Journal articles on the topic 'Comunità religiose'

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Szewczul, Bożena. "Kształtowanie się prawa zakonników do należnej wolności w zakresie korzystania z sakramentu pokuty i kierownictwa duchowego (I) : (rys historyczno-prawny)." Prawo Kanoniczne 50, no. 1-2 (June 15, 2007): 27–51. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2007.50.1-2.02.

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Abstract:
La dovuta libertà dei religiosi nella scelta del confessore e del direttore spirituale e stata definitivamente espressa nel diritto canonico piu di 30 anni fa. La liberta sembra sia chiara, riconosciuta e rispettata in ogni comunità religiosa ma non sempre succede così. Insorgono, infatti, dei problerni, sia da parte dei superiori che delle comunità, i quali possono scatenare conflitti di coscienza in alcuni religiosi. Nell’articolo, l’autrice vuole presentare le difficoltà createsi al diritto soprannominato lungo la storia della vita consacrata. Si augura, inoltre, che l’esperienza degli anacoreti e dei primi monaci aiuti a far comprendere meglio ai superiori religiosi e a tutti i membri delle comunità religiose la necesità della dovuta libertà per quanto riguarda il Sacramento della penitenza e la direzione della cosienza nella loro vita spirituale.
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Cedarmas, Adonella. "Due Comunità Religiose a Confronto: la Comunità Ebraica e il Centro Culturale Islamico di Trieste." Oriente Moderno 88, no. 1 (August 12, 2008): 75–97. http://dx.doi.org/10.1163/22138617-08801004.

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3

Śliwa, Jan. "Autorzy i środowisko formacji ze szczególnym uwzględnieniem Kościoła i wspólnoty." Prawo Kanoniczne 35, no. 1-2 (June 5, 1992): 119–28. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1992.35.1-2.07.

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Abstract:
L’autore di questo articolo prende in considerazione le Direttive sulla formazione negli Istituti Religiosi occupandosi specialmente degli aspetti comuni a tutte le tappe della formazione alla vita religiosa. Il punto centrale del suo lavoro è costituito dal ruolo delle persone e dell’ambiente che contribuiscono alla formazione. E così ci parla del ruolo dello spirito di Dio, della Vergine Maria, della Chiesa, della comunità, dello stesso religioso responsabile della propria formazione e degli educatori о formatori responsabili. Nello svolgimento del tema proposto l’autore accentua in modo particolare il ruolo della Chiesa e della comunità.
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Tramontana, Felicita. "La corte islamica e gli abitanti cristiani del distretto di Gerusalemme (secolo XVII)." SOCIETÀ E STORIA, no. 138 (November 2012): 791–806. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-138006.

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Abstract:
Il rapporto tra le comunitÀ non musulmane che abitavano nell'impero ottomano e le locali corti islamiche ha attirato l'attenzione di molti studiosi. Negli ultimi decenni le ricerche sul tema si sono basate principalmente sui registri delle stesse corti islamiche. Questi hanno permesso di dipingere un quadro soddisfacente di un aspetto estremamente importante della vita delle minoranze religiose. Rimangono tuttavia una serie di questioni irrisolte, principalmente a causa di certe caratteristiche delle fonti. Il presente articolo mette a confronto i documenti della corte islamica di Gerusalemme con materiali cristiani coevi, al fine di capire se questi ultimi confermano e eventualmente possono completare i dati forniti dai registri della corte islamica. .
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Kiwior, Wiesław. "Procedura obowiązująca przy eksklaustracji, sekularyzacji i wydalaniu z instytutów życia konsekrowanego." Prawo Kanoniczne 38, no. 3-4 (December 20, 1995): 119–63. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1995.38.3-4.05.

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Abstract:
Nella vita religiosa, vissuta nella comunità, sorgono alle volte delle situazioni e dei problemi molto difficili, sia per i singoli religiosi che per le comunità e gli instituti, concernenti la realizzazione della vocazione divina. II Legislatore ecclesiastico, mosso dalla sollecitudine per la vita religiosa e la sua missione nella Chiesa e nel mondo, per il bene delle comunità, degli istituti e dei singoli religiosi, dà delle norme speciali per aiutare gli istituti religiosi nella giusta soluzione di tali problemi. I mezzi giuridici che vi possono о alle volte vi devono essere adottati esigono peró ehe sia ben compresa la loro natura, fine, funzione ed applicazione. L’oggetto dell’ articolo lo è la presentazione dettagliata della procedura che occorre osservare nel caso di esclaustrazione, secolarizzazione e dimissione dall’istituto religioso e di espulsione immediata dalla casa religiosa. Nell’iter dei rispettivi procedimenti si parla dei motivi, della domanda, dell’autorità competente e dei suoi compiti, dell’ induito о del decreto e dei suoi effetti canonici, dell’obbligo di osservare l’eguità e Ia carità evanagelica. La conoscenza di tale procedura è importante nella formazione dei superiori che nell’adempimento dei loro compiti devono procedere conformemente alla volontà della Chiesa nella soluzione dei problemi legati all’infedeltà negli impegni religiosi, alle crisi vocazionali, alla mancanza о alla perdita della vocazione religiosa.
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Destefanis, Eleonora. "Sepolture e ideologia funeraria presso le comunità religiose in Piemonte, tra fonti scritte e dati archeologici (secoli XI-XV)." Hortus Artium Medievalium 25, no. 2 (May 2019): 573–97. http://dx.doi.org/10.1484/j.ham.5.118082.

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Wronka, Stanisław. "Być błogosławieństwem dla świata – wspólne zadanie chrześcijan i żydów." Ruch Biblijny i Liturgiczny 57, no. 3 (September 30, 2004): 165. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.512.

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Abstract:
L’articolo è una ampliata relazione, tenuta durante la VII Giornata del Giudaismo nella Chiesa Cattolica in Polonia, il cui motto suonava: „Diverrete una benedizione” (Za 8, 13). Il profeta Zacharia ricordava agli Israeliti dopo le traumatiche esperienze dell’esilio babilonese, che conformemente alla promessa data ad Abramo (cf. Gen 12, 2-3), Dio contuinava a portare loro la benedizione, che dovevano trasmettere a tutte le nazioni. Questa parola profetica rimane sempre attuale, anche dopo lo sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, come ha ricordato il Concilio Vaticano II e che Giovanni Paolo II non cessa di sottolineare. Gli ebrei non sono stati rigettati, „perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili” (Rm 11, 29), ma devono essere sempre una fonte di benedizione per il mondo. I cristiani si sentono anche eredi della benedizione di Abramo, che vedono compiuta in Gesù Cristo. Bisogna dunque, che le due comunità religiose diventino una benedizione per sé stesse e portino insieme il divino messaggio della pace e della giustizia al mondo contemporaneo, secolarizzato, diviso e corrotto.
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Granata, Anna. "Di padre in figlio, di figlio in padre. Il ruolo innovativo delle seconde generazioni nelle comunitŕ religiose di minoranza." MONDI MIGRANTI, no. 2 (January 2011): 87–100. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-002004.

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Abstract:
Le comunitŕ religiose di minoranza sono caratterizzate da una forte e dinamica presenza di giovani. Molti di loro appartengono alla cosiddetta seconda generazione dell'immigrazione: sono nati in Italia o giunti da bambini al seguito dei propri genitori, parlano, pensano, sognano in italiano e in questo paese immaginano di costruire il proprio futuro. Allo stesso tempo e senza contraddizione, sono inseriti in una tradizione religiosa che hanno ereditato dalle proprie famiglie, con riti, valori e linguaggi fortemente intrecciati con le culture dei paesi d'origine. Questo articolo - basato su una ricerca in pedagogia interculturale, condotta con metodi etnografici e interviste in pro-fonditŕ presso alcune comunitŕ religiose di minoranza nella cittŕ di Milano - descrive i tratti e le potenzialitŕ comuni alle seconde generazioni e le competenze interculturali che possono sviluppare a contatto con piů riferimenti culturali e linguistici nei propri contesti di vita. A conclusione della riflessione, si auspica che la lezione delle seconde generazioni possa parlare non solo alle comunitŕ religiose di minoranza, ma a tutte quelle realtŕ in cui convivono generazioni diverse per uno scopo comune.
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Molli, Samuele Davide, and Maurizio Ambrosini. "Immigrazione, Religione e Integrazione. Il caso delle comunità sikh e filippine in Lo." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 1 (October 2021): 99–121. http://dx.doi.org/10.3280/erp1-special-2021oa12470.

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Abstract:
La trasformazione multireligiosa dell'Italia è uno dei più rilevanti fenomeni sociali seguiti ai flussi migratori, nonché una delle questioni più controverse. L'articolo entra nel merito del nuovo pluralismo e discute il rapporto tra le comunità religiose ristabilite dagli immigrati e i processi di integrazione che ne derivano. Dopo una rassegna della letteratura internazionale sul tema, il contributo prende in esame due casi studio rappresentativi dei tipi di pluralismo religioso: il caso dei sikh in provincia di Bergamo e dei cattolici filippini nella città di Milano; in chiave comparativa, si confronta il ruolo della religione per due significative esperienze di radicamento territoriale e di partecipazione economica degli immigrati in Lombardia. Nello specifico, in primo luogo, vengono ricostruiti i processi alla base dello sviluppo di una nuova geografia religiosa; si analizzano le differenti risorse che la partecipazione ai luoghi di culto fornisce ai fedeli sikh e filippini per fronteggiare le difficoltà derivanti dall'inserimento in nuovo contesto. Vengono poi esaminate le forme di accettazione nei confronti di tali tipi di pluralismo, e infine viene indagato lo spirito civico sviluppato invece verso la più ampia realtà sociale. L'articolo conclude mostrando come le comunità religiose, nonostante le difficoltà rilevate rispetto al loro riconoscimento, siano una risorsa per i processi di integrazione degli immigrati, con importanti ricadute per la società ricevente.
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Fiorelli, Vittoria. "La rete mediterranea della devozione. Le teresiane della provincia di Napoli." SCRIPTA. Revista Internacional de Literatura i Cultura Medieval i Moderna 6, no. 6 (December 29, 2015): 155. http://dx.doi.org/10.7203/scripta.6.7828.

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Abstract:
Riassunto: Filo conduttore del saggio è la vita di madre Serafina di Dio, carismatica caprese fondatrice, nel secolo XVII, di sette congregazioni femminili ispirate alla spiritualità teresiana. L’affiliazione alla santa di Avila e l’adesione alla matrice della sua riforma hanno consentito alle nuove comunità devote nate da un’iniziativa periferica di collocarsi nell’alveo della Chiesa nella prospettiva istituzionale della trasformazione in monasteri di clausura.Due i focus della ricerca. Da un lato ci si è soffermati sull’omogeneità organizzativa e spirituale dei conservatori garantita da reti devozionali saldamente dipendenti dal carisma della fondatrice secondo un meccanismo nel quale resta assai difficile determinare i confini tra una vita modellizzata dalla santità e il progetto di santificazione della propria vita. Dall’altro si è evidenziata l’importanza della tradizione religiosa e devozionale nel processo di costante contaminazione dell’identità culturale delle due principali penisole del Mediterraneo mai trasformata in fusione, nonostante gli intensi rapporti e la subalternità politica di Napoli a Madrid. Parole chiave: reti devozionali e religiose, spiritualità femminile, Mediterraneo Abstract: The underlying theme of the essay is the life of Mother Serafina di Dio from Capri, the charismatic founder, in the seventeenth century, of seven women’s congregations inspired by the Teresian spirituality. The affiliation to the saint of Avila and the connection to the matrix of her reform allowed these peripheral and devoted communities to position themselves within the fold of the Church, from the perspective of institutional transformation in cloistered monasteries.The first research focus is about the uniformity of organization and spirituality within the retreats guaranteed by devotional networks firmly dependent on the charisma of the founder. A mechanism in which is very difficult to determine the boundaries between a life modeled on the holiness and a project of sanctification of her own life.The other one, is about the importance of religious and devotional traditions in the process of constant contamination of the cultural identity of the two main peninsulas in Mediterranean, never turned into fusion, despite the penetrating contacts and the political subordination of Naples in Madrid. Keywords: religious and devotional networks, women’s spirituality, Mediterranean
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Maniscalco, Maria Luisa. "Le minoranze religiose in Europa: costruire il legame sociale in uno spazio post-secolare." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (December 2010): 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2010-001002.

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Abstract:
La difficile costruzione di uno spazio pubblico europeo si trova oggi ad affrontare le complesse problematiche che vedono, da un lato, una radicata secolarizzazione delle societŕ europee e, dall'altro, la rinascita del fenomeno religioso anche sotto la spinta di minoranze che reclamano riconoscimento e ruolo pubblico come comunitŕ di credenti. Da questa tensione emerge l'esigenza di un dialogo, attraverso cui aiutare a costruire una piattaforma di valori comuni per una pacifica convivenza. La prospettiva post-secolare di questo articolo suggerisce di accantonare la dimensione religiosa come fonte di identitŕ di gruppo in favore di un'enfasi sulla religiositŕ come aspirazione universale al trascendimento e come legame sociale. Nello spazio pubblico europeo esistono le condizioni e i presupposti per pensare in termini di complessitŕ e di autoriflessivitŕ critica, per muoversi con creativitŕ e immaginazione in direzione di un futuro comune, per guardare alla storia e all'evoluzione delle culture (religione, costumi, stili di vita) non soltanto nella loro genesi identitaria, ma anche nel loro essere contesti aperti in cui le pratiche umane si organizzano in linguaggi, immagini, attribuzioni di significati e di simboli plurali che, seppure contrastanti, possono comunque incontrarsi e dialogare nel reciproco rispetto.
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Stokłosa, Marek. "Legalne przebywanie zakonnika poza wspólnotą zakonną." Prawo Kanoniczne 53, no. 1-2 (January 9, 2010): 105–28. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2010.53.1-2.06.

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Abstract:
Uno tra i doveri della vita religiosa si riferisce all’obbligo di residenza nella propria casa religiosa nella quale i membri della comunità osservano la vita comune dell’istituto. L’oggetto proprio della norma canonica del can. 665 § 1 è la permanenza abituale del religioso nella propria casa religiosa. Tuttavia, per esigenze dello stesso istituto, come pure per motivi personali, il religioso può assentarsi dalla propria casa religiosa, però con l’autorizzazione del competente superiore. Questo allontanamento potrebbe essere trattato come una semplice uscita quotidiana, o può diventare una vera assenza di breve termine, o un’assenza prolungata. Tutte queste uscite quotidiane per ragioni tanto ministeriali, quanto personali, devono essere regolate dai superiori locali, non dai superiori provinciali, per mezzo di permessi concessi secondo le usanze della rispettiva comunità, che possono essere ad actum o abituali, espressi o taciti, o anche impliciti e presunti. Il diritto comune, dopo aver stabilito l’obbligo di risiedere nella propria casa di assegnazione, determina che spetta al superiore maggiore, con il consenso del suo consiglio, concedere, per una giusta causa, a un religioso, di vivere fuori delle comunità dell’istituto (“extra domum instituti”) per un tempo che non superi la durata di un anno, a meno che non si tratti di malattia del religioso, tempo dei suoi studi, o di apostolato svolto in nome dell’istituto. È da osservare il fatto che la suddetta norma del diritto comune fa tacitamente una distinzione tra assenza prolungata dalla propria casa per dimorare in un’altra casa dell’istituto, dall’assenza prolungata dalla casa dell’istituto in genere. Considerando che il primo tipo di assenza non viene contemplato dal diritto comune, il diritto proprio potrà stabilire norme applicative più particolareggiate. Il superiore maggiore, con il consenso del proprio consiglio, può concedere, a norma del can. 665 § 1, la licenza di assenza dalla casa dell’istituto per un periodo superiore a un anno per motivo di malattia, di studio o di apostolato svolto a nome dell’istituto.
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Maccaro, Alessia. "Matto da slegare. Bioetica tra rispetto della prassi tradizionale e diritti umani / Madmen to untie. Bioethics between respect of cultural practices and human rights." Medicina e Morale 65, no. 2 (September 21, 2016): 155–65. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.432.

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Abstract:
Demonologia, culti, ritualità e miti religiosi molto spesso in territorio africano si congiungono con questioni relative alla cura. Ad oggi ancora diffusissima è la sovrapposizione tra insanità mentale e possessione diabolica, tipica della mentalità animista che conduce al gravoso problema dell’emarginazione e della contenzione del paziente psichiatrico. Il malato mentale incute paura alla comunità che ne teme il contagio, sicché il più delle volte, si affida il malato a sette religiose o a centri di preghiera, in cui i sedicenti guaritori, sciamani e santoni si fanno pagare cifre molto elevate per imprigionare all’interno di tronchi di albero o incatenare a ceppi o blocchi di cemento l’ammalato, così da neutralizzare la potenza maligna. La vita in catene rende gli ammalati storpi, talvolta li porta alla morte per malnutrizione ed incuria. In questo modo questioni relative alla salute, alla cura, incrociandosi con ritualità religiose, chiamano irrimediabilmente in causa la bioetica ed i diritti rispetto ad un problema non più posponibile. Si tratta di una barbarie che avviene nel completo disinteresse dell’OMS e delle grandi organizzazioni internazionali che conoscono l’incubo di questi “prigionieri” almeno da 30 anni, da quando il beninese Gregoire Ahongbonon, il “Basaglia nero” ha fondato in Costa d’Avorio la sua “Saint Camille de Lellis di Bouaké” e ha cominciato – letteralmente – a liberare i malati di mente dalle catene. L’analisi proposta intende precisare che, pur nel rispetto delle differenti culture, c’è un limite che non è possibile valicare: quello del rispetto dei diritti umani che è la base ed alla base di ogni discorso sul pluralismo e sull’Intercultura. ---------- In Africa, demonology, cults, rituals and religious myths are very often combined with issues related to health care. Today the overlap between insanity and demonic possession is still widely widespread. It is typical of the animist mentality that leads to the serious problem of psychiatric patient marginalization and restraint. The mentally ill arouses dread in the community that fears the contagion, so in most cases, the patient commits herself/himself to religious sects or to prayer centers, where the healers, shamans and gurus charge very high prices to imprison the patient in tree trunks or to chain up the patient to stumps or concrete blocks, in order to neutralize the evil force. Life in chains makes the sick patients lame, and sometimes leads them to death for malnutrition and neglect. In this way, issues related to health and health care, intersecting with religious rituals, involve bioethics and rights compared with a problem that cannot be postponed any further. It is a matter of barbarity that takes place in the complete disregard of WHO and of the major international organizations, aware of the nightmare experienced by these “prisoners” since at least 30 years, when Gregoire Ahongbonon from Benin, the “black Basaglia”, established in the Ivory Coast his “Saint Camille de Lellis of Bouaké” and – literally – began to release the mentally ill patients from the chains. The proposed analysis aims to clarify that, even if respecting the different cultures, there is a limit that cannot be crossed: the respect of human rights that is the basis and the foundation of every discourse on pluralism and interculture.
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Wypych, Stanisław. "Samarytanie w ujęciu historycznym, geograficznym i religijnym." Ruch Biblijny i Liturgiczny 58, no. 3 (September 30, 2005): 165. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.593.

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Abstract:
Il termine „Samaritani” deriva dal verbo ebraico šāmar “vigilare”, „custodire”. Gli Assiri, dopo aver conquistato la capitale Samaria (722) deportarono circa 40 mila Israeliti in Mesopotamia i quali conservarono la tradizione dei profeti del Regno del Nord: Elia, Eliseo, Amos ed Osea. Nella regione di Samaria rimasero circa 100 mila Israeliti, ma vi arrivarono molti altri popoli dalla Siria, Assiria, Persia, Media e dal mondo ellenistico. Così si formò una comunità assai composita che adottò un rito speciale.Dopo il periodo di deportazione (di esilio), quando i rimpatriati Giudei si dedicarono al rinnovamento del culto e alla ricostruzione del tempio di Gerusalemme, i Samaritani espressero il desiderio di parteciparvi. Ma il loro desiderio fu respinto dai rimpatriati. Allora i Samaritani, per ragioni politiche, si opposero alla ricostruzione delle mura di Gerusalemme e costruirono un proprio tempio sul monte Garizim (328) che fu distrutto da Giovanni Ircano (128), procurando una profonda spaccatura tra Giudei e Samaritani.Spesso si parla di „scisma dei Samaritani”. In realtà si tratta piuttosto di due correnti religiose, basate sul Pentateuco. I Samaritani sono monoteisti, considerano Mosè come un profeta, indirizzano le preghiere a Dio tramite i patriarchi e Mosè, accettano il Pentateuco, considerano il monte Garizim come un luogo santo, hanno il proprio calendario liturgico e riti religiosi.Gesù non predicò la buona novella ai Samaritani (non si trovano tracce nella fonte Q e in Marco). I due evangelisti testimoniano che Gesù non era contro i Samaritani (vedi la parabola del buon Samaritano – Luca 10,30-35 ed il colloquio con la Samaritana – Giov. 4,4-42). I discepoli di Gesù ben presto, con un notevole successo, cominciarono a predicare il messaggio del loro Maestro ai Samaritani (cf. Atti 8,1-6).
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Fumagalli, Pier Francesco. "Shalom-Salam-Pace in te, Gerusalemme!" FUTURIBILI, no. 3 (September 2012): 121–33. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-003008.

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Abstract:
L'Autore sottolinea con forza il ruolo delle tre religioni che vivono a Gerusalemme, che in comune hanno il monoteismo, e che hanno dato un volto originale, unico e santo alla cittŕ, pur tra momenti di fondamentalismi e di contrapposizioni acute. Per il futuro č doveroso che si trovi con buona volontŕ e lungimiranza un modo concreto e giusto in cui i diversi interessi e aspirazioni siano composti in forma armonica e stabile. Ciň puň avvenire sottolineando i seguenti punti salienti: 1) attenzione ai pronunciamenti internazionali, 2) rilievo degli aspetti spirituali, storici e culturali di Gerusalemme, 3) inclusione non solo dei monumenti ma anche dell'insieme della Gerusalemme storica, 4) presenza delle diverse comunitŕ religiose che vi vivono, 5) esigenza di trovare un modo concreto e giusto per tutelare i diversi diritti di tutti con uno speciale "statuto internazionalmente garantito", 6) distinte fedi religiose ma insieme l'identitŕ religiosa della cittŕ sotto il profilo della comune "fede monoteistica", 7) necessitŕ di pace e riconciliazione tra Stato di Israele e popolo palestinese. L'Autore mette altresě in evidenza il ruolo della Santa Sede nel perseguire queste direzioni, e in particolare quelle di cittŕ internazionale e di cittŕ "madre di giustizia per tutte le genti, realtŕ unica e insieme universale".
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Saj, Marek. "Prawna strona ślubu posłuszeństwa." Prawo Kanoniczne 53, no. 3-4 (October 15, 2010): 29–41. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2010.53.3-4.01.

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Abstract:
L’obbedienza religiosa che i membri degli istituti religiosi s’impegnano con il voto a praticare, si basa sull’insegnamento e sull’esempio di vita di Gesù Cristo. Tutta la sua vita costituisce il fondamento e la radice di questo consiglio evangelico. Perciò i religiosi assumono l’obbedienza nello spirito di fede e di amore verso Cristo che proprio per amore dell’uomo si fece obbediente al Padre fino alla morte. Accanto agli elementi strettamente teologici, importanti per capire e praticare questo consiglio, l’obbedienza religiosa possiede anche i suoi elementi giuridici, descritti nel diritto canonico della Chiesa e concretizzati nel diritto proprio degli istituti. L’essere obbedienti a Dio si manifesta nell’obbedienza alla volontà dei superiori. Proprio loro, in quanto rappresentanti di Dio, possono dare ordini ai propri subordinati, in accordo con le costituzioni dell’istituto. Avendo tali competenze devono, però, esercitare il proprio potere sempre come servizio alla comunità ed essere un esempio di fedeltà alla vocazione e di fervore nella sua realizzazione. Insostituibile è il ruolo che nella comune ricerca della volontà divina gioca il dialogo. La legislazione di ogni istituto lo mette ben in rilievo. Siccome l’obbedienza è uno dei più importanti elementi della vita religiosa, la sua mancanza può produrre serie conseguenze canoniche, perfino l’esclusione dall’istituto.
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Saj, Marek. "Prawna strona ślubu posłuszeństwa." Prawo Kanoniczne 53, no. 1-2 (January 9, 2010): 129–45. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2010.53.1-2.07.

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Abstract:
L’obbedienza religiosa che i membri degli istituti religiosi s’impegnano con il voto a praticare, si basa sull’insegnamento e sull’esempio di vita di Gesù Cristo. Tutta la sua vita costituisce il fondamento e la radice di questo consiglio evangelico. Perciò i religiosi assumono l’obbedienza nello spirito di fede e di amore verso Cristo che proprio per amore dell’uomo si fece obbediente al Padre fino alla morte. Accanto agli elementi strettamente teologici, importanti per capire e praticare questo consiglio, l’obbedienza religiosa possiede anche i suoi elementi giuridici, descritti nel diritto canonico della Chiesa e concretizzati nel diritto proprio degli istituti. L’essere obbedienti a Dio si manifesta nell’obbedienza alla volontà dei superiori. Proprio loro, in quanto rappresentanti di Dio, possono dare ordini ai propri subordinati, in accordo con le costituzioni dell’istituto. Avendo tali competenze devono, però, esercitare il proprio potere sempre come servizio alla comunità ed essere un esempio di fedeltà alla vocazione e di fervore nella sua realizzazione. Insostituibile è il ruolo che nella comune ricerca della volontà divina gioca il dialogo. La legislazione di ogni istituto lo mette ben in rilievo. Siccome l’obbedienza è uno dei più importanti elementi della vita religiosa, la sua mancanza può produrre serie conseguenze canoniche, perfino l’esclusione dall’istituto.
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Linke, Waldemar. "Miłosierdzie Jezusa Zmartwychwstałego dla Kościoła na ziemi (Ap 3,14-22)." Verbum Vitae 3 (January 14, 2003): 181–99. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1967.

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Abstract:
Il Cristo dell'Apocalisse spesso viene presentato come Re, Giudice e Vincitore. Nell'articolo si cerca di dimostrare la presenza delle caratteristiche di misericordia nella cosi detta lettera alla Chiesa di Laodicea (Ap 3, 14-22). Sembra che il Cristo minacia la comunita religiosa del rigetto per il suo mancato impegno religioso. Uno studio attento del testo rivela che il tono dominante non e quello della minaccia, ma quello di una pedagogia divina che aspetta la conversione e promette la piena comunione dell'amore.
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Assmann, Jan. "Las religiones mundiales y la teoría de la Era Axial." Estudios Sociológicos de El Colegio de México 40, no. 119 (April 26, 2022): 357–79. http://dx.doi.org/10.24201/es.2022v40n119.2297.

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Abstract:
En este artículo, Assmann hace eco de la crítica a las religiones “de libro” expuesta hace cuando menos 130 años atrás por Max Muller. Pero lo hace de manera por demás notable incorporando la idea fundamental de la religión como lenguaje que se comunica con dispositivos técnicos variados (rituales, sortilegios y por supuesto la escritura alfabética que terminará constituyendo un canon, una semántica religiosa propiamente dicha) con consecuencias definitivas para los modos de religiosidad y para las formas que adquieren las culturas. Assmann define con claridad a las religiones mundiales como religiones transnacionales sujetas a planteamientos misiológicos y, por tanto, susceptibles de ser incorporadas con pleno derecho a los estudios poscoloniales. También estamos frente a un texto donde la semántica religiosa y la semántica científica tienen un feliz encuentro.
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Kałowski, Julian. "Znaczenie i zadania osób odpowiedzialnych za formację zakonną." Prawo Kanoniczne 35, no. 3-4 (December 10, 1992): 57–83. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1992.35.3-4.03.

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Abstract:
In questo articolo l’autore ha analizzato molto importante e sempre attuale problema che si riferisce al ruolo dei formatori. L ’articolo include l’analisi dei suguenti quesiti: la necessita di nominare da parte dei superiori religiosi dei formatori qualificati e responsabili della formazione a tutte le tape della vita religiosa; qualita e condizioni richieste dai formatori e infine, l’autore ha sottolineato gli obblighi comuni a tutti formatori.
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Gil, Ana Gracia, and Chaime Marcuello Servós. "A propósito del islam en Zaragoza. Un análisis de prejuicios e influencias en la percepción juvenil." Comunitania. Revista Internacional de Trabajo Social y Ciencias Sociales, no. 23 (January 21, 2022): 93–110. http://dx.doi.org/10.5944/comunitania.23.6.

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Abstract:
La disminución del interés por la religión implica un desconocimiento de sus postulados. Esto, unido al incremento de la diversidad religiosa, conlleva importantes retos a la convivencia entre culturas en un mismo territorio. En el presente artículo se analiza la percepción sobre lo religioso de jóvenes zaragozanos. Concretamente, se indaga sobre su percepción de la religión musulmana en la sociedad y los prejuicios existentes sobre la misma (castigos corporales, machismo, despotismo y terrorismo), así como la influencia que perciben de los medios de comunicación y la educación religiosa que han recibido en la construcción de sus ideas. Los principales resultados reflejan una mayor percepción de los prejuicios hacia los musulmanes relativos al machismo, por delante de los prejuicios sobre el terrorismo. Asimismo, los jóvenes no confían en la información que reciben de los medios de comunica- ción sobre los musulmanes y no ven en la educación religiosa recibida un recurso para el fomento del respeto y la tolerancia a la diversidad religiosa.
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Ravecca, Andrea. "Partecipazione religiosa, seconde generazioni e successo scolastico: quali connessioni?" MONDI MIGRANTI, no. 2 (January 2011): 61–86. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-002003.

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Abstract:
Č comunemente riconosciuto che il successo scolastico degli alunni d'origine straniera rappresenti un valido indicatore della buona riuscita dei processi d'inclusione. I fattori che influenzano le dinamiche sottostanti al successo scolastico sono in gran parte riconducibili agli aspetti socio economici famigliari, i quali perň da soli non sono sufficienti a spiegarne gli esiti, sia perché all'interno dei fenomeni migratori questi assumono forme inedite ed accentuate, sia perché entrano gioco altri fattori che, se pur comuni a tutti gli studenti, risultano anch'essi piů intensificati nel loro agire nelle popolazioni migranti. Questi aspetti sono molteplici e fanno in gran parte riferimento alla capacitŕ di produrre ed utilizzare il capitale sociale, sia nelle sue forme generali, sia specifiche (capitale sociale etnico), inteso come risorsa in grado di accompagnare i giovani nel loro cammino educativo. Religione, religiositŕ e partecipazione religiosa sono tra i piů potenti mezzi attraverso i quali i migranti possono generare capitale sociale: lo scopo del presente contributo č quello di presentare una rassegna ragionata della letteratura per identificare quando ed in quali circostanze gli aspetti religiosi si presentino come fonti di supporto per il successo (scolastico) dei migranti, o quando al contrario lo inibiscono.
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Saj, Marek. "Konstytutywne elementy domu zakonnego." Prawo Kanoniczne 51, no. 3-4 (December 10, 2008): 147–66. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2008.51.3-4.07.

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Abstract:
La casa religiosa, chiamata talvolta «monastero», secondo il diritto universale della Chiesa e il diritto proprio del rispettivo istituto di vita consacrata, è il luogo di abitazione di una comunità religiosa. Anche se essa non può essere associata esclusivamente con un posto materiale, è proprio questo elemento che il legislatore ecclesiastico mette a fuoco. Il numero stesso delle norme di codice dedicate alla casa religiosa dimostra la sua importanza nella vita religiosa. Lo manifestano per esempio: l’obbligo di stare nella propria casa religiosa, la necessità di chiedere il permesso di stare fuori di essa, nonchè diverse sanzioni penali che possono essere imposte nel caso in cui tali esigenze non vengano soddisfatte. Particolari norme vengono applicate alle case di noviziato dove l’assenza del candidato può perfino rendere invalida la sua professione religiosa, emessa dopo il noviziato. Il legislatore, definendo gli essenziali elementi legali della casa religiosa, voleva garantire una corretta vita fraterna all’interno della comunità di persone dedite a Dio nella vita consacrata. Le esigenze soprammenzionate confermano che sia giusto prendere in considerazione tali elementi costitutivi.
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Szewczul, Bożena. "Niektóre priorytety przełożonych zakonnych według instrukcji "Posługa władzy i posłuszeństwa" z 2008 roku oraz kann. 618-619, KPK/1983." Prawo Kanoniczne 52, no. 3-4 (December 10, 2009): 137–53. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2009.52.3-4.06.

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Abstract:
La Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, nel corso della sua ultima plenaria (28-30 settembre 2005) ha rivolto la sua attenzione al tema dell’esercizio dell’autorità e dell’obbedienza nella vita consacrata. È stato riconosciuto che questo tema esige un particolare impegno di riflessione. Nell’affrontare il tema di istruzione l’Autrice nell’articolo parla di alcune priorità dei superiori religiosi secondo istruzione per esempio: nella vita consacrata l’autorità è prima di tutto un’autorità spirituale, l’autorità è chiamata a garantire alla sua comunità il tempo e la qualità della preghiera, l’autorità è chiamata a promuovere la dignità della persona, l’autorità è chiamata ad infondere coraggio e speranza nelle difficoltà, l’autorità è chiamata a tener vivo il carisma della propria famiglia religiosa, l’autorità è chiamata a tener vivo il „sentire cum Ecclesia”, e l’autorità è chiamata ad accompagnare il cammino di formazione permanente.
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Catturi, Giuseppe. "Arte figurativa e arte contabile. Le tavolette della biccherna del comune di Siena (XIII–XVII secolo)." De Computis - Revista Española de Historia de la Contabilidad 10, no. 19 (December 31, 2013): 175. http://dx.doi.org/10.26784/issn.1886-1881.v10i19.270.

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Abstract:
Fra le arti figurative comprese in quelle cosiddette “belle”, cioè le forme di attività che, secondo l'opinione del Vasari, hanno esclusivamente un fine di bellezza, un valore estetico, come l'architettura, la danza, la poesia, la pittura, la scultura e la musica, in questo articolo focalizziamo l'attenzione sulla pittura e su di una sua particolare espressione e manifestazione, irripetibile ed originalissima.Le composizioni pittoriche che rappresentano eventi e situazioni di vita vissuta o configurazioni di ambienti costituiscono tutte una fonte conoscitiva di inestimabile valenza. Agli attenti osservatori esse costituiscono archivi storici e giacimenti culturali di particolare ampiezza ed intensità.D'altra parte è arte anche il complesso delle tecniche, degli strumenti e dei loro metodi d'uso concernenti una realizzazione, un'applicazione pratica nel campo dell'operare umano; cosicché è possibile scrivere di arte riferendosi ora ad un mestiere ora ad una professione. Si ha così l'arte medica, l'arte forense, etc., ma anche l'arte contabile, quella cioè esercitata da coloro che si mostrano capaci di memorizzare e di sistematizzare, seguendo un metodo preordinato e rigoroso, i fatti amministrativi, ridotti in termini quantitativi – monetari, che caratterizzano l'attività economico – finanziaria realizzata da una qualunque azienda, in modo da offrire al gestore informazioni determinanti per il buon governo dell'azienda medesima.L'obiettivo conoscitivo dell'arte contabile rimane costante nel tempo, ma gli strumenti ed il loro metodo d'uso, relativi a quell'arte, cambiano mano a mano aumenta il bagaglio delle conoscenze concernenti l'efficace utilizzo a fini gestionali dei risultati contabili rilevati periodicamente. Nel nostro studio intendiamo riferirci all'arte contabile esercitata nel Medioevo nell'ambito di famiglie di mercanti, banchieri, amministrazioni comunali, ospedali, opere pie e congregazioni religiose. In particolare, vogliamo trattare dell'ufficio della Biccherna del Comune di Siena preposto alla gestione delle pubbliche risorse finanziarie. Esso era composto da un “presidente” - il Camarlingo - e da quattro Provveditori in carica per sei mesi.I registri contabili sui quali il Camarlingo annotata giornalmente le varie operazioni finanziarie erano a fogli mobili e, pertanto, inizialmente venivano tenuti assieme da un foglio più grande sul quale veniva scritto il periodo di riferimento ed il nome del Camarlingo. Successivamente, per tenere uniti i numerosi fogli contabili si incominciò ad usare del materiale rigido, appunto delle tavolette di legno, la cui consistenza e rigidezzarendevano più agevole l'adozione e la consultazione dell'insieme dei fogli contabili relativi ai vari semestri.Le due tavolette, quella superiore e l'altra inferiore, erano legate da lacci di cuoio che costituivano la costola e sul davanti veniva posta una fibbia di chiusura, in modo da formare un vero e proprio “libro”. Fu proprio per sopperire all'anonimicità ed alla ripetitività di quei libri che, almeno a Siena, si affermò l'uso, a partire dal 1257, di far dipingere le tavolette di legno che tenevano legate e congiunte le pagine del libro contabile.Molti e di grande fama furono i pittori senesi che dipinsero le tavolette della Biccherna: Duccio di Boninsegna, Ambrogio Lorenzetti, Giovanni di Paolo, Sano di Pietro, Domenico Beccafumi e molti altri. I pittori per lo più disegnavano l'ambiente principale della Biccherna, quello in cui si svolgevano le transazioni finanziarie e, talvolta, gli operatori dell'ufficio: il Camarlingo, i Provveditori e qualche cittadino raffigurato mentre pagava le imposte. Sul tavolo da lavoro si disegnavano spesso gli strumenti per l'esercizio dell'arte contabile: libri, penna, calamaio, grattino, forbici, monete, borse etc.È così che scorrendo le numerose rappresentazioni pittoriche delle tavolette, raccolte per lo più nell'Archivio di Stato di Siena, altre fanno bella mostra di sé nei maggiori musei del mondo, possiamo leggere, in estrema sintesi, alcuni significativi aspetti dell'evoluzione culturale della comunità medievale senese. Da esse possiamo trarre informazioni immediate non solo dei cambiamenti nell'arte pittorica adottata dagli autori dei dipinti, ma anche sull'organizzazione dell'Ufficio finanziario del Comune, la Biccherna appunto, e l'importanzasempre maggiore che veniva attribuita agli strumenti indispensabili per esercitare l'arte contabile. Possiamo acquisire informazioni concernenti l'evoluzione del “metodo” adottato nell'annotare i dati finaqnziari relativi all'attività della Biccherna solo dalla lettura dei fogli compresi nei vari “libri”, ma tale obiettivo conoscitivo è complementare e collaterale rispetto a quello principale che ci siamo posti. Insomma, osservando in ordine cronologico le tavolette di Biccherna, si “legge il tempo” nella contemporaneità dei momenti di vita vissuta da Siena, dalla sua comunità e in particolare dal suo più importante Ufficio finanziario pubblico, la Biccherna.Lo studio intende evidenziate appunto la correlazione fra arte figurativa e arte contabile attraverso le tavolette dipinte dei libri contabili della Biccherna senese.
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Cossiri, Angela, and Giulia Messere. "Il cibo dalla Costituzione alle pratiche educative nel quadro delle politiche per la sostenibilità." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (November 2021): 5–29. http://dx.doi.org/10.3280/aim2019-001001.

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Abstract:
Il cibo, anche a seguito di recenti contenziosi, sta assumendo sempre più una rilevanza costituzionalistica. Oltre a tutelare il diritto al sostentamento, la Costituzione ne presidia la libertà di scelta, che trova ancoraggio nelle libertà personali, di coscienza e religiosa. Il cibo è altresì connesso al diritto alla salute: da questo punto di vista, emerge il problema costituzionale del costo del cibo salubre, che non dovrebbe produrre disuguaglianze. Le questioni vanno inquadrate considerando i diritti delle generazioni future, a cui l'attuale comunità sociale è legata dal dovere di solidarietà. In questo contesto, si colloca l'educazione alimentare, riconosciuta nei programmi dell'Agenda 2030 dell'ONU e nelle Linee Guida per l'Educazione Alimentare del MIUR, in cui prende forma un'idea di azione globale integrata fra tutti i soggetti chiamati a promuovere corrette abitudini sul cibo. Tuttavia, su questo versante, recenti studi hanno evidenziato alcune debolezze nella cooperazione per programmi comuni e unitari verso un'educazione alimentare promossa sul piano nazionale.
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Zurowski, Marian. "«Communio Ecclesiarum». L'uomo nella comunità ecclesiale delle comunità." Ius Canonicum 17, no. 33 (March 27, 2018): 209–22. http://dx.doi.org/10.15581/016.17.20469.

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Sueiro, Samuel. "Objetividad de la revelación y subjetividad de la experiencia religiosa." Estudios Eclesiásticos. Revista de investigación e información teológica y canónica 97, no. 381-382 (September 21, 2022): 521–53. http://dx.doi.org/10.14422/ee.v97.i381-382.y2022.008.

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Abstract:
Frente a la tendencia actual hacia una excesiva subjetivación de lo religioso, el cristianismo no desliga la dimensión subjetiva de la experiencia creyente de la revelación objetiva de Dios; al contrario, la objetividad de la revelación hace posible y forma parte de la experiencia religiosa, y permite que su apropiación subjetiva pueda ser valorada, discernida y criticada, al mismo tiempo que alimentada, propuesta y enriquecida. En lugar de concebir al sujeto como criterio absoluto de verdad, el cristianismo piensa la relación con Dios en términos de integración, encuentro y comunión, donde la alteridad, la historia y la libertad quedan aseguradas y potenciadas. Así se expresa de modo insuperable en Jesucristo y de modo alcanzable en la vida de los santos.
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Pederzani, Ivana. "Parrocchie povere della Bergamasca tra antico regime e Restaurazione. Aspetti economici e disciplinari." STORIA IN LOMBARDIA, no. 1 (July 2021): 44–66. http://dx.doi.org/10.3280/sil2020-001002.

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Abstract:
Attraverso l'analisi della struttura beneficiale della diocesi l'autrice ricostruisce i nessi tra vita religiosa e debolezza economica nella Bergamasca tra Sette e Ottocento in una varietà di situa-zioni locali. Ad eccezione di qualche rara zona o di importanti centri borghigiani, non manca-vano nella pianura, dominata da salariati agricoli poveri e analfabeti, cure mercenarie.- cioè con parroco salariato e senza un'adeguata dotazione beneficiale - di elezione popolare e con qual-che centinaia di fedeli o poco più. Esse erano più numerose in montagna e nelle valli quale esi-to della tendenza della popolazione locale a rendere capillare il servizio religioso costruendo luoghi di culto anche nelle frazioni più isolate. In queste parrocchie le comunità, che detenevano antichi diritti di patronato, per la nomina del pastore si erano viste spesso costrette a stipula-re contratti "a termine" con sacerdoti senza regolare investitura ecclesiastica. La debolezza eco-nomica rese difficile in età napoleonica applicare la riforma parrocchiale nei suoi aspetti eco-nomici e disciplinari e cioè in materia di dotazioni beneficiali, ordinazioni sacerdotali, concorsi vescovili.
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Szewczul, Bożena. "Obowiązek odpowiedniego przygotowania kandydatów przed przyjęciem do nowicjatu." Prawo Kanoniczne 48, no. 3-4 (December 10, 2005): 87–110. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2005.48.3-4.05.

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Abstract:
Le esigenze verso i candidati al noviziato non si cambiano da quasi 30 anni. Listruzione sulla formazione religiosa Potissimum institutioni (1990) e il Codice del Diritto Canonico (1983) ripetono quello che dice l’istrizione Renovationis causam (1969) per quando riguarda i candidati. Sembra che il più grande cambiamento riguardi gli stessi giovani. È sempre più difficile trovare dei candidati con un sufficente grado di maturità umana e cristiana, consapevoli della loro vocazione alla vita consacrata, fedeli a questa chiamata. Per prepararli bene al noviziato non esiste l’unica e chiara strada. Certo, bisogna prendere in considerazione le esigenze nominate in questo articolo cioè: la giusta intenzione di abbracciare la vita consacrata in un istituto religioso, il grado di maturità umana e christiana, l’equilibrio dell’affettività, la salute fisica e psichica, la capacità di vivere in comunità, pero la strada giusta si apre camminando. Sia candidati sia che i responsabili per loro devono con passione e pazienza ascoltare la voce dello Spirito Santo nella vita quotidiana per riconoscere la vocazione dei giovani.
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Bolda, Bruna dos Santos, and Josué de Souza. "A atuação da bancada religiosa na controvérsia em torno da presença das questões de gênero no Plano Municipal da Educação (PME) em Blumenau de 2015." Ciencias Sociales y Religión/Ciências Sociais e Religião 20, no. 28 (July 1, 2018): 47–62. http://dx.doi.org/10.20396/csr.v20i28.12388.

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Abstract:
A controvérsia em torno da temática do gênero nos PMEs, no Brasil, se origina na interface entre as esferas política e religiosa. Por isso objetiva-se desvendar as relações políticas e religiosas em torno do PME da cidade de Blumenau - um espaço municipal/local de disputa e interações sociais que refletiu a articulação nacional entre evangélicos e católicos. Para tanto, recorreu-se à pesquisa documental e bibliográfica acerca do ativismo político religioso no Brasil e ao estudo de caso do projeto de Lei Complementar no 1.463. Os resultados obtidos demonstram que houve articulação dos ativistas político-religiosos em níveis federal, estadual e municipal em prol da retirada dos conceitos gênero e diversidade do PME. O ensejo dessa retirada de noções dos documentos da educação, pela bancada religiosa, é uma forma de defender suas “bandeiras políticas”, legitimar seu eleitorado e deslegitimar bandeiras alternativas. Com isso, conclui-se que a “luta” contra a suposta “ideologia de gênero” repete a mesma mobilização contra o “perigo comunista” do período da constituição de 1988 e da eleição presidencial de 1989.
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Torre (book author), Angelo, and Roisin Cossar (review author). "Il consumo di devozioni. Religione e comunità nelle campagne dell'Ancien Régime." Confraternitas 7, no. 2 (July 1, 1996): 14–15. http://dx.doi.org/10.33137/confrat.v7i2.13945.

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Alvares, Myriam Martins, and Larissa Andrade Silva. "OLUBAJÉ, O GRANDE RITUAL COLETIVO DO CANDOMBLÉ DE MANUTENÇÃO DA SAÚDE:." Em Sociedade 4, no. 1 (November 30, 2022): 214–31. http://dx.doi.org/10.5752/p.2595-7716.2022v4n1p214-231.

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Abstract:
Este artigo tem como intuito fornecer material para o debate acerca de um ritual religioso do Candomblé registrado em etnografia. Considero sua estrutura, organização e todo o processo de transmissão de saberes, assim como a forma com que esses rituais contribuem para a construção de uma rede de relações sociais que fazem com que os adeptos a religião compreendam a mente, o corpo, o espírito e toda a comunidade religiosa de forma interligada. O foco, desse modo, é no aspecto místico-religioso que domina o social e que fornece uma teodiceia para toda a comunida de. Como a religião do Candomblé é capaz de alterar o significado de uma doença, não necessariamente pela remoção dos sintomas, mas pela mudança positiva dos significados atribuídos à doença? Aqui, trago enredos, percursos e narrativas que confirmam que a tradição do Candomblé, ao se alicerçar em uma Epistemologia Africana-Yorubá, é capaz de dar conta de questões essenciais, como a saúde, a doença e a cura. Minha intenção é discutir os conceitos de doença e cura por meio de suas construções historicamente determinadas e os seus significados para ospraticantes da religião.
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Cantoni, Lorenzo. "Su alcune dimensioni del suicidio. Il caso dell'Emilia-Romagna." Medicina e Morale 43, no. 6 (December 31, 1994): 1143–60. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1002.

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Abstract:
Nell'articolo si affronta il problema del suicidio muovendo dal caso specifico dell'Emilia-Romagna, la regione italiana con il maggior numero di suicidi. La differenza tra i dati nazionali e quelli emiliani denotano, inoltre, una divergenza che conosce nell'ultimo periodo il suo picco massimo: non solo in Emilia-Romagna ci si suicida percentualmente di più, ma con un incremento maggiore rispetto a quello medio del Paese. Per l'analisi del fenomeno, l'Autore indica due percosi: l'exitus e il reditus. Il primo propone alcune interpretazioni di carattere socio logico, psicologico e filosofico. Riprendendo il frame durkheimiano, si nota come il suicidio si accompagni a fenomeni di disgregazione, o di indebolimento, a livello di tutte le diverse comunità in cui la persona vive: familiare, religiosa, sociale, economica, politica. L'analisi della dimensione psicologica rivela l'esistenza di una sindrome presuicidale, caratterizzata da tre aspetti: chiusura esistenziale, autoaggressività repressa, fantasie suicide. La dimensione filosofica favorevole al suicidio è indicata come quella mentalità che attribuisce all'uomo ogni potere sulla propria vita. Il secondo cammino, di reditus, intende disegnare un percorso di uscita, di allontanamento dal suicidio, riandando ai tre livelli- sociale, psicologico e filosofico/religioso - che la prima analisi ha mostrato importanti per la comprensione del fenomeno.
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Calls Cobos, Joana. "«Soy esposa de dios». Una etnografia sobre la construcció de la identitat femenina en els convents de vida contemplativa." (Con)textos: revista d'antropologia i investigació social, no. 11 (December 12, 2022): 79–95. http://dx.doi.org/10.1344/test.2022.11.79-95.

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Abstract:
Les adoratrius perpètues formen part d’una comunitat de dones cristianes de vida contemplativa. Es tracta de dones cristianes que van decidir en un moment de la seva vida adulta convertir-se en monges de clausura. Les adoratrius, en el moment en el qual entren a formar part dins de la comunitat, renuncien a la seva llibertat individual i lliure circulació per la ciutat i l’espai públic com a sacrifici personal per poder adorar a la divinitat constantment, a diferència d’altres religioses. A partir d’una perspectiva etnogràfica, aquest treball de final de grau analitza la construcció de la dona religiosa a partir del treball de camp realitzat a un Convent de Vida Contemplativa en una ciutat que forma part de l’Àrea Metropolitana de Barcelona. Per tal d’aproximar-me a aquesta realitat, he participat en activitats que realitzen de forma comunitària i periòdica, tals com les misses i altres rituals. El treball diari en el qual estan sotmeses es basa en el treball de cures que practiquen quotidianament, dins i fora dels límits del convent. Gràcies a aquesta immersió portada a terme durant dos anys he arribat a la conclusió que les activitats al voltant de les cures són les que encara avui marquen la construcció de la identitat de les adoratrius. La constància, la dedicació i la passió que senten per la divinitat i per l’església acaba esdevenint la raó de la seva existència i on les cures, on esdevenen una part fonamental dins de la seva existència, com a dona i com a religioses. PARAULES CLAU: clausura; monges; feminitat; treball de cures; dones.
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Viale, Adrián. "Ortodoxia y herejía en el período sasánida: notas para una caracterización religiosa del mazdakismo." SIGNUM - Revista da ABREM 12, no. 2 (February 25, 2012): 1. http://dx.doi.org/10.21572/2177-7306.2012.v12.n2.01.

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Abstract:
A pesar de ser uno de los temas más estudiados por los historiadores, la revuelta de Mazdak es aún objeto de intenso de debate. La cronología del movimiento, su caracterización como comunista, su objetivo de repartir la propiedad y promover un acceso más igualitario a las mujeres, así como las causas que la motivaron y las consecuencias que produjo, son aspectos en los que los historiadores no han llegado a un acuerdo.Un aspecto en que existe un general acuerdo es el de la caracterización religiosa del mazdakismo. Además de ser un movimiento social, económico y político, tuvo un fuerte contenido religioso, y sus raíces deben buscarse en la tradición zoroastriana. Sin embargo, la general caracterización del movimiento como hereje oculta un problema, en tanto muestra al mazdakismo como un intento de reforma destinado al fracaso desde el principio, y no tiene en cuenta el problema recientemente debatido sobre el grado de centralización del imperio sasánida
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Rowland, Robert. "Angelo Torre, Il Consumo delle Devozioni: Religione e Comunità nelle Campagne dell’Ancien Régime." Etnografica, no. 1 (1) (May 1, 1997): 172–73. http://dx.doi.org/10.4000/etnografica.3523.

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Cameron, Euan, and Angelo Torre. "Il consumo di devozioni: Religione e comunita nelle campagne dell'Ancien Regime." American Historical Review 103, no. 1 (February 1998): 226. http://dx.doi.org/10.2307/2650881.

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Chircev, Elena. "Influența regimurilor politice asupra creației muzicale psaltice din România, în a doua jumătate a secolului al XX-lea." Lucrări de Muzicologie 35, no. 1 (November 1, 2020): 7–32. http://dx.doi.org/10.47809/lm.2020.35.01.01.

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Abstract:
În cea de a doua jumătate a secolului al XX-lea, societatea românească a fost marcată de două evenimente care i-au marcat destinul: instaurarea regimului comunist, după abdicarea Regelui Mihai I în 1948, și Revoluția Română din 1989, care a marcat sfârșitul acestui regim. Monodia bizantină are o tradiție milenară în această zonă a Europei, iar contribuția psalților autohtoni la perpetuarea muzicii de strană a Bisericii Ortodoxe – inclusiv prin creații proprii – este atestată de numeroasele manuscrise redactate de români și de tipăriturile ultimelor două secole. Creația muzicală redată cu notația neumatică specifică Bisericii Ortodoxe s-a manifestat în România, în secolul al XX-lea, cu discontinuități datorate evenimentelor istorice amintite. Cântarea de strană, în stilul psaltic tradițional, a supraviețuit, deși a fost afectată de hotărârile luate de Partidul Comunist, în privința Bisericii, respectiv de încercarea de uniformizare a muzicii de strană. Lucrarea surprinde felul în care s-a reușit păstrarea tradiției și perpetuarea muzicii bisericești în dificila perioadă comunistă, insistând asupra creației muzicale religioase redată cu notația neumatică și asupra unor particularități specifice perioadei, datorate regimului politic. Muzicienii formați înainte de instaurarea comunismului – de dascăli păstrători ai bunei tradiții de cântare psaltică, în școli mănăstirești și seminarii teologice prestigioase din perioada interbelică – au fost liantul care a asigurat revigorarea rapidă a muzicii de tradiție bizantină în ultimul deceniu al secolului al XX-lea și au îmbogățit repertoriul stranelor românești cu valoroase creații originale.
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Wronka, Stanisław. "Jan Paweł II – człowiek dobry." Ruch Biblijny i Liturgiczny 58, no. 2 (June 30, 2005): 85. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.586.

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Abstract:
L’andare di Giovanni Paolo II alla casa del Padre ha toccato profondamente tutti, credenti e non credenti. Il modo in cui il Papa viveva i suoi ultimi giorni, segnati dalla sofferenza, la sua pasqua dalla morte alla vita in Dio, ha confermato definitivamente la sua grandezza. Agli occhi del mondo è sfavillata la sua bella umanità e allo stesso tempo si è aperto unenorme e doloroso vuoto. La vicenda dell’uomo rassomiglia a quella di un albero: si può valutarne bene la grandezza, salute e posto nel paesaggio solo quando è abbattuto.L’umanità del Santo Padre era tutta tessuta dei valori massimi di verità, libertà, amore... Il Papa li realizzava con radicalismo e coraggio che però sapeva unire alla mitezza e rispetto verso gli altri. Questa difficile sintesi testimonia il suo genio morale. Il fondamento dell’umanità di Giovanni Paolo II era la fede in Dio che rafforza le naturali capacità dell’uomo e permette di unire tutti gli elementi della realtà umana, inclusa la sofferenza e morte, in un armonioso insieme. Il legame con Dio non lo separava dagli uomini, ma lo apriva ancor di più a loro. Infatti, accanto a lui si radunavano sia giovani che adulti ed egli li univa sulla base dei valori che riconosceva. Col passare del tempo, la comunità attorno a lui aumentava, nel giorno del suo funerale abbracciava pressoché tutto il mondo. Ciò dimostra la giustezza dell’antropologia evangelica alla cui luce costruiva tutta la sua vita.I mezzi con cui il Santo Padre foggiava la sua umanità erano semplici, ma esigenti. La fonte della forza e della luce costituiva per lui soprattutto una fervida e costante preghiera, frequente partecipazione ai sacramenti e sistematica meditazione sulla Parola di Dio. A queste pratiche religiose univa un solido studio delle diverse materie: letteratura, filosofia, teologia. Con passione perseguiva la verità, voleva raggiungere l’essenza delle cose e fenomeni, trattava le questioni del tempo, confrontava i risultati delle sue riflessioni con le opinioni degli scienziati, artisti, politici. La luce della fede unita alla sapienza umana lo faceva un profeta dei nostri tempi che vedeva più lontano e più profondamente e influiva in modo efficace sul corso della storia. Poteva operare così molto grazie alla sua enorme laboriosità, sfruttamento di ogni istante e fedeltà nel poco.In verità per il Papa niente era di poco valore, egli scorgeva in tutto la straordinarietà, dappertutto scopriva con meraviglia le tracce della bellezza, sapienza e amore di Dio – nell’uomo, negli eventi, nella natura. Voleva rispondere a questo amore anche con amore con il quale abbracciava Dio, uomini e ogni creatura. L’amore faceva sì che non si sentisse mai annoiato né stanco e che esercitasse così forte influsso sugli altri. La gente si affezionava a lui, ricambiando il suo amore paterno e cercava di tramandarlo oltre, tentando perfino di riconciliarsi con i nemici. Infatti, è difficile resistere al potere dell’autentico amore!Di Giovanni XXIII si diceva: „Papa buono”, invece di Giovanni Paolo II si dice in modo più principale: „uomo buono”, poiché in lui si è manifestata nella misura rarissima la stessa umanità, la sua forma piena. Essere buono vuol dire essere vicino a Dio che come unico è veramente buono e fonte del bene. Dunque l’uomo buono è anche santo e grande. Tale era Giovanni Paolo II, perché cercava sempre di stare vicino a Dio, seguendo Cristo e la sua Madre. In questo cammino lo aiutavano la tradizione e la cultura polacca che nelle loro espressioni più alte sono fino in fondo evangeliche.
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Kowal, Janusz. "Geneza i rozwój instytucji eksklaustracji." Prawo Kanoniczne 37, no. 1-2 (June 15, 1994): 47–72. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1994.37.1-2.03.

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Abstract:
L’istituzione d’esclaustrazione ossia una licenza di rimanere fuori della casa del proprio istituto è una delle più importanti norme riguardanti i casi di sospensione o di uscita dalla vita comune. Il senso più profondo richiede peró di prendere in considerazione le fonti dalle quali proviene soppranominata istituzione. Perciô il tema d’esclaustrazione è stato diviso in due parti. Il presente articolo descrive l’origine e sviluppo di questa istituzione, e il seguente ci dimostra attuali norme e la prassi vigenti in proposito. L’autore dopo aver presentato la definizione d’esclaustrazione, mostra la sua necessita alla luce di elementi essenziali della vita religiosa. Quindi presenta l’origine di licenza di rimanere fuori di comunità e in breve il suo sviluppo fino al 1917. La parte seguente dell’articolo presenta le norme del Codice di Diritto Canonico del 1917 e intende mostrare l’evoluzione dell’istituzione d’ esclaustrazione nel periodo del regime del CDC del 1917. Una particolare attenzione si dà alla nuova forma d’indulto d’esclaustratione introdotto dalla prassi della Congregazione dei Religiosi: esclaustrazione ,,ad nutum S. Sedis” ed esclaustrazione qualificata. L’analisi fatta dall’articolo prepara lettore a una migliore comprensione delle norme attuale, inoltre permette all’autore di venire alla conclusione riguardante il principio della sussidiarietà usato sempre più spesso dal’diritto della Chiesa. Ladimostrazione dell’evoluzione dell’istituzione d’esclaustrazione sugerisce anche che questo diritto é usato sempre più in modo soggettivo è modificato secondo le necessita.
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Giuseppe, Vecchio. "Tecniche di valutazione e caratteristiche istituzionali dell'autonomia universitaria." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 48 (January 2012): 45–58. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-048004.

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Abstract:
Il problema della valutazione haa costiituito, da sempre, uno degli aspetti piů significativi della vita universitaria. L'universitŕ ha sempre costituito il luogo di valutazione della ricerca e, contemporaneamente, il luogo di valutazione dell'ammissibilitŕ degli studiosi alle funzioni di insegnamento e di ricerca finanziate e sostenute dalle varie espressioni della societŕ ( comunitŕ religiose, comunitŕ locali, Stato, ecc.). La valutazione č, dunque, essenziale alla vita e alla continuitŕ del sistema di formazione superiore e di ricerca per la formazione. In questa fase storica, sono entrati in crisi i meccanismi tradizionali di valutazione, fondati sull'autonomia e sull'autogoverno delle stesse comunitŕ accademiche, e si tenta di elaborare nuovi strumenti che garantiscano piů significativi livelli di oggettivitŕ e piů ampi spazi di di confronto per il riconoscimento della validitŕ della ricerca e, quindi, della legittimazione di coloro che la ‘professano'. L'obbiettivo del saggio č quello di proporre una riflessione sulla praticabilitŕ di metodi di valutazione che utilizzano sistemi ‘automatici' di ‘quantificazione' ai fini della formulazione dei ‘giudizi' e di metodi di valutazione che utilizzano sistemi ‘soggettivi accademicamente responsabili' di formulazione dei ‘giudizi'.
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Paganelli, Pia. "Gramsci y el factor religioso." Ciencias Sociales y Religión/Ciências Sociais e Religião 18, no. 25 (October 29, 2020): 72–84. http://dx.doi.org/10.22456/1982-2650.62522.

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Abstract:
La Teología de a Liberación en América Latina recupera el inmanentismo marxista, y al hacerlo complementa sus esfuerzos en la construcción y difusión pedagógica de una nueva cultura anti-capitalista, cumpliendo funciones emancipatorias como las adjudicadas por Gramsci al Partido Comunista: desbloqueo ideológico de las masas hacia el socialismo, deslegitimación del orden social vigente, movilización política revolucionaria y legitimación de un proyecto revolucionario. Planteado este paralelismo, el presente trabajo se propone analizar la visión de Gramsci en torno al factor religioso, y anotar las semejanzas con el proyecto de la teología de la liberación latinoamericana, en tanto ambos sostienen una alianza entre cristianismo y marxismo.
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Krakowiak, Czesław. "Posługiwanie biskupów, prezbiterów i diakonów w pismach Ojców Kościoła do V wieku." Vox Patrum 52, no. 1 (June 15, 2008): 513–30. http://dx.doi.org/10.31743/vp.8886.

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Abstract:
L’autore di quest’articolo richiama la nostra attenzione sulla terminologia che si usava per descrivere il servizio dei superiori istituiti dagli Apostoli nelle prime comunita cristiane: episcopi, presbiteri, diaconi, praepositi. All'inizio non si usavano le parole hiereus e sacerdos. Tale terminologia appare gia in Didache e, poi, negli scritti dei Padri della Chiesa sia nelPOriente che nelPOccidente: da Clemente Romano, Ignazio da Antiochia, Policarpo, Clemente d’Alessandria, Cipriano, Ippolito Romano, Origene, Giovanni Crisostomo, Ambrogio, Agostino. II servizio di „superiori della Chiesa” consisteva nella predicazione del Vangelo, nella celebrazione di liturgie e nella guida di tutta la vita religiosa della comunita e di disciplina secondo le regole della Chiesa. In questo periodo si forma l'ordo clericorum nel quale si entrava tramite l'ordinazione (ordinatio episcopi, presbiteri, diaconi). Con i vescovi che erano al giuda delle Chiese locali, nell'adempimento alla loro missione, collaboravano presbiteri e diaconi, formando il consiglio ecclesiale. I chierici di gradi inferiori (ordines minores) erano al servizio di vescovi e di tutta la comunita dei credenti.
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Failla, Francesco. "Le "quartare" votive di Maria SS. del Ponte. Per un itinerario artistico, culturale e religioso a Caltagirone." ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, no. 1 (May 2021): 154–61. http://dx.doi.org/10.3280/asso2020-001017.

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Abstract:
Nel 1572 la Vergine appare nelle acque di una fonte a Caltagirone; l'edificazione di un santuario, l'azione dei Gesuiti, la venerazione popolare ne hanno mantenuto intatto il culto per secoli e le brocche - quartare nel dialetto locale - un tempo usate per attingere acqua, sono diventate il simbolo della devozione a Maria. Obiettivo del contributo è mostrare come questi oggetti devozionali - in terracotta e maiolica policroma - possano essere valorizzati realizzando un itinerario turistico-culturale nel quale l'intimità spirituale della comunità e la valenza dei maestri ceramisti s'incontrano per raccontare memorie, religiosità e bellezza.
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Bertolino, Rinaldo. "La tutela dei Diritti nella comunità ecclesiale." Ius Canonicum 23, no. 46 (March 14, 2018): 547–77. http://dx.doi.org/10.15581/016.23.19179.

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Pellegrino, Marina Pia. "Edith Stein. Verso la “comunita’ di destino” attraverso la liberta’ e la grazia." Aoristo - International Journal of Phenomenology, Hermeneutics and Metaphysics 4, no. 2 (August 22, 2021): 61–73. http://dx.doi.org/10.48075/aoristo.v4i2.27974.

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Abstract:
Il saggio di Edith Stein Libertà e Grazia , nel quale si sviluppano le sue riflessioni sulla comunità didestino, è stato ritrovato come manoscritto inedito e ha subito un percorso problematico prima diessere definitivamente datato e intitolato. Risalente al 1921, poco prima che l’autrice entrasse nellachiesa cattolica con il battesimo, e avendo come nucleo tematico l’incontro tra libertà umana egrazia divina, questa trattazione di filosofia della religione s’inserisce nel percorso filosofico edesistenziale che, dalla tesi di laurea sull’entropatia, ai lavori sulla Causalità psichica, su Individuo ecomunità e sullo Stato, caratterizza il periodo di ricerca della Stein come assistente di EdmundHusserl e quello subito dopo le sue dimissioni da tale incarico. E’ opportuno seguire a grandi linee ipassi di questo cammino, per scoprire come all’interno dell’analisi fenomenologica, che Edith avevafatto propria, emergano approfondimenti sulla struttura dell’essere umano, in particolare sull’anima,e questioni ad essi collegate, come quella della comunità di destino. Tale tipo di comunità, si inseriscenella riflessione, mai abbandonata dalla Stein, riguardante la relazione con l’altro, la libertà di aprirsio chiudersi all’incontro; essa si fonda sugli atti liberi di ciascuno e insieme sulla responsabilità cheognuno ha nei confronti della salvezza di tutti gli altri e viceversa. L’essere umano porta in sé lavocazione di proteggere anche il mondo animale, le creature inanimate e la natura. Il percorso diEdith, in un’osmosi tra pensiero e vita, si conclude con la sua offerta come “vittima di espiazione” afavore del suo popolo e in nome della nuova alleanza in Cristo, unico vero Mediatore per la salvezzadi tutti davanti a Dio.
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Errichiello, Gennaro. "Arranged marriage nelle comunitŕ pakistane e bengalesi britanniche. Tradizione culturale e dimensione socio-religiosa." MONDI MIGRANTI, no. 1 (June 2009): 135–61. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-001007.

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Abstract:
- The issue of ar-ranged marriage, within South-Asian communities in Britain, has been studied considering the different transformations that during the years have happened from one generation to another. This issue has been very debated, in English language many research and studies exist, which analyze it from different perspectives: so-cial, cultural, economic and religious. In fact, the arranged marriage is the ground on which the third generation of Pakistanis and Bangladeshis, brought up in Brit-ain, values its independence and emancipation from the traditional socio-cultural norms of the old generation. From a religious perspective, the consanguineous ar-ranged marriage has no one proof into the Quran, which enumerates only the as-cendants and the offspring with whom consanguineous marriage is banned. Thus, who has used the Islamic religion to justify this kind of marriage has tried to im-pose a choice which found, into the religion, its legitimacy. At the present time, the young British Pakistani and Bangladeshi women try to make in move a process which begins from Islam (through a study and an individual interpretation of the Islamic sources) and which finds in Islam its legitimacy, to try to separate the tradi-tional socio-cultural dimension from the religious one.Keywords: mi-gration, South Asia, arranged marriage, endogamy, tradition, islam.
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Șincan, Anca. "Atrapar el viento: la clandestinidad greco-católica en Rumanía durante la última década del régimen comunista." Cuadernos de Historia Contemporánea 44 (July 27, 2022): 55–71. http://dx.doi.org/10.5209/chco.83304.

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Abstract:
En el contexto de la vigilancia de la Policía Secreta contra la clandestinidad religiosa durante las últimas décadas del régimen comunista rumano, este artículo se centra en un hecho que tomó por sorpresa a la policía secreta y amenazó con exponer la situación de la clandestina Iglesia Católica Griega: un llamamiento a la oración dirigido a los creyentes de la iglesia católica griega para pedir a Dios y al Partido Comunista la legalización de esta iglesia. Durante más de una década, la policía secreta desarrolló una extensa operación de vigilancia, ampliando su red de informantes, para descubrir a los organizadores del llamamiento.
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Billi, Maririta, Antonello Grossi, Francesca Siviero, and Elisa Salmaso. "La dipendenza nella pratica dell'esorcisimo e nell'appartenenza a gruppi setta." PSICOBIETTIVO, no. 2 (July 2011): 127–41. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-002010.

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Abstract:
Questo lavoro indaga le ideologie sottostanti alle credenze nelle possessioni demoniache e nelle pratiche di esorcismo, per identificarne gli aspetti comuni e i meccanismi psicologici. Il fenomeno č analizzato considerando gli aspetti religiosi ma anche della psicopatologia con particolare riferimento ai concetti di scissione ed identificazione proiettiva. Nel contesto della Teoria dell'Attaccamento viene argomentato il tema della dipendenza e dell'appartenenza a gruppi settari, analizzando i possibili tratti di personalitŕ comuni fra gli adepti.
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