Academic literature on the topic 'Colloquio'

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Journal articles on the topic "Colloquio"

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Torlone, Francesca. "Contenuti core di un Corso di studi e gestione dei colloqui individuali di orientamento." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (July 2021): 114–36. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-2021oa12119.

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Abstract:
Il colloquio individuale di orientamento si configura come un percorso che lo studente, tradizionale e non, intraprende dal momento in cui incontra un docente nella fase di accoglienza fino all'ultimo dei colloqui che realizza prima del conseguimento della certificazione finale. Il percorso è segnato da colloqui ciclici, svolti con docenti diversi e nei vari momenti che attraversano il processo di orientamento del singolo studente. Ogni colloquio, o meglio ogni "batteria" di colloqui, si inserisce in momenti specifici della vita accademica, personale e professionale della persona. Ognuna di queste "batterie" di colloqui ha propri obiettivi e risultati attesi, volti a consentire allo studente di conseguire i suoi obiettivi di orientamento nel quadro dei contenuti core del CdS-L19. Lo studio che il contributo presenta articola i risultati conseguiti dagli studenti in quattro tappe attraverso cui si sviluppa il processo di orientamento: esplicitazione della domanda di orientamento da parte dello studente; la motivazione e la retention dello studente; la costruzione di una risposta di orientamento pertinente da parte del docente; la valutazione dei progressi realizzati.
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Bianchi, Lavinia. "La narrazione nella relazione educativa: le parole dell'intercultura." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 270–79. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9254.

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Abstract:
Le narrazioni della migrazione si caratterizzano per complessità, intensità e molteplici finalità tra loro composite: di natura amministrativa (l'audizione davanti alla Commissione Territoriale per la richiesta di Protezione Internazionale), sociale (il colloquio sociale per l'apertura della cartella e per la progettazioneorientamento), educativa (i colloqui educativi per la progettazione dei PEI1 e del PDI) e psicologica (i colloqui terapeutici individuali di gruppo e i vari setting etnopsicologici). Troppo spesso sospesi tra narrazioni tossiche e strumentalizzazioni spettacolarizzanti (Fiorucci, 2017) i discorsi della migrazione rappresentano, invece, una possibilità educativa ed educante, una risorsa potenzialmente efficace per una solida e restitutiva relazione educativa. Questa riflessione teorica è frutto di analisi autoetnografica, dei memo narrativi (Charmaz, 2014) raccolti dal 2011 al 2018 nella pratica educativa in accoglienza e nella ricerca Dottorale relativa all'educazione dei Msna costruita tra il 2015 e il 2018.
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Ricci Bitti, Pio Enrico. "La comunicazione interpersonale: espressione delle emozioni e comportamento non verbale nell'interazione sociale e nella relazione di cura." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (October 2021): 145–55. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12603.

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Abstract:
Il contributo, a partire dall'interesse di Canestrari per il colloquio clinico e la relazione di cura nella pratica medica, descrive alcuni filoni di ricerca sviluppatisi dal 1970 in poi nell'Istituto di Psicologia dell'ateneo bolognese su alcuni aspetti e processi della comunicazione interpersonale: il repertorio comunicativo non verbale e le sue funzioni nell'interazione sociale; l'espressione e la regolazione delle emozioni nelle relazioni interpersonali. Sulla base dei risultati delle indagini svolte viene affrontato, sul piano applicativo, il delicato problema della formazione e dell'addestramento dei professionisti della salute alla relazione interpersonale in generale ed al colloquio clinico in particolare; vengono descritte esperienze di addestramento alla relazione col paziente mediante la tecnica del role-playing con l'uso della videoregistrazione e di addestramento al primo colloquio clinico mediante la tecnica del video feedback in piccolo gruppo.
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Picchione, John. "A colloquio con Antonio Porta." Quaderni d'italianistica 7, no. 2 (October 1, 1986): 247–54. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v7i2.11005.

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5

Allò, Alfio. "Valore epistemologico del colloquio terapeutico." EPISTEMOLOGIA, no. 2 (February 2015): 289–302. http://dx.doi.org/10.3280/epis2014-002008.

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BACCARANI, CLAUDIO, GREGORI, GIAN LUCA, and LOCCIONI, ENRICO. "A colloquio con Enrico Loccioni." Sinergie Italian Journal of Management, no. 100 (2018): 127–30. http://dx.doi.org/10.7433/s100.2016.08.

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Burdi, Patrizia. "La "cultura mestiza" un Colloquio internazionale." La Ricerca Folklorica, no. 21 (April 1990): 129. http://dx.doi.org/10.2307/1479363.

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Tere Powell, Ingrid. "Gli strumenti del colloquio: considerazioni cliniche." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (December 2021): 27–45. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003003.

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Abstract:
Il seguente articolo introduce la metodologia utilizzata nel lavoro di supporto psicologico ai migranti richiedenti asilo e ai titolari di protezione - che seguo come psicologa del Centro Astalli Trento. Nel testo verranno presentati gli strumenti impiegati durante la pratica clinica - molti dei quali venivano portati a colloquio dall'utenza - come ad esempio: le cartine geografiche, i manufatti, le foto, i video ecc. Questi strumenti mi hanno permesso di lavorare in chiave etno-clinica e sono stati negoziati durante la relazione di sostegno ai beneficiari del servizio.
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Lariccia, Sergio. "Su Capograssi : Giuseppe Capograssi: conoscenza colloquio coscienza." RITORNO AL DIRITTO, no. 7 (February 2009): 178–87. http://dx.doi.org/10.3280/rit2008-007017.

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Capozucca, Andrea. "A colloquio con Alex Bellos a Londra." Lettera Matematica Pristem 101, no. 1 (January 2017): 17–26. http://dx.doi.org/10.1007/s10031-017-0030-x.

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Dissertations / Theses on the topic "Colloquio"

1

Cavagna, Elsa. "Il colloquio nel counselling medico delle gravidanze gemellari." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2014. http://hdl.handle.net/10077/9983.

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Abstract:
2012/2013
INTRODUZIONE La gravidanza gemellare è da sempre argomento di grande fascino, mistero, ma anche preoccupazione per le numerose problematiche materne e fetali che comporta. Infatti, nonostante i progressi della medicina, essa continua a presentare un maggior rischio rispetto alle gravidanze singole a tutte le epoche gestazionali, una maggiore incidenza di morbilità e mortalità perinatale, di patologie gravidiche e di complicanze al parto. Nonostante il grande interesse verso il “fenomeno gemelli”, la letteratura sull’argomento non è particolarmente ricca e questo deficit d’informazione costituisce un aspetto problematico per le famiglie, che talvolta rischiano di far prevalere sugli aspetti positivi del “mettere al mondo una coppia”, gli aspetti di stress e di fatica. Uno strumento fondamentale in grado da un lato di arginare il senso di smarrimento delle coppie in attesa di gemelli e dall’altro, di incrementare il loro livello di conoscenza, è rappresentato da un’adeguata formazione ed informazione rispetto a tutti gli aspetti connessi alla gemellarità. Numerosi contributi scientifici dimostrano, infatti come una buona comunicazione centrata sul paziente, caratterizzata da chiarezza e completezza delle informazioni, e da uno stile relazionale accogliente, contribuisca a mantenere l’ansia entro livelli contenuti e favorisca la compliance delle pazienti ai vari trattamenti. Il management della gravidanza gemellare rappresenta quindi un argomento molto controverso della moderna ostetricia e il momento del counseling medico si contraddistingue come un aspetto cruciale del percorso dell’intera gravidanza. Tra i motivi della necessità di una gestione specialistica accurata e personalizzata vi è anche il costante incremento delle gravidanze gemellari frutto spesso di metodiche di fecondazione assistita che contraddistinguono la genitorialità come risultato di una scelta consapevole ma che allo stesso tempo vede i futuri genitori costretti a prendere decisioni impegnative che riguardano il ricorso a metodiche invasive per intervenire sulle varie complicanze che, come accennato in precedenza, possono presentarsi a qualsiasi epoca gestazionale. LA RICERCA Nell’ideare e nel realizzare la ricerca, si è cercato di mettere in luce la complessità della comunicazione medico-paziente come un aspetto che contribuisce alla creazione di una delle relazioni sociali più complicate poiché riguarda il rapporto tra individui che si trovano in posizioni non paritarie, è connotata emotivamente e richiede una stretta collaborazione tra gli attori coinvolti (Ong et al.,1995). Oggetto principale di questo studio è la “Pragmatica della comunicazione medico-paziente”, ovvero degli effetti che la comunicazione esercita sul comportamento dei pazienti, in uno specifico ambito: il colloquio medico nel counselling delle gravidanze gemellari. Presupposto fondamentale in questa concezione è l’idea che la relazione tra medico e paziente sia costruita attraverso la loro interazione e attraverso la comunicazione che hanno luogo in un contesto che è “matrice dei significati” e contribuisce a dare forma e senso alla comunicazione. La ricerca di una modalità comunicativa sempre più efficace ed attenta alle esigenze dei pazienti in questo ambito così particolare e carico anche di profondi aspetti emotivi, nasce dalla sensibilità dei medici dell’ambulatorio delle gravidanze gemellari che accettano la sfida dell’apprendimento di una nuova modalità di comunicare, per migliorare sempre di più il rapporto medico-paziente. In particolare il lavoro si è focalizzato sul modello della medicina “Patient centred” (Moja, Vegni, 2000) che sottolinea l’importanza degli aspetti della comunicazione e della relazione all’interno della consultazione clinica e più in generale, nei percorsi di cura. Numerosi lavori sulla medicina centrata sul paziente si focalizzano sul raggiungimento di una comunicazione efficace (Stein, 2005), poiché è ormai stabilito chiaramente che specifici comportamenti comunicativi dei medici sono associati ad un incremento dello stato di salute dei pazienti, all’aderenza al trattamento e alla loro soddisfazione. L’influenza delle modalità comunicative e comportamentali dei medici sui pazienti è un punto centrale di questo lavoro in cui si è cercato di mettere a confronto gli effetti di due modalità comunicative su due gruppi di coppie in attesa di gemelli. Lo studio ipotizza che una pertinente formazione dei medici alla comunicazione centrata sul paziente produca, rispetto a un gruppo di controllo, un cambiamento nel livello d'ansia, una maggiore soddisfazione della coppia al termine delle visite ed una migliore memorizzazione delle informazioni ricevute. Si sono presi in considerazione questi indicatori, in quanto le ricerche in letteratura riportano un alto livello d'ansia, una scarsa soddisfazione e un'inadeguata memorizzazione delle informazioni dopo i colloqui con i medici; questi indicatori a breve termine sono variabili attraverso le quali può essere definita e valutata l'efficacia della comunicazione tra medico e paziente. La connessione tra comunicazione e aderenza ai trattamenti, tra comunicazione e soddisfazione dei pazienti, e l’analisi degli stili comunicativi del medico, sono alcuni dei temi che sono stati al centro dell’attenzione degli studi condotti in quest’ambito poiché è sempre più chiaramente dimostrato che le variazioni nei processi di comunicazione influenzano in modo rilevante proprio gli atteggiamenti e i comportamenti del paziente (la sua soddisfazione circa la visita medica, l’attenersi alle prescrizioni del medico e la riduzione delle sue preoccupazioni) (si vedano ad esempio Ong et al., 1995; Brédart et al., 2005). La vasta letteratura specialistica mette in evidenza che migliorare la comunicazione tra medico e paziente ha un impatto favorevole sulla soddisfazione dei pazienti circa la visita, il trattamento e la relazione stessa con il medico (Bredart et al., 2005; McDonagh et al., 2004; Eide et al., 2003; Ong et al., 2000a). ARTICOLAZIONE DELLA RICERCA FASE 1: OSSERVAZIONE DELL’INTERAZIONE COMUNICATIVA TRA MEDICO E PAZIENTE IN UN SETTING NON MODIFICATO. Lo studio si compone di più fasi. Nella prima fase sono stati osservati per tre sessioni nell’arco di due mesi i sette medici che si occupano del counselling delle gravidanze gemellari con l’ausilio della scheda Osce, “Objective Structured Clinical Examination” (OSCE-esame clinico strutturato Harden 1975), che analizza tutte le parti salienti della comunicazione medico-paziente. La presenza dell’osservatore era stata introdotta dalla responsabile dell’Unità Operativa spiegando che era in corso una ricerca sui gemelli. L’osservatore era presente durante il couselling e non veniva percepito come elemento di disturbo né per i medici, né per le coppie. Contemporaneamente è stata verificata l’autopercezione delle proprie competenze comunicative, nel gruppo dei medici coinvolti nello studio, attraverso un questionario “Percs” The Program to Enhance Relational and Communication Skills (PERCS). L’osservazione dello “stato dell’arte” della comunicazione è stata condotta con un campione di controllo di 35 coppie in attesa di gemelli, durante la prima visita ecografica a cui è stata somministrata una serie di strumenti di valutazione che verranno discussi nel paragrafo relativo agli strumenti. Come accennato in precedenza, ogni medico è stato osservato in tre sessioni separate, a distanza di tempo, compatibilmente con i turni di ambulatorio. Per “sessione” si intende l’intera mattinata dedicata all’ambulatorio delle gravidanze gemellari, e quindi anche 7-8 colloqui per mattinata. Si è stabilito un numero di tre osservazioni per cercare di ridurre quanto più possibile il bias dell’osservatore e ogni colloquio di ogni sessione era codificato con la griglia Osce. L’utilizzo di questa checklist ha permesso l’individuazione di alcune aree critiche (identificate con un numero elevato di presenza di “comportamenti mancanti”) e la predisposizione di un percorso di formazione mirata al comparto medico che compensasse tali aree critiche e il cui obiettivo era verificare se un setting modificato, ovvero un nuovo modo di condurre il counselling, producesse effettivamente delle differenze statisticamente significative nel livello di ansia, nella soddisfazione della coppia verso il colloquio e nella qualità del ricordo. Per le sue caratteristiche peculiari, il modello di “medicina centrata sul paziente” (Moja e Vegni, 2000) è il modello che si è deciso di introdurre, con la speranza di verificare gli eventuali cambiamenti prodotti sugli indicatori che sono stati ritenuti importanti nella gestione ottimale delle gravidanze gemellari. FASE 2 : IL POST FORMAZIONE A formazione completata, tutte le osservazioni della fase precedente sono state ripetute con le stesse modalità, partendo dall’osservazione dei medici attraverso la griglia Osce, proseguendo con una nuova verifica della loro autopercezione delle competenze comunicative e terminando con il reclutamento di altre 35 coppie durante la visita del primo trimestre. La natura dello studio, il suo carattere descrittivo, e gli obiettivi di ricerca hanno comportato, dal punto di vista metodologico, la scelta di metodi di ricerca sia di natura qualitativa, più adatti a rilevare e a descrivere i processi comunicativi, sia quantitativi, rispondenti alla necessità di misurare i risultati del processo. IL CAMPIONE Più in particolare, la ricerca prevede l'utilizzo di due condizioni di osservazione e valutazione: nella prima fase pre-formazione sono state osservate 35 coppie di genitori in attesa di gemelli, e nella fase successiva alla formazione, un analogo gruppo sperimentale, con le stesse caratteristiche del primo. Le prime 35 coppie di genitori hanno ricevuto un colloquio informativo in un setting non modificato (corrispondente allo studio di come avvengono abitualmente i colloqui). Al contrario, il gruppo sperimentale, formato da 35 coppie di genitori in attesa di gemelli ha ricevuto lo stesso colloquio in un setting modificato dalla formazione dei medici verso un modello di visita “centrata sul paziente”. Particolare cura è stata dedicata nella selezione del secondo campione in modo da ottenere due gruppi quanto più omogenei per età, livello di scolarità e tipo di gravidanza (indotta o spontanea) . La ricerca prevede quindi tre gruppi di soggetti: 1. Il gruppo dei medici che si occupano del counselling delle gravidanze gemellari; 2. Il gruppo di genitori reclutati prima della formazione dei medici; 3. Il gruppo dei genitori reclutati dopo la formazione dei medici. GLI STRUMENTI DI VALUTAZIONE Per valutare l'esito del colloquio , gli strumenti individuati sono: • STAY-Y (C.D. Spielberger): per la misurazione dello stato d'ansia prima e dopo il colloquio • HCCQ “Health Care Communication Questionaire” (P. Gremigni, M. Sommaruga): per la valutazione della soddisfazione dei genitori rispetto al colloquio appena terminato • “Scala dello stile di coping” (A.L. Comunian): per l'individuazione dello stile di coping dei genitori • Questionario per il ricordo: da compilare entro due settimane dopo il colloquio Per i medici, sono stati utilizzati i seguenti strumenti. • GRIGLIA OSCE: scheda di osservazione della consultazione medico/paziente e valutazione delle abilità comunicative • Questionario PERCS (Program to Enhance Relational and Communication Skills): per verificare le convinzioni di autoefficacia comunicative dei medici ANALISI STATISTICHE Al fine di valutare l’eventuale differenza tra i gruppi, sono stati applicati test parametrici (t test) e non parametrici (Mann Whitney), in funzione della distribuzione dei dati. Si è considerato un valore di p<.01quale indicatore di significatività statistica. Per valutare l’eventuale presenza di associazioni tra le variabili (ansia di stato post colloquio e soddisfazione verso il colloquio; ansia di stato post colloquio e stili di coping) è stato calcolato il coefficiente di Pearson, ad un livello di significatività di 0.05 e 0.01. L’analisi statistica dei dati è stata effettuata con il programma SPSS versione 18.0 per Windows. PRINCIPALI CONCLUSIONI Per verificare come i medici che si occupano del counselling delle gravidanze gemellari gestiscono la conversazione clinica, la relazione con le coppie che afferiscono all’ambulatorio, vi è stata una fase preliminare di osservazione di ogni medico da parte di un osservatore esterno che, con l’uso di un’articolata check-list guida di osservazione, ha segnato tutti i comportamenti che il medico mette in atto durante le varie fasi del colloquio. In particolare questo strumento di osservazione divide ogni consultazione clinica nei suoi momenti salienti: l’inizio della sessione, la raccolta delle informazioni, la costruzione del rapporto e la chiusura della sessione. Le osservazioni svolte ai medici prima che essi ricevessero la formazione hanno messo in luce uno stile comunicativo molto chiaro, orientato alla risoluzione del problema. Le osservazioni dei medici prima della formazione evidenziano anche che essi usano un comportamento verbale appropriato, mantanendo una posizione di neutralità anche davanti a prese di posizione forti dei pazienti. Ciò che invece nella fase pre-formazione risultava essere molto meno frequente erano le parti maggiormente connesse agli aspetti emotivi del counselling. Con la formazione vi sono state delle leggere modifiche come dimostra l’incremento delle frequenze registrate per alcuni item della checklist. Da quanto osservato emerge che lo stile comunicativo prevalente dei medici che si occupano del counselling delle gravidanze gemellari è orientato al problema: si tratta cioè di una comunicazione strumentale (Ong.et. al, 1995) attraverso la quale i medici forniscono informazioni utilizzando un linguaggio chiaro, specialistico ma comunque accessibile ai pazienti. Numerosi studi mettono in evidenza che la quantità ed il dettaglio delle informazioni fornite durante le visite, migliorano sia il ricordo che la soddisfazione dei pazienti (Ong.et.al, 1999). La ricerca in oggetto è strutturata come un’osservazione a più livelli, in diversi momenti; la verifica dell’efficacia della formazione, o meglio, la verifica degli eventuali cambiamenti prodotti dalla formazione è stata effettuata sia attraverso questionari di autovalutazione dei medici, sia con osservazioni dirette con l’ausilio di apposite checklist, che attraverso la misurazione di outcome accuratamente selezionati come il livello di ansia di stato dei pazienti dopo il colloquio medico e la loro soddisfazione rispetto al counselling ricevuto. Uno degli obiettivi centrali dello studio era verificare se la formazione al comparto medico avesse prodotto dei cambiamenti nello stato d’animo dei pazienti, se cioè il loro livello di ansia dopo il colloquio medico, fosse diverso nei due gruppi di pazienti testati. Dall’osservazione dei dati che abbiamo elaborato è stato possibile osservare che in entrambi i gruppi di genitori in attesa di gemelli, sia le mamme che i papà sono caratterizzati da un’ansia di tratto molto bassa, addirittura inferiore al livello medio della popolazione di riferimento, il che sta ad indicare che queste persone, generalmente non dovrebbero presentare disturbi di tipo ansioso nella loro quotidianità. Tuttavia, il livello medio di ansia (di stato) di tutti i soggetti testati nel momento immediatamente precedente il counselling, aumenta, in particolare nelle coppie che hanno una gravidanza gemellare indotta. Questo dato conferma quanto affermato dalla letteratura che descrive il colloquio medico come un evento stressante, caratterizzato da una disparità di livello tra medico e paziente. Le donne, sia del gruppo di controllo che del gruppo sperimentale, mostrano un livello di ansia più elevato rispetto agli uomini di entrambi i gruppi. Il dato veramente sorprendente deriva dalla misurazione del livello dell’ansia di stato immediatamente dopo il colloquio. Tutti i soggetti, infatti, erano stati invitati a compilare lo Stai-Y anche dopo la visita medica, unitamente agli altri questionari utilizzati per la valutazione della soddisfazione dei pazienti verso il colloquio medico e per l’identificazione dello stile di coping utilizzato dalle coppie in un momento emotivamente cosi importante. Osservando i dati relativi al gruppo delle mamme, si è potuto evidenziare che il livello medio di ansia misurato subito dopo il colloquio, si è significativamente ridotto, attestandosi addirittura sotto il livello medio di ansia della popolazione generale. Questo trend è stato rilevato sia per le mamme del gruppo di controllo, quelle cioè che hanno ricevuto il counselling da medici non formati, che per le mamme che hanno ricevuto il counselling dai medici formati. Il medesimo trend si è verificato nei gruppi dei padri: sia i futuri papà del gruppo di controllo che quelli del gruppo sperimentale, vivono una significativa diminuzione del livello medio dell’ansia di stato dopo aver ricevuto il counselling. Un altro importante obiettivo, suggerito dallo studio della letteratura era verificare se vi potesse essere una correlazione tra il livello dell’ansia dei pazienti subito dopo il colloquio e la soddisfazione verso il colloquio stesso. I dati che abbiamo analizzato mostrano come nel gruppo delle mamme che ricevono il colloquio dai medici non formati, il livello di ansia correli negativamente sia con dimensione “problem solving “ che con la dimensione “respect”, nonché alla “non verbal immediacy”. Queste tre dimensioni fanno riferimento rispettivamente alla capacità del medico di mettere in atto comportamenti orientati alla risoluzione dei problemi, alla loro competenza nel fornire informazioni chiare ed appropriate che consentono ai pazienti di prendere decisioni importanti in maniera consapevole ed autonoma e al comportamento affiliativo mostrato dal medico che riesce ad avere un dialogo chiaro ma non distanziante da un punto di vista psicologico. la modalità del “colloquio strumentale”, caratteristica del gruppo dei medici non formati, è in grado di assolvere a ben due importanti funzioni: in primo luogo, non solo contiene, ma addirittura riduce sensibilmente il livello di ansia percepita dai pazienti. In secondo luogo, tali pazienti, sentendosi rassicurati dalle informazioni ricevute e dalla modalità comunicativa, esprimono la loro soddisfazione verso il colloquio stesso. Per quanto riguarda le mamme del gruppo sperimentale, ovvero del gruppo che riceve il counselling dai medici formati, l’analisi dei dati non ha rilevato delle significatività statistiche nelle correlazioni tra il livello dell’ansia e la soddisfazione verso il colloquio, espresso attraverso il testi HCCQ. Ciò nonostante, dobbiamo però ricordare che anche l’ansia di stato misurata nel gruppo sperimentale delle mamme, si riduce in maniera significativa e quindi un effetto terapeutico è comunque raggiunto. L’ipotesi relativa alla verifica di una eventuale correlazione tra il livello d’ansia e l’utilizzo di determinate strategie di coping da parte dei pazienti, ha evidenziato come le mamme del primo gruppo, quelle che hanno ricevuto il counselling dai medici non formati, usino strategie di coping sia razionali che relazionali per tener sotto controllo lo stress del momento. Attraverso le strategie di coping relazionale le mamme usano le proprie skill di socializzazione per ridurre lo stress, così come succede anche per le strategie di coping razionale. Nel gruppo delle mamme che ricevono il counselling dai medici formati, è maggiormente diffuso un coping di tipo difensivo per tener sotto controllo il livello di stress generato dalla situazione. La sensibilità dei padri che ricevono il colloquio dai medici non formati orienta la loro preferenza verso il fattore della “Non verbal Immediacy” che risulta essere l’aspetto maggiormente coinvolto nel contenimento della loro ansia. Tale dimensione fa specifico riferimento all’atteggiamento empatico del medico che si dimostra in grado di gestire questa relazione così complessa. Contemporaneamente questo gruppo di pazienti utilizza strategie di coping di tipo difensivo nella direzione della gestione dell’emotività, probabilmente escludendo dal proprio orizzonte cognitivo ciò che è ritenuto troppo pericoloso e inaccettabile. Nel gruppo dei papà che ricevono il counselling dei medici formati sul modello “Patient centred”, l’aspetto che viene ritenuto più importante risulta essere la dimensione del “Problem solving” che fa riferimento all’abilità dei medici di gestire efficacemente una comunicazione complessa. Se si riconsidera quanto era emerso dalle osservazioni dei colloqui attraverso la griglia Osce, la perizia dei medici nella gestione degli aspetti tecnici e clinici era ineccepibile in entrambi i gruppi. Sembra quindi che l’aspetto della comunicazione strumentale correli significativamente con la soddisfazione di questi pazienti, come peraltro suggerisce una parte degli studi ai quali si è fatto più volte riferimento (Ong et al.,1995). L’interesse verso un modello ed uno stile comunicativo che mettesse il paziente al centro dell’attenzione del clinico deriva ancora una volta dallo studio della letteratura che evidenzia come la patient-centredness sia significativamente correlata alla compliance ai trattamenti nonché alla comprensione e memorizzazione delle informazioni. Questo aspetto è particolarmente importante in comunicazioni in cui possono esservi aspetti forieri di stress che potrebbe interferire con la memorizzazione ed il ricordo delle informazioni ascoltate (Ong et al., 1995). L’insufficiente memorizzazione può comportare a sua volta nei pazienti la percezione di disporre di una quantità insufficiente di informazioni, percezione che può peggiorare ulteriormente i vissuti di incertezza e di ansia. Gli studi indicano che è soprattutto la quantità di informazioni mediche fornite ad essere correlata al ricordo, mentre l’atteggiamento “affettivo” del medico risulta più debolmente collegato al ricordo (Ong et al.,2000). Attraverso un questionario di dieci domande che facevano riferimento al contenuto del counselling, si è tentato di esplorare il ricordo delle pazienti ad una settimana circa dalla visita. Purtroppo solo un numero molto limitato di pazienti sia del primo che del secondo gruppo hanno risposto al nostro questionario; ciò che abbiamo potuto verificare è che non vi sono differenze significative nella qualità del ricordo tra i gruppi, ad eccezione della domanda che faceva riferimento al ricordo del nome del medico che aveva condotto il colloquio; coerentemente da quanto evidenziato dalla griglia Osce, le pazienti del primo gruppo non ricordano il nome del medico, poiché prima della formazione, nessun dottore si presentava per nome. Risposte errate in entrambi i gruppi riguardano il significato clinico di esami di screening proposti durante il counselling e la gestione di alcune complicanze, come le infezioni batteriche, argomenti ampiamente discussi durante il colloquio. Emerge quindi che sebbene la comunicazione sia gestita in maniera ottimale, alcuni aspetti importanti non vengono adeguatamente memorizzati, forse a causa dell’elevato livello di ansia provato prima del colloquio o per l’elevato numero di informazioni trasmesse. Non è quindi lo stile comunicativo ad essere ostacolo alla memorizzazione e comprensione delle informazione, ma lo stato d’animo nel qui ed ora delle pazienti. A tal proposito ci è sembrata una strategia efficace quella di dedicare ai genitori in attesa di gemelli una pubblicazione dal titolo “Arrivano i gemelli: tutto quello che ti può essere utile sapere sulla gravidanza gemellare”, che viene consegnata ad ogni coppia in occasione del counselling del primo trimestre. Ultimamente l’Unione Europea sta puntando alla dissemination delle informazioni e alla Health Literacy che potrebbe essere letteralmente tradotta come “Istruzione o alfabetizzazione alla salute”. Tuttavia l’Organizzazione Mondiale della Sanità, definendo il ruolo della Health Literacy, fa riferimento a “competenze sociali e cognitive che determinano la motivazione e l’abilità degli individui di ottenere accesso, comprendere e usare l’informazione in modo da promuovere e mantenere un buono stato di salute”. Un prezioso aspetto della Health Literacy riguarda la possibilità di migliorare l’accesso delle persone all’informazione sulla salute e la loro capacità di usarla con efficacia, per cui la Health Literacy è una forma cruciale di empowerment. Proprio in quest’ottica si è sviluppata l’idea di scrivere un compendio informativo cartaceo da consegnare a tutte le coppie che si rivolgono all’ambulatorio delle gravidanze gemellari per la consulenza del primo trimestre. Questo opuscolo è quindi in linea con un nuovo trend europeo che sposta gli investimenti sul piano della salute, dalla pubblicazione scientifica alla formazione della popolazione generale e alla sua crescita culturale e conoscitiva sui temi della salute. L’opuscolo è frutto della collaborazione di ginecologi, genetisti, neonatologi, psicologhe ed ostetriche che si sono impegnati per aiutare le coppie in attesa di gemelli a meglio comprendere la loro esperienza di genitori di gemelli e rispondere ai loro bisogni. La brochure non intende sostituire la comunicazione con i medici; essa rappresenta invece uno strumento chiaro che può essere utilizzato dalla coppia ogni volta che sorge un dubbio, non si ricorda un’informazione, si desidera approfondire un aspetto della gravidanza gemellare. La pubblicazione contiene informazioni riguardo ai vari tipi di gravidanza gemellare, a come viene fatta la diagnosi e quali sono i principali rischi dei diversi tipi di gravidanza. Viene descritta la sindrome della Trasfusione feto fetale e le modalità di intervento attuate presso gli Spedali Civili di Brescia. Vi è un capitolo dedicato alla gestione del parto e alla descrizione del reparto di Terapia intensiva neonatale, all’interno della guida vi sono anche fotografie e disegni per aumentare al massimo la chiarezza di quanto trattato. Una sezione è dedicata ai corretti stili di vita per avere una buona gravidanza e, considerando il profondo impatto emotivo della gemellarità, sono stati trattati anche alcuni importanti aspetti psicologici della relazione tra genitori e gemelli. Alla luce di questo ampio lavoro di “osservazione sistemica” possiamo concludere ribadendo ancora una volta come la comunicazione tra medico e paziente abbia un ruolo fondamentale all’interno del processo di cura e sia lo strumento principale attraverso cui si costruiscono le singole relazioni .
XXV Ciclo
1973
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2

MADONNA, Federica. "Empatia e libero arbitrio: un colloquio aperto fra neuroscienze, etica e psicologia." Doctoral thesis, Università degli studi di Cassino, 2020. http://hdl.handle.net/11580/75212.

Full text
Abstract:
Aware of the fact that in today’s literature the phenomena of empathy and free will are investigated in a parallel way and, therefore, distinct from each other, the analysis of the nature of cognitive empathy has provided the incipit to start one new, perhaps, original study, both on the nature of the same and on the relationship between the latter and the free will. Convinced that empathy is not what, commonly, today’s culture denotes, research provides a new explaination, starting from the concept of free will. The hypothesis is that what is meant, erroneously, by empathy, “would be nothing else” than a particular manifestation of a different concept, the free will, precisely, with which the agent would consciously choose to “step into someone else’s shoes”, making a cognitive effort of what is called mind reading. If this was true there would be, certainly, two consequences: 1. The phenomenon known as “empathy” (empathy accurancy, co-cognition etc.) would indicate a non-existent denoted: they would speak of what does not exist, since emotional capacity would not be the source of the same empathy, but quite the opposite; 2. The concept of empathy should be redefined either by eliminating it in its entirety or by being careful to clarify that when we talk about empathy only those “basic”, neurobiological aspects of brain functioning are indicated that would make man able to interface with the surrounding reality. The conclusions therefore lead to an original interpretation of the concept of empathy, identifying in the history of the same the qui pro quo at the origin of the erroneous interpretation of the phenomenon.
Consapevole del fatto che nella letteratura odierna i fenomeni dell’empatia e del libero arbitrio sono indagati in maniera parallela e, quindi, distinta l’uno dall’altro, l’analisi della natura dell’empatia cognitiva ha fornito l’incipit per avviare uno studio nuovo, forse originale, sia sulla natura della stessa sia sul rapporto fra quest’ultima ed il free will. Convinti che l’empatia non sia ciò che, comunemente, la cultura odierna denoti, la ricerca ne fornisce una nuova spiegazione, partendo dal concetto di libero arbitrio. L’ipotesi è che ciò che si intende, erroneamente, per empathy, “altro non sarebbe” che una manifestazione particolare di un concetto diverso, il free will, appunto, con cui l’agente sceglierebbe, consapevolmente, di “calarsi nei panni altrui”, operando uno sforzo cognitivo di ciò che viene definita lettura della mente. Se ciò fosse vero si avrebbero, necessariamente, due conseguenze: 1. I fenomeni conosciuti come “empatia” (empathy accurancy, co-cognition etc.) indicherebbero un denotato inesistente: parlerebbero, vale a dire, di ciò che non esiste, poiché non sarebbe la capacità emotiva la fonte della medesima empatia, ma tutt’altro; 2. Bisognerebbe ridefinire il concetto di empatia o eliminandolo in toto o essendo attenti a chiarire che quando si parla di empathy si indicano solamente quegli aspetti “di base”, neurobiologici, del funzionamento cerebrale che renderebbero abile l’uomo ad interfacciarsi con la realtà circostante. Si giunge, pertanto, nelle conclusioni ad una interpretazione originale del concetto di empatia, individuando nella storia dello stesso il qui pro quo all’origine dell’interpretazione erronea del fenomeno.
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3

VESCOVO, ANTONIETTA. "La comunicazione medico-paziente in ginecologia: analisi multimodale degli aspetti verbali e non verbali del colloquio clinico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/152.

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Abstract:
Il presente lavoro di ricerca ha l'obiettivo di analizzare i primi minuti del colloquio clinico tra ginecologo e paziente, allo scopo di individuare gli elementi verbali e non verbali che caratterizzano questo scenario comunicativo. I colloqui sono stati videoregistrati e il comportamento è stato codificato mediante un software specifico, Theme, che ha permesso di rilevare sequenze comportamentali ripetute nel corso dell'interazione, denominate T-pattern. Il campione è costituito da 32 colloqui ginecologo-paziente, suddivisi in funzione delle variabili di ricerca. La prima variabile è la patologia della paziente (endometriosi o patologia oncologica), la seconda variabile è il numero di medici presenti al colloquio (un medico o più medici), la terza variabile è il ruolo rivestito nel corso del colloquio (medico o paziente). I risultati ottenuti hanno mostrato un effetto significativo della patologia e del ruolo sulla manifestazione di una serie di comportamenti verbali e non verbali. L'analisi dei T-pattern ha evidenziato che i gruppi di colloqui si differenziano in base all'organizzazione temporale e ritmica dell'interazione.
This research's aim is the analysis of the initial minutes of the clinical consultation in gynaecology, in order to identify the verbal and nonverbal aspects that characterize this communicative context. The interactions were video recorded and the behaviour coded using specific software, Theme that made possible the detection of repeated interactive behavioural patterns, called T-patterns. A total of 32 interactions between gynaecologists and patients were considered in this work. The interactions were grouped according to the research variables. The first variable is patient's disease (endometriosis or gynaecological cancer), the second one is the number of physicians taking part in the interaction (one physician or more physicians), the third one is the role during the consultation (physician or patient). The results showed that patient's disease and role have a significant effect on some verbal and nonverbal behaviour. T-pattern analysis illustrated that the consultations differ because of the temporal and rhythmic interactive organization.
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VESCOVO, ANTONIETTA. "La comunicazione medico-paziente in ginecologia: analisi multimodale degli aspetti verbali e non verbali del colloquio clinico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/152.

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Abstract:
Il presente lavoro di ricerca ha l'obiettivo di analizzare i primi minuti del colloquio clinico tra ginecologo e paziente, allo scopo di individuare gli elementi verbali e non verbali che caratterizzano questo scenario comunicativo. I colloqui sono stati videoregistrati e il comportamento è stato codificato mediante un software specifico, Theme, che ha permesso di rilevare sequenze comportamentali ripetute nel corso dell'interazione, denominate T-pattern. Il campione è costituito da 32 colloqui ginecologo-paziente, suddivisi in funzione delle variabili di ricerca. La prima variabile è la patologia della paziente (endometriosi o patologia oncologica), la seconda variabile è il numero di medici presenti al colloquio (un medico o più medici), la terza variabile è il ruolo rivestito nel corso del colloquio (medico o paziente). I risultati ottenuti hanno mostrato un effetto significativo della patologia e del ruolo sulla manifestazione di una serie di comportamenti verbali e non verbali. L'analisi dei T-pattern ha evidenziato che i gruppi di colloqui si differenziano in base all'organizzazione temporale e ritmica dell'interazione.
This research's aim is the analysis of the initial minutes of the clinical consultation in gynaecology, in order to identify the verbal and nonverbal aspects that characterize this communicative context. The interactions were video recorded and the behaviour coded using specific software, Theme that made possible the detection of repeated interactive behavioural patterns, called T-patterns. A total of 32 interactions between gynaecologists and patients were considered in this work. The interactions were grouped according to the research variables. The first variable is patient's disease (endometriosis or gynaecological cancer), the second one is the number of physicians taking part in the interaction (one physician or more physicians), the third one is the role during the consultation (physician or patient). The results showed that patient's disease and role have a significant effect on some verbal and nonverbal behaviour. T-pattern analysis illustrated that the consultations differ because of the temporal and rhythmic interactive organization.
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5

Avogaro, Anna <1994&gt. "Il colloquio di raccolta delle memorie delle persone richiedenti asilo. Preparazione all’audizione presso la Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17039.

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Abstract:
.Con questo elaborato si intende proporre un metodo di preparazione, conduzione ed elaborazione del colloquio di raccolta delle memorie delle persone richiedenti asilo. Questo tipo di colloquio si inserisce all’interno delle attività di accompagnamento e tutela legale, promosse dai centri di accoglienza di diversa natura ed è funzionale all’audizione presso la Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale a cui è sottoposta ogni persona richiedente asilo in Italia. La proposta viene fatta attraverso lo studio delle linee guida e manuali operativi proposte da fonti autorevoli oltre che l’esperienza nel campo di chi scrive. Lo scopo è aiutare la persona ad arrivare all’audizione presso la Commissione territoriale quanto più consapevole dei propri diritti, doveri e delle dinamiche. La tesi è divisa in tre parti. La prima parte è dedicata alla ricostruzione del dibattito scientifico. La seconda parte fornisce dei riferimenti per capire l’iter giuridico della domanda di protezione internazionale. La terza parte propone un’analisi ed una sintesi degli strumenti ed accorgimenti utili per la preparazione e la conduzione del colloquio di raccolta delle memorie in preparazione all’audizione presso la Commissione territoriale.
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6

Seok, Haerim. "Colloquy (2016)." University of Cincinnati / OhioLINK, 2016. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=ucin1470753220.

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7

Tan, Ludwig Ai-Kiang. "Null arguments in Singapore colloquial English." Thesis, University of Cambridge, 2007. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.613357.

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8

Kazeminejad, Ghazaleh. "Pronominal Complex Predicates in Colloquial Persian." UKnowledge, 2014. http://uknowledge.uky.edu/ltt_etds/5.

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Abstract:
Pronominal complex predicates in colloquial Persian are periphrastic constructions with an idiosyncratic syntactic pattern. They show a peculiar behavior compared to the regular agreement system in Persian, and they are the only construction in Persian which requires the obligatory presence of a pronominal enclitic. This work is an attempt to analyze this construction in order to find its function. For this purpose, a lexical semantic classification of them was proposed, which helped in presenting a new analysis. It was found out that this construction is used to express a particular diathesis in which the topic of the sentence (determined according to Givón’s topicality hierarchy) is an indirect participant. I proposed a hybrid dual-layer agreement system which includes a morphosyntactic and a semantic layer. The pronominal enclitic was analyzed as a phrasal affix and agreement marker by reference to Givón’s (1976) and Anderson’s (2005) arguments. The construction was analyzed to be an instance of the external possessor construction proposed by Haig (2008), which is observed in Iranian languages. The classification of the data clarified the mapping of semantics onto syntax. The proposed analysis could be added to and unified with the current analysis of Persian complex predicates (Bonami and Samvelian, 2009).
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9

Blair, Caroline Sandlin. "Denominal Verb Formation in Colloquial Russian." Thesis, The University of Arizona, 2014. http://hdl.handle.net/10150/319938.

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10

Shaady, Amal Abdel Ghany Abou. "Adverbial usage in Egyptian colloquial Arabic." Thesis, SOAS, University of London, 1995. http://eprints.soas.ac.uk/29558/.

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Abstract:
This study is concerned with the syntactic order of adverbials in Egyptian Colloquial Arabic. The thesis reviews previous treatments of the adverb both in Arabic and English and investigates a consistent body of data from a particular type of Egyptian Colloquial Arabic and specifically from female usage which differs in some respects from that of men. Previous treatments were mainly structural of the Bloomfieldian type or Transformational-Generative following the work of Noam Chomsky. Treatment of the adverb within the latter framework has undergone various changes throughout the years mainly centering around the place of generation of the Adverb within the tree of any particular sentence and also around the actual identification of certain strings as adverbial. The position taken in this study is that the adverb is any element of the sentence other than the obligatory major constituents, namely the subject and the predicate. Adverbs are thus optional or structurally disposable constituents, which may be deleted without affecting grammaticality. It is hypothesized that the distinct problems that adverbials pose for the analyst lie in the relative distributional freedom they enjoy in the sentence. Semantic considerations as well as that of the usage of certain adverbials are examined in order to explain the syntactic behaviour of adverbials where necessary. After discussing different views held towards the adverbial category, a classification system is suggested. It was found that adverbials are best classified on the grounds of position and function. In chapter 4, a thorough examination of their modifying function is presented followed by an examination of their sentence position and the effect of this on sentence acceptability.
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Books on the topic "Colloquio"

1

Marzocca, Fabio. L'intimo colloquio. Italia: Dulcamara Edizioni, 2009.

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2

Rodolfo, Doni. Colloquio con Lorenzo. Milano: Edizioni Ares, 1992.

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3

Consul, Enza. Lo sproloquio del colloquio: Come non fare un colloquio di lavoro. Milano: A. Mondadori, 1994.

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4

1940-, Musarra Franco, ed. Due generazioni a colloquio. Firenze: F. Cesati, 2009.

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5

1951-, Cesari Severino, ed. Colloquio con Giulio Einaudi. Roma: Theoria, 1991.

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6

Mancinelli, Maria Rosaria. Il colloquio in orientamento. Milano: Vita e pensiero, 2000.

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7

Dal colloquio alla teoria. Milano: R. Cortina, 1992.

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8

Gianfranco, Coffele, ed. Colloquio su Eugen Drewermann. Roma: LAS, 1994.

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9

Mancinelli, Maria Rosaria. Il colloquio in orientamento. Milano: Vita e pensiero, 2000.

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10

Lalli, Nicola. Il primo colloquio psichiatrico. Napoli: Liguori, 2001.

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Book chapters on the topic "Colloquio"

1

Ivancich, Valentina. "Il colloquio clinico." In L’ambulatorio in psichiatria dell’età evolutiva, 61–79. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2703-9_4.

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2

Bellack, Alan S., Melanie E. Bennett, and Jean S. Gearon. "Colloquio motivazionale con soggetti affetti da SPMI." In La terapia cognitivo-comportamentale dell’abuso di sostanze in comorbilità con disturbi mentali gravi, 91–113. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1621-7_6.

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3

Hodgson, Naomi, Joris Vlieghe, and Piotr Zamojski. "Colloquium." In Debating Higher Education: Philosophical Perspectives, 159–68. Cham: Springer International Publishing, 2020. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-45019-9_12.

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4

Decarolis, Francesco, and Martin Trybus. "Colloquium." In Law and Economics of Public Procurement Reforms, 185–98. Abingdon, Oxon ; New York, NY : Routledge, 2018.: Routledge, 2017. http://dx.doi.org/10.4324/9781315100005-11.

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5

Kutlina-Dimitrova, Zornitsa, and Pedro Telles. "Colloquium." In Law and Economics of Public Procurement Reforms, 15–30. Abingdon, Oxon ; New York, NY : Routledge, 2018.: Routledge, 2017. http://dx.doi.org/10.4324/9781315100005-2.

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6

Dimitri, Nicola, and Tünde Tátrai. "Colloquium." In Law and Economics of Public Procurement Reforms, 93–102. Abingdon, Oxon ; New York, NY : Routledge, 2018.: Routledge, 2017. http://dx.doi.org/10.4324/9781315100005-5.

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7

Fazekas, Mihály, and Stéphane Saussier. "Colloquium." In Law and Economics of Public Procurement Reforms, 131–45. Abingdon, Oxon ; New York, NY : Routledge, 2018.: Routledge, 2017. http://dx.doi.org/10.4324/9781315100005-8.

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8

Reinhoudt, Jurgen, and Serge Audier. "Colloquium Participants." In The Walter Lippmann Colloquium, 53–89. Cham: Springer International Publishing, 2017. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-319-65885-8_2.

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9

Guest, Michael. "Symposia, Colloquia, and Workshops." In Springer Texts in Education, 207–10. Singapore: Springer Singapore, 2018. http://dx.doi.org/10.1007/978-981-13-2475-8_21.

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10

Innset, Ola. "The Lippmann Colloquium." In Springer Studies in the History of Economic Thought, 39–58. Cham: Springer International Publishing, 2020. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-38885-0_3.

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Conference papers on the topic "Colloquio"

1

Bern, Jochen, Christoph Meinel, and Harald Sack. "Electronic colloquia." In the 16th annual international conference. New York, New York, USA: ACM Press, 1998. http://dx.doi.org/10.1145/296336.296364.

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2

Computational Linguistics Staff. "Electronic colloquia." In the 13th conference. Morristown, NJ, USA: Association for Computational Linguistics, 1990. http://dx.doi.org/10.3115/992507.992528.

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3

Sahebi, Shaghayegh, Chirayu Wongchokprasitti, and Peter Brusilovsky. "Recommending research colloquia." In the 1st International Workshop. New York, New York, USA: ACM Press, 2010. http://dx.doi.org/10.1145/1869446.1869451.

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4

Bastos, João Antonio D. M., Rafael Maiani de Mello, and Alessandro Garcia. "Colloquy." In SBES '20: 34th Brazilian Symposium on Software Engineering. New York, NY, USA: ACM, 2020. http://dx.doi.org/10.1145/3422392.3422468.

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5

AMOROSO, RICHARD L. "THE COLLOQUIUM." In Unified Field Mechanics: Natural Science Beyond the Veil of Spacetime. WORLD SCIENTIFIC, 2015. http://dx.doi.org/10.1142/9789814719063_0028.

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6

Nesteriuk, Sérgio. "II International Retina Colloquium." In II Colóquio RETINA.Internacional, edited by Gilberto Prado and Suzete Venturelli. Universidade Anhembi Morumbi - PPGDesign, 2020. http://dx.doi.org/10.29147/2675-9004-iiretina.v2.2020a.1-65.

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Abstract:
RETINA International Colloquium - Vol.2 - 2020, this year in - São Paulo, took place as part of HUB events 2020, a consortium of 4 events listed above, as well as the realization and support listed above. The authors and videos of tables in the annals below are related to the RETINA International Colloquium. The RETINA International Colloquium - Vol.2 - 2020 is organized by the PPG-Design of the Anhembi-Morumbi University and the Université Paris 8, France.
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7

Aliyah Salsabila, Nikmatun, Yosef Ardhito Winatmoko, Ali Akbar Septiandri, and Ade Jamal. "Colloquial Indonesian Lexicon." In 2018 International Conference on Asian Language Processing (IALP). IEEE, 2018. http://dx.doi.org/10.1109/ialp.2018.8629151.

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8

"Mini-Colloquium: Nanoelectronics." In 2014 IEEE 29th International Conference on Microelectronics (MIEL). IEEE, 2014. http://dx.doi.org/10.1109/miel.2014.6842075.

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9

Ge, Xuri, Fuhai Chen, Chen Shen, and Rongrong Ji. "Colloquial Image Captioning." In 2019 IEEE International Conference on Multimedia and Expo (ICME). IEEE, 2019. http://dx.doi.org/10.1109/icme.2019.00069.

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10

"About the colloquium." In 2017 IEEE 30th Neumann Colloquium (NC). IEEE, 2017. http://dx.doi.org/10.1109/nc.2017.8263282.

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Reports on the topic "Colloquio"

1

Scoates, J. Second GSC Mineral Colloquium. Natural Resources Canada/ESS/Scientific and Technical Publishing Services, 1992. http://dx.doi.org/10.4095/301707.

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2

Hazeltine, R. D. Plasma Colloquium Travel Grant Program. Office of Scientific and Technical Information (OSTI), September 1998. http://dx.doi.org/10.2172/761677.

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3

Levine, Linda, Richard Baskerville, Jo Lee Link, Jan Pries-Heje, and Balasubramaniam Ramesh. Discovery Colloquium: Quality Software Development Internet Speed. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, September 2002. http://dx.doi.org/10.21236/ada406781.

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4

Nagle, D. A memorial colloquium honoring Herbert L. Anderson. Office of Scientific and Technical Information (OSTI), August 1989. http://dx.doi.org/10.2172/5688241.

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5

Chilcoat, Richard A., Joseph R. Cerami, and Patrick B. Baetjer. The Future of Transatlantic Security Relations. Colloquium Report. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, September 2006. http://dx.doi.org/10.21236/ada454499.

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6

Johnson, D. L. Colloquies on the Yeast Platform Project: Final Summary Report. Office of Scientific and Technical Information (OSTI), February 2002. http://dx.doi.org/10.2172/15000294.

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7

Freilich, Helen R. Wilderness Benchmark 1988: Proceedings of the National Wilderness Colloquium. Asheville, NC: U.S. Department of Agriculture, Forest Service, Southeastern Forest Experiment Station, 1989. http://dx.doi.org/10.2737/se-gtr-51.

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8

Cerami, Joseph R., Jeffrey A. Engel, and Lindsey K. Pavelka. Leadership and National Security Reform (Colloquium Brief, November 2009). Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, November 2009. http://dx.doi.org/10.21236/ada510377.

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Megas, Katerina, Ben Piccarreta, and Danna Gabel O'Rourke. Internet of things (IoT) cybersecurity colloquium: a NIST workshop proceedings. Gaithersburg, MD: National Institute of Standards and Technology, December 2017. http://dx.doi.org/10.6028/nist.ir.8201.

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10

Bowen, J. R. 18TH International Colloquium on the Dynamics of Explosions and Reactive Systems. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, August 2001. http://dx.doi.org/10.21236/ada399797.

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