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Dissertations / Theses on the topic 'Collegamenti'

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1

D'Angelo, Anna. "Analisi di collegamenti bullonati ad elevata resistenza." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Sono state effettuate delle prove sperimentali per valutare l'influenza dei parametri in ingresso sul processo di serraggio di viti di classe di resistenza 14.9. Le prove sono state eseguite su un sistema Kistler Analyse che tramite sensori misura e fornisce direttamente i valori di tutte le variabili in gioco. La maggior parte della coppia in ingresso viene persa per superare gli attriti che si vengono a generare tra le superfici a contatto, quindi nel sottotesta e nei filetti. Per una corretta progettazione del giunto, è importante conoscere le condizioni tribologiche e i parametri influenti sul processo in modo da poterlo ottimizzare. È stata analizzata statisticamente tramite ANOVA l'influenza di lubrificazione, riserraggi e materiale impiegato per il sottotesta (acciaio, alluminio, CFRP) sui valori dei coefficienti di attrito nel sottotesta e nei filetti. È stato effettuato un confronto tra i risultati ottenuti e quelli riportati in bibliografia. Inoltre, è stato analizzato, nelle diverse condizioni di prova, il fenomeno del self relax: il rilassamento spontaneo della vite dopo il serraggio che comporta una perdita di precarico.
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2

Patrizio, Davide. "Analisi di collegamenti filettati con il metodo degli elementi finiti." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17943/.

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Abstract:
Modellazione di un collegamento filettato, costituito da un giunto a sovrapposizione semplice, nelle configurazioni di vite mordente e passante, con elementi finiti di tipo Beam (trave). Si sono proposte due alternative di modello Beam da confrontare, per mezzo di un fattore di correlazione tra tensioni, con un modello tridimensionale che si assume a riferimento. Si sono valutati diversi scenari di carico, nonché la dipendenza dalla dimensione della mesh, o dalla formulazione di contatto. Come parametri per quantificare le performance di un modello si sono utilizzati media aritmetica e deviazione standard. Le analisi fem sono state svolte in Ansys Workbench e la post produzione dei risultati in Excel.
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3

CERIMELE, Alberto. "HRM, prassi e performance organizzativa: collegamenti invisibili. Un approccio critico." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2018. http://hdl.handle.net/11695/83536.

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Abstract:
Pressione all’innovazione, globalizzazione, necessità di lavorare velocemente, concorrenza internazionale, logiche di adattabilità e flessibilità: questi sono giorni complessi per le organizzazioni. Interiorizzando, poi, la normalità degli investimenti, dello sviluppo e dell’implementazione delle risorse immateriali e delle risorse umane, per ottenere risultati profittevoli, si ottiene un quadro sempre più complesso. Questo l’obiettivo primario del presente lavoro: studiare il mondo delle connessioni che esistono tra gestione delle persone in azienda ed ottenimento di migliori risultati. Se dal lato delle organizzazioni si assiste ad un incessabile e spaventoso aumento della complessità, dal lato dell’accademia si assiste ad una vera e propria crisi intellettuale, di posizione. La pulsione scientifica verso la comprensione profonda di temi da sfumature immateriali, verso la ricerca statistica ed unificante di collegamenti con le caratteristiche della causalità e la voglia, quasi emotiva, di poter utilizzare liberamente i concetti legati al capitale umano, al capitale intellettuale, ai beni intangibili e alla loro connessione con le performance aziendali, ha creato pensieri divergenti ed ha visto l’applicazione di modelli le cui limitazioni concettuali a monte ne inficiano l’applicabilità universale. Sebbene questo sia stato – ed è – un fertile terreno di scontro piuttosto che un motivo di armonia, Becker et al., nel 1998, hanno portato l’uomo al centro dei modelli strategici tesi all’ottenimento di migliori performance; hanno formalizzato, così, il concetto di connessione tra le buone prassi dello Human Resource Management (HRM) e la performance organizzativa (P). La teorica e la pratica, poi, hanno definito tale concetto HRM-P Link. Figli della produttività, della competizione e della necessità di tagliare costi, assistiamo, però, sempre più all’incardinarsi su sistemi razionali di misurazione, che, nelle sue infinite dimensioni logiche, prende le vesti della pratica comune dell’applicazione di un approccio scientifico radicato nell’accezione di «causalità come regolarità». È proprio in questo momento che si arriva ad un limite e si pongono problemi legati alla razionalità, alla causalità, alla dimensione dei confini entro cui operare e alla definizione di ciò che accede prima e ciò che accade poi. Questo lavoro non ha la pretesa di risolvere le questioni legate al dibattito proprio dello HRM-P Link, né tantomeno di tagliare il nodo gordiano che lo affligge. Al contrario, questo lavoro si inserisce in un contesto preciso, definisce i suoi confini, analizza sfumature e sposa pensieri critici e qualitativi. Aderire alla linea di pensiero immateriale della misurazione qualitativa e della ricerca di connessioni «sovra-connessioni» non vuol dire, comunque, discostarsi dalla razionalità e dall’affidabilità dei dati e delle misurazioni; leggere fatti reali con l’occhio della critica qualitativa fornisce uno spunto diverso sul quale fondare analisi volte a rendere i pensieri più omogenei. In questo ambito, è sposato il principio purista, di stampo critical, secondo cui relazioni costanti, dal punto di vista scientifico, non sono sufficienti per spiegare o stabilire nessi causali. L’idea che tali nessi debbano essere trovati nel mondo dell’immateriale legato ai significati profondi, ai meccanismi, ai poteri ed alle tendenze, è radicato fino al punto da indirizzare l’analisi in un preciso conteso logico e razionale. Questo, quindi, l’obiettivo specifico del presente lavoro: sostenere la ricerca empirica sullo HRM-P Link a divenire ancora più razionale, a radicare le proprie prove empiriche, i propri numeri, nel mare qualitativo fatto di connessioni che non si trovano, ovvero che mostrano una correlazione debole. Spiegare la relazione tra HRM e performance diviene, così, un atto di comprensione generale di dinamiche organizzative, strategiche e manageriali. Un atto in cui la ricerca empirica non contrasta con quella sociale e qualitativa, bensì vi si integra per generare teorie omnicomprensive.
Pressure for innovation, globalization, need to work quickly, international competition, adaptability and flexibility: these are complex days for organizations. Internalizing, then, the normality of investments, the development and implementation of intangible resources and of human resources, to obtain profitable results, we obtain an increasingly complex picture. This is the primary objective of this work: to study the world of connections that exist between managing people in companies and obtaining better results. If concerning organizations there is an incessable and frightening increase in complexity, on the side of the academy there is a real intellectual crisis, of position. The scientific impulse towards the deep understanding of themes from immaterial nuances, towards the statistical and unifying research of links with the characteristics of causality and the almost emotional desire to freely use the concepts related to human capital, intellectual capital, intangibles goods and their connection with performance, has created divergent thoughts and has seen the application of models whose conceptual limitations upstream affect the universal applicability. Although this was - and is - a fertile ground for confrontation rather than a motive for harmony, Becker et al., in 1998, brought the human being into the center of strategic models aimed to obtaining better performances; thus, they formalized the concept of connection between the good practices of Human Resource Management (HRM) and organizational performance (P). The theory and practice then defined this concept HRM-P Link. Sons of productivity, of competition and of the need to cut costs, we are, however, more and more burdened by rational systems of measurement, which, in its infinite logical dimensions, takes the form of the common practice of applying a deeply rooted scientific approach in the sense of «causality as regularity». It is precisely in this moment that we reach a limit and set problems related to rationality, causality, the dimension of the boundaries within which to operate and the definition of what is accessed first and what happens then. This work does not pretend to solve the issues related to the debate of the HRM-P Link, nor to cut the Gordian knot that afflicts it. On the contrary, this work is inserted in a precise context, defines its boundaries, analyzes nuances and marries critical and qualitative thoughts. To adhere to the immaterial line of thought of qualitative measurement and of the research for connections and «over-connections» does not mean, however, to deviate from the rationality and reliability of data and measurements; reading real facts with the eye of qualitative critique provides a different idea on which to base analyzes aimed at making the thoughts more homogeneous. In this context, it is married the purist principle, critical in its spirit, according to which constant relations, from the scientific point of view, are not sufficient to explain or establish causal links. The idea that such links must be found in the world of the immaterial link to the deep meanings, to the mechanisms, to the powers and to the tendencies, is rooted to the point of directing the analysis into a precise logical and rational context. This, then, the specific objective of this work: to support the empirical research on HRM-P Link to become even more rational, to ground their empirical evidence, their numbers, in the qualitative sea made of connections that are not found, or showing a weak correlation. Explaining the relationship between HRM and performance thus becomes an act of general understanding of organizational, strategic and managerial dynamics. An act in which empirical research does not conflict with social and qualitative research, but rather integrates it to generate all-encompassing theories.
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4

Cavallaro, Filippo. "Caratterizzazione statica di collegamenti albero-mozzo forzati ed incollati tramite adesivo anaerobico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
In questo lavoro di tesi si vuole studiare il comportamento statico delle giunzioni albero-mozzo, in acciaio, accoppiate per interferenza e incollate con adesivo anaerobico. Questo tipo di accoppiamento, che prende il nome di accoppiamento “ibrido”, negli ultimi anni sta trovando sempre più impiego nell’ingegneria industriale in particolare quando è richiesta la trasmissione di grandi potenze e coppie. L’utilizzo dell’adesivo permette di ridurre il livello di interferenza richiesto per la trasmissione della coppia, o di evitare l’utilizzo di accoppiamenti di forma (linguette o chiavette), portando quindi ad una riduzione dei costi di fabbricazione. Per l’impiego dell’adesivo anaerobico si devono tenere in considerazione diversi fattori come: la rugosità delle superfici, il metodo di montaggio della giunzione, l’interferenza specifica di accoppiamento, la temperatura di esercizio del giunto, ecc. In questa tesi si indagheranno in particolar modo l’influenza di due fattori quali: l’interferenza specifica di progetto, si studieranno dei livelli di interferenza maggiori rispetto a quelli esistenti in bibliografia, e il metodo di montaggio, Press Fitted e Shrink Fitted. Si noterà come l’impiego di interferenze specifiche troppo alte, maggiori di ξ = 0,0018, non permettono il raggiungimento dell’ottimo tra il contributo fornito dall’interferenza di progetto e quello fornito dall’adesivo. Altresì si concluderà che un montaggio di tipo Shrink Fitted è consigliabile per l’impiego di adesivi anaerobici quando si vuole utilizzare dell’interferenza.
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5

Coromano, Simone. "Determinazione sperimentale del coefficiente d'attrito di collegamenti bullonati e relativa analisi statistica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8068/.

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Abstract:
Nel presente documento verrà affrontata la messa a punto del banco di prova per la caratterizzazione del coefficiente d’attrito globale dei collegamenti bullonati, analizzando i parametri che influenzano la buona o cattiva realizzazione della prova e verrà stabilito se essi hanno influenza oppure no sulla prova; una volta ricavati e analizzati i parametri che influenzano la prova verranno effettuate prove per vedere l’intervallo di incertezza della misura del coefficiente d’attrito per comprendere l’affidabilità della prova; successivamente verrà studiata la differente lubrificazione nelle viti e analizzata quale zona di attrito ha un’incidenza maggiore e se è significativa, poi verranno analizzati due tipi di lubrificante e stabilito quale dei due da un migliore effetto e infine verranno analizzati alcuni parametri per vedere la loro influenza sul coefficiente d’attrito, verrà valutata se è significativa oppure no, e si valuterà quale ha più o meno effetto sul coefficiente d’attrito.
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6

Latour, Massimo. "Analisi teorico-sperimentale di collegamenti dissipativi a parziale ripristino di resistenza in strutture intelaiate in acciaio." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/153.

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Abstract:
2009 - 2010
Before seismic events of Northridge (Los Angeles, 17 January 1994) and Hyogoken-Nanbu (Kobe, 17 January 1995) MRFs were supposed to be the most reliable seismic resistant systems due to the high number of dissipative zones that are able to develop Before these earthquakes, especially in United States, MRFs were realized, generally, by adopting fully welded connections, which, at the time, were retained to perform better compared to other joint typologies. In addition, the economic advantages deriving from the adoption of field fully welded connections, strongly influenced choices of building owners’ and, as a result, led to the adoption of this joint typology in almost all pre- Northridge steel MRFs. After Northridge earthquake, even though the loss of life was limited, the unexpected amount of damages occurred in structures adopting as seismic resistant system welded Moment Resisting Frames put into question the role played by welded connections on the whole structural behavior. Therefore, after the seismic events, two strategies were identified to improve behavior of fully welded connections. The first one is related to the improvement of the welding technique, usually strengthening the critical area subjected to fracture. The second one is based on the possibility of concentrating the energy dissipation in the beam, reducing the bending resistant area of beams by properly cutting the flanges in a zone close to beam-to-column connection. This weakening approach is commonly called RBS. A new design approach, which has been the subject of many studies in last decades, has gained growing interest in last years. In fact, Eurocode 8 has opened the door to the idea of dissipating the seismic input energy in the connecting elements of beam-to-column joints. It has been recognized that semi-rigid partial strength connections can lead to dissipation a and ductility capacity compatible with the seismic demand, provided that they are properly designed by means of an appropriate choice of the joint component where the dissipation has to occur. In this work, the attention is focused on this last approach. The first part of the work is descriptive and deals with the historical development and, in general, with the seismic behavior of Moment Resisting Frames. In the same chapter general concepts concerning the component method, as introduced by last version of Eurocode 3, are given. Finally, the influence of the joint behaviour on main characteristics of partial strength and/or semi-rigid MRFs is evaluated by properly accounting for existing literature. Third chapter deals with an experimental analysis on the cyclic behaviour of classical partial strength beam-to-column joints. The main scope of the experimental campaign is to show how to control the dissipative behaviour of joints by properly designing the weakest joint component and by over-strengthening the other connecting elements. Therefore, a design procedure is pointed out and the comparison among the results obtained by cyclic tests is presented in terms of energy dissipation capacity. In addition, by monitoring during the experimental tests both the whole joint and the single joint components it is shown that the energy dissipated by the joint is equal to the sum of the energy dissipated by the joint components. This result assures that the first phase of the component approach, i.e. the component identification, has been properly carried out and that interaction between components under cyclic loads is negligible. Chapter 4 represents the continuation of the work carried out in previous chapter. In fact, on the base of the obtained results, the goal is to provide a mechanical cyclic model for the prediction of the overall joint behaviour, starting from existing literature models. Hence, a state-of-the-art review is first presented and then, model employed to set up a computer program devoted to the prediction of the cyclic behaviour of steel beam-to-column joints is shown. In particular, cyclic model adopts Kim & Engelhardt model for shear panel, Cofie & Krawinkler model for Panels in Tension and Compression and Piluso et al. model for the prediction of the T-stub behavior. Finally, in chapter 5, an innovative approach to improve the seismic behavior of bolted beam-tocolumn joints, which are affected by strength and stiffness degradation, is presented. The development of a dissipative device representing the application of ADAS concept to T-stubs, is detailed. First, a mechanical and finite element model able to predict the whole force displacement curve of the so-called hourglass T-stubs are set up. Next, an experimental analysis aiming to compare the hysteretic behaviour and the dissipative capacities of rectangular and dissipative T-stubs is carried out. Finally, as a consequence of the study of the joint component, a further experimental analysis concerning the application of such devices to partial strength beam-to-column joints is presented and the results, in terms of moment-rotation curve and energy dissipation capacity, are discussed and compared to those obtained by the cyclic testing of classical joints.[edited by author]
IX n.s.
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7

Troisi, Marina. "Influenza del comportamento ciclico dei collegamenti trave-colonna sulla risposta sismica di telai in acciaio regolari o in presenza di "set-backs"." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2015. http://hdl.handle.net/10556/1916.

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Abstract:
2012 - 2013
In accordo con i criteri della progettazione sismica tradizionale, la dissipazione dell’energia sismica in ingresso nei telai sismo-resistenti avviene in alcune zone degli elementi strutturali che vengono impegnate in campo plastico e che, quindi, devono essere dettagliate in maniera appropriata al fine di assicurare cicli di isteresi ampi e stabili. Le zone dissipative possono essere localizzate alle estremità della trave o negli elementi di collegamento a seconda della tipologia di nodo trave-colonna impiegata. Infatti, le connessioni trave-colonna possono essere progettate sia come nodi a completo ripristino di resistenza, con una sufficiente sovraresistenza rispetto alla trave collegata concentrando le zone dissipative alle estremità delle travi, o come nodo a parziale ripristino di resistenza, di modo che l’energia sismica in ingresso è dissipata attraverso l’impegno plastico di componenti nodali opportunamente selezionate. Il presente lavoro si propone di valutare l’influenza della tipologia di nodi trave colonna a parziale ripristino di resistenza sulla risposta sismica di telai sismo-resistenti in acciaio regolari e con irregolarità di tipo “set-backs”, a partire dalla conoscenza del comportamento rotazionale ciclico dei collegamenti, al fine di sviluppare metodologie più accurate per la valutazione della prestazione sismica di strutture con tale tipo di connessioni. Le strutture utilizzate sono telai sismo-resistenti in acciaio piani progettati adottando una rigorosa metodologia basata sui teoremi limite del collasso plastico in grado di assicurare lo sviluppo di un meccanismo di collasso di tipo globale. Le tipologie di connessione considerate sono quattro nodi a parziale ripristino di resistenza, progettati al fine di ottenere la stessa resistenza flessionale di progetto partendo da dettagli costruttivi differenti e quindi portando a risorse di duttilità e caratteristiche dissipative del tutto diverse. Le prime tre connessioni sono state progettate mediante criteri di gerarchia a livello delle singole componenti mentre la quarta connessione è un nodo trave-colonna equipaggiato con dissipatori ad attrito posizionati in corrispondenza delle flange della trave collegata progettato e dettagliato al fine di dissipare l’energia sismica in ingresso in funzione del massimo spostamento richiesto in occasione di eventi sismici di tipo distruttivo. L’utilizzo di questi nodi trave colonna è legato alla disponibilità di risultati sperimentali relativi alla loro risposta rotazionale ciclica, in quanto essi sono stati testati all’interno di sub-assemblaggi strutturali presso il laboratorio delle strutture dell’Università degli Studi di Salerno. Infatti, il comportamento ciclico di tali nodi trave-colonna è complicato dallo sviluppo di degrado di resistenza e rigidezza e dal fenomeno del pinching all’aumentare del numero di cicli, fenomeni governati da regole che non possono essere dedotte mediante approcci teorici semplificati. Al fine di valutare la risposta sismica dei telai in acciaio sismo-resistenti, è necessaria una modellazione accurata della struttura che sia in grado di rappresentarne correttamente sia la rigidezza che le caratteristiche di deformabilità, specialmente con riferimento alle connessioni trave-colonna, essendo la dissipazione dell’energia sismica in ingresso ottenuta attraverso la plasticizzazione di tali elementi. Nello specifico, i nodi trave-colonna sono stati modellati attraverso elementi molla rotazionale inelastica posizionati alle estremità delle travi la cui curva momento-rotazione è caratterizzata da un comportamento ciclico che porta in conto sia il degrado di resistenza che di rigidezza, nonché, il fenomeno del pinching. Successivamente, è stata portata avanti una ricerca volta ad ottenere, a partire dal comportamento ciclico dei nodi così modellati, una previsione della risposta sismica della struttura attraverso l’uso di analisi dinamiche al fine di investigare l’influenza del dettaglio costruttivo del nodo sulla risposta sismica dei telai sismo-resistenti in acciaio regolari. [a cura dell'autore]
XII n.s.
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8

Suergiu, Gianmaria. "Analisi time history per la valutazione degli scorrimenti in strutture prefabbricate con collegamenti attritivi non progettati con criteri antisismici." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10386/.

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Abstract:
In questo lavoro si è tentato di fornire un metodo per la calibrazione di modelli numerici in analisi dinamiche spettrali. Attraverso una serie di analisi time history non lineari sono stati ottenuti gli spostamenti relativi orizzontali che nascono, in corrispondenza della connessione trave-pilastro di tipo attritivo, quando una struttura prefabbricata monopiano viene investita dalla componente orizzontale e verticale del sisma. Con un procedimento iterativo su varie analisi spettrali sono state calibrate delle rigidezze equivalenti che hanno permesso di ottenere, con buona approssimazione, gli stessi risultati delle analisi time history. Tali rigidezze sono state poi restituite in forma grafica. Per riprodurre gli spostamenti relativi orizzontali con un’analisi dinamica spettrale è quindi possibile collegare le travi ai pilastri con degli elementi elastici aventi rigidezza Kcoll. I valori di rigidezza restituiti da questo studio valgono per un’ampia gamma di prefabbricati monopiano (periodo proprio 0.20s < T < 2.00s) e tre differenti livelli di intensità sismica; inoltre è stata data la possibilità di considerare la plasticizzazione alla base dei pilastri e di scegliere fra due diverse posizioni nei confronti della rottura di faglia (Near Fault System o Far Fault System). La diminuzione di forza d’attrito risultante (a seguito della variazione dell’accelerazione verticale indotta dal sisma) è stata presa in considerazione utilizzando un modello in cui fra trave e pilastro è posto un isolatore a pendolo inverso (opportunamente calibrato per funzionare come semplice appoggio ad attrito). Con i modelli lineari equivalenti si riescono ad ottenere buoni risultati in tempi relativamente ridotti: è possibile così compiere delle valutazioni approssimate sulla perdita di appoggio e sulle priorità d’intervento in una determinata zona sismica.
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Carta, Nicola. "Sviluppo e ottimizzazione di connessioni tipo Holdown innovative per strutture in CLT." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi propone un nuovo tipo di collegamento hold-down per strutture CLT. A seguito di un’introduzione riguardante il materiale utilizzato e le possibili tipologie costruttive, si presentano i princìpi che stanno alla base del comportamento sismico di strutture costituite da pannelli CLT. Focalizzando l’attenzione sui collegamenti di tipo hold-down e confrontandosi con elementi attualmente in uso in tali strutture, viene proposto un nuovo collegamento fortemente dissipativo che presenterà la capacità di resistere a minimi spostamenti relativi in direzione orizzontale. Attraverso il calcolo e la modellazione agli elementi finiti si ottengono risultati che confermano le ipotesi e gli obiettivi di partenza, i quali vengono discussi criticamente evidenziando i vantaggi introdotti con l’hold-down oggetto di studio. Si riportano infine le tavole rappresentanti l’elemento.
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Nishida, Daisuke <1987&gt. "Il sistema d’informazione della Repubblica di Venezia: i collegamenti delle notizie scritte e orali tra Venezia, i suoi territori e le corti estere nel 1509." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6864.

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Abstract:
In questa tesi vorrei focalizzare la mia attenzione sul network delle informazioni scritte e orali della Repubblica di Venezia. Utilizzando i Diarii di Marin Sanudo come fonte principale, ho intenzione di analizzare nel dettaglio tutte le informazioni registrate nei sei mesi tra il primo marzo e 31 agosto del 1509, le quali sono le notizie giunte a Venezia inviate dai vari esponenti veneziani sia del suo territorio (Stato da terra e Stato da Mar), che delle corti estere oppure dai mercanti veneziani. La prima ragione, per cui ho ritenuto interessante affrontare questo tema, è che Venezia era uno stato con un efficiente sistema diplomatico, grazie al quale controllava i movimenti nelle corti straniere. Per tale sistema, era indispensabile raccogliere le notizie più possibili riguardo a ciò che avveniva al di fuori della città. La seconda ragione è che l’inizio del Cinquecento fu un periodo molto significativo per Venezia. Nel 1508, a Cambrai venne concluso un trattato anti-veneziano tra i diversi principi europei. Il 23 marzo 1509, dopo che anche il papa Giulio II sottoscrisse il trattato per riprendere tutto il territorio nella Romagna, tutta l’Europa si unì per combattere la Serenissima. Successivamente il 14 maggio dello stesso anno, vi fu la prima battaglia ad Agnadello tra le truppe francesi e veneziane, nella quale Venezia venne sconfitta e perse il territorio lombardo. L’ultima ragione della mia ricerca è l’esistenza di abbondanti informazioni grazie a Marin Sanudo, che scrisse quasi ogni giorno ciò che accadeva a Venezia, in Italia o in Europa sotto forma di “diario” per circa 40 anni. Dalla sua opera, possiamo ricavare tante informazioni sui documenti diplomatici, rapporti dei rettori e avvisi dei mercanti. Nel primo capitolo, ho accennato ad alcuni studi precedenti e ho spiegato la fonte principale: i Diarii di Marin Sanudo e anche la sua vita. Nel secondo capitolo affronterò le informazioni che arrivarono a Venezia in generale. Prima di tutto ho scritto riguardo la tipologia delle informazioni, ossia quelle scritte e orali. In ogni tipologia, ho messo le varie provenienze delle informazioni: Italia, Europa, Stato da Mar e Levante. Usando alcune tabelle, vorrei specificare le caratteristiche delle notizie venute da fuori Venezia. Nel terzo capitolo, invece, vorrei mettere a fuoco le notizie provenienti da Roma, uno dei più importanti luoghi di raccolta delle informazioni utili per Venezia. Ho studiato anche i corrieri che portavano le lettere da Roma a Venezia. Nel quarto capitolo, prenderò in considerazione due ambasciatori (oratori) veneziani all’estero: uno è Antonio Condulmer, oratore in Francia, e l’altro è Andrea Badoer, oratore in Inghilterra. La Francia fu lo stato che prese l’iniziativa della Lega di Cambrai. A Lione ci fu l’oratore veneziano, ma prima dell’inizio della guerra di Cambrai tornò in patria. l’Inghilterra, invece, rimase neutrale e diventò per questo uno dei luoghi più importanti da dove provenivano le varie informazioni europee. Venezia poté ricevere tante lettere dall’oratore a Londra.
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Saraga, Ruggero. "Analisi delle correnti sui collegamenti di terra dei sistemi di cross-bonding per cavi ad alta e altissima tensione in presenza di guasto nelle guaine metalliche." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13176/.

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Abstract:
L’obiettivo di questa tesi di Laurea è stato quello di valutare la possibilità di installare un sistema di monitoraggio on-line delle correnti sulle prese di terra in grado di rilevare la presenza di un guasto verso terra nella guaina termoplastica per linee in cavo a 400 e 150 kV, in posa piana e con guaine metalliche trasposte secondo il metodo cross-bonding. I risultati ottenuti sono stati poi confrontati con risultati ottenuti in precedenza per linee in cross-bonding trasposte con metodo Kirke-Searing, per verificare se fosse conveniente impiegare una trasposizione in cross-bonding in sostituzione alla Kirke-Searing vista la relativa economicità della prima. Le correnti di guaina e delle prese di terra sono state calcolate implementando modelli in ambiente Simulink sia la configurazione a guaine metalliche trasposte secondo il metodo cross-bonding, sia per la configurazione a guaine metalliche trasposte secondo il metodo Kirke-Searing. Si è così effettuato un grande numero di simulazioni, facendo variare i molteplici parametri in gioco, e precisamente: resistenza e posizione del guasto, carico della linea, configurazione delle sezioni minori (simmetrica o asimmetrica), numero delle sezioni maggiori in serie (una o due), valori della resistenza di terra della presa centrale. Dai risultati ottenuti si evince che l’obiettivo di questo elaborato è stato effettivamente confermato. Infatti si è dimostrata la possibilità di rilevare un guasto della guaina termoplastica anche in sistemi di cavi unipolari trifase in cross-bonding.
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Fini, Stefano. "Effect of friction, surface treatment and adhesive-reinforcement on the behavior of threaded connections. Effetto dell'attrito, dei trattamenti superficiali e dell'incollaggio sul comportamento dei collegamenti filettati." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3422419.

Full text
Abstract:
This study aims at analyzing the phenomena which characterize threaded connections. This type of joint has been known for thousands years (one of the first applications is attributable to Archimedes) allows transforming a torque into an axial force, typically used to lock two or more components thanks to the friction forces that arise between the connected bodies. One of the main strengths of this type of coupling is the possibility to assemble and disassemble the assembled parts; in addition, it can be applicable to almost any type of material. However, the joint system is characterized by a low efficiency: only a modest amount of the tightening torque is actually converted into axial force. In addition, the obtained axial force is typically affected by a large scatter. This behavior is due to the combined effect of two different friction effects that arise between the under-head of the screw (or nut) and the surface of the elements to be locked in the first case, and between the screw threads and female screw in the second one. The relationship between tightening torque and preload axial force is very sensitive to the effect of the various friction coefficients that rule the tribological behavior of the joint:, these coefficients have a significant variability due to the processes used to manufacture the components, and to the different tightening parameters, such as the presence of lubrication or the tightening speed. Threaded connections do have a wide array of applications, both in the field of civil engineering and in mechanics. For instance, in the automotive compartment, due to a steadily growing strive towards weight reduction and increased automation of assembly procedures, an accurate knowledge of the performance of threaded connections has recently become critical in order to achieve the safety of the junction at an adequate production cost. In order to control a threaded connection, it is necessary to focus on the three main factors that characterize its behavior: the coefficients of friction at tightening, the self-relaxation phenomenon (decrease of axial preload in the first few seconds after tightening, due to sinking of the load bearing area in the clamped parts), self-loosening (loss of axial preload, typically due to the action of external shearing forces). In the following, literature review will be presented first, then it will be shown an experimental investigation on the effect of solid lubrication on the friction coefficients, carried out for repeated tightenings and different surface treatments. Moreover, the effect of the number of engaged threads on the performance of an anaerobic threadlocking adhesive will be examined. The need for these analyses arose from the study of an in-field failure occurred in a pinion shaft of a transmission for earth moving machines, which, as it will be shown in the following, probably failed due to a combination of the aforementioned typical issues of threaded components. The research has the aim of increasing the knowledge about the effect of lubrication on the different phenomena that contribute to determining the performance of a bolted connection.
Lo studio in oggetto ha come obbiettivo l’analisi dei fenomeni che caratterizzano sistemi di giunzione per attrito; come i collegamenti filettati. Questo tipo di giunzione noto ormai da millenni (una delle prime applicazioni è riconducibile ad Archimede) permette di trasformare una coppia torcente in una forza assiale, tipicamente utilizzata per bloccare due o più componenti grazie alle forze di attrito che nascono tra i corpi collegati. Uno dei principali punti di forza di questo tipo di accoppiamento è la possibilità di montare e smontare i particolari collegati oltre ad essere applicabile quasi a qualsiasi tipo di materiale. Per contro il sistema di giunzione è caratterizzato da un basso rendimento: solo una modesta quantità della coppia esercitata al serraggio viene effettivamente convertita in forza assiale. Inoltre la forza assiale ottenuta presenta tipicamente valori variabili all’interno di un ampio intervallo. Questo comportamento è dovuto all’effetto combinato di due distinti momenti d’attrito che nascono in un caso tra il sottotesta della vite o del dado e la superficie di uno degli elementi da bloccare, nell’altro tra i filetti di vite e madrevite. La relazione tra coppia di serraggio ed effettiva forza assiale ottenibile è molto sensibile all’effetto dei vari coefficienti d’attrito: questi coefficienti a loro volta presentano una significativa variabilità dovuta sia ai processi produttivi utilizzati per realizzare i vari componenti che ai diversi parametri di serraggio, come ad esempio la presenza di lubrificazione o la velocità di serraggio. I collegamenti filettati trovano ampia applicazione sia nel campo delle costruzioni civili che nel campo della meccanica, dove a causa di una sempre maggiore spinta verso una riduzione dei pesi ed una maggiore automatizzazione delle procedure di montaggio (si pensi al settore automotive), è necessario avere un accurato controllo sulle prestazioni del collegamento al fine di garantire la sicurezza della giunzione con tempi di assemblaggio e costi ridotti. Al fine di controllare un collegamento filettato occorre focalizzare l’attenzione sui tre principali fenomeni che lo governano: andamento dei coefficienti d’attrito in fase di serraggio, self-relaxation (diminuzione del tiro assiale offerto dalla vite nei primi secondi successivi al serraggio, dovuto ad un assestamento elastoplastico del materiale), self-loosening (perdita di tiro assiale nel tempo tipicamente sotto l’azione di carichi taglianti esterni). Di seguito verrà presentata una panoramica generale sull’argomento tratta dalla letteratura esistente, un’indagine sperimentale sull’effetto della lubrificazione con lubrificante solido sui coefficienti d’attrito per serraggi ripetuti e diversi trattamenti superficiali e l’effetto del numero di filetti in presa sulle prestazioni di un frenafiletti anaerobico. Queste analisi sono partite dallo studio di un caso reale di self-loosening su un collegamento filettato in un albero pignone di una trasmissione per macchine movimento terra, dove si evidenziano i vari fenomeni che caratterizzano questo tipo di collegamenti. L’attività di ricerca si pone l’obbiettivo di aumentare le conoscenze sull’effetto della lubrificazione sui diversi fenomeni che concorrono a determinare le prestazioni di un collegamento bullonato.
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Campana, Alex. "Resistenza a taglio in temperatura di un adesivo epossidico applicato nella giunzione di pin-collar in lega di alluminio." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Con il presente elaborato si è cercato di ottenere alcune informazioni inerenti all’influenza del rapporto di aspetto (definito come il rapporto tra la lunghezza e il diametro di accoppiamento) sulla resistenza al taglio di un adesivo epossidico bicomponente commerciale (LOCTITE Hysol 9466), su giunzioni alla temperatura di 40°C. I provini utilizzati, realizzati in lega di alluminio (7075 T6) e appartenenti alla categoria degli accoppiamenti tra albero e mozzo, sono stati dimensionati seguendo le direttive della normativa ISO 10123. Sono stati inoltre adattati alle richieste sperimentali, modificando la lunghezza del mozzo per poter variare il rapporto di aspetto originale. Sono state processate quattro diverse tipologie di campioni e i risultati sono stati elaborati attraverso differenti metodi statistici. Gli esiti della ricerca mostrano la presenza di un’effettiva influenza del fattore considerato sulla resistenza al taglio dell’adesivo epossidico, anche se prevalentemente concentrata in corrispondenza del livello ER=0.4 rispetto agli altri (e in particolare rispetto al rapporto di aspetto ER=0.9), e solo parzialmente tra il livello ER=0.9 e i due superiori, considerati insieme. Risulta invece non significativa la differenza della resistenza al taglio tra i livelli ER=1.3 ed ER=1.7. Si può pertanto concludere che, nelle condizioni in esame, il valore ottimale del rapporto d’aspetto sia confinato in un intorno del valore 0.9, che si consiglia quindi di adottare in fase di progettazione.
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La, Torre Piercarlo <1987&gt. "RISCHIO SISTEMICO: il collegamento tra istituzioni finanziarie." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5045.

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Abstract:
Questa tesi ha l'obiettivo di indagare il concetto di rischio sistemico, partendo da una rivisitazione della letteratura in merito, per poi calarsi nell'analisi dei componenti dei mercati finanziari. Si esplicherà come tale rischio abbia influito sulla crisi finanziaria del 2007-2009, con riguardo alle modalità di diffusione dello stesso. Nella seconda parti si procederà poi all'analisi dei legami tra le diverse istituzioni del sistema finanziario; verrà proposto un modello econometrico di studio che mira a identificare quantitativamente la relazione tra banche, compagnie assicuratrici e hedge fund, per chiarificare come il rischio sistemico veda tra le sue component principali proprio tali relazioni.
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Tonini, Chiara. "Studio di un collegamento trave-pilastro di tipo semirigido dissipativo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
L'elaborato di tesi tratta lo studio di un collegamento trave-pilastro di tipo semirigido dissipativo. L’idea progettuale alla base di tale studio è quella di posizionare nel nodo trave-pilastro di un telaio in acciaio una coppia di dispositivi metallici che durante il sisma si snervino prima dei pilastri. In tal caso infatti si concentrerebbe parte della dissipazione energetica in tali dispositivi ritardando la formazione delle cerniere plastiche alla base dei pilastri e preservando quindi questi ultimi dalla plasticizzazione. Lo studio è stato effettuato considerando come dispositivi metallici i Crescent Shaped Braces (CSB), dispositivi isteretici che, grazie alla loro configurazione geometrica, sono caratterizzati da un legame costituivo elastico-incrudente trilineare. A partire proprio da tale legame costitutivo (noto una volta ipotizzate le dimensioni e la sezione dei CSB) e dalla configurazione geometrica del nodo trave-pilastro, si è studiato il comportamento del collegamento fino alla determinazione del legame Momento-Rotazione: per ogni rotazione della trave rispetto al pilastro si ha infatti una reazione dei CSB che generano sulla trave un momento contrario alla rotazione stessa. Si è poi passati ad un particolare caso di studio, andando ad analizzare il beneficio in ambito sismico derivante dall’inserimento dei Crescent Shaped Brace nei nodi trave-pilastro di un telaio monopiano a singola campata in acciaio. Per verificare tale beneficio si sono eseguite delle analisi non lineari (statiche e dinamiche) su telai con e senza CSB e se ne sono confrontati i risultati.
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Natalini, Valentina <1982&gt. "Il collegamento contrattuale, buona fede ed equilibrio tra i contratti." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3474/1/TESI.pdf.

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Abstract:
Il fenomeno del collegamento contrattuale prevede la presenza di due o più contratti, diversi e distinti, che, pur caratterizzati dagli elementi e dalla disciplina propri di ognuno, risultano coordinati teleologicamente da un nesso di reciproca dipendenza, in modo che le vicende dell’uno si trasmettono all’altro, influenzandone la validità e l’efficacia. Tale nozione è il frutto dell’elaborazione della dottrina e della giurisprudenza, poiché la disciplina positiva difetta di previsioni recanti la definizione di operazioni in cui si ricorra all’impiego di più contratti in vista di uno scopo economico unitario. Fra le molteplici classificazioni realizzate in relazione a tale strumento, la tipologia che è oggetto di analisi nel presente lavoro è espressione dell’autonomia contrattuale dei contraenti che istituiscono fra i negozi un nesso bilaterale, funzionale e volontario. I presupposti del fenomeno de quo sono, allora, rappresentati dalla necessaria intenzione delle parti di attuare il collegamento, del vincolo che viene creato in concreto e, soprattutto, dal fine pratico unitario ed ulteriore, che esse intendono perseguire coordinando i vari atti. Da qui, l’inquadramento di siffatta figura di collegamento nel fenomeno dell’atipicità contrattuale, frutto dell’attività creativa dei privati di autoregolamentazione dei propri interessi. Dottrina e giurisprudenza, in particolare, reputano il collegamento un meccanismo che agisce sul piano degli effetti dei contratti. Infatti, ogni negozio coinvolto, pur conservando una causa autonoma, è finalizzato ad un unico regolamento di interessi, di talché le vicende che investono uno dei negozi possono ripercuotersi sull’altro (che in sé considerato è immune da vizi) e, pertanto, tutti i contratti simul stabunt simul cadent. In definitiva, così opinando, le patologie che riguardano un atto finiscono per condizionare non solo l’esecuzione, ma anche la validità dell’altro. Successivamente, l’indagine si incentra sull’esegesi dei rari interventi normativi, quasi esclusivamente ascrivibili alla legislazione speciale, che trattano del meccanismo de quo e che si pongono nel solco di quanto affermato dagli interpreti. Muovendo, poi, dal presupposto che l’ordinamento riconosce ai contraenti il potere di dar vita ad autodeterminazioni strutturalmente semplici ovvero come in tal caso più articolate, si cerca di dimostrare che in tali fattispecie l’apprezzamento non va condotto sul singolo contratto, bensì sull’operazione economica unitariamente considerata, come risultante dal collegamento fra più contratti. Infatti, una volta accertata l’interdipendenza funzionale delle diverse prestazioni, l’analisi su di esse assume un rilievo diverso se è compiuta per valutare l’assetto complessivo dell’intera operazione giuridico-economica posta in essere dalle parti: solo a fronte di una valutazione globale dei diritti e degli obblighi, anche in termini economici, si può appurare la reale portata giuridico-economica dell’affare. In forza di tali premesse può, quindi, procedersi ad un compiuto approfondimento del possibile ruolo svolto dalle clausole generali di buona fede ed equilibrio, quali strumenti di garanzia della giustizia negli scambi. Ne consegue l’abbandono di una prospettiva atomistica e, tenendo conto dell’unicità degli interessi perseguiti che vanno oltre le cause proprie dei singoli contratti collegati, si tenta di superare l’assunto per il quale il difetto che inficia uno dei contratti comporti l’automatica caducazione dell’altro. In una visione complessiva dell’operazione, la verifica attinente all’equilibrio tra i singoli atti nei quali essa si svolge ed alla sua possibile alterazione a causa di circostanze sopravvenute o originarie potrebbe sovvertire le certezze interpretative sotto il profilo della disciplina del collegamento, degli effetti dello stesso e delle patologie.
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Natalini, Valentina <1982&gt. "Il collegamento contrattuale, buona fede ed equilibrio tra i contratti." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3474/.

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Abstract:
Il fenomeno del collegamento contrattuale prevede la presenza di due o più contratti, diversi e distinti, che, pur caratterizzati dagli elementi e dalla disciplina propri di ognuno, risultano coordinati teleologicamente da un nesso di reciproca dipendenza, in modo che le vicende dell’uno si trasmettono all’altro, influenzandone la validità e l’efficacia. Tale nozione è il frutto dell’elaborazione della dottrina e della giurisprudenza, poiché la disciplina positiva difetta di previsioni recanti la definizione di operazioni in cui si ricorra all’impiego di più contratti in vista di uno scopo economico unitario. Fra le molteplici classificazioni realizzate in relazione a tale strumento, la tipologia che è oggetto di analisi nel presente lavoro è espressione dell’autonomia contrattuale dei contraenti che istituiscono fra i negozi un nesso bilaterale, funzionale e volontario. I presupposti del fenomeno de quo sono, allora, rappresentati dalla necessaria intenzione delle parti di attuare il collegamento, del vincolo che viene creato in concreto e, soprattutto, dal fine pratico unitario ed ulteriore, che esse intendono perseguire coordinando i vari atti. Da qui, l’inquadramento di siffatta figura di collegamento nel fenomeno dell’atipicità contrattuale, frutto dell’attività creativa dei privati di autoregolamentazione dei propri interessi. Dottrina e giurisprudenza, in particolare, reputano il collegamento un meccanismo che agisce sul piano degli effetti dei contratti. Infatti, ogni negozio coinvolto, pur conservando una causa autonoma, è finalizzato ad un unico regolamento di interessi, di talché le vicende che investono uno dei negozi possono ripercuotersi sull’altro (che in sé considerato è immune da vizi) e, pertanto, tutti i contratti simul stabunt simul cadent. In definitiva, così opinando, le patologie che riguardano un atto finiscono per condizionare non solo l’esecuzione, ma anche la validità dell’altro. Successivamente, l’indagine si incentra sull’esegesi dei rari interventi normativi, quasi esclusivamente ascrivibili alla legislazione speciale, che trattano del meccanismo de quo e che si pongono nel solco di quanto affermato dagli interpreti. Muovendo, poi, dal presupposto che l’ordinamento riconosce ai contraenti il potere di dar vita ad autodeterminazioni strutturalmente semplici ovvero come in tal caso più articolate, si cerca di dimostrare che in tali fattispecie l’apprezzamento non va condotto sul singolo contratto, bensì sull’operazione economica unitariamente considerata, come risultante dal collegamento fra più contratti. Infatti, una volta accertata l’interdipendenza funzionale delle diverse prestazioni, l’analisi su di esse assume un rilievo diverso se è compiuta per valutare l’assetto complessivo dell’intera operazione giuridico-economica posta in essere dalle parti: solo a fronte di una valutazione globale dei diritti e degli obblighi, anche in termini economici, si può appurare la reale portata giuridico-economica dell’affare. In forza di tali premesse può, quindi, procedersi ad un compiuto approfondimento del possibile ruolo svolto dalle clausole generali di buona fede ed equilibrio, quali strumenti di garanzia della giustizia negli scambi. Ne consegue l’abbandono di una prospettiva atomistica e, tenendo conto dell’unicità degli interessi perseguiti che vanno oltre le cause proprie dei singoli contratti collegati, si tenta di superare l’assunto per il quale il difetto che inficia uno dei contratti comporti l’automatica caducazione dell’altro. In una visione complessiva dell’operazione, la verifica attinente all’equilibrio tra i singoli atti nei quali essa si svolge ed alla sua possibile alterazione a causa di circostanze sopravvenute o originarie potrebbe sovvertire le certezze interpretative sotto il profilo della disciplina del collegamento, degli effetti dello stesso e delle patologie.
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Nizzetto, Sabrina <1980&gt. "UN “MONDO DIVERSO” - IL COLLEGAMENTO TRA PSICHIATRIA E SERVIZIO SOCIALE." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2784.

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Abstract:
Il focus di questo studio nasce proprio dall’incontro tra il concetto di malattia, in modo particolare il disturbo mentale e il ruolo della cultura, la quale riveste una notevole importanza sia nella definizione del disturbo stesso, sia nell’obiettivo di salute verso cui, oltre all’individuo, anche l’Istituzione sanitaria è orientata. Tale studio si basa proprio nell’incontro tra un approccio medico-biologico e antropologico – culturale con la consapevolezza che la condizione di “star bene” è determinata culturalmente: la salute è definita dallo stile con cui ciascuna società si esprime. Ma cosa succede quando un operatore di un servizio socio sanitario incontra una persona proveniente da un contesto culturale completamente diverso? Bisogna partire dalla consapevolezza che come il concetto di salute e malattia sono culturalmente determinati, anche gli strumenti di cura devono tener conto di tutto l’impianto concettuale e comportamentale che una persona mette in atto quando “si sente” ammalata Lo sviluppo del fenomeno migratorio in Italia e la sua continua evoluzione ha provocato, a tal riguardo, una serie di reazioni e di interventi sia da parte dello Stato, sia da tutte le agenzie territoriali che a diverso titolo sono state coinvolte: il servizio socio sanitario risulta essere uno dei sistemi maggiormente coinvolto. In questo studio ci occuperemo in particolar modo della Psichiatria, branca della medicina caratterizzata da un lato da un’organizzazione del servizio elaborata in base ad un modello occidentale di rappresentazione dei concetti di salute e di malattia e dall’altro il contatto sempre più frequente con pazienti /utenti provenienti da contesti culturali con quadri di riferimento diversi, sia per quanto riguarda i concetti stessi di salute e di malattia, sia per quanto riguarda i modelli di cura e di assistenza. Con questa tesi intende presentare l’incontro tra la psichiatria e “mondi diversi” descrivendo i nodi critici e le prospettive future per una presa in carico globale del paziente straniero, dove la diversità diventa risorsa nella cura della persona. Verranno riportati riferimenti sia derivanti dalla letteratura in materia, sia riflessioni derivanti dall’esperienza lavorativa come Assistente Sociale presso un Centro di Salute Mentale. All’interno della dicotomia – uniformità dei servizi/ diversità culturale dei pazienti - anche il Servizio Sociale è direttamente coinvolto sia per i compiti attinenti al proprio agire professionale, al ruolo e alle funzioni assegnate all’interno dei Servizi di Salute Mentale, sia come professionista in grado di osservare i cambiamenti in atto all’interno dell’attuale società occidentale, al fine di attribuire successivamente un senso e un significato agli eventi esaminati al fine di realizzare progetti personalizzati con l’utente e con la comunità. Verrà presentata un’analisi della disciplina del servizio sociale e degli strumenti attinenti e usati dalla professione nello svolgimento del proprio mandato istituzionale. Sulla base dell’apparato teorico e delle riflessioni circa il ruolo del servizio sociale e l’identità della professione di assistente sociale verrà delineato l’incontro tra la psichiatria transculturale e il servizio sociale: attraverso una circolarità di saperi provenienti dagli ambiti di riferimento (psichiatria, servizio sociale, immigrazione) in un ottica culturale, si cercherà di comprendere se e in quale modo il servizio sociale, con i propri strumenti e le proprie metodologie possa svolgere un ruolo significativo nella presa in carico di un utente straniero all’interno di un servizio di salute mentale in un’ottica transculturale.
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Brighi, Matteo. "Collegamento della secante di Cesena SS 9 via Emilia verso nord." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amslaurea.unibo.it/181/.

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Abstract:
Prima di parlare di lotto zero, credo sia opportuno inquadrare in modo più preciso il significato che riveste la Secante per Cesena. La Secante è senza dubbio l’opera più rilevante e strategica in assoluto degli ultimi decenni ed è destinata a incidere in modo profondo (almeno così ci auguriamo) sulla vita della città, contribuendo a migliorarla sensibilmente. A questa arteria è affidato il compito di raccogliere tutto il traffico di attraversamento di Cesena, e specialmente quello rappresentato dai mezzi pesanti, che gravita principalmente sulla via Emilia, creando da tempo una situazione difficile, ma che negli ultimi anni è divenuta pressoché insostenibile: sono molte migliaia i veicoli che ogni giorno percorrono questa strada che già dalla fine degli anni Sessanta ha cessato di essere periferica e che ai giorni nostri fa ormai parte del centro urbano. La Secante, una volta completata, porrà un rimedio definitivo a questa situazione: secondo le previsioni, sarà in grado di smaltire in modo efficiente circa 40mila veicoli al giorno e, quindi, di rispondere alle necessità di circolazione della città per almeno i prossimi 20-30 anni. Proprio per l’importanza che il nuovo asse di collegamento riveste, diventa fondamentale garantirne la massima fruibilità, dedicando estrema attenzione non solo alla funzionalità della struttura in sé ( per altro progettata con criteri d’avanguardia, soprattutto per la parte in galleria, che si configura come il primo eco-tunnel italiano ), ma anche al complesso delle opere di collegamento con la viabilità preesistente: svincoli, nodi stradali, nuove connessioni. È in questo quadro che si inserisce il cosiddetto “lotto zero”, cioè quel tratto stradale che prolungherà il primo lotto della Secante verso Forlì e avrà una lunghezza pari a circa 1 chilometro. Entrando nel dettaglio, questo lotto dovrà portare il traffico in uscita dalla Secante dalla via comunale San Cristoforo alla via Provinciale San Giuseppe, sicuramente più idonea a sopportare l’importante mole di traffico veicolare e meglio collegata alla viabilità principale. Il lotto zero si congiungerà con la via Emilia attraverso la già esistente rotatoria davanti al cimitero di Diegaro. Naturalmente, il nuovo tratto sarà dotato di barriere acustiche: si è pensato a strutture in lamiera di acciaio, con funzioni fonoassorbenti e fonoisolanti, per una lunghezza totale di circa 310 metri. Il costo complessivo dell’opera si aggira intorno ai 25 milioni di euro. Il Comune di Cesena considera questo intervento irrinunciabile, e per questo si stanno valutando le soluzioni più opportune per una sua realizzazione in tempi ragionevolmente brevi. Non a caso, per accelerare le procedure già nel 2004 l’Amministrazione Comunale di Cesena e l’Amministrazione Provinciale di Forlì – Cesena hanno deciso di finanziare direttamente il progetto, e sono stati avviati contatti con i ministeri delle Infrastrutture e dell’Ambiente per sollecitarne l’approvazione e la conseguente disponibilità di fondi. D’altro canto, non si può dimenticare che il lotto zero s’inserisce nella necessità più complessiva di un nuovo assetto della viabilità del territorio, che troverà una risposta definitiva con il progetto della cosiddetta via Emilia bis. Si tratta di un intervento prioritario non solo per Cesena, ma per tutta la Romagna, e che acquisisce un significato ancor più rilevante alla luce del recente progetto relativo alla Civitavecchia-Orte-Cesena-Ravenna-Mestre. In quest’ottica, il lotto zero assume una funzione indispensabile per armonizzare la grande circolazione che gravita sul nodo cesenate, destinato a diventare ancora più rilevante nel momento in cui si svilupperà la dorsale autostradale appenninica, la futura E45/E55.
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Querze, Sara. "Le funzioni olomorfe e il loro collegamento con le funzioni armoniche." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7876/.

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Abstract:
Questo elaborato si propone di analizzare il collegamento tra olomorfia e armonicità. La prima parte della tesi tratta le funzioni olomorfe, mentre la seconda parte tratta le funzioni armoniche. Per quanto riguarda la seconda parte, inizialmente ci limiteremo a studiare le funzioni armoniche in R^2, sottolineando il legame tra queste e le funzioni olomorfe. Considereremo poi il caso generale, ovvero estenderemo la nozione di funzione armonica ad R^N e osserveremo che molte delle proprietà viste per le funzioni olomorfe valgono anche per le funzioni armoniche. In particolare, vedremo che le formule di media per le funzioni armoniche svolgono un ruolo analogo alla formula integrale di Cauchy per le funzioni olomorfe. Vedremo anche che il Teorema di Liouville per le funzioni armoniche è l’analogo del Teorema di Liouville per le funzioni intere (funzioni olomorfe su tutto C) e, infine, osserveremo che il Principio del massimo forte non è altro che il trasferimento alle funzioni armoniche del Principio del massimo modulo visto nella teoria delle funzioni olomorfe.
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di, Napoli Ester. "I criteri di collegamento personali nel diritto internazionale privato europeo della famiglia." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423051.

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Abstract:
Recently, European private international law in family matters has deeply developed. The structure of conflict-of-laws rules reflects the needs of mobility of the “post-modern” family. Presently, families move, benefiting from the “constitutional” freedom of movement within the Union, establishing a fragmented and unstable relationship with the territory. In the era of the retour des sentiments, the “post-modern” man “suffers” from a pluralism of identities: he is linked to the traditions of his ancestors, he is integrated within the social context of the different country where he is established, he takes part to the community of those who believe in the religion that he has embraced. In Europe, the conflict-of-laws rules which regulate family matters – allocated on three “levels” (national, conventional, supranational) – respond to complex schemes, and undergo a wider tension to specialization, flexibilitation and materialization of private international law. The use of the personal connecting factors of nationality, domicile and habitual residence, demonstrates that private international law changes following the political, social and economic changes. The European legislator and the interpreter, when elaborating and applying the relevant conflict-of-law rule, need to satisfy multiple needs. On one side, the European policies, such as, among others, the social integration of the individual in the legal order of the requested State; on the other side, the protection of the “moving” person’s cultural identity. Such “axiological” tension (translated, in the macro-context, in the search for a balance between the “right to an international mobility”, and the respect of one’s own “roots”) reveals itself, in the micro-context, through the use of some personal connecting factors by the supranational conflict-of-laws rules which apply in family matters. It is mostly the habitual residence that appears to satisfy such balances. The European legislator has taken the expression from the language of “the Hague”, and has shaped it according to the needs of the European legal order. Habitual residence raises delicate issues concerning its definition: such problems show that this concept is of a complex and composite nature, which goes beyond the mere fact (as it was originally conceived in the “law of the Hague”). The questions surrounding the habitual residence, and its widespread use (as the principal connecting factor, but also the principle head of jurisdiction in EU regulations regulating family matters) reflect the development that undergoes European private international law. Such evolution, together with its present dynamics, seen from the internal perspective of the personal connecting factors used by conflict-of-laws rules in family matters, leads one to think – with renovated interest – about the European competences in the field of private international law, and on the nature of European private international law
Negli ultimi anni il diritto internazionale privato dell’Unione ha conosciuto uno sviluppo significativo, anche nel settore familiare. Le esigenze della “famiglia postmoderna” si riverberano sulla struttura della norma di conflitto, che si appresta a seguirla nel suo dinamismo. La famiglia odierna partecipa del fenomeno di mobilità attraverso le frontiere, “costituzionalmente” garantito dai Trattati, intrattiene col territorio un rapporto frammentato, precario: la famiglia si stabilisce nel tessuto sociale dello Stato d’accoglienza, vi si integra, riparte. Così, nell’epoca del retour des sentiments, l’uomo postmoderno è eclettico, “soffre” di un pluralismo identitario: è ancorato alle tradizioni dei propri avi, si inserisce nel tessuto sociale del diverso paese in cui è stabilito, si riconosce nella comunità di quanti credono nella religione che ha abbracciato. Le norme di conflitto che disciplinano la materia familiare in Europa – distribuite su più “livelli” (interno, convenzionale, sovranazionale) – rispondono così a schemi articolati, attraversate dalla più ampia tendenza alla specializzazione, alla flessibilizzazione ed alla materializzazione del diritto internazionale privato, che interessa ogni settore. L’evoluzione dell’impiego nel tempo dei criteri di collegamento personali della cittadinanza, del domicilio e della residenza abituale mostra come il diritto internazionale privato non resti insensibile agli sviluppi politici, sociali ed economici della società. Il legislatore dell’Unione, nella fase genetica, e l’interprete, nella fase applicativa della norma di conflitto, devono soddisfare multiple esigenze. Da una parte, le politiche dell’Unione (di cui la libertà di circolazione costituisce lo “scheletro”), l’integrazione sociale della persona nell’ordinamento dello Stato d’arrivo; dall’altra, la tutela dell’identità culturale dell’individuo “mobile”. Questa tensione assiologica, che nel macro-contesto si traduce nella ricerca di un equilibrio tra il “diritto alla mobilità internazionale” ed il valore del rispetto delle proprie origini, si manifesta nel micro-contesto nell’impiego di alcuni criteri di collegamento personali da parte delle norme di conflitto preposte alla disciplina dei rapporti e delle situazioni familiari, nel contesto sovranazionale. È soprattutto il criterio di collegamento basato sulla residenza abituale che parafrasa questo gioco di equilibri. Il legislatore dell’Unione ha trasposto “a Bruxelles” questa espressione, tratta dal linguaggio “dell’Aja”, plasmandolo in parte su “bisogni” propri dell’ordinamento europeo: il criterio di collegamento della residenza abituale dimostra di soddisfare, più dei criteri del domicilio e della cittadinanza, gli obiettivi cui è informato il diritto internazionale privato dell’Unione, strumentale, a sua volta, al raggiungimento delle politiche dell’Unione. La residenza abituale solleva delicate problematiche ricostruttive, che ne lasciano intendere una natura complessa, composita, che va oltre al mero fatto (come originariamente intesa nel “diritto dell’Aja”). Le questioni che circondano questo concetto e l’impiego diffuso che ne fanno le norme dell’Unione (che lo elevano a criterio di collegamento, nonché a titolo di giurisdizione principale anche nei regolamenti in corso di adozione in materia familiare), rispecchiano in parte lo sviluppo che fronteggia il diritto internazionale privato dell’Unione nel suo insieme. Questa evoluzione, con le sue dinamiche attuali, osservata dal micro-contesto, dalla prospettiva dei criteri di collegamento personali impiegati dalle norme di conflitto in materia familiare, ci inducono riflettere con rinnovato interesse sulle competenze dell’Unione nella disciplina internazionalprivatistica, sulla natura del diritto internazionale privato dell’Unione
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Botsiou, Margarita. "Analisi del collegamento fra via Toscana e via Lungosavena-via Corelli in Bologna." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amslaurea.unibo.it/397/.

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Ombra, Lisa. "Comportamento meccanico del collegamento in fondazione di pilastri prefabbricati soggetti ad azioni cicliche." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2017/.

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MARTINELLI, PAOLA. "Codifica e modulazione per una maggiore robustezza al Jamming del collegamento satellitare TTC." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2014. http://hdl.handle.net/2108/214223.

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Fiorentino, Francesca. "Complessità delle operazioni contrattuali e interessi delle parti. Nuove prospettive del collegamento negoziale." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2013. http://hdl.handle.net/10556/886.

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Abstract:
2011 - 2012
Le operazioni contrattuali c.d. complesse rappresentano un fenomeno di espressione dell’autonomia privata, funzionale alla soddisfazione di interessi concreti che rispecchiano o si manifestano per i contingenti aspetti della realtà socio economica. Tra le altre categorie dogmatiche anche quella del collegamento negoziale è figlia dell’esigenza di dare una sufficiente risposta alla realtà degli affari che non si lascia incanalare all’intero di una tipizzazione contrattuale talvolta insoddisfacente. L’esame della figura del collegamento negoziale si muove attraverso l’esame di singole ipotesi contrattuali, credito al consumo, leasing, handling, concessione di vendita, secondo una metodologia che dal dato normativo giunge al solo esame del dato giurisprudenziale, esaltando il ruolo dell’interprete nella valutazione degli interessi concreti. Però, di fronte all’uso indiscriminato della categoria giuridica de qua, specie nell’ambito dei contratti di impresa, ci si è chiesti, in primis, se può ancora riconoscersene l’attualità e l’utilità, nel nostro come negli esaminati ordinamenti francese e tedesco, in secundis, seppur attraverso una visione diametralmente opposta, ma supportata dall’intervento del legislatore europeo, rispetto al quale i modelli tedesco e francese risultano anticipatori, se può vagliarsi il collegamento negoziale, non più come categoria empirico-concettuale elaborata dalla dottrina e applicata dalla giurisprudenza bensì quale principio fondamentale del diritto europeo dei contratti, espressione di quell’ulteriore e oramai consolidato principio, anche in seno all’Unione Europea, rappresentato dalla libertà contrattuale. [a cura dell'autore]
XI n.s.
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PALUMBO, Raffaele. "Il collegamento negoziale nel credito al consumo alla luce della direttiva 2008/48/CE." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2014. http://hdl.handle.net/11392/2388952.

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Abstract:
This thesis is about the topic of liability of creditor for breaches by supplier in onsumer credit operations. The first chapter analyses the framework of law, on this subject, in Germany, France and United Kingdom before the entrance into force of the directive 87/102/CE. The second chapter concerns the questions raised up by the first European directive on this subject, in the light of its transposition in our national legal system and its practical applications by the Courts. The third chapter, throw a reasoned and a critical analysis of the innovations arising from the new directive 2008/48/CE, puts forward the most important problems of interpretation related to the national law of transposition. The last chapter shows the unsuitability of the shape of directives of maximum harmonization. In this context, the Author proposes, in the light of general principles of contract law, a new interpretation of the provisions about this topic and an improved protection of the consumer.
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Giunta, Giuseppe. "Le deliberazioni assembleari collegate nella società per azioni." Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/345.

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Abstract:
In questa tesi viene analizzato il collegamento tra deliberazioni assembleari nella S.p.A. La ricerca si occupa, in particolare, di studiare gli effetti della invalidita' di una deliberazione assembleare su quelle ad essa collegate. A tal fine, lo sviluppo del presente lavoro muove dai profili del significato e della natura giuridica del collegamento tra delibere per poi concentrarsi sul tema degli effetti prodotti dalla invalidita' della delibera c.d. presupposto e sulle questioni applicative connesse maggiormente ricorrenti nella disciplina della S.p.A.
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Luzzi, Matteo. "Progettazione di un collegamento strumentato tra piastra e carrello di una macchina di prova idraulica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12285/.

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Abstract:
La tesi è un progetto di un meccanismo di misurazione della pressione di carico per una macchina di prova idraulica, quindi vengono descritte le funzionalità della macchina e ne vengono presentate le problematiche. Dunque l'obbiettivo è risolvere tali problematiche tramite l'esecuzione di un progetto al CAD 3D e la messa in tavola dei vari componenti. Viene inoltre presentata una variabile di progetto per migliorare le caratteristiche del sistema.
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Malatesta, Enrico. "Analisi sperimentale statica e dinamica del collegamento bullonato dell’assale posteriore di una macchina movimento terra." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Il presente lavoro è stato sviluppato durante il periodo di tirocinio effettuato in KIM, Komatsu Italia Manufacturing S.p.A. (Este, PD). Gli obiettivi del lavoro svolto sono evidenziare eventuali problematiche e verificare la resistenza meccanica dei collegamenti bullonati che uniscono l’assale posteriore della terna WB93R con il relativo telaio. Vengono presentate inoltre le criticità introdotte da un riutilizzo degli elementi di collegamento in seguito al loro disassemblaggio, ad esempio per motivi di manutenzione. Il metodo di analisi è sperimentale, con utilizzo di estensimetri elettrici collocati primariamente sulla superficie del gambo delle viti determinando così la tensione assiale, la flessione e la torsione. Successivamente si è passati ai test, che si suddividono in: • Fase di precarico: per individuare il valore di precarico effettivamente impartito. • Condizioni operative: vengono svolte e misurate le condizioni di lavoro considerate più gravose. In questo caso si vuole verificare che le sollecitazioni imposte non superino la resistenza meccanica delle viti. • Fase di sbloccaggio: per individuare il precarico residuo. Infine si è effettuato il post-processing dei dati raccolti con lo scopo di ottenere le informazioni necessarie. In questa fase sono state quindi evidenziate alcune criticità del comportamento del collegamento indicandone le cause, possibili rimedi e sviluppi futuri del progetto.
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Bonaccorso, Giuseppe. "La Composizione del Bordo. Un progetto di paesaggio per il collegamento del quartiere Bertalia - Lazzaretto." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20218/.

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Abstract:
Le città si stanno riappropriando del territorio consumato sfruttando i luoghi già presenti nelle aree urbanizzate, dandogli una nuova vita. La periferia urbana, storicamente caratterizzata dalla prevalenza di residenziale, inizia ad essere riscoperta grazie a nuovi progetti e nuovi collegamenti. L’area presa in esame, il settore Bertalia – Lazzaretto, è fresca del passaggio e della fermata del Marconi Express, e della presenza di uno sviluppo urbanistico strategico che porterà nell’area una nuova sede dell’Università di Bologna. Considerando la linea ferroviaria della tratta Imola – Ferrara e la volontà da parte del comune di insediare la fermata Zanardi, si intuisce quanto questa zona possa essere strategica. Il progetto di tesi mira a riadattare il PUA nell’Ambito di Trasformazione dell’Area Bertalia-Lazzaretto e caratterizzare quello che oggi è il bordo facendolo diventare porta di ingresso e punto strategico della nostra città. Le strategie progettuali sono: 1. Connettivo - riorganizzando e implementando le infrastrutture del Marconi Express e la Fermata Metropolitana Zanardi attraverso la crezione di una pista ciclabile. Un sistema di connessioni che presenta nodi di scambio a servizio di spostamenti all’interno del territorio cittadino e non solo; 2. Paesaggistico - andando a consolidare il sistema naturale presente all’interno del territorio attraverso il recupero degli alberi che verranno sradicati dal lotto a sud del people mover e ripiantumandoli a ridosso dell’angolo del confine dell’intervento. Inoltre, è previsto il riassestamento dell’antico sistema delle campagne emiliane ancora individuabili in loco dalla presenza di due filari d’alberi che riportano alla luce il sistema a cardi e decumani della suddivisione territoriale romana; 3. Architettonico – andando a progettare elementi leggeri ad uso pubblico che implementeranno il PUA e restituiranno questi spazi alla comunità che si insedierà all’interno del nuovo intervento urbano.
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Broccoli, Romina. "Analisi di sistemi di collegamento "overlap" per arcarecci a Z in acciaio formati a freddo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3040/.

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DIGNANI, PAOLO. "Studio dell'efficienza smorzante delle vibrazioni di giunti di collegamento tra strutture all'interno di civili abitazioni." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2011. http://hdl.handle.net/11566/241879.

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Abstract:
L’attività di ricerca svolta ha riguardato lo studio e la misura in opera della propagazione di rumore aereo e vibrazionale attraverso componenti edilizi e giunti strutturali. Il parametro che descrive l’attenuazione della potenza vibratoria attraverso un giunto tra elementi strutturali è l’indice di riduzione delle vibrazioni, indicato con Kij. Tale parametro è rappresentativo della capacità smorzante di un giunto sottoposto a vibrazione e quindi permette di quantificare i contributi dati delle vie di propagazione laterali nella trasmissione di energia sonora da un ambiente emittente ad uno ricevente non disconnesso. La conoscenza di tale parametro è richiesta dai modelli di calcolo previsionali dettagliati standardizzati nelle normative UNI. Da uno studio normativo si è notata un’incertezza sulla possibilità di misurare le propagazioni strutturali per giunti che non siano in condizioni standardizzate di laboratorio. In particolare la norma UNI EN 12354-1 definisce “probabilmente utilizzabili” in opera le metodologie standardizzate di laboratorio. Lo scopo principale della ricerca è stato quindi quello di valutare se, anche in condizioni non controllate come in un reale cantiere, possono essere utilizzate le metodologie di laboratorio proposte per la misura della trasmissione del rumore per via strutturale al fine di valutare la corrispondenza tra modelli teorici previsionali e valori sperimentali. Il parametro Kij in un giunto dipende dalla differenza dei livelli vibrazionali di un elemento eccitato e di quello connesso, che va standardizzata in base a grandezze geometriche ed al modo di vibrare dei due elementi (attraverso il parametro tempo di riverberazione strutturale). Si è scelto di creare un database dei parametri di interesse da utilizzare per prove sperimentali future in quanto non presenti in bibliografia tecnica. Dalle prove effettuate è risultato che la trasmissione strutturale vibrazionale di un giunto varia in funzione delle caratteristiche geometriche e strutturali delle costruzioni tra loro connesse ed è inversamente proporzionale al rapporto delle masse. Tale comportamento, comunque considerato nei modelli di calcolo previsionali dettagliati e semplificati, è stato quindi studiato nel dettaglio. Le campagne di misura effettuate dimostrano comunque che i risultati ottenibili da prove in opera dipendono fortemente dalle posizioni di acquisizione e di eccitazione degli elementi e dalle condizioni di realizzazioni delle strutture testate (compresi i rivestimenti). Durante la ricerca si è inoltre misurato il parametro L’n,w (livello di rumore di calpestio di solai normalizzato) attraverso misure vibrazionali. Si sono svolte campagne di misura su diverse tipologie costruttive misurando il parametro L’n,w sia attraverso prove convenzionali con fonometro, sia attraverso misure accelerometriche. Dal confronto effettuato si è notata l’ottima corrispondenza dei valori misurati con le due diverse metodologie, ottenendo un’incertezza accettabile (comunque inferiore ai 3 dB). Tale parte della ricerca dimostra che, per diverse tipologie costruttive, è possibile misurare il parametro L’n,w anche da prove esclusivamente vibrazionali. Ciò permette di effettuare controlli e verifiche sulla prestazione acustica del solaio anche in corso d’opera, senza aspettare che l’ambiente ricevente sia completo e provvisto di porte, finestre. Dai risultati sperimentali ottenuti nelle varie parti della ricerca si è notato che i contributi degli elementi laterali assumono valori non trascurabili per le diverse tipologie costruttive (in particolar modo quando l’elemento “sorgente” è molto massivo rispetto a quelli laterali). Si evince inoltre una buona rispondenza dei valori misurati in opera con quelli calcolati in base ai modelli previsionali normativi. Concludendo si può affermare che per applicazioni comuni e non di ricerca vanno preferiti modelli di calcolo semplificati, rivelatisi sufficientemente affidabili e più facilmente utilizzabili rispetto a modelli dettagliati. Quest’ultimi richiedono dati di input difficilmente trovabili in bibliografia tecnica o addirittura ottenibili da sole prove di laboratorio e non sempre hanno dato risultati più corretti.
The research work has focused on the study and measure of propagation of noise, by air and by vibrations, through building components and structural joints. The parameter that defines the attenuation of vibrational power of a joint, between structural components, is the vibration reduction index, denoted Kij. This parameter describes the ability of joint to reduce the vibrations and so with its we can quantify the contributions of side propagation streets in the trasmission of sound power from an broadcasting environment to a receiving station, which is not disconnected. The knowledge of this parameter is required by calculation models forecast, that are in accordance with UNI. There isn't a standard to measure the structural propagation in the joints in different conditions than those of laboratories. The UNI EN 12354-1 defines “probably usable” on site the methods standardized of laboratories. The research object is to understand if it is possible to use the laboratories methods of measurement of noise transmission through structural components even in a real uncontrolled construction site; so it's possible to analyse the correspondence between theoretical forecast models and experimental values. The parameter Kij of a joint depends on the difference of vibrational levels between a excited element and his connected element. The difference must be standardized on the basis of geometric characteristics and vibrational mode of two elements (through the parameter structural reverberation time). It was created a database of interesting parameters so that it's possible to use them in sperimental future tests, because there isn't it in the tecnical library. The laboratory tests prove that the structural vibrational transmission of a joint depends on geometric and structural characteristics of building connected elements and, besides, it is in inverse proportion to masses ratio. This behavior, analysed in the calculation models forecast detailed and simplified, was studyed then in detail. The measurements prove that the results of tests on site depend heavily on acquisition positions, elements excitations and conditions of construction of tested structures (included coating). During the research it was measured even the parameter L’n,w (normalized level of noise of stamping of floors) through vibrational measuremets. L'n,w was measured on various building types both trough conventional tests with sound level meter and through accelorometer measures. Comparing the results of both of them there is an excellent correspondence between measured values with the two different methods and the uncertainty is accetable (it's less then 3 dB). This part of research shows that, for different building types, is possible to measure the parameter L’n,w even through solely vibrational tests. This allows to do checks and inspections of acoustic performance of floor during construction, without waitng that the receiving enviroment is complete and includes doors, windows. The sperimentals results obtained in various parts of research show that the contributions of side elements take values non-negligible in the differnt building types (especially when the element "source" is very massive compared to the side). There is also a good correspondence between values measured on site with those calculated according to forecast normalized models. In conclusion we can say that for common applications, and for research apllications, the simple calculation models are preferred, beacause they are sufficiently reliable and more usable than the detailed models. These need input data difficult to find in technical libraries or even input data obtanaible with laboratory tests, that are not always correct.
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Rossi, Pamela. "Simulazione di scenario urbano con molteplici nodi mobili su OmNet++." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5044/.

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RE, JACOPO. "La legge applicabile al contratto internazionale in mancanza di scelta delle parti: criteri di collegamento e approcci a confronto." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2012. https://hdl.handle.net/11565/4054296.

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BONORA, GIULIA. "La disciplina delle indicazioni geografiche vitivinicole: il collegamento con il territorio, la tutela e le nuove sfide del web." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2020. http://hdl.handle.net/11392/2478806.

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Abstract:
Lo scopo del presente lavoro consiste nel mettere in luce i punti di forza e di debolezza, nonché i margini di miglioramento, dell’attuale quadro giuridico applicabile alle indicazioni geografiche vitivinicole. Se la normativa adottata a livello europeo può dirsi completa e soddisfacente, al punto da arricchirsi di nuovi profili (si pensi ai risolvi culturali, paesaggistici e turistici dei vini DOP e IGP), a livello internazionale, è ancora molta la strada da fare. Benché la protezione accordata dall’Accordo TRIPs alle indicazioni geografiche risulti decisamente più efficace con riguardo ai vini (e agli alcolici), rispetto agli altri alimenti, sono più d’uno i nodi lasciati irrisolti che pregiudicano, concretamente, la possibilità per i produttori (invero soprattutto europei) di vini recanti indicazioni geografiche di beneficiare, nell’agone del commercio globalizzato, del valore aggiunto ad essi connesso. Si procede, quindi, all’esame degli strumenti giuridici impiegati negli Stati Uniti (assunti come modello, in ragione dell’approccio antitetico, rispetto a quello europeo, al tema in oggetto) per tutelare il legame prodotto-territorio espresso dalle indicazioni geografiche. Se ne evidenzia il potenziale contrasto con quanto disposto dall’Accordo TRIPs e, al contempo, limitatamente ai prodotti vitivinicoli, si esplorano gli elementi di similitudine con le DOP e le IGP europee. A questo punto, si approfondiscono i rapporti esistenti tra Stati Uniti e Unione europea, aventi ad oggetto gli scambi di vino tra le Parti, formalizzati nell’Accordo bilaterale del 2006, per giungere alla conclusione che, probabilmente, le condizioni ivi pattuite si sono dimostrate, complessivamente, più vantaggiose per i negoziatori d’Oltreoceano che per noi. Infine, si allarga lo sguardo al “mondo virtuale”, al web. Tanto la questione del conflitto tra indicazioni geografiche e nomi di dominio, quanto le problematiche peculiari poste dall’e-commerce dei prodotti agro-alimentari (vino incluso) – anche in termini di una maggior esposizione, su Internet, delle DOP e delle IGP europee a condotte abusive – evidenziano l’indefettibile esigenza, per il legislatore europeo, di domandarsi se le regole vigenti per tutelare il consumatore, il produttore e l’indicazione geografica come segno della proprietà intellettuale possano dirsi efficaci laddove trasposte dal “mondo fisico” al “mondo virtuale” o se necessitino, invece, di un ripensamento.
The purpose of the study is to examine strengths and weaknesses of the legal framework applicable to wines bearing a Geographical Indication. While European regulation is so exhaustive and satisfactory that the debate about wines’ GIs could be enriched with new topics (e.g. the cultural, environmental and touristic dimensions of wine GI), at the international level the protection of GIs is far from being adequate. Although the TRIPs Agreement granted an additional protection to GIs for wines (and spirits) – compared to GIs for all other foodstuffs – there are still many gaps which tangibly undermine the chances of GIs producers (mainly the European ones) to take advantage of their added value in the context of global trade. Therefore, it will be analysed the existing legal instruments implemented by the United States (as a model for other countries that have an antithetical view, towards GIs, compared to the European Union’s one) to protect the link between a product and its territory, expressed by GIs. The potential conflicts between this legal system and the TRIPs’ provisions, as well as its similitudes – as far as only wines’ GIs are concerned – with the PODs and PGIs established by the European Union, will be highlighted. At this point, it will be fundamental to elaborate a critical assessment of the trade-in wine relationships between the United States and the European Union, negotiated in the 2006 Bilater Agreement. It will be concluded that, presumably, the terms of the mentioned Agreement revealed to be more favorable to the American counterpart than to us. Finally, the aim of this investigation will be broaden to include the “virtual world”, the World Wide Web. The misuse of GIs in Internet domain names as well as the specific issues concerning the e-commerce of foodstuffs (with a focus on wines) – including the greater exposure of GIs to counterfeiting on Internet – reveal that the need, for the European legislator, to evaluate if the established rules to safeguard the consumers’ rights, the producers’ interests and the very concept of the geographical indication as a sign of intellectual property prove to be effective when transposed from the physical to the virtual world. This evaluation constitutes a priority, for the European Union’s institutions, which can no longer be deferred.
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Roncaglia, Fabio. "Rinforzo di pavimentazioni stradali bituminose mediante geogriglie sintetiche." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Il termine “sovrastruttura stradale” identifica l’insieme di strati legati e non legati che, partendo dal piano viabile, raggiungono la sommità del rilevato o il piano di posa, nelle sezioni in trincea. Al fine di fornire agli utenti stradali sovrastrutture in grado di sviluppare prestazioni ottimali per lunghi periodi, è necessario che esse siano manutenute utilizzando i metodi via via più consoni al tipo di dissesto che si verifica. Attraverso numerose ricerche è emerso come uno dei fattori di maggiore influenza per il degrado stradale sia da attribuire all’efficacia del collegamento fra i diversi elementi di una sovrastruttura. Gli stati tensionali che si creano all’interfaccia fra due strati adiacenti, se non contrastati adeguatamente, possono provocare effetti dannosi come l’insorgere di fessurazioni ed il distacco fra gli strati. Per contrastare tali fenomeni, si è sviluppata la tecnica di inserire uno strato di rinforzo all’interno della sovrastruttura costituito da materiali metallici o sintetici anche nell’ambito delle costruzioni stradali. La ricerca effettuata in questo elaborato prevede lo studio del collegamento fra gli strati superficiali di una sovrastruttura flessibile rinforzata con geogriglie in fibra di vetro, mediante prove sperimentali condotte con apparecchiatura Leutner. Tale metodologia di prova è utilizzata per valutare la resistenza a taglio all’interfaccia fra i vari strati che compongono la pavimentazione. I campioni di prova sono stati estratti tramite carotatura da una pavimentazione esistente. Come ulteriore indagine, con gli stessi conglomerati sono stati creati nuovi campioni doppio strato mediante compattazione in pressa giratoria. Si è poi ripetuta la prova Leutner, per valutare la possibile variazione dei risultati ottenuti in precedenza e, in tale caso, studiare l’influenza della compattazione sulla resistenza a taglio presente all’interfaccia fra i due strati.
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Ronchese, Francesca. "Inadempimento del fornitore del credito al consumo e rimedi relativi al rapporto di finanziamento." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3426388.

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Abstract:
This research involves consumer credit contract with the support of a third party, the financer, where the goods or services have been specifically indicated in respect of the loan of money. The consumer credit provisions rise few issues, among which, in the above-mentioned case, the remedies concerning the legal measures the consumer might take against the financer in case of total or partial breach of the supplier contract. This matter has been analyzed in the present work. The introduction is particularly detailed, both in order to identify the cases the consumer credit law applies to, and to focus one of the most relevant issues, under a theoric and a practical point of view. Actually, the more remedies the consumer has against to the financer, the more protection he can obtain. The first chapter involves the art. 42 cod. cons. related to the legal protection of the consumer in the cited case. By examining art. 42 cod. cons. it has been inferred the uncertainty of its field of application, and consequently the protection the consumer can expect, due to the fact that one of the conditions required could never exist. In spite of that, it has been tried to make an hypothesis in order to apply the provisions, that is a "right of action" recognised to the consumer against to the financer. Further, it has been analysed the lack of conditions required by art. 42 cod. cons., in order to find other remedies for the consumer. It is highlighted an important distinction: in presence of the requirements of art. 42 there is a legal relationship between contracts; in the other cases it is necessary to ascertain if there is a voluntary contract connection. It has been analysed, also according to the case law, the contract clauses that refrain consumer from acting against the financer in case of breach of supplier contract. Due to the importance of the connection contract theory as set out in the first chapter, the second chapter deeps further that matter, specifically regarding the above mentioned issues, and which leads to the conclusions proposed.
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CIRINEO, SACCO ANDREA. "Tratta di esseri umani per lo scopo sessuale e corruzione in Brasile: un'analisi approfondita sul collegamento tra due fenomeni criminali." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/206.

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Abstract:
Questa tesi versa sull'interrelazione tra due fenomeni criminali: tratta di esseri umani, particolarmente donne e bambini allo scopo di sfruttamento sessuale, e corruzione in Brasile. Lo studio è basato su quattro fonti diverse di dati empirici: tre fonti secondarie e un questionario (survey). Il capitolo I esplora l'importanza del tema, i problemi affrontati nello studio e gli obbiettivi della tesi. Il capitolo II presenta la letteratura scientifica sulla quale la tesi è basata, l'ipotesi principale, la metodologia applicata e i dati utilizzati. Il capitolo III analizza i risultati empirici provenienti dalle quattro fonti di dati, i quali dimostrano 1) la dipendenza della tratta di esseri umani sulla corruzione; 2) i punti più vulnerabili per la corruzione durante la catena della tratta e la catena della giustizia penale; 3) le differenze regionali e la tendenza della tratta di esseri umani e della corruzione in Brasile. L'analisi multivariata é utilizzata per dimostrare la forza della correlazione tra i due fenomeni. La dipendenza della tratta di esseri umani sulla corruzione è analizzata attraverso l'utilizzo del metodo qualitativo. Il capitolo V discute i risultati e presenta le conclusioni.
This thesis deals with the interrelationship between two criminal phenomena: trafficking in human beings, particularly women and minors for the purpose of sexual exploitation, and official corruption in Brazil. The study is based on empirical data from four different sources: three sets of secondary data and a survey. Chapter I highlights the importance of the study, the problems addressed by the thesis, as well as its objectives. Chapter II explores up-to-date scientific literature, the working hypothesis, applied methodology, and research design. Chapter III presents the empirical findings of each set of data which shows: 1) the dependence of Trafficking in Human Beings on Corruption; 2) the most vulnerable points for corruption during the trafficking and criminal justice chains; 3) and regional differences and trends on THB and Corruption in Brazil. Multivariate analysis is used: 1) to highlight the strength and of the interrelationship between Trafficking in Human Beings and Corruption; 2) and to establish predictability. The dependence of Trafficking on Official Corruption is analysed by means of qualitative method. Chapter V discusses the results and presents conclusions.
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CIRINEO, SACCO ANDREA. "Tratta di esseri umani per lo scopo sessuale e corruzione in Brasile: un'analisi approfondita sul collegamento tra due fenomeni criminali." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/206.

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Abstract:
Questa tesi versa sull'interrelazione tra due fenomeni criminali: tratta di esseri umani, particolarmente donne e bambini allo scopo di sfruttamento sessuale, e corruzione in Brasile. Lo studio è basato su quattro fonti diverse di dati empirici: tre fonti secondarie e un questionario (survey). Il capitolo I esplora l'importanza del tema, i problemi affrontati nello studio e gli obbiettivi della tesi. Il capitolo II presenta la letteratura scientifica sulla quale la tesi è basata, l'ipotesi principale, la metodologia applicata e i dati utilizzati. Il capitolo III analizza i risultati empirici provenienti dalle quattro fonti di dati, i quali dimostrano 1) la dipendenza della tratta di esseri umani sulla corruzione; 2) i punti più vulnerabili per la corruzione durante la catena della tratta e la catena della giustizia penale; 3) le differenze regionali e la tendenza della tratta di esseri umani e della corruzione in Brasile. L'analisi multivariata é utilizzata per dimostrare la forza della correlazione tra i due fenomeni. La dipendenza della tratta di esseri umani sulla corruzione è analizzata attraverso l'utilizzo del metodo qualitativo. Il capitolo V discute i risultati e presenta le conclusioni.
This thesis deals with the interrelationship between two criminal phenomena: trafficking in human beings, particularly women and minors for the purpose of sexual exploitation, and official corruption in Brazil. The study is based on empirical data from four different sources: three sets of secondary data and a survey. Chapter I highlights the importance of the study, the problems addressed by the thesis, as well as its objectives. Chapter II explores up-to-date scientific literature, the working hypothesis, applied methodology, and research design. Chapter III presents the empirical findings of each set of data which shows: 1) the dependence of Trafficking in Human Beings on Corruption; 2) the most vulnerable points for corruption during the trafficking and criminal justice chains; 3) and regional differences and trends on THB and Corruption in Brazil. Multivariate analysis is used: 1) to highlight the strength and of the interrelationship between Trafficking in Human Beings and Corruption; 2) and to establish predictability. The dependence of Trafficking on Official Corruption is analysed by means of qualitative method. Chapter V discusses the results and presents conclusions.
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Pizzuti, Francesco. "Sviluppo di un software per la caratterizzazione di un collegamento LTE Radio over Fiber e realizzazione del relativo banco di misura." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
L’obiettivo ultimo di questo lavoro di tesi, svolta presso il laboratorio di ottica del DEI di Bologna, è stata la determinazione dell’ l’EVMRMS (Error Vector Magnitude - Root Mean Square) risultante dalla trasmissione di segnali LTE trasmessi su collegamenti Radio over Fiber (RoF). In particolare ci si è posti l’obiettivo di creare un banco di misura sperimentale che permettesse di trasmettere e ricevere segnali LTE creati da un programma Matlab sviluppato a questo scopo. Esaminando il segnale ricevuto attraverso il banco di misura sperimentale, ed elaborandolo tramite un apposito software di ricezione, anch’esso sviluppato appositamente in Matlab, è stato così possibile valutare le prestazioni dei collegamenti in termini di EVM. Le misure di EVM sono state effettuate su collegamenti ottici reali, e hanno riguardato canali e segnali fisici per diverse bande dello standard LTE e per diverse modulazioni previste per il canale PDSCH (canale relativo al trasporto dei dati). Per la trasmissione del segnale ottico è stato utilizzato un laser a cavità verticale (VCSEL), operante a 850nm, in abbinamento a fibre ottiche monomodali (SMF) e multimodali (MMF) sia di tipo OM2 che OM3 di diverse metrature. Sono state effettuate numerose misure, sia variando la potenza del segnale LTE trasmesso, sia variando in maniera controllata la temperatura della fibra grazie all’ausilio di una camera climatica. Inoltre sono state effettuate misure al variare della frequenza della portante fc del segnale LTE. Con riferimento ad una particolare lunghezza della fibra SMF, per la quale la presenza di due modi in propagazione porta a risultati di EVM non soddisfacenti, viene proposto un possibile rimedio che riduce gli effetti negativi della suddetta bimodalità.
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Coletti, Simone. "Sperimentazione di un nodo a quattro vie appartenente ad un sistema prefabbricato in cemento armato." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1519/.

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Marescotti, Mirko. "Ravenna, dalla Darsena al Centro Storico. Piano di riqualificazione dell’area della stazione ferroviaria per il collegamento del comparto della Darsena di Città al tessuto urbano." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3470/.

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SAVINO, VINCENZO. "Modelli di resistenza per predire il comportamento sia degli overlays in HPFRCC/UHPFRC sia dell'interfaccia di collegamento di strutture composite riabilitate in NSC - HPFRCC/UHPFRC." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2020. http://hdl.handle.net/11380/1200834.

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Abstract:
La prima parte di questa tesi di dottorato presenterà un modello generalizzato che predice la risposta alla compressione, alla trazione e al momento flettente di qualunque HPFRCC/UHPFRC, al variare della resistenza della matrice, del rapporto di aspetto e dal dosaggio di fibre. Il modello è stato calibrato sulla base di un estesa indagine sperimentale effettuata sia su provini di laboratorio che su travi in scala reale composti da differenti calcestruzzi fibro rinforzati. Il modello proposto non solo estende il campo di applicazione dei modelli esistenti alla famiglia dei materiali UHPFRC, ma introduce la predizione del comportamento post fessurativo a trazione. Un calcolo analitico basato sulla ``Teoria del Materiale Composito" (CMT) può stimare la risposta a flessione una volta che le risposte alla compressione e alla trazione sono state predette dal modello. Il modello può quindi essere utile per correlare i differenti test di caratterizzazione richiesti per un dato prodotto; per esempio, se le risposte alla compressione e alla trazione di un HPFRCC o UHPFRC sono state misurate o predette dal modello, questo può stimare i risultati dei test a flessione. Inoltre il modello permette di minimizzare il costo di produzione del prodotto commerciale, individuando il tipo ottimale e il dosaggio minimo di fibre necessarie per soddisfare le esigenze prestazionali richieste. Il modello è stato adottato in un caso pratico al fine di ottimizzare virtualmente il tipo e il dosaggio di fibre immerse in una struttura esistente in UHPFRC. La seconda parte di questa tesi di dottorato presenterà un modello teorico di principio coesivo che predice la capacità di carico del collegamento di interfaccia di una struttura di calcestruzzo esistente ricoperta da uno strato di HPFRCC/UHPFRC, al variare sia del tipo dello strato superiore, sia del livello di umidità superficiale del substrato prima della posa dello strato superiore. Differenti test sul collegamento sono stati concepiti dall'autore al fine di caratterizzare accuratamente le relazioni di peeling-apertura di fessura (modo I), taglio-scorrimento (modo II) e il fattore di accoppiamento tra il modo I e II. I dati sperimentali sono stati usati per calibrare il modello. Una ulteriore indagine sperimentale è stata compiuta per confermarne l'attendibilità. Un modello FEM è stato sviluppato al fine di riprodurre numericamente il processo di propagazione di danneggiamento in interfaccia. Le simulazioni numeriche sono state comparate coi risultati sperimentali. L'interfaccia agli elementi finiti è stata modellata mediante l'uso di un'appropriata legge coesiva non lineare che correla le relazioni di modo I con quelle di modo II sulla base dei dati sperimentali.
The first part of this phD thesis will present a generalized model that predicts the compressive, tensile and bending flexural responses of any HPFRCC/UHPFRC, as the matrix strength, the aspect ratio and the amount of fibers change. The model has been calibrated on the basis of a comprehensive experimental investigation carried out on both lab specimens and full-scale structural beams made of different fiber-reinforced-concretes. The proposed model not only extends the range of application of the existing ones to the family of UHPFRC materials, but also introduces the prediction of the post-cracking tensile response. An analytical calculation based on the ``Composite Material Theory" (CMT) can estimate the bending flexural response once the compressive and the tensile behaviors are predicted by the model. The model may therefore be useful to correlate the different mechanical tests of characterization requested for a given product; for example, if the compressive and tensile responses of a given HPFRCC or UHPFRC are measured or predicted by the model, the latter can estimate the results of bending flexural tests. Moreover, the model permits to minimize the manufacturing costs of the commercial product, by detecting the optimal type and the minimal dosage of fibers necessary to meet the mechanical performances required. The model has been adopted in a practical case in order to virtually optimize the type and the dosage of fibers embedded in an existing UHPFRC structure. The second part of this PhD thesis will present a theoretical cohesive-based model that predicts the load carrying capacity of an existing concrete structure overlaid with a layer of HPFRCC/UHPFRC, by varying both the type of overlay and the moisture level of the substrate surface prior to overlay. Several bond tests were designed by the author in order to accurately characterize the peeling-crack (mode I), the shear-slip (mode II) relationships and the coupling factor between mode I and II. The experimental data were used for calibrating the model. A further experimental campaign was carried out for confirming the reliability of the model. A FEM was developed in order to numerically reproduce the propagation of the damage process at the interface. The numerical simulations were compared with the experimental results. The FE interface was modeled with a proper nonlinear cohesive law which couples the relationships of mode I with mode II on the basis of the experimental data.
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Stasolla, Chiara <1986&gt. "La mandorla di luce e di gloria: origini, collegamento con il contesto femminile e sue applicazioni nell'arte paleocristiana e bizantina con particolare riferimento all'iconografia della Trasfigurazione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5102.

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Le origini della mandorla di gloria nel mondo antico greco-romano, giudaico e vicino orientale, le sue caratteristiche di luce e femminilità, il passaggio e l'utilizzo nell'arte paleocristiana e bizantina con particolare riferimento all'iconografia della Trasfigurazione. I modi di espressione del rapporto uomo-Dio tramite la mandorla e il suo utilizzo per rispondere alle esigenze spirituali umane in riferimento alla visibilità di Dio
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Tullini, Francesco. "Caratterizzazione dinamica di rinforzi bituminosi interstrato tramite prove a fatica di taglio Leutner." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3329/.

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Mengozzi, Andrea. "Sviluppo di un codice di calcolo per l’ottimizzazione di giunzioni bullonate." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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I collegamenti bullonati sono sicuramente tra le tipologie di collegamento più diffuse. Il progetto sviluppato nasce dal confronto con una realtà aziendale presso cui negli anni si sono susseguiti diversi progettisti, i quali hanno nel tempo implementato diversi metodi di calcolo per la verifica delle giunzioni bullonate presenti sui loro prodotti. Ciò ha comportato ad una progettazione dei componenti molto differenziata tra i diversi casi, fortemente legata alla memoria storica delle aziende che nel tempo ha acquisito alla quale si applica un metodo basato sulla verifica. L’obiettivo che ci si è proposti di raggiungere è di unificare il metodo di calcolo utilizzato per la progettazione delle giunzioni bullonate con riferimento alle norme che costituiscono lo stato dell’arte in materia. Lo strumento sviluppato per raggiungere tale obiettivo è un software di calcolo che automatizzi il processo di progettazione di una giunzione bullonata a partire dalla conoscenza sommaria della geometria del giunto e delle azioni agenti sullo stesso e permetta di ottimizzare agevolmente la giunzione agendo su parametri di progettazione unificati. L’algoritmo di calcolo utilizzato è derivato da quello in uso presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna e prosegue nel rispetto della norma VDI 2230. Il calcolo viene poi verificato secondo le norme VDI 2230, EN 13001 e secondo Eurocodice 3. Il software sviluppato è quindi validato sia attraverso approccio analitico, sia attraverso analisi agli elementi finiti attraverso una campagna di test.
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CIUSA, FRANCESCO. "I negozi collegati nel diritto societario." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266656.

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Abstract:
The aim of the research is to analyse the connections between agreements under Company law and the study of legal consequences of such bonds. The research is organized in three main sections. The first part is dedicated to reconstruct the theories of linked contracts and economic operations. It emerges the tendency of the legislator to legislate hypothesis of linked contracts in Business Law in order to achieve more certainty in business transactions. The second section is concentrated over hypothesis of linked contracts in Company Law provided by the legislature. It is therefore analysed the relationship between Company’s Agreements and Shareholders' Agreements, the relationship between Cooperative’s Agreement and Agreements with its own shareholders, the leveraged buy-out operations, the regulation of funding in relation to a specific transaction and the payment for share capital secured in Limited Liability Partnerships (In Italian Company's Law defined as «società a responsabilità limitata»). The third part concentrates on the analysis of a series of court judgements regarding hypothesis of linked contracts created pursuant to the power of autonomy of the parties: the connection between a Company’s Agreement and the agreement to sell a property to the same company; the connection between a Company’s Agreement and a contract between the company and his own shareholder; the connection between a Company’s Agreement and the stipulation of a shared property agreement with a shareholder. The analysis proceeds by focusing on three situations in which the connection is set up in a way to circumvent the law: in the first it is violated the rule to protect the integrity of the share capital, in the second the proper fulfilment of taxes and in the third one the pre-emption clause. The conclusions point out the characteristics of linked contracts in Company Law.
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Dantas, Maria José. ""Escrever-te-ei... tu também me escreverás?" a escrita epistolar católica como prática docente: um olhar sobre Chiara Lubich e suas estratégias de formação." Pós-Graduação em Educação, 2014. https://ri.ufs.br/handle/riufs/4658.

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Abstract:
This thesis emphasizes the debate about the use of written correspondence as a source for the study of the History of Education and especially the history of Catholic religious education. The research focuses specifically on Chiara Lubich´s epistolary writing, an Italian Catholic school teacher who, in the 40s of the twentieth century, founded the Focolare Movement, a movement that emerged in the religious sphere, spread in over 180 countries and has ecumenical openness, as well as promoting inter-religious and intercultural dialogue. Chiara used letters as a privileged way to keep in touch with the people she was forming in the spirit of the Movement and it became a standard practice in her life and in the history of the Focolare. The thesis defended is that Chiara took letters as a training resource able to reach people and places where she could not be physically present and, throughout her life and mediated by the Focolare Movement, created an educational approach by epistolary means that, by its reputation in religious and social contexts, can be considered as a different perspective in Catholic pedagogy. The research aims to identify and analyze how Chiara´s teaching activity through epistolary medium was configured and, specifically, what formative approach is contained in these writings. The temporal cut of the analysis has been established according to various frameworks: Chiara´s educational performance as a primary school teacher, during the decades of the 30´s and 40´s of the twentieth century, the epistolary practice in those decades, and the production of messages for collegamenti (wide range connections among many), in the 80´s of the same century. This research has an historical approach and uses letters as an object and as a source. The main field of research consists of two sets of letters of Chiara: the first set contains letters between 1943 and 1949, and the second one, writings between 1981 and 1984. The analysis was carried out by reading and classification with preparation of thematic charts. The theoretical foundation of the research is based on the concepts of representation, ownership and materiality, by Roger Chartier; habitus, charisma, religious field, symbolic relations and cultural capital of Pierre Bourdieu; in addition, Michel de Certeau´s strategy and tactic were used. Studying Chiara´s epistolary writing helped to understand the life of a Catholic teacher in fascist Italy and also get to know the activities of a woman who, even outside the school walls, provided training, education and transmission of Catholic values to people from different parts of the world, through letters imbued with the principles of unity, mutual tolerance, communion, solidarity and fraternity.
Esta Tese enfatiza o debate acerca dos usos das correspondências como fonte para os estudos de História da Educação e, sobretudo, da História da Educação religiosa católica. A investigação se debruça de modo específico sobre a escrita epistolar de Chiara Lubich, uma professora católica italiana que, na década de 40 do século XX, fundou os Focolares, um Movimento nascido no âmbito religioso, foi difundido em mais de 180 países e possui abertura ecumênica, diálogo inter-religioso e intercultural. Chiara utilizava correspondências como um meio privilegiado para manter-se em contato com as pessoas e isso se tornou uma prática constante em sua vida e na história dos Focolares. Defende-se a Tese que Chiara adotou as cartas como um recurso de formação capaz de chegar a pessoas e lugares onde ela não poderia estar fisicamente e que, ao longo de sua vida e mediada pelo Movimento Focolarino, criou uma abordagem educativa por meio epistolar que, pela sua notoriedade em âmbito religioso e social, pode ser considerada uma perspectiva diferenciada de pedagogia católica. A investigação tem como objetivos identificar e analisar como se configurou a atividade docente de Chiara por meio epistolar e, especificamente, verificar qual a abordagem formativa contida nestes escritos. O recorte temporal da análise foi estabelecido em diferentes marcos: a atuação docente de Chiara como professora primária, durante as décadas de 30 e 40 do século XX; a prática epistolar nas referidas décadas e a produção das mensagens para os collegamentos, na década de 80 do século referendado. Esta investigação tem enfoque histórico e utiliza cartas como objeto e como fonte. O principal universo pesquisado é composto por dois epistolários de Chiara: o primeiro com correspondências entre os anos 1943 e 1949; e o segundo, com escritos entre 1981 e 1984. A análise foi realizada por meio de leitura e fichamento com elaboração de quadros temáticos. O suporte teórico da pesquisa está fundamentado nos conceitos de representação, apropriação e materialidade, de Roger Chartier; habitus, carisma, campo religioso, relações simbólicas e capital cultural de Pierre Bourdieu; além de estratégia e tática de Michel de Certeau. Estudar a escrita epistolar de Chiara possibilitou conhecer a vida de uma professora católica na Itália fascista e ainda acompanhar as atividades de uma mulher, que mesmo fora dos muros da escola, proporcionou, por meio de cartas (imbuídas nos princípios de unidade, tolerância mútua, comunhão, solidariedade e fraternidade), formação, instrução e transmissão de valores católicos a pessoas de diversas partes do mundo.
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Akutina, Anna. "Russia - Europa e le asimmetrie geopolitiche." Thesis, Universita' degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/560.

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Abstract:
Negli ultimi trentà ¢ anni la situazione geopolitica nel mondo, e soprattutto nel continente euroasiatico, à à ¨ profondamente cambiata, con una velocità à   prima impensabile. Già à   a partire dagli anni à ¢ 60 il sistema internazionale andava modificandosi e il bipolarismo originario andava evolvendosi verso forme pià à ¹ complesse. Dapprima, là ¢ Europa, unificata volontariamente nei Trattati di Roma, e la Cina, della rivoluzione maoista, cominciavano a mettere in discussione le loro alleanze à ¢ naturalià ¢ à ¢ rispettivamente à ¢ con USA e URSS, le superpotenze della seconda metà à   à ¢ secolo breveà ¢ . Successivamente a questi quattro poli della politica mondiale se ne aggiungeva un altro, quello che Kennedy definisce il à ¢ resto del mondoà ¢ , organizzazioni, gruppi di Stati, macroregioni culturali (il mondo arabo ne à à ¨ là ¢ esempio pià à ¹ eclatante) che di volta in volta si alternavano sul palcoscenico globale. Il mondo bipolare si trasformà à ² in una pentarchia. In questo contesto, caduto il Muro, liquefatto il bipolarismo e messe in discussione le vecchie amicizie, là ¢ UE e la Federazione Russa cominciano a ripensare al loro rapporto. Di colpo, molte delle differenze che esistevano tra là ¢ Europa occidentale e la Russia ex-sovietica si appianano. Improvvisamente ci si rende conto che accordi, sillagmi, non sono solo possibili, ma addirittura vantaggiosi per entrambe le parti. La cooperazione nei vari settori, come quello energetico, della sicurezza e della difesa, dei diritti umani, della cultura e della scienza, lasciano intravedere nuovi orizzonti, tracciano nuovi spazi. Le nuove geografie non vengono perà à ² tracciate sic et sempliciter nel giro di pochi decenni. Le cicatrici della storia pesano come montagne sul presente, che cerca di volare affannosamente verso il futuro. Cosà à ¬ i rapporti tra Europa e Russia non sono liberi da vecchie ruggini, da malintesi irrisolti, dal peso della storia. E paradossalmente, oggi, queste diffidenze, questi rancori, la Russia li nutre maggiormente proprio nei confronti degli alleati di un tempo, oggi parte effettiva dellà ¢ Europa. Certo, Stalin non avrebbe mai potuto immaginare che nel giro di pochi decenni, addirittura la Germania (seguita dallà ¢ Italia) sarebbe diventata il miglior partner europeo della Russia, e che invece coi à ¢ fratelli polacchià ¢ e soprattutto con la Lettonia à ¢ un tempo parte dellà ¢ URSS à ¢ si sarebbero istaurati dei rapporti freddi e poco armoniosi. Vi à à ¨ indubbiamente una tendenza alla cooperazione, soprattutto in settori strategici dellà ¢ economia - il settore energetico e quello dei trasporti, in primis. à la globalizzazione che spinge là ¢ Europa e la Russia a cooperare. Gli obiettivi della Russia e dellà ¢ Europa sono simili, ma asimmetrici: la puntualità à   delle forniture di gas e di petrolio russo sul territorio dellà ¢ Unione Europea, là ¢ armonizzazione del settore dei trasporti, la cooperazione per lo scambio di informazioni, la riduzione delle sostanze nocive nellà ¢ atmosfera, la prevenzione dei conflitti, la garanzia della sicurezza e della difesa. Il dialogo russo-europeo nel settore dei trasporti rispecchia gli interessi geopolitici delle parti. Le strategie per lo sviluppo delle infrastrutture enfatizzano la diversità à   degli approcci: il modello russo, prevalentemente, à à ¨ basato sullà ¢ esportazione delle risorse energetiche; il modello europeo si ispira ai principi dello sviluppo sostenibile e punta con decisione sullà ¢ innovazione tecnologica. I corridoi paneuropei che collegano là ¢ Europa e la Russia, sono à ¢ strade trafficateà ¢ . Safety, logistica, trasparenza sono le parole maggiormente pronunciate. Il nuovo millennio ha portato delle nuove prospettive di cooperazione nel continente euroasiatico. La Federazione Russia e là ¢ Unione Europea programmano un nuovo quadro di cooperazione, in quanto i contratti ed i trattati precedenti richiedono una revisione totale. Là ¢ andamento dei rapporti russo-europei à à ¨ di interesse globale e riguarda e coinvolge anche altri à ¢ giocatorià ¢ come gli USA, la Cina e le organizzazioni internazionali come là ¢ ONU e la NATO. La cooperazione attuale necessita di sviluppare una progettualità à   comune. Quale sarà à   là ¢ architettura delle relazioni russo-europee del XXI secolo? Prevarrà à   la mancanza di fiducia reciproca, come nel secolo scorso? Riemergeranno le antiche divergenze nel modo di intendere la democrazia, la libertà à  , la politica o si instaurerà à   una stretta e amichevole cooperazione? Attualmente, la situazione sembra paradossale, entrambe le parti desiderano la stessa cosa: maggiore cooperazione con la maggiore trasparenza. Gli Stati dellà ¢ Europa occidentale guardano alla Russia con entusiasmo, ma là ¢ Unione la osserva con prudenza. Tale paradigma pone agli storici, ai geografi, ai politici due domande. La Russia e là ¢ Europa si sentono ancora due mondi antagonisti che convivono nello spazio euroasiatico? La risposta non à à ¨ univoca perchà à © sia in Russia che in Europa i sentimenti sono contrastanti. Ma il presente sta già à   scrivendo la Storia.
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Montani, Veronica. "Il project financing tra inquadramento teorico e rinegoziazione delle sopravvenienze." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423496.

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Abstract:
The paper aims to provide a legal analysis of project finance, examining profiles and civil problems arising from the legal instrument, also through comparative insights. In particular, the paper develops in three directions: (i) analysis of the overall phenomenon, in public contracts area as well as in the private contracts context; (ii) examination of the aforesaid theoretical framework as a whole; (iii) the existence of a legal obligation to renegotiate between the parties themselves. As regards the first issue after a brief reconstruction of the economic phenomenon and the analysis of the essential features of the project finance, the unity of the purpose of the contract was emphasized, arguing that its application in public or private contexts does not alter the nature of the contract itself that remains, therefore, the same. And in fact, the rules contained in the Italian Public Contract Code concerning the project financing cannot be considered neither as a discipline of the legal instrument nor as the discipline of the legal relations existing between the parties; rather the abovementioned rules should be considered as an adaptation of the funding model to the specific needs of the public sector. Therefore, the validity of a general unique scheme is not altered: it is therefore characterized by the presence of specific elements in both areas, public and private: this being true, the legal issues raised by the legal instruments of private and public project finance have been jointly dealt with. As for the second issue, after investigated the relationships existing among the stakeholders of the project finance, the thesis sustained is that the most convincing qualification of the legal tool supporting the economic operation should described as a unique multilateral contract with common purpose, thus rejecting the more common qualification as ‘connected contract’. Once the distinction between ‘connected contracts’ and a unique multilateral contract with common purpose has been imputed to the existence of a unitary consideration, it has been argued that in the project finance the unitary consideration consists in splitting the risk of the project among the involved parties to the contract. This thesis seems confirmed by the special operational guarantees asset, as well as by the conditioning mechanism by which the loan agreement is subject to the existence of construction building, management, supply and sales contracts, while in turn, the abovementioned contracts are subject to the condition precedent consisting in the fulfillment of the loan contract. More precisely: evidence of the common purpose is given by the existence of a common interest of all the stakeholders of the economic operation. A first commonality can be perceived among SPV and lenders, through a parallelism with the Italian agriculture associative agreements and their corresponding institutions in Islamic finance. A second commonality can be highlighted among SPV and the other “satellite” participants, thus assuming a compatibility between exchange contracts and associated contracts, as noted by some academics in the area of network contracts. Consequently, art. 1420 of the Italian civil code would apply, thus avoiding the implications of the principle simul stabunt simul cadent applied to ‘connected contracts’. In other words: the interest of the parties to the fulfillment of the project is, in fact, confirmed by the systematic presence of a specific contractual clause, defined as “terms of survival of the project”. In relation to the third and final point, project finance proves to be an elective ground for renegotiation as appropriate remedy. The legal obligation - now expressly regulated in the German, Dutch and Greek Civil Code as well as implicitly subsisting in the U.S. system - proves to be accepted in the Italian legal system, where it is based on the principle of good faith in the performance of the contract, as interpreted in the light of solidarity constitutional values ?? protected by art. 2 of the Italian Constitution. Additionally, the unified framework of project finance would be consistent with the need to overcome the logic of relativity of contractual fragments, as demonstrated both by the English academic debate now reflecting on the role of sanctity of contract and on the concept of connected contracts, and by the French experience in the area of contractual ‘indivisibilté’. Not every relationship established between the parties is contractual stricto sensu, since there are bilateral agreements: nevertheless, the close “organisational relation” generated leads to reflect on the opportunity to allow an extension of limitation or exclusion liability objections also between the parties of the global operation not linked themselves by a contract and to conclude that there is a responsibility among them that exceed the forms of non-contractual liability. The observations proposed hereabove would lead to a reinterpretation of the borderline between the two legal instruments, ‘connected contracts’ and multilateral contracts, thus leading to the conclusion that there is a legal obligation to renegotiate in both contractual schemes, as both can be defined as relational contracts.
Il lavoro mira ad offrire un’analisi giuridica della finanza di progetto esaminando, anche attraverso spunti di comparazione, i profili e le problematiche civilistiche che originano dall’istituto. In particolare, il lavoro si sviluppa secondo tre direzioni: un’analisi del fenomeno tout court (in ambito pubblicistico e privatistico), al fine di dimostrarne l’unitarietà concettuale; l’inquadramento teorico dell’istituto complessivamente considerato; una disamina del fenomeno delle possibili sopravvenienze contrattuali e della sussistenza di un obbligo legale di rinegoziazione tra le parti stesse. Sotto il primo profilo, svolta una breve ricostruzione del fenomeno economico e degli elementi caratterizzanti la finanza di progetto, si pone in evidenza l’unitarietà dell’istituto, argomentando come la sua applicazione in un contesto pubblico ovvero privato non alteri la natura del contratto in questione che rimane, dunque, sempre la medesima. La normativa contenuta nel Codice dei Contratti Pubblici non rappresenterebbe, dunque, né una disciplina dell’istituto ex se né una regolamentazione dei rapporti sussistenti tra i soggetti coinvolti nell’operazione, bensì un adattamento del modello di finanziamento alle esigenze specifiche del settore nel quale trova applicazione, senza dunque intaccare la validità di uno schema generale connotato dalla presenza dei prospettati elementi specializzanti. All’unitarietà dell’istituto consegue anche una ricostruzione unitaria delle problematiche giuridiche. Sotto il secondo profilo, indagate le relazioni che si vengono a creare tra i diversi attori della finanza di progetto, si propone un tentativo di inquadramento dell’istituto in termini di contratto plurilaterale con comunione di scopo, distaccandosi dalla più classica qualificazione in termini di collegamento negoziale. Ravvisato, infatti, il discrimine tra collegamento negoziale e contratto unitario nella sussistenza di una causa unitaria, si è posto in evidenza come essa, nel project financing, consista nel frazionamento del rischio del progetto, confermato dal particolare quadro di garanzie poste a fondamento della struttura contrattuale, nonché mediante un preciso meccanismo di condizionamento di ciascuno dei singoli contratti secondo cui il contratto di finanziamento risulterà subordinato all’effettiva sussistenza dei contratti di costruzione, gestione, fornitura e vendita (c.d. conditions precedent), a loro volta, sottoposti alla condizione sospensiva costituita dal perfezionarsi del contratto di finanziamento. La comunione di scopo, in particolare, sarebbe dimostrata dalla sussistenza di un interesse comune di tutti gli attori dell’operazione: tra società veicolo e finanziatori, da un lato, attraverso un parallelismo con i contratti associativi agrari e con i corrispondenti istituti della finanza islamica; tra società veicolo e operatori “satellite”, dall’altro, dichiarando una compatibilità tra contratti di scambio e contratto associativo, come osservato da parte della dottrina in materia di contratti di rete. Ne conseguirebbe l’applicazione dell’art. 1420 c.c. ovviandosi in tal modo alle implicazioni derivanti dal principio di simul stabunt simul cadent, caratterizzante il collegamento negoziale: l’essenzialità e la centralità dell’interesse della parti alla prosecuzione del progetto risulta, infatti, confermata dalla presenza sistematica di apposite clausola contrattuali, definite, “clausole di sopravvivenza” del progetto. In relazione al terzo ed ultimo aspetto, quello della gestione delle possibili sopravvenienze economiche, il project financing si dimostra essere terreno elettivo per l’applicazione del rimedio manutentivo della rinegoziazione. L’obbligo, oggi espressamente disciplinato nel Codice Civile tedesco, olandese e greco, nonché implicitamente sussistente nel sistema statunitense, potrebbe dirsi esistente anche nel sistema italiano sulla base del principio di buona fede nell’esecuzione del contratto, letto alla luce dei valori costituzionali di solidarietà tutelati dall’art. 2 Cost. L’inquadramento unitario della finanza di progetto risulterebbe compatibile, ulteriormente, con l’esigenza di superamento della logica di relatività dei frammenti contrattuali, come dimostrato dall’esperienza inglese che si interroga sull’attualità del principio di sanctity of contract e sulla nozione di network contrattuale nonché dall’esperienza francese in tema di indivisibilté contrattuale. Non tutte le relazioni che si instaurano tra i diversi soggetti sono contrattuali in senso stretto, trattandosi di contratti tendenzialmente bilaterali; tuttavia, la stretta organisational relation che si genera induce a riflettere sulla possibilità di ammettere l’opponibilità delle eccezioni di limitazione o esonero di responsabilità tra i soggetti del collegamento negoziale non uniti da un contratto in senso stretto e di ritenersi sussistente una responsabilità tra i diversi soggetti che superi le forme della responsabilità extracontrattuale. Simili osservazioni indurrebbero ad una rilettura del confine tra gli istituti del collegamento negoziale e del contratto plurilaterale, potendosi, in conclusione, ritenere sussistente un obbligo di rinegoziazione ex lege anche nel primo, anch’esso caratterizzato da un profilo relazionale.
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