Academic literature on the topic 'Competenze tecniche'

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Journal articles on the topic "Competenze tecniche"

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Cioffi, Francesca, Marina Cerbo, Federico Spandonaro, Giorgio Casati, Giuseppe Quintavalle, Patrizia Magrini, Giorgio Giulio Santonocito, Salvatore Di Somma, and Katia Casinelli. "Strumenti di sviluppo e di misurazione delle competenze per l'innovazione clinica: il caso della telemedicina e il caso dell'eradicazione del virus HCV." MECOSAN, no. 118 (August 2021): 117–36. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-118006.

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Abstract:
Si presenta la sperimentazione di strumenti di sviluppo e misurazione delle competenze per l'innovazione clinica in due casi studio riguardanti telemedicina ed eradicazione del HCV. 71 professionisti di 5 aziende sanitarie laziali sono stati arruolati in un percorso di coaching, individuale e di team, mirato a potenziare 5 capacity core per la competenza di service design: comunicazione, orientamento al risultato, intelligenza emotiva, gestione del conflitto, networking. Le 5 competenze core e l'utilizzo delle nuove tecniche sono stati misurati all'inizio e al termine del percorso (9 mesi), sul quale ha impattato l'emergenza Covid-19. Il 19,4% dei professionisti ha migliorato tutte le competenze e raggiunto la soglia di eccellenza, dimostrando l'efficacia del coaching individuale e di team, in forma oggettivamente misurabile.
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Cepollaro, Gianluca. "Ambiguitŕ, competenze e valutazione del personale." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 45 (October 2010): 15–26. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-045003.

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Abstract:
L'articolo cerca di approfondire come la considerazione dell'ambiguitŕ propria in ogni processo valutativo puň aiutare a comprendere i limite dei metodi, degli strumenti e delle tecniche tradizionali. La valutazione del personale č innanzitutto un processo relazionale e contestuale prima di essere un sistema per misurare le performance rispetto alle attese a controllare il rapporto tra obiettivi e risultati. La cura della relazionalitŕ e l'adozione di un approccio evolutivo alle competenze puň aiutare nel mettere a punto un processo di valutativo capace di sviluppare spazi di riconoscimento e solidarietŕ tra individui e organizzazioni.
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Delalio, Alessia, Maria Pia Zito, and Marisa Pegoraro. "Eccellenza assistenziale e dialisi peritoneale." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, Suppl. 5 (February 17, 2014): S71—S72. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.981.

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Abstract:
Parallelamente al diversificarsi delle strategie di dialisi peritoneale, un grosso impulso ha avuto la ricerca di competenze assistenziali specifiche. Una ricerca nazionale EDTNA/ERCA (2005) ha permesso di conoscere le diverse realtà organizzative e assistenziali orientate alla continuità delle cure, oggi presupposto indispensabile per la costruzione della rete tra ospedale e territorio. Educazione terapeutica e competenze tecniche educative specifiche per gli adulti hanno caratterizzato la formazione che EDTNA/ERCA ha proposto, non supportando la tesi della marginalità della metodica e delle competenze professionali che la sua pratica richiede. Proprio quest'ultimo aspetto può essere una delle criticità per il suo sviluppo.
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De Marchi, Valentina. "La domanda e l'offerta di competenze ambientali: l'esempio del Veneto." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (November 2011): 90–110. http://dx.doi.org/10.3280/es2011-002010.

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Abstract:
Se la realizzazione di sistemi di produzione e consumo che concilino aspetti economici ed ambientali č un obiettivo sempre piů importante per manager e politici a livello mondiale, si sa ancora poco delle competenze e conoscenze necessarie alle aziende per raggiungere questo obiettivo. Sulla base di interviste nel settore del legno-arredo in Veneto, questa analisi esplorativa identifica tre tipologie di competenze ambientali - tecniche, amministrative e strategiche - e tre modalitÀ attraverso le quali le aziende vi possono accedere - lo sviluppo interno delle competenze, l'interazione con soggetti esterni e l'assunzione di figure professionali specifiche. Inoltre, l'articolo propone un'analisi degli enti che offrono competenze ambientali in Veneto, incluse universitÀ, consulenti ed aziende di servizi, in base all'efficacia della loro offerta, cosě come percepita da manager ed esperti del settore. Infine, vengono discussi i risultati e suggerite indicazioni di policy per migliorare l'offerta di competenze ambientali.
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F.O. Arianna, Orsola. "Il formatore nella mediazione e conciliazione dei conflitti." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 112 (March 2021): 157–71. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112010.

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Abstract:
Il mondo della mediazione e della conciliazione dei conflitti è vasto e la formazione deve adattarsi ed essere specifica in ogni ambito ma anche trasversale, essendo comuni le tecniche di gestione dei conflitti. Il formatore deve avere quindi conoscenze e competenze: nella formazione (al fine di impostare e condurre la lezione scegliendo i contenuti e le modalità di svolgimento più idonei ai discenti e al tipo di evento); nelle tecniche di gestione del conflitto e di interazione comunicativa; nella gestione delle emozioni; nella metodologia delle procedure facilitative ed aggiudicative di negoziazione e di mediazione; nella normativa e nella giurisprudenza Nazionali, Comunitarie e Internazionali; in tutte le materie oggetto della formazione specifica che dovrà garantire. Questo contributo vuole offrire una panoramica generale, anche se non del tutto esaustiva, della figura, del ruolo e della funzione del formatore nell'ambito della mediazione, della conciliazione e, più in generale, della gestione dei conflitti nei diversi ambiti.
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Ricciardi, B., A. Pontoriero, A. Ragusa, C. A. Riccardi, and A. Granata. "Il catetere venoso centrale nel paziente con scompenso cardiaco in emodialisi: una analisi retrospettiva." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 4 (January 26, 2018): 14–18. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1167.

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Abstract:
L'accesso vascolare per emodialisi nel paziente affetto da scompenso cardiaco è un tema clinico complesso, che necessita di competenze tecniche nefrologiche e cardiologiche per una sua piena comprensione. In tali pazienti infatti il confezionamento di un accesso vascolare nativo prossimale presenta una lunga serie di effetti sulla funzione cardiaca, potenzialmente in grado di peggiorare la performance e la prognosi del paziente. In tali pazienti è quindi possibile che il posizionamento di un catetere venoso centrale rappresenti una soluzione meno problematica. Questo articolo presenta una casistica monocentrica ed alcuni casi clinici esemplificativi, utili ad indagare tale peculiare condizione.
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Federspil, Giovanni, and Roberto Vettor. "Il progresso scientifico e la medicina interna." Medicina e Morale 46, no. 2 (April 30, 1997): 287–98. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.883.

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Abstract:
Parlare di progresso scientifico e medicina può sembrare, ozioso perché l’idea che il progresso scientifico sia stato la causa del miglioramento dell’assistenza medica è ormai così ampiamente diffusa e radicata che sembra non dar adito ad alcun dubbio. Gli autori ritengono, invece, utile evidenziare come i rapporti che sussistono tra progresso sciantifico da un lato e medicina interna dall’altro siano più complessi di quanto non possa apparire a prima vista. L’analisi di questo binomio, da una prospettiva storica, ha consentito all’autore di evidenziare che oggi l’internista non è più il medico che, come alla fine dell’Ottocento, ha le competenze più profonde; ma il medico che di fronte al profluvio di concetti, di teorie, di tecniche e di nuovi approcci di studio, che vengono proposti quotidianamente dal progresso scientifico, sa mantenere un atteggiamento mentale critico ed equilibrato. La funzione e l’importanza dell’internista non risiedono nel saper praticare questa o quella tecnica o nel conoscere a fondo la variante più recente di ogni teoria patogenetica concernente una certa malattia, ma consistono nel possedere, oltre ad una cultura sufficientemente ampia, una maggiore consapevolezza metodologica e un atteggiamento critico.
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Gualtieri, Elena, Roberta De Filippis, and Silvia Vayr. "I modelli teorici di matrice cognitivista nella consulenza tecnica in ambito civile nei casi di separazione divorzio: riflessioni ed esemplificazioni cliniche." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 50 (August 2022): 115–31. http://dx.doi.org/10.3280/qpc50-2022oa14084.

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Abstract:
L'articolo valuta il ruolo dell'esperto impegnato nelle consulenze tecniche, nell'ambito delle vicende separative. Vengono analizzati gli strumenti a supporto del lavoro clinico forense e i modelli tecnico-teorici dei terapeuti cognitivisti che lavorano in questo ambito. Le autrici propongono il tema della valutazione della genitorialità, con particolare attenzione alla teoria dell'attaccamento, al modello dinamico-maturativo e al primario interesse del minore. Seguendo il modello cognitivista evoluzionista e quello post-razionalista, viene poi sottolineato il ruolo della relazione e del processo conoscitivo narrativo. Vengono messe in luce altresì le principali criticità che lo psicologo forense può dover affrontare in un contesto denso di conflittualità, come quello delle separazioni. Vengono affrontati i temi centrali da esplorare in CTU e gli interventi che si possono attuare durante l'iter peritale, al fine di promuovere il riconoscimento e la condivisione della sofferenza, oltre che la cooperazione, ritenuti elementi centrali del buon esito della consulenza. Vengono affrontati due casi clinici-forensi, rileggendoli alla luce dei modelli proposti. Le autrici auspicano inoltre che i professionisti in ambito forense acquisiscano competenze e riflessività sulle ricadute del proprio agire professionale, sufficienti a perseguire lo scopo, ovvero il benessere del minore e della famiglia.
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Piccolo, Marina, and Sarah Miragoli. "Il gioco traumatico nella Play Therapy." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 2 (September 2012): 87–106. http://dx.doi.org/10.3280/mal2012-002005.

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Abstract:
Nella valutazione e nell'intervento clinico con i bambini, emerge la necessitŕ di utilizzare delle tecniche alternative alla verbalizzazione, a causa delle scarse competenze comunicative. L'evidenza clinica e di ricerca mostra che il gioco puň fornire un contesto appropriato e protetto, che aiuti il bambino ad esprimere le proprie emozioni e sentimenti, anche in situazioni post-traumatiche. Il gioco, attraverso l'uso di materiale simbolico, permette di ottenere la distanza necessaria dall'impatto del trauma e di esprimere pensieri e sentimenti. Il presente articolo, in base a quanto riportato dalla letteratura specialistica, descrive le caratteristiche specifiche della Play Therapy, focalizzando l'attenzione sul gioco in situazioni traumatiche. La ricerca, infatti, mostra l'efficacia della Play Therapy con bambini che mostrano diversi tipi di difficoltŕ sociali, emotive, di apprendimento, includendo anche i bambini con problematiche correlate ad esperienze traumatiche, come maltrattamento fisico e abuso sessuale.
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Carlomagno, Nadia. "Le potenzialità didattiche delle arti sceniche." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 346–59. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9941.

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Abstract:
La diffusione delle arti sceniche presuppone modalità e linguaggi propri dei suoi testi, delle sue tecniche e delle sue pratiche, apparentemente impermeabili ad una investigazione esclusivamente logico-formale, laddove gli elementi della rappresentazione teatrale costituiscono un'esperienza non lineare che si incarna in un complesso oggetto di studi sull'azione e sulla relazione, le cui analogie si riverberano in altre attività umane, compresa l'attività didattica. Le caratteristiche di questo lavoro si indirizzano ad uno specifico spazio della ricerca educativa, in una relazione ricorsiva che ha avvicinato e allontanato da molto tempo le arti e la scienza. La relazione tra teatro e didattica è rintracciabile nel valore assunto dall'esperire, ovvero nei fattori emergenti all'interno della dimensione autobiografica del docente e del discente, come avviene per l'attore e lo spettatore, aprendo l'opportunità di riconsiderare il significato di formazione delle competenze didattiche in un quadro divergente, capace di alimentarsi della ricerca e dell'arte scenica, di sistematizzare questi due ambiti dell'azione umana in una forma aperta e permeabile a culture potenzialmente complementari.
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Dissertations / Theses on the topic "Competenze tecniche"

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Cappelletti, Alexa <1996&gt. "Lo sviluppo delle competenze emotive tramite l'utilizzo delle tecniche di journaling e peer coaching." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18227.

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Abstract:
Il termine “competenza emotiva” rappresenta la capacità di un individuo di riconoscere le proprie emozioni e quelle degli altri, di saperle comunicare attraverso le espressioni e il linguaggio della propria cultura e di regolarle in modo adeguato al contesto, così da ricavare un senso di efficacia dagli scambi interattivi (Saarni, 1999). Nel presente elaborato si andrà ad analizzare il percorso storico, le tipologie, i modelli e alcune strategie di sviluppo delle competenze emotive. Successivamente verranno approfondite due tecniche: la tecnica di journaling e la tecnica di peer coaching. Entrambe le tecniche si basano sulla self-reflection (ovvero l’autoriflessione critica necessaria ad analizzare il proprio comportamento in diverse situazioni) e sullo sviluppo di competenze emotive precedentemente individuate e selezionate. La pratica del journaling prevede che vengano riportate le esperienze di apprendimento all’interno di un diario strutturato e predisposto a inserire l’attività svolta. La pratica del peer coaching, invece, prevede una sessione di confronto tra almeno due soggetti (il coach e il coachee) durante la quale si racconta al coach l’esperienza vissuta. La presenza di competenze emotive consente, in una fase di recruiting, di far emergere il proprio profilo e di essere più idonei a ricoprire determinate posizioni lavorative, nonostante la modica esperienza. L’obiettivo è quello di analizzare come queste due tecniche influenzano il percorso di sviluppo delle competenze. Per raggiungere tale obiettivo si analizzerà un campione di 51 studenti appartenenti al corso CESI (Competenze Emotive e Sviluppo Individuale, A.A. 2019-2020) che ha sperimentato entrambe le tecniche per alcuni mesi. Si cercherà di analizzare quali sono le competenze maggiormente selezionate, le motivazioni di scelta, le criticità delle due tecniche e le percezioni degli studenti riguardo sia alle tecniche sia ai progressi di miglioramento. Per approfondire gli argomenti appena descritti, si farà riferimento sia al questionario (somministrato agli studenti verso la fine del periodo di training) sia ai singoli power point presentati in occasione del follow-up. In conclusione verranno esaminate le prospettive future del journaling e del peer coaching, applicate con una frequenza sempre maggiore non solo dalle università americane, ma anche da quelle europee.
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VEZZANI, DANIELE. "Definizione, sviluppo ed employability delle soft skills. Dalle conoscenze tecniche alle competenze trasversali nella formazione." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2020. http://hdl.handle.net/11380/1245187.

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Abstract:
Da più parti il futuro del mondo del lavoro viene prospettato in forte evoluzione, quando non pesantemente preoccupante, a causa di una serie di evoluzione anche repentine che si stanno riversando dal mondo della scuola e dell’università al mondo del lavoro. I quattro assi evolutivi a livello mondiale sono ritenuti: • evoluzione demografica (immigrazioni di massa, crescita non bilanciata di skills e a livello geografico, invecchiamento) • evoluzione del mondo del lavoro (instabilità, riconfigurazione delle organizzazioni, robotizzazione, nuovi lavori emergenti, VUCA) • globalizzazione (concorrenza planetaria di prodotti, servizi e lavoratoti, economie emergenti) • tecnologia (sviluppo rapido, digital divide) I giovani che potrebbero entrare nel mondo del lavoro nel 2030, se frequenteranno solo il percorso minimo obbligatorio di 10 anni, inizieranno la scuola nell’A.S. 2019-20, mentre se diplomati, hanno iniziato il percorso scolastico nel 2016, o nel 2011 se conseguiranno una laurea magistrale. La scuola, oltre ad una serie di aggiornamenti metodologici da affrontare, ha la prerogativa di dover anticipare il futuro. Una domanda quindi sorge spontanea: come potrà la scuola superiore, all’alba del 2020, formare al lavoro laureati che usciranno nel 2030? Scopo della ricerca è quindi fare il punto sulla importanza e richiesta di competenze, con focus sulle competenze trasversali, da parte delle entità del mondo del lavoro, in particolare in Italia ed Europa. Successivamente si analizzano le basi epistemologiche di sviluppo delle competenze e le indicazioni in tal senso formulate a livello mondiale, europeo e nazionale, proseguendo con un ex-cursus sulle modalità didattiche idonee al loro sviluppo, analizzando la loro funzionalità nella successiva employability degli studenti. Ci si concentra infine sulla metodologia educativa della Alternanza Scuola Lavoro (ASL), resa obbligatoria dalla legge 107/2015 e modificata nella legge finanziaria del 2018 in “Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento” (PCTO). A livello statistico si vuole verificare se l’alternanza scuola lavoro contribuisca allo sviluppo di alcune soft skills, in particolare quelle raggruppate nella macro-competenza di enterpreneurship, oppure rappresenti un inutile dispendio di tempo (tempo-scuola) e di energie per la sua organizzazione, come sostenuto da un settore del corpo docente e dei genitori, attraverso la proposizione di un questionario agli alunni delle 3^ classi della Scuola media superiore di ogni ordine
From many sides the future of the world of work is expected to evolve strongly, when not heavily worrying, due to a series of sudden changes that are pouring from the world of school and university to the world of work. The four evolutionary axes worldwide are considered: • demographic evolution (mass immigration, unbalanced growth of skills and geographical level, aging) • evolution of the world of work (instability, reconfiguration of organizations, robotization, new emerging jobs, VUCA) • globalization (global competition for products, services and workers, emerging economies) • technology (rapid development, digital divide) Young people who could enter the world of work in 2030, if they will only attend the minimum compulsory course of 10 years, will start school in the scolar period 2019-20, while if they graduated, they started schooling in 2016, or in 2011 if they will obtain a master's degree. The school, in addition to a series of methodological updates to be addressed, has the prerogative of having to anticipate the future. A question then arises spontaneously: how can high school, at the dawn of 2020, train graduates who will be released in 2030? The aim of the research is therefore to take stock of the importance and demand for skills, with a focus on transversal skills, on the part of entities in the world of work, particularly in Italy and Europe. Subsequently the epistemological bases of competence development and the indications in this sense formulated at world, European and national level are analyzed, continuing with an ex-cursus on the didactic methods suitable for their development, analyzing their functionality in the subsequent employability of the students. Finally, the focus is on the educational methodology of the Alternanza Scuola Lavoro (ASL), made compulsory by law 107/2015 and modified in the 2018 finance law in "Paths for Soft Skills and Guidance". On a statistical level we want to verify if the alternating school work contributes to the development of some soft skills, in particular those grouped in the macro-competence of enterpreneurship, or represents a useless waste of time (time-school) and energy for its organization , as supported by a sector of the teaching staff and parents, through the proposal of a questionnaire to the students of the 3 ^ classes of the secondary school of each order.
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RANZINI, ALICE LOREDANA. "Quartieri come reti. Le reti territoriali come dispositivi di inclusione tra competenza e rappresentanza." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/11578/286432.

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Abstract:
Nel quadro dei mutamenti avvenuti con la crisi del fordismo, la figura della rete si è affermata come metafora della società. Le politiche sociali e urbane hanno assunto così un assetto “reticolare”, affermando un regime di orizzontalità tra attori differenti che ha generato importanti rinnovamenti nell’approccio al territorio - i principi dell’integrazione della partecipazione e della attivazione. Nel corso degli ultimi decenni, l’affermazione degli orientamenti neoliberisti al governo urbano hanno tuttavia posto una forte ipoteca sulle prospettive di allargamento e democratizzazione dei processi di produzione di politiche pubbliche. In questo quadro incerto, la figura della rete è stata assunta come riferimento di un nuovo ordine di rapporti societari, valori e bisogni culturali di autonomia, autoimprenditorialità e libero scambio che hanno sollevato numerose critiche alla presunta apertura e orizzontalità dei processi reticolari e del principio cardine dell’autoorganizzazione. In questo scenario, le periferie urbane attraversate da significativi cambiamenti sociodemografici sono state tra i principali bersagli sia delle politiche urbane che dell’azione autorganizzata del terzo settore. Questi due processi stanno sollevando interessanti interrogativi sugli strumenti per accompagnare lo sviluppo di territori soggetti ad uno scollamento tra domande sociali e target dalle politiche di welfare. Una condizione che apre un interessante prospettiva intorno al concetto di rete come strumento organizzativo per operare all’interno di contesti che sono nella loro multiproblematicità anche frontiere culturali della società. La tesi guarda al caso della città di Milano, in cui il nuovo scenario di politiche ha riportato al centro del governo urbano il concetto di rete territoriale. Attraverso l’analisi di due quartieri di Edilizia Residenziale Pubblica, la tesi esplora tre domande di ricerca, che esaminano i concetti sviluppati negli studi organizzativi e nei diversi approcci alla network analysis nella prospettiva specifica delle reti territoriali: 1) quali dinamiche caratterizzano il funzionamento delle reti territoriali per garantire un bilanciamento tra autonomia e collaborazione tra le organizzazioni; 2) quale ruolo di intermediazione è svolto dalle reti territoriali nella relazione con le politiche e le istituzioni pubbliche; 3) quale ruolo dei singoli nelle reti. Per rispondere a queste domande è stato utilizzato un approccio immersivo e partecipante, raccogliendo dati prevalentemente di natura qualitativa attraverso note di campo e osservazioni, conversazioni, interventiste in profondità e biografiche. Gli esiti della ricerca mostrano che le reti di quartiere si manifestano come contesti organizzativi emergenti, in cui la dimensione culturale dell’interazione sociale risulta determinante per la convergenza degli attori, influenzandone i repertori delle competenze, delle esperienze comuni e i discorsi. Motore del funzionamento della rete sono però i processi di coinvolgimento dei singoli operatori e volontari e l’interpretazione data del proprio mandato di azione nella rete. La possibilità di rielaborare creativamente la tensione tra interesse individuale, collettivo e organizzativo ha sostenuto nei due casi lo sviluppo di pratiche di intervento e il riconoscimento ruoli inediti, che stanno ridefinendo le figure tradizionali sia dell’intervento sociale territoriale che dell’attivismo civico politico. Queste figure si stanno facendo portatrici nelle reti del terzo settore di un nuovo mandato politico rispetto al territorio, introducendo la variabile del legame affettivo. L’interazione tra queste figure e i processi di governance reticolare assunti dal welfare locale può determinare una ridefinizione dei percorsi e degli obiettivi dell’attivazione in rete, ricostruendo un rinnovato ruolo di intermediazione del terzo settore di prossimità, cura e rappresentanza.
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Zoni, Camilla. "Sviluppo di uno strumento di supporto alla valutazione tecnico-economica e di sostenibilità prospettica per prodotti Engineering-To-Order: il caso Linea Pilota del Competence Center BI-REX." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Durante la quarta rivoluzione industriale sono nate nuove tecnologie in grado di garantire tracciabilità dei dati real time, customizzazione dei prodotti ed integrazione dei processi. Il profitto generato dall’Industria 4.0 si estende anche all’ambito della sostenibilità: l’applicazione delle tecnologie abilitanti, infatti, permette una diminuzione ed un’ottimizzazione degli sprechi di produzione, nonché un aumento di tracciabilità e gestione delle risorse. Il presente elaborato descrive la realizzazione di uno strumento per la determinazione dei costi di produzione secondo una strategia Engineering-to-order nel campo delle tecnologie abilitanti dell’Industria 4.0; in questo ambito, tramite il modello elaborato, viene valutato il risparmio economico riguardo a scelte produttive sostenibili realizzabili da tali tecnologie. In particolare, viene presa in esame la Linea Pilota del Competence Center BI-REX su cui è costruito il modello di costo. L’istituzione di BI-REX risponde, infatti, alla necessità di accelerare la diffusione e l’acquisizione delle tecnologie abilitanti dell’Industria 4.0 e, tramite la Linea Pilota, offre servizi di formazione e ricerca sulle modalità di impiego di tali tecnologie. Nel corso della trattazione sono state, quindi, osservate le tecnologie di interesse per comprenderne il funzionamento e ricavare i parametri necessari per ottenere una formulazione dei costi di produzione. Dallo studio dei processi sono state ottenute le informazioni necessarie in grado di ricavare una spesa specifica per ogni progetto commissionato. Diverse applicazioni del modello hanno mostrato i vantaggi di poter utilizzare uno strumento intuitivo e flessibile per la valutazione economica di un progetto, reso tale dall’inserimento agevolato di parametri specifici del prodotto da realizzare nelle diverse sezioni del modello. In particolare, si osservano risultati interessanti nel calcolo dei costi associati a progetti di ottimizzazione topologica a scopo sostenibile.
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Mendes, Laudenir Otavio. "Politicas publicas e a pedagogia das competencias na educação profissional : a trajetoria do ensino profissionalizante de nivel tecnico no Brasil e no estado de São Paulo." [s.n.], 2005. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/252896.

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Abstract:
Orientador: Vicente Rodriguez
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação
Made available in DSpace on 2018-08-05T23:06:04Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Mendes_LaudenirOtavio_D.pdf: 1282882 bytes, checksum: c7fb5a25e41a5a773a8193d3d0588b9f (MD5) Previous issue date: 2005
Resumo: O tema deste trabalho é o estudo da problemática da pedagogia das competências e sua relação com a educação para o trabalho em duas instituições do Centro Estadual de Educação Tecnológica Paula Souza de nível técnico profissionalizante no Estado de São Paulo. Apresenta-se a evolução do ensino técnico profissionalizante no Brasil, desde a Colônia até os dias atuais, perpassando pelos diferentes momentos econômicos, sociais e políticos do Brasil. As políticas públicas e propostas pedagógicas implementadas para ensino técnico profissionalizante também foram alvo de discussão para elaboração deste trabalho. No decorrer do trabalho, foram desenvolvidas pesquisas com docentes, coordenadores, gestores e foram aplicados questionários aos discentes das duas escolas técnicas profissionalizantes. As argumentações aqui apresentadas basearam-se nas políticas públicas educacionais do ensino profissional de nível técnico, seus pressupostos teóricos e os questionamentos relativos as novas exigências de formação, capacitação e qualificação do trabalhador demandado pelo mercado de trabalho atual, em constante processo de transformação. Ressalta-se que os cursos técnicos profissionalizantes estudados não proporcionam aos seus alunos, integralmente, a formação com conhecimentos básicos, habilidades e competências. Constata-se, ao final do trabalho que há pouca adesão, ás vezes ignorância, e em muitos casos resistência à aceitação da pedagogia das competências por parte de docentes, assim como há a falta de compreensão dos discentes do que seja ser formado por competências. Este é o desafio político e pedagógico a ser enfrentado
Abstract: The subject of this work is the study of the problem of the pedagogy of the competences and its relationship with the work education in two vocational technical level institutions at the Public Center of Technological Education Paula Souza in São Paulo. This work shows the evolution of the vocational technical teaching in Brazil, since the Colony period until the current days, going by different Brazilian economical, social and political moments. The public politics and proposed pedagogic implemented for vocational technical teaching were also discussed during the elaboration of this work. Along this work, it was done research with teachers, coordinators, managers and they were applied questionnaires to the discentes of the two vocational technical schools. The arguments here presented were based on the education public politics of the professional teaching of technical level, their theoretical presuppositions and the relative questions for the new formation demands, training and the worker's qualification disputed by the current work market in constant changing process. It is stood out that the vocational technical courses studied don't provide to their students, integrally, the formation with basic knowledge, abilities and competences. There is little adhesion, sometimes ignorance, and in many cases resistance to the acceptance of the pedagogy of the competences on the part of teachers, as well as lack of understanding on the part of the discentes on what is to be formed for competences. This is the political and pedagogic challenge to be faced.
Doutorado
Educação, Sociedade, Politica e Cultura
Doutor em Educação
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Caroli, Simone. "Il sistema di formazione duale in Italia: il progetto "Integrazione scuola-lavoro in alternanza potenziata, apprendistato di primo livello, e apprendistato professionalizzante" della Fondazione A. Badoni." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2017. http://hdl.handle.net/10446/77238.

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Abstract:
Esiste, in Italia, la possibilità di sviluppare un sistema di formazione duale come quello tedesco? Sarebbe una possibilità economicamente sostenibile? Sarebbe accolto con favore dalle scuole e dagli enti formativi italiani? Su quali basi pedagogiche? E su quali, invece, giuridiche? Raccolto e revisionato un considerevole quantitativo di contributi letterari, il presente lavoro cerca di rispondere alle domande di cui sopra, guardando in particolare al sistema produttivo e formativo italiano, caratterizzati da piccole e medie imprese, e, dal lato della formazione, da una tendenza ad evitare contatti tra scuole e imprese. La literature review si concentra su tre aspetti. Primo, i vantaggi economici dell’attuazione di sistemi di formazione duale, in particolare nella forma legale dell’apprendistato e svolti in piccole e medie imprese. Secondo, i punti di vista delle ricerche giuridiche e pedagogiche su: formazione integrata scuola-lavoro, sistemi di formazione duale, apprendistato, e alternanza scuola-lavoro in genere, presentati insieme a studi statistici che rivelano la diffusione, in Italia, di questi schemi. Terzo, il processo di valutazione e validazione di competenze maturare nei contesti sopra menzionati. Nel corpo della tesi, quindi, sono presentati tre risultati principali. Primo, non esiste prova del fatto che sia impossibile attuare in Italia un sistema duale di successo; al contrario, tale attuazione sarebbe un’opportunità favorevole per aziende, giovani, istituzioni formative, e per il tessuto sociale in genere. Secondo, l’ordinamento italiano permette l’attivazione di un sistema di formazione duale pienamente e opportunamente strutturato. Considerando inoltre gli studi pedagogici esaminati, la letteratura ed il dibattito in materia sembrano giunti ad una maturazione tale da poter orientare la stesura di programmi e piani formativi, tenendo conto in particolare delle – non sempre ingiustificate – voci critiche e delle risposte date alle più rilevanti problematiche. Terzo, vi è la forte possibilità che a far da pietra d’angolo per il sistema italiano di formazione duale sia una procedura di valutazione ed attestazione di competenze funzionante a dovere, quale sintetizzazione di conoscenze ed abilità da poter spendere sia nel sistema formativo che sul mercato del lavoro. Un ultimo capitolo, infine, è dedicato alla presentazione di un case study: il sistema di formazione duale sperimentato dalla Fondazione A. Badoni di Lecco, che, sfruttando anche il dispositivo legale del recentemente riformato apprendistato per gli studenti delle scuole superiori, permette ai suoi partecipanti di ottenere un diploma di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) lavorando due o tre giorni alla settimane in aziende manifatturiere e frequentando un centro accreditato per l’erogazione di IeFP nei restanti giorni della settimana.
Is there an actual possibility, for Italy, to develop an educational dual system like the German one? Would this possibility be economically affordable? Could it be positively welcomed by Italian schools and VET institutions? What pedagogical basis on? And what about the legal ones? Collected and reviewed a valuable amount of literary contributions, this essay tries to answer the above questions, with particular regard about the Italian productive and educational systems, characterized by small and medium enterprises and, on the educational side, by a quite deep tendency to avoid contacts between schools and companies. The literature review focuses on three aspects. First, the economic advantages in implementing systems of dual education, particularly in the legal framework of the apprenticeship and in small and medium businesses. Second, the points of view of legal and pedagogical researches on the issues of: school-and-work integrated education, dual systems, apprenticeship, and school-and-work alternating training, presented together with statistical studies about the diffusion of such working-educational schemes in Italy. Third, the process of assessing and validating skills developed in the mentioned contexts. Within the body of the essay, then, the three main results of the examined studies are presented. First, there is no evidence against a successful implementation of a dual educational system in Italy; contrariwise, it would be a favorable opportunity for companies, youth, educational institutions, and the social texture in general. Second, the Italian regulation allows a fully and properly structured activation of dual educational system routes. Furthermore, considering the reviewed pedagogical studies, the literature and the debate seems mature enough to be able to advise how to orientate formative plans and programs, taking into particular account the – not always unjustified – critical voices and the replies about the most relevant issues. Third, there is the strong possibility that a properly functioning process of skills assessment and validation can be the corner stone of such dual educational system courses, synthesizing the acquisition of knowledge and abilities to be spent both in the education system and in the labor market. One last chapter, finally, is devoted to the presentation of a case study: the dual educational system experimented by the Fondazione A. Badoni of Lecco (Lombardy, Italy), which, exploiting also the legal framework of the newly reformed apprenticeship for school students, allows its participants to obtain a VET diploma working two or three days a week in manufacturing companies and attending a VET school for the rest of the week.
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BASILI, Silvia. "Gli attuali scenari del commercio internazionale dei prodotti agroalimentari, tra vecchie e nuove questioni di sicurezza alimentare: una riflessone comparatistica ta UE, USA e CINA." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251081.

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Abstract:
Il commercio dei prodotti agroalimentari ha assunto oggi una dimensione globale, che pone una serie di questioni su cui è necessario riflettere. Una di queste riguarda la sicurezza alimentare intesa nell'accezione di food safety, ossia come il diritto di ogni individuo a consumare cibo sano e sicuro. La sicurezza alimentare implica l'assenza di elementi estranei che sono riconducibili ai residui dei trattamenti antiparassitari, veterinari, contaminanti ambientali o ancora l'assenza di adulterazioni nel processo di produzione, che possono comportare un rischio per la salute dei consumatori. La tesi analizza le principali dinamiche internazionali relative all'attuale commercio dei prodotti agroalimentari, focalizzando l'attenzione sulla questione della sicurezza alimentare, che da un lato deve garantire senza compromessi la tutela di tutti i consumatori, e dall'altro però, le misure adottate non devono costituire inutili ostacoli commerciali per le imprese alimentari esportatrici. L'analisi inizia dagli accordi nati nell'ambito della WTO, con la firma del Trattato di Marrakech nel 1994, con lo scopo di favorire gli scambi commerciali internazionali attraverso una maggiore armonizzazione delle differenti normative di riferimento. Per quanto riguarda specificamente la sicurezza alimentare si fa riferimento all'Accordo SPS sulle misure sanitarie e fitosanitarie e al Codex Alimentarius, che hanno lo scopo di creare un sistema di norme internazionali valido all'interno dei paesi membri della WTO per tutelare la salute dei consumatori e garantire pratiche eque nel commercio degli alimenti. Dal contesto multilaterale della WTO si procede ad analizzare il ruolo degli accordi bilaterali o regionali, nati in seguito alla crisi del multilateralismo, iniziata con il round di Doha nel 2001e dovuta principalmente all'eterogeneità delle posizioni dei Paesi membri. In particolare nell'ambito degli accordi bilaterali si fa riferimento al partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) recentemente negoziato tra UE e USA, e fermo per ora a tale fase. Si tratta di un accordo di libero scambio volto ad abbattere molte barriere commerciali esistenti tra le due sponde dell'Atlantico, con particolare riferimento a quelle non tariffarie consistenti in divergenze normative che ostacolano le esportazioni, tra cui vanno sicuramente ricomprese le misure sanitarie e fitosanitarie, che si sono rivelate le questioni maggiormente dibattute nel corso delle trattative del TTIP, offrendo lo spunto per analizzare in chiave comparatistica le due diverse tradizioni giuridiche di food safety, delineate attraverso la tematica degli OGM, dove emerge la distanza dell'approccio giuridico tra le due potenze transatlantiche. L'uso delle moderne tecniche di ingegneria genetica in campo alimentare è stato uno dei temi particolarmente discussi nell'ambito delle negoziazioni; gli OGM erano già stati oggetto di una controversia tra Europa e USA nell'ambito della WTO. In ogni caso il TTIP, nonostante il suo fallimento, segna comunque la volontà delle due potenze di trovare una base normativa comune. L'ultima parte della tesi riguarda invece l'evoluzione della sicurezza alimentare in Cina, che grazie alla rapida crescita economica degli ultimi anni, si attesta ad essere una delle potenze protagoniste degli scambi commerciali mondiali, completando in tal modo il quadro internazionale di riferimento. L'introduzione nel 2009 della prima legge sulla sicurezza alimentare, poi modifica nel 2015, rappresenta un primo avvicinamento ai sistemi normativi occidentali. L'analisi delle diverse normative di food safety nel contesto europeo, statunitense e cinese mostra come la globalizzazione economica abbia determinato anche una globalizzazione giuridica o meglio un progressivo allineamento dei diversi sistemi normativi. La necessità di facilitare gli scambi commerciali per competere a livello mondiale ha favorito l'avvicinamento dei vari ordinamenti giuridici. Pertanto si assiste a una sorta di "contaminazione legislativa" estranea alla politica commerciale comune della WTO, ferma da tempo ad una fase di completa stagnazione. In particolare per quanto riguarda il settore alimentare si auspica che il progressivo avvicinamento dei sistemi normativi sul tema della sicurezza alimentare possa favorire la nascita di una food law unitaria a livello globale, che sappia rispondere alle esigenze economiche - commerciali della libera circolazione dei prodotti, e contemporaneamente garantire la tutela di tutti i consumatori, assicurando un elevato livello di qualità e sicurezza.
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Books on the topic "Competenze tecniche"

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Le mutazioni dell'urbanistica: Principi, tecniche, competenze. Roma: Carocci editore, 2018.

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Valacchi, Federico. Diventare archivisti: Competenze tecniche di un mestiere sul confine. Milano: Editrice bibliografica, 2015.

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Cuturi, Vittoria. USL, una riforma difficile: Le USL tra politica, formalismo burocratico e competenza tecnica. Acireale: Bonanno editore, 1989.

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Arena, Mariarosaria. Innovazione, competenza, competività: Nuovi modelli per la formazione dei tecnici superiori in edilizia. Firenze: Alinea editrice, 2012.

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Giancarlo, Di Sandro, and Monti Aldino, eds. Competenza e politica: Economisti e tecnici agrari in Italia tra Otto e Novecento. Bologna: Il mulino, 2003.

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Lauria, Massimo, ed. Produzione dell'Architettura tra tecniche e progetto / Architectural Planning between build and design techniques. Florence: Firenze University Press, 2010. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-8453-988-5.

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Abstract:
The V Seminar OsDotta, that took place in Reggio Calabria, at the Department DASTEC, in September 2009, focused the debate on what type of contribution the Technology of the Architecture can offer, today, to the education of an architect, designer and researcher. The themes proposed for the three working tables – Techniques Materials Design - Techniques Processes Design - Techniques Morphologies Design – have been set out through reference frameworks, syntheses of the preliminary activities, results and products elaborated during the workshop. From these works some disciplinary criticalities and potentiality come out, interfacing themselves with checks on outside spendable aspects of the acquired competences and with the analysis introduced by the international referees.
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Guerrini, Mauro. De bibliothecariis. Edited by Tiziana Stagi. Florence: Firenze University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-559-3.

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Abstract:
Nell’attività del bibliotecario la dimensione tecnica, essenziale per lavorare con competenza, non può prescindere o separarsi dall’impegno, dall’attenzione ai diritti civili e al modo in cui questi vengono vissuti e praticati nell’ambito della comunità di appartenenza. Garantire l’accesso alle informazioni non può essere limitato alla ‘nostra’ biblioteca, ma dev’essere una responsabilità che riguarda il territorio dove viviamo e dove operiamo, guardando ai nostri colleghi che possono trovarsi in situazioni più difficili della nostra e soprattutto alle persone che si trovano in difficoltà nell’esercitare i propri diritti. L’auspicio è che la trasmissione della conoscenza registrata contribuisca sempre più alla libertà, ai diritti, al benessere di tutti. Quando si capirà che investire in biblioteche significa investire per la democrazia, lo sviluppo economico e la qualità della vita? Il quadro di riferimento per comprendere e interpretare le problematiche delle biblioteche è, come sempre, quello del confronto con le tradizioni bibliotecarie internazionali, a partire dal continente europeo, proprio perché la professione ha oggi un impianto teorico e una dimensione operativa di valore globale.
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Vopel, Klaus. Animador Competente, El - Nuevas Tecnicas. CCS Publishing, 2001.

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Costanza, Stefano. Diventa un Tecnico Help Desk: Competenze, Skill e Strumenti per Lavorare All'interno Di un Help Desk. Independently Published, 2020.

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Chiedi se mi interessa!: Documentare buone pratiche di socialità in una scuola tecnica secondaria, rapporto di ricerca relativo ad una esperienza sul campo. Florence, Italy: Giovanni Fiesoli, 2013.

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Book chapters on the topic "Competenze tecniche"

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Balboni, Paolo E. "6 • La costruzione della competenza comunicativa." In Thesaurus di Linguistica Educativa: guida, testi, video. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-607-7/006.

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Abstract:
Credo che il mio maggior contributo all’edulinguistica (italiana) sia stato, insieme alla definizione epistemologica, il lavoro di quarant’anni sulla costruzione della competenza comunicativa in lingue non native e il suo perfezionamento in L1 – volumi, saggi, ma anche una trentina di manuali tra il 1978 e oggi, in cui l’approccio e il metodo si concretizzano in percorsi da attuare in classi vere con studenti veri, guidati da insegnanti veri. Tra i volumi che attestano questo lungo lavoro ce ne sono tre che rappresentano compiutamente la mia visione dell’aspetto operativo della linguistica educativa: Didattica dell’italiano come lingua seconda e straniera (1994), Tecniche didattiche e processi di apprendimento linguistico (1998) e Le sfide di Babele (2002). Sono volumi su cui si sono formate generazioni di docenti, e di cui vado orgoglioso, anche per la sintesi tra dimensione teorica e divulgazione.
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Balboni, Paolo E. "12 • Le microlingue scientifico-professionali e quelle disciplinari." In Thesaurus di Linguistica Educativa: guida, testi, video. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-607-7/012.

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Abstract:
Negli anni Ottanta esplode la formazione tecnico-scientifica nelle scuole superiori e nelle università e l’inglese settoriale diventa qualificante nel paniere delle competenze. Nasce quindi una forte richiesta di formazione da parte degli insegnanti e di materiali innovativi da parte degli editori. Ho studiato le varietà scientifico-professionale-disciplinari tra il 1982 e il 2000, quando ho scritto un libro di sintesi ‘conclusiva’, i cui principi sono poi stati assunti un po’ da tutti. Credo di aver offerto tre contributi originali alla discussione su queste varietà e il loro insegnamento: l’accentuazione del ruolo della microlingua come strumento di riconoscimento come membri di una comunità scientifica; l’impianto di una didattica cooperativa tra il docente – che conosce la lingua – e lo studente di ambito tecnico-scientifico, che conosce i contenuti; lo spostamento della logica CLIL dalle lingue straniere all’italiano L1.
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Fabbri, A., G. Marchesini, and A. Vandelli. "Alcohol and Road Accidents Authors are indebted to the librarian, Dr Maria Grazia Camelli, Biblioteca Tecnico-Scientifica Azienda USL Ravenna, Italy, for her competence and helpful support in the literature search." In Comprehensive Handbook of Alcohol Related Pathology, 309–20. Elsevier, 2005. http://dx.doi.org/10.1016/b978-012564370-2/50027-1.

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Conference papers on the topic "Competenze tecniche"

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Lutzoni, Leonardo. "Forme di dialogo tra sapere tecnico e sapere locale: proposte di metodo: il dispositivo di trascinamento “la Strada che Parla” a Calangianus." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7941.

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Abstract:
Il processo di trasformazione, che ha visto protagonisti il territorio e la città contemporanea nella lunga fase della modernità, scandito dalle dinamiche veloci della globalizzazione e dal venir meno delle forme di controllo e di pianificazione, ormai incapaci di registrare e comprendere gli elementi delle diversità territoriali, sta fortemente riportando al centro dell’attenzione il peso dei territori deboli e dei sistemi locali come protagonisti del progetto. Sono territori, come la regione ambientale del Massiccio del Limbara, nei quali si stanno verificando fenomeni emergenti, indizi contemporanei di progetto, che messi in cortocircuito con gli elementi della storia e del passato, disegnano le traiettorie per una prospettiva di cammino differente. L’esperienza di ricercaazione svolta a Calangianus, è un esempio di proposta operativa sul territorio che ha provato a costruire, nel rimettere in discussione un’idea di pianificazione piramidale calata dall’alto, un processo relazionale in divenire, di conoscenza, azione e progetto, utilizzando strumenti e dispositivi innovativi. Un processo, esito di un’interazione tra sapere tecnico e competenze diffuse, di una sinergia tra attori, istituzioni, associazioni, strutture economiche, produttive e culturali, che operano nel territorio e che messe in relazione, possono innescare processi alternativi di sviluppo locale nel ripensare una nuova idea di città-territorio.
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