Academic literature on the topic 'Comunità cinesi'

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Journal articles on the topic "Comunità cinesi"

1

Altiero, Salvatore. "Sulla recente normativa cinese in materia di sicurezza alimentare." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (December 2010): 235–79. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001015.

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Abstract:
Il 1° giugno 2009, è entrato in vigore il nuovo testo di legge cinese in materia di sicurezza alimentare: è lecito domandarsi se tale normativa debba essere vista come un passo avanti verso la soluzione delle note problematiche legate alla scarsa attenzione tributata da questo Paese - almeno fino ad oggi - all'elaborazione di norme in grado di garantire prodotti alimentari sicuri secondo canoni condivisibili in sede comunitaria e Wto; tale questione investe insieme la sicurezza dei consumatori e il libero commercio. Da un lato, l'approccio del legislatore cinese può essere accostato, per alcuni limitati aspetti, a quello adottato dal regolamento 178/2002 e dall'accordo Sps in quanto, ad esempio, il testo fissa la normativa generale in materia di sicurezza alimentare applicabile a tutti i prodotti del settore. Nel precedente quadro normativo, invece, non solo mancava una netta distinzione trae, ma la disciplina della materia era affidata a norme disconnesse e poteva variare per ciascun tipo di alimento in virtù del fatto che, per ognuno di essi, una legge dettava l'apposita disciplina in materia di produzione e commercio stabilendo a quali procedure e parametri ci si dovesse attenere per assicurarne la sicurezza (ad esempio la legge sulla "agricultural product quality safety"). Ancora, il testo di legge cinese stabilisce ciò che gli standard di sicurezza alimentare dovranno includere e prevede la costituzione di organi centrali incaricati della gestione e del monitoraggio delle situazioni di rischio. D'altro canto, il legislatore cinese ha delegato a futuri e imprecisati atti normativi la definizione della normativa di dettaglio necessaria a rendere realmente efficaci gli standard e ad assicurare il funzionamento delle autorità incaricate delle fasi di monitoraggio e gestione del rischio. Senza una pronta attuazione, quindi, il testo di legge cinese sulla sicurezza alimentare rischia di essere solo una risposta inconcludente e senza incisività alle istanze che la comunità internazionale e, per ciò che più ci interessa, l'Europa rivolgono alla Cina in materia di sicurezza dei consumatori e per la maggiore apertura dei propri mercati ai prodotti cinesi.
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2

Girardelli, Davide, Stephen M. Croucher, and Thao Nguyen. "La pandemia COVID-19, la sinofobia e il ruolo dei social media in Italia." MONDI MIGRANTI, no. 1 (March 2021): 85–104. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-001005.

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Abstract:
Oltre che ad innescare una crisi sanitaria globale, la pandemia COVID-19 ha fatto emergere in molti paesi fenomeni di sinofobia. Il presente studio esamina il pregiu-dizio anti-cinese in Italia nel contesto della pandemia COVID-19 alla luce della teoria integrata della minaccia (Stephan e Stephan, 2000). Tra i fattori considerati nello studio come possibili antecedenti sono stati inclusi il livello di istruzione, le ideologie conservatrici e l'uso dei social media. La raccolta dati è stata effettuata con un sondaggio online che ha coinvolto 316 partecipanti italiani nell'aprile 2020. I risultati suggeriscono come sesso, contatti intergruppo e conoscenza diretta di persone che hanno contratto il COVID-19 abbiano contribuito a far emergere la comunità cinese italiana come una possibile minaccia agli occhi dei partecipanti.
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3

Giacci, Vittorio. "Cinematografia e ispirazione letteraria socialista." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, no. 1 (March 31, 2020): 473–557. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910925.

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Abstract:
Il saggio affronta il tema della relazione tra letteratura e cinema sia in termini generali che in ambito più strettamente politico, soffermandosi sugli adattamenti di opere letterarie scritte da autori di area e ispirazione socialista, ma anche su opere cinematografiche, tratte da soggetti originali, realizzate da registi che si sono riconosciuti, stabilmente o temporaneamente, nel socialismo italiano. Si vuole colmare l’evidente lacuna di una critica che ha preferito guardare alle esperienze di autori che palesavano altre ispirazioni, come quelle cattolica e comunista, benché il contributo di cineasti dell’area socialista sia stato altrettanto, se non più ampio e profondo, come il presente saggio intende dimostrare. Lo studio considera anche l’apporto fornito dai socialisti laddove hanno operato, con incarichi di responsabilità, nelle politiche culturali italiane, partecipando anche alla definizione legislativa di settore, con posizioni di rilievo in importanti istituzioni del cinema pubblico (Centro Sperimentale di Cinematografia, Cinecittà, Italnoleggio, Istituto Luce), senza escludere la Biennale, i vari festival e le organizzazioni del settore pubblico. Ne risulta il ruolo determinante giocato dal pensiero e dai valori socialisti nel quadro del rinnovamento culturale del paese attuato mediante lo strumento della settima arte. La relazione cinema/socialismo non può essere colta in tutte le sue articolazioni se non la si inscrive in un più ampio contesto storico/politico e all’interno delle due anime che hanno da sempre caratterizzato le vicende del Partito Socialista, la tensione massimalista e la progettualità riformista, le scissioni ed i tentativi di riunificazione, l’unità d’azione e il contrasto a sinistra tra Partito Comunista e Partito Socialista, la propensione del primo al monopolio culturale ed a tacciare di “revisionismo” qualunque tentativo di innovazione politica che fosse al passo con i tempi e la refrattarietà del secondo a ogni forma di immobilismo ideologico, di egemonia culturale e di subalternità.
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4

Cella, Gloria. "Il paratesto del romanzo web in Cina: il caso Punto di partenza." ENTHYMEMA, no. 30 (January 2, 2023): 52–69. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/19550.

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Abstract:
Negli ultimi vent’anni, la letteratura web si è affermata nella Repubblica popolare cinese come forma di letteratura popolare e i lunghi romanzi pubblicati e aggiornati quotidianamente dagli utenti rappresentano la principale forma di narrativa diffusa sulle piattaforme online. Servendosi degli strumenti offerti da Gérard Genette, il contributo analizza il paratesto di romanzi web pubblicati su Punto di partenza e, in particolar modo, i contenuti della sezione “in aggiunta al testo”, uno spazio che precede il romanzo dove lo scrittore pubblica notizie e informazioni di varia natura. L’analisi di tali contenuti ha permesso di mettere in luce pratiche e strategie adottate dalle figure coinvolte, confermando la centralità della comunità virtuale nei processi di produzione e fruizione di tale letteratura.
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Silveira, Mariana G. Alves da, and Vágner Camilo Alves. "A Guerra Fria e o inimigo comunista nas telas de cinema norte-americanas dos anos 1980." Diálogos 22, no. 1 (July 7, 2018): 60. http://dx.doi.org/10.4025/dialogos.v22i1.43623.

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Abstract:
A última década da Guerra Fria foi turbulenta. Seu início apresentou tensão comparável àquela existente nos anos 1950 e princípio dos 1960. A partir de meados dos anos 1980, entretanto, houve distensão, o fim da Guerra Fria e a desintegração do próprio sistema internacional bipolar de poder. O cinema, como outras formas de produção cultural, foi instrumento de propaganda e mobilização durante toda a Guerra Fria. O objetivo deste artigo é analisar como a Guerra Fria se apresentou nos filmes de maior bilheteria nos EEUU na década de 1980. O inimigo comunista é examinado nesses longas-metragens tendo como base a retórica reaganista do período. Abstract The Cold War and the Communist Enemy on the US Movie Theater Screens in the 1980s The last decade of the Cold War was a turbulent one. Its beginning showed tension comparable to that of the 1950s and early 1960s. As of the mid-1980s, however, there was a détente, the end of the Cold War and the collapse of the bipolar international power system. Movies, like other forms of cultural production, were tools for propaganda and mobilization throughout the Cold War. The purpose of this paper is to analyze how the Cold War was shown in the 1980s movies with the highest box-office sales in the US. The Communist enemy is examined in these feature films according to the Reaganist rhetoric of the period. Resumen La Guerra Fría y el enemigo comunista en los cines norteamericanos de los años 1980 La última década de la Guerra Fría fue turbulenta. Su inicio presentó una tensión comparable a la existente en los años 1950 y principios de los años 1960. Sin embargo, a partir de mediados de los años 1980, hubo distensión, el fin de la Guerra Fría y la desintegración del propio sistema internacional bipolar de poder. El cine, como otras formas de producción cultural, fue instrumento de propaganda y movilización durante toda la Guerra Fría. El objetivo de este artículo es analizar cómo la Guerra Fría se presentó en las películas de mayor taquilla en EEUU en la década de los 80'. El enemigo comunista es examinado en esos largometrajes, teniendo como base la retórica reaganista del período
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Costantini, Emanuela. "Gli albanesi che sognavano Celentano. La cultura popolare italiana nell'Albania comunista." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (May 2021): 153–69. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002008.

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Abstract:
La notevole influenza esercitata dalla musica leggera e in generale dal mondo dello spettacolo italiano sulla società albanese è un aspetto dato per acquisito dal-la storiografia, che non lo ha approfondito in modo sistematico. Si tratta di un processo che ha avuto le sue radici nel periodo comunista e rispetto al quale i mass media hanno svolto un ruolo centrale. Fino al 1973, pur alternandosi fasi di maggiore e minore apertura, la ricezione dei programmi italiani fu in parte possibile le-galmente e questo consentì la conoscenza della musica leggera e delle forme di spettacolo legate alla radio, alla televisione e al cinema. In seguito, la stretta repressiva imposta da Hoxha rese più difficile la circolazione di questi contenuti, ma non la fermò. La popolazione cercò i più creativi espedienti per continuare a captare il segnale proveniente da oltre Adriatico e ciò contribuì a sviluppare nell'immaginario collettivo l'idea dell'Italia come mondo alternativo rispetto a quello albanese, fatto di restrizioni e privazioni. All'inizio degli anni Novanta, questo fu uno dei fattori che spinse parte della popolazione albanese a cercare nuove opportunità proprio nella Penisola del Festival di Sanremo, del calcio e dei divi del cinema.
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Casoni, Matteo. "Lingue di ricezione nei musei svizzeri." Babylonia Journal of Language Education 3 (December 23, 2022): 11. http://dx.doi.org/10.55393/babylonia.v3i.250.

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Abstract:
La visita di musei e siti storici/archeolo-gici, assieme ai concerti e al cinema, è la pratica culturale più diffusa nella popo-lazione residente in Svizzera. L’Indagine sulla lingua, la religione e la cultura (ILRC 2019) mostra che il 71% della popolazione ha visitato nel corso dell’anno almeno un museo, un’esposizione o una galleria. I visitatori più assidui di musei vivono nella regione francofona (74%), seguiti da chi vive nella regione tedescofona (70%) e in quella italofona (66%; fonte UST). Non abbiamo dati sulla mobilità delle persone da una regione all’altra, ma il turismo culturale è senz’altro un motivo forte per visitare un luogo, nonché un’importante occasione di contatto tra le comunità linguistiche.
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Forti, Dario. "La comunitŕ riflettente Il ForFilmFest, osservatorio privilegiato dell'evoluzione nel rapporto tra formatori e cinema." FOR - Rivista per la formazione, no. 83 (July 2010): 16–20. http://dx.doi.org/10.3280/for2010-083003.

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Samarani, Guido. "CENTO ANNI DEL PARTITO COMUNISTA CINESE (1921-2021). ASPETTI E PROBLEMI STORICI E STORIOGRAFICI." Il Politico 256, no. 1 (June 28, 2022): 5–24. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2022.680.

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Abstract:
Vorrei iniziare con una breve premessa e poi proseguire suddividendo il mio contributo cercando di tracciare - pur in modo necessariamente essenziale - i tratti più significativi del percorso del Partito Comunista Cinese (PCC) dal 1921 al 2021in 4 parti, alla luce delle più importanti analisi e pubblicazioni emerse in questi decenni sia in Cina che fuori dalla Cina: la prima parte dedicata alle origini ed alla fondazione del PCC e a seguire le altre tre parti prendendo come punto di riferimento tre eventi e date di particolare rilevanza storicopolitica: il 1945, il 1981 e il 2021. In quegli anni, infatti, il PCC ha approvato tre documenti ufficiali (Risoluzioni) sul proprio percorso storico legati a tre fasi chiave nella riflessione sulla storia del partito: il 1945, con l’avvio del ruolo centrale e dominante di Mao Zedong; il 1981, che segna la fine dell’era maoista e fornisce un quadro di legittimazione al nuovo corso delle quattro modernizzazioni guidate da Deng Xiaping; ed infine il 2021, in novembre, con la nuova risoluzione che di fatto segna un ulteriore decisivo passo nella consacrazione storico-politica dell’attuale leader Xi Jinping. Qualunque sia la nostra percezione e valutazione del ruolo storico del Partito Comunista Cinese, dei suoi successi ed insuccessi, dei momenti più esaltanti e di quelli più drammatici, credo resti al fondo un dato: nel luglio 1921, quando venne fondato, il PCC poteva contare su di una cinquantina di membri, era un partito politico marginale composto da intellettuali che si richiamava al proletariato ma che non aveva di fatto alcun legame ed esperienza con questo. Oggi, cent’anni dopo, è un partito di oltre 90 milioni di membri che dal 1949 guida quella che oggi è la seconda potenza mondiale.
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10

Varriano, Valeria. "Ritrovarsi in TV durante una pandemia: analisi di due serie televisive cinesi." Altre Modernità, no. 28 (November 30, 2022): 175–93. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/19126.

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Abstract:
Il contributo propone un’analisi della narrazione dell’esperienza del COVID a Wuhan nei primi mesi del 2020 proposta dalle due serie televisive Heroes e With you realizzate a ridosso della conclusione del primo lockdown cinese. L’esame sarà svolto individuando gli elementi comuni alle due serie nella descrizione dei protagonisti delle serie e il modo in cui dialogano con personaggi e fatti reali, anche alla luce delle presentazioni offerte dai produttori televisivi alla stampa e pubblicate su riviste specializzate o riviste di partito. Al fine di capire se questa esperienza sia considerata in Cina come un trauma culturale, le serie sono, quindi, qui considerate come spazi di interpretazione dell’esperienza individuale in senso collettivo, discorsi in cui la memoria esercita un ruolo fondante nella definizione dell’io sociale e culturale.
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Dissertations / Theses on the topic "Comunità cinesi"

1

Anania, Rossana <1987&gt. "Comunità musulmane cinesi: l'evoluzione storica e le problematiche attuali." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/5744.

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Abstract:
In questo lavoro viene analizzato il graduale processo di integrazione delle popolazioni musulmane sul territorio cinese, dalla nascita dell’Islam e il conseguente spostamento verso la Cina di numerosi mercanti provenienti dall’Asia centrale, fino a un’analisi più dettagliata sulla situazione attuale e sul rapporto che le comunità musulmane hanno instaurato con le autorità centrali. La Cina è un mosaico etnico ufficialmente diviso in dieci minoranze musulmane, riunite in tre gruppi principali: gli Hui, gli Uiguri e i Kazaki costituiscono il primo gruppo, i Dongxiang (musulmani mongoli), i Khirghizi (che risiedono nel Turkistan cinese) e i Salar il secondo, mentre l’ultimo gruppo è composto dai Tagiki, dai Bonan, dai Tatari e dagli uzbechi. Una delle caratteristiche peculiari delle comunità musulmane cinesi è che nonostante siano tutte unite da un forte senso di solidarietà religiosa, sono molto variegate al loro interno e si trovano spesso in contrasto l’una con l’altra. Gli Hui sono la componente più numerosa, in base agli ultimi censimenti si stima siano circa dieci milioni, e sono sparsi su quasi tutto il territorio nazionale con una fortissima concentrazione nella regione autonoma Hui del Ningxia, nel Gansu e nello Henan. La ricerca si concentra soprattutto sullo studio delle comunità Hui, dei principali ordini o sette religiose in cui esse si dividono e sul processo di riorganizzazione della loro religione e identità, costruzione e restauro di moschee, traduzione di testi religiosi e promozione dell’istruzione, attività nelle quali i musulmani cinesi sono stati impegnati per circa un ventennio dopo il periodo buio della Rivoluzione Culturale.
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2

Nunziata, Virginia. "Famiglie immigrate: il caso della comunità cinese." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2013. http://hdl.handle.net/10556/993.

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Abstract:
2011 - 2012
Gli immigrati da qualche anno stanno “mettono radici”1, si fermano in Italia, accanto a noi, senza avere spesso consapevolmente deciso di restare. La loro scelta si popola di nuove presenze: arrivano i coniugi, i figli, altri bambini nascono qui, nel nostro paese. Da progetto e viaggio di singoli, l’immigrazione diventa dunque familiare, coinvolge soggetti diversi, pone, all’interno e all’esterno (servizi) del nucleo, nuovi bisogni e necessità. Rendendo non più rimandabile una politica dell’accoglienza che metta al centro i nuovi arrivati e le relazioni tra questi e gli autoctoni. La presenza sul territorio nazionale di nuclei familiari stranieri, che contribuiscono anche all’aumento della popolazione italiana così come si evince dagli ultimi dati sulla popolazione, rappresenta una delle più significative conseguenze che derivano dal crescente flusso migratorio diretto verso il nostro paese, che ha portato l’Italia a doversi confrontare con questioni già emerse nell’esperienza dei paesi a più consolidata tradizione migratoria. Questo aspetto dell’immigrazione è finora rimasto un po’ in ombra nel dibattito scientifico e politico, maggiormente concentrato sull’analisi dei problemi dell’inserimento degli immigrati nel mercato del lavoro e sulla denuncia delle situazioni di maggiore marginalità dal punto di vista sociale ed economico. Oggi però, in una fase in cui si comincia, finalmente, a prendere consapevolezza del, discreto, livello di inserimento economico raggiunto dagli immigrati e delle relative chance di stabilizzazione della loro presenza, i problemi connessi con la famiglia in emigrazione assumono un’indiscutibile rilevanza e attualità.. Dare una definizione del ruolo sociale che la famiglia svolge è sempre stato un problema di difficile soluzione. Come ben spiega Donati “ogni cultura ha una sua ben precisa rappresentazione della famiglia tanto che con tale termine si designa una vasta gamma di forme sociali primarie che presentano strutture relazionali diversificate le quali variano da cultura a cultura e in base alle diverse società e alle loro tradizioni”2. La presenza della famiglia immigrata nei paesi di arrivo é considerata un importante indicatore di stabilizzazione dei flussi migratori poiché indica il passaggio da una permanenza temporanea, provvisoria, legata alla realizzazione di un obiettivo economico a breve termine, a una permanenza di lunga durata, e spesso definitiva, che implica un cambiamento radicale nelle modalità di relazione con il nuovo contesto e dei significati attribuiti alla permanenza. Quest’ultima comporta uno spostamento degli investimenti simbolici, affettivi e materiali, dal luogo di partenza a quello di arrivo; il nuovo paese, pur in presenza di forti resistenze e spesso al di là della volontà esplicita del soggetto, acquisisce ora un ruolo preponderante rispetto a quello di origine. Appare chiaro dunque che esiste un rapporto interattivo tra famiglia e migrazione, in cui ciascuno dei due soggetti esercita la sua influenza sull’altro. Da un lato la struttura e il funzionamento dei nuclei familiari influenzano la possibilità di emigrare, ma dall'altro la migrazione trasforma e influenza la famiglia sia nel paese di origine che nel paese di arrivo. L’importanza assunta dalle famiglie in emigrazione ha fatto emergere nuove e più articolate necessità da parte degli immigrati a cui è doveroso dare risposta se si vuole seguire la strada della piena inclusione dei nuovi cittadini nella società di adozione. Occorre però preliminarmente poter monitorare la situazione visto che il fenomeno migratorio continua ad essere in costante evoluzione e le famiglie degli immigrati seguono percorsi evolutivi che vanno assumendo caratteristiche specifiche a cui corrispondono bisogni non di rado differenti. Senza contare che proprio l’immigrazione ha fatto emergere nuove tipologie familiari connesse alla relazione tra autoctoni e stranieri, e al perdurare di legami parentali forti con componenti del nucleo familiare rimasti nel paese di origine. La crescente presenza di famiglie straniere, rappresenta una delle spie più significative di un tendenziale processo di stabilizzazione delle comunità immigrate. La scelta di trattare nel presente contributo il tema delle famiglie immigrate nasce dalla consapevolezza di affrontare un argomento attuale per il nostro paese e allo stesso tempo importante per comprendere non solo lo stato odierno della presenza straniera, ma anche le possibili proiezioni future. Inizialmente forniremo un quadro generale delle migrazioni internazionali, prendendo in esame, prima, la situazione a livello globale, poi la presenza ampia e differenziata all'interno del continente europeo e, infine, dell'Italia. A questo proposito, illustreremo i fattori che hanno trasformato l’Italia da Paese di emigrazione a paese di immigrazione, nel dettaglio osserveremo la distribuzione territoriale degli stranieri o immigrati, analizzandone il loro inserimento nel mondo del lavoro e le principali caratteristiche sociodemografiche. Successivamente fotograferemo la presenza migratoria in Campania, delineandone le sue principali caratteristiche. successivamente mostreremo la realtà delle famiglie straniere in Italia, tentando di farne emergere il carattere multidimensionale. Soffermandoci sui vari modelli familiari che si possono riscontrare e sull’influenza che la famiglia esercita nella scelta migratoria, poiché é all’interno dei nuclei familiari che si elabora e costruisce, con modalità diverse e spesso contrastanti, la decisione di partire. In seguito, illustreremo il processo di inserimento e di integrazione della famiglia immigrata, mettendo in luce l’importante ruolo svolto dai figli e dalle donne. Sono proprio quest’ultimi a creare una mediazione tra le due culture, quella di origine e quella del paese di accoglienza. In fine valuteremo la situazione familiare degli immigrati presenti nella città di Napoli e nei paesi vesuviani allo scopo di avere indicazioni sul processo di stabilizzazione della popolazione straniera, oltre che per segnalare possibili necessità e bisogni espressamente connessi al radicamento sul territorio. Per fare un confronto delle diverse tipologie familiari presenti nelle due aree, abbiamo illustrato i dati dell’indagine campionaria realizzata nel 2008, su un campione di 900 immigrati maggiorenni provenienti dai Pfpm (Paesi a forte pressione migratoria). La rilevazione è stata realizzata in collaborazione tra il Dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università di Napoli Federico II e lae la Cooperativa sociale Dedalus per la rivelazione nel capoluogo, mentre nella seconda area è stata condotta dal Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Salerno. Tale ricerca3 rientra in un progetto nazionale, promosso e coordinato dalla Fondazione ISMU, in cui sono state coinvolte diverse unità di ricerca e realizzate più di 12.000 interviste, con questionario strutturato, in 32 realtà territoriali italiane. Per l’analisi che si propone, l’attenzione sarà puntata solo sulle comunità immigrate più numerose (Cinese, Srilankese e Ucraina) in modo da evidenziarne similitudini e differenze nelle strategie migratorie e nel ruolo svolto dal nucleo familiare nel processo di stabilizzazione e di inserimento nel tessuto produttivo locale. Entrando più nel particolare, l’interesse maggiore sarà rivolto alla comunità cinese, in quanto si distingue in toto dalle altre comunità presenti sul territorio. In alcuni comuni della provincia di Napoli presi in esame dalla ricerca, quali San Giuseppe Vesuviano e Poggiomarino, la presenza di una forte componente cinese, come in altre province del nostro paese, conserva una chiusura verso l’ambiente esterno, riuscendo a riprodurre usi e costumi della propria cultura di provenienza. Il rapporto che questo gruppo ha instaurato con il territorio è solamente di carattere economico e riguarda in particolare la produzione di manufatti a basso costo. Va segnalato che questo gruppo si caratterizza per la capacità di inserirsi nel contesto sociale scelto promuovendo attività in piena autonomia e altamente competitive rispetto agli imprenditori autoctoni. La forte coesione esistente tra i componenti della comunità ha portato alla costituzione di una collettività che accoglie i nuovi arrivati, facilitandone il loro inserimento sociale e lavorativo. Il ricongiungimento avviene di norma in tempi molto rapidi, tale fretta è motivata dalla necessità di avere maggiore forza lavoro (figli, fratelli, zii, nonni, mogli), infatti nessuno si sottrae a questo impegno, anzi si uniscono le forze in modo da ottimizzare i tempi. La specifica strategia migratoria di inserimento lavorativo, ha dato vita ad una comunità unica nel suo genere. Un modello del tutto particolare, che nonostante dimostri una forte stabilizzazione, sfugge ai processi d’integrazione intesi come processi interattivi e interculturali. 1 Favaro G., Dalla parte dei figli. Il ricongiungimento familiare nell’esperienza dei minori, in M. Tognetti Bordogna (a cura di), Ricongiungere la famiglia altrove. Strategie, percorsi, modelli e forme dei ricongiungimenti familiari, Milano, FrancoAngeli, 2004, pp.183-207 2 Donati P., Famiglia, in E. Scabini, P. Donati, Nuovo lessico familiare, Studi Interdisciplinari sulla famiglia, n. 14, Milano, Vita & Pensiero, 1995, p. 15. 3 Cesareo V., Blangiardo G.C. (a cura di), Indici di integrazione. Un’indagine empirica sulla realtà migratoria italiana, Milano, FancoAngeli, 2009. [a cura dell'autore]
XI n.s.
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3

Noca, Carlotta <1989&gt. "Le comunità cinesi in Europa: sviluppo economico e integrazione sociale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6274.

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Abstract:
L'immigrazione cinese in Europa è un fenomeno che si è intensificato durante il ventunesimo secolo e al giorno d'oggi sono numerose le comunità cinesi presenti all'interno dell'Unione Europea. La tesi si propone di analizzare le caratteristiche principali che accomunano le varie comunità cinesi presenti in Europa, evidenziandone i rapporti con le comunità locali e gli eventuali conflitti che possono sorgere tra le diverse culture, sia a livello economico che sociale.
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4

Perasso, Claudia <1992&gt. "Creare una comunità dal destino condiviso per l'umanità. Studio di una nuova diplomazia internazionale con caratteristiche cinesi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15693.

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Abstract:
Nell’odierno contesto socio-economico, culturale e politico della Cina a cavallo fra un lungo periodo di crescita economica e il riconoscimento dello status di nuova grande potenza mondiale, il linguaggio della diplomazia ha subito profonde trasformazioni. Quest’ultime sono dovute al mutato atteggiamento della Cina in ambito internazionale: lasciato alle spalle il periodo di “celare la propria forza”, con Xi Jinping si è data inizio a una “nuova era” per il socialismo con caratteristiche cinesi, un’era in cui la Cina si dichiara pronta a prendere una posizione di comando. La rinnovata ambizione cinese in Asia e nel mondo è supportata dalla recente diplomazia della “comunità umana dal futuro condiviso” (Community of Common Destiny, CCD). Un concetto volubile utilizzato sporadicamente dai suoi predecessori viene rielaborato da Xi Jinping e annunciato alla sede della Nazioni Unite in veste ufficiale nel settembre 2015. Da quel giorno, la “comunità umana dal futuro condiviso” è diventata lo stendardo ideologico dell’intraprendenza cinese all’estero. Come disse Confucio, “Chi non è in grado di capire le parole non è in grado di capire gli uomini”. Il presente studio si propone di indagare le caratteristiche culturali, filosofiche e politiche che costituiscono questa nuova retorica cinese, così come le motivazioni che soggiacciono all’adozione di un linguaggio “cinesizzato” delle relazioni internazionali nella sua essenza più celata e meno palese, cionondimeno presente in tutta la sua particolarità per chi è in grado di leggere fra le righe della consueta vaghezza del linguaggio propagandistico cinese.
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Cocco, Laura <1987&gt. "La comunità cinese in Italia: il caso di Prato. Proposta di traduzione di due capitoli del libro "I cinesi di Prato" di Hong Liping." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/5722.

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Abstract:
Il presente elaborato consiste nella traduzione dei primi due capitoli del libro 普拉托的中国人 (“I Cinesi di Prato”) di Hong Li Ping, scritto in collaborazione con la Provincia di Prato. L’elaborato si articola in tre capitoli: nel primo capitolo si parlerà del fenomeno dei flussi migratori dalla Cina in Europa, fino a parlare nello specifico sulla comunità cinese in Toscana, analizzando più nel dettaglio il caso di Prato. Nel secondo capitolo viene presentata la traduzione dei primi due capitoli del libro. Infine, il terzo capitolo, consisterà nel commento traduttologico, in cui verranno presentati i problemi incontrati durante la traduzione.
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6

Carletti, Nicola <1987&gt. "Liverpool: la comunità cinese più antica d'Europa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7426.

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Abstract:
Nel corso del XIX e del XX secolo la città di Liverpool fu meta di massivi flussi migratori originatisi in Cina. Contadini e marinai, per la maggior parte provenienti dalla provincia del Guangdong e dalle aree di Shanghai e Hong Kong, si imbarcarono in navi a vapore che li condussero alla città britannica per cercare lavoro e condizioni di vita migliori. Il porto di Liverpool, secondo come importanza solo a quello di Londra, ospitò migliaia di lavoratori cinesi che si sposarono con ragazze inglesi del luogo. Da queste unioni nacquero dei bambini, definiti "half and half", che per l'epoca rappresentarono un raro caso di unione di cinesi con ragazze originarie del luogo di migrazione. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale e con il rientro in patria dei reduci di guerra, il Governo Britannico rimpatriò la maggior parte dei cittadini cinesi, lasciando le famiglie senza un padre e senza un reddito. Da allora la comunità anglo-cinese di Liverpool ha perso le sue caratteristiche originarie, evolvendosi fino ai giorni nostri.
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7

Musso, Livia <1995&gt. "L'immigrazione cinese in Piemonte: il caso della comunità cinese di Torino." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16684.

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Abstract:
Il fenomeno migratorio cinese ha assunto ormai da tempo un’evidente rilevanza demografica ed economica in molti contesti locali italiani. Tramite l’analisi di dati statistici e la ricerca diretta sul campo, questo elaborato descrive da un punto di vista sociologico il tema dell’immigrazione cinese in Italia e fornisce un approfondimento specifico sulla popolazione cinese residente in Piemonte ed in particolare sulla comunità cinese di Torino. I capitoli che costituiscono la presente tesi analizzano, in una prima parte, gli aspetti demografici, lavorativi ed ambientali dell’immigrazione straniera alla luce delle politiche e della normativa migratoria vigenti nelle aree territoriali sopracitate; successivamente, in una seconda parte, vengono esaminate nel dettaglio le caratteristiche dei processi migratori cinesi. È stata condotta una ricerca sulla comunità cinese di Torino tramite l’utilizzo di un questionario destinato ad un campione di adulti cinesi immigrati di prima generazione e generazione 1.5, mirato a comprendere l’origine e le peculiarità dei progetti migratori cinesi nel capoluogo piemontese ed il grado di interesse da parte degli immigrati cinesi nel conoscere e saper utilizzare la lingua italiana nell’area di destinazione.
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8

Loda, Francesca <1989&gt. "La comunità cinese nel Veneto e a Venezia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4154.

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Abstract:
L'immigrazione cinese presenta delle peculiarità sotto molti aspetti. Dalla vocazione imprenditoriale, alle attività artigianali e commerciali, alla tendenza alla concentrazione. Queste caratteristiche influenzano l'inserimento socioeconomico nella società d'accoglienza. Se da una parte contribuiscono a creare una sorta di comunanza con tutte le altre comunità cinesi nel mondo, dall'altra devono adattarsi alle strutture economiche e sociali che caratterizzano il panorama del paese ospite. Una realtà unica come Venezia presenta delle modalità peculiari di integrazione, in cui si ripetono alcuni modelli lavorativi e insediativi, ma se ne creano anche di nuovi, in quanto la città è particolarmente legata al turismo e alla tradizione artigianale, due fattori ai quali la comunità cinese si adatta, andando a plasmare la struttura stessa della città.
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Santini, Ilaria <1992&gt. "La comunità cinese nel quartiere Esquilino di Roma." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14230.

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Abstract:
La mia tesi analizza la presenza di residenti della Repubblica popolare cinese nel quartiere Esquilino di Roma; la ricerca si è svolta attraverso una raccolta di dati statistici demografici e un attività sul campo tramite interviste ad istituzioni e personalità coinvolte nell'accoglienza. Con questa ricerca di tipo qualitativo ho raccolto dati e informazioni riguardanti l'integrazione, l'istruzione, la sanità e l'importanza della figura di un mediatore culturale e di un dialogo transculturale rivolto agli stranieri e in particolare alla popolazione cinese in ambito sanitario. Il primo capitolo della mia tesi offre un panorama generale dell'immigrazione cinese nel mondo, in Europa, in Italia e una caratterizzazione delle principali comunità cinesi nella penisola. Il secondo capitolo descrive la presenza migratoria a Roma e presenta gli aspetti demografici ed economici della collettività cinese nel quartiere Esquilino. Il terzo capitolo è dedicato invece all'integrazione e all'istruzione dei residenti cinesi del quartiere. Il quarto capitolo tratta della salute, in particolare in riferimento a iniziative e progetti di orientamento all'assistenza sanitaria e alla prevenzione, organizzati nel Rione Esquilino per la popolazione cinese ed immigrata del quartiere; realizzati grazie alla cooperazione della Caritas, del Poliambulatorio e dell'Asl presenti nella zona. In questo capitolo ho posto particolare attenzione all'importanza di tematiche come l'accoglienza e l'ascolto, evidenziando il ruolo essenziale del dialogo transculturale e della figura del mediatore culturale in ambito sanitario, in particolare nella definizione della comunicazione e del rapporto tra medico e paziente.
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Zoccola, Caterina <1991&gt. "La comunità cinese di Prato: tra regole e tradizioni." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9767.

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Abstract:
Prato è, non solo a livello nazionale ma anche internazionale, uno dei maggiori distretti tessili, delle confezioni e del pronto moda e in quanto tale, proprio grazie alla sua peculiare struttura distrettuale industriale, attrae numerosi immigrati, specialmente cinesi. Infatti, tratto distintivo della provincia pratese è la notevole concentrazione di cittadini cinesi e di attività imprenditoriali gestite da cinesi. Negli anni la comunità e l’imprenditoria cinese di Prato hanno continuato a espandersi, raggiungendo in tempi brevi dei livelli impressionanti che hanno radicalmente influenzato il tessuto socio-economico-culturale delle zone d’insediamento del territorio pratese, in particolare nella zona industriale del Macrolotto Zero e nei pressi di via Pistoiese, la cosiddetta Chinatown. I dati di Prato riguardanti la presenza cinese e le loro attività, in valore assoluto, superano quelli delle altre città italiane. All’interno del distretto emerge una percentuale non trascurabile di irregolarità, di economia sommersa e di situazioni illegali che interessano l’imprenditoria cinese di Prato, come ad esempio il lavoro in nero, l’impiego di cinesi immigrati clandestini, sfruttamento intensivo della manodopera, orari prolungati, paghe inadeguate, irregolarità fiscali e amministrative, irregolarità dei locali, mancato rispetto delle normative sulla sicurezza sul lavoro. Specialmente con l’avvento delle seconde e terze generazioni cinesi e con le recenti notizie di cronaca nera e di tragedie che hanno sconvolto la città e la nazione intera, sono emersi due differenti profili di cittadini cinesi di Prato: continuano ad esserci quelli che vivono nell’illegalità o che cercano di trarre profitto dalle situazioni di irregolarità, e quelli che invece vogliono emanciparsi, che vorrebbero rispettare la legge e distaccarsi da luoghi comuni e pregiudizi. Negli ultimi anni molti cinesi hanno manifestato per chiedere maggiore sicurezza e tutele sul luogo di lavoro, sono nate alcune associazioni che riuniscono numerosi cinesi volenterosi di integrarsi nel tessuto della città, e Prato ha sviluppato dei progetti che favoriscano l’integrazione e l’armoniosa convivenza, cercando di trarre vantaggi economici da questa multietnicità e di creare una società nella quale differenti culture possano convivere ed arricchirsi reciprocamente, nel rispetto delle regole comuni e delle norme condivise, in modo tale che tutti possano contribuire a formare e possano godere di questa Prato cosmopolita e internazionale.
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Books on the topic "Comunità cinesi"

1

Becucci, Stefano, ed. Oltre gli stereotipi. Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-764-1.

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Abstract:
Il volume raccoglie una serie di scritti di Renzo Rastrelli (1948-2008), a lungo docente di Storia politica e diplomatica dell’Asia orientale presso la facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” di Firenze. L’antologia di testi mette in evidenza alcuni aspetti salienti del lavoro scientifico dell’autore: l’analisi, di là da stereotipi di senso comune, sull’immigrazione cinese in Italia; le dinamiche interne circa le modalità associative e le forme di interlocuzione che le comunità cinesi hanno con la società italiana; infine, il contesto sociale più ampio nel quale si trovano i migranti cinesi, richiamando l’attenzione sull’intreccio fra normative restrittive all’ingresso e facilitazione di pratiche illegali, che coinvolgono sia cittadini cinesi che italiani.
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2

Davino, Alessia. La comunità cinese di Trieste. Trieste: EUT, 2013.

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3

Giovanna, Campani, Carchedi Francesco, and Tassinari Alberto, eds. L' immigrazione silenziosa: Le comunità cinesi in Italia. Torino: Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli, 1994.

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4

Beltrame, Alberto. Una comunità cinematografica: L'essenza popolare del cinema italiano degli anni Cinquanta. Imola (Bo): Editrice La mandragora, 2016.

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5

Solieri, Flavia. Cina, 1948-1950: Il Partito comunista cinese e il passaggio dalla guerra civile alla costruzione dello Stato. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2006.

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6

author, Re Valentina, ed. Le belle donne ci piacciono, e come!: Cinema nuovo, cultura comunista e modelli di mascolinità (1952-1958). Parma, Italia: Diabasis, 2021.

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7

popoli, Festival dei, ed. Vedere giusto: Del cinema senza luoghi comuni : saggi per il Festival dei popoli, 1982-2002. Rimini: Guaraldi, 2003.

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8

Consiglio, Dario. Il PCI e la costruzione di una cultura di massa: Letteratura, cinema e musica in Italia (1956-1964). Milano: UNICOPLI, 2006.

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9

1974-, Pedone Valentina, ed. Il vicino cinese: La comunità cinese a Roma. Roma: Nuove edizioni romane, 2008.

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10

Il caso delle comunità cinesi: Comunicazione interculturale ed istituzioni. Roma: Armando editore, 1997.

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Book chapters on the topic "Comunità cinesi"

1

Finizio, Davide. "Dalla storia all’inclusione. Il racconto della comunità cinese di Prato." In Raccontare la Resistenza a scuola, 199–202. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-650-6.26.

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Abstract:
The contribution describes the connections between attempt in building the history of the chinese community in Prato and the inclusion process activated thanks to the Memory Train in the project of the Tuscany region. As the student Luisa Xu joined the training trip towards the statal Museum in Auschwitz, it has been carried on a project of opening and narration of Chinese people in Italian history. Young generations in the chinese community in Prato have used them as a tool for knowledge and communitarian transformation. From this point of view, processes linked to the Resistance movement have to read in the present as they are addressed to mutual knowledge and to peace.
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2

Autran, Arthur. "Aspectos da crítica cinematográfica comunista no Brasil: o diálogo entre Alex Viany e Walter da Silveira." In Walter da Silveira e o cinema moderno no Brasil: críticas, artigos, cartas, documentos, 430–37. EDUFBA, 2020. http://dx.doi.org/10.7476/9786556302669.0009.

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Conference papers on the topic "Comunità cinesi"

1

Monleón Oliva, Vicente. "UBICACIÓN CURRICULAR DEL LENGUAJE AUDIOVISUAL EN LA ETAPA DE EDUCACIÓN INFANTIL." In V Congreso Internacional de Investigacion en Artes Visuales ANIAV 2022. RE/DES Conectar. València: Editorial Universitat Politècnica de València, 2022. http://dx.doi.org/10.4995/aniav2022.2022.15292.

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Abstract:
La infancia actual se desenvuelve en un mundo saturado de imágenes. Estas tienen un valor y una fuerza indiscutibles, así como también una gran riqueza de comunicación. Por ello, se debe atender al potencial que estas presentan como transmisoras de conocimiento y como modelos de comportamiento. Debido a la influencia que estas ejercen sobre el colectivo infantil, resulta necesario atender a los procesos de lectura, interpretación y decodificación de las mismas (cine, televisión y publicidad) que sigue el alumnado desde los espacios educativos y entornos de enseñanza formal. Por ello, tras la presentación teórica y bibliográfica de dichos conceptos se plantea como objetivo de la investigación analizar y valorar la cabida que tiene el lenguaje audiovisual en los currículos oficiales de Educación Infantil, tanto a nivel general y nacional (territorio español), como específico y autonómico (Comunitat Valenciana). Se parte de un posicionamiento socioeducativo ya que el estudio pretende generar un mayor conocimiento entre el profesorado de la etapa de Educación Infantil respecto al tratamiento que la cultura visual tiene sus marcos legales; contribuyendo como consecuencia a una mejora de los procesos de enseñanza-aprendizaje. Todo ello, por medio de una metodología cualitativa y un método de revisión bibliográfica y legislativa. Para complementar, tras el estudio realizado, se comparten los criterios de selección y de utilización de los materiales audiovisuales que se siguen en la etapa; así como otros conceptos significativos como las funciones de los medios, las Tecnologías del Aprendizaje y del Conocimiento (TAC) y las Tecnologías de la Información y de la Comunicación (TIC). Con todo, se concluye con la cabida que presenta el lenguaje audiovisual en los currículos oficiales del tramo de la escolarización infantil; el cual es tratado de una manera inclusiva y especializada. No obstante, se plantea como mejora y propuesta de futuro, la necesidad de formar a las plantillas docentes en los análisis de los marcos legales que los amparan y en los procedimientos que deben seguirse para aplicar correctamente y generar aprendizaje a partir de dichos contenidos.
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