Academic literature on the topic 'Collezionismo secc'

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Dissertations / Theses on the topic "Collezionismo secc"

1

Danini, Cecilia <1989&gt. "Collezionismo bancario e investimenti in arte: il caso UniCredit." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4948.

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Abstract:
Scopo dell’elaborato è quello di indagare sia il tema del collezionismo bancario, sia quello dell’investimento in arte. L'elaborato è stato diviso in tre capitoli. Il primo analizza le banche in quanto detentori di patrimonio culturale, introducendo i concetti di: corporate art collections e collezionismo bancario. Il secondo capitolo è dedicato al servizio d’investimento in arte che la banca offre ai propri clienti, partendo dal presupposto che l’opera d’arte è un’asset class alternativa. Il terzo capitolo è invece dedicato alla banca UniCredit, alla storia della sua collezione e al servizio di consulenza che offre.
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2

Lamonaca, Elisabetta <1995&gt. "Collezionismo corporate. Il caso della Fondazione Ermanno Casoli e delle Gallerie d'Italia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16869.

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Abstract:
L’arte ha bisogno dell’economia nella stessa misura in cui l’economia necessita dell’arte. È da questo presupposto che prende avvio la presente analisi che ha, nello specifico, il fine di indagare come si sia realizzato questo interscambio. Partendo dall’illustrazione dell’attuale stato del mercato e dei maggiori eventi storici che hanno portato lo stesso ad oscillare, si passa all’analisi dei principali fattori che intervengono nella determinazione del prezzo, cui tutti gli operatori del settore sono soggetti, incluse le banche e le aziende che intendono acquisire delle opere d’arte. Si procede con la presentazione dei metodi per lo svolgimento delle transazioni, con particolare attenzione alle nuove frontiere della blockchain e all’acquisto di share di opere, concludendo l’elaborato con l’analisi di due case study, le Gallerie d’Italia del Gruppo Intesa Sanpaolo e la Fondazione Ermanno Casoli – ramificazione diretta della Elica S.p.a. – che con le loro collezioni aziendali sono riuscite ad avere una forte portata innovativa sia all’interno che all’esterno del proprio ambiente. Un particolare focus è posto su come l’arte abbia impattato sui dipendenti e sul capitale umano, portando un generale miglioramento sui profitti delle rispettive aziende.
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3

Pillon, Elena <1985&gt. "La razionalità economica del collezionista di arte contemporanea." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1813.

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4

Zandonà, Giulia <1993&gt. "Affordable Art Fair Milano: un’analisi delle opportunità per gallerie e giovani collezionisti." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15860.

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Abstract:
Partendo dall’origine delle fiere d’arte, quando e come sono nate, in che modo si sono sviluppate e diffuse nel mondo, verrà messo in evidenza l’importanza che stanno assumendo questo tipo di manifestazioni. Le fiere d’arte contemporanea infatti, sono diventate per molti degli appuntamenti fissi all’interno dei quali, collezionisti e amanti dell’arte si recano per scoprire le novità che il mondo dell’arte offre. Allo stesso tempo queste realtà dinamiche risultano essere un luogo dove venditori e galleristi possono allargare la propria cerchia di acquirenti, e gli artisti possono esporre i propri lavori in spazi dal respiro internazionale. Affordable Art Fair, rete di fiere d’arte diffuse in diversi Paesi del mondo, è una giovane realtà che ha rivoluzionato il tradizionale modo di collezionare arte. Il limite di prezzi e la loro esposizione, la volontà di avvicinare giovani collezionisti e un pubblico nuovo all’ambiente dell’arte, il clima rilassato e il sostegno delle nuove promesse artistiche, sono solo alcune delle novità che Affordable Art Fair ha introdotto nel panorama delle fiere d’arte. Nello specifico verrà analizzato il caso di Affordable Art Fair Milano, fiera presente nel capoluogo lombardo da quasi dieci anni. Partendo dalla sua prima edizione verranno presi in esame diversi dati ed elementi che descrivono lo sviluppo della manifestazione nel corso degli anni. Si analizzeranno le gallerie selezionate di anno in anno, la struttura degli spazi e la variazione di costo di questi, dati relativi alle vendite delle opere d’arte, nello specifico si studierà l’andamento del fatturato nelle diverse giornate, si esaminerà il pubblico che si reca alla manifestazione, ed infine si vedrà in che modo la fiera valuta la propria performance. In un secondo momento, rielaborando tutti i dati raccolti, si metteranno a confronto i risultati ottenuti nelle diverse edizioni di Affordable Art Fair Milano e si verificherà quanti espositori effettivamente ritornano alla manifestazione e perché risulta essere una buona opportunità per gallerie e giovani collezionisti.
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5

DEL, DOTTORE MARINA. "Viaggio, esplorazione, guerra nella fotografia e nei documenti di una casata borghese tra Ottocento e Novecento: catalogazione e studio del fondo fotografico Camperio." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1433.

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Abstract:
Questo lavoro desidera presentare la catalogazione e lo studio del Fondo Fotografico Camperio, oggi conservato presso la Biblioteca Civica di Villasanta (MI) e parte del fondo archivistico familiare denominato Fondo Camperio. In particolare, la collezione fotografica della famiglia Camperio è analizzata evidenziando la specifica rilevanza della fotografia di viaggio in essa contenuta, in quanto chiave interpretativa della raccolta, ma anche manifesta espressione del gusto, dell’etica della visione, e della immediata continuità della trasmissione di valori ed idee da una generazione all’altra di questa famiglia dell’alta borghesia italo-francese, in un periodo che va dalla seconda metà dell’Ottocento alle soglie della Seconda Guerra Mondiale. Negli album fotografici dedicati al viaggio, che costituiscono il nucleo più consistente e rilevante del Fondo Fotografico Camperio, si riverbera l’andamento di un processo di trasmissione di valori culturali e princìpi ideologici che si riversano con formidabile coerenza, e senza soluzione di continuità, da una generazione all’altra, costruendo una solida tradizione familiare che trova proprio nella pratica del viaggio, e nella sua condivisione diretta o traslata grazie alla raccolta di documentazione fotografica e produzione diaristica, uno dei suoi elementi portanti. L’analisi degli atti dell’Archivio familiare coadiuva l’individuazione di questo percorso, arricchendo e confermando le ipotesi formulate con lo studio diretto dei fototipi. I materiali fotografici sono analizzati dai punti di vista formale, storico e stilistico, tenendo conto dell’insieme dei rapporti che accompagnano l’oggetto; dell’influenza della tradizione occidentale delle arti figurative sulle scelte degli autori; delle istanze del pubblico, di quelle della committenza, e dei condizionamenti imposti dalle aspettative di questi fruitori; del significato ideologico e simbolico, alla fine del XIX secolo, dell’uso di un medium moderno quale la fotografia, e del suo accoglimento da parte del pubblico; delle specifiche circostanze che condussero alla produzione e raccolta delle fotografie da parte dei Camperio. Sono infine illustrati metodo e strategie adottati per la catalogazione (realizzata per la Regione Lombardia ed il Comune di Villasanta) e la valorizzazione del Fondo Fotografico Camperio, con particolare riguardo alla pubblicazione online delle Schede F ed ai percorsi di navigazione da queste ultime alle schede descrittive dei documenti d’archivio ad esse correlati. Il catalogo completo del Fondo Fotografico Camperio è consultabile online, in quanto pubblicato nel portale internet della Regione Lombardia dedicato ai Beni Culturali www.lombardiabeniculturali.it .
This study is intended to present the Camperio Family Photographic Collection and to highlight the specific relevance of the travel photography it contains as a key both to the interpretation of the whole Collection and to the ethics of vision of the members of this 19-20th century upper middle class French-Italian family. To the members of this family, travel and travel photography had been primary tools both to frame the world and to relate themselves to their own time. The photographic eye, focusing on natural resources as well as on natural, technological and artistic wonders and on wartime, unveils the ethics of vision of the collectors, and paradigmately reflects the cultural climate of their age. The ideological transmission from parents to sons that emerges from the analysis of both photographic and related archival materials is also a fil rouge that goes through the collection, and gives it a coherence seldom met in other family funds.The Camperio Photographic Collection is housed in the Biblioteca Civica di Villasanta (Villasanta (MI), Italy). It has been catalogued by the author for the Cultural Heritage Information System of Cultural Department of Lombardy, and can be found online (Beta version): http://www.lombardiabeniculturali.it/percorsi/camperio/1/ _________________________ The Camperio Family Photographic Collection (Fondo Fotografico Camperio) is part of the Camperio Family Fund (Fondo Camperio), a 19-20th century family fund housed in the Biblioteca Civica di Villasanta (Villasanta Civic Library) that holds together the Family Archive, the Family Library, and the Photographic Collection itself. The Photographic Collection was gathered over one century by the members of the family who took, bought and ordered photographs to document their enterprises. The collection contains pictures made by renowned photographers, scholars, explorers and by the Camperios themselves. It hosts several photographic genres, but it is expecially devoted to travel photography as the greatest part of the pictures was made or acquired during the many journeys undertaken by the family members in Africa, Egypt, Far East, Australia, Russia. This relevant historical photographic collection came to us in exceptionally good conditions, as it is integrated in the undivided, original archival context which is in almost intact state and provides useful material to determine the collection’s stratigraphy. The family Archive holds a wide range of documents (travel diaries, letters, essays…) that give account of the interests and activities in which the Camperios were involved, among which travel held a front-rank position. Also, it often provides straightforward reference to picture taking and collecting. The family Library is mainly composed by geographical and military literature, thus reflecting the great interest of the family members in geographical exploration and travel, and giving further evidence (in the many illustrated magazines and books) to the importance of photographic image as a tool to classificate, reduce and take possession of the world. During the second half of the 19th century and until World war 2, travelling had been a fundamental activity for to the members of this family. They interpreted journey in all its nuances, from exploration to tourism to war campaigning, and travelled extensively all around the world with a sense of essential necessity and an effortless attitude, in times when such an activity was no ordinary matter. The relevance of travel as an experience by means of which the Camperios related themselves to the world and to their own time is highlighted not only by the prominence that this activity had in the education of all the family members, but also in the importance that it had in the pursuing of their goals and in the developement of their professional careers. Italian Unification patriots, explorers, colonial entrepreneurs, philanthropists, professional soldiers, amateur photographers, the Camperios, both men and women, were extremely active personalities permeated with positivist tought and committed to international promotion, modernization and progress of Italy. Following their father’s steps, the young Camperios travelled extensively, collected slices of world through photography, and pursued the accomplishment of projects in line with their parent’s ideals. Taken as a whole, the Camperio Fund goes beyond the boundaries of the local or strictly personal experience, providing visions of the social, economical and political international history of the times. It also shows how ideological transmission from generation to generation worked as a leitmotiv declined in various ways in the personal choiches and cultural orientation of the members of the family. This ideolgical continuum is mirrored in the Photographic Collection and represents its strongest unifying element, its coherence being not merely provided by the thematic element (the travel) or by the collectors family membership.
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6

FACCHIN, Laura. "Obizzi, Asburgo, Este: strategie artistico-culturali fra Serenissima, Stato di Milano e Ducato di Modena dall’Antico Regime alla Restaurazione." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/11562/579150.

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Abstract:
La ricerca mette in luce due diversi ambiti di mecenatismo e collezionismo dei secoli XVII e XVIII destinati ad intrecciarsi in età napoleonica: quello messo in atto dalle ultime generazioni dei duchi di Modena e Reggio, entrati a far parte della compagine imperiale con la creazione della dinastia Austro-Estense, e quello espresso dal casato degli Obizzi, nobilitatosi grazie alla carriera militare e diplomatica nelle corti principesche della penisola e di Leopoldo I, che stabilì la propria residenza principale nei territori veneti di terra ferma dal XVI secolo. La storiografia che si è occupata del singolare episodio di acquisizione da parte degli Asburgo-Este di un ricco insieme di beni immobili e di opere d’arte raccolto nei secoli dagli Obizzi, si è rivolta alla ricostruzione del destino dei beni una volta entrati a far parte del patrimonio dei duchi di Modena e poi degli stessi Asburgo, tentando di rintracciare i complessi percorsi di parziale dispersione e musealizzazione delle collezioni. Nel presente lavoro si sono voluti delineare i processi di ascesa politica e committenza che portarono alla costruzione di un’articolata rete di relazioni, presupposto forte per le vicende otto e novecentesche. Il mecenatismo della dinastia è documentato almeno dalla seconda metà del XVI secolo: il teatro in Padova e la residenza del Catajo (Battaglia Terme) devono considerarsi i poli complementari privilegiati per una strategia di affermazione in ambito internazionale raggiunta con l’inedita personalità di Ferdinando (1640-1710) al servizio della corte di Vienna nell’ultimo quarto del XVII secolo. La paradigmatica esperienza collezionistica dell’ultimo discendente, Tommaso (1751-1803), fu espressione di tendenze diffuse a livello internazionale. Il suo profilo ben si inserisce nell’estrema parcellizzazione del fenomeno collezionistico nell’ultimo quarto del Settecento in direzione dell’antiquaria, delle scienze naturali e della riscoperta dei “primitivi”, come dimostrano i numerosi casi di collezionisti in ambiente milanese, mantovano, veronese, padovano e veneziano proposti per confronto. Il quadro del mecenatismo aristocratico è confrontato con i modelli culturali espressi dalla politica artistica degli Austro-Estensi in Modena e Milano. Il duca Francesco III (1698-1780), tradizionalmente letto dalla storiografia in una dimensione negativa, sia da un punto di vista politico, pesando su di lui la responsabilità di aver ceduto i propri domini agli Asburgo, sia da quello delle committenze artistiche, a seguito della “vendita di Dresda”, fu invece fautore del completamento dei palazzi di corte e della loro costruzione ex-novo, con la perduta residenza di Rivalta e la creazione della villa di Varese, e di interventi di pubblica utilità sia nel feudo lombardo che nella capitale estense. Le scelte operate dal sovrano devono essere interpretate alla luce della mentalità di governo settecentesca che privilegiava investimenti politici anche ad alto prezzo per garantire la sopravvivenza dello Stato. La stessa cessione delle collezioni estensi rientrava, prima della definitiva svolta verso gli Asburgo, nella costruzione di un progetto di continuità dinastica nella casa Sassone. L’azione degli arciduchi nella Milano “perno dell’influsso imperiale in Italia”, in correlazione con le politiche artistiche promosse a Vienna, determinò una diffusione pluridirezionale del neoclassicismo nel territorio dello Stato nell’ultimo quarto del Settecento. Inedita è la frequentazione da parte di Ferdinando (1754-1806) e di Maria Beatrice (1750-1829) di ambienti intellettualmente avanzati al di fuori del Milanese, quali i salotti di Ippolito Pindemonte e Isabella Teotochi Albrizzi. Nella fase napoleonica e di Restaurazione emerge infine il ruolo autonomo della principessa estense come committente d’arte in qualità di esponente della corte asburgica e di duchessa dei domini aviti.
The research focuses on two different cases of XVIIth-XVIIIth century patronage destined to interlace during Napoleonic times: the art politics promoted by Modena dukes’ last generation, which started the Austrian-Este House, and the art interests of the Obizzi family. They became part of the aristocracy in the XVIIth century thanks to military and diplomatic services in Italian courts and in Wien, though they settled in Venetian mainland from XVIth century. The most recent studies related to the acquisition of the whole Obizzi’s collection and of their properties by Habsburg-Este dinasty, according to a clause included in the will of the last descendant, Tommaso (1751-1803), concentrated on artworks destinations between the Modena dukes’ collections and the Emperial ones and their musealization during the last quarter of the XIXth-first half of the XXth centuries. The thesis studied the political rise and patronage course of the Obizzi family from the second half of the XVIth to the end of the XVIIIth century functional to create a system of relationships which represents the real premises for the XIXth-XXth century events. The cultural family’s investment culminated in the building of the Catajo Palace (Battaglia Terme) and the Padua public theatre. They had been considered useful means for their political achievement on a European scale which reached the top thanks to the carreer of Emperial feldmarshal Ferdinando (1640-1710). The paradigmatic collecting interest of the last dinasty descendant Tommaso can be considered an expression of international XVIIIth century taste. His profile can be included in the diffusion of the phenomenon referring to the fields of antiquarianism, natural science and the “primitives” rediscovery, as shown by the many different collector figures from the Milanese and Mantuan districts and from the Veronese and Venetian ones presented as comparisons. The rich aristocracy patronage framework proposed has been compared with the the artistic poltics supported by Austrian-Este courts in Modena and Milan. New points of view emerged on Francesco III (1698-1780). The duke of Modena’s governement was considered negatively by historians, both for his political management, expecially for his “responsibility” of giving up his state to Habsburg, and for the lack of interest in art patronage. Though his decision to sell the most precious paintings of the Estense Gallery to Augustus III king of Poland, since the second quarter of the XVIIIth century the Este prince commissioned the new palace of Rivalta (Reggio Emilia) and the restoration of many court buildings in Modena and surroundings. Later he promoted the realisation of the Estense palace in Varese and various measures of public interest both in Lombardy and in the Estense territories. His political choices had to be interpreted considering the XVIIIth century ruler mentality which preferred to grant the State survival at almost any cost. The selling of the Este collection has to be regarded as well, before the last agreement with Maria Theresa, as an attempt to carry out dynastic survival through Saxon prince-electors. The archducal couple’s patronage in Milan, a key-role town in the Empire estate, was stricktly connected with new art and architectural tendencies in Wien. Austrian Lombardy had been characterized by different interpretations of Neoclassicism. Ferdinand (1754-1806) and Maria Beatrice (1750-1829) had even relationships with progressive intellectual circles outstide the Milanese state such as those of Ippolito Pindemonte and Isabella Teotochi Albrizzi. During the Napoleonic age and in the Restoration the role as art patron of the princess emerged both as member of the Habsburg court and as the last duchess of the Este House.
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Books on the topic "Collezionismo secc"

1

Enzo, Borsellino, ed. Dal privato al pubblico: Note sul collezionismo d'arte e di antichità dall'antico al sec. XVIII. Roma: Campisano, 2010.

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Book chapters on the topic "Collezionismo secc"

1

Paci, Gianfranco. "Da Vid a Venezia: due reperti antichi tra collezionismo ed interessi eruditi nel sec. XVIII." In Altera pars laboris. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-374-8/013.

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Abstract:
Two finds of unknown provenance, once in the Nani Museum in Venice, seem to be from Narona, a site that provided, along with other Dalmatian places, most of the ancient material preserved in the famous Venetian collection. The first document is an altar now in Piazzola sul Brenta, identified by Mommsen as coming from Dalmatia, likely Narona, on the basis of the formula mentioning a god which is altogether identical to a dedication, now lost, also from Narona. The second find, now in Avignon, is a relief of the Dioscuri. It certainly comes from Narona as a fragment of a slab from the Museum at Vid, reproducing the same rare decorative motif, demonstrates: snakes face an egg. At Narona the cult of the Dioscuri is well documented epigraphically, but also by a relief in which two snakes, but in another position, appear.
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