Journal articles on the topic 'Commedia in versi'

To see the other types of publications on this topic, follow the link: Commedia in versi.

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the top 31 journal articles for your research on the topic 'Commedia in versi.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Browse journal articles on a wide variety of disciplines and organise your bibliography correctly.

1

D’Amore, Bruno. "VERSI DI CARATTERE MATEMATICO NELLA DIVINA COMMEDIA, DI DANTE ALIGHIERI." REAMEC - Rede Amazônica de Educação em Ciências e Matemática 11, no. 1 (December 9, 2023): e23095. http://dx.doi.org/10.26571/reamec.v11i1.16736.

Full text
Abstract:
Sebbene moltissimi siano oramai gli studi di vari autori dedicati all’analisi della presenza della matematica nell’opera di Dante e in particolare nella Divina Commedia, con grande stupore ci si accorge che esiste sempre qualche angolo inesplorato o qualche verso che può ancora fornire argomento di riflessione e di studio; lo stupore cessa ogni volta, quando si riflette sulla grandezza dell’opera. Volendo anche solo fare brevi cenni alle diverse discipline che costituiscono la matematica, sarebbe impossibile contenerli in poche pagine; rinvio dunque ad altre mie analisi su geometria, logica e probabilità (D’AMORE, 1991, 1993, 1995, 2020), e mi limito a due-tre spunti sull’aritmetica e sulla geometria.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Pittiglio, Gianni. "Iconografia e retorica nella Commedia: similitudine miniate dello Yates Thomson 36." Dante e l'Arte 8 (March 7, 2022): 103–36. http://dx.doi.org/10.5565/rev/dea.150.

Full text
Abstract:
Nella tradizione miniata della Commedia, le illustrazioni riguardano quasi costantemente la narrazione del viaggio di Dante nei tre regni dell’Aldilà. Tra le deroghe più interessanti, però, esistono casi in cui gli autori dei programmi iconografici provano ad andare oltre e a mettere in immagine alcune delle numerose figure retoriche del testo dantesco.Lo Yates Thompson 36, grazie al suo ricchissimo apparato figurativo, è uno degli esemplari che lo fa in maniera piuttosto frequente, dando sostanza fisica a singole parole o a concetti più complessi che ispirano composizioni che senza utilizzare i versi o gli antichi commenti come “libretto” non sembrerebbero avere nessuna connessione con la Commedia.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Noto, Giuseppe. "«Dante Alegieri poeta fiorentino» (vero o presunto) nel primo testo a stampa a noi giunto pubblicato in Liguria (1474)." Carte Romanze. Rivista di Filologia e Linguistica Romanze dalle Origini al Rinascimento 10, no. 2 (December 23, 2022): 219–30. http://dx.doi.org/10.54103/2282-7447/18616.

Full text
Abstract:
Il saggio analizza la presenza della figura di Dante e di versi della Commedia in un opuscolo recante il titolo La Raxone de la Pasca e de la luna e le feste, che, a quanto ci è dato di sapere, è il primo testo stampato in Liguria, essendo ascrivibile al 1474, ovvero – si badi – a soli due anni dopo la princeps del poema.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Cravero, Mattia. "Chi dice ragna dice danno. Ecfrasi e ipostasi di Aracne nell’opera di Primo Levi." Quaderns d’Italià 26 (December 3, 2021): 187–98. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.497.

Full text
Abstract:
L’articolo analizza le citazioni ecfrastiche della Divina Commedia nell’opera di Primo Levi e dimostra la loro preponderanza nella produzione del chimico-scrittore. Due incisioni di Gustave Doré, in particolare, si ancorarono alla mente del giovane Levi quando, da piccolo, sfogliò e risfogliò l’opera dell’artista francese, fissandosi come un’icona inossidabile che raffigurava i versi di Dante. Ritornarono alla sua attenzione in età matura, sottoforma di simboliche reminiscenze, durante la sua attività di scrittore, favorendo la sua creatività letteraria e dimostrando un ascendente artistico che l’autore stesso negava di avere. L’intento del presente saggio è dunque dipanare il fil rouge della visualità nell’opera di Levi: tramite la comparazione dei passi e delle raffigurazioni della Commedia, ricostruendo la cronologia che intercorre tra questi rapporti, l’obiettivo è ricostruire l’influenza dell’arte nella vita e nella produzione letteraria del chimico-scrittore.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Pasquini, Laura. "miniatura al f. 177r del manoscritto Yates Thompson 36 della British Library." Dante e l'Arte 8 (March 7, 2022): 87–102. http://dx.doi.org/10.5565/rev/dea.152.

Full text
Abstract:
Nella miniatura al f. 177r del manoscritto Yates Thompson 36 della British Library, Giovanni di Paolo, mette in scena con dovizia di particolari l’invettiva accorata, pronunciata da san Pietro nel canto XXVII del Paradiso ai versi 19-66. L’artista fornisce un’interpretazione figurale particolarmente attinente al testo, dove anche quei particolari che a prima vista potrebbero risultare estranei o difficilmente comprensibili, si spiegano attraverso l’adesione a una tradizione figurativa ancora incardinata nella cultura del Medioevo, quella delle profezie papali figurate, cui lo stesso Dante fece ricorso in più luoghi della Commedia. Si tratta di un recupero in piena aderenza al testo, attraverso il quale l’artista senese intende esplicitare consapevolmente anche certe ricercate allusioni figurali, già contenute nell’invettiva del principe degli apostoli e confacenti all’epilogo segnatamente profetico.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Erdas, Donatella. "nautodikai." Dike - Rivista di Storia del Diritto Greco ed Ellenistico 24 (August 13, 2022): 33–62. http://dx.doi.org/10.54103/1128-8221/18603.

Full text
Abstract:
La magistratura ateniese dei nautodikai è menzionata in fonti frammentarie (un accenno in IG I3 41, testimonianze della loro attività in un paio di versi delle commedia antica e in un frammento di Cratero il Macedone) e nei lessici. Le prime attestazioni risalgono agli anni Quaranta del V sec. a.C. ed essi sembrano inizialmente coinvolti in cause legate all’accertamento della cittadinanza (graphai xenias), almeno fino agli ultimi decenni del V sec. a.C. Con i primi anni del IV sec. a.C. i nautodikai mutano funzione, e sono citati nell’orazione lisiana Sulla proprietà di Eratone come giudici impegnati in cause riguardanti degli emporoi. Tale funzione è inoltre confermata dalle fonti lessicografiche. Ripercorrendo tutte le testimonianze relative a questa magistratura, nell’articolo si intende mostrare come una caratteristica costante nell’operato dei nautodikai sia quella dell’urgenza e contemporanemente dell’inadempienza nello svolgimento delle cause. La loro limitata funzionalità come collegio giudicante spiegherebbe la dismissione del loro ufficio al più tardi intorno alla metà del IV sec. a.C., quando più sentita era l’esigenza di garantire una rapida risoluzione delle controversie, soprattutto in ambito commerciale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Liszka-Drążkiewicz, Agnieszka. "“Il poeta del pastiche”. Echi gozzaniani in Petrolio di Pier Paolo Pasolini." Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis | Studia de Cultura 9, no. 3 (July 5, 2018): 208–18. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.3.19.

Full text
Abstract:
Pier Paolo Pasolini in Petrolio cita alcuni versi di Guido Gozzano e in un saggio di Descrizioni di descrizioni lo presenta come “il poeta del pastiche”, sottolineando la sua epicità che lo avvicinerebbe a Dante. Considerando che numerosi riferimenti alla Divina Commedia e la predilezione per il pastiche costituiscono anche elementi basilari di Petrolio, esamino citazioni e allusioni alla poesia gozzaniana ivi presenti per specificarne le caratteristiche e determinarne le funzioni. Cerco inoltre di stabilire fino a che punto Pasolini si ispira a Gozzano e fino a che punto invece lo riscrive modificando in tal modo il significato delle sue poesie.„Poeta pastiszu”. Echa poezji Guida Gozzana w Petrolio Piera Paola PasoliniegoPier Paolo Pasolini w powieści Petrolio cytuje wiersze Guida Gozzana. W poświęconym mu eseju (przedrukowanym późnej w zbiorze Descrizioni di descrizioni) ukazuje go jako „poetę pastiszu”, podkreślając jednocześnie epickość jego poezji, która stanowi o jego podobieństwie do Dantego. Biorąc pod uwagę, że częste odniesienia do Boskiej komedii oraz upodobanie do pastiszu stanowią także istotne elementy samego Petrolio, w artykule autorka poddajeanalizie cytaty i aluzje do poezji Gozzana zawarte w tekście Pasoliniego w celu nakreślenia ich charakterystyki oraz ustalenia funkcji. Autorka stara się ponadto ustalić, na ile sam Pasolini inspiruje się twórczością Gozzana, a na ile ją przepisuje , modyfikując tym samym wydźwięk cytatów.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Popovic, Dusan. "Paideia i nasledje helenske kulture u inauguracionoj besedi Dimitrija Halkondila." Zbornik radova Vizantoloskog instituta, no. 45 (2008): 301–12. http://dx.doi.org/10.2298/zrvi0845301p.

Full text
Abstract:
(italijanski) Nell'articolo l'autore cerca di identificare, tra gli elementi della tradizione retorica tardoantica greca, i principali argomenti con i quali Demetrio Calcondila, uno dei maggiori esponenti dell'umanesimo bizantino della seconda meta del Quattrocento nell'Occidente, si e servito nella sua elaborazione del significato della cultura greca (paideia) non solo per quanto riguarda la civilta europea occidentale, ma anche quella cristiana in generale. Ora, il suo discorso, pronunciato nell'anno 1463 in occasione dell'inaugurazione della cattedra di studi greci all'Universita di Padova rappresenta una testimonianza di primo grado sull'adozione della cultura greca nell'Occidente durante il periodo rinascimentale. Partendo dall'edizione di testo del discorso, pubblicato da Geanakoplos (cfr. n. 1 dell'articolo), e possibile individuare certe particolarita che distinguono il concepimento, da parte di Calcondila, dell'importanza di educazione greca per la formazione di future generazioni di intellettuali nell'ambiente culturale dell'Occidente latino. Demetrio sottolinea anche il vantaggio da ricavare dallo studio di poeti ellenici, soprattutto Esiodo, per le altre artes liberales nel curriculum scolastico, cosi come la disposizione delle discipline dentro il sistema scolastico tardobizantino (cfr. n. 9). L'argomento cruciale della parte esortativa del discorso e il tentativo che lo sforzo, necessario per impossessarsi di queste discipline, ci si giustifici con profitto da esse ottenuto. Questo viene realizzato facendo riferimento al famoso verso sull'acquisizione di virtu attraverso lavoro duro, che e un passo tratto dal poema didattico esiodeo di Opere e giorni, v. 289. La forma sotto la quale questo verso e riportato in greco e molto scorretta, pero Calcondila ne ha proposto, poco piu sotto, una traduzione esatta. Fenomeno, quest'ultimo, abbastanza raro nell'impiego retorico di detti formativi (gr. gnwmai, lat. sententiae). Tra i pochi autori classici, i quali hanno usato il procedimento del genere, si annovera il piu grande grammatico latino, Prisciano di Cesarea, nella sua versione degli eserzici preliminari di retorica ermogeniana, sotto il titolo di Praeexercitamina. Qui lo stesso verso egli ha tradotto dal greco senza molta destrezza, cosicche il verso in latino apparve molto male, trovatosi in contrasto con lo stile elegante del latino (la cosiddetta latinitas). E percio che Prisciano non puo essere considerato quale modello direttamente adoperato da parte di Calcondila. L'impiego del verso citato, nell'ambito della tradizione parenetico- -encomiastica, presso gli scrittori greci, sia quelli bizantini che quelli classici, e abbastanza frequente. Eccone qualche esempio eclatante. Alla meta del Quattrocento Giovanni Eugenico questo topos lo utilizza nella sua Descrizione di Trapezunto, riferendosi al verso esiodeo gia menzionato (cfr. n. 18). Nel secolo dodicesimo, Eustazio di Salonicco lo impiega, all'occasione, perche esalti le imprese dell'imperatore Manuele I. D'altra parte, l'autore anonimo degli scolii ad Aftonio cita questi versi in valore di argomenti, messi nel contesto di un'altro esercizio preliminare quello di dimostrazione (kataskeuh). Simile elaborazione di questo motivo viene intrapresa anche dal platonico Massimo di Tiro, nel quadro della proposizione (qesij), con la quale si cerca di corroborare l'affermazione sulla preminenza della vita attiva sopra quella contemplativa. Peraltro, gia Luciano di Samosata aveva notato che questi versi diventarono convenzionali nelle declamazioni retoriche, e tale sviluppo del loro significato possiamo rintracciare partendo dalla Repubblica e dai Leggi platonici, attraverso le Reminiscenze di Senofonte, fino al Corpus etico di Plutarco. Nel suo discorso inaugurale, in qualita di argomento a contrario, Calcondila riporta anche il verso 287 dello stesso poema esiodeo, e lo traduce in latino. Per il simile procedimento egli, molto probabilmente, si e ispirato al saggio Sull'ebbrezza di Filone di Alessandria, dentro il quale questi versi sono stati utilizzati nel contesto simile, cioe rilevando il contrasto tra virtu ed ignoranza (cfr. n. 37). L'altro modello per l'uso del tema presso Demetrio puo ritenersi il celebre scritto di Basilio di Cappadocia a proposito, visto che quest'ultimo ci sta elaborando il rilievo dell'educazione di gioventu cristiana, basata sulla letteratura pagana. Insomma, la conclusione principale, riguardo alla tecnica compositiva di Demetrio, deriverebbe dal fatto che il suddetto pensiero esiodeo appare anche quale testimonianza degli antichi (marturia palaiwn) dentro il manuale ermogeniano di Progumnasmata, dove si trova appunto per quanto riguarda il procedimento d'elaborazione di una chria, in questo caso quella espressa attraverso la sentenza pseudoisocratea che le radici dell'educazione sono amare, ma che i suoi frutti, invece, sono dolci. A parte i luoghi tratti da alcuni poeti appartenti alla cosiddetta Commedia attica nuova, la metafora di sapienza e di impegno emerge, tra i romani anche presso Catone il Vecchio e si riconferma con il lessico adoperato da Demetrio ai vari posti del suo discorso inaugurale scritto in latino. Infine vanno inoltre menzionate anche delle particolarita che segnalano la meticolosita che Calcondila dimostra nei confronti dello stile elevato (gr. semnothj). Termine, quest'ultimo, cui e stata prestata grande importanza da parte di Ermogene, nell'ambito della sua teoria sopra le Idee (varieta di stile), la quale, poi, avrebbe in gran parte influenzato diversi prodotti letterari rinascimentali, sia quelli scritti in latino che quelli in lingua volgare.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Gillespie, Stuart. "A Victorian Dantofilo: Henry Clark Barlow’s Paradiso 7." Translation and Literature 33, no. 2 (July 2024): 238–44. http://dx.doi.org/10.3366/tal.2024.0590.

Full text
Abstract:
Henry Clark Barlow (1806–1876) was a lifelong student of Dante, publishing copious amounts of scholarship and a major edition of the Divina Commedia. He was also given to composing English poetry. He translated just one canto of Dante’s Commedia into English verse, which he never published: Paradiso 7. In this note the translation is introduced and transcribed from the University College London archive containing Barlow’s papers.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Balducci, Marino. "The Book between Paolo and Francesca: The True and False Love in Divina Commedia." Studia Paradyskie 33 (2023): 5–20. http://dx.doi.org/10.18276/sp.2023.33-01.

Full text
Abstract:
Według Dantego i chrześcijaństwa z pewnością to nie seks ani cudzołóstwo samo w sobie, ani też rozwiązłość, prowadzą do grzechu śmiertelnego, który może zabić naszą duszę i zamknąć nas w piekle: w tym sensie możemy myśleć o podstawowych symbolach, takich jak kobieta z Samarii, cudzołożnica i Magdalena z Ewangelii. Szczera seksualność promieniująca miłością, Prawdziwa Miłość, prowadzi zawsze i stopniowo do chwały niebieskiej: oto przesłanie ukryte w symbolach Boskiej Komedii. Przyczyną śmierci wewnętrznej i udręki, która czyni nas nieszczęśliwymi (a więc „uwięzionymi”… – captivi diaboli) jest powierzchowność naszego doświadczenia miłości, urazy i hipokryzja oraz chęć przytłoczenia innych. Tak jak jest w przypadku Paola i Franceski, analizowanym w niniejszym opracowaniu w odniesieniu do legend miłosnych Lancelotta i Tristana, a także do poetyckiej miłości Arnauta Daniela i Bertranda de Born. Temat homoerotyzmu jest poruszany w odniesieniu do Brunetto Latini, który znajduje się w piekle. Wizja Dantego symbolicznie pokazuje nam, że sodomia, jako zewnętrzny akt cielesny wywołany spontanicznym i natychmiastowym impulsem zmysłów, nie jest sama w sobie przyczyną potępienia. Jak można zaobserwować wśród różnych duchów kochanków w czyśćcu i w raju, śmierć duszy według poety wiąże się jedynie z ryzykiem wewnętrznym, niejednoznaczną granicą, jaką jest narcyzm i samolubna izolacja w obrębie naszego intelektu lub praktyki politycznej. W tej bardziej tolerancyjnej moralności erotycznej wydaje się, że Dante jest pod wpływem joachamickich ruchów Wolnego Ducha.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
11

Ullrich, Mareike. "»Un dernier éclair de poésie sur les cercles ténébreux«." Deutsches Dante-Jahrbuch 96, no. 1 (September 24, 2021): 103–16. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2021-0024.

Full text
Abstract:
Riassunto Nella novella Les Nuits d’octobre di Gérard de Nerval, una passeggiata nella Parigi notturna è attraversata da numerosi riferimenti alla Divina Commedia di Dante. Se altri hanno già interpretato tali riferimenti come satirici o come segni di una crisi personale, il presente contributo propone di leggere la passeggiata attraverso l’inferno come un’allegoria del viaggio dello scrittore verso il realismo – un progetto che viene messo alla prova nel corso del racconto, ma che si dimostra illusorio e alla fine fallisce.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
12

Sofia, Anna. "Il grano di Psammetico e l’oro di Paapis: in margine a Filocoro e a due frammenti comici." Aristonothos. Rivista di Studi sul Mediterraneo Antico 19 (October 19, 2023): 161–76. http://dx.doi.org/10.54103/2037-4488/21487.

Full text
Abstract:
In questo contributo l’autrice legge alcune fonti letterarie e storiche pervenuteci - in particolar modo Filocoro FGrHist 328 F 119 - riguardanti un donativo di grano inviato nel 445/4 agli Ateniesi da parte di Psammetico, un principe di discendenza libica, alla luce delle relazioni culturali e commerciali tra l’Egitto achemenide e Atene nel quinto secolo a.C. Offre anche una nuova analisi di un verso dalle Tracie di Cratino (fr. 76 K.-A.), che contiene forse un riferimento non a questo dono di Psammetico, ma alle coppe d’oro appartenute al mercante egizio Paapis, menzionato esplicitamente sia in IG II², 1383, sia in un frammento di una commedia di Leucone (fr. 1 K.-A.). In this paper the author reads some surviving literary and historical sources - in particular Philoch. FGrHist 328 F 119 - concerning a gift of corn sent in 445/4 to the Athenians by Psammetichus, a prince of Lybian descent, in the light of the cultural and trade relations between Achaemenid Egypt and Athens in the fifth century BC. She also offers a new analysis of a verse from Cratinus’ Thracian Women (frg. 76 K.-A.), which perhaps contains a reference not to this gift by Psammetichus, but to the golden cups that belonged to the Egyptian merchant Paapis, explicitly mentioned both in IG II² 1383 and in a fragment from a Leucon’s play (frg. 1 K.-A.).
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
13

Vitali, Fabien. "Barba/ro Dante." Deutsches Dante-Jahrbuch 94, no. 1 (September 23, 2019): 1–34. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2019-0002.

Full text
Abstract:
Riassunto La storia delle letture della Commedia nel sedicesimo secolo è ben documentata – dalle Prose della volgar lingua di Bembo fino ai commenti che, ridimensionando o avallandone il giudizio limitativo, comunque documentano il »precipitoso inarrestabile declino« (Dionisotti) della fama dantesca. Questa storia è basata soprattutto su giudizi espressi dagli »scrittori di alta classe«. Di contro, poco sappiamo del grado di diffusione e del significato di cui la Commedia godeva in ambito popolare. Partendo da alcune indicazioni presenti nello studio di Carlo Ginzburg, Il formaggio e i vermi, il saggio s’interroga anzitutto sul rapporto tra cultura popolare e Commedia nel Cinquecento. Più che alla dimensione storico-sociologica, l’interesse sarà rivolto a ciò che la ›popolarità‹ di Dante possa dirci della sua stessa opera. Riformulando quindi il problema in funzione dei presupposti teorici della Commedia – »villanus cantus« (Sanguineti), in parte scritto »per la piazza« (Pertile) – si arriverà ad esaminarne alcune qualità che con Mandelstam potremmo definire come »barbare«, quasi i fattori intrinseci dell’›attrattiva popolare‹ della poesia dantesca.Nella seconda parte, l’indagine si estenderà su alcuni esempi di lettori di Dante – Gelli, Doni, Franco. ›Popolari‹ di origine, ma non privi di educazione letteraria, questi autori a partire dagli anni ’30 irrompono nel campo delle forze con proposte originali, irriducibili alle posizioni della cultura egemone. Non solo: il loro discorso s’interseca in più punti con correnti di pensiero eterodosso, sia perché contrario al magistero classicistico-bembesco, sia perché affine alla Riforma. È quanto, in particolare, suggerisce un testo di Niccolò Franco cui si dedicherà un’analisi più approfondita – una lettera-finzione del 1547, rivolta a »Barba Dante«. Qui le parti coinvolte nella questione dantesca sono oggetto di un discorso apparentemente burlesco, ma che a ben vedere s’iscrive piuttosto nel registro ambiguo del paradosso erasmiano. In effetti, se Franco finge di assecondare le posizioni dominanti (Bembo, la Chiesa), in realtà le mina, accentuandone gli argomenti al punto da spingerle ad absurdum. L’esempio fa pensare che Dante ridiventi un punto di riferimento per la nuova generazione degli autori che nella generale contesa delle parti – »Streit der Autoritäten« (Kablitz/Regn) – cercano di affermarsi, militando per un’idea di letteratura alternativa a quella ufficiale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
14

Parera, Raquel. "Les estratègies de traducció d’Andreu Febrer en la seva versió de la Commedia de Dante." Magnificat Cultura i Literatura Medievals 7 (December 8, 2020): 141. http://dx.doi.org/10.7203/mclm.7.17011.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
15

Camacho, Paul A. "Educating Desire: Conversion and Ascent in Dante’s Purgatorio." Religions 10, no. 5 (May 4, 2019): 305. http://dx.doi.org/10.3390/rel10050305.

Full text
Abstract:
In Cantos 17 and 18 of the Purgatorio, Dante’s Virgil lays out a theory of sin, freedom, and moral motivation based on a philosophical anthropology of loving-desire. As the commentary tradition has long recognized, because Dante placed Virgil’s discourse on love at the heart of the Commedia, the poet invites his readers to use love as a hermeneutic key to the text as a whole. When we contextualize Virgil’s discourse within the broader intention of the poem—to move its readers from disordered love to an ordered love of ultimate things—then we find in these central cantos not just a key to the structure and movement of the poem, but also a key to understanding Dante’s pedagogical aim. With his Commedia, Dante invites us to perform the interior transformation which the poem dramatizes in verse and symbol. He does so by awakening in his readers not only a desire for the beauty of his poetic creation, but also a desire for the beauty of the love described therein. In this way, the poem presents a pedagogy of love, in which the reader participates in the very experience of desire and delight enacted in the text. In this article, I offer an analysis of Virgil’s discourse on love in the Purgatorio, arguing for an explicit and necessary connection between loving-desire and true education. I demonstrate that what informs Dante’s pedagogy of love is the notion of love as ascent, a notion we find articulated especially in the Christian Platonism of Augustine. Finally, I conclude by offering a number of figures, passages, and themes from across the Commedia that provide fruitful material for teachers engaged in the task of educating desire.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
16

Vinitsky, Ilya. "HOW THE IMPROVISOR’S PANTS WERE MADE: The cultural genealogy of the epigraph to the fi rst chapter of Pushkin’s “Egyptian Nights”." Vremennik Pushkinskoi Komissii 34 (2020): 111–30. http://dx.doi.org/10.31860/0236-2481-2020-34-111-130.

Full text
Abstract:
In the present essay I want to broaden the sphere of potential textual and ideological sources of the epigraph to the first chapter of Pushkin’s “Egyptian Nights,” to make precise the genealogy of the French witticism that reached the Russian poet and served as the basis for his epigraph, and to offer a social and cultural interpretation of it in the context of Pushkin’s work. I argue that the witticism does not have a direct relationship to the genre of the verse epigram but rests on a humorous prose tradition of the seventeenth and eighteenth centuries, which included jokes about the pants of hapless musicians, which in turn derived from Renaissance anecdotes and Italian commedia dell’arte
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
17

Könönen, Maija. "‘Infernal’ subtexts in Brodsky’s poem The fifth anniversary." Sign Systems Studies 30, no. 2 (December 31, 2002): 677–94. http://dx.doi.org/10.12697/sss.2002.30.2.19.

Full text
Abstract:
This essay explores the intertextual relationships of Joseph Brodsky’s poem Пятая годовщина an occasional verse dedicated to the fifth anniversary of the poet’s enforced emigration from the Soviet Union. As is common in Brodsky’s poetics, the text is imbued with allusions to other texts, not only from Russian, but from Western belles lettres, as well. Through reminiscences of La Divina Commedia the lost homeland together with the beloved native city of Leningrad is paralleled with Dante’s “lost and accursed” Florence as well as with the lost St.Petersburg of Mandelshtam and Akhmatova, among others. The Dantean undertones are exposed not only on the semantical level of the examined text but in the metrical and structural aspects of the poem, as well.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
18

Cechinel, Fernanda Moro, and Silvana De Gaspari. "As edições das traduções da Commedia dantesca no Brasil do século XX: tradutores e prefaciadores." Revista de Italianística, no. 46 (December 22, 2023): 99–116. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.i46p99-116.

Full text
Abstract:
A obra Commedia, escrita pelo florentino Dante Alighieri provavelmente no início do século XIV, na ainda não unificada Itália, teve sua primeira versão pública traduzida para o português do Brasil, acredita-se, por volta dos anos 1843, na cidade do Rio de Janeiro, a partir da obra Ramalhete poético do parnaso italiano, do médico, poeta e tradutor Luiz Vicente De Simoni (HEISE, 2007). No entanto, foi no século XX que a obra ganhou diversas traduções e edições em solo brasileiro. Este artigo visa dar continuidade à publicização de alguns dos resultados obtidos na pesquisa, em nível de doutorado, que está sendo desenvolvida no Programa de Pós-Graduação em Literatura (PPGLit) da Universidade Federal de Santa Catarina (UFSC), com bolsa Capes/DS. Em linhas gerais, a pesquisa versa sobre o papel de alguns paratextos (GENETTE, 2009), a saber: prefácio, posfácio, quarta capa e orelha, na leitura de uma obra literária. Contudo, nosso objetivo com este texto será apresentar um panorama das edições brasileiras da Commedia dantesca no século XX, tendo por base seus tradutores e prefaciadores. Nesta etapa da pesquisa, selecionamos 13 edições, que foram catalogadas pelo Dicionário de Literatura Italiana Traduzida (DLIT). Para alcançarmos tal intento, primeiramente, apresentaremos uma brevíssima reflexão sobre o lugar ocupado pela palavra escrita na construção da Itália unificada, bem como o papel da palavra escrita e traduzida na consolidação do mercado editorial no Brasil. Em seguida, com base nas informações obtidas a respeito dos tradutores e prefaciadores coletadas, em sua maioria, através dos materiais paratextuais presentes nas próprias edições pesquisadas, buscaremos traçar um perfil inicial dessas publicações, pensando nos pontos de contato e nas divergências existentes entre elas.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
19

Andreetta, Sara, Oleksandra Soldatkina, Vezha Boboeva, and Alessandro Treves. "In poetry, if meter has to help memory, it takes its time." Open Research Europe 1 (May 28, 2021): 59. http://dx.doi.org/10.12688/openreseurope.13663.1.

Full text
Abstract:
To test the idea that poetic meter emerged as a cognitive schema to aid verbal memory, we focused on classical Italian poetry and on three components of meter: rhyme, accent, and verse length. Meaningless poems were generated by introducing prosody-invariant non-words into passages from Dante’s Divina Commedia and Ariosto’s Orlando Furioso. We then ablated rhymes, modified accent patterns, or altered the number of syllables. The resulting versions of each non-poem were presented to Italian native speakers, who were then asked to retrieve three target non-words. Surprisingly, we found that the integrity of Dante’s meter has no significant effect on memory performance. With Ariosto, instead, removing each component downgrades memory proportionally to its contribution to perceived metric plausibility. Counterintuitively, the fully metric versions required longer reaction times, implying that activating metric schemata involves a cognitive cost. Within schema theories, this finding provides evidence for high-level interactions between procedural and episodic memory.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
20

Andreetta, Sara, Oleksandra Soldatkina, Vezha Boboeva, and Alessandro Treves. "In poetry, if meter has to help memory, it takes its time." Open Research Europe 1 (February 23, 2023): 59. http://dx.doi.org/10.12688/openreseurope.13663.2.

Full text
Abstract:
To test the idea that poetic meter emerged as a cognitive schema to aid verbal memory, we focused on classical Italian poetry and on three components of meter: rhyme, accent, and verse length. Meaningless poems were generated by introducing prosody-invariant non-words into passages from Dante’s Divina Commedia and Ariosto’s Orlando Furioso. We then ablated rhymes, modified accent patterns, or altered the number of syllables. The resulting versions of each non-poem were presented to Italian native speakers, who were then asked to retrieve three target non-words. Surprisingly, we found that the integrity of Dante’s meter has no significant effect on memory performance. With Ariosto, instead, removing each component downgrades memory proportionally to its contribution to perceived metric plausibility. Counterintuitively, the fully metric versions required longer reaction times, implying that activating metric schemata involves a cognitive cost. Within schema theories, this finding provides evidence for high-level interactions between procedural and episodic memory.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
21

Gasillón, María Lourdes. "Bordes difusos entre la poesía y el teatro, la palabra y la imagen. Una lectura de "Títeres de pies ligeros" de Ezequiel Martínez Estrada." Tropelías: Revista de Teoría de la Literatura y Literatura Comparada, no. 39 (January 26, 2023): 125–44. http://dx.doi.org/10.26754/ojs_tropelias/tropelias.2023397387.

Full text
Abstract:
En este trabajo presentamos una lectura de Títeres de pies ligeros (1929) de Ezequiel Martínez Estrada (1895-1964), un texto dramático en verso cuya primera publicación incluye dibujos del propio autor, que involucra la relación entre palabra e imagen y la mezcla de géneros literarios (de Aguiar e Silva, 1984; Lampis, 2016). Además, analizaremos cómo este “poema teatral” (Barcia, 1995) o poema dialogado (Ghiano, 1957) incorpora de manera particular la tradición de la commedia dell’arte italiana y su versión francesa –en los personajes farsescos representativos–, la dramaturgia de Luigi Pirandello y algunos aspectos del libro Lunario sentimental de Leopoldo Lugones. Nuestra propuesta se detiene, entonces, en realizar la observación atenta de la relación entre el texto literario y los dibujos que representan y destacan los elementos centrales de una obra teatral protagonizada por marionetas que exhiben vicios y virtudes humanas. Esos dibujos marcan un vínculo doble con el texto, ya que reafirman sus antecedentes en la tradición pero, al mismo tiempo, señalan características que los diferencian porque los personajes están sometidos al irreversible paso del tiempo (Burgos, 2011). Para complementar el análisis, abrevaremos en los conceptos de intermedialidad (Wagner, 1996; Pimentel, 2003) e imagentexto (Mitchell, 2009; Alberdi Soto, 2015), que caracterizan la operación compleja de transposición (Steimberg, 2013) realizada por el autor en este “experimento dramático”.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
22

Di Fonzo, Claudia. "Del Convivio e del perché Bartolo da Sassoferrato non lo conoscesse." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 55, no. 2 (June 21, 2021): 642–52. http://dx.doi.org/10.1177/00145858211021553.

Full text
Abstract:
Il contributo porta avanti l’analisi della repetitio alla lex si ut proponitis del dodicesimo libro del Codice del giurista Bartolo da Sassoferrato dedicata alla dignitas e alla nobilitas. Si dimostra, con elementi interni al testo, che Bartolo conosceva la canzone Le dolci rime d’amore ch’io solea, che commenta minuziosamente nel suo approfondimento giuridico (repetitio), ma che non conosceva il Convivio. Giunto a discutere la seconda delle opiniones in materia di nobiltà che Dante espone nella canzone Le dolci rime, Bartolo interpreta erroneamente il verso che recita “e altri fue di più lieve savere / che tal detto rivolse / e l’ultima particula ne tolse” dimostrando di non conoscere l’auto-commento che Dante fa della canzone medesima nel quarto libro del Convivio. Il volgarizzamento procurato da Lapo da Castiglionchio nella seconda metà del Trecento, fedelissimo al dettato latino della repetitio ci fornisce una controprova di questa posizione critica.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
23

PANT, R. P., ANUJ BHATNAGAR, and MURARI LAL. "Role of alternate host plants in the transmission of apical leaf curl disease of potato caused by tomato leaf curl New Delhi virus - potato (ToLCNDV-pot.) in Northern India." Indian Journal of Agricultural Sciences 88, no. 8 (August 21, 2018): 1258–62. http://dx.doi.org/10.56093/ijas.v88i8.82565.

Full text
Abstract:
Whitefly (Bemisia tabaci Gennadius) is a plant sap-sucking insect and transmits begomovirus, tomato leaf curl New Delhi virus-potato (ToLCNDV-potato) causing potato apical leaf curl disease has been posing serious threat to potato production in Northern India. Therefore, a field survey was conducted in Northern India during 2013-14 and 2014-15 potato offseason to identify the host plants, activity of whitefly on these plants with confirmation of ToLCNDV-potato through PCR. The presence of whitefly and PCR results revealed that cultivable host plants Abelmoschus esculentus, Capsicum annum, Dahlia pinnata, Luffa cylindrica, Solanum melongena, Tagetes erecta, Vigna radiata and non-cultivable host plants Phyllanthus niruri, Trifolium repens, Acalypha indica and Commelina benghalensis acquired ToLCNDV-potato in due course of time, however some of the alternate host plants were found negative, while whitefly collected from these plant showed positive reaction or vice versa. The findings of this study would help in studying the movement of whitefly and survival of ToLCNDV-potato on alternate host plants for better management of this disease in potato. As a precaution, a care should be taken to remove these plants in the vicinity of potato breeder seed crop in whitefly endemic area for the effective management of apical leaf curl disease of potato.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
24

Cosentino, Paola. "Apuleio, l’adulterio e la "Milesia" di Donato Giannotti." Versants. Revista suiza de literaturas románicas 2, no. 69 (November 14, 2022). http://dx.doi.org/10.22015/v.rslr/69.2.4.

Full text
Abstract:
Partendo dalla commedia fiorentina di inizio Cinquecento, il saggio prende in esame la Milesia di Giannotti collocandola a fianco degli analoghi esperimenti teatrali in versi realizzati da Jacopo Nardi e da Lorenzo Strozzi. Insieme ai testi comici antichi, l’opera sembra guardare alle novelle contenute nel IX libro delle Metamorfosi di Apuleio legate al tema dell’adulterio, tenendo altresì conto delle riscritture fornite da Boccaccio nel Decameron (V, 10 e VII, 2) e dal Mantovano nel Formicone. Keywords: Firenze, commedia cinquecentesca, Giannotti, Apuleio, adulterio
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
25

Moore, Timothy. "Nuove volute di versi: Poesia e musica nella commedia greca di V e IV sec. a. C, edited by Gostoli, A., and Zimmermann, B. with the collaboration of Bianchi, F.B." Greek and Roman Musical Studies, October 31, 2023, 1–4. http://dx.doi.org/10.1163/22129758-bja10072.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
26

Riccobono, Maria Gabriella. "Poeta, autore e investitura profetica nella Commedia." Deutsches Dante-Jahrbuch 90, no. 1 (January 28, 2015). http://dx.doi.org/10.1515/dante-2015-0007.

Full text
Abstract:
ZusammenfassungDer vorliegende Beitrag möchte klären, inwiefern Dante die Konzepte des »auctor« beziehungsweise des »poeta« voneinander abhebt oder aber analogisiert. Dafür wird zunächst untersucht, wie in den der Commedia vorangehenden Werken die volgare-Dichter und die lateinischen auctores zueinander in Beziehung gesetzt werden. In der Commedia steht die prophetische Dimension im Vordergrund, so dass sich Dante hier den Rang eines poeta zuerkennen und seine Vision als ein den heiligen Schriften gleichrangiges Werk darstellen kann. Von diesen Voraussetzungen ausgehend scheint die Interpretation der Verse, in denen Dante durch seinen Ahn Cacciaguida die deutlichste und elaborierteste Dichter-Investition in der Commedia erfährt, zwingend: Die auctoritas gebührt stets den heiligen Schriften und ihren Verfassern: Der einzige wahre auctor ist, in der Tat, Gott.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
27

Noemi, Corlito. "Alfieri vertit Terenzio: la scoperta del comico e il ruolo di Elio Donato." CALÍOPE: Presença Clássica 1, no. 36 (January 8, 2019). http://dx.doi.org/10.17074/cpc.v1i36.23218.

Full text
Abstract:
Con l’intento di plasmare un suo personale verso comico, a partire dal 1790 Vittorio Alfieri traduce, legge e postilla le commedie di Terenzio, dimostrando nell’occasione la sua natura di filologo, attento alle edizioni e ai commenti di cui esse sono corredate. In particolare, per recuperare la comicità latina, Alfieri plausibilmente legge e fa proprie le ‘preziose’ lezioni del commento esegetico di Elio Donato, riversandone le glosse nell’atto del tradurre l’Eunuchus.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
28

Simonato, Edoardo. "La presenza della "Celestina" nelle commedie di Luigi Groto, Liquidi e Ruzante." Versants. Revista suiza de literaturas románicas 2, no. 69 (November 14, 2022). http://dx.doi.org/10.22015/v.rslr/69.2.7.

Full text
Abstract:
L’articolo mostra come la commedia Il Tesoro (1583) di Luigi Groto, il Cieco d’Adria, rappresenti uno degli esempi più fulgidi della fortuna della Celestina nel teatro italiano del Rinascimento. Una fortuna che è stata per lo più negata dalla critica, ma di cui invece si rilevano tracce evidenti in una “linea veneta” di personaggi di ruffiane comiche che muove da Ruzante per arrivare fino a Groto, passando per il teatro della “scuola d’i Liquidi”. Proprio questi esempi veneziani di primo e medio Cinquecento guidarono il Cieco (autore pienamente inserito nel contesto teatrale veneto) verso il tardo repêchage del testo spagnolo. Keywords: Groto, Celestina, Ruzante, Liquidi, Ruffiana
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
29

Schreiber, Sylvia. "Per essemplo di lei bieltà si prova – Dantes Beatrice." Deutsches Dante-Jahrbuch 87-88, no. 1 (January 11, 2014). http://dx.doi.org/10.1515/dante-2013-0006.

Full text
Abstract:
RiassuntoNella famosa canzone della Vita Nuova »Donne ch’avete intelletto d’amore« Dante presenta la figura di Beatrice come modello della bellezza femminile. Nel Convivio conferma che »bello è tanto quanto lei somiglia«. Nel Paradiso gli mancano le parole per descrivere la bellezza della sua donna. Partendo dalla questione dell’ideale estetico e della rappresentazione della donna nelle arti figurative all’epoca di Dante, questo contributo cerca di mostrare l’immagine che il poeta ci presenta della sua donna. Come gli innumerevoli ritratti di madonne e di sante del suo tempo, le poesie di Dante e degli stilnovisti trasmettono un’immagine piuttosto stereotipata della donna. La bellezza del suo corpo coincide con la bontà della sua anima, e non viene concretizzata attraverso descrizioni precise: i poeti si limitano a parlare del bel viso, degli occhi, della bocca, del colore del vestito. Come nella pittura, non è ancora giunta l’epoca del ritratto individuale. L’ammirazione delladonna si esprime nello stile della loda, conforme alle convenzioni retoriche del dolce stil nuovo. Nella Vita Nuova la bellezza della donna angelicata si unisce alla sua funzione come ispiratrice della poesia, mentre nella Divina Commedia Beatrice diventa guida spirituale di Dante nel suocammino verso la conoscenza divina
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
30

Klettke, Cornelia. "Das Universum als gefühlte Wahrheit jenseits des Wissens. Zum XXXIII. Gesang von Dantes Paradiso." Deutsches Dante-Jahrbuch 91, no. 1 (January 8, 2016). http://dx.doi.org/10.1515/dante-2016-0009.

Full text
Abstract:
RiassuntoIl contributo evidenzia la particolare importanza che l’amore riveste per il cristiano alla ricerca della Verità. Lo sfondo concettuale del Canto XXXIII deriva dalla teologia di San Bernardo, la cui figura guida Dante-pellegrino verso la fine del suo viaggio. Teologia, questa, che prevede un nuovo rapporto del cristiano con un Dio-Padre misericordioso e con la Madre di Dio. Dante inscena la contemplazione mistica di Dio attraverso una serie di paragoni che non scaturiscono dall’esperienza che il poeta fa di Dio bensì, grazie ad una figuratività comprensibile per l’intelletto umano, costituiscono solo una rappresentazione attenuata dell’intuita sublimità del Divino. La vicinanza a Dio, di cui un estasiato può aver fatto esperienza nella propria visione, può essere resa solo indirettamente da chi scrive. L’Autore cerca di accostarsi all’essenza di Dio attraverso tre grandi immagini - il nodo, i cerchi trinitari e la quadratura del cerchio - rivelando le loro conformità strutturali: tutte e tre le immagini sono geometrizzazioni del Divino. Ogni volta viene esplicitamente messo in rilievo l’incrocio del concetto visivo con l’indicibile e irrappresentabile sentimento d’amore, collocando così la Verità in una sfera irraggiungibile. Come Cristo nel velo della Veronica, così Dante-uomo reale si trasforma e s’imprime, per così dire, nel tessuto sacro del suo »sacrato poema«. La nostra lettura intende mettere in risalto come il testo dantesco, soprattutto alla fine della Commedia, esalti l’amore, inteso come idea portante del Cristianesimo, quale culmine della sua intera opera.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
31

Alamsyah, Alamsyah, Amalia Ika Wulandari, Muhammad Uswah Pawara, and Muhammad Yusuf Al-Hafidz. "Analisis kekuatan struktur ramp door haluan pada kapal Ferry Ro-Ro 1500 GT dengan variasi beban menggunakan Finite Element Method." Turbo : Jurnal Program Studi Teknik Mesin 11, no. 2 (December 24, 2022). http://dx.doi.org/10.24127/trb.v11i2.2161.

Full text
Abstract:
Ramp Door is a door to put a vehicle into a Ro-Ro ship or any other type of ship that transports vehicles. The use of Ramp Door is needed to facilitate the process of unloading and loading vehicles from the crossing dock to the ship and vice versa. This study aims to analyze the strength of Ramp Door structure with load variations from various types of vehicles in order to compress the maximum stress results and safety factors. The method used is the FEM method with the help of an element-based application up to. The results of the study obtained the maximum stress value of Ramp Door Bow with MPV vehicle type at an even load is 43.26 MPa. In this type of SUV vehicle, the maximum stress with an even load is 50.37 MPa. In sedan vehicle type the maximum stress with an even load is 37.61 MPa. in commerial vehicle type the maximum stress with an even load is 45.70 MPa. In this type of small truck vehicle, the maximum stress with an even load is 81.53 MPa. In large truck vehicles the maximum stress with an even load is 302.48 MPa. In this type of vehicle, the maximum stress bus with an even load is 178.08 MPa. For the largest safety factor value is a type of Commercial vehicle with a value of 8.91. While the smallest safety factor value is the type of Big Truck vehicle with a safety factor value of 1.01.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography