Academic literature on the topic 'COLLEGIO UNINOMINALE'

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Journal articles on the topic "COLLEGIO UNINOMINALE"

1

Argondizzo, Domenico. "Il sistema elettorale del Senato italiano nel dibattito all'Assemblea costituente." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 62, no. 2 (December 30, 2009): 37–73. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-10153.

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Abstract:
Relazioni tra le norme Tentativi respinti La discussione della «base regionale» Alcune considerazioni in margine «Base regionale» e collegio uninominale Gli uninominalisti maggoioritari Gli uninominalisti proporzionali Conclusioni sul premio L'esito il bicameralismo perfetto
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2

Brocchini, Roberto. "Gli effetti dell'‘uninominale secca’ sul sistema partitico e sulla stabilità dei governi. Un'analisi comparata a largo raggio." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 45, no. 2 (September 30, 2001): 51–76. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12789.

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Abstract:
Maurice Duverger formulò negli anni Cinquanta le note tesi sulla relazione tra i sistemi elettorali e i sistemi di partito. Se è vero che il sistema elettorale non è certamente l’unica variabile che condiziona il sistema partitico, la sua influenza è ineludibile in un regime democratico. L’obbiettivo di questo lavoro è verificare la fondatezza della tesi di Duverger che sosteneva l’esistenza di una relazione, considerata alla stessa stregua di una legge sociologica, tra sistemi elettorali maggioritari ad un turno – cioè con formula plurality applicata in collegi uninominali, quella che nel linguaggio corrente viene in Italia chiamata «uninominale secca» – e formato bipartitico.
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3

Melchionda, Enrico. "L'ALTERNANZA PREVISTA. LA COMPETIZIONE NEI COLLEGI UNINOMINALI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 31, no. 3 (December 2001): 399–469. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200029798.

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Abstract:
Introduzione Il nostro sistema politico sembra proprio destinato a una permanente instabilità, a una transizione senza fine, dopo il terremoto dei primi anni novanta. Eppure questa volta non mancano elementi per ipotizzare che a un assestamento si stia arrivando, finalmente. Le elezioni del 13 maggio rappresentano da questo punto di vista un salto di qualità: esse hanno espresso un risultato chiaro e una maggioranza consistente, in un contesto decisamente bipolare e in un rapporto di forze tra i blocchi che appare ormai costante. A questo salto di qualità dovrebbero contribuire anche altri fenomeni emersi chiaramente nell'ultima consultazione, come la «presidenzializzazione» delle campagne elettorali, la concentrazione dei consensi per i partiti e la loro redistribuzione all'interno dei blocchi. Non è facile prevedere quanto tutto ciò possa contribuire a consolidare gli assetti istituzionali e di governo, decretando l'epilogo della «transizione» italiana, ma è probabile che serva ad imprimere una maggiore strutturazione alla competizione politico-elettorale. Rendendola quindi anche più prevedibile.
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D'Alimonte, Roberto, and Stefano Bartolini. "COME PERDERE UNA MAGGIORANZA. LA COMPETIZIONE NEI COLLEGI UNINOMINALI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, no. 3 (December 1996): 655–701. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024539.

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Abstract:
IntroduzioneA dispetto delle attese e dei pronostici di molti, non c'è stato pareggio. Il voto ha prodotto un vincente: la coalizione di centro-sinistra formata dai partiti dell'Ulivo e da Rifondazione Comunista. Nelle elezioni del '94 il risultato non era stato così chiaro. Allora, emerse un «Parlamento diviso»: i Poli di Berlusconi vinsero nettamente alla Camera, ma sfiorarono solo la maggioranza assoluta dei seggi al Senato. Anche questa volta si rileva una differenza significativa tra Camera e Senato: al Senato i partiti dell'Ulivo da soli hanno quasi la maggioranza assoluta dei seggi mentre alla Camera non possono in ogni caso prescindere dal sostegno di Rc. Si può dire però che il sistema elettorale ha funzionato. Nonostante le sue imperfezioni la componente maggioritaria è riuscita a trasformare una maggioranza relativa di voti in una maggioranza assoluta di seggi consentendo così la formazione di un governo come diretta emanazione del verdetto elettorale. Si è inoltre realizzata l'attesa alternanza. Una alternanza atipica, visto che il governo entrante non sostituisce il governo installato dopo le elezioni del '94, ma un governo (quasi) tecnico già sostenuto in Parlamento dalla maggior parte dei partiti che hanno vinto le elezioni e che ora sostengono il governo Prodi. Questo articolo tratta delle cause della vittoria del centro-sinistra. Prima di mettere mano alla spiegazione, facciamo il punto sui risultati delle ultime elezioni mettendoli a confronto con quelli delle precedenti.
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5

Cartocci, Roberto. "INDIZI DI UN INVERNO PRECOCE: IL VOTO PROPORZIONALE TRA EQUILIBRIO E CONTINUITÀ." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, no. 3 (December 1996): 609–53. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024527.

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Abstract:
Non solo un correttivoLa riforma elettorale del 1993, pur nella sua architettura bifronte e ambigua1, modifica in maniera decisiva il sistema elettorale in senso maggioritario. La quota di seggi assegnata con il sistema proporzionale, pensata per attutire i verdetti, prevedibilmente perentori, della competizione maggioritaria a turno unico, rispetto a quest'ultima assume un peso numericamente subordinato.In conformità allo spirito e alla lettera della legge sia nel 1994 sia nel 1996 il confronto elettorale è stato centrato sulla competizione maggioritaria, in cui le coalizioni e i candidati nei collegi uninominali hanno giocato il ruolo degli attori principali. Nel 1996, poi, il rilievo della competizione maggioritaria è stato ulteriormente accresciuto in virtù del processo di apprendimento istituzionale degli attori2. In particolare, nel 1996 un adeguamento decisivo al formato maggioritario è passato attraverso la contrapposizione di due leader di coalizione, designati come capi del futuro esecutivo. Questa personalizzazione dello scontro, così congeniale alle esigenze di semplificazione e drammatizzazione dei media, ha di conseguenza accentuato il rilievo delle due coalizioni principali, che hanno allargato la loro ombra sugli altri attori (la Lega, i candidati di collegio, ecc.), e soprattutto a danno dei contendenti dell'arena proporzionale.
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6

Di Virgilio, Aldo. "Elezioni europee 2004: equilibrio fra le coalizioni, evoluzione dei rapporti di forza al loro interno, maggiore dispersione del voto." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 52, no. 2 (December 31, 2004): 149–62. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12733.

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Abstract:
Nel 2004 gli appuntamenti elettorali sono stati due. Nella tornata principale, a giugno, l’intero corpo elettorale è stato chiamato a rinnovare la rappresentanza italiana al Parlamento di Strasburgo e oltre un terzo degli elettori ha provveduto ad eleggere contestualmente anche il proprio sindaco e/o il proprio presidente di provincia (assieme ai rispettivi consigli). La seconda tornata, in autunno, ha invece interessato un piccolo numero di amministrazioni locali e sette collegi uninominale di Camera e Senato nei quali si sono svolte elezioni politiche suppletive. Questa rubrica è interamente dedicata al risultato delle elezioni europee.
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7

Navarra, Pietro. "Voting Diversification Strategy: A Risk-Bearing Model of Voter Behaviour in Italian National Elections*." Journal of Public Finance and Public Choice 15, no. 1 (April 1, 1997): 37–53. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907540651.

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Abstract:
Abstract L’ipotesi dell’elettore razionale afferma che i votanti valutano i costi e i benefici della loro partecipazione elettorale e li combinano secondo i precetti della massimizzazione dell’utilità attesa.In questo scritto il voto è analizzato come decisione d’investimento. Come tale l’atto del voto implica alcuni elementi d’incertezza. Nel caso italiano, peraltro, l’usuale imprevedibilità dei risultati elettorali è accompagnata da due altre fonti d’incertezza: quella delle nuove regole elettorali e quella del rischio connesso con le promesse elettorali di partiti che occupano uno spettro completamente cambiato, da sinistra a destra.Questo scritto si concentra su alcuni effetti prodotti dalle nuove regole sul comportamento di voto dell’elettorato italiano. L’analisi è limitata all’elezione per la Camera dei deputati dell’aprile 1996.Secondo i risultati conseguiti, i votanti che si sono spostati verso il centrosinistra possonoessereconsiderati come desiderosi d’intraprendere strategic di diversificazione più rischiose nel Nord e meno nel Centro e nel Sud d’Italia. Ciò può essere spiegato con la considerazione che al Nord la competizione elettorale nei collegi uninominali era più elevata e più imprevedibile rispetto all’Italia Centrale e Meridionale, a motivo del consenso elettorale della Lega Nord.
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8

Di Virgilio, Aldo. "LE ALLEANZE ELETTORALI. IDENTITÀ PARTITICHE E LOGICHE COALIZIONALI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, no. 3 (December 1996): 519–84. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024503.

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Abstract:
La politica delle alleanze nella transizione italianaL'emergere di una competizione tra coalizioni partitiche rappresenta una delle principali conseguenze delle regole per l'elezione dei due rami del parlamento, dei consigli regionali e degli organismi amministrativi di comuni e province adottate in Italia fra il 1993 e il 19951. Nell'operatività dei nuovi sistemi elettorali, la scelta dell'aggregazione fa capo agli aspetti maggioritari del meccanismo di voto (l'elezione dei deputati e dei senatori nei collegi uninominali, l'attribuzione del premio di maggioranza nei consigli regionali, l'elezione del sindaco e del presidente della provincia), ancorati, con maggiore o minore forza cogente, allo scopo di «votare per eleggere un governo»2. In tal modo, la politica delle alleanze si è affermata come un elemento permanente del processo elettorale, decisivo ai fini del risultato e non privo di implicazioni sull'evoluzione strutturale del sistema partitico. La formazione delle coalizioni e la progressiva ridefinizione dell'offerta coalizionale, in effetti, hanno cadenzato fin qui i passaggi elettorali della transizione italiana. La forza aggregativa del Pds e la sua capacità di attivare una logica di schieramento si rivelarono determinanti, in assenza di coalizioni alternative, per il successo della sinistra negli importanti test elettorali locali dell'estate e dell'autunno 1993. La formula inventata da Silvio Berlusconi per colmare il deficit di offerta sul fronte moderato – il cartello elettorale a geografia variabile che vedeva la sua nuova formazione politica alleata al Nord con la Lega e al Sud con il Msi-An – consentì alle destre di vincere le elezioni politiche del marzo 1994. Nella fase successiva, il vincolo delle alleanze ha determinato la rottura del polo di centro e il riequilibrio coalizionale che ne è scaturito ha favorito, alle elezioni regionali dell'aprile 19953, il dispiegarsi di una competizione tendenzialmente bipolare tra due schieramenti di analoga forza.
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9

Boldrini, Matteo. "Il radicamento territoriale dei candidati nei collegi uninominali alle elezioni politiche del 2018." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES, November 3, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-9820.

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Abstract:
Among the attributes of political candidates, localness represents an aspect relatively uncovered by the core of the literature on party politics. There are, however, different scholars that pinpointed to the utility of this aspect in understanding political elites’ circulation. In line with this assumption, the article aims to map the degree of localness of single-member constituencies’ candidates in the 2018 Italian general elections. More specifically, the analysis focuses on the candidates’ localness by highlight similarities and differences among party-candidates and their geographical distribution. In doing so, the analysis is based on an original dataset; the localness of candidates has been calculated through a localness index. The article is organized as follows. It starts from a literature review on localness. Drawing on this theoretical introduction, I identify the logic behind the research question. In the next section, the rationale for the selection of the different cases analysed is provided. On this ground, the analysis proceeds with a synthetic overview of the context of reference. In the last part of the analysis, the index of localness is defined and applied to the dataset. The main conclusion is that, although there is a strong diffusion of local candidates, there are significant differences among parties, with a higher localness level of the League and the Democratic Party than Forza Italia and the Five Star Movement, especially in the Northern and Southern’s regions.
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Dissertations / Theses on the topic "COLLEGIO UNINOMINALE"

1

BACCIOTTINI, FRANCESCO. "Le elezioni amministrative del 1914 e del 1920 a Firenze." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/1001496.

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Abstract:
Questa tesi di dottorato analizza la vita politica a Firenze nella convulsa fase storica vissuta dal Paese a cavallo della prima guerra mondiale. Culla della destra nazionalista e allo stesso tempo laboratorio dell'intransigenza rivoluzionaria socialista, Firenze fu amministrata fino al termine della prima guerra mondiale dalle forze liberali sebbene sempre più incalzata dai socialisti e dalle altre componenti popolari. I cardini della ricerca sono le elezioni amministrative del 1914 e del 1920 in una città caratterizzata dal vivace scontro politico e incline ad abbracciare soluzioni estremiste. Il lavoro mira a colmare le parziali lacune esistenti nella letteratura storica di riferimento utilizzando la stampa dell'epoca, nonché documenti ufficiali e fondi d'archivio. Lo scopo di questo elaborato, in sintesi, è quello di fornire un quadro quanto più articolato possibile della vicenda politica della città nel periodo considerato. Allo stato attuale, infatti, la pur cospicua letteratura storica disponibile ha privilegiato i principali soggetti politici attivi a Firenze ma ha trascurato le forze politiche minori e il loro ruolo talora decisivo nella partecipazione o meno ad alleanze elettorali. L'angolatura elettorale amministrativa costituisce il parametro su cui si misurano tappe politiche essenziali della vicenda nazionale come l'eclissi del giolittismo e fratture come la crisi del dopoguerra con i laceranti effetti del diciannovismo, la radicalizzazione dello scontro politico e le avvisaglie del ruolo di difensore dei valori nazionali conferito al nascente fascismo. Il tutto in parallelo alla dilatazione del corpo elettorale e al compimento, nel 1919, del processo di nazionalizzazione della politica. Durante l'arco di tempo considerato Firenze si trasformò in un laboratorio sperimentale di ogni forma di estremismo politico. Non a caso la città venne messa a ferro e fuoco nel giugno del 1914 durante lo sciopero generale indetto dalla Camera del Lavoro e assistette sgomenta all'esplosione di una vera e propria guerriglia urbana nel 1920, quando dovette intervenire l'esercito per ripristinare l'ordine minacciato dai proiettili e dalle bombe degli squadristi. Le elezioni amministrative del 1914 e del 1920 si collocano in questo contesto particolarissimo i cui estremi cronologici sono la settimana rossa e il biennio rosso, manifestazioni, l'una e l'altra, di rilevanti tensioni sociali sia per la natura 'ribellista' di certi segmenti del proletariato, sia per la struttura economica della città. Caratterizzata da un tessuto sociale incentrato nell'artigianato, Firenze subì pesantemente gli effetti della crisi economica sia del periodo successivo alla guerra di Libia, sia e sopratutto nel primo dopoguerra. Il tradizionale corso politico liberale non riusciva più a dare risposte adeguate ad un popolo molto impegnato politicamente: nascevano nuovi interessi di classe e nuovi modi di interpretare la res publica. Alla continua radicalizzazione in senso rivoluzionario del PSI corrispose la nascita di organismi antibolscevichi che, grazie alle connivenze della forza pubblica, della classe dirigente, del ceto medio e al disinteresse del potere centrale, finanziarono e permisero la diffusione dello squadrismo. La tesi, articolata in cinque capitoli, è divisa in due parti dedicate alle due tornate amministrative. Ognuna di esse è introdotta dalla descrizione del contesto normativo elettorale di riferimento, cui seguono un'analisi del corpo elettorale, le rivendicazioni delle diverse categorie sociali e la descrizione della campagna politica per le elezioni nazionali che precedettero quelle amministrative (1909-1913-1919). Lo scopo è quello di rilevare l'efficacia, la penetrazione e la continuità delle politiche attivate dai partiti locali. In quest'ottica la struttura della tesi permette di studiare l'azione dei partiti attraverso l'indagine dei meccanismi di formazione della rappresentanza in relazione al contesto normativo. Inoltre, analizzando il corpo elettorale e le relative rivendicazioni, si rende possibile anche lo studio delle pratiche identitarie, delle forme di mobilitazione e di contrapposizione ed infine la capacità di permeabilità dei partiti nella comunità locale. Per comprendere quali e quanti fossero gli elettori e le relative scelte in sede elettorale, la tesi fotografa il tessuto sociale-lavorativo della città attraverso un'analisi demoscopica elaborata sulla base dei dati del Censimento della popolazione e del Censimento degli opifici al 1911 del Ministero di Agricoltura Industria e Commercio (MAIC). Il primo dei due assi portanti della tesi è costituito dalle elezioni amministrative del 1914. Al fine di presentare una ricostruzione puntuale della vicenda, alla pubblicistica di spessore più rilevante, concentrata su liberali socialisti e cattolici, si è affiancata la ricognizione attenta della stampa coeva. Sono stati consultati i quotidiani principali della città di differente orientamento politico: “La Nazione”, quotidiano dei conservatori nazionali, vicino al clerico-moderatismo; “Il Nuovo Giornale”, liberale-progressista; “La Difesa”, quotidiano socialista a carattere locale e “L'Unità, problemi di vita italiana”, anch'esso socialista ma più attivo su questioni d'interesse nazionale; “L'Unità Cattolica”, quotidiano dei cattolici intransigenti. Attraverso la stampa è stato possibile ricostruire lo scacchiere partitico della città, le strategie politiche portate avanti dai singoli partiti, i relativi statuti, i diversi programmi e i processi di formazione degli schieramenti e di selezione dei candidati. Per l'analisi dei risultati elettorali del 1914 un contributo significativo è offerto dallo studio statistico di Ugo Giusti dedicato all'elezione del consiglio comunale nel capoluogo toscano, studio in cui l'autore rilevò la difficoltà nel reperire dati ufficiali riguardo all'esito della consultazione. Giusti si occupò, tuttavia, solo dell'esito elettorale per il consiglio comunale e riportò il numero di voti riscossi complessivamente da ogni lista, cosa che non permette di comprendere fino in fondo il grado di appetibilità dei singoli candidati presentati dai vari schieramenti. Riguardo alla partecipazione elettorale, inoltre, lo statistico si concentrò solo su quella complessiva del comune, senza analizzare il differente tasso di partecipazione/astensionismo nelle varie aree della città. Per comprendere a pieno la capacità di attrazione esercitata dai diversi soggetti politici, nonché il grado di fedeltà dell'elettorato verso il proprio partito di riferimento, si è ritenuto utile verificare la percentuale di partecipazione nei quattro mandamenti urbani, unità territoriali per l'elezione dei consiglieri provinciali. Questi, infatti, erano abitati da cittadini di estrazione sociale diversificata e costituivano, pertanto, spazi socio-politici che raccoglievano interessi e aspettative differenti. In quest'ottica, l'analisi della partecipazione in un mandamento, in cui possono essere identificati interessi di classe prevalenti, può rivelarsi un indicatore attendibile per verificare il livello di gradimento di un determinato partito in relazione ad un preciso contesto economico-sociale. Per la partecipazione nei quattro mandamenti, oltre allo studio di Giusti, è stato consultato “Il Nuovo Giornale”, unica fonte che fornisce i dati necessari e l' Annuario statistico del comune di Firenze (1914). Per quanto riguarda l'elezione dei consiglieri comunali, sia nel 1914 che nel 1915 quando si tennero di nuovo le elezioni per il consiglio comunale, Maccabruni offre un quadro esaustivo su eletti, non eletti e numero di voti conseguiti. Per l'elezione dei consiglieri provinciali, invece, è stata consultata la stampa coeva. Sebbene la prima guerra mondiale non sia oggetto di questa tesi, si è ritenuto opportuno considerare le ripercussioni economico-sociali che il conflitto recò alla vita della città per comprendere le scelte fatte dal corpo elettorale in occasione delle elezioni politiche del 1919 e di quelle amministrative del 1920. Aprono pertanto la seconda parte della tesi le problematiche della riconversione industriale, del numero degli operai occupati nei relativi stabilimenti, delle condizioni lavorative e dell'incombente crisi economica. Sul clima politico fiorentino alla fine del conflitto e per descrivere lo scenario partitico nel 1919, la letteratura storica è stata affiancata da un'analisi comparata della stampa dell'epoca. Oltre ai quotidiani già citati sono stati consultati “La Libertà”, quotidiano del PPI; “L'Assalto”, inizialmente quotidiano dei futuristi, ben presto organo di stampa dei primi squadristi; “Il Giornale d'Italia”, liberale conservatore. Per introdurre la campagna delle consultazioni amministrative del 1920 si è proceduto col descrivere la stratificazione sociale degli elettori e le rivendicazioni portate avanti nel territorio fiorentino nel periodo precedente le elezioni. Per le occupazioni delle fabbriche, dei campi e sulla reazione del padronato si è fatto riferimento alla pubblicistica più significativa. Di scarso aiuto è invece risultata la consultazione della corrispondenza del cardinal Mistrangelo, reperita presso l'Archivio Diocesano di Firenze. Sia per la cronaca dei tragici accadimenti fiorentini che nell'agosto del 1920 accesero un clima elettorale già teso, cioè l'esplosione della polveriera di San Gervasio e la manifestazione socialista in cui la polizia uccise tre operai, sia sulla formazione degli schieramenti per le elezioni amministrative del 1920 che sulla guerriglia urbana successiva alla consultazione, la pubblicistica disponibile in materia è stata arricchita dalla consultazione della stampa dell'epoca e da fondi archivistici. Per l'Unione Politica Nazionale (UPN), oltre alla letteratura di riferimento e ai quotidiani precedentemente citati, sono stati consultati autori fascisti quali Banchelli, Frullini, Piazzesi e i periodici “L'Arolotto”, settimanale de “La Pagina Fiorentina”; “La Pagina Fiorentina”, quotidiano vicino all'UPN; “La Voce”, rivista di cultura e politica. La consultazione del fondo Orvieto, conservato presso l'archivio contemporaneo “Alessandro Bonsanti”, Gabinetto G. P. Vieusseux, ha permesso di integrare le conoscenze già acquisite sul ruolo ricoperto dall'UPN nella campagna elettorale. I documenti là esaminati hanno reso possibile ricostruire la fitta rete di finanziamenti erogati dall'Unione Politica Nazionale ai partiti aderenti. Per il partito popolare la pubblicistica di riferimento è stata affiancata dalla consultazione di periodici già citati e da “L'idea Popolare”, giornale locale del PPI fiorentino pubblicato a ridosso delle elezioni e “L'Ora Nostra”, quotidiano cattolico. Si sono rivelati utili alla comprensione del clima elettorale e delle convulse giornate che seguirono alla consultazione del 1920 i periodici precedentemente citati e il quotidiano fascista “La Sassaiola”. Come per le elezioni del 1914, Giusti offre un contributo significativo per la ricostruzione dell'esito elettorale del 1920. Tuttavia, anche in questo caso lo statistico fiorentino si occupò della sola elezione per il consiglio comunale riportando i voti riscossi complessivamente da ogni lista ma non dai singoli candidati. Riguardo alla partecipazione elettorale lo studio fa riferimento nuovamente a quella complessiva nel comune di Firenze senza considerare i singoli mandamenti. Come per la tornata elettorale amministrativa precedente, quindi, si è proceduto alla consultazione della stampa coeva per ricostruire l'affluenza nei diversi mandamenti, riportare i voti riscossi dagli eletti in consiglio comunale e in quello provinciale. Per l'elezione del sindaco sono stati consultati gli Atti del consiglio comunale (1920), reperiti presso l'archivio storico del comune di Firenze.
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Books on the topic "COLLEGIO UNINOMINALE"

1

Italy. Presidenza del Consiglio dei ministri., Istituto nazionale di statistica (Italy)., and Italy, eds. Collegi uninominali del Senato della Repubblica: Decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 535. Roma: Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Libreria dello Stato, 1994.

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2

Italy. Parlamento. Camera dei deputati., ed. Riaggregazione dei dati elettorali 1992: Secondo i nuovi collegi uninominali costituiti con il Decreto legislativo n. 536 del 1993. Roma: Camera dei deputati, 1994.

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3

Collegi uninominali della Camera dei deputati: Decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 536. Roma: Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Libreria dello Stato, 1994.

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4

I Collegi uninominali per l'elezione delle due camere: Dallo schema della commissione tecnica al decreto legislativo. Roma: Camera dei deputati, 1994.

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