Academic literature on the topic 'Comunicazione informale'

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Journal articles on the topic "Comunicazione informale"

1

Kipar, Andreas. "Abitare la regione urbana. Il progetto MILU. Paesaggi urbani e paesaggi di periferia tra Milano e Lugano: proposte per una sintesi sostenibile." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 99 (April 2011): 23–49. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-099003.

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Abstract:
Promuovere una nozione allargata dell'abitare significa assegnare valore alle peculiaritŕ dei luoghi, considerare l'esistente come risorsa da mettere a sistema e favorire nuove forme di percezione e comunicazione. Tale logica vale per lo piů per le aree periferiche. Seguendo questo approccio, i Raggi Verdi esprimono una strategia di pianificazione informale, legata a quella formale esistente, alla scala locale come a quella territoriale. Il progetto strategico MILU applica questi principi all'asta territoriale che collega Milano, Varese e Lugano.
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2

Ruggieri, Stefano, and Simona Viola. "Le nuove tecnologie al servizio della comunicazione formale e informale all'interno dell'amministrazione pubblica." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (October 2015): 130–43. http://dx.doi.org/10.3280/sa2015-003010.

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3

Bertone, B. "Medico e stili di gestione del paziente." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 3 (January 26, 2018): 1–4. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1150.

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Abstract:
L'incontro di lavoro con un medico di medicina generale, avvenuto più di 30 anni addietro, offre lo spunto per trattare degli elementi che definiscono il controllo della comunicazione medico-paziente. L'articolo illustra gli stili di relazione col paziente: paternalistico, consumistico, della reciprocità e gli errori nella relazione. Vengono riportati i quattro stadi comunicativo-comportamentali che favoriscono l'instaurarsi della “reciprocità” nell'ambito della consultazione: a) stabilire un'atmosfera che favorisca la partecipazione; b) accertarsi degli obiettivi del paziente e delle sue attese; c) informare il paziente; d) ottenere il consenso informato.
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4

Lazzarini, Ivana. "ICONA: la percezione dell'adozione da parte degli italiani, un progetto di ricerca nazionale." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (July 2021): 198–207. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001021.

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Abstract:
In questo articolo si presentano i risultati preliminari della ricerca ICONA - Italy and Current Opinion oN Adoption - realizzata da ItaliaAdozioni in collaborazione con il gruppo di ricerca nazionale sulle adozioni di minori. L'indagine ha lo scopo di comprendere che cosa pensano gli italiani dell'adozione e delle famiglie adottive. È stato somministrato un questionario a un campione rappresentativo della popolazione per analizzare la percezione rispetto a tre dimensioni strettamente coinvolte nella strutturazione di atteggiamenti positivi o negativi nei confronti dell'adozione: la conoscenza, la rappresentazione e la comunicazione mass mediale sui temi adottivi. I dati ottenuti hanno rilevato che la percezione dell'adozione è sostanzialmente positiva, a riprova della capacità di accoglienza e di affetto della popolazione italiana. ICONA ha messo in evidenza quanto l'informazione e la narrazione che si costruiscono attorno al mondo dell'adozione, possono fare la differenza e configurare nuove aperture. Dal punto di vista operativo, la promozione della narrazione dell'universo adottivo può quindi rappresentare un fattore chiave per contrastare le stereotipie e favorire una comunicazione sull'adozione aperta e rispettosa. Allo stesso tempo, occorre informare sull'istituto giuridico, in particolar modo l'adozione nazionale, perché la conoscenza non derivi unicamente dal racconto personale e particolare dell'esperienza adottiva.
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5

Ciurlo, Alessandra. "L’arte nella costruzione della memoria collettiva colombiana: l’apporto della diaspora in Europa." REMHU: Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 29, no. 62 (August 2021): 63–78. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880006205.

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Abstract:
Riassunto Questo articolo pretende mostrare come nell’ambito del conflitto armato in Colombia, la diaspora colombiana in Europa mediante alcune espressioni artistiche di cui è protagonista, dia un contributo importante alla costruzione della memoria collettiva del paese. Mediante analisi di contenuto si studiano comparativamente quattro opere artistiche che hanno una forte valenza performativa: una pièce teatrale e tre performance con linguaggi che utilizzano la danza, la musica, la fotografia e il video. Le opere incentrate sulle vittime del conflitto armato e quindi con una carica emotiva molto grande, aspirano a informare e denunciare eventi traumatici resi invisibili dalla narrativa ufficiale, essenziali per la ricostruzione di una memoria collettiva plurale e inclusiva. Le proposte artistiche dimostrano come l’arte con la sua comunicazione riflessiva sia capace di innescare tra il pubblico partecipante processi di trasformazione delle strutture di pensiero individuali e collettivi, evidenziando le sue potenzialità come atto critico e politico.
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6

Crivelli, Benedetta. "Ridurre le distanze: flussi di informazioni nell'organizzazione del commercio transoceanico nella prima età moderna." CHEIRON, no. 1 (January 2022): 226–49. http://dx.doi.org/10.3280/che2020-011.

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Abstract:
Nel corso del XVI secolo l'espansione dei regni iberici verso il Nuovo Mondo aveva favorito l'azione di reti di commercio, che erano in grado di operare attraverso ampie distanze grazie anche alla disponibilità e alla rapidità dei flussi di informazione. La penisola iberica fu un'area privilegiata di interscambio culturale in cui agivano istituzioni informali, le quali basavano le loro interazioni su relazioni personali; estensione e densità delle reti sociali erano diretta conseguenza del processo di costruzione dell'impero che le Monarchie iberiche realizzarono attraverso il monopolio delle rotte commerciali. La quantità e qualità delle comunicazioni da un lato definivano le strategie messe in atto dalle istituzioni imperiali per esercitare il controllo sui domini d'oltremare, dall'altro consentivano agli agenti economici di eludere le rigide regole del commercio internazionale. Il saggio si propone di ricostruire, attraverso la corrispondenza mercantile, l'azione di queste reti sociali che furono in grado di organizzare lo scambio di prodotti dall'Europa all'Asia, e all'America, e viceversa, entrando spesso in conflitto con le istituzioni della monarchia.
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7

Bruni, Elsa Maria. "L'educazione nel tempo della post-verità. Pedagogia e mass-media." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 177–91. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9409.

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Abstract:
Il contributo intende ragionare in chiave pedagogica sulla configurazione che l'educazione e la scuola assumono o dovrebbero assumere in relazione ai cambiamenti in atto sul piano culturale e mediatico. In un tempo, che vive di post-verità, in cui l'intreccio finzione-realtà domina i modi di comunicare, di informare e di argomentare, una semiotica dell'educazione diventa funzionale a ridefinire i contorni della paideia intesa come processo continuo di prendere forma e di trasformarsi qualitativamente dell'individuo, invocata come farmaco per fronteggiare i diversi disorientamenti influenti sulla vita dei singoli e sulle sorti di intere comunità. In particolare, la vaghezza della e nella comunicazione, cui si intreccia il rischio dell'inattendibilità e del relativismo sempre più individualista a livello narrativo, reclama più che mai responsabilità, pensiero critico e capacità interpretative solide. Ad essere chiamata in causa ancora una volta è l'educazione e con essa il ruolo delle agenzie educative, della scuola in particolar modo, in virtù del ruolo, a cui sono tradizionalmente chiamate, di pensare e di governare i processi di formazione. In questo articolo ci si muove nella convinzione di ricentrare il tema formativo sulla dimensione culturale e intellettuale, sui fini di una pedagogia e di un'educazione che, lungi dal poter essere ridotta a atto tecnico e appannaggio di didatticismi alla moda, deve saper recuperare una narrazione incentrata sulla promozione di strumenti intellettuali, abiti mentali, atti a preparare i giovani a vivere il proprio tempo, a saper discernere, scegliere e agire in vista della piena realizzazione umana.
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8

Grillo, Eduardo. "L’utopia della comunicazione: cibernetica e arte informale." Ocula 18 (November 1, 2017). http://dx.doi.org/10.12977/ocula84.

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9

"COMPETENZA COMUNICATIVA INTERCULTURALE: ALCUNI ESEMPI DI INTERAZIONI PLURILINGUISTICHE IN ISTRIA." Studia Polensia 04, no. 01 (February 22, 2016): 65–81. http://dx.doi.org/10.32728/studpol/2015.04.01.05.

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Abstract:
In base ad una ricerca sulla comunicazione plurilingue e interculturale nell’area plurilingue dell’Istria, il saggio analizza le interazioni verbali dei giovani bilingui di madrelingua italiana. Dopo una breve descrizione degli studi sul bilinguismo e sul multiculturalismo nell’area istroquarnerina, vengono esaminate le principali motivazioni che portano all’uso di code-switching e ad interferenze linguistiche durante le interazioni informali dei parlanti. Esempi di conversazioni, registrate in situazioni familiari, ed altre tratte dai social network, verranno discussi per dimostrare che l’analisi della conversazione è in grado di fornire una visione significativa della comunicazione interculturale e plurilinguistica. Si cercherà di spiegare, in particolare, come la scelta della lingua e l’alternanza del linguaggio siano in grado di soddisfare gli scopi comunicativi impellenti e come una competenza limitata nella terza e quarta lingua può essere sfruttata nella comunicazione interculturale.
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Dissertations / Theses on the topic "Comunicazione informale"

1

D'Antonio, Tommaso. "“Rumour has it…”. La comunicazione informale nel sistema economico: dal buzz marketing all’aggiotaggio." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2015. http://hdl.handle.net/10556/2027.

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Abstract:
2011 - 2012
In contrast to the persuasiveness of a public discourse, or with the universal vocation of journalism, the gossip (always underestimated, ignored or even despised for being informal and petty act) should be thought of as an important field of communication, some of the oldest and popular background of the communications. What that too often trying to hide is the collective and structured dimension of rumor: it is considered as an individual occasional speech, equipped with a distinctive topic ("unimportant arguments ") and with a several bad intentions ("hard" or even "wicked") and sociologists ignore the social importance its spreads. Psychologists, sociologists, philosophers and linguists (as Einstein, Heidegger, Umberto Eco and Primo Levi) are committed, since many years, to find the key of this universal phenomenon. The gossipy chatter is an expression that coexists with other social forms of community and, if once were the weapon of women, excluded from power, today circulating freely in every corner of life, amplified and multiplied thanks to the new means of communication. Obviously, even in the economic system, informal communication plays a key role, because the stakes are so numerous that is impossible that in the business plan strategies and in those communicative even gossip fit in. The informations transfer from mouth to mouth is the sale of media. It is through a direct face to face that customers and suppliers communicate with each other. Each "visit" of a seller to one of its customers is an opportunity to doubt the reliability of competing brands or to consolidate their trust relationship with the interested. In Stock Exchange, however, we talk about rumors instead of leaked out rumours that may anticipate any decisions or operations of a Company. It's easy to understand how such information can influence the choices of investors changing, consequently the entire economic environment. [edited by Author]
XI n.s.
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2

FORESI, Elisa. "A Multisectoral Analysis for economic policy: an application for healthcare systems and for labour market composition by skills." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251178.

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Abstract:
L’Agenda Digitale Europea stabilisce il ruolo chiave delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) grazie a un mercato digitale unico basato su internet veloce e superveloce e su applicazioni interoperabili, al fine di ottenere vantaggi socioeconomici sostenibili COM(2010)245. Le TIC producono un'innovazione di prodotto e cambiamenti strutturali all'interno di tutto il sistema economico e possiamo affermare che dal punto di vista multisettoriale hanno un ruolo moltiplicativo sulla crescita economica, poiché l’aumento della domanda di TIC stimola a sua volta tutte le altre produzioni. Inoltre come riscontrato in letteratura economica, nelle istituzioni internazionali, nonché confermate dai dati periodici rilasciati dagli uffici statistici nazionali, una maggiore incidenza della popolazione attiva formalmente istruita in associazione con l'adozione delle TIC è altamente correlata ad una crescita robusta, sostenibile ed equa. In questo quadro è importante valutare il ruolo delle TIC nel sistema economico, in particolare verrà analizzato il ruolo delle TIC sia rispetto ad un particolare settore quello della sanità, che dal lato dei soggetti che dovrebbero essere parte attiva nella gestione delle TIC ovvero la situazione delle abilità digitali dei lavoratori dipendenti. Il primo articolo si focalizza sul ruolo delle TIC nella determinazione dell’output del settore sanitario, utilizzando il database WIOD (World Input Output Database), di 24 paesi nell’arco temporale 2000-2014, tenendo conto anche dei differenti sistemi sanitari nazionali. La produzione del settore “Sanità e Servizi Sociali” assume, almeno in alcuni paesi specifici, il ruolo di stimolo all’innovazione che compensa ampiamente quello di peso sul bilancio pubblico. Nel secondo articolo analizziamo come l’uso delle TIC stia progressivamente aumentando nel sistema sanitario italiano e in particolare come l'introduzione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), strumento di condivisione dei dati sanitari del singolo cittadino, potrebbe determinare cambiamenti nella produzione sui servizi sanitari. Verranno analizzati gli eventuali cambiamenti strutturali dei processi produttivi e della produzione totale applicando l'Analisi Strutturale di Decomposizione (SDA). La base dati di riferimento sarà la tavola di Input-Output riferita a due diversi periodi al fine di individuare i risultati sia degli effetti tecnologici sia della domanda finale a livello settoriale. Infine l’ultimo articolo ha l’obiettivo di valutare le conseguenze dei cambiamenti nella composizione dell'occupazione per competenza digitale all’interno del flusso di produzione e distribuzione del reddito. Verrà costruita una Matrice di Contabilità Sociale (SAM) che consente di rappresentare le relazioni tra i cambiamenti di produzione delle attività e i cambiamenti di compensazione dei dipendenti per competenze, grado di digitalizzazione e genere. LA SAM sviluppata nel documento è relativa all'Italia nel 2013; il lavoro è disaggregato in competenze formali / non formali / informali e, inoltre, competenze digitali / non digitali. Le abilità digitali del lavoro seguono la definizione di “competenza formale” della Commissione Europea (2000): i) competenza formale a seconda del livello di istruzione e formazione; ii) competenza non formale acquisita sul posto di lavoro e attraverso le attività delle organizzazioni e dei gruppi della società civile; iii) competenza informale non acquisita intenzionalmente durante la vita. In questo quadro è stata introdotta un'ulteriore classificazione di input di lavoro basata sull'uso / non utilizzo di computer collegati a Internet. Sulla base della SAM, è stato implementato un modello multisettoriale esteso. Infine, verrà individuata una struttura adeguata di domanda finale che consente di ottenere i migliori risultati in termini di valore aggiunto distribuiti a lavoratori più qualificati con una elevata competenza digitale.
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Books on the topic "Comunicazione informale"

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Livolsi, Marino, and Ugo Volli. Rumor e pettegolezzi: L'importanza della comunicazione informale. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2005.

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2

Giornate di studio su Scritto e parlato, formale e informale, la comunicazione mediata dalla rete (2010 : Turin, Italy), ed. Formale e informale: La variazione di registro nella comunicazione elettronica. Roma: Carocci, 2011.

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3

Cerruti, Massimo, Elisa Corino, and Cristina Onesti. Formale e informale: La variazione di registro nella comunicazione elettronica. Roma: Carocci, 2011.

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4

Post war dream(s): L'informale e l'utopia della comunicazione. Perugia: Morlacchi editore U.P., 2016.

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5

Esposito, Simone. Dinamica Dell'apprendimento in Azienda: Modelli Matematici Del Processo Di Formazione e Della Comunicazione Informale. Independently Published, 2003.

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6

Malena, Bruno. Diritto Della Comunicazione : Comunicare e Informare: I Doveri Delle Pubbliche Amministrazioni e I Diritti Dei Cittadini. Independently Published, 2017.

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Book chapters on the topic "Comunicazione informale"

1

Onesti, Cristina, and Carla Marello. "Trovare le parole I risultati di un sondaggio online tra studenti delle scuole secondarie italiane." In Politiche e pratiche per l’educazione linguistica, il multilinguismo e la comunicazione interculturale. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-501-8/018.

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Abstract:
This paper is a brief analysis of the data collected from a survey in 2017 involving 1,500 students, aged between 14-18 years. Our purpose was to discover whether they acted differently when dealing with writing or reading texts in their mother language or in foreign language and if they used dictionaries in order to find a word they needed. Analysing concrete extra-lexicographical situations, the survey showed that teenagers still used printed dictionaries for some school work and – as predictable – Google Search for informal interactions. However, they do not know free online dictionaries and do not take advantage of Google advanced research options.
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