Academic literature on the topic 'Collegio medico di S'

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Journal articles on the topic "Collegio medico di S"

1

Rodriguez, Daniele. "Dono, commercio, esproprio di organi." Medicina e Morale 39, no. 4 (August 31, 1990): 717–34. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1167.

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Abstract:
Nell'articolo sono sviluppati alcuni aspetti problematici connessi alle procedure relative all'accertamento della morte finalizzato al prelievo d'organi per trapianto. In tema di commercio d'organi, sono citati i riferimenti normativi del caso. Si ipotizza che la scarsa propensione alla donazione da parte dei parenti del morto scaturisca dall'interrogativo se il soggetto sia realmente morto. La questione è analizzata nelle sue varie articolazioni. Si dimostra che, in fatto di congruità dell'accertamento della realtà della morte, il probabile donatore è garantito più degli altri soggetti non destinati al prelievo. Si illustrano gli atti che, considerati nel loro insieme, realizzano una sorta di tripode garantista di cui l'accertamento è il momento prioritario, e la certificazione e l'informazione sono i necessari corollari. E' individuato nel medico legale, facente parte del collegio medico chiamato a diagnosticare la realtà della morte, la figura del garante della correttezza delle procedure.
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2

Del Negro, Piero. "La Scuola militare di Modena: caratteristiche istituzionali e ruolo politico." SOCIETÀ E STORIA, no. 124 (October 2009): 319–24. http://dx.doi.org/10.3280/ss2009-124005.

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Abstract:
- Bruno Giordano's book on the officers educated at the Modena military school opens a number of different paths of research. This comment focuses on institutional and political aspects: what is the place of the Modena experience in the history of military training? And how did it affect the relations between politic and the military in the Cisalpino-Italic system? In the first area special attention s given to the Italian tradition of military academies and especially to the model represented by the Collegio militare of Verona; in the second field the case of Modena is used to emphasize the difficulties and contradictions arising as a consequence of the predominance of the French influence.Parole chiave: esercito; periodo napoleonico; ingegneri; Scuola di Modena.Key Words: Army; Napoleonic age; engineers; Modena military School.
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3

Basso, Ingrid. "Kant nel dibattito filosofico e giuridico danese del primo Ottocento." Estudos Kantianos [EK] 7, no. 2 (January 14, 2020): 55–72. http://dx.doi.org/10.36311/2318-0501.2019.v7n2.05.p55.

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Abstract:
La cosiddetta disputa-Howitz che si accese a Copenaghen nella seconda metà degli anni Venti dell’Ottocento rappresentò il primo dibattito filosofico autenticamente danese occorso in Scandinavia nel XIX secolo. Il nome si deve al medico legale Frantz Gotthard Howitz (1789-1826) che nel 1824 pubblicò il trattato filosofico-giuridico Su follia e imputabilità. Un contributo alla Psicologia e al diritto, che fu pubblicato in forma di articolo nella Rivista giuridica diretta dal giurista e futuro primo ministro danese Anders Sandøe Ørsted (1778-1860), che nel 1798 aveva pubblicato un trattato sulla dottrina kantiana della libertà, opera considerata oggi il frutto più maturo del kantismo in Danimarca. Quale membro del Collegio di Sanità, Howitz doveva valutare l’imputabilità dei criminali. Nel suo testo egli accusò la giurisprudenza danese dell’epoca di essere fondata sul sistema kantiano della moralità; criticò dunque la concezione kantiana della libertà come capacità di determinare le proprie azioni sulla base di un fondamento puramente razionale. Secondo Howitz l’essere umano non è propriamente dotato di libertà in questo senso, poiché ogni azione umana è necessariamente determinata da un motivo che pesa più di altri e la cosiddetta razionalità altro non è che capacitas motivorum. La libertà dovrebbe essere intesa dalla giurisprudenza come capacitas motivorum, ovvero una libertà che non ha nulla a che vedere con la moralità. Howitz sostiene contro la visione morale kantiana che la stessa moralità nasce e si sviluppa sulla base dell’organizzazione cerebrale. Quando apparve, il trattato di Howitz suscitò immediatamente le reazioni critiche di figure di intellettuali di spicco quali lo stesso Anders Sandøe Ørsted, il teologo e futuro vescovo Jacob Peter Mynster, il drammaturgo e critico letterario Johan Ludvig Heiberg e il filosofo Frederik Christian Sibbern, futuro professore e mentore del giovane of Søren Kierkegaard. L’articolo mira a esplorare i fondamenti filosofici del dibattito e soprattutto il ruolo che ebbe in esso la filosofia morale di Kant. Recebido / Received: 4.9.2019.Aprovado / Approved: 28.10.2019.
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4

Manacorda, Daniele. "Siena e Roma nell’alto Medioevo : qualche lume sui secoli bui." Mélanges de l École française de Rome Moyen Âge 119, no. 1 (2007): 5–23. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.2007.9431.

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Abstract:
Il riesame dei documenti relativi al Monastero di S. Sebastiano in Pallara sul Palatino mette in luce l’esistenza di rapporti significativi tra Roma e Siena nel corso del X secolo. L’iniziativa di Pietro medico de Seni, fondatore del monastero, si colloca nell’ambito dell’evergetismo che è all’origine di altri insediamenti coevi e induce ad approfondire le conoscenze circa le prime fasi di vita della Cattedrale di Siena sul colle di S. Maria e dell’annesso ospedale, che prenderà poi il nome di S. Maria della Scala. Un’analisi della bolla di Celestino III, che nel 1192 riconferma i beni della chiesa di S. Maria domine Rose in castello aureo, permette di avanzare ipotesi circa la natura di questo insediamento, attestato nella seconda metà del IX secolo, e l’eventuale presenza di personaggi rappresentanti del potere imperiale e legati alla famiglia di Winighis, conte franco di Siena nell’età di Ludovico II e dei suoi immediati sucessori.
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5

Cipolli, Carlo, and Marco Poli. "L'insegnamento delle discipline psicologiche nei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia: il contributo di Marcello Cesa-Bianchi." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (May 2021): 103–20. http://dx.doi.org/10.3280/rip1-2021oa11604.

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Abstract:
Marcello Cesa-Bianchi (1926-2018) è stato professore ordinario di Psicologia generale per 40 anni nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Statale di Milano. Una parte rilevante della sua attività istituzionale è stata indirizzata alla valorizzazione delle funzioni didattiche delle discipline psicologiche nellaformazione degli studenti dei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia. Questo obiettivo è stato perseguito fin dagli anni '70, in parallelo con a) l'evoluzione delle competenze richieste ai nuovi medici dal nuovo approccio centrato sul paziente in medicina, b) l'incremento di complessità delle attività cliniche all'interno degli ospedali generali, c) l'armonizzazione dei corsi di studio per la formazione dei medici come presupposto per la loro libera circolazione negli stati aderenti alla Comunità (poi Unione) Europea.L'avvio di questo processo di armonizzazione, all'inizio degli anni '80, fornì l'opportunità di coordinare le indicazioni derivate da esperienze didattiche innovative realizzate in alcune facoltà mediche (in particolare, nelle Università di Milano Statale, Bologna, Napoli Federico II) e di presentarle alle commissioni ministeriali impegnate prima nella revisione dell'ordinamento didattico del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1986 (la cosiddetta Nuova Tabella XVIII) e nel suo adeguamento nel 1996, e poi al definitivo ordinamento, nell'ambito della generale riorganizzazione degli studi universitari disposta dal Decreto Legislativo n. 509 del 1999.Per stimolare le innovazioni nella didattica delle discipline psicologiche e la presentazione di proposte ufficiali per le modifiche degli ordinamenti didattici prima del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia e poi di tutti i corsi di laurea e laurea specialistica dell'area sanitaria Cesa-Bianchi promosse numerosi convegnia partire dal 1986 e la costituzione del Collegio dei docenti e ricercatori di discipline psicologiche nelle Facoltà di Medicina e Chirurgia nel 1993. Attraverso questo organismo vennero elaborate e presentate ufficialmente le proposte che hanno portato ad inserire definitivamente la psicologia generale tra le discipline per la formazione di base del medico e dei laureati delle professioni sanitarie, e la psicologia clinica tra le discipline caratterizzanti per gli stessi corsi di studio. Un risultato altrettanto importante e duraturo è stato l'inserimento di specifiche competenze professionali (comunicative relazionali) da acquisire attraverso le discipline psicologiche.
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6

Guerra, Giovanni. "La relazione medico paziente: dialogo tra psicologia e medicina sull'adattamento." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (May 2021): 137–51. http://dx.doi.org/10.3280/rip1-2021oa11606.

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Abstract:
Il rapporto medico-paziente, tema ampiamente dibattuto in letteratura, viene qui proposto indicando l'adattamento come terreno di incontro nel quale medicina e psicologia possano dialogare, condividendo lo stesso punto di osservazione, pur mantenendo le loro specificità di lettura dei fenomeni e di intervento.La vita è un continuo processo adattativo la cui storia è il risultato deterministico e imprevedibile del gioco delle risorse, delle possibilità, dei vincoli, dei limiti, delle occasioni propri sia del soggetto sia della realtà.Questa formulazione dell'adattamento si applica tanto allo sviluppo biologico quanto allo sviluppo psicologico e, pur nella differenza dei "materiali" osservabili, offre un comune vertice di osservazione.La malattia è un evento quasi inevitabile della vita e coinvolge il soggetto in tutta la sua complessità bio-psico-sociale. Da qui, la sollecitazione a includere il malato con la sua soggettività (valori, storia, emozioni, fantasie …) all'interno del campo clinico. Tale inclusione, peraltro, pone due domande: da una parte, sulle ragioni dell'eclissi dell'interesse per la soggettività e, da un'altra parte, sul potenziale valore aggiunto apportato dalla presenza della soggettività del paziente nel campo clinico.La logica dello sviluppo del sapere e delle tecniche in medicina spiega le ragioni del progressivo disinteresse per la soggettività, ma lo stesso sviluppo implica la valorizzazione dell'individualità biologica. L'individualità non è, di per sé, la soggettività ma costituisce indubbiamente la via per prendere in considerazione la singolarità dei processi adattativi alla malattia.L'inclusione della soggettività se appare evidentemente vantaggiosa per il paziente, offre anche al clinico il vantaggio di una partecipazione attiva e di adesione ai percorsi diagnostici e terapeutici. Nella narrazione che il paziente fa della storia della malattia, infatti, si può rintracciare e comprendere anche la sua strategia adattativa. In particolare, si avanza la proposta di lettura della narrazione ipotizzando il vissuto della malattia e le aspettative nei confronti del curante come organizzatori della narrazione.
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Sgreccia, Elio, and Antonio G. Spagnolo. "L’insegnamento di bioetica nel Corso di laurea in Medicina e Chirurgia." Medicina e Morale 45, no. 4 (August 31, 1996): 639–54. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.900.

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Abstract:
In seguito all'attivazione anche nel sesto anno del corso di laurea in Medicina e Chirur gia della nuova Tabella XVIII relativa al riordinamento didattico in vigore già dall'a.a. 1988-1989, gli autori hanno ritenuto opportuno fornire alcuni ragguagli in merito all'esperienza dell'insegnamento della bioetica così come è stato attuato nella facoltà di Medicina e Chirurgia "A.Gemelli" dell’Università Cattolica del S. Cuore di Roma. Nella prima parte dell'articolo pertanto essi espongono ampiamente le modalità con cui si è articolato finora tale insegnamento nel corso dell'iter formativo dello studente di medicina, dando ragione anche del perché si sono operate certe scelte metodologiche, come pure di alcune opportune modifiche che potrebbero migliorare il coordinamento della formazione bioetica nei diversi anni e fra le discipline strettamente connesse. Loro obiettivo per i prossimi anni è quello di attivare una serie di seminari di bioetica clinica all'interno di altre aree cliniche, in stretta collaborazione con i docenti soprattutto delle aree di medicina clinica, di ginecologia e di ostetricia, delle emergenze medico-chirurgiche e della pediatria. Nella seconda parte dello scritto, invece, gli autori hanno voluto presentare alcune loro riflessioni in merito alla collocazione della bioetica all'interno del progetto di revisione dell'Ordinamento tabellare approvato già nel corso dell'anno precedente dal Consiglio Nazionale Universitario (CNU), ma mai pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale.
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Spadavecchia, Elisa. "Internet 2.0 e Open Source per la didattica scolastica." Interaction Design and Architecture(s), no. 7_8 (September 20, 2009): 103. http://dx.doi.org/10.55612/s-5002-007_8-022.

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Abstract:
E' possibile individuare strumenti e strategie per condividere buone pratiche fra colleghi, comunicare e sfruttare efficacemente le capacità di apprendimento degli studenti, il tutto a costi molto contenuti? E come? Con un semplice laptop, i tools cooperativi del Web 2.0 e il software Open Source. L’e-learning, sia nei suoi risvolti formali (le cosiddette “piattaforme”) che informali (wiki, blog, podcast, VOIP), può diventare un agevolatore o un integratore della didattica scolastica, sia consentendo una maggiore individualizzazione dei percorsi, sia mettendo lo studente in condizione di favorire tecniche di sostegno aggiuntivo, peer tutoring ecc.
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Di Mari, E., G. P. Segoloni, and M. Talaia. "L'emodialisi e la politerapia farmacologica: indagine sull'aderenza ai farmaci in un gruppo di pazienti in emodialisi presso il Centro Dialisi S. Vito." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 4 (January 26, 2018): 46–49. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1173.

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Abstract:
L'aderenza alla terapia rappresenta uno dei fattori principali di successo clinico soprattutto per i pazienti con patologie croniche come quelli con I.R.C. Spesso però, sono numerosi i fattori che la compromettono e il medico e l'infermiere sono chiamati ad intervenire per rafforzare l'alleanza terapeutica con il paziente al fine di migliorare l'aderenza. L'indagine condotta in questo studio su 56 dei 70 pazienti emodializzanti nell'ospedale S. Vito di Torino, ha permesso di individuare quali elementi influenzano la loro aderenza alla terapia farmacologica domiciliare, soprattutto nell'ambito delle conoscenze sui farmaci assunti e del supporto informativo fornito dai medici e gli infermieri del Centro Dialisi. La dimenticanza nell'assumere la terapia si è rivelata tra i fattori principali di non aderenza, seguita dalla posologia delle prescrizioni farmacologiche poco coniugabili con lo stile di vita del paziente. I risultati del questionario somministrato agli assistiti, hanno dimostrato che la conoscenza da parte del paziente sulla terapia assunta e un minor numero di farmaci prescritti, influenzano positivamente la sua aderenza. A1 contrario, la chiarezza delle informazioni ricevute dal personale sanitario non è risultata significativa in questo ambito. Al termine dello studio sono stati individuati alcuni interventi atti ad affrontare le criticità emerse dall'indagine. (sian) (nursing)
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Giampieri, Emanuela, Alessandra Ratti, Alessandra Beretta, Cinzia Mattavelli, Elena Ferrarini, Carlo Pruneri, and Italo Carta. "Determinants of hospitalization from psychiatric E.R. from S. Gerardo hospital in Monza: epidemiological cross-sectional study." Epidemiology and Psychiatric Sciences 11, no. 4 (December 2002): 266–76. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005844.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Individuare i fattori predittivi di ricovero in pazienti che giungono presso il Pronto Soccorso con problem psichiatrici. Disegno – Studio epidemiologico trasversale condotto presso il Pronto Soccorso dell'Ospedale S. Gerardo di Monza, tra il 1 giugno 1995 ed il 31 maggio 1997. Sono stati inclusi tutti i soggetti di età maggiore di 18 anni per i quali sia stata richiesta una valutazione psichiatrica. E' stato sondato il peso di variabili socio-demografiche, di variabili cliniche e di variabili di servizio sulla decisione di ricovero. Principali misure utilizzate – I dati sono stati raccolti mediante una scheda appositamente costruita, compilata dal medico di guardia al momento della visita. I dati sono stati analizzati tramite analisi univariata e regressione logistica. Risultati – Sono stati raccolti dati inerenti 2076 casi. All'analisi univariata la probabilita di ricovero è risultata più elevata per soggetti tra i 39 ed i 48 anni, celibi o nubili, disoccupati, affetti da schizofrenia, da disturbi deH'umore o da disturbi di personalità. Il ricovero è più probabile in proporzione alia gravità, all'ideazione suicidiaria ed a precedenti ricoveri. Tra i sintomi troviamo che l'ansia protegge dal ricovero laddove allucinazioni, delirio, assenza di critica di malattia, blocco psicomotorio, agitazione psicomotoria, stato confusionale, crisi pantoclastiche, bizzarrie comportamentali, alterazioni dello stato di coscienza e precedenti ricoveri incrementano la probabilità di ospedalizzazione. Il lunedì ed il venerdì sono i giorni a più alta frequenza di ricoveri. La regressione logistica conferma il ruolo predittivo di età, sintomi, aggressività, gravità ed ideazione suicidiaria, e dei giorni della settimana tra le variabili di servizio. Conclusione – Tra i fattori predittivi di ricovero in SPDC le variabili cliniche mantengono un ruolo predominante, rispetto a fattori socio-demografici. Accanto a queste, tuttavia, si nota un peso rilevante deH'organizzazione del servizio con un aumento del tasso di ricoveri proprio nei giorni a cavallo del fine settimana, quando i servizi territoriali chiudono.
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Books on the topic "Collegio medico di S"

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1797-1855, Rosmini Antonio, Pontificia Università lateranense, and Istituto di teologia della vita consacrata "Claretianum.", eds. Antonio Rosmini e il collegio medico di S. Raffaele: Errore di valutazione o progetto illusorio? : editio solida. Verona]: Fede & cultura, 2007.

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2

Istituto di teologia della vita consacrata "Claretianum." and Pontificia Università lateranense, eds. Rosmini e il fallimento della facoltà di medicina di S. Raffaele: Diffidenza della Curia romana o incompetenza giuridica rosminiana? : editio vulgata. Verona: Fede & cultura, 2007.

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3

Cassiano, Domenico. S. Adriano. Lungro di Cosenza, Italia: C. Marco, 1997.

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4

Mòllica, Fabio. Tre secoli di danza in un collegio italiano: Il collegio San Carlo di Modena, 1626-1921. Bologna: Associazione culturale Società di danza, 2000.

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5

Cappelluti, Gerardo. Il Collegio Apostolico della Penitenzieria di S. Maria Maggiore in Roma. Città del Vaticano: Libreria editrice vaticana, 1988.

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6

Carlucci, Zaccaria. La chiesa di S. Ignazio di Loyola in Roma. [Roma]: The Church, 1995.

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7

Olivieri, Bartolomeo. Lo studio e il collegio medico di Salerno attraverso i protocolli notarili, 1514-1785. Salerno: Centro studi e documentazione della Scuola medica salernitana, 1999.

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Vetere, Benedetto. Il Collegio Romano: Storia della costruzione. Roma: Gangemi, 2003.

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Daniele, Benati, Peruzzi Lucia, Vandelli Vincenzo, and Benassati Giuseppina, eds. Il Collegio e la Chiesa di San Carlo a Modena. Modena: Artioli, 1991.

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10

Mazzeo, Antonio. Notizie musicali relative al Collegio Tolomei, alla Chiesa di S. Vigilio ed alle antiche accademie senesi. Siena: Cantagalli, 1996.

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