Academic literature on the topic 'Coinvolgimento alimentare'

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Journal articles on the topic "Coinvolgimento alimentare"

1

Rota, Marco. "Welfare aziendale e alimentazione alla Dalmine: dalle origini al secondo dopoguerra." STORIA IN LOMBARDIA, no. 2 (September 2020): 133–59. http://dx.doi.org/10.3280/sil2018-002007.

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Abstract:
Il coinvolgimento delle imprese nel settore dell'alimentazione popolare costituisce un fenomeno storico significativo ed estremamente articolato. L'articolo analizza le molteplici provvidenze alimentari varate dalla Dalmine nel quadro delle politiche di welfare aziendale, ricostruendo un caso peculiare di integrazione fra agricoltura e industria in un contesto sociale e territoriale fortemente plasmato dall'impresa. Inizialmente vengono descritte le politiche annonarie attuate sino alla fine degli anni Venti, attraverso lo snodo cruciale della Grande Guerra. Nella seconda parte si esaminano le strutture agricole e le provvidenze alimentari sviluppate dalla Società durante gli anni Trenta, in sintonia con gli orientamenti autarchici del regime fascista. In seguito, vengono analizzate le politiche implementate durante il secondo conflitto mondiale, quando la drammatica carenza di generi di consumo e le difficoltà di approvvigionamento costrinsero la Dalmine ad ampliare il proprio ruolo sociale, in maniera non dissimile rispetto ad altre grandi imprese italiane. Nell'ultima parte si osserva l'evoluzione delle provvidenze alimentari e delle strutture agricole nei primi anni del dopoguerra, entro il quadro di una ridefinizione complessiva dell'intero sistema di welfare aziendale costruito nei decenni precedenti
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2

Cassata, Francesco. "Nel nome della scienza. Limiti e aporie dell'antirazzismo scientifico italiano." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 297 (March 2022): 180–210. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-297-s1oa-008.

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Abstract:
L'introduzione del razzismo di Stato nell'Italia fascista fu caratterizzata da un atto per molti versi inaspettato e clamoroso, tanto a livello nazionale che internazionale: la pubblicazione, nel luglio 1938, di un "Manifesto degli scienziati razzisti". Tale specificità, unita all'impatto delle politiche antirazziste dell'Unesco nei primi decenni postbellici, ha profondamente connotato lo sviluppo dell'antirazzismo italiano nel secondo dopoguerra. La memoria del 1938 (e del coinvolgimento della comunità scientifica in quella drammatica svolta) ha infatti, da un lato, determinato il costante ricorso all'economia morale dell'oggettività scientifica come principale argomento antirazzista; dall'altro, ha alimentato una proposta culturale e politica di igiene lessicale — la rimozione della parola "razza" — legittimandola in nome della scienza.Nell'affrontare criticamente queste argomentazioni dell'antirazzismo scientifico italiano, il saggio si articola in tre parti: nella prima sono descritte due campagne antirazziste — rispettivamente del 2008 e del 2014-2018 — condotte in Italia in larga parte da biologi e antropologi, e finalizzate a dimostrare l'ascientificità del concetto di "razza" e a promuovere l'eliminazione del termine "razza" dalla Costituzione; le due parti successive analizzano i limiti e le aporie di questo antirazzismo scientifico, sia in termini di destoricizzazione del razzismo fascista — individuato come principale bersaglio polemico — sia in termini di decontestualizzazione dello stesso rapporto tra scienza e antirazzismo nella seconda metà del Novecento. Le conclusioni avanzano sinteticamente alcuni suggerimenti metodologici che potrebbero contribuire al superamento dei limiti concettuali dell'antirazzismo scientifico italiano.
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3

Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Abstract:
Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Dissertations / Theses on the topic "Coinvolgimento alimentare"

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CASTELLINI, GRETA. "FOOD INVOLVEMENT: VALIDAZIONE DI UNA NUOVA SCALA PER PROFILARE I CONSUMATORI DI LATTE VACCINO, LATTE SENZA LATTOSIO E BEVANDE VEGETALI E PREVEDERE I COMPORTAMENTI DI CONSUMO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/130799.

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Abstract:
Negli ultimi anni i consumatori sono cambiati. Non acquistano più cibi considerando esclusivamente la loro qualità, ma cercano prodotti che riflettano i propri valori e credenze. Uno dei costrutti più utilizzati per cogliere questi aspetti psicologici è il Food Involvement (FI). Nonostante l'indubbio valore di tale costrutto, in letteratura manca un accordo scientifico sulle dimensioni psicologiche che lo caratterizzano e sulle scale di misura utili a valutarlo. Di conseguenza, questa tesi si propone di comprendere ed esplorare l'investimento soggettivo e pragmatico che le persone provano nei confronti del cibo per capire e spiegare il fenomeno del FI, individuandone il ruolo nel predire i comportamenti di consumo alimentare e in particolare il consumo di latte vaccino e di bevande vegetali. A tal fine, è stato realizzato uno studio mixed-method, che ha combinato approcci qualitativi e quantitativi. I risultati hanno evidenziato come il FI sia un processo psicologico caratterizzato da diverse sfaccettature. Inoltre, questo studio ha creato e validato una nuova scala di FI la quale potrebbe essere utile sia per prevedere le scelte alimentari moderne, sia come strumento per valutare i bisogni dei consumatori e progettare interventi più efficaci e personalizzati per promuovere un consumo alimentare sano.
The consumers in last years have changed. They are no longer looking for foods exclusively for quality and their utilitarian value but searching for products that reflect their own values and beliefs. One of the most widely used construct to capture these psychological aspects is Food involvement (FI). Despite the undoubted value of FI construct, in literature there is a lack of scientific agreement on the essential dimensions and the measurement scales useful for evaluating it. Consequently, this dissertation aims to understand and explore the subjective and pragmatic investment that people feel toward food in order to understand and explain the phenomenon of FI, figuring out its role in predicting food consumption behaviours and in particular the consumption of cow's milk and non-dairy beverages. To achieve this aim, a mixed-methods study was implemented, combining both qualitative and quantitative approaches. The results highlighted how FI is a psychological process characterized by different facets. Moreover, this study created and validated a new scale of FI. It could be useful both from a research perspective, to better predict modern food choices, and as a tool to assess consumer need and to design more effective and tailored interventions to promote healthy food consumption.
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PALAMENGHI, LORENZO. "Coinvolgimento per la salute, umore, e scelte alimentari." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2023. http://hdl.handle.net/10280/136501.

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Abstract:
La tesi la prospettiva della psicologia dei consumi sul tema dei consumi alimentari e dell’alimentazione sana. In particolare, l’obiettivo della tesi è quindi quello di studiare e comprendere gli aspetti emotivi e motivazionali sottostanti alle scelte alimentari dei consumatori. Un costrutto, inoltre, che è stato particolarmente approfondito è quello del coinvolgimento: verso l’alimentazione (food involvement), e verso la salute (health engagement). La prospettiva di questa tesi è che il livello di coinvolgimento della persona nei confronti della propria alimentazione e della gestione della propria saluta moduli la sua relazione con il cibo, le motivazioni dietro alla sua scelta, e i comportamenti (sani o meno). La tesi include tre studi: una scoping review con l’obiettivo di identificare l’impatto delle restrizioni alimentari sulla qualità di vita di pazienti con MICI, e di capire se queste sono legate alla frequente non-aderenza ad uno stile alimentare sano; uno studio survey based, con l’obiettivo di profilare i consumatori attraverso una cluster analysis col metodo delle k-medie per identificare pattern comportamentali e motivazionali nelle scelte alimentari; uno studio basato su dati di eye-tracking per verificare come il coinvolgimento verso la salute e il cibo moduli le preferenze alimentari in una situazione in cui l’umore è stato manipolato per essere deflesso.
The thesis examines the perspective of consumer psychology on the topic of food consumption and healthy eating. In particular, the goal of the thesis is to study and understand the emotional and motivational factors underlying consumers' food choices. One construct that has been particularly explored is engagement: towards food (food involvement) and towards health (health engagement). The perspective of this thesis is that the person's level of involvement in their food and health management modulates their relationship with food, the motivations behind their choices, and their behaviors (healthy or not). The thesis includes three studies: a scoping review with the aim of identifying the impact of food restrictions on the quality of life of patients with IBD, and to understand if these are related to frequent non-adherence to a healthy dietary style; a survey-based study, with the aim of profiling consumers through cluster analysis using the k-means method to identify behavioral and motivational patterns in food choices; an eye-tracking study to verify how involvement towards health and food modulates food preferences in a situation where mood was manipulated to be negative.
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