Academic literature on the topic 'Competenza in materia minorile'

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Journal articles on the topic "Competenza in materia minorile"

1

Zollo, Mauro. "Il nuovo articolo 38 delle disposizioni attuative del codice civile: questioni di diritto intertemporale." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (April 2022): 91–96. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-003008.

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Abstract:
L'autore analizza il nuovo istituto di "cessione di competenza" del tribunale per i minorenni in favore del Giudice della separazione o del divorzio, conseguentemente all'instaurazione del giudizio civile quando sia già pendente il giudizio minorile, disciplinato dall'articolo unico, comma 28 della legge 26 novembre 2021, n. 206. Esso costituisce un'assoluta innovazione, che "silenziosamente" modifica il concetto teorico della competenza quale presupposto processuale, valutabile solo con riguardo al momento genetico del contenzioso. Ulteriormente, è foriero di divergenze interpretative in merito alla sua applicazione ai procedimenti già pendenti innanzi al tribunale per i minorenni al momento dell'entrata in vigore della legge n. 206 del 2021. Infatti, appare dubbio se, ai fini della applicabilità delle nuove norme, rilevi solo la circostanza che il procedimento di separazione o divorzio abbia avuto inizio decorso il centottantesimo giorno di entrata in vigore della legge, o se, piuttosto, debba ritenersi che anche il procedimento minorile, per quanto già pendente, debba essere stato instaurato nel suddetto lasso temporale.
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2

Fragola, Massimo. "L'azione dell'Unione europea." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 30 (September 2020): 38–46. http://dx.doi.org/10.3280/dt2020-030004.

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Abstract:
La competenza dell'Unione europea in materia di turismo è una competenza minima e residuale giacché gli Stati membri non hanno espresso, sinora, la volontà politica di trasferirla all'Unione. Per questo motivo può dirsi che l'Unione non abbia una politica comune del turismo. Questo approccio è stato rispettato anche durante la pandemia da coronavirus.
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3

Ciavoni, Pamela. "L'esercizio della competenza regionale in materia di professioni." QT Quaderni di Tecnostruttura, no. 34 (December 2009): 5–8. http://dx.doi.org/10.3280/qt2009-034002.

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4

Vecchione, Guido. "La cosiddetta "competenza amministrativa" del tribunale per i minorenni nell'attuale sistema della giustizia minorile." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (January 2022): 100–115. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002010.

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Abstract:
L'articolo contiene una breve ricostruzione storica delle misure amministrative o educative previste dagli articoli 25 e seguenti del r.d.l. 1404 del 1934 e si esprime a favore della vigenza attuale e utilità delle stesse, proponendo, tuttavia una lettura sistematica e costituzionalmente orientata delle norme di riferimento.
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5

Losavio, Clelia. "Le norme sul finanziamento e sul riordino delle Comunitŕ montane al vaglio della Corte costituzionale." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (June 2011): 105–11. http://dx.doi.org/10.3280/aim2011-001006.

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Abstract:
Con le sentenze n. 237 del 2009 e nn. 27 e 326 del 2010, la Corte costituzionale, pur confermando la competenza esclusiva delle regioni in materia di comunitŕ montane a seguito della riforma del titolo V della Costituzione, riconosce, tuttavia, il potere dello Stato di incidere su tale materia se l'intervento statale rinviene un autonomo titolo di legittimazione nella sua competenza concorrente di coordinamento della finanza pubblica. Le norme dei provvedimenti statali presi ad esame dalla Corte, dunque, sebbene riguardino il riordino e il finanziamento delle comunitŕ montane, non costituiscono di per sé un'indebita invasione dell'area riservata all'autonomia delle regioni, ma la loro legittimitŕ deve essere valutata in base al criterio di riparto delle competenze concorrenti.
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6

Nocerino, Assunta. "L'incidenza della normativa COVID-19 nell'assetto delle competenze Stato-Regioni in materia di turismo." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 30 (September 2020): 47–60. http://dx.doi.org/10.3280/dt2020-030005.

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Abstract:
L'emergenza COVID-19 ha accentuato l'interventismo statale nel settore turistico, tramite un apparato normativo i cui effetti limitativi della competenza legislativa regionale sono destinati a protrarsi nel tempo.
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7

Galantini, Novella. "Giurisdizione e competenza nella disciplina della Procura europea: una sintesi della complessa disciplina di fonte regolamentare." Milan Law Review 3, no. 1 (September 28, 2022): 37–48. http://dx.doi.org/10.54103/milanlawreview/18733.

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Abstract:
Lo scritto esamina la disciplina della Procura europea alla luce del Regolamento attuativo e della normativa interna di adeguamento. Si evidenzia in particolare la complessità delle regole in tema di individuazione della ‘competenza per materia e per territorio’, basate su criteri non sempre determinati e spesso sovrapposti.
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8

Adornato, Francesco. "Intervento pubblico, distretti Ogm free e accordi negoziali." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (December 2010): 19–32. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001002.

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Abstract:
La globalizzazione dei mercati ha dato luogo a rilevanti effetti istituzionali a partire dalla perdita di sovranitĂ da parte degli Stati nazionali per via dell'asimmetria tra la forma degli Stati tradizionali e la dimensione internazionale dei mercati. Al contempo, per quanto riguarda la specifica situazione italiana, sono intervenute, quasi contemporaneamente, a livello comunitario, la riforma della Pac ed, a livello interno, la riforma del Titolo V, parte II, della Costituzione, che assegna la competenza in materia agricola alle Regioni. Di qui la necessitĂ di rimodulare l'intervento pubblico in agricoltura attraverso l'impiego di modelli negoziali, i quali consentano di superare le difficoltĂ applicative di norme non diffusamente condivise e di plurima competenza, come quelle sugli Ogm.
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9

Olivetti Manoukian, Franca. "La riforma della giustizia minorile e di famiglia e i servizi sociali." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (April 2022): 97–105. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-003009.

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Abstract:
L'articolo sollecita alcune riflessioni sul modo in cui la recente legge di Riforma della Giustizia prevede il contributo dei servizi sociali per i procedimenti in materia di persone, minorenni e famiglie. Una attenta analisi delle parole utilizzate per indicare le funzioni dei servizi, gli ambiti di intervento e le modalità operative, mette in evidenza una rappresentazione riduttiva di un ruolo di fatto cruciale per il raggiungimento degli obiettivi a cui tende la riforma stessa.
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10

Pasquino, Sandra. "I rapporti tra il giudice tutelare e i Servizi Sociali in materia minorile." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (February 2020): 33–39. http://dx.doi.org/10.3280/mg2019-004005.

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Dissertations / Theses on the topic "Competenza in materia minorile"

1

TARRICONE, SILVIA. "L'effettività della tutela giurisdizionale civile minorile. Premesse per uno studio." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/7885.

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Abstract:
Lo studio condotto si propone di osservare il sistema delle tutele giurisdizionali civili minorili, mettendone in evidenza i punti di maggiore criticità. La ricerca viene condotta assumendo a criterio guida il principio di effettività della tutela giurisdizionale, ricostruito nei suoi formanti, attingendo all'elaborazione dottrinale e giurisprudenziale per l'assenza di un'espressa definizione normativa. Individuateni i corollari minimi nel c.d. principio dell'accesso al Giudice, del giusto processo e dell'utilità del rimedio giurisdizionale, l'indagine prosegue tra spazio giuridico interno e sovranazionale, ricostruendo la soggettività giuridica del minore ed esaminando alcune tra le questioni che il dibattito scientifico evidenzia in argomento.Il sindacato sul tema di indagine prescelto prosegue, affrontando l'esame dei temi della competenza in materia minorile, del rito e delle garanzie fondamentali del processo e dell'esecuzione ed attuazione dei provvedimenti. Lo studio si conclude con la formulazione di alcune perfettibili soluzioni di riforma del sistema osservato che esprimano i principi sanciti anche nel consesso sovranazionale e garantiscano al soggetto in formazione di ottenere per il tramite del rimedio giurisdizionale "tutto quello e proprio quello che ha diritto di ottenere".
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Books on the topic "Competenza in materia minorile"

1

Mascia, Elisabetta. Bambini, adolescenti e poliziotti: Riflessioni giuridico-pedagogiche sull'intervento di polizia in materia minorile. Bologna: CLUEB, 2000.

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2

Coffari, Girolamo Andrea. I diritti dei bambini: Un debito con la storia : proposte di riflessione e riforma in materia di tutela minorile. Milano: F. Angeli, 2007.

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3

Albamonte, Eugenio. Il nuovo processo penale davanti al giudice di pace: Le novità introdotte dal D. lgs. 28 agosto 2000, n. 274, in materia di competenza penale del giudice di pace. Milano: Il sole 24 ore, 2001.

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4

Querzola, Lea. Il processo minorile in dimensione europea. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg252.

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Abstract:
L’opera affronta il delicato tema della giustizia minorile alla luce della normativa dell’Unione europea che, tenuto anche conto delle mutate condizioni sociali ed antropologiche, suggerisce una rilettura dell’impostazione classica della materia. Punto centrale dell’argomentazione dell’autrice è la tesi che il minore non possa essere considerato l’oggetto della tutela bensì, piuttosto, parte attiva di ogni procedimento che lo riguarda; si indagano pertanto a tal fine, fra l’altro, il ruolo decisivo dell’ascolto del minore nel processo e le modalità attraverso cui egli possa essere rappresentato in modo autonomo nella sede giurisdizionale, non senza riflettere sulla struttura e sulla funzione dell’organo giudiziario che dovrebbe essere chiamato a governare la giustizia minorile. La conclusione, raggiunta all’esito dell’ampia considerazione di dottrina interna e straniera, sia di diritto processuale che di diritto sostanziale, unitamente ad alcune incursioni nel territorio della psicologia e della sociologia, delinea lo schema di un moderno processo minorile pienamente aperto alle esigenze del contraddittorio e della trasparenza.
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5

Lupoi, Michele Angelo. Tra flessibilità e semplificazione. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg294.

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Abstract:
La disciplina del processo civile italiano è stata a lungo caratterizzata da una rigidità degli schemi procedimentali, in particolare nell’ambito del rito ordinario di cognizione. Nel contesto internazionale, peraltro, da anni le riforme in materia di giustizia civile tendono a valorizzare i principi di flessibilità, proporzionalità e collaborazione, nell’ottica di adattare le regole procedimentali alle caratteristiche del caso concreto, nell’ambito di un dialogo tra giudice e parti sulla gestione manageriale del processo. Proprio partendo dall’analisi comparata della situazione in alcuni ordinamenti stranieri, dunque, il presente volume cerca di fare il punto su come l’ordinamento italiano abbia recepito le indicazioni e le suggestioni del dibattito internazionale in materia, per giungere ad evidenziare come, anche in Italia, negli ultimi anni si siano introdotti istituti volti a “semplificare” l’iter procedimentale, in ragione delle specificità della singola lite, e a dare rilievo, anche nel nostro ordinamento, ai principi di flessibilità e proporzionalità, pur senza attribuire loro esplicito riconoscimento normativo, nel rispetto delle garanzie fondamentali del giusto processo. In quest’ottica, vengono analizzati il calendario del processo, l’attribuzione al giudice di pregnanti prerogative per la soluzione conciliata delle liti, la valorizzazione del principio di chiarezza e sinteticità degli atti processuali e, soprattutto, l’istruttoria semplificata del rito sommario, elevata a modello processuale “alternativo” per tutte le cause di competenza del giudice monocratico del Tribunale. All’esito di questa ricognizione, l’autore conclude che si possa oggi parlare di un embrione di case management “all’italiana”, la cui implementazione richiede però una vera rivoluzione culturale da parte degli operatori pratici.
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6

Torre, Valeria. La «privatizzazione» delle fonti di diritto penale. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg266.

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Abstract:
Il declino della legislazione di fonte statuale e la progressiva espansione della tendenza alla cosiddetta autonormazione hanno determinato un fenomeno per effetto del quale la disciplina di ampi settori delle attività sociali non è più rimessa all’originaria competenza statale, ma è, invece, affidata a quelli che sono i suoi più diretti destinatari, sì da dar luogo ad una sostanziale autodisciplina dei loro rapporti. Tali procedure di autoregolamentazione urtano, sul terreno del diritto penale, con il principio-cardine di questo ramo dell’ordinamento giuridico, che è rappresentato dal principio di [ii]riserva di legge . L’Autrice ritiene che questo contrasto possa essere superato in forza delle garanzie di democraticità interna che quelle procedure di autonormazione e di co-legislazione assicurano; e che, d’altra parte, le statuizioni, che ne sono il prodotto, paiono garantire un grado di effettività ben maggiore di quello associabile a quelle promananti da una legislazione statuale (che si vuole) esposta ad un alto grado di ineffettività. La materia sulla quale viene vagliata la tenuta complessiva di questi assunti è la disciplina penale della sicurezza sul lavoro. Si intraprende, in tal senso, un’ampia e articolata indagine comparata, che ha ad oggetto i paesi di common law e in particolare i modelli offerti dall’esperienza inglese e statunitense. Questa documentata disamina vale a confortare l’assunto per cui il ricorso all’autodisciplina, in sede di normazione avente ad oggetto la sicurezza sul lavoro nelle imprese, lungi dal condurre a riedizioni occulte del liberismo, garantisce il rispetto di tutti gli interessi in gioco; ciò in specie se e nella misura in cui alla stessa autodisciplina si abbina un sistema di controlli pubblici efficienti.
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Pieri, Bernardo. Usurai, ebrei e poteri della Chiesa nei consilia di Paolo da Castro. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg282.

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Abstract:
Lo iuris utriusque doctor Paolo da Castro (1360/62-1441), nella sua lunga ed onorata carriera accademica, lesse soltanto il gius civile. Il vasto – e ancora non sufficientemente esplorato – campo dei suoi consilia mostra però una profonda conoscenza anche del diritto canonico, fatto di cui anche il pubblico dei richiedenti dovette esser consapevole, vista la fiducia con cui sollecitò al giurista responsi in materia non soltanto civilistica. Partendo, perciò, da alcuni consilia che affrontano tematiche di attinenza canonistica (specialmente quando la competenza dei canoni entrava in concorrenza col diritto civile, come nel caso emblematico dell’usura cui finirono per connettersi le svariate questioni implicanti i mai pacificati rapporti istituzionali con le comunità ebraiche residenti nelle città italiane), si sono confrontate le opinioni espresse dal giurista con le posizioni che egli tiene nei passi corrispondenti delle lecturae accademiche e con quelle del suo maestro Baldo degli Ubaldi e di altri autori vicini, per tempo o per altre affinità (e.g. Bartolo, Lorenzo Ridolfi, Oldrado, Antonio Roselli, Giovanni da Imola), tentando di ricostruire la linea di pensiero di Paolo da Castro nella materia affrontata e la sua incidenza sulla communis opinio posteriore. Una dipendenza di Paolo da Castro da alcune teorie economiche e morali risalenti a Pietro di Giovanni Olivi (che aveva insegnato per qualche anno alla scuola teologica di Santa Croce a Firenze) è stata ipotizzata a partire da alcune possibili coincidenze favorite dal lungo soggiorno fiorentino del giurista. Queste avrebbero influenzato il pensiero di Paolo indirizzandolo verso posizioni etiche severissime, anche nei confronti di quella Chiesa di cui il giurista fu sempre un devoto, ma non inerte, seguace. Il panorama che si è venuto delineando durante il percorso d’indagine, perciò, non solo – secondo l’A. – mostrerebbe scenarî forse inattesi nel quadro giurisprudenziale relativo alle tematiche trattate e al pensiero di Paolo da Castro, specialmente nel suo formarsi; ma, soprattutto, consentirebbe di giustificare (e dunque elidere), su basi squisitamente tecniche ma anche intellettuali, le discrasie presenti in Paolo, non meno che in molti altri giuristi dei secoli tra Trecento e Cinquecento, tra l’opinio espressa come consulente e le interpretazioni sostenute leggendo dalla cattedra universitaria.
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Book chapters on the topic "Competenza in materia minorile"

1

Fokas, Effie. "Welfare and values in Europe: insights drawn from a comparative cross-country analysis." In Religion and Welfare in Europe. Policy Press, 2017. http://dx.doi.org/10.1332/policypress/9781447318972.003.0012.

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Abstract:
This chapter applies a comparative lens both to the material emanating from the WaVE case studies and to the chapters gathered in this book. It highlights the transversal patterns found in the case study material, offering thereby further insights on the practices, tendencies and mechanisms leading to conflict or cohesion. The factors that can be identified as having more or less positive results in the direction of increased social cohesion are ambiguous. In terms of factors that lead to more or less negative results in terms of social cohesion between majorities and minorities, these are in many cases interrelated. A lack of cultural competence among majority individuals and institutions providing welfare to minorities often leads to inappropriate, or ineffective, welfare provision. In terms of tendencies towards ‘conflict’ or ‘cohesion’ arising from values, the most conspicuous area of conflict in the domain of welfare relates to minority social networks.
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2

Allen, Carol Easley, and Cheryl E. Easley. "People of Color." In Social Injustice and Public Health, 45–74. Oxford University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780190914653.003.0003.

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Abstract:
This chapter, which focuses mainly on the United States, describes and provides many examples of how discrimination against members of racial and ethnic minority groups adversely affects their health. The chapter focuses on African Americans and non-American blacks in the United States, Latinos, Native Hawaiians and other Pacific Islanders, and Native Americans and Alaska Natives. The chapter discusses the roots and underlying issues of social injustice experienced by racial and ethnic minorities, including racial discrimination, poverty, social exclusion, geographical location and residence patterns, employment status and occupational health issues, and health literacy. The chapter also discusses what needs to be done. Three text boxes address racial/ethnic definitions in the U.S. Census, the high maternal mortality ratio among African American women, and cultural competence/transcultural nursing.
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3

"Patient information and involvement." In Oxford Handbook of Cancer Nursing, edited by Mike Tadman, Dave Roberts, Mark Foulkes, Mike Tadman, Dave Roberts, and Mark Foulkes, 117–24. Oxford University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.1093/med/9780198701101.003.0008.

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Abstract:
User involvement in cancer services operates at two levels: providing information and involving patients and carers in decision-making about their own care, and involving patients and carers in decisions about the development and management of cancer services. Information can be provided to patients verbally, in written material, and through patient-held records, and they can also have access to information via the Internet. Most people want to take an active role in making decisions about their care and treatment; however, this varies from person to person. Being fully informed is important to more people than being fully involved in the decision-making process itself. Issues of consent and competence are very important when involving patients, and nurses need to take account of these and also the condition of the patient, when involving them in the decision-making process. Involving cancer service users in evaluating and managing health care has the benefits of improving services and public understanding, and improving health. It can take the form of providing information and seeking feedback on services, consulting on developments to services, and participation in planning, managing, or evaluating services. These can be achieved through questionnaires and surveys, focus groups, membership of committees, or employing service users as consultants to services. For user involvement to be effective, it should be meaningful, the language should be inclusive, and minority perspectives should be represented.
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