Dissertations / Theses on the topic 'Collettivi'

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PIRAS, CLAUDIA. "La qualificazione degli interessi plurisoggettivi e l’evoluzione dei mezzi di tutela nel sistema amministrativo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266720.

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Abstract:
Subjective legal positions are legally irrelevant firstly, because they have superindividual features and they do not refer to a specif subject. There are many legal scholars who have qualified the interests such as interests of a purely factual and they have started the discussion of legal consistency of common interests and arrangements of protection. Many docrtinal conflicts about protections way of collective interests started due to the conflicting between collective nature of the interests and personal nature of common interests. The problem of relevance has been overcame through the attribution of legal standing to exponential authorities, bearers of collective interests, then it has gone in search of the ways of protection both in procedural and in the judicial. Collective action that finds its most typical expression in the US class action has also been welcomed in our system and also with regard to public administration, aimed at overcoming the inefficiencies and reduce bureaucracy delays, with a view 'transparent administration and higher quality. In conclusion the discussion can be said dormant, because the common interest have been overcame instead the assimilation of the candidate positions is increasing, relied by collective bodies to individual rights.
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2

MARIANI, ROBERTA. "La legittimazione ad agire negli interessi collettivi." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/20177.

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Abstract:
L’elaborato si propone il compito di esaminare il tema degli interessi collettivi, soffermandosi in particolare su un aspetto che si ritiene di importanza fondamentale e prioritaria rispetto ad altri, anche in un’ottica di effettività della tutela. Il riferimento è alla legittimazione ad agire per questi particolari interessi a dimensione c.d. sovraindividuale, interessi che, seppur abbiano avuto uno sviluppo più noto a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, trovano invero le loro radici più profonde già alla fine dell’Ottocento. Lo studio viene pertanto condotto, in una prima parte, ripercorrendo la nascita e lo sviluppo degli interessi collettivi, illustrando le condizioni nelle quali si è avvertita l’esigenza di tutela di posizioni che facessero capo ad una pluralità di individui, il tutto prendendo a riferimento tre periodi storici diversi. Sulla base della medesima suddivisione storica, inoltre, ci si è soffermati sul tema principale della ricerca, e cioè sulla legittimazione ad agire nelle sue diverse forme –diffusa, in capo ai singoli individui della categoria, ovvero concentrata, in capo a dei c.d. enti esponenziali – e sul connesso e imprescindibile tema dell’efficacia soggettiva della sentenza resa all’esito di un “processo collettivo”, anche con riferimento ai rapporti tra questo e il giudizio individuale. Il punto, invero, è particolarmente magmatico e al riguardo si è cercato di dar conto delle soluzioni più disparate che sono state proposte in dottrina, argomentandone i pro e i contro. Da ultimo, analizzate le forme di tutela dei giudizi collettivi nei diversi ambiti di natura sostanziale, ci si è concentrati sul giudizio collettivo proprio (o inibitorio) con specifico riferimento all’ambito consumeristico.
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3

Ben, Mohamed Andrea <1990&gt. "I licenziamenti collettivi alla luce della riforma Fornero." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5351.

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Abstract:
Lo scopo della tesi è quello di approfondire il tema dei licenziamenti collettivi. E' stata fatta un'analisi della normativa principale nei suoi articoli chiave (legge n. 223/1991). Si è poi tenuta in considerazione la riforma Fornero nei punti in cui apporta alla disciplina modifiche rilevanti.
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4

Zaramella, Guglielmo <1987&gt. "Storia dei Collettivi Politici Veneti a Padova (1974-1979)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2409.

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Abstract:
A Padova dalla metà degli anni '70 si verificarono una serie di attentati e fatti di piazza ricollegabili al gruppo "Collettivi politici padovani". Con questa ricerca si vuole ricostruire la nascita, la struttura e gli attentati del gruppo.
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5

Skanda, Beatrice <1991&gt. "La disciplina dei marchi collettivi: il caso “Qualità Maniago”." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8737.

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Abstract:
Analizzando dapprima come la normativa sui marchi collettivi si è evoluta nel tempo e quindi anche come si è ampiamente distinta dalla normativa sui marchi individuali, la presente tesi si pone l’obiettivo di fornire un’approfondita panoramica sulla disciplina dei marchi collettivi. L’istituto dei marchi collettivi è attualmente disciplinato, nel nostro ordinamento, dal Codice della Proprietà Industriale ma è stata l’importanza di una normativa chiara anche a livello comunitario che ha portato il legislatore a recepire ed attuare diverse riforme in materia. Al fine di meglio apprendere la funzione e le caratteristiche distintive di un marchio collettivo, si è qui voluto studiare il caso “Qualità Maniago”, marchio collettivo registrato con il preciso scopo di garantire la qualità dei prodotti del distretto maniaghese e di contraddistinguerli nella produzione mondiale. Infine, la tesi vuole inoltre sottolineare le differenze fra i marchi collettivi ed altri istituti di proprietà industriale, come le denominazioni di origine e le indicazioni di provenienza. Tale argomento è di fondamentale importanza per quanto riguarda la tutela dei prodotti agroalimentari, poiché, nonostante le similitudini che accomunano i due istituti, vi sono profonde differenze di cui tener conto a livello normativo nel momento in cui scegliamo di registrare un prodotto come denominazione di origine / indicazioni di provenienza oppure come marchio collettivo.
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6

Robba, Michael <1990&gt. "La nuova disciplina dei marchi collettivi e di certificazione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17169.

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Abstract:
Analisi del decreto legislativo 20 febbraio 2019, n.15 di attuazione della Direttiva 2015/2436/UE sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di marchi d'impresa, e del Regolamento UE n. 2015/2424. Analisi del marchio di certificazione, del marchio collettivo e del rapporto con le indicazioni geografiche nel diritto italiano e comunitario.
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7

Puppoli, Elisa <1994&gt. "I licenziamenti collettivi tra norme giuridiche e evidenze empiriche." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18430.

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Abstract:
La materia dei licenziamenti collettivi è molto attuale nel particolarissimo, fragile ed incerto contesto storico in cui mi trovo a scrivere il presente elaborato. Il mondo del diritto del lavoro nonché delle tutele dei lavoratori è cambiato nel corso dei decenni, ma mai con la velocità ed il proliferare di riforme a cui si è assistito in questi ultimi anni. Alla base del mio lavoro sta la volontà di conoscere l’evoluzione della normativa nonché i motivi che hanno spinto il legislatore a modificare la materia dei licenziamenti collettivi e degli ammortizzatori sociali nel corso degli anni. A tal proposito, accompagnerò la descrizione della normativa a dati statistici. Il mio studio comincia con gli accordi Interconfederali del 1965, approfondisce il tema della disciplina comunitaria ed arriva ad esporre quella che è la legge fondante nel nostro ordinamento in materia di licenziamenti collettivi, ovvero la l.n. 223/1991. Considerando anche le vicissitudini dell’Istituto della Cassa Integrazione Guadagni e della Mobilità, andrò ad esporre le modifiche apportate alla legge fondamentale dalle principali riforme. È evidente come queste siano intervenute nella disciplina dei licenziamenti collettivi e degli ammortizzatori sociali, nell’intento, tra gli altri, di ricondurre l’utilizzo delle risorse e degli strumenti di sostegno allo giusto scopo. Nessuno avrebbe immaginato che, pochi anni dopo, a causa di una grave epidemia mondiale, si sarebbe attuato l’esatto opposto. Da un’ottica di riduzione degli interventi di Cassa Integrazione, di controllo nell’erogazione dei sussidi per la disoccupazione ed incentivo a intraprendere la via del licenziamento collettivo (piuttosto di quella dell’integrazione salariale), si assiste ad un divieto dei licenziamenti e ad una corresponsione di denaro pubblico protratta su larga scala per diversi mesi. Il futuro è incerto. Si può partire tuttavia da una miglior comprensione del passato.
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GHITTI, CARLA. "LICENZIAMENTI COLLETTIVI E TECNICHE DI CONTROLLO DEL POTERE DATORIALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6134.

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Abstract:
La tesi affronta il tema delle tecniche di controllo del potere datoriale nelle procedure di riduzione del personale, con l’intento di verificare se la legge n. 92/2012 (c.d. Riforma Fornero) abbia inciso sul controllo individuale-giudiziale e su quello collettivo-sindacale. Nel primo capitolo si illustrano le ragioni per cui la verifica giudiziale sulla giustificazione dei licenziamenti collettivi, già doverosa alla luce della legge n. 223 del 1991, rimanga essenziale nel quadro della riforma Fornero, pur in considerazione dell'impatto provocato dal nuovo regime sanzionatorio sulle concrete modalità di attuazione di questo accertamento. Nel secondo capitolo si dimostra perché, sebbene la legge sembri diretta a valorizzare il ruolo del sindacato nella procedura (attribuendo grande rilievo all'accordo sindacale raggiunto nel corso dell'esame congiunto) in realtà riduca fortemente gli spazi di negoziazione collettiva determinando un complessivo indebolimento del ruolo delle oo.ss. a danno dell’effettività del controllo sindacale. Nel terzo capitolo si analizzano gli aspetti più rilevanti della verifica sindacale e giudiziale sui criteri di scelta, che rappresentano uno degli aspetti più delicati della disciplina dei licenziamenti collettivi per la loro diretta ricaduta sulla posizione dei singoli. In conclusione si afferma che solo la piena realizzazione dei due modelli di tutela (individuale e collettiva), in una visione che considera il controllo giudiziale e quello sindacale complementari e non alternativi, sia in grado di assicurare il livello di protezione dei lavoratori voluto dal legislatore del 1991.
The thesis concerns collective redundancies and focuses on the limits that the law and the collective bargaining put to the employer's powers, with specific regard to employer's discretionary during the redundancy procedure, in order to verify whether the law 92/2012 (known as Fornero Reform), affected the judge's control and the trade union. In the first chapter we can find the reasons investigating if the judgemental control over the substantive fairness of collective dismissals, which was already due following the law n. 223/1991, still remains essential in the Fornero reform. In the second chapter it is clarified why, although the reform seems to enhance the role of the trade union in the procedure, in fact it reduces the possibilities of collective bargaining and, as a consequence it weakens the trade union control. The third and last chapter analyzes the most relevant aspects of the criteria to select employees for redundancy from both sides either either judicial and from the trade union side. In the end it is considered that only though a double vision, judicial and union, it is possible to grant a fair protection to the workers as planned from the legislator of 1991.
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GHITTI, CARLA. "LICENZIAMENTI COLLETTIVI E TECNICHE DI CONTROLLO DEL POTERE DATORIALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6134.

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Abstract:
La tesi affronta il tema delle tecniche di controllo del potere datoriale nelle procedure di riduzione del personale, con l’intento di verificare se la legge n. 92/2012 (c.d. Riforma Fornero) abbia inciso sul controllo individuale-giudiziale e su quello collettivo-sindacale. Nel primo capitolo si illustrano le ragioni per cui la verifica giudiziale sulla giustificazione dei licenziamenti collettivi, già doverosa alla luce della legge n. 223 del 1991, rimanga essenziale nel quadro della riforma Fornero, pur in considerazione dell'impatto provocato dal nuovo regime sanzionatorio sulle concrete modalità di attuazione di questo accertamento. Nel secondo capitolo si dimostra perché, sebbene la legge sembri diretta a valorizzare il ruolo del sindacato nella procedura (attribuendo grande rilievo all'accordo sindacale raggiunto nel corso dell'esame congiunto) in realtà riduca fortemente gli spazi di negoziazione collettiva determinando un complessivo indebolimento del ruolo delle oo.ss. a danno dell’effettività del controllo sindacale. Nel terzo capitolo si analizzano gli aspetti più rilevanti della verifica sindacale e giudiziale sui criteri di scelta, che rappresentano uno degli aspetti più delicati della disciplina dei licenziamenti collettivi per la loro diretta ricaduta sulla posizione dei singoli. In conclusione si afferma che solo la piena realizzazione dei due modelli di tutela (individuale e collettiva), in una visione che considera il controllo giudiziale e quello sindacale complementari e non alternativi, sia in grado di assicurare il livello di protezione dei lavoratori voluto dal legislatore del 1991.
The thesis concerns collective redundancies and focuses on the limits that the law and the collective bargaining put to the employer's powers, with specific regard to employer's discretionary during the redundancy procedure, in order to verify whether the law 92/2012 (known as Fornero Reform), affected the judge's control and the trade union. In the first chapter we can find the reasons investigating if the judgemental control over the substantive fairness of collective dismissals, which was already due following the law n. 223/1991, still remains essential in the Fornero reform. In the second chapter it is clarified why, although the reform seems to enhance the role of the trade union in the procedure, in fact it reduces the possibilities of collective bargaining and, as a consequence it weakens the trade union control. The third and last chapter analyzes the most relevant aspects of the criteria to select employees for redundancy from both sides either either judicial and from the trade union side. In the end it is considered that only though a double vision, judicial and union, it is possible to grant a fair protection to the workers as planned from the legislator of 1991.
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Ambu, Alessia. "Modelli dinamici per fenomeni collettivi in fisica dei sistemi complessi." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9419/.

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Abstract:
In questo lavoro si parla di un particolare comportamento emergente nei sistemi complessi: il flocking. Dopo aver dato una panoramica generale di come sia stato affrontato finora lo studio della formazione degli stormi, vengono portati come esempio un modello matematico e uno studio empirico particolare, il quale fonda le basi del flocking su un’interazione topologica. Il modello matematico, basato su un’interazione metrica, viene dapprima presentato, cercando di darne una parziale spiegazione tramite le proprietà delle matrici laplaciane, per poi essere testato attraverso delle simulazioni numeriche. Lo studio empirico, invece, viene presentato nei dettagli fornendo risultati e ipotesi atte a spiegarli. Infine prendendo spunto da questi due lavori, nell’ultima parte vengono posti a confronto due modelli, uno metrico e uno topologico, tramite simulazioni al calcolatore. L’esito di queste simulazioni conferma le ipotesi avanzate per spiegare i risultati empirici.
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Bullo, Giancarlo <1988&gt. "Gli incubatori come spazi collettivi di imprenditorialità. Il caso Herion." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6753.

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Abstract:
La tesi si propone di investigare il rapporto tra l'imprenditorialità, la creatività e gli incubatori d'impresa. L'analisi mira a determinare il ruolo dell'imprenditore come promotore dello sviluppo economico, sia esso un individuo operante singolarmente o un individuo operante all'interno del contesto sociale e quindi soggetto a dinamiche di contaminazione derivanti da un insieme di agenti nel suo contesto di riferimento. La definizione di questa visione del processo imprenditoriale e la definizione della creatività individuale, e nel contesto aziendale, porterà ad evidenziare l'emergenza di nuovi luoghi ove entrambi i concetti si possono incontrare dando luogo a soluzioni dall'alto contenuto innovativo. L'attenzione si concentrerà sull'incubatore d'impresa creativa come struttura in grado di fornire uno spazio sicuro a imprenditori e di fornire loro dei servizi per la promozione della loro attività, al fine di comprendere le dinamiche sottese alla creazione di questa tipologia di spazio, le interazioni, il contesto sociale in cui è inserito e definire un modello di gestione. Oggetto di studio sarà l'incubatore ex-Herion di Venezia, un incubatore che, dall'inizio della sua attività, non ha saputo far convergere al suo interno gli aspetti oggetto di analisi.A partire da questo fallimento, si andranno ad analizzare i processi che hanno portato al tentativo di rigenerazione dello spazio attraverso l'accordo raggiunto tra Comune, Università Ca' Foscari e Camera di Commercio.
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Cairo, Ilaria <1983&gt. "I rapporti tra contratti collettivi di diverso livello nel settore privato." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5461/1/cairo_ilaria_tesi.pdf.

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Abstract:
L’elaborato esamina il tema del concorso e del conflitto tra contratti collettivi di diverso livello nel settore privato. Partendo da un’impostazione complessiva del fenomeno della contrattazione collettiva, oltre che da una riflessione sulla natura e sul ruolo della contrattazione integrativa, il lavoro si propone di individuare un criterio di risoluzione del conflitto. In una prima parte della ricerca sono stati individuati e studiati i modelli di rapporti tra livelli definiti negli accordi interconfederali e nei contratti di categoria. Nello studio della regolamentazione interna al sistema sindacale si è considerato la natura delle relative clausole. Queste ultime hanno valenza obbligatoria e, per tale motivo, non sono idonee a risolvere l’eventuale conflitto tra livelli contrattuali. Si è reso quindi necessario considerare i criteri esterni di risoluzione del conflitto elaborati dalla dottrina e della giurisprudenza. Tra i vari criteri elaborati, ci si è soffermati sul criterio di specialità, sulla sua natura e sulla sua funzione. Più nello specifico, si è ritenuto il principio di specialità un principio generale dell’ordinamento giuridico, applicabile anche al conflitto tra contratti di diverso livello. Alla luce del principio di specialità, si è ricostruito il rapporto tra livelli, anche in ipotesi di contrattazione separata e di negoziazione operante su rinvio legislativo. Infine, nell’ultimo capitolo si è esaminato l’art. 8 della L. 148/2011. Ci si è interrogati sulla compatibilità di tale norma con l’impostazione complessiva del tema del rapporto tra contratti di diverso livello e sui suoi riflessi sulla questione del conflitto.
The thesis examines concurring collective labor agreements in the private sector, in particular it analyzes the question of the conflict arising between two collective labor agreements of different levels. The research moves from a reflection about the nature and the role of company collective agreement to identify a conflict resolution criterion. In the first part of the work, intersectoral and sectoral collective agreements are studied in order to identify models for the relationship between collective labor agreements defined by trade unions and employers' associations. The research also focus on the nature (normative or not) of provisions of collective labor agreements with the scope to understand if the conflict arising between two different levels can be solved pursuant to these provisions. The negative answer leads to analyze external conflict resolution criteria identified by jurisprudence and by doctrine. Among these criteria, a particular reflection is carried out on the one expressed by the latin terms “lex specialis derogat lex generalis”. More precisely, the latter is considered as a general principle of Italian law which is applicable not only in case of conflict arising between two laws, but also in case of conflict arising between two collective labor agreements of different levels. Moving on from this thesis, in the third chapter concurring collective labor agreements is reconstructed, pointing out the phenomenon of separate collective bargaining and the collective bargaining developed on legal provisions. In the end, the research deals with L. 14 september 2011, n. 148, art. 8 , investigating its effects on the question of conflict between two collective agreements.
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Cairo, Ilaria <1983&gt. "I rapporti tra contratti collettivi di diverso livello nel settore privato." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5461/.

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Abstract:
L’elaborato esamina il tema del concorso e del conflitto tra contratti collettivi di diverso livello nel settore privato. Partendo da un’impostazione complessiva del fenomeno della contrattazione collettiva, oltre che da una riflessione sulla natura e sul ruolo della contrattazione integrativa, il lavoro si propone di individuare un criterio di risoluzione del conflitto. In una prima parte della ricerca sono stati individuati e studiati i modelli di rapporti tra livelli definiti negli accordi interconfederali e nei contratti di categoria. Nello studio della regolamentazione interna al sistema sindacale si è considerato la natura delle relative clausole. Queste ultime hanno valenza obbligatoria e, per tale motivo, non sono idonee a risolvere l’eventuale conflitto tra livelli contrattuali. Si è reso quindi necessario considerare i criteri esterni di risoluzione del conflitto elaborati dalla dottrina e della giurisprudenza. Tra i vari criteri elaborati, ci si è soffermati sul criterio di specialità, sulla sua natura e sulla sua funzione. Più nello specifico, si è ritenuto il principio di specialità un principio generale dell’ordinamento giuridico, applicabile anche al conflitto tra contratti di diverso livello. Alla luce del principio di specialità, si è ricostruito il rapporto tra livelli, anche in ipotesi di contrattazione separata e di negoziazione operante su rinvio legislativo. Infine, nell’ultimo capitolo si è esaminato l’art. 8 della L. 148/2011. Ci si è interrogati sulla compatibilità di tale norma con l’impostazione complessiva del tema del rapporto tra contratti di diverso livello e sui suoi riflessi sulla questione del conflitto.
The thesis examines concurring collective labor agreements in the private sector, in particular it analyzes the question of the conflict arising between two collective labor agreements of different levels. The research moves from a reflection about the nature and the role of company collective agreement to identify a conflict resolution criterion. In the first part of the work, intersectoral and sectoral collective agreements are studied in order to identify models for the relationship between collective labor agreements defined by trade unions and employers' associations. The research also focus on the nature (normative or not) of provisions of collective labor agreements with the scope to understand if the conflict arising between two different levels can be solved pursuant to these provisions. The negative answer leads to analyze external conflict resolution criteria identified by jurisprudence and by doctrine. Among these criteria, a particular reflection is carried out on the one expressed by the latin terms “lex specialis derogat lex generalis”. More precisely, the latter is considered as a general principle of Italian law which is applicable not only in case of conflict arising between two laws, but also in case of conflict arising between two collective labor agreements of different levels. Moving on from this thesis, in the third chapter concurring collective labor agreements is reconstructed, pointing out the phenomenon of separate collective bargaining and the collective bargaining developed on legal provisions. In the end, the research deals with L. 14 september 2011, n. 148, art. 8 , investigating its effects on the question of conflict between two collective agreements.
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Sacca', Elisa. "La circolazione delle imprese nell'UE. Mobilità del lavoro e diritti collettivi." Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/379.

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Abstract:
La ricerca sviluppa un nuovo aspetto del complesso rapporto tra liberta' economiche e diritto del lavoro, soffermandosi sui profili di collisione e sovrapposizione tra liberta' di circolazione dell'impresa e diritto del lavoro. L'interesse per la materia e' recentemente lievitato da quando il giudice dell'Unione Europea ha segnato il punto di equilibrio tra le liberta' di circolazione vantate dalle imprese, da un lato, e le liberta' e i diritti collettivi, di sciopero e di contrattazione, dall'altro. L'idea di fondo dalla quale si muove e' che esiste un filo concettuale invisibile che avvince le molteplici esteriorizzazioni del fenomeno della circolazione delle imprese nell'ordinamento dell'Unione. Detto legame puo' individuarsi nella volonta' dell'impresa di sottrarsi ad un diritto del lavoro considerato "ingombrante" nonche' nell'interesse a ridurre, in maniera determinante, i costi da sostenere per il fattore lavoro. Tra le poliedriche e poliformi immagini della vicenda economica della circolazione delle imprese vengono considerate, in particolare, due macromanifestazioni: la delocalizzazione produttiva e la prestazione di servizi (cd.) labour intensive. L'ordinamento sovranazionale europeo ha concesso alle imprese di tutelare il loro "diritto" alla circolazione avvalendosi delle disposizioni relative alle liberta' fondamentali - la liberta' di prestazione dei servizi ex articolo 56 TFUE e la liberta' di stabilimento ex articolo 49 TFUE. Entrambe le modalita' di circolazione sono suscettibili di produrre effetti e, in certa misura, collidere con il diritto del lavoro, vuoi per la compressione delle tutele di alcuni lavoratori che, pur operando in un dato ordinamento nazionale, sono sottratti alla sua regolazione lavoristica (i distaccati), vuoi per gli effetti indiretti che la paventata mobilita' puo' indurre negli ordinamenti interni, vuoi infine per i limiti e le restrizioni opposte all'esercizio dei diritti collettivi attivati per contrastare il progetto di circolazione. Il lavoro si articola dunque in tre parti: la prima che prospetta i possibili percorsi d'indagine ed i presupposti teorici che costituiscono lo scenario nel quale la tematica della libera circolazione delle imprese va inserita, la seconda che indaga la natura delle liberta' fondamentali e la loro attuazione giurisprudenziale, nonche' l'apporto ricostruttivo del diritto derivato, e la terza avente ad oggetto le restrizioni opponibili al diritto di sciopero, il piu' acre esito del conflitto tra libera circolazione delle imprese e diritto del lavoro. In particolare, il fulcro di questa sezione del lavoro e' costituito dall'accertamento degli effetti indotti nel sistema giuridico svedese da uno dei casi giurisprudenziali piu' discutibili, il caso Laval, che puo' fondare timori di dumping sociale nel territorio europeo e di destabilizzazione dei modelli di relazioni industriali. Il percorso, condotto attraverso il confronto con i principi fondamentali dell'ordinamento comunitario, addiviene alla conclusione della non indefettibilita' degli esiti dell'attuale contemperamento tra circolazione e diritto del lavoro e alla preconizzazione di una alternativa che valorizzi le tutele dei lavoratori e non si sostanzi in un pregiudizio per gli stessi.
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FERRARIO, SUSANNA. "LAVORO AUTONOMO E INTERESSI COLLETTIVI: RAPPRESENTANZA, ORGANIZZAZIONE E AZIONE SINDACALE DI TUTELA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/257.

Full text
Abstract:
La ricerca prende avvio dalla ricostruzione dei processi socio-economici che hanno portato alla crisi del modo di produzione taylorista-fordista. Muovendo da tali riflessioni, si constata come le imprese “post-fordiste” si avvalgano in misura crescente di lavoratori autonomi, un tempo coordinati e continuativi e, oggi, a progetto (artt. 61 e ss., d.lgs. 276/2003). Tali collaboratori sono, dunque, soggetti ad un potere (contrattuale) di coordinamento del committente che, alle volte, si somma ad una condizione di dipendenza economica dal committente medesimo. Si crea, quindi, una differenziazione interna all'area dell'autonomia coordinata che non pare adeguatamente valorizzata dal legislatore ordinario, ma che sembra interessare i sindacati. Il dato reale vede, infatti, agire rappresentanze varie, sicché occorre circoscrivere l'ambito di applicabilità degli artt. 39 e 40 Cost. L'assenza di un genuino interesse collettivo e di un'effettiva attività di autotutela inducono a ritenere che i collaboratori “forti” e il relativo associazionismo possano beneficiare delle sole tutele poste dagli artt. 2, 18 e 41 Cost. A conclusione si affrontano le problematiche che la ricostruzione così svolta solleva, ovverosia come garantire l'effettività delle tutele riconosciute al sindacalismo dei collaboratori “deboli” e come contemperare l'associazionismo dei collaboratori “forti” con il diritto antitrust comunitario.
The search starts with the reconstruction of socio-economic processes. Moving from these reflections, it's possible to see that today's companies take advantage of increasingly self-employed coordinated and continuous and, after d.lgs. 276/2003 “lavoratori a progetto”. These employees are, therefore, subject to a power (contractual) coordination of the customer that, at times, it adds up to a state of economic dependence by the same. It then creates an internal differentiation into autonomy area that does not seem properly valued by the ordinary legislator, but that seems to involve trade unions. Given that in reality there are different representations, we move to circumscribe the scope of applicability of the Arts. 39 and 40 Const. The absence of a genuine interest and genuine self activities suggest that employees "strong" and its associations can only benefit from the protections posed by Arts. 2, 18 and 41 Const. At the end tackling the problems so that the reconstruction turn raises, namely how to ensure the effectiveness of the safeguards recognized unionism collaborators "weak" and reconcile the associations of employees "strong" with the antitrust law.
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FERRARIO, SUSANNA. "LAVORO AUTONOMO E INTERESSI COLLETTIVI: RAPPRESENTANZA, ORGANIZZAZIONE E AZIONE SINDACALE DI TUTELA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/257.

Full text
Abstract:
La ricerca prende avvio dalla ricostruzione dei processi socio-economici che hanno portato alla crisi del modo di produzione taylorista-fordista. Muovendo da tali riflessioni, si constata come le imprese “post-fordiste” si avvalgano in misura crescente di lavoratori autonomi, un tempo coordinati e continuativi e, oggi, a progetto (artt. 61 e ss., d.lgs. 276/2003). Tali collaboratori sono, dunque, soggetti ad un potere (contrattuale) di coordinamento del committente che, alle volte, si somma ad una condizione di dipendenza economica dal committente medesimo. Si crea, quindi, una differenziazione interna all'area dell'autonomia coordinata che non pare adeguatamente valorizzata dal legislatore ordinario, ma che sembra interessare i sindacati. Il dato reale vede, infatti, agire rappresentanze varie, sicché occorre circoscrivere l'ambito di applicabilità degli artt. 39 e 40 Cost. L'assenza di un genuino interesse collettivo e di un'effettiva attività di autotutela inducono a ritenere che i collaboratori “forti” e il relativo associazionismo possano beneficiare delle sole tutele poste dagli artt. 2, 18 e 41 Cost. A conclusione si affrontano le problematiche che la ricostruzione così svolta solleva, ovverosia come garantire l'effettività delle tutele riconosciute al sindacalismo dei collaboratori “deboli” e come contemperare l'associazionismo dei collaboratori “forti” con il diritto antitrust comunitario.
The search starts with the reconstruction of socio-economic processes. Moving from these reflections, it's possible to see that today's companies take advantage of increasingly self-employed coordinated and continuous and, after d.lgs. 276/2003 “lavoratori a progetto”. These employees are, therefore, subject to a power (contractual) coordination of the customer that, at times, it adds up to a state of economic dependence by the same. It then creates an internal differentiation into autonomy area that does not seem properly valued by the ordinary legislator, but that seems to involve trade unions. Given that in reality there are different representations, we move to circumscribe the scope of applicability of the Arts. 39 and 40 Const. The absence of a genuine interest and genuine self activities suggest that employees "strong" and its associations can only benefit from the protections posed by Arts. 2, 18 and 41 Const. At the end tackling the problems so that the reconstruction turn raises, namely how to ensure the effectiveness of the safeguards recognized unionism collaborators "weak" and reconcile the associations of employees "strong" with the antitrust law.
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Sabella, Pietro Maria. "I reati tributari nella prospettiva della responsabilità individuale e degli enti collettivi." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2017. http://hdl.handle.net/11385/201153.

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Abstract:
Quale diritto penal-tributario? L'eterno conflitto tra "ragion fiscale" e garantismo nei reati tributari. Le confische quali misure patrimoniali di contrasto ai reati tributari realizzati da persone fisiche e giuridiche. La responsabilità penale degli enti per reati tributari: in attesa di una soluzione legislativa.
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Petreti, Andrea. "Evoluzione artificiale di comportamenti collettivi in gruppi di robot controllati da reti booleane." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23140/.

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Abstract:
Le metriche derivanti dalla teoria dell'informazione vengono sempre più utilizzate per quantificare le proprietà dei sistemi complessi. Nell'ambito della robotica tali metriche risultano uno strumento valido per analizzare e progettare automaticamente software di controllo per robot. Le tecniche di progettazione automatica sono un valida alternativa alle tecniche tradizionali di progettazione, ciò vale particolarmente nel campo della swarm robotics. Le misure di complessità, applicate nel contesto della robotica di sciame, possono essere utilizzate per migliorare il processo evolutivo del software di controllo. Lo scopo di questo lavoro di tesi è quello di comparare e analizzare i risultati forniti dalle metriche di complessità proposte. In particolare, mira a individuare correlazioni tra le metriche proposte e le prestazioni della colonia su quattro compiti differenti. I risultati ottenuti suggeriscono che i valori osservati per le misure di complessità sono correlati alla capacità della colonia di eseguire correttamente un compito.
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ANGARANO, CLAUDIA. "L'ordine del vuoto. Principi di composizione per i luoghi collettivi della città moderna." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/11578/306106.

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Abstract:
Il vuoto è un tema difficile da precisare. Per la sua generalità e vastità esso può essere letto in modi diversi a seconda del piano da cui viene indagato. Questa tesi non guarda al problema sul piano concettuale e filosofico ma lo lega al problema della definizione dello spazio, e più precisamente dello spazio urbano quindi al valore che il vuoto assume nella sua costruzione. Infatti, questa è una ricerca sulla città. Il tema così assunto riguarda la costruzione dei suoi luoghi più che delle singole architetture, secondo l’idea che architettura e città siano unite da un legame profondo per cui ogni architettura – anche un piccolo edificio – debba essere in grado di restituire rapporti di senso con la città, rispetto al luogo in cui si colloca e al luogo che costruirà con la sua presenza. Nello specifico, la ricerca riguarda i modi di costruzione possibili per i luoghi collettivi della città moderna, intesi come cosa urbana per eccellenza. Luoghi in cui la città in maggior misura rappresenta se stessa, e in cui – analogamente a quanto accade nelle piazze della città storica – l’architettura della città si mette in scena. Al fine di precisare il tema, attingere dal materiale della storia, rimandando le questioni affrontate alla concretezza delle opere, è stato un passaggio necessario. Tuttavia, parlare ancora di piazza in relazione alla città moderna senza assumerne la variazione appare inappropriato. Nel riconoscimento di questa variazione, l’attenzione è rivolta al valore del vuoto, e nella definizione dei singoli luoghi e nella costruzione della città, inteso come possibile elemento d’ordine della struttura urbana. Nel suo darsi come discontinuità all’interno della forma della città moderna, il vuoto assume quel valore “intervallare” imprescindibile per vedere la città dall’interno e riconoscere i propri luoghi significativi. Una ricerca sul tema della costruzione dello spazio collettivo, per la sua ampiezza e generalità, affronta un problema così complesso da essere impossibile da sistematizzare all’interno di un insieme di regole prestabilite. Infatti questo studio non vuole avere la pretesa di essere affermativo di una regola, ma circoscrive il campo di indagine ad una idea, quella della costruzione di luoghi per vuoti attraverso il fare-spazio, nella misura in cui si ritiene che una riflessione sul tema proposto possa mettere in campo delle questioni universali poste dall’architettura e dalla città in ogni tempo, nella storia come nella contemporaneità. L’acropoli, l’agorà, il foro, il campo, le piazze delle città medievali o rinascimentali e barocche, cosa sono se non la costruzione dello spazio collettivo, in forme diverse e adeguate ai temi specifici e al tempo a cui si riferiscono? Nello scenario in cui, per diverse ragioni - dalla dispersione alla dismissione di ampie aree -, si pone il problema dei vuoti urbani, intesi come spazi senza qualità eppure occasione per definire nella città contemporanea senza misura i suoi luoghi centrali, il tema risulta estremamente rilevante. Il suo approfondimento procede attraverso l’analisi di alcuni progetti di Gianugo Polesello e Antonio Monestiroli, due esponenti delle scuole di Venezia e di Milano rispettivamente, che hanno avuto un ruolo importante all’interno della stagione italiana sugli studi urbani e che merita di tornare centrale all’interno del dibattito architettonico attuale. Le questioni che si sono presentate all’interno della tesi non hanno risposte univoche. I diversi modi di intendere il tema da parte dei due autori, con le conseguenti diverse declinazioni nei modi di definizione dello spazio urbano, sono eloquenti in questo senso. Eppure in questa forse solo apparente diversità c’è un tema comune che rappresenta la chiave di lettura di tutta la ricerca: la costruzione del vuoto e delle sue forme all’interno della città moderna.
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Veltcheva, Maria. "La nozione di spazio pubblico nei nuovi spazi collettivi in Europa : Italia, Francia, Germania." Paris 8, 2005. http://www.theses.fr/2005PA082523.

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Abstract:
La recherche est orientée vers l'étude de ces espaces collectifs conçus ou construits après les événements européens de 1989 – ces espaces publics d'intérêts communs (centres commerciaux et culturels, multiplex), qui sont de plus en plus des éléments importants du projet urbain. Les nouveaux espaces publics en Europe – projets multithématiques de la ville hypertexte intégrants commerce pur et vie public – relève de la question du concept même de l'espace public de tradition européenne. Les progrès dans les structures et installations techniques (intelligent building) qui transforment les espaces construits en des espaces contrôlés, fermés, portent vers la réflexion sur la privatisation et l'intériorisation de l'espace public. La comparaison entre projets urbains et architecturaux conçus ou construits à Rome, Paris et Berlin, contribuera à la notion d'espace public. Ceci portera vers une réflexion sur l'influence des villes européennes sur le futur de l'espace public
This research focuses on the study of common spaces conceived after the European events of 1989: those public places of common interest (shopping malls, cultural centres, multiplexes), now more than ever before important elements in the urban project. The new common spaces in Europe, multithematic projects of the hypertext city integrate pure trade with public life, raising the question of the concept of public space according to European tradition. The progress in structural and installation technique (intelligent building) that has turned the construction into a controlled, enclosed space, has brought into discussion the privatisation and interiorisation of the public space. The comparison between urban and architectural multithematic projects in Europe-public spaces conceived or built in Rome, Paris and Berlin-will contribute to the notion of public spaces. That will give rise to reflections on the influence of the European city on the character of the public space in the future
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GUGEL, MARIA. "Diritti umani dei lavoratori nelle convenzioni internazionali il diritto di pari opportunità in trattative collettivi." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2016. http://hdl.handle.net/2108/201702.

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Caliceti, Eugenio. "La funzione dei diritti collettivi originari di natura dominicale nei sistemi costituzionali italiano e brasiliano." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2010. https://hdl.handle.net/11572/367828.

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Abstract:
Il presente lavoro si propone di analizzare criticamente la funzione dei diritti collettivi originari negli ordinamenti brasiliano e italiano. Il concetto - proposto per definire i diritti imputati ad una collettività, aventi ad oggetto un patrimonio collettivo, sul quale si esercitano diritti individuali discendenti da un fattore di appartenenza - è utile per sintetizzare una serie eterogenea di istituti, recepiti o positivizzati nei rispettivi ordinamenti. I diritti di uso civico o di promiscuo godimento, la proprietà definitiva quilombola, il possesso indígena, costituiscono le specifiche figure giuridiche analizzate. A fronte dell’eterogeneità che contraddistingue sia le istituzioni storiche appropriatesi collettivamente delle risorse territorialmente pertinenziali, sia le figure giuridiche predisposte per riconoscerne e regolarne l’esistenza nell’ordinamento moderno, ci si propone in questa sede di individuare un principio giuridico a partire dal quale operare una loro sintesi in un quadro concettualmente unitario. A partire dal medesimo principio si vuole, quindi, analizzare la funzione che il modello proprietario collettivo, di cui gli istituti analizzati sono espressione, assume nei rispettivi ordinamenti, entrambi ascrivibili al costituzionalismo democratico-sociale.
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Bernardi, Erica, and Sara Uguccioni. "Nuovo tessuto urbano: frammenti della memoria collettiva." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
L’idea di progetto assume e sviluppa due temi principali: da una parte la strada urbana porticata che attraversa l’area, dall’altra le corti, definite per carattere e dimensioni, dagli edifici che vi si affacciano. Il tema della strada evoca uno dei tratti caratteristici di Padova ossia la compresenza di spazi più stretti e intimi che si aprono in grandi spazi aperti. Allo stesso modo, all’interno del progetto vengono introdotti vicoli, portici, corti e spazi più ampi. Tra questi emerge il tema degli spazi verdi, a partire dal tentativo di dare una nuova identità al parco urbano che si attesta sulla cinta muraria e che entra a far parte del sistema dei Parchi delle Mura della città di Padova. Dalle mura il verde permea il progetto attraverso le corti fi no ai parchi esistenti di San Benedetto Novello e dei Cavalleggeri e si alterna a piazze e strade pavimentate. Sulla strada urbana all’ingresso da Corso Milano, si innesta un basamento che riprende le proporzioni del monastero di San Benedetto Vecchio e definisce il primo di una sequenza di spazi collettivi che proseguono fi no al monastero di San Benedetto Novello. Nel basamento si incastrano due torri simmetriche rispetto all’asse centrale che trovano un confronto diretto con le dimensioni architettoniche del resto della città. Analogamente, sul parco di San Benedetto Novello, si costruisce una facciata aperta verso il parco e verso la corte interna che usa il muro storico settecentesco come basamento e da cui emergono dei volumi più alti. Il muro antico diventa parte integrante del progetto e riporta alla memoria collettiva la vocazione del chiostro del convento adiacente.
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Pacetti, Valentina. "Il fascino dei territori : beni collettivi e agenzie per lo sviluppo locale nella competizione tra regioni europee." Paris, Institut d'études politiques, 2005. http://www.theses.fr/2005IEPP0009.

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Abstract:
La recherche s'intéresse au rapport entre l'attraction d'investissements extérieurs et la présence de "biens collectifs locaux de concurrence" dans deux régions européennes. Pour réfléchir sur cette relation, la recherche a suivi deux parcours parallèles : le premier concerne les territoires, et les mécanismes de production des biens collectifs dans le Piémont et en Bretagne ; le deuxième concerne les agences locales pour l'attraction d'investissements étrangers actives dans les deux régions, du point de vue de leur organisation interne et de leurs stratégies. Ce parcours nous a permis de découvrir tant les mécanismes qui conduisent les choix des agences que le rôle déterminant des biens locaux de concurrence pour la réussite des politiques locales d'attraction d'investissements extérieurs.
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emanuele, Birritteri. "I reati alimentari tra responsabilità individuali e degli enti collettivi : Tassonomia delle forme di intervento punitivo ed esigenze di riforma." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2021. http://hdl.handle.net/11385/210520.

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Abstract:
Profili criminologici e categorie generali. Oggetto, confini e scopo dell’indagine. Il sistema italiano di repressione degli illeciti in materia alimentare: beni giuridici e tecniche sanzionatorie tra individuo ed ente collettivo. Il contrasto agli illeciti alimentari nel Regno Unito e negli Stati Uniti: sistemi diversi, problemi comuni.
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Zaccheroni, Sara. "Modellazione e simulazione di particelle 'attive' in matrici liquido-cristalline." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7627/.

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Abstract:
In questo lavoro di tesi si sono sviluppati un modello molecolare ed una metodologia Molecular Dynamics in grado di simulare il comportamento di particelle attive, alimentate da un motore molecolare, in matrici liquido-cristalline. In particolare, abbiamo sviluppato un metodo di calcolo della temperatura traslazionale ed un algoritmo di termalizzazione compatibili con le condizioni di non-equilibrio del sistema. Dall’analisi delle prove condotte sono emerse variazioni significative nei comportamenti collettivi dei campioni quali segregazioni e flussi coerenti caratterizzati da un alto grado di ordine nematico. Il modello proposto, pur nella nella sua semplicità, può costituire una base per future e più specifiche simulazioni.
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Grimaldi, Mattia. "Programmazione dei sistemi di accumulo di comunità energetiche." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Il raggiungimento dei nuovi obiettivi europei sulla decarbonizzazione sarà possibile attraverso la trasformazione del sistema elettrico da un modello di generazione centralizzata ad uno di generazione distribuita. In questo contesto emergono le configurazioni di “Autoconsumatori collettivi” e di “Comunità di energia rinnovabile” che consentono l’aggregazione dei cittadini per la produzione, il consumo e la condivisione di energia. Le comunità energetiche costituiscono un importante stimolo alla installazione dei sistemi di accumulo dell’energia elettrica, in quanto questi ultimi consentono di massimizzare i benefici economici introdotti dai nuovi schemi di autoconsumo, nella misura in cui riescono ad aumentare la cosiddetta “energia condivisa”. Dal punto di vista della gestione ottimale della comunità energetica diventa quindi di fondamentale importanza la presenza dei sistemi di accumulo perché rappresentano le uniche risorse, in pratica, controllabili. Oggetto della tesi è lo sviluppo ed il confronto di due strategie di controllo dei sistemi di accumulo. La prima è concepita per essere implementata in tempo reale, ed ha come ingressi le energie scambiate all’interno della comunità nell’ultimo intervallo di tempo monitorato, ad esempio nell’ultimo quarto d’ora. La seconda strategia, invece, è quella di gestire il sistema di accumulo attraverso la risoluzione di un problema di ottimizzazione su un orizzonte temporale di 24 ore, basandosi sulle previsioni dei carichi e della produzione del fotovoltaico. Nella tesi sono descritti i modelli sviluppati e confrontate le due strategie su di un particolare caso studio di comunità energetica.
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Rocca, Maria. "Diritti collettivi e diritti di giurisdizione: l'utilizzo delle risorse nei feudi imperiali liguri fra antico regime e restaurazione, con particolare riferimento ai feudi Spinola." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2019. http://hdl.handle.net/11384/86053.

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Abstract:
L’analisi che si presenta ha come obiettivo primario quello di mettere in relazione elementi solo apparentemente differenti come la “realtà statutaria” che riguarda i feudi considerati, l’articolazione insediativa e quella giurisdizionale, la definizione dei diritti di proprietà e possesso e le pratiche di utilizzo delle risorse e di proporne una lettura organica e integrata, in grado di fornire un apporto originale allo stato delle conoscenze attuali. Il primo capitolo contiene un esame degli statuti relativi all'area geografica considerata. Alla definizione di questo particolare corpus di documenti, segue una sintetica rassegna critica sulle interpretazioni che ne sono state date dalla metà dell'Ottocento ad oggi, con particolare riferimento al loro utilizzo come fonte per studiare i diritti collettivi. Dopo un inquadramento generale sulla realtà statutaria ligure, è presentata un'analisi degli statuti dei feudi imperiali d'Oltregiogo volta ad approfondire in particolare il tema dello sfruttamento delle risorse. Come si evince dalla comparazione dei testi, emerge una certa originalità in relazione alle norme poste a tutela dei beni campestri, che si rivelano, in effetti, quelle che presentano maggiori elementi specifici delle singole realtà locali; tuttavia si può affermare che esista una certa somiglianza fra i documenti analizzati, dovuta con ogni probabilità anche al fatto che nei feudi considerati si praticava prevalentemente un'agricoltura di sussistenza dai caratteri fortemente simili, e che tutti sorgevano in importanti zone di transito e di commercio assai prossime a Genova. Da un punto di vista di “politica legislativa”, emerge nel Settecento la volontà dei feudatari di raccogliere le norme esistenti nei propri dominii feudali entro un unico testo con l'obiettivo precipuo di uniformare e riformare le redazioni statutarie preesistenti. Il diritto diventa in questo modo anche uno dei principali mezzi attraverso cui i Signori tentano nel corso del Settecento di omogeneizzare il territorio dei propri feudi: il riferimento è – oltre agli statuti veri e propri - anche a una serie di interventi “legislativi” volti a disciplinare le forme del possesso fra cui, in particolare, quelle redazioni scritte delle “Consuetudini enfiteutico feudali” cui si è già fatto cenno che si registrano contemporaneamente in quasi tutte le realtà analizzate. Sembra, infatti, che attraverso l'operazione di raccogliere e far circolare questi documenti, i feudatari intendessero aumentare il controllo reale sui beni immobili: si tratta di testi che vanno letti anche in relazione agli abusi che si susseguivano da anni, ad esempio riguardo beni irregolarmente ceduti a sudditi di altre giurisdizioni, e che vanno messi in relazione con la volontà di rendere più efficiente la gestione economico-fiscale dei feudi61. Il fatto che la produzione legislativa in questa area geografica subisca un certo incremento dopo le paci di Utrecht e Rastadt può non essere casuale: la riaffermazione del potere imperiale in Italia al termine della guerra di successione spagnola coincide, infatti, con una fase durante la quale l'Impero, anche attraverso la Plenipotenza (suo organo rappresentativo con un nuovo ruolo nella penisola), cerca di limitare i privilegi dei feudatari: la vivacità di tale produzione in questo periodo può a ragione essere reputata una strategia mirata dei feudatari che, sentendosi violati nei loro antichi diritti, intendono difendersi. Il secondo capitolo[...]
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MORENO, PABLO ANDRES BERNARDO. "LA «ANTESALA» CONCEPTUAL DE LA AZIONE DI CLASSE. UN APORTE AL ANÁLISIS COMPARATÍSTICO SOBRE LA TUTELA DE LOS ASÍ LLAMADOS ‘DERECHOS SUBJETIVOS HOMOGÉNEOS’." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2010. http://hdl.handle.net/11392/2389339.

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Abstract:
The study analyses the linguistic usages dominant in the discourses of Italian and American legal doctrine on the nature of the situations of advantage protected in the normative context of collective procedural actions. The aim of the analysis is to specify certain features of the conceptual «antechamber» (conceptual premises) of azione di classe as envisaged by article 140bis of the Italian Consumer Code. Rather than analyse the legal doctrine on azione di classe, the thesis deals mainly with the discourses and assumptions implicit in the normative prescription of this institute within a legal culture characterized, especially since the 1970s by (i) the constant use of locutions such as ‘general interest’, ‘collective interest’, ‘collective right’, ‘supra-individual interests’, etc., on the basis of (ii) a conceptual (or purportedly such) premise according to which the collectivity is a rights holder. Instead, as the fundamental argument of the study, the author maintains that in a normative legal system every situation of advantage is always and only a subjective right. Hence, the collectivity is not, nor can be, a rights holder. Consequently, expressions such as general interest, collective interest, collective right, supra-individual interests, etc., always and only denote a set of subjective rights characterized, at most, by the fact that their object is the enjoyment of a collective good (a good which, as such, does not admit to its exclusive enjoyment nor rivalry in its consumption). That is to say, they always denote homogeneous subjective rights. Having argued for the erroneousness conceptual «antechamber» governing the discourse on collective action in Italy, the thesis explores the development, purposes and, above all, consequences of the permeability of doctrinal (and subsequently jurisprudential and legislative) discourse to the collectivist ideology in Italian legal culture, which is also influenced by a specific perception of the American class action. To this end, part of the thesis is also devoted to establishing, by means of the same methodological analysis, whether American legal culture comprises an analogous phenomenon in relation to the procedural mechanism of class action. The analysis shows that there is evidence of a collectivist conception also in American legal culture, particularly in light of the justificatory arguments adduced for the ‘Private Attorney General’ and the consequent meaning attributed by doctrine to the expression ‘public interest’. Then, the influence of the collectivist ideology in American procedural doctrine in regard to collective action is analyzed, highlighting its effects in relation to the justificatory discourse on class action. In this regard, the thesis emphasises marked differences from, but also important similarities with, the Italian context. The most striking similarity is the employment of collectivist discourses in both countries (in Italy also as a consequence of EC policy) in normative and doctrinal statements intended to protect market rules.
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CIAMPI, SONIA. "Il sindacato come organizzazione." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/513.

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Abstract:
Il lavoro, dopo una ricostruzione storica del fenomeno sindacale, è incentrato sull'analisi degli elementi costitutivi della fattispecie sindacale nonchè sull'analisi dello spazio ricoperto dalla contrattazione collettiva alla luce delle più recenti riforme in materia.
The work, further to the historical reconstruction of the trade unions, is focused on the analysis of the constituent elements of a trade union, as well as on the analysis of the position of collective bargaining in the light of the recent law reforms in regard.
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CIAMPI, SONIA. "Il sindacato come organizzazione." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/513.

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Abstract:
Il lavoro, dopo una ricostruzione storica del fenomeno sindacale, è incentrato sull'analisi degli elementi costitutivi della fattispecie sindacale nonchè sull'analisi dello spazio ricoperto dalla contrattazione collettiva alla luce delle più recenti riforme in materia.
The work, further to the historical reconstruction of the trade unions, is focused on the analysis of the constituent elements of a trade union, as well as on the analysis of the position of collective bargaining in the light of the recent law reforms in regard.
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SANTORO, CARMINE. "La funzione della contrattazione collettiva nel diritto sanzionatorio del lavoro. Il fondamento ordinamentale del modello di integrazione tra legge e contratto collettivo." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2016. http://hdl.handle.net/10446/62272.

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Salvi, Matteo. "I rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) - Aspetti tecnico-gestionali e ambientali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2922/.

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Abstract:
I RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) costituiscono un problema prioritario a livello europeo per quanto riguarda la loro raccolta, stoccaggio, trattamento, recupero e smaltimento, essenzialmente per i seguenti tre motivi: Il primo riguarda le sostanze pericolose contenute nei RAEE. Tali sostanze, nel caso non siano trattate in modo opportuno, possono provocare danni alla salute dell’uomo e all’ambiente. Il secondo è relativo alla vertiginosa crescita relativa al volume di RAEE prodotti annualmente. La crescita è dovuta alla continua e inesorabile commercializzazione di prodotti elettronici nuovi (è sufficiente pensare alle televisioni, ai cellulari, ai computer, …) e con caratteristiche performanti sempre migliori oltre all’accorciamento del ciclo di vita di queste apparecchiature elettriche ed elettroniche (che sempre più spesso vengono sostituiti non a causa del loro malfunzionamento, ma per il limitato livello di performance garantito). Il terzo (ed ultimo) motivo è legato all’ambito economico in quanto, un corretto trattamento dei RAEE, può portare al recupero di materie prime secondarie (alluminio, ferro, acciaio, plastiche, …) da utilizzare per la realizzazione di nuove apparecchiature. Queste materie prime secondarie possono anche essere vendute generando profitti considerevoli in ragione del valore di mercato di esse che risulta essere in costante crescita. Questo meccanismo ha portato a sviluppare un vasto quadro normativo che regolamenta tutto l’ambito dei RAEE dalla raccolta fino al recupero di materiali o al loro smaltimento in discarica. È importante inoltre sottolineare come lo smaltimento in discarica sia da considerarsi come una sorta di ‘ultima spiaggia’, in quanto è una pratica piuttosto inquinante. Per soddisfare le richieste della direttiva l’obiettivo dev’essere quello di commercializzare prodotti che garantiscano un minor impatto ambientale concentrandosi sul processo produttivo, sull’utilizzo di materiali ‘environmentally friendly’ e sulla gestione consona del fine vita. La Direttiva a livello europeo (emanata nel 2002) ha imposto ai Paesi la raccolta differenziata dei RAEE e ha definito anche un obiettivo di raccolta per tutti i suoi Stati Membri, ovvero 4 kg di RAEE raccolti annualmente da ogni abitante. Come riportato di seguito diversi paesi hanno raggiunto l’obiettivo sopra menzionato (l’Italia vi è riuscita nel 2010), ma esistono anche casi di paesi che devono necessariamente migliorare il proprio sistema di raccolta e gestione dei RAEE. Più precisamente in Italia la gestione dei RAEE è regolamentata dal Decreto Legislativo 151/2005 discusso approfonditamente in seguito ed entrato in funzione a partire dal 1° Gennaio 2008. Il sistema italiano è basato sulla ‘multi consortilità’, ovvero esistono diversi Sistemi Collettivi che sono responsabili della gestione dei RAEE per conto dei produttori che aderiscono ad essi. Un altro punto chiave è la responsabilità dei produttori, che si devono impegnare a realizzare prodotti durevoli e che possano essere recuperati o riciclati facilmente. I produttori sono coordinati dal Centro di Coordinamento RAEE (CDC RAEE) che applica e fa rispettare le regole in modo da rendere uniforme la gestione dei RAEE su tutto il territorio italiano. Il documento che segue sarà strutturato in quattro parti. La prima parte è relativa all’inquadramento normativo della tematica dei RAEE sia a livello europeo (con l’analisi della direttiva ROHS 2 sulle sostanze pericolose contenute nei RAEE e la Direttiva RAEE), sia a livello italiano (con un’ampia discussione sul Decreto Legislativo 151/2005 e Accordi di Programma realizzati fra i soggetti coinvolti). La seconda parte tratta invece il sistema di gestione dei RAEE descrivendo tutte le fasi principali come la raccolta, il trasporto e raggruppamento, il trattamento preliminare, lo smontaggio, il riciclaggio e il recupero, il ricondizionamento, il reimpiego e la riparazione. La terza definisce una panoramica delle principali metodologie di smaltimento dei 5 raggruppamenti di RAEE (R1, R2, R3, R4, R5). La quarta ed ultima parte riporta i risultati a livello italiano, europeo ed extra-europeo nella raccolta dei RAEE, avvalendosi dei report annuali redatti dai principali sistemi di gestione dei vari paesi considerati.
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FRASCA, Nicoletta. "Lavoro a termine e contrattazione collettiva." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91143.

Full text
Abstract:
Nel ripercorrere l’evoluzione della disciplina del lavoro a tempo determinato, considerato come emblema della flessibilità e, al contempo, quale strumento per favorire l’incremento dell’occupazione, l’A. analizza in particolare il ruolo svolto dalla contrattazione collettiva, che talvolta è destinataria di un ampio rinvio legale, talaltra si ritrova ad operare entro ristretti limiti.
Analysing the evolution and the regulation of fixed-term contract, considered as a symbol of flexibility and, at the same time, as a means to increase employment, the Author particularly examines the role played by collective bargaining, that sometimes is connected to a large legal referral, sometimes has to operate within stricts limits
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Salvo, Matteo Maria. "La forma collettiva." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6149/.

Full text
Abstract:
In questa tesi sulla forma collettiva, argomento molto dibattuto dagli studiosi, prendo in considerazione alcuni fra i più importanti testi teorici sull’architettura. Nel mio percorso di studio il libro di Fumihiko Maki “Ricerca sulla forma collettiva” è il punto di partenza. Dopo averlo letto, studiato e tradotto ho scelto di concentrarmi sull’interessante classificazione che Maki fa a proposito delle forme in architettura. Questa vuole cercare di essere quanto mai universale e funzionale alla comprensione del progetto di architettura. Si parla di forma compositiva, megastruttura e forma a gruppo, e in queste rientrano le architetture del passato come quelle del presente. Per ognuna di queste tre forme ho scelto un trattato o libro che descrivesse ciascuna di esse in modo diverso o più ampio. Per la forma compositiva “Architettura della città” di Aldo Rossi; per la megastruttura “Le tentazioni dell’architettura: Megastruttura” di Reyner Banham; per la forma a gruppo “Architettura senza architetti” di Bernard Rudofsky. Ho letto, studiato questi libri e ne riporto qui una relazione ragionata corredata da citazioni. Infine, nelle conclusioni, affianco il materiale fino ad ora accumulato ai miei progetti di architettura svolti durante gli anni di studio in questa facoltà, spiegandoli brevemente alla luce della classificazione di Maki e delle letture sopra menzionate.
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PETRELLA, SERENA. "Il principio della retribuzione proporzionata e sufficiente nel sistema italiano di contrattazione collettiva." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/26273.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca indaga il tema della determinazione dei trattamenti economici dei lavoratori subordinati,alla luce dei principi costituzionali in materia e dei poteri espressamente attribuiti in tal senso dall'ordinamento italiano alla contrattazione collettiva.In primo luogo, l'analisi verte sull'approfondimento dei diversi orientamenti in dottrina e in giurisprudenza circa il contenuto e l'ambito di operatività del precetto di cui all'art. 36 Cost.,sull'individuazione del contratto collettivo c.d. parametro (strumento delegato dalla giurisprudenza all'indicazione del contenuto di cui alla retribuzione costituzionale),sul tema della verifica giudiziale della compatibilità delle clausole collettive in materia retributiva con i criteri di proporzionalità e sufficienza della retribuzione di cui all'art. 36 Cost., sul meccanismo dell'applicazione giurisprudenziale dell'art. 36 Cost., sul tema della differenziazione salariale su base territoriale ad opera della contrattazione collettiva autorizzata da interventi legislativi. In secondo luogo, si analizza il tema della definizione dei trattamenti retributivi ad opera della contrattazione collettiva italiana,alla luce dell'evoluzione storica del sistema, delle funzioni e competenze specifiche assegnate ai diversi livelli di contrattazione, ai principali istituti retributivi regolati, al rapporto tra contratti collettivi di diverso livello, soprattutto con riferimento alle recenti modifiche apportate al sistema dagli Accordi del 2009. Infine, si approfondiscono le questioni interpretative che derivano dalla struttura e dal funzionamento attuali del sistema di contrattazione collettiva italiano, ovvero se il principio della giusta retribuzione ex art. 36 Cost. sia suscettibile ancora di valida attuazione da parte della contrattazione collettiva stessa ed in che misura le determinazioni in materia retributiva del contratto collettivo di secondo livello(in special modo aziendale)possano fungere da parametro collettivo orientativo ugualmente affidabile, rispetto al contratto collettivo nazionale, come indicatore della retribuzione ex art. 36 Cost. In tal senso sono esaminate le ipotesi in cui la contrattazione collettiva di secondo livello, in particolare aziendale, preveda clausole retributive che deroghino ai trattamenti retributivi previsti dal contratto collettivo di categoria, in ragione di fattori "esterni" indipendenti dal contenuto della prestazione lavorativa. Il concorso/conflitto che deriva da contratti collettivi di diverso livello che prevedono diposizioni antinomiche in materia retributiva ripropone all'attenzione del dibattito attuale temi quali la delimitazione degli ambiti di competenza dei diversi livelli di contrattazione collettiva, l'efficacia soggettiva del contratto collettivo di primo e secondo livello. Infine, si riflette sulla situazione di inapplicabilità dell'art. 36 Cost. all'area del c.d. lavoro autonomo economicamente dipendente, auspicando anche per tali categorie di lavoratori un'estensione delle tutele proprie dei lavoratori subordinati.
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Fenati, Francesca. "Outsider - collettivo giovani creativi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Ousider - Collettivo giovani creativi è il servizio che abilita e facilita la fruizione dei servizi regionali esistenti nei settori delle Industrie Culturali e Creative, rendendoli finalmente protagonisti attivi dell'intero ecosistema. Gli obiettivi perseguiti sono due: - rendere più consapevole l'istituzione regionale in merito all'importanza del ruolo dei giovani creativi quale motore di innovazione spontanea generativo di valore aggiunto al territorio; - abilitare le giovani generazioni - già formate nell'ambito della creatività e della cultura - a concretizzare le proprie idee e progetti per generare nuove opportunità di lavoro e realizzarsi come professionisti. Attraverso la piattaforma dedicata, realizzata in collaborazione diretta con gli enti regionali operativi nell'ambito culturale e creativo, vengono forniti tre diversi strumenti in grado di governare e facilitare questo processo. I giovani creativi possono infatti: - ottenere una panoramica gerarchizzata e personalizzata dei servizi regionali disponibili con accesso facilitato e diretto alle risorse dei singoli enti erogatori; - incontrarsi virtualmente e fisicamente tra loro, per collaborare e sviluppare insieme i propri progetti; - accedere agli spazi e fruire dei servizi già disponibili e sottoutilizzati dell'ecosistema regionale; - raccontare i propri progetti e i propri successi in occasione delle manifestazioni culturali regionali già presenti in Emilia Romagna.
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Bentini, Alessandro. "Lo spazio collettivo dell'architettura." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5580/.

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BONANOMI, GIANLUCA. "Rappresentanze dei lavoratori e contrattazione collettiva a livello aziendale tra legge ed autonomia collettiva." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/40637.

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Abstract:
La tesi muove dall’analisi del contenuto degli accordi interconfederali in materia di misurazione della rappresentatività sindacale, mettendo in luce le potenzialità e le criticità dell’attuale assetto, ed interrogandosi sulla necessità di una regolamentazione legislativa della materia. Si dimostra che l’intervento normativo, escluso per quanto riguarda la contrattazione collettiva nazionale, si rivelerebbe, invece, indispensabile a livello aziendale. Descritte alcune delle proposte legislative avanzate dalla dottrina, la tesi indica le linee di un possibile intervento legislativo concentrandosi sulle strutture di rappresentanza dei lavoratori in azienda e sull’esercizio dei diritti sindacali, sull’ambito di efficacia soggettiva e sulla titolarità della contrattazione collettiva a livello aziendale, nonché sui rapporti tra questa ed il contratto collettivo nazionale di lavoro. In tale prospettiva, si analizza anche il regime delle clausole di tregua sindacale in relazione alla contrattazione collettiva aziendale e all’esercizio del diritto di sciopero.
The thesis, starting from the analysis of the contents of inter-sectoral agreements regarding the measurement of unions’ representativeness, focuses on the potentialities and criticalities of the current Italian industrial relations system. The thesis stresses that a statutory regulation in this field is not needed with reference to sectoral collective bargaining, but it could be necessary as regard to collective bargaining and workplace representatives at firm level. The thesis outlines the guidelines for a possible regulatory intervention, focusing on the functions of workplace representatives, trade union rights, collective bargaining coverage, no-strike clauses and the relationship between decentralised and sectoral collective bargaining agreements.
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BONANOMI, GIANLUCA. "Rappresentanze dei lavoratori e contrattazione collettiva a livello aziendale tra legge ed autonomia collettiva." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/40637.

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Abstract:
La tesi muove dall’analisi del contenuto degli accordi interconfederali in materia di misurazione della rappresentatività sindacale, mettendo in luce le potenzialità e le criticità dell’attuale assetto, ed interrogandosi sulla necessità di una regolamentazione legislativa della materia. Si dimostra che l’intervento normativo, escluso per quanto riguarda la contrattazione collettiva nazionale, si rivelerebbe, invece, indispensabile a livello aziendale. Descritte alcune delle proposte legislative avanzate dalla dottrina, la tesi indica le linee di un possibile intervento legislativo concentrandosi sulle strutture di rappresentanza dei lavoratori in azienda e sull’esercizio dei diritti sindacali, sull’ambito di efficacia soggettiva e sulla titolarità della contrattazione collettiva a livello aziendale, nonché sui rapporti tra questa ed il contratto collettivo nazionale di lavoro. In tale prospettiva, si analizza anche il regime delle clausole di tregua sindacale in relazione alla contrattazione collettiva aziendale e all’esercizio del diritto di sciopero.
The thesis, starting from the analysis of the contents of inter-sectoral agreements regarding the measurement of unions’ representativeness, focuses on the potentialities and criticalities of the current Italian industrial relations system. The thesis stresses that a statutory regulation in this field is not needed with reference to sectoral collective bargaining, but it could be necessary as regard to collective bargaining and workplace representatives at firm level. The thesis outlines the guidelines for a possible regulatory intervention, focusing on the functions of workplace representatives, trade union rights, collective bargaining coverage, no-strike clauses and the relationship between decentralised and sectoral collective bargaining agreements.
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Stridi, Stefano. "Decision making nella robotica collettiva." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9959/.

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Abstract:
Nel testo viene esposta la presa di decisione nella robotica collettiva, cioè il comportamento collettivo esibito dagli animali sociali in sciame migrato in un gruppo di robot. Questa tesi si prefigge di analizzare come un insieme di individui, all'interno di un gruppo, possano giungere tutti ad avere una stessa opinione comune, o come essi siano in grado di dividersi autonomamente il lavoro senza alcun bisogno di controllo centrale. Inizialmente, viene introdotta la robotica collettiva, esponendone origini, caratteristiche e ambiti di ricerca. Viene in seguito presentato il collective decision making, all'interno del comportamento collettivo generale, esponendone le origini biologiche fino ai primi esperimenti su dei semplici robot. Vengono poi analizzati i due aspetti del decision making, vale a dire il raggiungimento del consenso e la suddivisione del lavoro. Per entrambi gli argomenti, sono presentati studi sia di carattere biologico che robotico, allo scopo di trarne similitudini e differenze e realizzare una valida analisi critica. Infine, vengono esposti i possibili sviluppi del comportamento e della robotica collettiva, mostrando possibili scenari di utilizzo futuro e gli attuali limiti allo sviluppo.
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Maldini, Simone. "Autoconsumo collettivo e comunità energetiche." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
La transizione verso modi di produzione e consumo più sostenibili è diventata una delle grandi sfide del presente. Questa richiede cambiamenti culturali, materiali ed immateriali, basati sul risparmio energetico e l’efficienza dei consumi. In questo contesto, scenari di autoconsumo collettivo e la creazione di comunità energetiche, insieme alla diffusione di sistemi di accumulo, saranno imprescindibili per trasformare l’attuale sistema elettrico centralizzato, alimentato da combustibili fossili, in un sistema decentrato ed efficiente, alimentato prevalentemente con energie pulite, inesauribili e non inquinanti. Ai fini dell’implementazione di questi regimi energetici, in questo elaborato viene analizzata la normativa vigente e descritto lo studio di uno scenario di autoconsumo collettivo presso il CAAB di Bologna. Nella parte finale sono approfonditi il sistema di gestione di una comunità energetica e i possibili scenari futuri. Questo studio ha permesso di evidenziare il potenziale di queste realtà e quelle che ad oggi sono le criticità da risolvere. Inoltre, sono state gettate la basi per la realizzazione di una comunità energetica nell’area Roveri-Pilastro di Bologna.
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Villa, Ester <1983&gt. "Retribuzione flessibile e contrattazione collettiva." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4410/1/villa_ester_tesi.pdf.

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Abstract:
Nel presente lavoro vengono esaminate le forme impiegate dalla contrattazione collettiva per rendere aleatorio il trattamento economico dei lavoratori subordinati. Dapprima ci si occupa del limite alla “flessibilizzazione” della retribuzione dei lavoratori subordinati che viene individuato nella “retribuzione sufficiente” di cui all’art. 36 Cost., qualificata come elemento essenziale del contratto. Di seguito si sofferma l’attenzione sulla retribuzione di produttività e di redditività dei lavoratori del settore privato e sul trattamento accessorio dei dipendenti pubblici privatizzati. Nonostante a queste quote della retribuzione sia astrattamente conferita una funzione incentivante, in concreto non la svolgono: nel lavoro privato a causa della politica egualitaria del sindacato e della “modalità” di determinazione degli obiettivi, nel lavoro pubblico perché questa parte della retribuzione è stata tradizionalmente erogata “a pioggia”. Nel terzo capitolo si prendono in considerazione le liti che possono sorgere se, nel periodo di tempo che va dalla fissazione degli obiettivi a quando si deve verificare il loro conseguimento, il datore di lavoro apporti modifiche organizzative in grado di ripercuotersi sulla capacità dei prestatori di raggiungere i risultati. Al fine di risolvere tale questione, in chiusura del secondo capitolo, la clausola in tema di retribuzione flessibile è stata classificata come condizione sospensiva in quanto una parte del trattamento economico, aggiuntiva alla retribuzione “base”, viene subordinata al conseguimento di obiettivi di produttività e redditività qualificabili come eventi futuri ed incerti. Tale qualificazione è volta a consentire l’applicazione dell’art. 1359 c.c. nelle controversie sopra descritte: se i lavoratori non conseguono gli obiettivi a causa di modifiche che il datore di lavoro ha apportato all’organizzazione, si può fingere che l’evento (che non si è verificato per una condotta imputabile al datore di lavoro) si sia verificato e, di conseguenza, erogare la retribuzione di risultato ai prestatori.
In the present paper are examinated the forms used by the collective agreement to make uncertain the economic treatment of employees. First we deal with the limit of the wage’s "flexibility" that is identified in the "sufficient compensation" (art. 36 of the Constitution), qualified as an essential element of the contract. Second we focus attention on the remuneration of productivity and profitability of private sector workers and the treatment of accessory privatized public employees. Abstractly these forms of remuneration have an incentive function, specifically they are unable to have this function: in the private work because of the egalitarian political followed by union and the way of setting goals; in the public sector because this part of the salary has been traditionally delivered "to rain". In the third chapter we consider the disputes that may arise if, during the period of time ranging from setting goals as you should verify their achievement, the employer introduce organizational changes that can affect the worker’s ability to achieve the results. In order to answer that question, at the close of the second chapter, the clause regarding variable pay has been classified as a condition because it is subjected to the achievement of productivity and profitability targets which are uncertain and future events. This qualification is designed to enable the application of article. 1359 of the Civil Code disputes: if the workers do not achieve their results because of changes that the employer has introduced in the organization, the workers can pretend that the event (which did not occur for conduct attributable to the employer) has occurred and, therefore, received the salary of results.
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Villa, Ester <1983&gt. "Retribuzione flessibile e contrattazione collettiva." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4410/.

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Abstract:
Nel presente lavoro vengono esaminate le forme impiegate dalla contrattazione collettiva per rendere aleatorio il trattamento economico dei lavoratori subordinati. Dapprima ci si occupa del limite alla “flessibilizzazione” della retribuzione dei lavoratori subordinati che viene individuato nella “retribuzione sufficiente” di cui all’art. 36 Cost., qualificata come elemento essenziale del contratto. Di seguito si sofferma l’attenzione sulla retribuzione di produttività e di redditività dei lavoratori del settore privato e sul trattamento accessorio dei dipendenti pubblici privatizzati. Nonostante a queste quote della retribuzione sia astrattamente conferita una funzione incentivante, in concreto non la svolgono: nel lavoro privato a causa della politica egualitaria del sindacato e della “modalità” di determinazione degli obiettivi, nel lavoro pubblico perché questa parte della retribuzione è stata tradizionalmente erogata “a pioggia”. Nel terzo capitolo si prendono in considerazione le liti che possono sorgere se, nel periodo di tempo che va dalla fissazione degli obiettivi a quando si deve verificare il loro conseguimento, il datore di lavoro apporti modifiche organizzative in grado di ripercuotersi sulla capacità dei prestatori di raggiungere i risultati. Al fine di risolvere tale questione, in chiusura del secondo capitolo, la clausola in tema di retribuzione flessibile è stata classificata come condizione sospensiva in quanto una parte del trattamento economico, aggiuntiva alla retribuzione “base”, viene subordinata al conseguimento di obiettivi di produttività e redditività qualificabili come eventi futuri ed incerti. Tale qualificazione è volta a consentire l’applicazione dell’art. 1359 c.c. nelle controversie sopra descritte: se i lavoratori non conseguono gli obiettivi a causa di modifiche che il datore di lavoro ha apportato all’organizzazione, si può fingere che l’evento (che non si è verificato per una condotta imputabile al datore di lavoro) si sia verificato e, di conseguenza, erogare la retribuzione di risultato ai prestatori.
In the present paper are examinated the forms used by the collective agreement to make uncertain the economic treatment of employees. First we deal with the limit of the wage’s "flexibility" that is identified in the "sufficient compensation" (art. 36 of the Constitution), qualified as an essential element of the contract. Second we focus attention on the remuneration of productivity and profitability of private sector workers and the treatment of accessory privatized public employees. Abstractly these forms of remuneration have an incentive function, specifically they are unable to have this function: in the private work because of the egalitarian political followed by union and the way of setting goals; in the public sector because this part of the salary has been traditionally delivered "to rain". In the third chapter we consider the disputes that may arise if, during the period of time ranging from setting goals as you should verify their achievement, the employer introduce organizational changes that can affect the worker’s ability to achieve the results. In order to answer that question, at the close of the second chapter, the clause regarding variable pay has been classified as a condition because it is subjected to the achievement of productivity and profitability targets which are uncertain and future events. This qualification is designed to enable the application of article. 1359 of the Civil Code disputes: if the workers do not achieve their results because of changes that the employer has introduced in the organization, the workers can pretend that the event (which did not occur for conduct attributable to the employer) has occurred and, therefore, received the salary of results.
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RONDINA, FRANCESCO. "Contratto collettivo e crisi d'azienda." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/539.

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Abstract:
Nel momento in cui il contratto collettivo pretenda di gestire situazioni di crisi dell’azienda, appare evidente come ad essere in crisi sia proprio il contratto collettivo quale fonte di una disciplina di gestione della crisi aziendale capace di imporsi inderogabilmente a tutti i destinatari. Si tratta dell’ennesima manifestazione della crisi di efficacia del contratto collettivo di diritto comune, derivante dall’essere tale. E la crisi di efficacia si manifesta, perlopiù, sul versante dei lavoratori, “contro” i quali il contratto collettivo pretenderebbe di avere una sfavorevole efficacia. Si tratta di un capitolo della più generale crisi di efficacia del contratto collettivo di fronte alle sue “nuove” funzioni rispetto alla funzione tradizionale o storica di assicurare un minimo di tutela a tutti i lavoratori. Ulteriori capitoli di questa generale crisi di efficacia riguardano i criteri di applicazione dei contratti collettivi, i rapporti tra contratti collettivi di diverso livelli, la funzione gestionale del contratto aziendale, la funzione di normativa decentrata ed integrativa delegata dalla legge alla contrattazione collettiva. Se rispetto alla storica funzione pro lavoratore il dibattito sull’erga omnes non è più attuale ormai da qualche decennio, esso ha ripreso vigore con riferimento alle “nuove” funzioni del contratto collettivo. Si avverte infatti ormai da tempo l’esigenza di dare una risposta alla domanda di erga omnes riferita a quella che abbiamo definito l’efficacia contro del contratto collettivo. Più in generale, si potrebbe parlare di un’efficacia neutrale del contratto collettivo, che prescinde dalla logica del favore e dello sfavore e dal consenso dei destinatari, siano essi datori di lavoro o lavoratori. Non vi è dunque contraddizione nella circostanza che nel 1963 il quarto comma dell’art. 39 Cost. fosse considerato inattuale, e che nel 1998 l’ultimo saggio del prof. D’Antona avesse il seguente significativo titolo: “Il quarto comma dell’art. 39, oggi”. Si trattava, come noto, di “attualizzare” l’art. 39 Cost. in vista dell’introduzione di un sistema unificato di rappresentanza e di contrattazione collettiva nel settore pubblico e privato, sul modello appena introdotto nel settore pubblico. E del resto anche nel protocollo sulla politica dei redditi del 23 luglio 1993 il governo si era impegnato “ad emanare un apposito provvedimento legislativo inteso a garantire l’efficacia erga omnes nei settori produttivi dove essa appaia necessaria al fine di normalizzare le condizioni concorrenziali delle aziende”. Non si trattava solo di un effetto di trascinamento, per la funzione trainante del modello di contrattazione collettiva introdotto nel settore pubblico (cd. inversione del modello). Si trattava invece di rispondere ad crescente domanda di efficienza ed efficacia regolativa del sistema di contrattazione collettiva nel settore privato, sopratutto con riferimento alla gestione di situazione di crisi aziendali, ove il legislatore si affida alla mediazione sindacale. Un primo tentativo di unificazione dei modelli si era avuto col disegno di legge “Gasperoni”, recante “Norme sulle rappresentanze sindacali unitarie nei luoghi di lavoro, sulla rappresentatività sindacale e sull’efficacia dei contratti collettivi di lavoro”), poi accantonato dal famoso libro bianco. In difetto di un intervento legislativo strutturale, alla suddetta crisi di efficacia, sono state date risposte parziali. Innanzitutto, il legislatore ha trovato la formula giusta il meccanismo perché il rinvio legale venisse recepito, per così dire, da un solo contratto collettivo: quello stipulato dai sindacati comparativamente più rappresentativi, garantendo in tal modo l’unicità della fonte “regolamentare”. In secondo luogo, la giurisprudenza, attraverso l’espediente dei contratti gestionali – certificato dalla Corte costituzionale - ha fatto in modo che il legislatore attribuisse efficacia generale a determinati contratti collettivi (che limiterebbero il potere altrimenti libero del datore di lavoro) aggirando così lo scoglio dell’art. 39 Cost. La crisi aziendale viene dunque gestita da accordi sindacali che vincolerebbero il solo datore di lavoro, e rispetto ai quali dunque sarebbe persino improprio parlare di dissenso del lavoratore, assoggettato unicamente al potere del datore di lavoro (esercitato sulla base dell’accordo sindacale) e non già all’accordo sindacale medesimo. E con un siffatto espediente si è ritenuto di avere dato una risposta sia alla crisi di efficacia del contratto collettivo sia alla crisi dell’azienda gestita da un contratto collettivo a prova di dissenso.
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Bortoli, Giulia <1989&gt. "Contrattazione collettiva: esiti e prospettive." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5388.

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GULI', Sandro. "Agire congiunto e intenzionalità collettiva." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91261.

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Abstract:
The rise of the social world is mainly due to the ability of the humans to act together and cooperate with one another in order to achieve things they cannot achieve alone. The issue of the shared agency between human beings has become increasingly interesting for philosophers who have tried to address it thorough the analysis of the collective intentionality. Scholars generally agree that joint actions are actions done with shared intentions, thus joint intentions and shared intentions are intertwined. Moreover, the analysis of joint actions involves shared intention, as the latter are essential for the understanding coordination in joint action. In a first part my Thesis I considered the leadings philosophical accounts on collective intentionality in order to clarify the debate between the methodological individualism and the summative accounts of collective attitude ascription. Tough the collective intentions involved in joint action can sometimes take the forms proposed by philosophers, I am sceptical that the philosophical account can apply to all joint actions, because it requires too much cognitive sophistication. Though philosophical accounts have improved our understanding of joint agency, they have offered accounts on the joint action that appeal only to higher-level states (such as goals, commitments, and intentions) that are “collective” in some way. Philosophical accounts have rarely been subject to empirical testing. At the same time, the contribution of lower-level processes to social interaction has hardly been considered. This has led philosophers to postulate complex intentional structures that often seem to be beyond human cognitive ability in real-time social interactions—leading to a sort of ‘intention inflation. The psychological approach to the issue of the joint action claim that there are a number of lower-level cognitive phenomena that underlie such agency, such as perceptual processing, motor intentions, cognitive maps, categorization, and so on. Likewise, joint agency involves a number of lower-level phenomena, including joint attention and various alignment mechanisms. Without an understanding of these lower-level phenomena, philosophical theories will remain incomplete How do we arbitrate between existing philosophical and psychological theories? What would help arbitrate between existing theories is if these theories could be operationalized in a way that would generate empirical results. To avoid this gap, I think it is useful to develop a minimalist account to joint action which do not assume that collective intentionality are necessary, or characterize shared intentions in a way that does not requires participants to have a background common knowledge of each other’s intentions or other mental states.
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ROCCHINI, EMILIO. "Gli ammortizzatori sociali tra necessità di riforma e interventi manutentivi." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/396.

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Abstract:
La tesi, muovendo dalla considerazione delle recenti riforme che hanno riguardato il mercato del lavoro e il sistema previdenziale, nonché dal mutato contesto socia-economico di riferimento, intende richiamare l’attenzione sulla perdurante mancanza di una riforma del sistema degli ammortizzatori sociali, mettendo in luce, rispetto alla normativa attualmente in vigore, gli elementi di criticità che rendono oramai improrogabile un intervento riformatore. A tal fine, dopo aver individuato una nozione sufficientemente puntuale di “ammortizzatori sociali”, anche con riferimento alla necessaria integrazione con le politiche dell’Unione europea, nonché con la riforma in senso federalista del titolo V della Costituzione, la ricerca esamina l’impianto tradizionale di tutela contro la disoccupazione, mettendo in luce quelli che dovrebbero essere gli aspetti da correggere in sede di riforma del sistema. Sono quindi esaminati i progetti di riforma degli ammortizzatori sociali succedutesi sin dalla fine degli anni ‘90, con particolare riferimento al Libro Bianco e al A.S. n. 848-bis del Governo Berlusconi, nonché all’ultimo progetto di legge A.C. n. 2484 del 2006. L’esame condotto consente, infine di affrontare nell’ultimo capitolo quelle che potrebbero essere le linee di riforma cui informare il futuro sistema di ammortizzatori sociali.
The paper, moving from the consideration of the recent reforms that have regarded the labor market, the social security system, and the socioeconomic context of reference, means to stress the attention on the persistent lack of a reform of the system of the unemployment benefits, underling, the critical state of the present uneployment laws situation that requires an urgent reform. Therefor, after to have characterized a sufficiently punctual notion of “unemployment benefit”, also with reference to necessary integration with the policies of the European Union and with the fedral reform of the Italian Constitution, the paper examines the traditional system of protection against unemployment, stressing those that would have to be the aspects to correct during reform of the system. Then it is examinated the plans of reform of the unemployment benefits from the end of Ninetys, with specific reguard to the Libro Bianco, to the A.S n. 848-bis of the Berlusconi’s Government, and to the last bill A.C n. 2484 of 2006. Finally the analisys allows to draw the reform lines which should inform the future system of uneploymenty benefits.
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Minolfi, Federica. "La contrattazione collettiva aziendale in Europa." Phd thesis, Université d'Avignon, 2013. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00980975.

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Abstract:
La thèse est articulée en trois chapitres. Dans le premier est analysé l'encadrement juridique de la négociation collective par le droit communautaire. L'approche suivie a pour objectif de vérifier l'utilisation par le droit communautaire de la notion d'" autonomie collective ". Si les nouveaux dispositifs du Traité de Lisbonne, reconnaissant l'autonomie des partenaires sociaux, permettent de rapprocher les systèmes européens qui connaissent telle notion, leur mise en œuvre renie une telle conclusion. La faiblesse de la négociation collective européenne a conduit les législateurs nationaux, derrière la poussée des institutions européennes, à faire face à la crise économique par l'adoption de réformes visant à atteindre l'objectif de " flexicurité ". Dans ce contexte, on peut ainsi souligner la convergence des systèmes européens de relations professionnelles sur une décentralisation vers l'entreprise, tendance clairement observée dans la comparaison franco-italienne. Le deuxième chapitre est consacré à l'évolution du système français de relations professionnelles : après sa brève reconstruction, sont analysés les instruments élaborés par le législateur afin d'encourager la négociation d'entreprise par l'introduction d'accords dérogatoires. A partir des lois Auroux, une brèche dans le traditionnel système de relations professionnelles a été ouverte, suivie par des élargissements en 2004 et 2008. Il s'agit d'une nouvelle logique de fond du système, fondée sur la possibilité d'introduire des dérogations aux conventions collectives de différents niveaux, ainsi qu'à la loi. Il s'agit de faire place au critère de subsidiarité au lieu du principe traditionnel de hiérarchie. La mise en œuvre insatisfaisante de la réforme de 2004 a poussé le législateur à intervenir à nouveau en 2008 : il supprime le critère de hiérarchie qui est remplacé par le principe de " supplétivité ". La réforme a fait de l'accord d'entreprise le nouveau centre de gravité du système, en réalisant un vrai bouleversement. La loi de 2008 a créé également une véritable refondation du droit syndical, en intervenant sur les règles de légitimité des conventions collectives ainsi que sur les critères de représentativité des syndicats, en supprimant la présomption irréfragable de représentativité. La réforme a enfin effectivement encouragé la conclusion d'accords d'entreprise, notamment en matière d'emploi. Le dernier chapitre est consacré à la négociation collective en Italie. Il retrace l'évolution du système de relations professionnelles, historiquement centralisé, et la difficile émergence de la négociation d'entreprise, en analysant les instruments élaborés par les partenaires sociaux afin d'encourager la diffusion de la négociation d'entreprise. L'instrument le plus significatif a été celui des "clauses de sortie " qui, bien que déjà pratiquées, ont été formellement reconnues par la réforme de 2009. Alors que l'accord-cadre du 22 janvier 2009 autorise des " accords spécifiques modifiant " dans des conditions assez larges, l'accord interprofessionnel du 15 avril 2009 reproduit des critères plus stricts et limite eux au niveau territorial. Le cas Fiat, qui s'est posé en dehors des nouvelles règles, a rendu nécessaire une intervention en matière de représentativité syndicale. Ce qu'a été fait par l'accord interprofessionnel du 28 juin 2011 qui fixe les critères pour mesurer la représentativité syndicale, en accueillant un principe majoritaire auquel est liée l'efficacité générale des conventions collectives. Tels critères sont confirmés par l'art. 8 de la loi n° 148/2011, qui mentionne le principe majoritaire l'étendant bien au-delà des cas prévus par l'accord interprofessionnel. L'article 8 légitime les accords modifiants au niveau de l'entreprise et du territoire (" négociation de proximité ") dans cas si larges qu'ils couvrent l'entière règlementation des rapports de travail, dérogeant aussi bien aux conventions qu'à la loi par une sorte de " délégation en blanc ".
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Coveri, Federica, and Nicholas Russo. "Foro e recinto: radici dell'abitare collettivo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
L’obbiettivo del progetto urbano nella città contemporanea dovrebbe essere quello di costruire luoghi che rimangano, che siano reali espressioni della città e della collettività e che possano avere una continuità nel tempo dovuta alle relazioni stabili che essi allacciano con il luogo e con il contesto. L’area di intervento, collocata all’interno della città storica cinquecentesca, è un’area complessa che racchiude in sé le problematiche di una città contemporanea come quella di Padova caratterizzata da una forte identità storica. Con la riqualificazione dell’ex caserma Prandina di Padova si è voluto riscoprire questo brano della città che, attraverso il progetto, ha la possibilità di mostrare temi della storia e della cultura, della memoria e del ricordo. Si propone infatti la riappropriazione dell’area cercando di rispondere all’esigenza di costruire residenze e spazi collettivi con l’idea chiara di rilanciare gli archetipi del recinto e del foro tramite le loro variazioni.
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