto. Nel secondo capitolo si tratta l’evoluzione del concetto di educazione alla sostenibilità e in particolare viene dedicato un focus all’Agenda 2030, considerato il documento guida per raggiungere i 17 Global Goals in ambito di sviluppo sostenibile entro tale riferimento temporale. Nel terzo capitolo si descrive come il concetto di sostenibilità entri a far parte della scuola, facendo riferimento alla letteratura di settore, riportando le opinioni degli autori e descrivendo le linee guida e gli sviluppi che negli ultimi anni sono avvenuti riguardo queste tematiche. Nel quarto capitolo si introduce il concetto di rendicontazione sociale. In questa parte vengono delineati i principali strumenti di bilancio e reporting, come il Rav, Pdm, Ptofm e la rendicontazione sociale, che vengono correntemente utilizzati nei contesti scolastici. Dopo l’analisi e il confronto tra questi elementi sono emerse alcune criticità e quindi, si è ipotizzato la creazione di un modello unico che possa sostituire i quattro modelli precedenti e che integri una parte riguardante lo sviluppo sostenibile. Nel quinto capitolo si approfondisce l’aspetto della sostenibilità nella scuola e in particolare quali siano i principali obiettivi universali che a livello nazionale le scuole dovrebbero porsi per creare uniformità e per avere una modalità di valutazione univoca con criteri comuni a tutti gli istituti scolastici
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3

Perin, Silvia <1988&gt. "Il concetto di sostenibilità linguistica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3322.

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Abstract:
Questo lavoro si propone di analizzare la storia e le dinamiche relative alla sostenibilità linguistica, valutandone le declinazioni possibili, e i costi coinvolti nelle politiche linguistiche. Infine, si cercherà di vedere se ha senso estendere il concetto di sostenibilità anche alla situazione linguistica italiana.
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4

La, Camera Andrea <1988&gt. "L'evoluzione del concetto di sostenibilità e l'analisi del caso Benetton." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7323.

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Abstract:
Nella tesi viene spiegata l'evoluzione del concetto di sostenibilità dai primi del '900 fino ai giorni nostri. Vengono inoltre descritte le varie correnti di pensiero e vengono analizzate anche le teorie dei vari studiosi e organizzazioni europee e mondiali. Infine viene descritto un caso concreto di un'azienda Italiana impegnata nella moda, con una una particolare attenzione nei confronti della sostenibilità.
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5

D’Amico, Antonio. "Il concetto di "green building": strategie ed esempi per la valutazione della sostenibilità in edilizia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2948/.

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6

D'AMMARO, DANIELE. "From environmental concerns toward sustainable agro-food production. Mathematical models, indicators to achieve the sustainability of the wine sector." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/115286.

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Abstract:
Il sistema alimentare è sempre più interconnesso con il nostro futuro, il quale include un'ampia varietà di preoccupazioni della società che vanno dalla sicurezza alimentare, alla nutrizione, alle disuguaglianze sociali ed economiche, al cambiamento climatico, alla biodiversità e ai servizi generati dagli ecosistemi oceanici. In particolare, la filiera agroalimentare del vino emerge come una tra le filiere più analizzate data la sua importante rilevanza nel mercato economico produttivo e distributivo mondiale. In accordo con le disposizioni del New Green Deal dell'Unione Europea e dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, il settore vitivinicolo deve indirizzarsi verso sistemi di gestione economicamente e ambientalmente sostenibili, legati a produzioni di qualità e ad un contesto riconosciuto e remunerato di conservazione della biodiversità. Una corretta scelta dei metodi e delle linee di azione per migliorare la sostenibilità del settore vitivinicolo deve iniziare con un'analisi obiettiva e accurata delle prestazioni di sostenibilità dei suoi prodotti e delle procedure. In questo contesto, la presente tesi mira a una più profonda comprensione delle strategie applicate nel settore vitivinicolo e dei loro risultati. A tal fine, sono state condotte numerose valutazioni, con diversi indicatori impiegati per misurare, monitorare e migliare le prestazioni di sostenibilità.
The food system is increasingly interlinked with our future, which includes a wide variety of societal concerns ranging from food security, nutrition, social and economic inequities to climate change, biodiversity, and ocean ecosystem services. In particular, the wine chain emerges as one of the most examined areas given its significant relevance in economic production and global distribution market. In accordance with the provisions of the European Union's New Green Deal and the United Nations Agenda 2030, the wine sector must strive to transition to economically and environmentally sustainable management systems, linked to premium quality production and a recognized and remunerated context of biodiversity conservation. A proper determination of the methods and courses of action to enhance the wine industry's sustainability must begin with an objective and accurate analysis of its products and procedures' sustainability performance. Within this framework, the present thesis aims at a deeper understanding of the strategies applied in the wine sector and of their outcomes. For this purpose, numerous assessments have been conducted, with different indicators used to measure, monitor and improve sustainability performance.
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Fuentes, Rojas Ábner Aníbal. "Aplicación del concepto de “Gasoductos Verdes” (política ambiental y social Sostenible) en la construcción de pistas de gasoductos." Bachelor's thesis, Universidad Ricardo Palma, 2011. http://cybertesis.urp.edu.pe/handle/urp/755.

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Abstract:
El innovador concepto de Gasoducto Verde fue aplicado en la construcción de 33 km de pista en la selva amazónica Peruana con el objetivo de transportar gas natural del yacimiento a la Planta de Tratamiento de Gas de Malvinas (Departamento de Cusco, Provincia de La Convención, Distrito de Echarate). Este concepto promueve la disminución de los cuantiosos impactos ambientales, sociales y arqueológicos que genera la industria del hidrocarburo, tales como la descontrolada erosión, contaminación atmosférica y de las fuentes hídricas, pérdida de la biodiversidad, Impactos sociales (ya que en el área de la operación se encuentran establecidos diversos pueblos indígenas), e impactos arqueológicos (puesto que en la zona existen numerosos restos arqueológicos dejados por las antiguas culturas prehispánicas). Gasoducto Verde plantea el uso de nuevas técnicas constructivas amigables con el medio ambiente: mínimo ancho de pista, selección de la trayectoria del ducto de gas que prioriza la ruta con menor impacto ambiental, uso de madera reciclada de los árboles talados en el proceso, tratamiento diferencial del suelo orgánico del inorgánico, manejo del agua de escorrentía, diseño de una plan de gestión y monitoreo ambiental.
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Espinós, Vañó María Dolores. "El concepto de empresa ética o sostenible y su importancia en el diseño de productos de inversión socialmente responsables." Doctoral thesis, Universitat Politècnica de València, 2019. http://hdl.handle.net/10251/125706.

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Abstract:
[ES] Desde la creación de los mercados financieros modernos, siempre ha habido inversores que han tenido presentes sus valores éticos y religiosos a la hora de seleccionar las empresas en las que invertir. Esta sensibilidad se ha incrementado muy notoriamente en las últimas décadas, lo que ha propiciado la aparición de numerosos productos financieros, como fondos de inversión o índices bursátiles, que proclaman que, junto a los criterios tradicionales de rentabilidad y riesgo, también consideran el comportamiento ético de las empresas en sus decisiones de selección de activos. La aparición de estos productos financiero éticos, sostenibles o socialmente responsables a suscitado numerosos estudios, como por ejemplo los que comparan la rentabilidad de los productos financieros éticos y los convencionales, o como los que aportan metodologías para diseñar cartearas de inversión socialmente responsables. Uno de los resultados más llamativos es que la mayoría de estudios no encuentra diferencia significativa entre la performance de estos dos grupos de productos, los sostenibles y los convencionales. La tesis que defiende el presente trabajo es que la clave para comprender este hecho radica en cómo se discrimina entre las empresas socialmente responsables y las que no lo son, es decir cómo se define una empresa sostenible o ética. Las modernas metodologías de selección de empresas incorporan numerosa información de las empresas y son cada vez más complejas, pero al aplicar el screening positivo o best-in-class no pueden evitar que empresas claramente irresponsables sean incluidas en los portafolios supuestamente éticos. Así, la tesis, tras comentar el auge reciente de la inversión socialmente responsable, se adentra en la problemática de definir qué es una empresa responsable, analizando las metodologías aplicadas por las principales agencias de rating social y proponiendo como alternativa el simple, sencillo y transparente método del screening negativo. Este screening negativo se aplica con diferentes criterios, como el cumplimiento de la normativa de competencia o los informes de ONGs de reconocido prestigio, sobre las empresas españolas cotizadas supuestamente éticas, con el resultado de que muy pocas pasan estos filtros. Finalmente, se estudia si la situación es similar en el ámbito internacional, analizándose si es posible, y en qué medida, que empresas que realizan actividades irresponsables puedan ser incluidas en el prestigioso índice bursátil sostenible DJSI World. El resultado muestra que, efectivamente esto es así, aunque el porcentaje de empresas involucradas en actividades censurables que forman parte del índice ha disminuido a lo largo del periodo analizado. Además, en número de controversias en las que se ven envueltas las compañías sí que influye negativamente en la probabilidad de que permanezcan en el DJSI World.
[CAT] Des de la creació dels mercats financers moderns, sempre han estat inversors que han tingut en compte valors ètics i religiosos en el moment d'escollir les empreses on invertir. Aquesta sensibilitat s'ha incrementat notòriament durant les últimes dècades, la qual cosa ha afavorit l'aparició de nombrosos productes financers, com fons d'inversió i índexs bursàtils que proclamen, junt als criteris tradicionals de rentabilitat i risc, el comportament ètic de les empreses en les decisions de selecció d'actius. La irrupció d'aquestos productes financers ètics, sostenibles o socialment responsables ha suscitat nombrosos estudis, com per exemple aquells que comparen la rentabilitat dels productes financers ètics i els convencionals, o els que aporten metodologies per al disseny de carteres d'inversió socialment responsables. Un dels resultats més cridaners es que la majoria d'estudis no troba diferències significatives entre la performance d'aquestos dos grups de productes, els sostenibles i els convencionals. La tesi que defensa aquest estudi és que la clau per a comprendre aquest fet està arrelat en com es discrimina entre les empreses socialment responsables i les que no ho son, es a dir, com es defineix una empresa sostenible o ètica. Les metodologies modernes per a la selecció d'empreses incorporen nombrosa informació de les empreses i cada vegada son més complexes, però al tenir en compte el screening positiu o best-in-class no poden evitar que empreses clarament irresponsables s'inclouen en els portafolis suposadament ètics. D'aquesta forma, la tesis, després de tenir en compte el recent augment de la inversió socialment responsable, s'endinsa en la problemàtica de definir què és una empresa responsable, analitzen les metodologies aplicades per les principals agències de ràting social i proposant com alternativa el simple, senzill i transparent mètode de screenning negatiu. Aquest screenning negatiu s'aplica amb diferents criteris, com el compliment de la normativa de competència o bé els informes d'ONGs de reconegut prestigi, sobre les empreses espanyoles cotitzades suposadament ètiques, amb el resultat de que molt poques acaben superant aquests filtres. Finalment, s'estudia si la situació es semblant en l'àmbit internacional, analitzant-se si es possible, i en quina mesura, que empreses que realitzen activitats irresponsables puguen estar incloses en el prestigiós índex bursàtil sostenible DJSI World. El resultat posa de manifest que, efectivament açò és així, encara que el percentatge d'empreses involucrades en activitats censurables que formen part de l'índex ha baixat al llarg del període analitzat. A més a més, el nombre de controvèrsies en les que es veuen involucrades les empreses si que influeix negativament en la probabilitat de permanència en el DJSI World.
[EN] Practitioners of socially responsible investing (SRI) have from the creation of the financial markets been applying religious and ethical values to their investments. In the last decades, we have seen a notable increase in ethical products such as investment funds and stock indices. These products apparently invest in ethical companies with environmental, social and governance(ESG) values. There are numerous studies based on the profitability of responsible portfolios and the methodologies applied for defining sustainable companies to be included in sustainable portfolios. Many of these studies concluded that there is no significant difference between the performance of sustainable products in comparison with their conventional counterparts. Social rating agencies apply the best-in-class screening, this methodology allows companies with bad behaviour to be included in ethical portfolios. The paper proposes to apply a very simple negative screening, such as: excluding those companies that do not comply with the Law or excluding companies with bad reports elaborated by the prestigious ONGs. Concluding, the paper highlights there are companies with bad behaviour included in the prestigious ethical index "The DJSI World". Although the trend is decreasing many of them do not pass either screening, including the Spanish listed companies, when selecting responsible portfolios.
Espinós Vañó, MD. (2019). El concepto de empresa ética o sostenible y su importancia en el diseño de productos de inversión socialmente responsables [Tesis doctoral no publicada]. Universitat Politècnica de València. https://doi.org/10.4995/Thesis/10251/125706
TESIS
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Lorenzi, Olga <1992&gt. "Una nuova prospettiva di turismo sostenibile: la ricerca del concetto di paesaggio fluviale attraverso l'esplorazione dell'area umida situata tra le sponde del Rio Uruguay." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16352.

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Abstract:
El Parque Nacional de Esteros de Farrapos, è il parco naturale situato lungo le rive del Rio Uruguay, uno dei fiumi più grandi del Sudamerica che marca il confine tra Argentina e Uruguay. Quest’area verde di notevoli dimensioni, insieme a numerose isolette sparse per il Rio Uruguay, costituiscono una zona umida riconosciuta a livello internazionale, e come tale, contribuiscono al mantenimento dell’equilibrio ambientale e climatico dell’intero ecosistema qui presente. Dato il suo valore ecologico, ho deciso di considerare questo spazio come risposta e/o alternativa al turismo di massa che si sta diffondendo sempre più, spostando l’attenzione verso una realtà geografica, a cui tra l’altro ne sono molto appassionata, per presentare un contesto che possa invece avvicinarsi di più ad un concetto molto attuale, quello di turismo sostenibile.
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Maccarini, Vefago Luiz Henriques. "El concepto de reciclabilidad aplicado a los materiales de construcción y a los edificios: propuesta de índices para evaluar la reciclabilidad de los sistemas constructivos." Doctoral thesis, Universitat Politècnica de Catalunya, 2012. http://hdl.handle.net/10803/83639.

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Abstract:
Nowadays, it is known that reserves of non-renewable resources are limited and also the waste sent to the air, soil and earth pollute the environment. Besides proposing a change in the architects¿ way of thinking, the climate change requires an improvement in the environment, politics and social consciousness. The chase for a sustainable architecture has also to consider the close down of materials cycles. The aim of this research is to introduce new concepts for the materials that reach the end of their first life cycle, and in addition evaluate the potential of materials recyclability and building elements, usually used in the building construction. The research method is based on a hierarchy order of an up-side-down pyramid given priority to the reuse and recyclability of materials, which will afterwards support the creation of methods to determine their recyclability levels. The proposition of concepts for all different uses of building materials after the end of their life cycles was elaborated from observation of current recycling methods that are economically doable and likewise based on visits done to building materials recycling points in Spain. The results show the concepts created regarding recycled materials, infracycled, reused and infraused, are more suitable to the current situation if the majority of the materials do not reach their end of life cycle. The level of recyclability works as a tool used to make decisions because they allow to quantify the environment betterment in the building processes of buildings that are made from recycled materials or those that can be recycled. In this way, it allows to increase the build and demolish of buildings that apply reused materials or have recycled content, besides contributing for the reduction of the environment impact in comparison to ordinary buildings.
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Recca, Maria. "Lo sviluppo di prodotti eco-innovativi nel settore ittico: una applicazione di concept testing mediante stanze di discussione online." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21786/.

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Abstract:
Con l’affermarsi della società moderna, tutti i membri della famiglia lavorano e c’è meno tempo da dedicare alla spesa: per questo i prodotti più ricercati sono quelli ad alto contenuto in convenience che permettono un risparmio di tempo ed energia, fornendo un prodotto simile al prodotto fresco ma con una shelf life maggiore. Un approccio per sviluppare nuovi prodotti è il New Product Development (NPD) che attraverso una ricerca preliminare cerca di individuare le esigenze dei consumatori. Successivamente nella fase di concept test si propone ai consumatori l’idea dei prodotti non ancora esistenti per valutarne il livello di gradimento. Solo dopo questa fase, se apprezzato, il prodotto è realizzato a livello laboratoriale o in impianto pilota e successivamente lanciato sul mercato. Nel presente elaborato è illustrata la fase di concept test tramite discussion room online al fine di raccogliere il parere di 25 consumatori per ogni stanza di discussione circa il grado di apprezzamento e la propensione all’acquisto di tre prodotti eco-innovativi definiti tali in quanto confezionati in atmosfera protettiva innovativa (sardine ready to cook) o perché trattati con alte pressioni idrostatiche (vongole ready to cook e burger consumabile crudo nel primo periodo di conservazione e successivamente previa cottura). Per rielaborare i dati è stata utilizzata la sentiment analysis, una tecnica che permette di analizzare i testi e da questi ne estrae la polarità del sentimento dei consumatori. Infine è stata svolta un’analisi di benchmarking volta a individuare i prodotti presenti sul mercato simili a quelli proposti così da confrontarli e per ipotizzare un possibile posizionamento di prezzo sulla base di quelli dei prodotti trovati e la disponibilità a pagare espressa dai consumatori.
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Azarkamand, Sahar. "Development of a standardized tool to calculate carbon footprint in ports." Doctoral thesis, Universitat Politècnica de Catalunya, 2021. http://hdl.handle.net/10803/673161.

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Abstract:
An important goal to tackle environmental problems and foster sustainable development in the near future is to reduce the generation of greenhouse gas emissions (GHG) from different industrial sectors including ports. According to the last environmental review of the European Sea Port Organization (ESPO), Climate Change occupies the second position in the ranking of top 10 environmental priorities in ports. This reflects the importance of this issue in the whole set of port environmental priorities. In addition, it has been predicted by diverse institutions (e.g. The International Council on Clean Transportation (ICCT)) that GHG emissions from shipping activities will increase in the forthcoming years. The first concerns about Climate Change were expressed in 1979 when the first World Climate Conference was held in Geneva. Since then, many initiatives have been taking place (i.e. Paris Agreement 2015) and several international guidelines to calculate the Carbon Footprint have been developed. In particular, in the Maritime sector, several ports, port terminals and ships have started to calculate their emissions. However, after the deep research conducted in this thesis on Climate Change and Carbon Footprint in ports, it has been seen that there does not exist a single and unified method for ports to calculate their GHG emissions. Therefore, nowadays it is not possible to compare the Carbon Footprint results among different ports. As a consequence, there is a need to develop a standard methodology to calculate this indicator in ports. This calculation tool has been demanded by the port sector in several conferences and workshops (e.g. Greenport conference, 2018). Therefore, this thesis focuses on this aspect and develops a practicable, user-friendly and easy to use tool with a standardized method for the calculation of Carbon Footprint in ports. The development of the tool has been done in Excel and Visual Basic software based on the most updated international guidelines (i.e. World Port Climate Initiative, IPCC guidelines and GHG Protocol). In this tool, all the scopes and all the sources that are recommended by these guidelines are taken into account. The tool has been tested by 20 experts through personal visits, telephone calls or via email. Their opinion has been taken into account to improve it. In addition, the tool has been validated with the existing results of the Port of Oslo (Norway) and Ports de la Generalitat (Catalonia, Spain). The results obtained are in line with the ones used by these ports. Finally, a case study model has been created to test all the functionalities of the tool that have been not proved with the previous case studies. The emission values obtained for this case study have been compared with those obtained with the Catalan Office for Climate Change (OCCC) tool and Ecological Transition Ministry (MITECO) tool. The outcomes are very similar with minor changes due to different emission factors. As a consequence, the main objective of the thesis has been achieved and a standard tool for the calculation of GHG in ports is now freely available for the whole port sector. The completion of this tool is expected to be around 20 minutes (if data are available). The tool provides options to select the scopes and boundaries that are more suitable and applicable to each port. In addition, the tool allows normalizing (standardize to a common ground) the total annual emissions in terms of total tonnes of cargo handled or annual TEUs. The tool, the guidelines and the video can be downloaded from http://eports.cat/carboonfootprint
Un objetivo importante para resolver los problemas ambientales y fomentar el desarrollo sostenible es reducir la generación de emisiones de gases de efecto invernadero de diferentes sectores industriales, incluidos los puertos. Según la última revisión medioambiental de la European Sea Port Organisation (ESPO), el Cambio Climático ocupa la segunda posición en el ranking de las 10 principales prioridades medioambientales en los puertos. Esto refleja la importancia de este tema en todo el conjunto de prioridades ambientales portuarias. Además, diversas instituciones (por ejemplo, the International Council on Clean Transportation (ICCT)) han predicho que las emisiones de gases de efecto invernadero de las actividades de transporte marítimo aumentarán en los próximos años. Las primeras preocupaciones sobre el cambio climático aparecieron en 1979 cuando se celebró la primera Conferencia Mundial sobre el Clima en Ginebra. Desde entonces, se han llevado a cabo muchas iniciativas (por ejemplo, el Acuerdo de París de 2015) y se han desarrollado varias directrices internacionales para calcular la Huella de Carbono. En particular, en el sector marítimo, varios puertos, terminales portuarias y barcos han comenzado a calcular sus emisiones. Sin embargo, tras la investigación realizada en esta tesis sobre Cambio Climático y Huella de Carbono en los puertos, se ha visto que no existe un método único y unificado para que los puertos calculen sus emisiones de gases de efecto invernadero. Por lo tanto, no es posible comparar los resultados de la Huella de Carbono entre diferentes puertos. En consecuencia, es necesario desarrollar una metodología estándar para calcular este indicador en los puertos. Esta herramienta de cálculo ha sido solicitada por el sector portuario en varias conferencias y talleres (por ejemplo, Greenport conference, 2018).Por ello, esta tesis se centra en este aspecto y desarrolla una herramienta práctica y fácil de usar con un método estandarizado para el cálculo de la Huella de Carbono en los puertos. El desarrollo de la herramienta se ha realizado en Excel y Visual Basic, basándose en las guías internacionales más actualizadas (World Port Climate Initiative, IPCC guidelines y GHG Protocol). En esta herramienta se tienen en cuenta todos los alcances y todas las fuentes de emisión que recomiendan estas directrices. La herramienta ha sido probada por 20 expertos a través de visitas personales, llamadas telefónicas o por correo electrónico. Se ha tenido en cuenta su opinión para mejorarla. Además, la herramienta ha sido validada con los resultados existentes del Puerto de Oslo (Noruega) y Ports de la Generalitat (Cataluña, España). Los resultados obtenidos están en línea con los utilizados por estos puertos. Finalmente, se ha creado un caso de estudio modelo para probar todas las funcionalidades de la herramienta que no han sido probadas con los casos de estudio anteriores. Los valores de emisión obtenidos para este caso de estudio se han comparado con los obtenidos con la herramienta de la Oficina Catalana de Cambio Climático (OCCC) y la herramienta del Ministerio de Transición Ecológica (MITECO). Los resultados son muy similares con cambios menores debido a diferentes factores de emisión.Como consecuencia, se ha logrado el objetivo principal de la tesis de crear una herramienta gratuita y estándar para el cálculo de emisiones de gases de efecto invernadero en los puertos para todo el sector portuario. Completar esta herramienta implica un tiempo aproximado de de unos 20 minutos (si hay datos disponibles). La herramienta brinda opciones para seleccionar los alcances y límites que son más adecuados y aplicables a cada puerto. Además, la herramienta permite normalizar (estandarizar los resultados) las emisiones anuales totales en términos de toneladas totales de carga manipulada o TEU anuales. La herramienta, la guía y el vídeo se pueden descargar desde http://eports.cat/ca
Sostenibilitat
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Guillén, Tamayo de Arce Dora. "Hacia una planificación urbana sistémica. Una experiencia universitaria de aprendizaje y aplicación de nuevos instrumentos técnicos en la planificación urbana tradicional." Pontificia Universidad Católica del Perú. Centro de Investigación en Geografía Aplicada, 2013. http://repositorio.pucp.edu.pe/index/handle/123456789/119940.

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Abstract:
In view that the relations of ecologic effects overflow the limits of the traditional academic training on planning, the methodological models used are not longer adequate to solve problems; then there is a need to significant changes in the professional training of future architects and planners.Systemic urban planning is called to play a more important role not only in city management but in its hinterland connection. Universities play an important role in providing an adequate training to this end. Thus, at the Faculty of Architecture and Urbanism, National University of San Agustin, Arequipa, Perú, there is the course Urban Planning 1, where the students are being introduced to the systemic thought within the urban planning.The main objectives are to provide a conceptual basis towards a systemic planning and a sustainable urban design; to introduce the students in urban planning within a general concept of «Preventive Urban-environmental Planning», that is, urban planning with vision to the long run, based on landscaping plans, able to prevent and reduce the environmental impacts, that were able to articulate all results in a land use plan and have enough flexibility to undergo a permanent spatial analysis and allow planning oriented to sustainable development projects.
Debido a que las relaciones de los efectos de carácter ecológico sobrepasan los límites de las especialidades tradicionales de la planificación, los modelos metodológicos actuales ya no son adecuados para solucionar problemas, requiriéndose cambios sustanciales en la formación profesional del futuro arquitecto y planificador.La planificación urbana sistémica tomará un papel cada vez más activo no solo en el ordenamiento de las ciudades sino sobre todo en la articulación adecuada de estas a su entorno. Las universidades juegan un rol importante en la capacitación adecuada para tal fin. En la Facultad de Arquitectura y Urbanismo de la Universidad Nacional de San Agustín de Arequipa - Perú en el curso Planeamiento Urbano 1 se viene introduciendo a los estudiantes en el pensamiento sistémico dentro de la planificación urbana.Los objetivos principales son dotar de una base conceptual orientada hacia una planificación sistémica y un diseño urbano sostenibles; introducir a los estudiantes en una planificación urbana enmarcada en un concepto general de «Planificación Urbana Ambiental Preventiva»; es decir, una planificación urbana con visión a largo plazo, basada en un plan paisajista, que prevea y minimice los impactos ambientales, que sea capaz de articular todos estos resultados en un plan de usos de suelo y tenga la suficiente flexibilidad de someterse a un análisis espacial de carácter continuo así como permita una planificación orientada a proyectos concertados de desarrollo sostenible.
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VENUTA, MARIA LUISA. "La città da energivora a nodo attivo delle reti di produzione e di scambio energetico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/85.

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Abstract:
Il concetto di rete dell'informazione può diventare uno schema logico con cui descrivere l'evoluzione delle politiche sulle energie rinnovabili e sulla sostenibilità? La ricerca è stata svolta analizzando l'architettura delle due reti (internet e reti energetiche) e l'evoluzione del bene prodotto e distribuito nella rete energetica, l'energia, esplicitando l'accessibilità da parte della distribuzione mondiale delle risorse petrolifere tradizionali e delle risorse rinnovabili. La struttura metodologica del progetto di ricerca si basa due tipi di analisi teorica: 1) l'analisi della nascita delle società in rete attraverso le teorie di Manuel Castells (concetto di spazio di flussi) e di Saskia Sassen e l'evoluzione delle città (cap.2 e cap.5) 2) le analisi dei flussi dei materiali e delle energie avendo come riferimento metodologico l'approccio ecologico ideato dai ricercatori dell'istituto per il Clima, l'Ambiente e l'Energia di Wuppertal, Germania (cap.3 e cap.4) La contraddizione tra città innovative e città che sono ai livelli di enormi discariche o di baraccopoli è esposta nel cap.6 attraverso casi studio e progetto dei Programmi Europei. Nell'ultimo capitolo (cap.7) si riassumono le ipotesi di partenza e i risultati della ricerca e si espongono le questioni aperte.
Can internet logic scheme be used as a basis to describe public policies evolution on renewable energies production and sharing in urban areas all over the world? The research project analyses the two networks (internet and energetic grids) architectures in actual and future urban areas. This analysis is connected with present and future forecasts energy productions from traditional fuels and from renewable sources. Theoretical analysis is conducted following a double conceptual pathway: - societal networks (Manuel Castells theory) and urban areas evolution (Saskia Sassen and Mike Davis) in order to picture the evolution of cities and towns in modern economies and in developing countries (Chapters 2 and 5); - Material and Energy Flow Analysis (approach by Wuppertal Institute for Climate, Environment and Energy) applied to renewable energy (Chapters 3 and 4) In Chapter 6 case studies are exposed on the deep cleavage between two different worlds: innovative, rich towns on a side and the landfills cities, slums on the other side. In the last part hypothesis and thesis are put together and open questions are explained (Chapter 7).
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VENUTA, MARIA LUISA. "La città da energivora a nodo attivo delle reti di produzione e di scambio energetico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/85.

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Abstract:
Il concetto di rete dell'informazione può diventare uno schema logico con cui descrivere l'evoluzione delle politiche sulle energie rinnovabili e sulla sostenibilità? La ricerca è stata svolta analizzando l'architettura delle due reti (internet e reti energetiche) e l'evoluzione del bene prodotto e distribuito nella rete energetica, l'energia, esplicitando l'accessibilità da parte della distribuzione mondiale delle risorse petrolifere tradizionali e delle risorse rinnovabili. La struttura metodologica del progetto di ricerca si basa due tipi di analisi teorica: 1) l'analisi della nascita delle società in rete attraverso le teorie di Manuel Castells (concetto di spazio di flussi) e di Saskia Sassen e l'evoluzione delle città (cap.2 e cap.5) 2) le analisi dei flussi dei materiali e delle energie avendo come riferimento metodologico l'approccio ecologico ideato dai ricercatori dell'istituto per il Clima, l'Ambiente e l'Energia di Wuppertal, Germania (cap.3 e cap.4) La contraddizione tra città innovative e città che sono ai livelli di enormi discariche o di baraccopoli è esposta nel cap.6 attraverso casi studio e progetto dei Programmi Europei. Nell'ultimo capitolo (cap.7) si riassumono le ipotesi di partenza e i risultati della ricerca e si espongono le questioni aperte.
Can internet logic scheme be used as a basis to describe public policies evolution on renewable energies production and sharing in urban areas all over the world? The research project analyses the two networks (internet and energetic grids) architectures in actual and future urban areas. This analysis is connected with present and future forecasts energy productions from traditional fuels and from renewable sources. Theoretical analysis is conducted following a double conceptual pathway: - societal networks (Manuel Castells theory) and urban areas evolution (Saskia Sassen and Mike Davis) in order to picture the evolution of cities and towns in modern economies and in developing countries (Chapters 2 and 5); - Material and Energy Flow Analysis (approach by Wuppertal Institute for Climate, Environment and Energy) applied to renewable energy (Chapters 3 and 4) In Chapter 6 case studies are exposed on the deep cleavage between two different worlds: innovative, rich towns on a side and the landfills cities, slums on the other side. In the last part hypothesis and thesis are put together and open questions are explained (Chapter 7).
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BIGIOTTI, STEFANO. "La misura ecologica dell'architettura. Il concetto di misura nell'abitare sostenibile." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/932500.

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Abstract:
La generica nozione di Misura, se impiegata priva di quelle aggettivazione comparative utili a determinarne le proprietà relazionali, rimanda ad una questione di per sé identificabile con l’astrattezza del dato numerico: valori assoluti che difficilmente riescono ad assumere significati sufficientemente esplicativi da consentire una completa comprensione di una grandezza di ordine quantitativo. Locuzioni quali Misura appropriata o Misura conforme necessitano infatti di un secondo termine di relazione per stabilire un confronto eloquente tra principio dimensionale e esperienza fisica. Tale attribuzione ha da sempre rappresentato un topos nell’ambito della teoria architettonica, coincidendo, fino all’affermarsi del Movimento Moderno, con riferimenti comparativi di tipo antropometrico e tendenziosamente orientati alla ricerca di un giudizio estetico e formale oggettivabile. Dal periodo classico e rinascimentale sino all’età della macchina, lo stesso tema è stato generalmente affrontato facendo coincidere la questione dimensionale con l’imitazione delle forme e delle proporzioni della natura, con lo scopo di favorire precostituite percezioni visive o sensoriali, anche in riferimento all’esperienza fenomenica che l’uomo può avere di una certa opera. La ricerca di tesi intende spostare il punto di vista critico del riferimento classico, in favore di una qualità ecologica della progettazione, ragionando su relazioni dimensionali diverse dalla mera percezione armonica del manufatto, capaci di promuovere indirizzi operativi utili al consolidamento di una ineludibile pratica sostenibile del fare architettura. A partire da alcuni esempi campione preventivamente selezionati, riflettendo su aspetti morfologici, insediativi e urbani, la ricerca vuole indagare quel sistema relazionale che lega indissolubilmente scelte progettuali e ricadute ambientali; attraverso specifici rimandi a contributi disciplinari diversi, è stato infatti possibile comparare e analizzare concezioni che, di volta in volta, mettono al centro del ragionamento definizioni di Misura legate ai concetti di congruenza tipologica e insediativa, di efficienza e rendimento tecnico, finanche di connettività ambientale. Si vuole dunque favorire in questa sede una riflessione critica sul tema dimensionale, intendendo lo stesso non come semplice dato di definizione quantitativo, ma come strumento d’interpretazione progettuale, capace di definire rapporti relazionali utili ad impostare pratiche di riqualificazione urbana e riequilibrio ambientale. In altre parole, l’oggetto della dissertazione sottende una riflessione critica sulla dimensione fisica degli organismi insediativi e sulle diverse ripercussioni che determinate scelte di tipo morfologico possono produrre all’interno dei relativi contesti. Il concetto di Misura, posto così come attributo qualitativo del costruito, consente di valutare in modo inedito quei rapporti morfologici/insediativi/ambientali che legano l’architettura del singolo manufatto all’ambiente, collocando lo stesso sistema relazionale in una prospettiva eco-efficiente delle trasformazioni urbane. Prendendo quindi in considerazione otto casi studio, esemplari del fare sostenibile contemporaneo, questo lavoro ha inteso analizzare criticamente l’organizzazione spaziale e la dimensione fisica degli stessi interventi, sperimentandone le qualità relazionali già intraprese con l’ambiente circostante, in funzione di alcuni criteri di analisi desunti dal quadro teorico di riferimento, per giungere alla definizione di un nuovo modello critico-interpretativo dell’abitare. Il modello della Misura ecologica. Questo quadro generale, così come sinteticamente evidenziato, fonda il suo percorso su tre ipotesi distinte: 1) che si possa attribuire alla nozione di misura una proprietà estensiva, non esclusivamente limitata al riferimento di comparazione metrico o antropomorfo, ma tale da individuare nuovi ed ulteriori termini di paragone e confronto, già mutuati da quelli aspetti di carattere ambientale, sociale ed economico che definiscono oggi il concetto di sostenibilità; 2) che non esista una forma -o per meglio dire una dimensione fisica- ottimale per gli insediamenti, ma che l’appropriatezza delle scelte operate in fase progettuale possa trovare una coerente e opportuna giustificazione in funzione delle conseguenze che gli stessi interventi attuano sui contesti urbani; 3) che tale appropriatezza dimensionale, in quanto realizzazione dello spazio fisico del progetto, possa essere sottoposta ad un giudizio critico sufficiente ad individuare un primo livello di contenuti valutabili per gli insediamenti, già utile a dar luogo a nuovi interrogativi avvicinabili mediante il ricorso ad altre discipline; Le questioni appena enunciate sottendono, difatti, la necessità di un ulteriore livello di valutazione, ovvero che il modello interpretativo adottato possa essere sperimentato alla scala urbana del progetto, a prescindere dalla consistenza fisica del caso studio esaminato, proprio in virtù delle peculiarità espresse nella prima ipotesi, ovvero della capacità estensiva assegnata alla Misura. Quest’ultima contiene intrinsecamente in nuce la necessità di considerare l’urbano come un’organizzazione spaziale suddivisibile secondo morfemi distinti, comunque aggregabili mediante unità elementari ben individuabili e costituenti la base formale della città, a prescindere dalla rilevanza fisica degli insediamenti che lì vi insistono.
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GURASHI, ROMINA. "Per una sociologia della sostenibilità nel quadro della peace economics. Indagine sulle teorie e i concetti di un diverso percorso di sviluppo." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1333828.

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Abstract:
Scopo di questa tesi dottorale è stata quella di ripercorrere le tappe che hanno portato alla nascita, allo sviluppo e all’introduzione della questione della sostenibilità nel dibattito sulla peace economics. Preservando il criterio dell’interdisciplinarietà e della transdisciplinarità propria di questa specifica branca delle scienze sociali, si è cercato di ricostruire un puzzle complesso che ci porta oggi a parlare di sustainable peace economics. La ricerca è stata quindi organizzata in quattro capitoli fortemente integrati l’uno con l’altro. Il primo capitolo è stato incentrato sull’individuazione delle origini della peace research, sullo studio della sua strutturazione in disciplina accademica e sull’identificazione delle principali metodologie di ricerca adottate in questo contesto. Queste tematiche hanno fornito l’intelaiatura concettuale essenziale all’introduzione dei discorsi affrontati nel secondo capitolo, ovvero la definizione del concetto di peace economics, le metodologie di ricerca adottate in questo ambito e le linee riflessive e costruttive dell’attuale struttura di pensiero sull’argomento. Il terzo capitolo ha poi sviluppato i temi dello sviluppo sostenibile all’interno della storia del capitalismo contemporaneo e dell’attuale dibattito in seno alle istituzioni sovranazionali sulla relazione tra sostenibilità, sviluppo economico e pace. Infine, nel quarto ed ultimo capitolo si è voluto tirare le fila del discorso problematizzando la questione della pace sostenibile in relazione alla necessità di una adeguata culturalizzazione sociale al fine di trasmettere conoscenze, principi e consapevolezze indispensabili al conseguimento degli obiettivi di costruzione di un reale sviluppo sostenibile e di una pace positiva.
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Hurtado, Garcia Arianna Nicole. "La aplicación del concepto de sostenibilidad en la marca Galera de Lima entre los años 2017- 2020." 2020. http://hdl.handle.net/10757/653078.

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Abstract:
Este estudio tiene como objetivo conocer la aplicación del concepto de sostenibilidad en la marca Galera de Lima entre los años 2017 – 2020. Para poder solventar este objetivo, primero se definirá el concepto de sostenibilidad en la moda; en segundo lugar, se describirá la marca Galera tomando en cuenta su visión, misión y objetivos; y, por último, se detallará la aplicación del concepto de sostenibilidad a la marca, es decir, se explicará cómo la marca incentiva la sostenibilidad ambiental, el proceso de producción, el material que se utiliza, así como también, las iniciativas de responsabilidad social que tienen como empresa. Se tomó como caso de estudio a Galera, marca limeña de moda sostenible que trabaja los accesorios con fibra vegetal (toquilla, mimbre y junco) tejida por los artesanos peruanos, porque es una empresa sostenible con un enfoque de responsabilidad social adecuado y porque la información sobre su funcionamiento era accesible. Finalmente, la interrogante de investigación se responderá mediante el uso de metodología cualitativa etnográfica con fuentes bibliográficas pertinentes y por medio de entrevistas a la dueña de la marca y trabajadores que manejan información de lo requerido.
This study aims to learn about the application of the sustainability concept in the brand Galera from Lima, between the years 2017 - 2020. In order to solve this objective, the concept of sustainability in fashion will first be defined; secondly, the Galera brand will be described by mentioning vision, mission and objectives; and finally, the application of the sustainability concept in the brand will be detailed. To do this it will be explained how the brand encourages environmental sustainability, production process, materials used, as well as the social responsibility initiatives that they have as a company. Galera was taken as a case study, it is a Lima brand of sustainable fashion that works with accessories made of vegetable fibbers (toquilla, wicker and reed) woven by Peruvian artisans. It was chosen because it is a sustainable company and its adequate social responsibility, also the approach and the information about its operation was accessible so it made it easier to obtain information. Finally, the research question will be answered through the use of a qualitative ethnographic methodology with pertinent bibliographic sources and through interviews to the owner of the brand and workers who handle information as required.
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TARTUFERI, Emanuele. "L'impronta ecologica della Regione Marche." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251180.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca si basa sul metodo di calcolo dell'impronta ecologica, un indicatore complesso che permette di stimare l'impatto di una determinata popolazione sull'ambiente attraverso il consumo di risorse e la richiesta di assimilazione di rifiuti da parte di una determinata popolazione e di esprimere queste grandezze in termini di superficie di territorio produttivo corrispondente. La tesi è divisa in tre singoli lavori accademici: nel primo viene introdotta la metodologia di calcolo e vengono passate in rassegna le principali applicazioni dell'impronta ecologica su scala globale, nazionale e regionale. Vengono inoltre presentati gli altri indicatori affini e complementari all'impronta ecologica capaci di dare una misura al concetto di sostenibilità e di affiancare il PIL nel misurare la situazione economica e sociale di un paese. Infine vengono presentati i principali studi critici sull'impronta ecologica e le risposte da parte dei fautori e sostenitori di questo indicatore. Nel secondo capitolo viene calcolata l'impronta ecologica per la Regione Marche: oltre ad un approfondimento della metodologia di calcolo, con particolare attenzione alle realtà sub-nazionali, vengono presentati e discussi i risultati relativi al calcolo dell'impronta ecologica del 2011 e del 2001 per la Regione Marche, sia a livello aggregato che disaggregato, compresa la simulazione di possibili scenari per valutare eventuali benefici di strumenti atti alla riduzione dell'impronta ecologica. Nel terzo ed ultimo capitolo vengono calcolate le impronte ecologiche di tutte e quattro le regioni del Centro Italia per gli anni 2011 e 2001: vengono passati in rassegna i principali studi sulle impronte ecologiche regionali italiane e presentati e discussi i risultati aggregati e disaggregati delle regioni Marche, Lazio, Toscana ed Umbria attraverso la comparazione dei valori dell'impronta ecologica.
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