Journal articles on the topic 'Comunicazione e Partecipazione'

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Cedroni, Lorella, Roberto De Rosa, and Nicola D'Amelio. "Referendum del 12-13 giugno 2011 a Roma: la campagna e la partecipazione." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 66, no. 2 (December 30, 2011): 60–89. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-9803.

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Abstract:
Il Comune di Roma e i suoi Municipi Territorio, comunicazione e mobilitazione La campagna referendaria Municipio per Municipio La partecipazione a Roma nelle elezioni e nei referendum La partecipazione nel referendum del 12-13 giugno
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Galdieri, Michela, and Emanuela Zappalà. "La CAA e il ruolo dei facilitatori per lo sviluppo delle abilità comunicative negli studenti con Disturbo dello Spettro Autistico." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (December 2021): 171–81. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12948.

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Abstract:
Il Disturbo dello Spettro Autistico si manifesta con difficoltà nella relazione e nella comunicazione, nell'imitazione e nel gioco, sin dalla primissima infanzia. L'acquisizione di life skills, essenziali per favorire il successo scolastico, la partecipazione sociale e lo sviluppo di comportamenti adattivi, richiede l'individuazione di strategie educative che possano essere utilizzate dai docenti per lo sviluppo di abilità comunicative e interpersonali. Analogamente, la valorizzazione dei principali partner comunicativi, in qualità di facilitatori della comunicazione, può migliorare efficacemente lo sviluppo della comunicazione degli studenti, anche in età adolescenziale, creando maggiori opportunità di inclusione sociale e scolastica.
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Di Viggiano, Pasquale Luigi. "DEMOCRAZIA DIGITALE COME DIFFERENZA:." Revista da Faculdade Mineira de Direito 24, no. 48 (March 18, 2022): 64–78. http://dx.doi.org/10.5752/p.2318-7999.2021v24n48p64-78.

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Abstract:
La partecipazione sociale e politica digitale contemporanea (e-Democracy) è un prodotto della digitalizzazione dello Stato e dei suoi apparati, caratterizzata dalla produzione di nuovi diritti resi possibili dalle tecnologie della comunicazione. La digitalizzazione degli apparati dello Stato attraverso le nuove tecnologie basate su algoritmi intelligenti e le norme sulla società dell’informazione e della comunicazione hanno innescato la produzione di cosiddetti “nuovi diritti” la cui esigibilità amplia il concetto di democrazia stabilendo una differenza tra il tradizionale governo della cosa pubblica e le crescenti pretese delle comunità sempre più legate al sistema della comunicazione digitale. I diritti di accedere a Internet e alla rete, all’e-voting, a comunicare con la PA attraverso le nuove tecnologie, a ricevere servizi pubblici digitali sono paralleli a doveri dello Stato caratterizzati dalla soddisfazione dei nuovi diritti. Contemporaneamente cresce il rischio che forme di partecipazione digitale producano livelli di esclusioni intollerabili che intaccano la democrazia. Osservare e descrivere, con gli strumenti concettuali del Centro di Studi sul Rischio, come il sistema del diritto, della politica e della società evolvono attraverso il rapporto con l’ecosistema digitale trainato dall’arcipelago delle intelligenze artificiali rappresenta l’obiettivo e la sfida sempre incerta negli esiti, sempre nuova nelle acquisizioni ma sempre stimolante e proficua sotto il profilo della ricerca sociale, politica e giuridica.
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Scovazzi, Tullio. "La partecipazione straniera alla pesca nella zona economica esclusiva." Anuario Español de Derecho Internacional 10 (August 21, 2018): 239–53. http://dx.doi.org/10.15581/010.10.28585.

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Abstract:
1. Il ruolo dello Stato costiero in materia di pesca nella zona economica esclusiva.- 2. Le due scelte principali: licenze di pesca e imprese congiuente.- 3. Le licenze: A) Questioni preliminari; B) La determinazione del corrispettivo; C) Le misure di conservazione; D) La comunicazione di informazioni e lo svolgimento di ricerche; E) Il controllo delle attività e la repressione delle violazioni.- 4. Le società congiunte: A) Questioni generali; B) I fattori rilevanti in materia; C) L’ intensa di massima e il contratto; D) Il ditritto applicable e la soluzione delle controversie.
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Adamczyk, Jerzy. "Uwagi na temat "Norm Konferencji Episkopatu Polski dotyczących występowania duchownych i osób zakonnych oraz przekazywania nauki chrześcijańskiej w audycjach radiowych i telewizyjnych"." Prawo Kanoniczne 51, no. 1-2 (June 5, 2008): 139–61. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2008.51.1-2.08.

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Abstract:
La Chiesa ha ricevuto da Cristo la missione di insegnare la sua dottrina a tutte le nazioni. Oggi possiamo avvalerci del’impiego dei mezzi di comunicazione sociale, tra quali, la radio e la televisione sono quelli che hanno la maggior influenza sull’uomo. In base a questo, la Chiesa, oggi, utilizza questi mezzi nella sua missione di evangelizzazione. Nell’articolo si mostrano prima le competenze dei vescovi nella questione della partecipazione a trasmissioni televisive e radiofoniche di chierici e religiosi per la divulgazione dell’insegnamento cristiano attraverso questi mezzi, conferite loro dal Codice del 1983. Successivamente, si sofferma sui compiti dei vescovi polacchi in riferimento ai permessi concessi ai chierici, religiosi e laici, sulla questione della partecipazione in programmi radio-televisivi.
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Mauro Spicci, Cecilia Picinini, Michela Paternoster, Davide Melli Volterra, and Aaron Downey. "Un'opportunità per crescere insieme: L'esperienza di scuola digitale della Bilingual European School di Milano." IUL Research 1, no. 1 (July 24, 2020): 186–217. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i1.55.

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Abstract:
Il presente contributo intende restituire le modalità che hanno permesso alla Bilingual European School di trasformare una scuola in presenza in una stimolante esperienza di scuola digitale durante i mesi di lockdown imposto dall’epidemia di Covid-19. Adottando quello che la psicologa americana Carol Dweck definisce “growth mindset” - un approccio mentale che guarda alle sfide come a opportunità di crescita e di sperimentazione di tutto ciò che la novità ha da offrire - la BES ha elaborato una strategia di didattica digitale basata su cinque pilastri fondamentali: Semplicità Comunicazione Equilibrio Riconoscibilità Partecipazione inclusiva
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Bertone, B. "Medico e stili di gestione del paziente." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 3 (January 26, 2018): 1–4. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1150.

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Abstract:
L'incontro di lavoro con un medico di medicina generale, avvenuto più di 30 anni addietro, offre lo spunto per trattare degli elementi che definiscono il controllo della comunicazione medico-paziente. L'articolo illustra gli stili di relazione col paziente: paternalistico, consumistico, della reciprocità e gli errori nella relazione. Vengono riportati i quattro stadi comunicativo-comportamentali che favoriscono l'instaurarsi della “reciprocità” nell'ambito della consultazione: a) stabilire un'atmosfera che favorisca la partecipazione; b) accertarsi degli obiettivi del paziente e delle sue attese; c) informare il paziente; d) ottenere il consenso informato.
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Zanchini, Giorgio. "Fare la radio nell'epoca dei social network. come i new media stanno cambiando un vecchio medium." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 41 (May 2012): 143–60. http://dx.doi.org/10.3280/sc2011-041011.

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Abstract:
L'autore č un giornalista e per lungo tempo č stato conduttore di programmi radiofonici, per cui questo articolo č una panoramica empirica su come i cosiddetti nuovi mezzi di comunicazione stanno influenzando un mezzo vecchio come la radio. In particolare analizza come sms, e-mail, Facebook e Twitter modificano la forma e i contenuti dei programmi via etere. I risultati in termini di pro e contro sono controversi, ma č innegabile che aprano l'arena del dibattito pubblico rafforzando la partecipazione del pubblico, come avevano sperato alcuni grandi studiosi del XX secolo: Benjamin, Brecht, Kracauer.
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Baraldi, Claudio. "La partecipazione attiva dei bambini in contesti di facilitazione della comunicazione in classe." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (September 2013): 45–55. http://dx.doi.org/10.3280/mg2013-003005.

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Cannao, M. "Comunicare la diagnosi di minorazione congenita." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 1 (October 2009): 98–112. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-001008.

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Abstract:
- Vengono prese in esame le reazioni dei genitori alla diagnosi di minorazione congenita del figlio, con specifico riferimento alla minorazione visiva (cecitŕ o ipovisione). Di tali reazioni, inevitabilmente connotate da grande sofferenza, č necessario tener conto quando si comunica la diagnosi, in modo da aiutare i genitori a superare il trauma e riattivare in loro la fiducia e la speranza. Affinché ciň sia possibile la comunicazione deve essere concepita come tappa iniziale di un processo di aiuto da prolungare per tutto il periodo di degenza ospedaliera della madre e del neonato e anche dopo la dimissione. I protagonisti di questo processo sono sia il medico (al quale spetta il compito dell'informazione clinica) sia tutti gli altri operatori sanitari (che devono fornire un costante sostegno), sia i genitori stessi. Una diagnosi comunicata con rispetto, partecipazione, solidarietŕ, competenza, prepara il terreno per la costruzione del legame di attaccamento con il figlio minorato e risparmia ai genitori l'ulteriore sofferenza di non sentirsi compresi e accolti in una delle fasi piů drammatiche della loro vita.Parole chiave minorazione congenita, cecitŕ, ipovisione, diagnosi, comunicazione
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Bugada, Davide, Paolo Ferrara, Laura Di Prisco, Stefano Terzoni, Roberta Lodini, Giancarlo Celeri Bellotti, Elena Sala, Mauro Parozzi, and Lara Carelli. "Conoscenze ed interesse degli studenti del corso di laurea in infermieristica sul tema della comunicazione aumentativa ed alternativa (C.A.A) studio pre – post." Dissertation Nursing 2, no. 1 (January 30, 2023): 79–85. http://dx.doi.org/10.54103/dn/18976.

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Abstract:
INTRODUZIONE:L’infermiere, già professionista o in fase di formazione, in ogni contesto clinico viene sempre più spesso a contatto con assistiti che presentano deficit di comunicazione, sia temporanei che permanenti. Le persone che presentano Bisogni Comunicativi Complessi (B.C.C.) spesso necessitano dell’adozione di strategie di compensazione, come la Comunicazione Aumentativa Alternativa (C.A.A.). Conoscere la C.A.A. ed i sistemi che essa mette a disposizione già in fase di formazione rappresenta un’importante risorsa per consentire di stabilire e mantenere un’efficace relazione terapeutica. SCOPO:Indagare la conoscenza e la percezione riguardo la Comunicazione Aumentativa ed Alternativa in un campione di studenti del Corso di Laurea in Infermieristica (CLI) valutando l’efficacia di un intervento formativo. METODI:Studio pre-post monocentrico con arruolamento di un campione di studenti di secondo e terzo anno del CLI dell’Università degli Studi di Milano: costruzione e validazione preliminare di un questionario per rilevare le conoscenze e percezioni prima e dopo la partecipazione ad un intervento formativo. RISULTATI:Hanno partecipato 140 studenti; al T0 il 40.0% del campione conosceva la C.A.A., al T1 il 92.14%; successivamente all’intervento formativo le conoscenze del campione sono aumentate in modo statisticamente significativo (p <0.001 per tutte le domande proposte). Il questionario creato ha mostrato buone doti di validità (CVI-S = 0.93). CONCLUSIONI:Pare auspicabile indagare le modalità di utilizzo della C.A.A. anche in diversi contesti clinico-assistenziali, quantificare i professionisti effettivamente formati al suo utilizzo, indagare le conoscenze di studenti di altre professioni sanitarie e non.
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Piccioni, Sara, Mariapia D’Angelo, and Maria Chiara Ferro. "I Corpora SEAH di comunicazione specializzata nel settore dell’Architettura e delle Costruzioni." Linguistica 61, no. 2 (December 30, 2021): 97–122. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.61.2.97-122.

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Abstract:
La mancanza di competenze nel linguaggio accademico-disciplinare costituisce spesso un ostacolo alla mobilità degli studenti. Questo è particolarmente vero nel campo dell’Architettura e delle Costruzioni (AC), in cui il percorso formativo comprende una serie di sotto-domini tecnici che sono spesso definiti da pratiche professionali, tradizioni culturali e quadri giuridici specifici di un dato paese. Con l’obiettivo di favorire la partecipazione ai programmi di scambio, il progetto Erasmus+ SEAH (Sharing European Architectural Heritage: Innovative language teaching tools for academic and professional mobility in Architecture and Construction) mira a creare corpora specializzati nel campo dell’AC e moduli linguistici open access basati sui suddetti corpora in lingua francese, tedesca, italiana, russa e spagnola. Il contributo presenta il quadro teorico di riferimento, le metodologie e le finalità del progetto SEAH, soffermandosi sui criteri e sulle procedure generali del corpus design, con esemplificazioni della compilazione e impiego dei corpora per la lingua spagnola, italiana e russa.
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Hintz, Arne, and Stefania Milana. "Azione collettiva e governance della comunicazione globale: la sfida della partecipazione nei processi decisionali transnazionali." PARTECIPAZIONE E CONFLITTO, no. 2 (March 2009): 111–34. http://dx.doi.org/10.3280/paco2009-002005.

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Abstract:
- New modes of governance increasingly go beyond the traditional intergovernmental approach to include business actors and sections of civil society. Multi-stakeholder processes claim to involve all relevant parties in decisionmaking. However, a closer look reveals that opportunities of participation are often limited to large professionalised NGOs, while grassroots movements are missing. This paper seeks to identify the challenges and obstacles for these actors to get further involved, but also the opportunities that have emerged in recent policy processes. It will suggest changes in governance systems to open up for wider participation. The paper looks at two multistakeholder processes: the UN World Summit on the Information Society (Wsis) and the Council of Europe 7th Ministerial Conference on Mass Media Policy. Both processes provide interesting case studies as they attracted a diversity of civil society actors, leading to different layers of intervention. We look specifically at activist media projects and community radio stations that usually do not focus on policy, do not have the financial and structural background of a larger organisation, and that chose to intervene in those processes outside the remit of larger advocacy organisations and coalitions. Drawing from the two cases, we identify internal challenges (which aspects of activist networks hinder their influence and how can these be tackled?), relations with other civil society actors (how can different tactics and strategies complement each other?) and structural changes in governance systems, in order to enable activist and grassroots networks to participate. Keywords: global governance; media policies; civil society; activists networks; participation.
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Buoncompagni, Giacomo. "La comunicazione pubblica dell'immigrazione "prima e dopo" la pandemia. Uno studio di caso locale." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 2 (February 2022): 15–32. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-002002.

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Abstract:
Sfide complesse, come quella della crisi migratoria, impongono di ripensare la comunicazione pubblica soprattutto in ambito locale, al fine di garantire nuove strategie di inclusione e partecipazione sociale che siano rispondenti ai diversificati fabbisogni informativi di cui si compone il territorio. Ciò diviene particolarmente vero, e necessario, all'interno di uno scenario di crisi o emergenza all'interno del quale misure e servizi devono essere comunicati in maniera chiara e tempestiva anche a quella parte di popolazione ancora molto spesso "invisibile", poco integra-ta, la cui informazione/relazione divengono strumenti primari per mantenere un contatto a distanza con istituzioni e comunità locale. Lo studio intende riflettere sul rapporto tra istituzioni locali, media e comunità straniere, ponendo attenzione alle strategie comunicative promosse dagli enti pubblici per favorire l'accoglienza e il maggiore coinvolgimento del soggetto immigrato nel territorio marchigiano prima e "dopo" la pandemia di Covid-19.
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Galdieri, Michela, and Emanuela Zappala. "Strumenti e approcci per la valutazione delle capacit&agrave; comunicative di alunni con Disturbo dello Spettro Aut." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (December 2021): 189–204. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12483.

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Abstract:
In presenza di alunni con Disturbo dello Spettro Autistico con bisogni comunicativi complessi, il processo valutativo costituisce l'esito di uno scambio tra i diversi attori sociali impegnati nella co-progettazione del percorso educativo e didattico, nella rilevazione delle capacit&agrave; dell'alunno, delle barriere e dei facilitatori presenti nel contesto. L'obiettivo del presente lavoro &egrave; di individuare strumenti valutativi e auto-valutativi che possano favorire gli apprendimenti, anche in un'ottica metacognitiva, con particolare attenzione all'approccio della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) in ambito educativo, con lo scopo di acquisire informazioni ex ante sulle conoscenze, abilit&agrave; e competenze, ma anche di monitorare il processo di insegnamento-apprendimento e il grado di coinvolgimento e partecipazione degli studenti alle attivit&agrave; didattiche.
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Bruni, Francesco. "I cani dentro e fuori la stanza di psicoterapia." PSICOBIETTIVO, no. 3 (February 2013): 71–92. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-003006.

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Abstract:
La relazione con i cani nella quotidianitŕ e durante la psicoterapia č esaminata a partire dalla considerazione che essi sono nostri compagni di vita. Questo discorso tiene conto delle ricerche psicologiche sul mondo non umano, sulla teoria dell'attaccamento e dei processi di comunicazione e relazione. Per analizzare la partecipazione del cane alla psicoterapia vengono discussi i metodi analogici, l'integrazione fra processi primari e secondari e la funzione "come se" che ci riporta al gioco. In tal senso vengono illustrati diversi casi clinici che evidenziano la funzione svolta dal cane come "oggetto terapeutico" o "oggetto flottante". In quanto l'incontro con il cane, fa vibrare le nostre emozioni, ci riporta al linguaggio analogico, ci introduce al "gioco" e a procedure che sono metafore delle relazioni e contribuiscono al cambiamento in psicoterapia.
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Pulignano, Valeria. "E-democrazia al lavoro: effetti e problematicità dell'era digitale." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 160 (August 2021): 7–23. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-160001.

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Abstract:
Questo contributo mette in evidenza le problematicità derivanti dagli effetti della tecnologia digitale sulla democrazia. Tre sono i temi principali che vengo affrontati. Il primo è legato al controllo di sistemi tecnologici avanzati nelle mani di una élite che rischia di aumentare il suo potere e la sua influenza sulle masse di utenti e consumatori che utilizzano le nuove tecnologie. Il secondo tema, direttamente connesso al primo, riguarda la fiducia del pubblico verso le istituzioni democratiche a seguito dell'entrata in campo di sistemi di comunicazione digitale di massa, che spesso sono portatori di disinformazione e notizie false (‘fake news'). Il terzo tema, è quello del ‘capitalismo della sorveglianza', che si lega alle relazioni industriali e di lavoro, nel senso che esamina le implicazioni che questo comporta per la democrazia, intesa come partecipazione diretta e indiretta dei lavoratori sui luoghi di lavoro.
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Allegretti, Giovanni. "Riflessioni sul principio di trasparenza:." Conhecer: debate entre o público e o privado 10, no. 25 (August 3, 2020): 76–111. http://dx.doi.org/10.32335/2238-0426.2020.10.25.3823.

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Abstract:
L’articolo parte dalla decisione del governo Brasiliano di silenziare parte della produzione di dati sui danni causati dalla pandemia COVID-19, per proporre una riflessione sulla trasformazione del principio di trasparenza e della sua relazione con le politiche pubbliche. Nel ripercorrerne la complessa natura di mito e di spazio produttore di miti, attraverso la disamina di alcuni testi costituzionali e di pratiche partecipative formalizzate, il testo s’interroga su come strutturare piú solidamente le relazioni tra due ambiti importanti dell’azione pubblica: la promozione della trasparenza e quella della partecipazione civica all’azione di governo. I due campi appaiono avere molte convergenze strutturali, persino nello svuotamento graduale di significati proposto dalla retorica politica, e il loro crescente dialogo in molti paesi evidenzia la mutua capacitá di apprendimento e fertilizzazione, se pensati da subito nella loro interazione reciproca. L’analisi di come ha teso a strutturarsi negli ultimi anni il rapporto tra trasparenza e innovazioni democratiche mostra che queste ultime sono necessarie ma non sufficienti a garantire un’elevato livello di trasparenza, che richiede di affrontare problemi strutturali che riguardano l’organizzazione politico-amministrativa, le risorse, la mentalitá diffusa e la comunicazione pubblica in un determinato contesto. Per lo meno, non sono sufficienti, quando il contesto non si pone obiettivi sfidanti di ripensamento radicale della partecipazione, attraverso movimenti “a rete” che possano – incrociando sperimentazioni diverse – riflettere in forma collettiva su nuovi modi di mettere in dialogo azioni partecipative promosse “dall’alto” e “dal basso”.
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Fassino, S., A. Ferrero, P. L. Marchesi, and M. Mazzone. "Volontariato e assistenza a pazienti affetti da AIDS. Annotazioni su un gruppo di formazione per volontari." Medicina e Morale 40, no. 2 (June 30, 1991): 283–92. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1991.1144.

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Abstract:
In relazione alle complesse dinamiche psico-sociali in cui i soggetti HIV positivi ed i pazienti di AIDS sono coinvolti, viene segnalata la necessità di un'adeguata preparazione specifica di tutto il personale d'assistenza: ci si sofferma nel caso particolare su quella degli operatori che presentano il loro servizio presso le associazioni del volontariato organizzato. Viene al proposito fatto riferimento ad un corso-pilota della durata di quattro mesi organizzato dalla Caritas di Torino in collaborazione con la II Cattedra di Clinica Psichiatrica dell'Università di Torino e la Società Adleriana Italiana Gruppi e Analisi. Il progetto formativo di questo corso si articola in due momenti distinti. Il primo è costituito dalla possibilità di fornire ai futuri operatori informazioni adeguate, mediante una serie di lezioni sui vari aspetti del problema AIDS. Il secondo momer to formativo si articola nei lavori susseguenti ad ogni lezione, attraverso incontri in piccoli gruppi (10-12 persone) eterocentrati sul compito, che consiste nel dover discutere sui vari aspetti della comunicazione col paziente, sotto la guida di due conduttori, e per la durata di circa un'ora. Si ritiene in sintesi che solo attraverso una partecipazione critica ed almeno sufficientemente consapevole i volontari possano svolgere il difficile compito di stare vicini ai malati di AIDS in una relazione di solidarietà autentica.
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Anzera, Giuseppe, and Alessandra Massa. "Chi ha paura di Internet? Le piattaforme online nei processi di radicalizzazione e di deradicalizzazione." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 1 (October 2021): 122–38. http://dx.doi.org/10.3280/erp1-special-2021oa12471.

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Abstract:
Radicalizzazione online e self-radicalization sono aree ancora poco analizzate all'interno della gamma dei fenomeni che conducono all'inasprimento ideologico e all'estremismo violento. In questo articolo, si esploreranno le principali ragioni dello stretto legame tra piattaforme online e pratiche di radicalizzazione e interventi di deradicalizzazione legati alle ideologie di matrice islamista. Le traiettorie di radicalizzazione dipendono da numerose direttrici incrociate: predisposizioni individuali e disposizioni contestuali; motivazioni psicologiche e questioni materiali; rivendicazioni identitarie e moventi politici. In questo senso, la costruzione narrativa delle esperienze, soprattutto dei giovani soggetti di seconda generazione, &egrave; determinante nel comprendere gli autoposizionamenti dei soggetti radicali, e nel ricostruire il display delle esperienze individuali. Le piattaforme, e pi&ugrave; in generale i media, si configurano quindi come spazio di costruzione della realt&agrave; sociale. I mezzi di comunicazione digitali si sono dimostrati particolarmente efficaci nella disintermediazione delle pratiche di partecipazione politica: per quanto riguarda la radicalizzazione, queste si dimostrano rilevanti per finalit&agrave; strumentali e per utilizzi comunicativi, incidendo sull'organizzazione e sulla socializzazione ai fenomeni radicali, mentre favoriscono la rappresentazione pubblica e la propaganda di tali fenomeni. Seppure il peso maggiore delle dinamiche di radicalizzazione sia imputabile a processi politici e sociali offline, alcune tecnicalit&agrave; delle piattaforme interferiscono con le dinamiche di polarizzazione. Negli ultimi anni sono nate una serie di iniziative volte a limitare l'impatto delle piattaforme sulla radicalizzazione: queste iniziative coinvolgono attori pubblici, privati e organizzazioni di attori autonomi. Il contrasto della radicalizzazione online deve utilizzare strategie flessibili, contro-narrazioni e media literacy.
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Mancini, Elena. "L’autosperimentazione nelle malattie rare: analisi dei profili etici e indicazioni per una possibile governance / The self-experimentation on rare diseases: analysis of ethical profiles and instructions for a possible governance." Medicina e Morale 66, no. 1 (March 15, 2017): 45–61. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.475.

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Abstract:
Le malattie rare raggruppano un numero elevato di patologie molto diverse tra loro, accumunate, dalla bassissima frequenza statistica nella popolazione (penetranza). Ne consegue una scarsissima numerosità di pazienti per ogni singola patologia e una loro distribuzione in diverse aree geografiche, fattori che comportano oggettive difficoltà nel reclutamento dei pazienti in studi sperimentali e nel coordinamento e organizzazione della ricerca con conseguente ridotta possibilità di effettuare studi clinici e ricerche di carattere genetico. In tale quadro, al fine di fare fronte alle drammatiche necessità di assistenza socio-sanitaria, cura e riabilitazione dei malati rari, sono sorte, in gran parte per merito degli stessi familiari, le associazioni di malati rari. Attualmente tali associazioni svolgono un’attività significativa nella proposizione, organizzazione, partecipazione diretta e pubblicazione dei risultati di ricerche scientifiche. Tale ruolo, rende le associazioni dei pazienti protagoniste anche nel sostegno all’organizzazione e realizzazione di studi clinici e sperimentazioni di farmaci in modo del tutto autonomo e indipendente da controlli da parte delle autorità sanitarie e dei comitati etici. Tale fenomeno noto come “Research Led by Participants” è stato reso possibile dalle enormi potenzialità di contatto e organizzazione offerte dalla rete che ha consentito la creazione di comunità virtuali di pazienti, di siti e blog dedicati all’informazione e comunicazione, e più recentemente, alla raccolta di dati, alla pubblicazione di risultati di ricerche condotte dai malati, nonché al reclutamento degli stessi per la conduzione di tali studi, secondo il modello proposto, ad esempio, dal sito PatientsLikeMe. Non possono tuttavia essere trascurati gli importanti aspetti etici implicati dalla ricerca condotta dai partecipanti. Tali aspetti concernono, come evidente, sia la validità scientifica di tali studi che la protezione dei soggeti che aderiscono alla sperimentazione. Si tratta di una forma di sperimentazione del tutto nuova che richiede la capacità di proporre una modalità di gestione condivisa tra cittadini/pazienti, “terzo settore”, ricercatori, istituzioni e comitati etici in grado di valorizzarne i potenziali benefici conoscitivi creando regole etiche “misurate” su tali circostanze. Nell’articolo sarà proposto un modello teorico di governance del fenomeno e saranno indicati possibili criteri etici operativi. ---------- Rare diseases gather up a large number of different pathologies, all very different among them but similar for the low statistical attendance of population (penetrance). Therefore there is a very low number of patients sick of the same pathology and their presence in different geographical areas makes objectively difficult to recruit patients in order to study their disease and coordinate and organize the research of the pathology. As a consequence there is a very reduced possibility to carry on clinical studies and genetic researches. In this framework, in order to face the dramatic necessity of sociological and sanitary assistance, treatment and rehabilitation of the rare patients, families members generally organize Rare Diseases Patient Organizations. At the moment these organizations develop an important activity with regard to organization, proposals, direct participation and publication of the scientific research results. These organizations also play an important part in supporting the organization and the realization of clinical trials. They play in total autonomy and are independent from every ethical and scientific oversight by the sanitary authorities and ethical committees. This extraordinary event known as “Research Led by Participants”, has been realized thanks to the large contacts possibilities and organization offered by the web which made possible the creation of virtual communities of patients, of blog and web site for information and communication and, more recently, for collecting statistical data, publication of the patients research results and the recruitment of patients in order to manage the studies following the rules and models proposed, for example, by the web site “PatientsLikeMe”. We must however put in evidence the important ethical issues involved in the research led by the participants. These aspects concern, obviously, either the scientific validity of these studies or the protection of the subjects who accept to be submitted to the experimentation. It is a completely new way of experimentation that requires the capacity to propose and follow a governance that must be accepted and shared by citizens/patients, “third sector”, research workers, institutions and ethical committees able to exploit the potential advantageous knowledge and create ethical rules inspired to those new situations. In this article it will be proposed a theoretical model of governance of this phenomenon and also it will be outlined ethical rules for operative plans.
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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Abstract:
Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Borea, Francesca, and Giulia Pederzini. "WUNDERKAMMER, UNA COLLEZIONE DI PENSIERI SUL RUOLO DELL’ARCHITETTO POST-PANDEMIA E RIFLESSIONI SULLA QUALITA’ DELL’ABITARE, ATTRAVERSO L’ATTO DELLA PARTECIPAZIONE." Revista M 17 (January 25, 2021). http://dx.doi.org/10.15332/rev.m.v17i0.2520.

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Abstract:
La pandemia globale ha nettamente destabilizzato e ridefinito gli equilibri del vivere contemporaneo sia nel breve, che nel lungo periodo. La messa in discussione della “normalità” e delle forme abitative ordinarie, incentiva a ripensare al concetto di “nuovo normale” e a riprogettare i luoghi dell’abitare. Così nasce Wunderkammer, un progetto di ricerca architettonica che promuove l’atto del collezionare come strumento di riflessione e di confronto. Sono stati invitati architetti, artisti, scrittori, psicologi e professionisti sensibili al tema, a condividere il loro pensiero sui valori della resilienza e della partecipazione, riassumendolo in un’immagine e un testo di circa 1000 battute. Durante la reclusione domestica, i social media si sono rivelati l’unico strumento di comunicazione efficace e fruibile a tutti: la raccolta e la diffusione dei contributi, tramite l’utilizzo di piattaforme virtuali, ha permesso al progetto di alimentarsi e di evolversi, fino a collezionare oltre 60 riflessioni. L’interpretazione, l’analisi e il confronto degli elaborati raccolti hanno permesso di riconoscere un sentimento collettivo in corrispondenza delle diverse fasi della quarantena. In parallelo alla collezione di pensieri, che continuano ad arricchire la nostra “teca” virtuale, si analizzano i primi contributi raccolti, considerato materiale utile e propedeutico allo studio di nuove soluzioni architettoniche più consapevoli. É auspicabile dunque che i relativi elaborati e documenti possano diventare un supporto storico e sociologico prezioso per il nostro futuro; essenziali per il progetto che qui viene presentato in modo sintetico attraverso un approccio riflessivo, ottimista e partecipativo.
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Freitas, Roberto Araujo de Moraes, and Priscila Bernardo Martins. "La storia dell’istruzione e della ricerca scientifica in Brasile." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, December 20, 2019, 127–38. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/storia-dellistruzione.

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Abstract:
Nell’articolo attuale, si affrontano le trasformazioni storiche dell’attività didattica in Brasile e la sua partecipazione alla ricerca accademico-scientifica, considerando dalle influenze derivanti dalle religioni ereditate dall’Europa ai segni distintivi delle risorse tecnologie nelle mani degli utenti domestici. Questo momento è segnato dalla transizione tra il XX e il XXI secolo, rappresentando così una rivoluzione dilagante nel settore tecnologico, con Internet come principale strumento di comunicazione e ricerca, che ha portato a un lungo processo di adattamento. È necessario ricordare la difficoltà che vi sia nel processo di isolamento della conoscenza della sua cultura locale, delle opinioni e delle esperienze proprie e del bagaglio accademico con cui un insegnante deve trasmettere al corpo studentesco, perché deve capire che il Il Brasile registra influenze di vari popoli in tutto il mondo, il che ci ha fatto avere una cultura così mista. Nel bel mezzo di tante trasformazioni storiche, l’attività didattica deve avere le sue metodologie costantemente riciclate. Per questo motivo, quest’opera diventa più ardua man mano che l’insegnante soffre dell’impatto della rete sul mondo, poiché si riflette nella produttività e nell’affidabilità dei risultati delle opere letterarie e scientifiche. Questo comprometterà per sempre il rapporto tra conoscenza e informazione. Parole chiave: Tecnologia, ricerca, istruzione, affidabilità.
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Bressan, Giorgia, Andrea Guaran, Francesco Visentin, and Gian Pietro Zaccomer. "Aspetti geografici del confronto fra sapere esperto e contestuale: un’analisi regionale nei paesaggi del “degrado”." Bollettino della Società Geografica Italiana, January 26, 2022, 3–18. http://dx.doi.org/10.36253/bsgi-1350.

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Abstract:
Negli ultimi decenni la partecipazione attiva degli abitanti per l’interpretazione, la gestione e la pianificazione del paesaggio ha assunto un ruolo sempre più rilevante, grazie agli indirizzi proposti dalla Convenzione europea del paesaggio che individua l’esperienza e il sentire delle popolazioni come una fondamentale fonte informativa. Nonostante le difficoltà implicite nella valorizzazione di una simile fonte, il confronto tra il sapere contestuale ed esperto può favorire l’elaborazione di nuove conoscenze, a patto che si possano confrontare le informazioni e mettere in effettiva e fruttuosa comunicazione i due saperi. During the last decades, the active participation of the inhabitants in the interpretation, management and planning of landscape has assumed an increasingly important role, thanks to the challenges and understandings provided by the European Landscape Convention which advocated the participation and enhanced the role of the populations as fundamental sources of information. Despite the difficulties linked to the valorization of such assets, the comparison between expert and public views can favour the production of new knowledge as long as these information and sources could be compared and connected through fruitful approaches. The present contribution finds his roots in the development of Friuli Venezia Giulia Regional Landscape Plan and, adopting a participatory approach, tried to investigate the perceived landscapes of risk and degradation. The focus is on three categories of areas and sites perceived as degraded, specifically those resulting from the massive presence of abandonment former military areas, hydrogeological problems and, finally, quarry activities. After presenting the most relevant aspects and the results of the geo-cartographic analysis, the limits and opportunities of the research are highlighted. On the one hand, similarly to other participatory projects, the analysis presents problems in terms of quality and territorial coverage, on the other hand, it offers reflections on the possible synergies between local and expert knowledge.
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