Academic literature on the topic 'Comunicazione degli eventi'

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Journal articles on the topic "Comunicazione degli eventi"

1

Barbero, Giliola, and Mariasole Lega. "La Biblioteca Malatestiana e la comunicazione digitale durante la pandemia da Covid-19." DigItalia 16, no. 1 (June 2021): 128–37. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00031.

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Abstract:
Nel periodo interessato dalla pandemia da Covid-19 la Biblioteca Malatestiana di Cesena ha elaborato un programma di eventi online con i quali si è inteso mantenere il rapporto consolidatosi in passato con il pubblico dei visitatori e dei lettori. Il programma è frutto di collaborazione tra uffici e operatori culturali con competenze diverse che convivono all’interno del Comune. L’articolo illustra quattro iniziative specifiche - l’istruzione all’uso delle biblioteche digitali, “Freschi di stampa”, “Poesia dai manoscritti” e l’organizzazione degli eventi legati al Giorno della Memoria – con l’intento di illustrare gli obiettivi perseguiti e i metodi utilizzati.
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2

Finardi, Linda. "Valutare la Comunicazione Pubblica. La valutazione di un evento a partire da un caso studio." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 46 (April 2011): 85–104. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-046007.

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Abstract:
L'articolo presenta l'elaborazione di un modello valutativo per i comunicatori pubblici di front-line, responsabili dell'organizzazione e della comunicazione degli eventi delle pubbliche amministrazioni. L'articolo si sviluppa analizzando dapprima un caso studio, sottolineando gli elementi innovativi, quelli di continuitŕ e gli aspetti critici di questo particolare processo comunicativo e dell'organizzazione che lo attiva. In secondo luogo, vengono esposti i motivi e i criteri alla base della costruzione del modello proposto, presentato alla fine dell'articolo insieme allo schema cognitivo sottostante.
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3

Pilia, Michele. "L’adeguatezza dei modelli 231 in relazione alla <i>safety</i> nelle società del settore <i>aviation</i> alla luce della recente interpretazione dell’art. 2638 c.c." Fascicolo 1 | luglio-dicembre 2022, no. 1 (December 8, 2022): 1–21. http://dx.doi.org/10.35948/rdpi/2022.11.

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Abstract:
L’attenzione alla sicurezza, connessa anche ai recenti sinistri relativi agli eventi del caso “Boeing 737 max”, il recente protocollo d’intesa raggiunto tra l’ENAC e la Scuola Superiore della Magistratura, finalizzato ad una maggiore consapevolezza reciproca per portare l’amministrazione della giustizia più vicina possibile alla realtà aviation in cui la stessa si troverà ad operare, e infine il crack Alitalia, hanno imposto un’ulteriore riflessione sulla natura dei problemi afferenti la safety degli aeromobili sia sotto il profilo tecnico (di progettazione, realizzazione o impiego), sia sotto il profilo normativo-giuridico. Questo ha condotto le società operanti nel settore a domandarsi se i loro modelli di raccolta delle segnalazioni e di comunicazione con l’ENAC dovessero essere ripensati, specie in considerazione dell’astratta configurabilità dell’art. 2638 c.c. e del conseguente illecito connesso con l’art. 25ter D.lgs. n. 231/2001. &nbsp; Parole chiave: comunicazioni obbligatorie, enti di vigilanza, ENAC, art. 2638 c.c., safety, modello 231 &nbsp; The recent attention about the safety related to the aviation incident, expecially the "Boeing 737 max" case, the new memorandum of understanding reached between Ente Nazionale Aviazione Civile (“ENAC”) and the Italian Scuola Superiore della Magistratura aimed at greater mutual awareness to bring the justice’s administration as close as possible to the aviation reality, and eventually the Alitalia’s crack, require further reflection on the aircraft safety from a technical standpoint (design, construction or use) and legal point of view. This has led the aviation’s companies to a rethinking of their reporting policy and their interactions with ENAC, especially in view of the potential configurability of art. 2638 civil code and the consequent offense connected with art. 25ter D.lgs. n. 231/2001. &nbsp; Keywords: mandatory communication, surveillance Authority, ENAC, art. 2638 c.c., safety, modello 231
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4

Galletti, Caterina, Silvia Orrù, and Elena Cristofori. "Il decoro nell’esercizio professionale e nei social network: studio qualitativo in un gruppo di studenti di Infermieristica / The professional decorum in nursing practice and in social networks: a qualitative study in a group of nursing students." Medicina e Morale 67, no. 6 (January 25, 2019): 619–40. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2018.559.

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Abstract:
Il decoro dell’esercizio professionale è la dimensione esterna del professionista, il modo in cui si mostra agli altri, l’immagine che un soggetto costruisce di se stesso nell’ambiente lavorativo. Sebbene la professione infermieristica sia in continuo mutamento, dovendosi adattare ai cambiamenti dettati dal contesto socio-culturale nel quale opera, il decoro professionale è un valore costante che contribuisce a determinare la credibilità e la rispettabilità della famiglia professionale. Il nursing, negli ultimi anni, opera non solo nei classici setting di cura ma anche all’interno di una grande piattaforma multimediale, internet, che oggi è il canale di informazione più utilizzato e veloce. Sebbene ciò consenta di accrescere il senso di identità professionale della categoria, mettendo in comunicazione infermieri di tutto il mondo e riunendoli in grandi community, rappresenta uno strumento ‘pericoloso’. Infatti, non pochi sono i casi nei quali gli infermieri, nei social network, sono stati protagonisti di eventi che hanno leso la privacy degli assistiti e il decoro della famiglia professionale di appartenenza. Per questo nasce l’esigenza di comprendere il significato del decoro e come esso si esprima nelle azioni e nei pensieri di coloro che saranno i professionisti di domani. Nel presente studio viene effettuata un’analisi in ambito deontologico e normativo del significato di decoro, distinguendolo da quello dell’etica e della dignità professionale. Attraverso poi un’indagine empirica viene ricercato come gli studenti infermieri definiscano, tutelino e perseguano il decoro professionale sia nell’attività lavorativa quotidiana sia all’interno della grande piattaforma multimediale. ---------- The decorum concept can be conceived as the external dimension of the professional, the way in which he/she shows himself/herself to others, the image that he/she builds of himself/herself in the working environment. Considering that, although the concept of nursing is constantly changing, in order to adapt to the adjustments dictated by its socio- cultural context, the professional decorum remains an unquestionable value that contributes to determine the credibility and respectability of the professional family. Furthermore, the contemporary nursing assets do not operate only in classic care settings but also within a large multimedia platform, the internet, embodied in the most currently used and fast communication system. While this has allowed to enhance the sense of professional identity, with the possibility to connect nurses from all over the world and to gather them into one big community, the internet still represents a very ambiguous tool. Quite a few cases have been reported in which nurses, especially in social networks, made themselves responsible of acts that have damaged not only the privacy of the patients but also the dignity of the professional family they belong to. Therefore it seems urgent to reconsider the meaning of dignity and how it can be expressed through the actions of the incoming nursing assets. In the present study, a first analysis of the meaning of decorum is made by a deontological and normative perspective with the aim of distinguishing it from that of ethics and professional dignity. Then, through the results of an empirical survey, it is shown how nursing students define, pursue and preserve the professional decorum in the daily working activities, but also, and more importantly, within the multimedia platform.
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5

Damiani, Isabella. "Un Fergana avvelenato dal nazionalismo." FUTURIBILI, no. 1 (March 2011): 62–73. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-001005.

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Abstract:
L'Asia centrale post-sovietica, da sempre considerata terra di comunicazione tra Oriente e Occidente nel giugno 2010 č stata la protagonista di un ennesimo scontro considerato etnico. La zona centro-asiatica toccata da questo evento č la valle del Fergana, fertile regione divisa politicamente tra Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan e da sempre ambita posta in gioco tra le rivalitŕ di potere territoriali della regione. Dopo una breve rassegna di quelle che sono state le opinioni degli esperti riguardanti questi fatti, l'Autore presenta la sua interpretazione esaminando il percorso storico-politico e territoriale di questa importante regione centro-asiatica. Il lavoro analizza le problematiche economiche, politiche e sociali, come per esempio il traffico della droga afgana legato proprio ad Osh, la cittŕ kirghiza protagonista degli avvenimenti, problematiche che sono state celate, soprattutto a livello mediatico, facendo apparire l'avvenimento come un vero e proprioa sfondo etnico.
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6

Piccolo, Michele S. "Il fraseggio del corpo in psicoterapia. Alcune riflessioni a partire dalla teoria delle emozioni di William James." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (December 2011): 499–522. http://dx.doi.org/10.3280/pu2011-004009.

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Abstract:
L'Autore prende in esame la teoria delle emozioni di James-Lange per riscoprirne elementi di modernitŕ estensibili alle scienze psicologico-cliniche. L'emergere dell'emozione dal (1) contatto diretto tra corpo e mondo reale e (2) dalle reminiscenze dei contatti precedenti evidenzia la permeabilitŕ della persona nei confronti dell'ambiente circostante. Il realismo di James induce a riflettere sull'importanza dell'ascolto degli "eventi reali" riferiti dal paziente e sull'impatto reale della figura del terapeuta ("qualitŕ personali") nella situazione psicoterapeutica. L'Autore si focalizza quindi sulla relazione tra la narrativa e il corpo del paziente durante il trattamento e sottolinea come il terapeuta possa cogliere nelle comunicazioni per "immagini" del paziente riferimenti alla sfera somatica. L'Autore traccia dei collegamenti tra la concezione jamesiana delle emozioni, il "feeling di quel che accade" concettualizzato da Antonio Damasio e le riflessioni sulla dimensione subsimbolica avanzate da Wilma Bucci.
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7

Mancini, Elena. "L’autosperimentazione nelle malattie rare: analisi dei profili etici e indicazioni per una possibile governance / The self-experimentation on rare diseases: analysis of ethical profiles and instructions for a possible governance." Medicina e Morale 66, no. 1 (March 15, 2017): 45–61. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.475.

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Abstract:
Le malattie rare raggruppano un numero elevato di patologie molto diverse tra loro, accumunate, dalla bassissima frequenza statistica nella popolazione (penetranza). Ne consegue una scarsissima numerosità di pazienti per ogni singola patologia e una loro distribuzione in diverse aree geografiche, fattori che comportano oggettive difficoltà nel reclutamento dei pazienti in studi sperimentali e nel coordinamento e organizzazione della ricerca con conseguente ridotta possibilità di effettuare studi clinici e ricerche di carattere genetico. In tale quadro, al fine di fare fronte alle drammatiche necessità di assistenza socio-sanitaria, cura e riabilitazione dei malati rari, sono sorte, in gran parte per merito degli stessi familiari, le associazioni di malati rari. Attualmente tali associazioni svolgono un’attività significativa nella proposizione, organizzazione, partecipazione diretta e pubblicazione dei risultati di ricerche scientifiche. Tale ruolo, rende le associazioni dei pazienti protagoniste anche nel sostegno all’organizzazione e realizzazione di studi clinici e sperimentazioni di farmaci in modo del tutto autonomo e indipendente da controlli da parte delle autorità sanitarie e dei comitati etici. Tale fenomeno noto come “Research Led by Participants” è stato reso possibile dalle enormi potenzialità di contatto e organizzazione offerte dalla rete che ha consentito la creazione di comunità virtuali di pazienti, di siti e blog dedicati all’informazione e comunicazione, e più recentemente, alla raccolta di dati, alla pubblicazione di risultati di ricerche condotte dai malati, nonché al reclutamento degli stessi per la conduzione di tali studi, secondo il modello proposto, ad esempio, dal sito PatientsLikeMe. Non possono tuttavia essere trascurati gli importanti aspetti etici implicati dalla ricerca condotta dai partecipanti. Tali aspetti concernono, come evidente, sia la validità scientifica di tali studi che la protezione dei soggeti che aderiscono alla sperimentazione. Si tratta di una forma di sperimentazione del tutto nuova che richiede la capacità di proporre una modalità di gestione condivisa tra cittadini/pazienti, “terzo settore”, ricercatori, istituzioni e comitati etici in grado di valorizzarne i potenziali benefici conoscitivi creando regole etiche “misurate” su tali circostanze. Nell’articolo sarà proposto un modello teorico di governance del fenomeno e saranno indicati possibili criteri etici operativi. ---------- Rare diseases gather up a large number of different pathologies, all very different among them but similar for the low statistical attendance of population (penetrance). Therefore there is a very low number of patients sick of the same pathology and their presence in different geographical areas makes objectively difficult to recruit patients in order to study their disease and coordinate and organize the research of the pathology. As a consequence there is a very reduced possibility to carry on clinical studies and genetic researches. In this framework, in order to face the dramatic necessity of sociological and sanitary assistance, treatment and rehabilitation of the rare patients, families members generally organize Rare Diseases Patient Organizations. At the moment these organizations develop an important activity with regard to organization, proposals, direct participation and publication of the scientific research results. These organizations also play an important part in supporting the organization and the realization of clinical trials. They play in total autonomy and are independent from every ethical and scientific oversight by the sanitary authorities and ethical committees. This extraordinary event known as “Research Led by Participants”, has been realized thanks to the large contacts possibilities and organization offered by the web which made possible the creation of virtual communities of patients, of blog and web site for information and communication and, more recently, for collecting statistical data, publication of the patients research results and the recruitment of patients in order to manage the studies following the rules and models proposed, for example, by the web site “PatientsLikeMe”. We must however put in evidence the important ethical issues involved in the research led by the participants. These aspects concern, obviously, either the scientific validity of these studies or the protection of the subjects who accept to be submitted to the experimentation. It is a completely new way of experimentation that requires the capacity to propose and follow a governance that must be accepted and shared by citizens/patients, “third sector”, research workers, institutions and ethical committees able to exploit the potential advantageous knowledge and create ethical rules inspired to those new situations. In this article it will be proposed a theoretical model of governance of this phenomenon and also it will be outlined ethical rules for operative plans.
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8

Cannavale, Chiara. "Il ruolo della competenza culturale nell'event marketing del turismo." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (December 2017). http://dx.doi.org/10.3280/edt2-2017oa5462.

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Abstract:
Gli eventi costituiscono segmento importante sia del turismo business sia del turismo leisure e rappresentano una voce di entrata crescente per le imprese dell'Hospitality, con un contributo crescente del settore al prodotto interno lordo dei paesi a maggiore vocazione turistica.&nbsp; Gli eventi sono prodotti progettati ed organizzati per favorire l'interazione sociale tra gli individui diversi, provenienti, in misura crescente, da culture differenti. &Egrave; un business nel quale in maniera diretta, e pi&ugrave; evidente rispetto ad altri, la qualit&agrave; dell'interazione personale e l'efficacia dei processi di comunicazione incidono sull'experience degli utenti e, conseguentemente, sulla profittabilit&agrave; degli operatori coinvolti. La cultural competence, intesa come la capacit&agrave; dei manager di usare in maniera efficace il sapere culturale, ossia come la capacit&agrave; di riconoscere e acquisire e combinare nella maniera pi&ugrave; profittevole possibile la cultural knowledge, &egrave; un elemento chiave per il successo delle relazioni internazionali (Calvelli, Cannavale, 2013) e diventa una fonte rilevante della competitivt&agrave;, e, quindi, della profittabilit&agrave; delle imprese di un settore in cui l'interazione tra culture diverse e l'efficacia della comunicazione interculturale rappresentano elementi sostanziali del core business (Minnaert, 2007; Minneart et al., 2009).Nonostante la letteratura di marketing sia ricca di contributi che evidenziano l'impatto della cultura sulle decisioni di acquisto dei consumatori e sull'efficacia dei processi di comunicazione e promozione, meno esplorato &egrave; il ruolo della competenza culturale nell'event marketing e, soprattutto in Italia, ancora decisamente limitato &egrave; l'investimento delle imprese del settore nell'analisi culturale dei mercati target e nella formazione culturale dei dipendenti. Questo articola intende contribuire alla letteratura sul tema esplorando il ruolo che la competenza culturale pu&ograve; avere per il successo delle politiche di marketing degli eventi e per il successo degli stessi.
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9

Lazzarino, L. "La formazione interprofessionale: sinergie per il controllo degli outcome sulla sicurezza del paziente." Working Paper of Public Health 4, no. 1 (June 15, 2015). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2015.6709.

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Abstract:
Obiettivi: . Obiettivo dello studio è valutare l'efficacia dell'apprendimento nei partecipanti alle iniziative di formazione sul campo, rispetto alle capacità di pensiero critico e riflessivo, al fine di verificare se risultino più efficaci i gruppi mono professionali o composti da professionalità diverse per lo sviluppo di progetti volti alla prevenzione di eventi avversi per il paziente. Metodologia: Revisione della letteratura, analisi quantitativa retrospettiva e analisi qualitativa mediante la conduzione di focus group. Risultati: E’ emersa una correlazione positiva tra le competenze di tipo critico-riflessivo e la formazione interprofessionale e tra quest'ultima ed il controllo degli esiti avversi per il paziente. Conclusioni: L'indagine quantitativa ha messo in luce alcuni rischi connessi alla formazione interprofessionale, analizzati successivamente con matrice SWOT, che inducono a porre particolare attenzione alla progettazione, da effettuarsi anche attraverso metodologie che prevedano lo stakeholder engagement. Lo sviluppo della formazione interprofessionale aumenta la collaborazione tra i membri delle équipe e tra i servizi; essa contribuisce ad uniformare i comportamenti e a migliorare la comunicazione con l'utenza; tutto ciò porta a decisioni rapide, appropriate e condivise.
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Dissertations / Theses on the topic "Comunicazione degli eventi"

1

Coppo, Laura <1990&gt. "La comunicazione via web degli eventi culturali promossi dal Comune di Padova." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6107.

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Abstract:
Analisi delle caratteristiche del web 2.0 e dei social media in riferimento al caso specifico del sito PadovaCultura del Settore Attività Culturali del Comune di Padova e dei social network ad esso correlati.
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2

Terracciano, Beatrice <1987&gt. "L'evoluzione degli strumenti di comunicazione e la promozione degli eventi culturali : l'esempio di sei realtà bolognesi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/3984.

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Abstract:
Con una introduzione sugli sviluppi degli strumenti della comunicazione, la tesi tratta la definizione di prodotto culturale, discutendo e mostrando sei esempi di promozione di eventi culturali organizzati da sei realtà bolognesi
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3

Zin, Ambra <1993&gt. "Il ruolo della digitalizzazione nella promozione e comunicazione degli eventi. L'analisi dei vantaggi in tre comuni ad alta vocazione turistica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14238.

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Abstract:
Questa tesi si pone come obiettivo primario quello di capire la gestione digitale degli eventi nei comuni di alcune località balneari del Veneto. La Regione Veneto è una delle mete turistiche più frequentate d’Italia ed è un territorio in grado di soddisfare molte esigenze. Passando da un patrimonio culturale-artistico molto ricco, a un’offerta turistica molto ampia che va da un turismo d’arte a uno balneare, da uno sportivo a uno termale e molti altri. Gli eventi, in generale, sono forme di catalizzatori turistici che determinano un richiamo di flussi di visitatori, questo accade soprattutto nelle città di mare dove è presente un turismo stagionale. Queste città balneari stanno cercando di allargare sempre più la loro stagione turistica con contributi culturali all’infuori della stagione estiva. Lo scopo di questo lavoro sarà quello di studiare il ruolo della digitalizzazione nella promozione e comunicazione degli eventi in alcune località balneari. Il web può diventare un buon alleato nella strategia di promozione turistica di un centro balneare? Per una buona analisi lo studio ha previsto un’indagine e una raccolta di elementi attraverso la forma del questionario. Con questo metodo cercheremo di capire l'impatto della digitalizzazione sulla promozione e diffusione degli eventi nei Comuni di Jesolo, Cavallino-Treporti e Caorle e di conseguenza il ruolo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT). Ci domanderemo quanto queste applicazioni web (sito web e social network) possano fornire all’organizzazione pubblica di questi comuni una fonte di vantaggio per la promozione, comunicazione e diffusione degli eventi presenti in calendario.
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4

SBARBATI, Claudia. "LE STRAGI E LO STATO. NARRAZIONI SU CARTA DELLO STRAGISMO ITALIANO:CRONACA, MEMORIA E STORIA." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251127.

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Abstract:
Oggetto del presente studio è la narrazione pubblica delle stragi degli anni Settanta, realizzata attraverso il filtro della carta stampata di ieri e di oggi. In particolare, le stragi delle quali è stato ricostruito il pubblico racconto sono quelle di Milano (12 dicembre 1969), di Brescia (28 maggio 1974) e di Bologna (2 agosto 1980). L’interesse di ricerca è nato dalla percezione di un vuoto storiografico rispetto all’“impressione di realtà” - quindi all’immaginario - che nel corso dei decenni quotidiani e periodici nazionali hanno edificato riguardo allo stragismo neofascista. In generale, l’eversione di destra – seppur oggetto di preziosi studi - è stata meno analizzata rispetto a quella di sinistra e quello che è divenuto il cosiddetto “caso Moro”, perché sovente stigmatizzata come subalterna allo Stato e quindi priva di una sua dimensione particolare. È esattamente in questo spazio che la ricerca s’inserisce, guardando alla storia d’Italia attraverso l’interpretazione dello stragismo offerta dall’informazione a stampa. La scelta della fonte giornalistica come fonte storica per analizzare le categorie interpretative e i quadri di riferimento messi a disposizione dell’opinione pubblica, ha richiesto di tenere in considerazione gli elementi distintivi del giornalismo italiano e i suoi rapporti con il contesto politico nazionale coevo alle stragi, con attenzione anche per i cambiamenti occorsi nel tempo nel mondo dell’informazione e nel panorama internazionale, definendo un arco temporale che dal 1969 giunge sino al 2017. Inoltre, gli scenari politici sovranazionali della Guerra Fredda sono costantemente richiamati in virtù dell’intima connessione fra eversione di destra, forze dell’ordine e servizi di sicurezza italiani da un lato, ed equilibri geopolitici internazionali dall’altro. Si è scelto di attingere a numerose testate nazionali per dare conto delle diverse linee editoriali, delle molteplici caratterizzazioni politiche delle stesse, dei differenti stili comunicativi e della pluralità di lettori cui ogni quotidiano o periodico è destinato. Fra gli archivi storici più attenzionati emergono quelli del “Corriere della Sera”, “La Stampa”,“la Repubblica”, “L’Unità”, “Il Giorno”, “La Notte”, “La Nazione”, “L’Avanti!”, “il Manifesto”, “Lotta Continua”, “Umanità Nova”, “Il Popolo”, “il Secolo d’Italia”, “Candido” e “il Borghese”. A ogni strage è stato dedicato uno specifico capitolo in cui sono introdotti i fatti e gli esiti giudiziari, analizzate le prime reazioni della stampa, ricostruiti gli anni dei processi e la ricezione delle sentenze, sino a riproporre l’eco pubblica delle opere che nel corso dei decenni sono intervenute sul tema. Gli articoli di cronaca e gli editoriali di approfondimento analizzati permettono di vagliare la riproposizione su carta delle versioni ufficiali delle forze dell’ordine, della magistratura e della politica; le memorie dei protagonisti degli eventi e l’analisi offerta dagli opinion makers che di volta in volta hanno raccontato le stragi dell’Italia repubblicana (giornalisti, storici, magistrati, scienziati sociali). L’ultimo capitolo è stato invece dedicato al problema della Memoria e dei suoi rapporti con la Storia, analizzando la produzione memorialistica degli ex terroristi, delle vittime di prima, seconda e terza generazione, sino al tema della riconciliazione e della pacificazione. Si è dunque ricostruito il dibattito sviluppatosi “a caldo” ed “ex post”, nella consapevolezza che l’informazione e la comunicazione pubblica della Storia sono fondamentali per la storicizzazione del passato traumatico della Nazione.
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