Academic literature on the topic 'Comportamenti alimentari dei bambini'

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Journal articles on the topic "Comportamenti alimentari dei bambini"

1

Nucci, Daniele, Matteo Momi, Stefano Realdon, and Vincenza Gianfredi. "Pubblicità televisiva e scelte alimentari dei bambini." SALUTE E SOCIETÀ, no. 3 (October 2019): 131–45. http://dx.doi.org/10.3280/ses2019-003012.

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2

Benedetto, Loredana, Massimo Ingrassia, and Mariagrazia Rosano. "Credenze materne sull'alimentazione salutare nell'infanzia." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (September 2010): 55–69. http://dx.doi.org/10.3280/psd2010-001003.

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Abstract:
Gli autori indagano alcune credenze materne circa il regime alimentare dei propri figli. La letteratura ha evidenziato differenze socioculturali: a un livello d'istruzione piů elevato sono solitamente associate abitudini piů restrittive e in linea con le raccomandazioni per un'adeguata alimentazione infantile. Scopo della ricerca č verificare se a un piů elevato livello d'istruzione delle madri corrispondano differenti credenze circa le restrizioni alimentari. Metodo. Hanno preso parte alla ricerca 35 madri con livello d'istruzione basso (licenza elementare o media) e 93 medio-alto (maturitŕ o laurea). Lo strumento era un questionario self-report che conteneva una lista di 20 cibi/bevande tipici della dieta dei bambini italiani in etŕ scolare e un elenco di 12 item volti a misurare l'importanza attribuita ad alcuni fattori nelle scelte alimentari. Risultati. Le differenze piů evidenti sono quelle concernenti i motivi delle restrizioni: le madri di livello socioculturale basso erano piů attente al consumo eccessivo. L'altro gruppo di madri sembrava invece piů attento ai problemi di salute. Ciň appare rilevante in considerazione dell'interesse crescente circa il peso dei fattori ecoculturali nella promozione del benessere dei bambini (Christensen, 2004).
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3

Gastaldi, Roberto, Paola Borgia, and Mohamad Maghnie. "Lo iodio nell’alimentazione dell’età evolutiva." L'Endocrinologo 22, no. 4 (August 2021): 293–97. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00924-2.

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Abstract:
SommarioLo iodio viene assunto esclusivamente attraverso gli alimenti e rappresenta un componente essenziale per la sintesi degli ormoni tiroidei. Una carenza iodica misconosciuta da inadeguato apporto dietetico che si instaura nei primi anni di vita può essere responsabile di scarsa crescita e disordini dello sviluppo neuro-cognitivo. Negli ultimi anni è aumentata la prevalenza delle allergie alimentari e dei cultori di diete vegane nei paesi occidentali. Entrambe le situazioni impongono restrizioni dietetiche, limitando le fonti di importanti nutrienti come iodio, ferro, zinco, vitamina D, calcio e vitamina B12. Nelle allergie alimentari e in regime dietetico vegano, infatti, i primi alimenti ad essere esclusi sono proprio quelli a maggior contenuto di iodio, come pesce, latte, uova e derivati. L’apporto di iodio può dunque divenire insufficiente qualora non ci sia adeguato utilizzo di fonti di iodio alternative, come il sale iodato. Pertanto, risulta fondamentale che gli operatori sanitari siano a conoscenza dei possibili rischi di carenze nutrizionali in bambini con allergia alimentare, vegani o entrambi, al fine di garantire un attento monitoraggio auxologico e nutrizionale e soddisfare il fabbisogno energetico e nutritivo. In questo articolo riassumiamo i principali aspetti riguardanti l’apporto iodico in dieta vegana e nelle diete di esclusione dei bambini con allergie alimentari, revisionando la letteratura su questi argomenti e fornendo alcuni suggerimenti per i pediatri.
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4

Caprì, Tindara, and Rosa Angela Fabio. "Processi cognitivi complessi e aggressività." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2020): 713–46. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002012.

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Abstract:
Gli studi presenti in letteratura hanno mostrato l'esistenza di fattori cognitivi, emotivi e genetici che influenzano l'aggressività. Mentre molte ricerche focaliz-zano la loro attenzione sui processi cognitivi sociali, lo scopo del presente studio è quello di indagare la relazione tra processi cognitivi complessi e aggressività. Abbiamo esaminato tale relazione in 236 bambini delle scuole elementari. L'obiettivo principale di questa ricerca è indagare se nei bambini che attuano comportamenti aggressivi, esistono differenze non solo negli aspetti socio-cognitivi (Fase 1 della ricerca), come rilevato dagli studi presentati, ma anche nei processi cognitivi complessi che ne sono alla base, come il pensiero critico ed il problem solving (Fase 2 della ricerca). Sono stati confrontati due gruppi: soggetti aggressivi e di controllo. Abbiamo ipotizzato che i bambini con comportamento aggressivo mostrino capacità di pensiero critico e di problem solving inferiori ri-spetto al gruppo di controllo. I partecipanti erano inizialmente 121 maschi e 115 femmine, di età compresa tra 10 e 11 anni. La ricerca è stata articolata in due fasi distinte. Nella prima sono state somministrate tre scale di self report e una scala di nomina dei pari per valutare rispettivamente: il comportamento aggres-sivo, l'autoefficacia e il disimpegno morale; inoltre due scale sono state sommi-nistrate agli insegnanti per valutare i comportamenti aggressivi, disattentivi e ipe-rattivi dei bambini. Nella seconda fase, 31 bambini sono stati selezionati dal campione iniziale e suddivisi in due gruppi (aggressivo vs controllo). Il pensiero critico e le capacità di problem solving sono stati testati da cinque strumenti. I risultati mostrano un'interessante relazione tra comportamenti aggressivi e le di-mensioni analizzate e rivelano differenze significative tra bambini con compor-tamento aggressivo e gruppo di controllo solo nel pensiero critico, e non nelle ca-pacità di problem solving. I risulati sono stati discussi alla luce della teoria dell'elaborazione delle informazioni sociali, secondo cui le abilità sociali e cogni-tive giocano un ruolo chiave nell'influenzare il comportamento aggressivo.
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5

Di Renzo, Magda, Paolo Pace, Federico Bianchi di Castelbianco, Massimiliano Petrillo, Elena Vanadia, Simona D'Errico, and Monica Rea. "La percezione genitoriale dei cambiamenti emotivo-comportamentali nei bambini con disturbo dello spettro autistico, a quattro mesi dall'inizio della pandemia." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2022): 1–23. http://dx.doi.org/10.3280/rip2022oa13999.

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Abstract:
I disturbi dello spettro autistico sono caratterizzati da difficoltà nell'interazione socio-comunicativa, dalla presenza di comportamenti e interessi ristretti e ripetitivi. In determinate circostanze, ad esempio durante un periodo di lockdown, quando l'isolamento sociale e il distanziamento diventano obbligatori per tutti, in particolare per le famiglie con un bambino con disturbo dello spettro l'interruzione delle routine quotidiane (scuola, terapia, tempo libero) rischia di minare il lavoro terapeutico e i progressi che faticosamente le famiglie avevano raggiunto fino a quel momento. In questo studio abbiamo monitorato 81 famiglie di bambini con disturbo dello spettro, valutandole prima dell'inizio della pandemia e circa 4 mesi dopo, per verificare quali comportamenti dei bambini fossero peggiorati e quali invece fossero rimasti stabili o anche migliorati. Le famiglie sono state intervistate, a febbraio e luglio 2020, attraverso rating scale standardizzate e i risultati hanno evidenziato un intensificarsi nei bambini di irrequietezza motoria, difficoltà nella regolazione del sonno, mentre non sono emersi peggioramenti nelle condotte autolesive o etero-aggressive, né nelle autonomie personali. Va considerato che tutte le famiglie coinvolte nella presente ricerca erano inserite in percorsi terapeutici e non hanno interrotto il percorso di supporto psicologico (online), con lo specifico obiettivo di sostenerli nel loro ruolo genitoriale nelle fasi più critiche vissute dai bambini, e nel renderli sempre più attivi nei processi di consolidamento delle competenze acquisite dai bambini.
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6

Simonelli, Ivana. "Guerra in Ucraina. Accogliere i pensieri e le emozioni dei bambini e dei ragazzi da 3 a 18 anni nei contesti scolastici." PSICOBIETTIVO, no. 3 (December 2022): 87–99. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-003008.

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Abstract:
Lo scenario della Guerra in Ucraina incontra il presente di bam- bini e ragazzi. L'esposizione alle notizie di guerra, l'accoglienza dei profughi, gli effetti della destabilizzazione dal punto di vista economico e finanziario, le sensa- zioni di pericolo e minaccia costituiscono elementi che i piccoli e i giovani porta- no e discutono anche nei contesti educativi e scolastici. Questo lavoro si propone di analizzare pensieri, emozioni e comportamenti dei bambini e dei ragazzi e ipotizzare quali parole, gesti, espressioni, azioni possono offrire gli adulti nei contesti connotati dalle dimensioni insegnamento-apprendimento-relazione-formazione.
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7

Di Pentima, Lorenza, and Sara Ramelli. "Attaccamento e bullismo: un confronto tra bulli, vittime, bulli-vittime e non-coinvolti in età scolare." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 2 (August 2020): 119–45. http://dx.doi.org/10.3280/mal2020-002007.

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Abstract:
Scopo del presente studio è stato analizzare il fenomeno del bullismo secondo la prospettiva dell'attaccamento, ponendo a confronto i bulli, i bulli-vittima, le vittime e i non-coinvolti nei modelli mentali e nei comportamenti socio-emozionali (in particolare aggressività, evitamento dell'interazione, manifestazioni di ansia e depressione). Hanno partecipato allo studio 365 bambini, 208 maschi (57%) e 157 femmine (43%), di 5 scuole di Roma, di età compresa tra 8 e 11 anni (M = 9.28, DS = 0.81). Gli strumenti impiegati sono stati: Nomina dei Pari (Menesini, 2003), per individuare i ruoli di bullo, vittima, bullo-vittima e non coinvolto, Separation Anxiety Test (Attili, 2001) per la misura dei modelli mentali dell'attaccamento e Social Emo-tional Dimension Scale (Ianes, & Savelli, 1994) per la valutazione dei comportamenti socio-emozionali. Dai risultati emerge che, nel confronto con i non-coinvolti, i bulli mostrano più attaccamenti ambivalenti ed evitanti, li dove le vittime e i bulli-vittima mostrano per lo più modelli mentali di tipo ambivalente. Inoltre i bulli, i bulli-vittima e le vittime presentano più alti livelli di aggressività, di evitamento delle interazioni con i pari e di comportamenti inappropriati.
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8

Procaccia, Rossella. "Rischio e resilienza nei bambini maltrattati." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (December 2011): 53–72. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-003004.

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Abstract:
Obiettivo di questo studio č verificare se il tipo di abuso, inteso in termini di presenza/ assenza di minaccia all'integritŕ psico-fisica, moderi la relazione tra variabili individuali (stile di attaccamento, competenze cognitive, strategie di coping), familiari (esito positivo/ negativo al trattamento) e caratteristiche specifiche dell'abuso (gravitŕ e durata della violenza), e l'adattamento psicologico in termini di problemi di internalizzazione ed esternalizzazione in bambini vittime di abuso e maltrattamento. Un ulteriore obiettivo consiste nel valutare quali tra queste dimensioni (individuale, familiare e dell'abuso) siano predittive della presenza di problemi comportamentali di internalizzazione e/o esternalizzazione. I partecipanti sono 118 bambini (etŕ media = 10,04), di cui 60 vittime di maltrattamento (etŕ media = 10,95) e 58 non maltrattati (etŕ media = 9,10), provenienti da classi sociali basse. Nel gruppo dei maltrattati, 22 bambini sono vittime di abusi con minaccia, i restanti 38 di violenza senza minaccia. I risultati indicano che nei bambini maltrattati senza minaccia i problemi di internalizzazione sono predetti solo dallo stile di attaccamento, quelli di esternalizzazione dalla combinazione di attaccamento e coping di distrazione. Nel gruppo dei bambini maltrattati con minaccia, invece, l'internalizzazione č predetta dall'attaccamento e dal ridotto ricorso a strategie disfunzionali di distrazione ed evitamento; i comportamenti di esternalizzazione risentono, invece, dell'influenza di scarse competenze cognitive.
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Marinozzi, Lorenza. "Bioetica clinica - Adolescenza e comportamenti alimentari: orientamenti etici e strategie educative." Medicina e Morale 47, no. 6 (December 31, 1998): 1219–49. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.818.

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Abstract:
In questo articolo l’Autrice, attraverso un’accurata analisi nosografica dei disturbi legati all’alimentazione e attraverso la descrizione di due casi clinici, afferma che sia l’anoressia nervosa, sia la bulimia nervosa, pur presentandosi con sintomi diversi, sono manifestazioni di un’unica malattia. Questo disturbo colpisce soprattutto l’età dell’adolescenza ed ha radici sociali e culturali. L’attuale epidemia non è altro che il riflesso dell’epoca in cui viviamo con tutte le sue ambiguità e contraddizioni, con tutti i suoi modelli irraggiungibili e irreali. Un capitolo a parte è dedicato alle considerazioni etiche al fine di mettere in luce le proposte preventive oltre che curative. A questo proposito risulta molto importante la figura del genitore, il cui ruolo è quello di “navigatore”, di colui che indica la strada giusta senza però imporla. Le coordinate da seguire sono l’amore, l’ascolto, l’attenzione, unite al recupero di determinati valori quali “l’impegno lavorativo”, “il coraggio di affrontare gli ostacoli”, “la pazienza di aspettare”.
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Salvi, Elisa, Vincenzo Guideti, and Andrea Lo Noce. "Temperamento, cefalea e psicopatologia in etŕ evolutiva." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 31 (December 2012): 29–40. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2012-031003.

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Abstract:
Lo scopo di questo studio e stato quello di indagare il rapporto tra cefalea, temperamento, e comportamento in un campione di bambini reclutati presso gli ambulatori di Neuropsichiatria di Roma. Si tratta di 150 bambini, 90 maschi e 60 femmine, di eta compresa tra i 6-11 anni, durante il 2011-2012. I problemi di comportamento sono stati valutati attraverso la Child Behaviour Check List (CBCL) e le dimensioni temperamento attraverso il "Questionario Italiano del Temperamento" (QUIT). QUIT e CBCL sono state somministrate ai genitori dei bambini. La diagnosi e stata effettuata in base ai criteri della Classificazione Internazionale della Cefalea (ICHD II). Emicrania e cefalea tensiva hanno mostrato punteggi simili per quanto riguarda le scale principali della CBCL, con differenze significative nella scale dei problemi internalizzanti, dove hanno riportato punteggi peggiori i bambini con cefalea tensiva, e in quella dei problemi esternalizzanti punteggi peggiori per i soggetti emicranici. La cefalea e uno dei sintomi neurologici piu comuni riportati durante l'infanzia, che porta ad alti livelli di assenze scolastiche e si associa a diverse patologie. In generale, emicrania e cefalea tensiva sono associate a depressione, disturbi d'ansia, e ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder). I risultati, confermati dalla letteratura, sembrano sostenere l'ipotesi che ci sia una relazione tra cefalea e comportamenti psicopatologici. Lo sviluppo di una psicopatologia in soggetti con determinati profili temperamentali non e una regola. Dobbiamo porre attenzione nel lavoro quotidiano ad identificare i soggetti a rischio, sia per temperamento o fattori ambientali. L'identificazione precoce di questi fattori di rischio potrebbe dare la possibilita di interventi precoci che potrebbero tenere i bambini lontani dalla patologia.
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Dissertations / Theses on the topic "Comportamenti alimentari dei bambini"

1

BORGIA, RICCARDO. "Comportamenti alimentari dei bambini: prospettive comportamentali e politiche." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/108768.

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Abstract:
Ridurre l’obesità infantile è una priorità della sanità pubblica Europea. Una delle azioni chiave per frenare tale epidemia è seguire sane abitudini alimentari fin dall’infanzia. L’obbiettivo di questa tesi è perciò esplorare cosa facilita e ostacola l’adozione di sane pratiche alimentari tra i bambini – da una prospettiva comportamentale e politica. La letteratura scientifica suggerisce la famiglia come uno degli ambienti più suscettibili ad influenzare i comportamenti alimentari dei bambini. Per questo motivo il primo capitolo esplora il ruolo degli adulti come modelli all’interno della famiglia. Oltre alla famiglia, anche la scuola è un ambiente chiave per promuovere sani comportamenti alimentari tra i bambini. La principale iniziativa Europea per migliorare tali comportamenti avviene infatti proprio dentro le scuole. L’effetto positivo di questo programma, dove è attuato, è ampiamente riconosciuto. Tuttavia, non tutte le scuole riescono a parteciparci. L’obbiettivo del secondo capitolo è perciò cercare l’esistenza di potenziali driver di non partecipazione da parte delle scuole. L’efficacia del programma Europeo Frutta e Verdura nelle Scuole è valutata a livello nazionale: “gli Stati Membri devono valutare lo svolgimento del programma al fine di verificarne la sua efficacia rispetto ai propri obbiettivi”. Tuttavia, questi obbiettivi seguono solo in parte ciò che viene suggerito in letteratura scientifica per valutare tali tipi di intervento. Guardando al caso dell’Italia e dell’Irlanda, il terzo capitolo confronta i report di valutazione dei due paesi con quello che viene suggerito nella letteratura scientifica e con quello che è richiesto dalla Commissione Europea.
Halting childhood obesity is a major priority of the European public health agenda. One of the key actions to tackle the obesity epidemic is following healthy eating habits since childhood. The objective of this dissertation is therefore to explore drivers and barriers affecting the adoption of healthy dietary patterns among children – from a behavioural and policy perspective. The scientific literature indicates family as one of the environments most prone to influence the children’s eating habits. For this reason, the first chapter explores the modelling role played by the adults within the household. Besides family, also school is a crucial setting to promote healthy eating behaviours among children. Indeed, the main European initiative to improve dietary habits takes place within schools. The positive effect of the scheme is widely recognised in the schools where implemented. However, not all schools succeed to take part in it. The objective of the second chapter is therefore to investigate the presence of potential drivers of school non-participation. The effectiveness of the implementation of the EU School Scheme is assessed at country level: “Member States shall evaluate the implementation of the scheme to assess its effectiveness against its objectives”. However, these objectives follow only in part what is suggested in the scientific literature for evaluating such kind of programs. Focusing on the Irish and Italian case study, the third chapter compares the evaluation reports carried out in the two countries with what is suggested in the scientific literature and what is demanded by the European Commission.
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Books on the topic "Comportamenti alimentari dei bambini"

1

Stranieri, Paolo. Irrigazione e consumi nella media valle del fiume Senegal: Consumi e comportamenti alimentari dei beneficiari di perimetri irrigui. Roma: Istituto italo africano, Centro di documentazione e ricerca, 1990.

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2

Nava, Maria Beatrice. Capricci e Dintorni: Comprendere I Comportamenti Difficili Dei Bambini Piccoli e Trasformarli in Opportunità per Crescere Insieme. Independently Published, 2021.

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