Academic literature on the topic 'Comunicazione e Partecipazione'

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Journal articles on the topic "Comunicazione e Partecipazione"

1

Cedroni, Lorella, Roberto De Rosa, and Nicola D'Amelio. "Referendum del 12-13 giugno 2011 a Roma: la campagna e la partecipazione." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 66, no. 2 (December 30, 2011): 60–89. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-9803.

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Abstract:
Il Comune di Roma e i suoi Municipi Territorio, comunicazione e mobilitazione La campagna referendaria Municipio per Municipio La partecipazione a Roma nelle elezioni e nei referendum La partecipazione nel referendum del 12-13 giugno
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2

Galdieri, Michela, and Emanuela Zappalà. "La CAA e il ruolo dei facilitatori per lo sviluppo delle abilità comunicative negli studenti con Disturbo dello Spettro Autistico." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (December 2021): 171–81. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12948.

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Abstract:
Il Disturbo dello Spettro Autistico si manifesta con difficoltà nella relazione e nella comunicazione, nell'imitazione e nel gioco, sin dalla primissima infanzia. L'acquisizione di life skills, essenziali per favorire il successo scolastico, la partecipazione sociale e lo sviluppo di comportamenti adattivi, richiede l'individuazione di strategie educative che possano essere utilizzate dai docenti per lo sviluppo di abilità comunicative e interpersonali. Analogamente, la valorizzazione dei principali partner comunicativi, in qualità di facilitatori della comunicazione, può migliorare efficacemente lo sviluppo della comunicazione degli studenti, anche in età adolescenziale, creando maggiori opportunità di inclusione sociale e scolastica.
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3

Di Viggiano, Pasquale Luigi. "DEMOCRAZIA DIGITALE COME DIFFERENZA:." Revista da Faculdade Mineira de Direito 24, no. 48 (March 18, 2022): 64–78. http://dx.doi.org/10.5752/p.2318-7999.2021v24n48p64-78.

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Abstract:
La partecipazione sociale e politica digitale contemporanea (e-Democracy) è un prodotto della digitalizzazione dello Stato e dei suoi apparati, caratterizzata dalla produzione di nuovi diritti resi possibili dalle tecnologie della comunicazione. La digitalizzazione degli apparati dello Stato attraverso le nuove tecnologie basate su algoritmi intelligenti e le norme sulla società dell’informazione e della comunicazione hanno innescato la produzione di cosiddetti “nuovi diritti” la cui esigibilità amplia il concetto di democrazia stabilendo una differenza tra il tradizionale governo della cosa pubblica e le crescenti pretese delle comunità sempre più legate al sistema della comunicazione digitale. I diritti di accedere a Internet e alla rete, all’e-voting, a comunicare con la PA attraverso le nuove tecnologie, a ricevere servizi pubblici digitali sono paralleli a doveri dello Stato caratterizzati dalla soddisfazione dei nuovi diritti. Contemporaneamente cresce il rischio che forme di partecipazione digitale producano livelli di esclusioni intollerabili che intaccano la democrazia. Osservare e descrivere, con gli strumenti concettuali del Centro di Studi sul Rischio, come il sistema del diritto, della politica e della società evolvono attraverso il rapporto con l’ecosistema digitale trainato dall’arcipelago delle intelligenze artificiali rappresenta l’obiettivo e la sfida sempre incerta negli esiti, sempre nuova nelle acquisizioni ma sempre stimolante e proficua sotto il profilo della ricerca sociale, politica e giuridica.
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4

Scovazzi, Tullio. "La partecipazione straniera alla pesca nella zona economica esclusiva." Anuario Español de Derecho Internacional 10 (August 21, 2018): 239–53. http://dx.doi.org/10.15581/010.10.28585.

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Abstract:
1. Il ruolo dello Stato costiero in materia di pesca nella zona economica esclusiva.- 2. Le due scelte principali: licenze di pesca e imprese congiuente.- 3. Le licenze: A) Questioni preliminari; B) La determinazione del corrispettivo; C) Le misure di conservazione; D) La comunicazione di informazioni e lo svolgimento di ricerche; E) Il controllo delle attività e la repressione delle violazioni.- 4. Le società congiunte: A) Questioni generali; B) I fattori rilevanti in materia; C) L’ intensa di massima e il contratto; D) Il ditritto applicable e la soluzione delle controversie.
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5

Adamczyk, Jerzy. "Uwagi na temat "Norm Konferencji Episkopatu Polski dotyczących występowania duchownych i osób zakonnych oraz przekazywania nauki chrześcijańskiej w audycjach radiowych i telewizyjnych"." Prawo Kanoniczne 51, no. 1-2 (June 5, 2008): 139–61. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2008.51.1-2.08.

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Abstract:
La Chiesa ha ricevuto da Cristo la missione di insegnare la sua dottrina a tutte le nazioni. Oggi possiamo avvalerci del’impiego dei mezzi di comunicazione sociale, tra quali, la radio e la televisione sono quelli che hanno la maggior influenza sull’uomo. In base a questo, la Chiesa, oggi, utilizza questi mezzi nella sua missione di evangelizzazione. Nell’articolo si mostrano prima le competenze dei vescovi nella questione della partecipazione a trasmissioni televisive e radiofoniche di chierici e religiosi per la divulgazione dell’insegnamento cristiano attraverso questi mezzi, conferite loro dal Codice del 1983. Successivamente, si sofferma sui compiti dei vescovi polacchi in riferimento ai permessi concessi ai chierici, religiosi e laici, sulla questione della partecipazione in programmi radio-televisivi.
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6

Mauro Spicci, Cecilia Picinini, Michela Paternoster, Davide Melli Volterra, and Aaron Downey. "Un'opportunità per crescere insieme: L'esperienza di scuola digitale della Bilingual European School di Milano." IUL Research 1, no. 1 (July 24, 2020): 186–217. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i1.55.

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Abstract:
Il presente contributo intende restituire le modalità che hanno permesso alla Bilingual European School di trasformare una scuola in presenza in una stimolante esperienza di scuola digitale durante i mesi di lockdown imposto dall’epidemia di Covid-19. Adottando quello che la psicologa americana Carol Dweck definisce “growth mindset” - un approccio mentale che guarda alle sfide come a opportunità di crescita e di sperimentazione di tutto ciò che la novità ha da offrire - la BES ha elaborato una strategia di didattica digitale basata su cinque pilastri fondamentali: Semplicità Comunicazione Equilibrio Riconoscibilità Partecipazione inclusiva
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7

Bertone, B. "Medico e stili di gestione del paziente." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 3 (January 26, 2018): 1–4. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1150.

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Abstract:
L'incontro di lavoro con un medico di medicina generale, avvenuto più di 30 anni addietro, offre lo spunto per trattare degli elementi che definiscono il controllo della comunicazione medico-paziente. L'articolo illustra gli stili di relazione col paziente: paternalistico, consumistico, della reciprocità e gli errori nella relazione. Vengono riportati i quattro stadi comunicativo-comportamentali che favoriscono l'instaurarsi della “reciprocità” nell'ambito della consultazione: a) stabilire un'atmosfera che favorisca la partecipazione; b) accertarsi degli obiettivi del paziente e delle sue attese; c) informare il paziente; d) ottenere il consenso informato.
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8

Zanchini, Giorgio. "Fare la radio nell'epoca dei social network. come i new media stanno cambiando un vecchio medium." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 41 (May 2012): 143–60. http://dx.doi.org/10.3280/sc2011-041011.

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Abstract:
L'autore č un giornalista e per lungo tempo č stato conduttore di programmi radiofonici, per cui questo articolo č una panoramica empirica su come i cosiddetti nuovi mezzi di comunicazione stanno influenzando un mezzo vecchio come la radio. In particolare analizza come sms, e-mail, Facebook e Twitter modificano la forma e i contenuti dei programmi via etere. I risultati in termini di pro e contro sono controversi, ma č innegabile che aprano l'arena del dibattito pubblico rafforzando la partecipazione del pubblico, come avevano sperato alcuni grandi studiosi del XX secolo: Benjamin, Brecht, Kracauer.
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9

Baraldi, Claudio. "La partecipazione attiva dei bambini in contesti di facilitazione della comunicazione in classe." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (September 2013): 45–55. http://dx.doi.org/10.3280/mg2013-003005.

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10

Cannao, M. "Comunicare la diagnosi di minorazione congenita." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 1 (October 2009): 98–112. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-001008.

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Abstract:
- Vengono prese in esame le reazioni dei genitori alla diagnosi di minorazione congenita del figlio, con specifico riferimento alla minorazione visiva (cecitŕ o ipovisione). Di tali reazioni, inevitabilmente connotate da grande sofferenza, č necessario tener conto quando si comunica la diagnosi, in modo da aiutare i genitori a superare il trauma e riattivare in loro la fiducia e la speranza. Affinché ciň sia possibile la comunicazione deve essere concepita come tappa iniziale di un processo di aiuto da prolungare per tutto il periodo di degenza ospedaliera della madre e del neonato e anche dopo la dimissione. I protagonisti di questo processo sono sia il medico (al quale spetta il compito dell'informazione clinica) sia tutti gli altri operatori sanitari (che devono fornire un costante sostegno), sia i genitori stessi. Una diagnosi comunicata con rispetto, partecipazione, solidarietŕ, competenza, prepara il terreno per la costruzione del legame di attaccamento con il figlio minorato e risparmia ai genitori l'ulteriore sofferenza di non sentirsi compresi e accolti in una delle fasi piů drammatiche della loro vita.Parole chiave minorazione congenita, cecitŕ, ipovisione, diagnosi, comunicazione
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Dissertations / Theses on the topic "Comunicazione e Partecipazione"

1

Collizzolli, Stefano. "Il video partecipativo: dalla comunicazione sociale alla socializzazione della comunicazione." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426590.

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2

DI, PALO Giuseppe. "Le Web Tv d'ateneo come strumento di comunicazione interna. Approcci comunicativi verso personale docente e tecnico amministrativo." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2017. http://hdl.handle.net/11695/75221.

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Abstract:
All’interno degli uffici della Pubblica Amministrazione spesso i dipendenti si trovano di fronte a comunicazioni che utilizzano un linguaggio strettamente burocratico e di difficile comprensione. Tutto ciò può comportar gravi conseguenze sia sui processi comunicativo-interazionali tra dipendenti e utenti. Avere maggiore comprensione dei contenuti veicolati ad una logica di comunicazione interna nella Pubblica Amministrazione può migliorare i rapporti comunicativi stessi e potenziare la qualità dell’offerta dei servizi. Per raggiungere questo obiettivo occorre intraprendere un percorso di innovazione che, nella ricerca che qui si propone, vuole poggiare sull’utilizzo di uno strumento tecnologico all’avanguardia ma, al contempo, semplice e ampiamente utilizzato: la web tv. Tali strumenti non sono semplicemente il frutto dell’attività di guardare contenuti attraverso la rete, ma essi sono alimentati da diverse pratiche quali, innanzitutto, l’interattività ben visibile da fenomeni di condivisione, commento, embedding, video sharing/social sharing e, la co-autorialità, che porta il web a nutrirsi sempre più di contenuti dal basso, autoprodotti, user generated. Per giungere a questa formulazione si sono analizzate caratteristiche ed evoluzioni, storiche e sociali, dei media in nuovi media e le consequenziali mutazioni che questo passaggio ha comportato alle audience, ai palinsesti, ai contenuti, ai consumi. L’obiettivo diventa allora quello di comunicare in modo facile, divertente ed informale news e iniziative, circolari e quant’altro possa essere utile alle attività dei dipendenti pubblici. Questa ricerca, dunque, vuole focalizzare la propria attenzione in particolare modo sulla tipologia di web tv definita come UniTv o web tv d’ateneo analizzandole, però, non più dal punto di vista di mezzi di comunicazione utilizzati ampiamente dagli studenti e verso gli studenti ma come medium al servizio del personale docente e tecnico-amministrativo delle Università, in un’ottica di web tv per la comunicazione interna delle Pubbliche Amministrazioni. L’ipotesi che si avanza è quella che una comunicazione seppur istituzionale ma resa in termini “paritari” porta i riceventi ad una maggiore comprensione ed interiorizzazione del messaggio. La ricerca che si propone, di tipo esplorativo e sperimentale, intende focalizzare la sua attenzione sulle diverse problematiche comunicative dettate dai singoli contesti locali, dal digital divide e dalle politiche pubbliche sul tema del digitale analizzando possibili soluzioni per rendere il processo interazionale virtuale più fluido ed efficace a livello interno delle strutture della Pubblica Amministrazione (in questo specifico caso le Università). L’analisi intende procedere innanzitutto sullo studio dei casi già esistenti in ambito aziendale ponendo poi le basi per una possibile applicazione al contesto della PA. Un ulteriore studio potrà essere condotto sulle metodologie comunicative e l’efficacia di queste ultime nell’utilizzo delle UniTv studentesche rielaborando e reinterpretando i contenuti da adattare al nuovo “pubblico” che si intende raggiungere. L’analisi consterà, poi, di un ulteriore livello che vedrà interviste e testimonianze dirette dei dipendenti di diversi atenei e della PA sulle attuali modalità di ricezione delle informazioni istituzionali ed il grado di comprensione ed efficacia delle stesse raccogliendo, infine, proposte su possibili ed eventuali miglioramenti degli stessi processi comunicativi.
In the Public Administration offices the staff often face communications which use a strictly bureaucratic language, which is difficult to understand. All this can have serious consequences both on the communicational and interactional processes between staff and users. A better comprehension of contents embedded in internal communications of Public Administration can improve communicational relations themselves and enhance the quality of service offer. To reach this goal it is necessary to take up an innovative path, which the research proposed here intends to base on the use of a technological tool which is a breakthrough, but at the same time, simple and widely used: web tv. These tools are not simply the result of watching contents on the web, but they are powered by a number of practices such as, first of all, interactivity clearly appearing from sharing, comments, embedding, video sharing/social sharing and co-authoriality which leads the web to feed on contents which are originating from the bottom, are self-produced and are user generated. This definition is the result of the analysis of the characteristics and of the historical and social evolution of media into new media and the consequent changes this evolution has brought about for audiences, for tv programs, for contents, for consumption. The aim therefore becomes that of communicating news, initiatives, memoranda and whatever else can be useful for the work of public administration staff in a simple, informal, enjoyable way. This research intends to focus in particular on the kind of web tv known as UniTv, that is university web tv, analysing it not from the aspect of the means of communication widely used by students and towards students but as a medium for University teachers and technical and administrative staff, within a web tv for internal communication in Public Administration. The hypothesis put forward is that an institutional communication expressed in “peer-to-peer” terms will bring the receivers greater comprehension and interiorization of the message. The proposed research, which is explorative and experimental, intends to focus on the different communicative issues arising from the single local contexts, from the digital divide and from the public policies on digital technology, analyzing possible solutions to make the virtual interactive process more fluent and efficient at an internal level within Public Administration (universities in this specific case). The analysis will first of all proceed from the study of cases which already exist in business, and will then lay the basis for a possible application within Public Administration. A further study may be carried out on communicational methodologies and their efficacy in the use of students’ UniTv reinterpreting the contents to adapt them to the new “audience” which is being targeted. The analysis will then include a further level with interviews and first-hand testimonials from the staff of a various universities and PA about the current mode of receiving institutional information and their level of comprehension and efficacy, and will eventually register suggestions for possible improvements of the communicational processes themselves.
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3

Amovilli, Paolo <1966&gt. "La partecipazione procedimentale alla luce delle modifiche apportate dalla l.11 febbraio 2005 n.15 e in particolare la comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza (art.10-bis l.241/90)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1326/1/Amovilli_Paolo_tesi.pdf.

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4

Amovilli, Paolo <1966&gt. "La partecipazione procedimentale alla luce delle modifiche apportate dalla l.11 febbraio 2005 n.15 e in particolare la comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza (art.10-bis l.241/90)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1326/.

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5

Osmani, Laura. "Database relazionali e applicazioni gis e webgis per la gestione, l'analisi e la comunicazione dei dati territoriali di un'area protetta. Il Parco Regionale del Conero come caso applicativo." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2010. http://hdl.handle.net/10077/3637.

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Abstract:
2008/2009
Alla base del lavoro di ricerca è stato posto un impianto metodologico a carattere multidisciplinare contrassegnato da un lato da un’analisi introduttiva teorico-geografica relativa alle tematiche inerenti il governo del territorio e del paesaggio in area protetta, dall’altro, da una fase di esame (connessa ad un ambito di indagine più strettamente cartografico – digitale) tesa a fare il punto sullo stato di avanzamento -a livello comunitario e nazionale- in merito al tema della costruzione di infrastrutture di dati spaziali, pubblicazione e condivisione di servizi legati al settore del Geographical Information System, con attenzione alla comunicazione degli elementi di natura ambientale (rintracciabili anche all’interno del contesto aree protette). Entrambe le panoramiche, arricchite al loro interno dalla descrizione del quadro normativo transcalare di riferimento, risultano necessarie ai fini della contestualizzazione e impostazione del lavoro e conducono ad una fase di screening in merito al tema comunicazione dei dati territoriali in ambiente webgis da parte degli enti italiani gestori delle aree protette, nello specifico parchi nazionali e regionali. Tali elementi teorici, legislativi e conoscitivi sono stati poi presi a riferimento nel corso della fase applicativa della ricerca con lo scopo di guidare e supportare i momenti che hanno condotto alla realizzazione di applicazioni dedicate all’area Parco del Conero facenti seguito ad una fase di survey sul campo, ad un’organizzata raccolta di dati territoriali (di base e di Piano del Parco) e successive fasi di analisi spaziale. Lo scopo è quello di supportare (grazie agli applicativi realizzati) le operazioni di gestione, studio e comunicazione territoriale che un Ente responsabile di un’area protetta si trova a dover definire e implementare alla luce delle tematiche considerate nel corso della sezione teorica. I risultati tangibili si incarnano nella creazione di un’architettura che partendo dal relational database, passando per il geodatabase e giungendo alle piattaforme webgis dinamiche e interattive funga da supporto ai processi di coordinamento, analisi e diffusione di selezionati elementi territoriali relativi al comprensorio Parco del Conero e al suo principale strumento di pianificazione (Piano del Parco) agevolando e supportando così sia processi gestionali e decisionali più “consapevoli”, sia percorsi informativi e partecipativi strutturati. Il corpus definitivo dell’elaborato è stato suddiviso in due parti distinte allo scopo di scandire i momenti dello studio e consentirne una più immediata lettura. Ciascuna si articola in tre capitoli. La prima parte, a cui si è assegnato il titolo “Governo del territorio e condivisione del dato informativo e cartografico. Scenari evolutivi verso lo sviluppo di dinamiche partecipative” esplicita al suo interno il quadro teorico, normativo e conoscitivo posto alla base della ricerca. - Nel corso del primo capitolo si è ritenuto opportuno introdurre brevemente alle recenti dinamiche che hanno interessato i concetti, le definizioni e gli aspetti normativi inerenti le tematiche relative al governo del territorio e del paesaggio in area protetta, più nel dettaglio di quello dei parchi naturali regionali in Italia e forme del paesaggio da tutelare. Un excursus che ha preso in esame gli scritti geografici nazionali e internazionali sul tema, facendo emergere posizioni eterogenee, in continua evoluzione e, comunque, oggi in linea con i recenti indirizzi di contesto sviluppati e approvati in ambito comunitario e convenientemente riletti alla scala nazionale. Il tutto ha la necessità di essere supportato da un’adeguata rappresentazione cartografico-tassonomica delle diverse tipologie, unità e categorie di paesaggio e parco. Principio, quello della classificazione, che caratterizza una delle fondamentali linee di dibattito, internazionale e nazionale sull’argomento. - Il secondo, attraverso un approccio che lega il mondo del Geographical Information System e le aree protette tramite il tema della pubblicazione e condivisione dei dati spaziali e ambientali, configura brevemente lo stato dell’arte nel contesto di realizzazione di infrastrutture ad essi dedicate, di implementazioni relative alla stesura dei metadati da indicare per set e serie di elementi territoriali, nonché servizi per i medesimi. Lo sguardo viene rivolto alle direttive, ai regolamenti e alle decisioni in ambito comunitario e alle trasposizioni delle stesse all’interno del contesto nazionale. - Nel terzo si inizia ad entrare nella parte del lavoro di ricerca caratterizzata da un’impronta più conoscitiva che teorico-normativa. Ci si spinge oltre il quadro concettuale e si cerca di capire, attraverso la realizzazione di uno screening sul tema della comunicazione e diffusione (da parte dei rispettivi enti gestori) dei più rilevanti dati territoriali relativi ai parchi nazionali e regionali italiani tramite piattaforme webgis, cosa nel nostro paese è stato fatto a favore della loro divulgazione e quali possono configurarsi come margini di miglioramento futuro. L’analisi è corredata da grafici e tabelle di dettaglio in relazione alle quali si espongono commenti relativi ai risultati ricavati nel corso dell’indagine -sia in valore assoluto che in valore percentuale-. Il capitolo funge da ponte tra la sezione teorica del lavoro e quella dedicata invece al caso di studio specifico. La seconda parte “Un’applicazione territoriale: il Parco del Conero. Da un’analisi geografica di contesto ad una di dettaglio attraverso tools gis-analyst. Database Management System e Web Service Application per la gestione e la comunicazione”, memore dell’indagine teorico-conoscitiva, è dedicata alla presentazione del caso applicato all’area protetta del Conero. Nel dettaglio: - all’interno del capitolo quarto si fornisce un inquadramento territoriale dell’area oggetto di esame tramite analisi condotte grazie a tools gis-analyst (ArcGis – ArcToolbox). Tale inquadramento viene arricchito dal rilievo sul campo della rete sentieristica interna al Parco del Conero in relazione alla quale si descrivono le modalità di acquisizione dei dati e le successive fasi di post-elaborazione. Il rilievo dei sentieri (reso necessario dal fatto che la rete era stata solo digitalizzata sulla carta) ha consentito di completare il quadro di analisi relativo alla viabilità pedonale interna all’area parco, ponendo l’accento non solo sulle caratteristiche di fruibilità turistico-paesaggistica che questa possiede, ma integrando i dati raccolti con quelli del Piano del Parco già a disposizione dell’Ente al fine di giungere alla realizzazione di modelli di analisi spaziale (ESRI Model Builder) da poter applicare in successive fasi di valutazione territoriale dell’area stessa o di programmazione concernente interventi puntuali da effettuarsi sulla rete sentieristica in relazione a tratti di percorso caratterizzati da elementi di criticità. Di tali modelli si sottolineano le caratteristiche di versatilità e adattabilità a qualsiasi tipologia di territorio, protetto e non, che risulti attraversato da sentieri, percorsi e itinerari turistico - culturali o di fruibilità paesaggistica e naturalistica. Il capitolo si conclude con la descrizione delle finalità di indagine e struttura dei modelli stessi. - Nel capitolo quinto i dati alfanumerici, quelli ricavati dalle survey della rete sentieristica, quelli di piano, nonché quelli riguardanti le fonti bibliografiche vengono integrati all’interno di un database relazionale MS Access pensato ai fini della loro consultazione anche da parte di utenti non esperti GIS. Tale database consente collegamenti e interazioni sia con un personal geodatabase ESRI che con il database spatial PostgreSQL (estensione PostGIS) all’interno dei quali sono stati archiviati i dati spaziali dedicati invece ad una utenza GIS specialist. Si prosegue con la descrizione delle tipologie di dataset territoriali in essi inseriti ai fini della loro archiviazione e del loro aggiornamento. - Il sesto capitolo risulta, infine, dedicato al testing e sviluppo (localhost) di un applicativo Webgis UMN Mapserver con front-end dinamico P.Mapper contenente una selezione dei dati spaziali di cui sopra. In relazione ad esso si delineeranno le caratteristiche fondanti, le categorie e le query di interrogazione, i parametri degli strati informativi di cui si intende consentire la visualizzazione. Il tutto consapevoli che la pubblicazione web di un Sistema Informativo Territoriale trova, di fatto, il suo fine ultimo non solo nel mero passaggio da un’utenza locale a una multiutenza condivisa del dato/database spaziale, ma anche nella sua auto-identificazione a strumento atto a supportate, favorire e attivare processi di condivisione informativa e partecipazione decisionale collettiva secondo dinamiche che, alternativamente, vertano ad un andamento di tipo top - down e bottom – up. Il lavoro, dopo le note conclusive, si chiude con le consuete indicazioni bibliografiche e sitografiche e tre allegati all’interno dei quali si riportano: due tabelle sinottiche relative allo screening sui parchi nazionali e regionali presentato nel corso del terzo capitolo, l’estratto di alcuni strati informativi inseriti nel file .map di Mapserver e infine un elenco delle sigle e degli acronimi incontrati nel corso dello scritto.
XXII Ciclo
1979
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6

VERGANI, MATTEO. "Identità e mutamento nelle storie degli attivisti del Partito Democratico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/985.

Full text
Abstract:
Questa tesi presenta un’indagine sugli attivisti del Partito Democratico, condotta tra il 2009 e il 2010 nei circoli di quattro città italiane (Milano, Perugia, Roma e Napoli) attraverso etnografie e interviste biografiche. L’identità degli attivisti è studiata attraverso il metodo dello storytelling, ampiamente utilizzato negli studi dei fenomeni politici. Partendo dal presupposto teorico che ogni attivista possiede tante identità quanti sono i suoi flussi stabili di relazioni verso altri attori (individuali o collettivi), ne vengono individuati essenzialmente due: il primo verso l’interno dell’organizzazione e il secondo verso l’esterno. Nel primo caso, l’identità degli attivisti viene studiata attraverso le relazioni che essi intrattengono all’interno del partito (con leader, dirigenti e altri attivisti). Nel secondo caso, vengono analizzate le relazioni che gli attivisti intrattengono con elettori e realtà associative dei territori. Infine, si presenteranno gli aspetti dinamici delle identità degli attivisti, le scintille del mutamento che attraversano le loro storie. Il quadro generale che emerge dalla ricerca è un attivismo che viene definito, con una metafora informatica, “1.5”: un attivismo contemporaneo che sta esperendo un mutamento dalla militanza tradizionale dei partiti elettorali di massa, in una direzione che però è ancora per molti aspetti nebulosa. Un mutamento incompiuto: una rivoluzione “1.5”.
This work presents field research on the activists of the Italian Democratic Party, developed between 2009 and 2010 in four Italian cities (Milan, Perugia, Rome and Naples) through ethnographies and in-depth interviews. The identity of the activists is studied through the method of storytelling, widely used within the field of political studies. Starting from the theoretical assumption that social identities are stable steams of relations between actors, this work identifies two relevant steams for party activists: the first is toward the organization itself, and the second is toward the territory. In the first case, the identity of the activists is examined through the relationships with party leaders, managers and other activists. In the second case, it is analyzed the relation that activists maintain with the territory: voters, associations, and other political organizations. Finally, it is presented the dynamic aspect of the activists’ identities, the spark of change that run through their stories. The overall picture that emerges from the research is a “1.5 activism”: a contemporary form of activism that is experiencing a shift from traditional electoral mass parties, yet still remaining unfinished. A “1.5” revolution.
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VERGANI, MATTEO. "Identità e mutamento nelle storie degli attivisti del Partito Democratico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/985.

Full text
Abstract:
Questa tesi presenta un’indagine sugli attivisti del Partito Democratico, condotta tra il 2009 e il 2010 nei circoli di quattro città italiane (Milano, Perugia, Roma e Napoli) attraverso etnografie e interviste biografiche. L’identità degli attivisti è studiata attraverso il metodo dello storytelling, ampiamente utilizzato negli studi dei fenomeni politici. Partendo dal presupposto teorico che ogni attivista possiede tante identità quanti sono i suoi flussi stabili di relazioni verso altri attori (individuali o collettivi), ne vengono individuati essenzialmente due: il primo verso l’interno dell’organizzazione e il secondo verso l’esterno. Nel primo caso, l’identità degli attivisti viene studiata attraverso le relazioni che essi intrattengono all’interno del partito (con leader, dirigenti e altri attivisti). Nel secondo caso, vengono analizzate le relazioni che gli attivisti intrattengono con elettori e realtà associative dei territori. Infine, si presenteranno gli aspetti dinamici delle identità degli attivisti, le scintille del mutamento che attraversano le loro storie. Il quadro generale che emerge dalla ricerca è un attivismo che viene definito, con una metafora informatica, “1.5”: un attivismo contemporaneo che sta esperendo un mutamento dalla militanza tradizionale dei partiti elettorali di massa, in una direzione che però è ancora per molti aspetti nebulosa. Un mutamento incompiuto: una rivoluzione “1.5”.
This work presents field research on the activists of the Italian Democratic Party, developed between 2009 and 2010 in four Italian cities (Milan, Perugia, Rome and Naples) through ethnographies and in-depth interviews. The identity of the activists is studied through the method of storytelling, widely used within the field of political studies. Starting from the theoretical assumption that social identities are stable steams of relations between actors, this work identifies two relevant steams for party activists: the first is toward the organization itself, and the second is toward the territory. In the first case, the identity of the activists is examined through the relationships with party leaders, managers and other activists. In the second case, it is analyzed the relation that activists maintain with the territory: voters, associations, and other political organizations. Finally, it is presented the dynamic aspect of the activists’ identities, the spark of change that run through their stories. The overall picture that emerges from the research is a “1.5 activism”: a contemporary form of activism that is experiencing a shift from traditional electoral mass parties, yet still remaining unfinished. A “1.5” revolution.
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PACINI, GIOVANNA. "Caffè-scienza 2.0 partecipazione e telematica nella comunicazione della scienza." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/799882.

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ALMELA, SALVADOR MARTA. "Partecipazione e web 2.0: retorica o realtà? Una ricerca nella provincia di Barcellona." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11573/933330.

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Abstract:
L’oggetto della tesi è la partecipazione dei cittadini realizzata dalla pubblica amministrazione, anche attraverso le nuove opportunità offerte da internet. La partecipazione in un contesto caratterizzato dalla crescente sfiducia nei confronti del sistema politico e dalle opportunità di partecipazione in rete. La prima parte della ricerca si è focalizzata nell’analisi, attraverso la letteratura scientifica, del quadro teorico della partecipazione civica, del civic engagement, dell’impatto del web 2.0 e dello sviluppo della democrazia. A questo si affianca l’analisi dello scenario di riferimento delle politiche pubbliche per l’innovazione digitale, gli strumenti e le tecnologie per la partecipazione e esperienze di riferimento. Il quadro spagnolo contiene un approfondimento normativo dello stato società dell’informazione, gli strumenti partecipativi e la presenza delle amministrazioni nel web. La seconda parte della tesi è basata su un caso di studio su otto comuni della provincia di Barcellona, realizzata attraverso interviste in profondità a 24 amministratori e funzionari. Gli otto comuni sono stati individuati a partire dagli indicatori ITA e Infoparticip@. Per ogni comune è stato misurato il livello di awareness e di engagement nella presenza nei principali social media. La sintesi delle interviste è articolata nelle principali dimensioni: la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini, le pratiche partecipative, la partecipazione attraverso il web, la valutazione e la comunicazione della partecipazione. Le conclusioni hanno sintetizzato i punti di forza e di debolezza delle otto esperienze di partecipazione pubblica in 14 raccomandazioni che si riassumono in: trasparenza; priorità politica; azione amministrativa; risorse economiche e umane; cultura della partecipazione; processo e obiettivi; comunicazione del processo; legislazione abilitante; interessi dei cittadini; partecipazione inclusiva; valutazione; media civici digitali; social media; diritti di cittadinanza digitale.
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CECCHINI, ROBERTO. "Dalla cultura della qualità alla qualità della cultura. Come la certificazione ai sensi della ISO 9001 può influenzare i processi di comunicazione nella PA che cambia." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/1127551.

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Abstract:
Nell’ambito della PA parlare genericamente di qualità significa inoltrarsi in un terreno minato: al di là delle molteplici dimensioni che caratterizzano questo concetto, ricercare la qualità nei servizi pubblici significa concepire in maniera innovativa l’organizzazione del più grande erogatore di servizi esistente nel nostro Paese. La comunicazione, a tutti gli effetti, è parte integrante dell’agire pubblico e quindi può essere considerata alla stregua degli altri servizi erogati: a questo punto è innegabile che, come tutti gli altri servizi, anche la comunicazione pubblica debba garantire un certo standard e risultare efficiente ed efficace, soddisfacendo in maniera adeguata i bisogni di conoscenza e di scambio dei cittadini. Dagli anni ’90 si è cominciato a sistematizzare la ricerca di uno standard di qualità nei servizi della PA, attraverso l’introduzione delle cosiddette “Carte dei servizi”: più di recente le Amministrazioni centrali e periferiche hanno mostrato interesse per la standardizzazione gestionale e la certificazione del proprio sistema organizzativo, facendo ricorso a sistemi di norme tecniche semplici ma allo stesso tempo onnicomprensivi, tra i quali lo standard ISO 9001 rappresenta sicuramente il più diffuso a livello mondiale. Questo progetto di ricerca ha inteso innanzitutto esplorare le dimensioni della comunicazione della PA, ricostruendone il percorso evolutivo, identificandone i modelli prevalentemente utilizzati, descrivendone caratteristiche e funzioni principali e analizzando nel contempo le dimensioni della qualità dei servizi pubblici offerti e le tecniche per la rilevazione della soddisfazione da parte degli utenti. La principale ipotesi di ricerca che è stata verificata attraverso il percorso è che sia possibile – soprattutto per gli enti pubblici che sono certificati ai sensi della ISO 9001 – definire dei processi e degli standard di qualità anche per i principali strumenti di comunicazione adottati, transitando dalla diffusione di una semplice “cultura della qualità” (legata cioè all’applicazione delle procedure sui processi) a una qualità complessiva della “cultura istituzionale”, che tenga cioè conto del valore aggiunto dei propri processi operativi, comunicazione compresa. L’ipotesi principale, ovviamente, è la risultante di alcune considerazioni di fondo: la principale è che sia possibile comunque determinare una “cultura istituzionale” (un insieme di valori condivisi e diffusi tra tutti i dipendenti a un certo ente), che questa possa ricomprendere anche una più o meno diffusa “cultura di servizio” (ovvero un orientamento alla soddisfazione dell’utenza) e che queste due possano in qualche modo correlarsi alla presenza – negli enti certificati – di una corrispondente “cultura della qualità” (ovvero di un insieme di principi e valori direttamente riconducibili alle gestione dei processi secondo standard stabiliti e in un’ottica di miglioramento continuo). Lo studio ha inteso verificare non solo lo stato dell’arte della PA italiana sul versante della qualità ma anche il grado di diffusione delle iniziative messe in campo in questo ambito, partendo dall’assunto che – comunque – gli strumenti a disposizione non siano ancora sufficientemente adeguati e/o diffusi tra i vari enti che pure hanno deciso di intraprendere un percorso di qualità, ipotizzando che una maggiore conoscenza dei sistemi di gestione della qualità (più nello specifico di uno standard come ad esempio l’ISO 9001) possa determinare una maggiore sensibilità anche nei confronti del concetto di qualità in generale e, in particolare, nei confronti dei processi comunicativi, intesi sempre in senso generale. Una indagine empirica, condotta all’interno di una “community” di dipendenti pubblici sui temi della qualità e della comunicazione all’interno della PA italiana ha messo in luce come esista – almeno a un certo livello – una diffusa attenzione nei confronti degli strumenti di miglioramento della performance comunicativa dei vari enti, consentendo di porre in relazione diretta la presenza di una “cultura della qualità” con la presenza di una cultura comunicativa e, più in generale, di servizio. Dalla ricerca sul campo sono emersi elementi interessanti anche per una serie di riflessioni sulle dimensioni della qualità e della comunicazione che gli intervistati ritengono fondamentali per caratterizzare servizi e comunicazione della PA, dimostrando la scarsa incisività degli strumenti finora messi in campo in questi ambiti da parte dei Governi che si sono succeduti negli ultimi anni: in particolare emerge da questo percorso di ricerca come il terreno, nel complesso, sia fertile ma ci sia ancora molto da lavorare per mettere a frutto volontà, capacità e competenze che ancora stentano a trovare collocazione nell’agenda dell’agire pubblico. L’analisi dei modelli di comunicazione prevalenti e la ricostruzione delle principali tappe che hanno determinato il quadro normativo attuale e – di conseguenza – l’attuale assetto comunicativo della PA è oggetto di approfondimento del primo capitolo. La definizione di cosa si intenda per qualità e di come di questa possano rintracciarsi alcune dimensioni fondamentali, sottoposte a valutazione e gradimento anche per i servizi pubblici, costituisce oggetto del secondo capitolo: al suo interno viene anche illustrata l’impostazione di fondo dello standard ISO 9001 nella versione attualmente ancora più diffusa (la revisione del 2008). Nel terzo capitolo viene ricostruito il contesto di riferimento degli standard relativi alla qualità sia in Italia sia in Europa, argomento approfondito all’interno del quarto capitolo dove vengono illustrati i principali strumenti messi a punto dalla PA italiana per la valutazione della qualità dei propri servizi. Successivamente, nel quinto capitolo, vengono sinteticamente analizzate le principali caratteristiche della recente revisione dello standard ISO 9001 (avvenuta a fine 2015), cercando di focalizzare le principali innovazioni apportate e il loro possibile impatto sui processi della PA italiana, soprattutto sotto il profilo comunicativo. Nei due capitoli successivi vengono illustrati i risultati di una indagine sul campo, condotta tra circa 370 dipendenti pubblici appartenenti a vari enti sparsi su tutto il territorio nazionale, per acquisire conoscenze, opinioni e sensibilità su alcuni temi legati alla qualità e alla comunicazione nella PA. L’ultimo capitolo è dedicato alle riflessioni conclusive sul percorso di ricerca seguito e alla verifica finale sulle ipotesi di studio che hanno guidato il percorso di ricerca.
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Books on the topic "Comunicazione e Partecipazione"

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Gandolfi, Enrico. Videogiochi indipendenti: Cultura, comunicazione e partecipazione. Milano: Edizioni Unicopli, 2015.

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Contro-cultura ultras: Comunicazione, partecipazione, antagonismo. Cosenza: Coessenza, 2010.

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Antonelli, Giselda. Comunicazione, media, cittadinanza: Nuovi percorsi di partecipazione. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2009.

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Rolando, Stefano. Comunicazione, poteri e cittadini: Tra propaganda e partecipazione. Milano: EGEA, 2014.

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5

Comunicazione & partecipazione: Sociologia per la persona nella "società-display". Verona, Italy: QuiEdit, 2010.

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Sanguanini, Bruno. Comunicazione & partecipazione: Sociologia per la persona nella "società-display". Verona, Italy: QuiEdit, 2010.

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Nicolò, Leotta, ed. Le vie contemporanee dello sviluppo locale: Cooperazione, comunicazione, agricoltura, partecipazione. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2014.

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Partecipazione, democrazia, comunicazione pubblica: Percorsi di innovazione della pubblica amministrazione digitale. Soveria Mannelli: Rubbetino, 2009.

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Sguglio, Alfredo. Città, comunicazione e partecipazione tra strategie di governance e azione sociale: L'esperienza delle TV di strada. Roma: Aracne, 2011.

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