Academic literature on the topic 'Codice dei contratti'

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Journal articles on the topic "Codice dei contratti"

1

De Poli, Matteo. "Asimmetrie informative e contratti bancari: L’esperienza italiana." Revista de la Facultad de Derecho de México 69, no. 275-2 (November 11, 2019): 809. http://dx.doi.org/10.22201/fder.24488933e.2019.275-2.71484.

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Abstract:
In Italia, la regolamentazione dei contratti bancari in Italia è divisa tra codice civile e legislazione speciale. Il primo, risalente al 1942,ha dato riconoscimento alle principali operazioni bancaria e le ha disciplinate, la seconda, invece, ha introdotto varie forme di tutela del cliente della banca, considerato soggetto “debole” e, quindi, a rischio di un esito contrattuale per lui svantaggioso. Lo scritto si propone di ricostruire, in modo rapido ma organico, la disciplina dei diversi contratti bancari e le principali forme di tutela del cliente di Banca.
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2

Benelli, Gianfranco. "Il noleggio "a cabina" nel codice della nautica da diporto." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 34 (November 2021): 42–57. http://dx.doi.org/10.3280/dt2021-034002.

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Abstract:
Il "correttivo" del codice della nautica da diporto ha introdotto alcune rilevanti modifiche anche nella disciplina dell'utilizzo commerciale delle unità da diporto. Una delle più interessanti è stata l'introduzione della figura del noleggio "a cabina", con cui si consente all'armatore la possibilità di noleggiare separatamente a clienti diversi le singole cabine di cui è dotata l'imbarcazione. La nuova fattispecie mette in crisi il tradizionale modello di noleggio, contaminandolo con il contratto di trasporto e con quello di crociera turistica. Emerge sempre più distintamente la necessità di intraprendere un'opera di revisione della sistematica dei contratti di utilizzazione nel diporto da adeguare alle sempre nuove esigenze di un mercato in continua evoluzione.
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3

Cocco, Giovanni, and Chiara Guardamagna. "Efficienza vs. concorrenza nell'affidamento diretto "puro"." ECONOMIA PUBBLICA, no. 1 (February 2022): 79–104. http://dx.doi.org/10.3280/ep2022-001005.

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Abstract:
La normativa emergenziale e attuativa del PNRR ha previsto l'affidamento diretto "puro" dei contratti pubblici sottosoglia, con un innalzamento significativo della fascia di importo entro la quale finora è stata consentita la possibilità di non ricorrere alla gara. Si tratta di un regime temporaneo e derogatorio delle procedure ordinarie regolate dal Codice dei contratti pubblici, e finalizzato a favorire gli investimenti pubblici e a fronteggiate le ricadute economiche della crisi pan-demica. Lo scritto analizza i tratti peculiari dell'istituto e sviluppa una riflessione sulle problematiche anche di ordine sistematico connaturate alla scelta legislativa di generalizzare - entro certe soglie di importo - una modalità di affidamento che si allontana dal paradigma della concorrenza. La conclusione cui si giunge è che, in una prospettiva di bilanciamento tra costi e benefici, l'opzione verso pro-cedure semplificate pare quella più funzionale al perseguimento dell'interesse pubblico, reso prioritario dall'attuale contingenza, a realizzare un'accelerazione degli investimenti e delle infrastrutture.
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4

Troisi, Angela. "Partenariato pubblico-privato ed investimenti infrastrutturali: opportunitŕ per uno sviluppo sostenibile." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (July 2012): 553–68. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-003007.

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Abstract:
L'indagine analizza l'ambito delle operazioni di partenariato pubblico-privato volte alla realizzazione di progetti di significativa utilitŕ sociale e, dunque, ad elevato valore aggiunto in termini di benessere della collettivitŕ di riferimento. L'obiettivo avuto di mira č la valutazione del ruolo assunto dagli investimenti di interesse pubblico nel superamento della situazione di stallo che, al presente, caratterizza il nostro sistema economico-finanziario e, piů in generale, i mercati internazionali. Specifica attenzione, inoltre, č dedicata alla tematica concernente l'utilizzo della finanza di progetto nell'implementazione delle grandi opere infrastrutturali; mediante un approccio di natura economico-aziendalistica vengono approfonditi gli effetti dei recenti interventi normativi del legislatore italiano (d.l. 201/2011, convertito nella legge 22 dicembre 2011, n. 214, e d.l. 1/2012, convertito nella legge 24/3/2012, n. 27). Si ha riguardo, in particolare, alla regolamentazione del "contratto di disponibilitŕ" (art. 160-ter, codice dei contratti pubblici, d. lgs. 12 aprile 2006, n. 163), nonché all'introduzione dei c.d. "project bonds", la cui disciplina č stata inserita nel disposto dell'art. 157, cod. contr. pubbl., per effetto delle modifiche recate dall'art. 41, comma 1, del d.l. 1/2012 (c.d. decreto "Cresci-Italia").
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5

Kramer, Ernst A. "Codice Europeo dei Contratti. Code Européen des Contrats. European Contract Code. Europäisches Vertragsgesetzbuch. Código Europeo de Contratos: Progetto preliminare. Libro secondo, parte seconda: Dei." Rabels Zeitschrift für ausländisches und internationales Privatrecht 80, no. 3 (2016): 683. http://dx.doi.org/10.1628/003372516x14672884720455.

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6

Peters, L. "M.J. Bonell, Un "Codice" Internazionale del diritto dei contratti. I Principi UNIDROIT dei Contratti Commerciali Internazionali, Giuffre Editore, Milan, 1995, 452 p., ISBN 88-14-05648-X." Uniform Law Review - Revue de droit uniforme 1, no. 2 (April 1, 1996): 408. http://dx.doi.org/10.1093/ulr/1.2.408.

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Crepaldi, Gabriella. "Gli acquisti eco-sostenibili nel nuovo Codice dei contratti pubblici italiano: considerazioni sul life cycle costing." Revista do Direito 1, no. 54 (January 8, 2018): 86. http://dx.doi.org/10.17058/rdunisc.v1i54.12046.

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Abstract:
L’inquadramento normativo degli appalti verdi in Italia - II. Costi, prezzi e offerte più vantaggiose - III. Il costo del ciclo di vita – IV. Il ciclo di vita come canone di pertinenza: cautele – V. Medie-piccole-micro imprese, produzioni chilometri zero e filiera corta – VI. Osservazioni conclusive sulla qualificazione ambientale delle stazioni appaltanti (e degli enti)
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Cirillo, Giovanni. ""Vendita di pacchetti turistici" tramite Groupon e responsabilità per l'inadempimento dei servizi promessi." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 20 (October 2018): 350–83. http://dx.doi.org/10.3280/dt2017-020009.

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Abstract:
La prima questione analizzata riguarda la scelta inadeguata della legge di riferimento operata dal giudice; una seconda importante questione riguarda invece la possibilità che una combinazione di servizi comprensivi di vitto e alloggio possa essere considerata un "pacchetto" secondo la definizione giuridicamente prevista: la relativa analisi, che viene effettuata attraverso lo studio degli "altri servizi turistici" - i.e. "non ancillarità" e "rappresentazione di una percentuale significativa" - è necessaria per giustificare l'applicabilità ratione materiae della legislazione sui "contratti del turismo organizzato" al caso di specie, cosa che non è assolutamente scontata, nonostante l'assenza di motivazioni da parte della sentenza su questo punto sembri suggerire il contrario. Quindi, il punto focale della decisione può essere messo in discussione: dopo aver tracciato una ricostruzione schematica del quadro delle categorie soggettive e dei rapporti contrattuali coinvolti nella "vendita di pacchetti", potremmo osservare, da un lato, la posizione assunta da Groupon corporation e, dall'altro, la natura dell'obbligazione non adempiuta. Poiché l'obbligo di eseguire i servizi inclusi nel pacchetto riguarda il "Contratto di viaggio organizzato", la cui parte non è Groupon corporation - che, invece, assume il ruolo di "rivenditore" (o "intermediario") - ma il titolare del resort, è discutibile se l'intermediario possa essere ritenuto responsabile della violazione degli obblighi dell'organizzatore: a questa domanda va risposto negativamente, perché, secondo l'interpretazione più persuasiva dell'art. 43 del "Codice del turismo", questi due soggetti non sono responsabili in solido, ma ciascuno di essi risponde solo per gli obblighi che ha personalmente assunto nei confronti del turista.
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Colao, Floriana. "La proprietà fondiaria dalla bonifica integrale di Arrigo Serpieri alla riforma agraria di Antonio Segni. Diritto e politica nelle riflessioni di Mario Bracci tra proprietà privata e socializzazione della terra." Italian Review of Legal History, no. 7 (December 22, 2021): 323–76. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16892.

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Abstract:
Nel Programma di Giangastone Bolla per la Rivista di diritto agrario (1922) la proprietà fondiaria era banco di prova delle «moderne trasformazioni del diritto di proprietà» – su cui Enrico Finzi – in primo luogo con la «funzione sociale». Nell’azienda agraria Bolla osservava inoltre lo spostamento dalla proprietà all’impresa; asseriva che il legame tra l’agricoltura e lo Stato imponeva allo studioso del diritto agrario l’impegno per la «ricostruzione sociale ed economica del paese». In vista della «funzione sociale» Arrigo Serpieri – dal 1923 sottosegretario di Stato all’Agricoltura – promuoveva diversi provvedimenti legislativi per la «bonifica integrale»; la politica per l’agricoltura si legava all’organizzazione dello Stato corporativo in fieri (Brugi, Arcangeli). Il Testo unico del 1933 mirava al risanamento della terra per aumentarne la produttività e migliorare le condizioni dei contadini con trasformazioni fondiarie di pubblico interesse, con possibili espropri di latifondi ed esecuzione coatta di lavori di bonifica su terre private; dal 1946 il Testo unico del 1933 sarà considerato una indicazione per la riforma agraria (Rossi Doria, Segni). Nel primo Congresso di diritto agrario, (Firenze 1935), Maroi, Pugliatti, Serpieri, D’Amelio, Bolla, Ascarelli, Calamandrei discutevano alcune questioni, in primo luogo il diritto agrario come esperienza fattuale, legato alla vita rurale, irriducibile ad un ordine giuridico uniforme; da qui la lunga durata della ‘fortuna’ dell Relazione Jacini sulle diverse Italie agrarie. In vista della codificazione civile, i giuristi rilevavano l’insufficienza dell’impianto individualistico; ponevano l’istanza di norme incentrate sul bene e non sui soggetti, fino al superamento della distinzione tra diritto pubblico e privato. I più illustri giuristi italiani scrivevano nel volume promosso dalla Confederazione dei lavoratori dell’agricoltura; La Concezione fascista della proprietà esprimeva il distacco dalla concezione liberale – con l’accento sulla proprietà della terra fondata sul lavoro (Ferrara, Panunzio) – e teneva ferma l’iniziativa privata (Filippo Vassalli). Bolla ribadiva la particolarità della proprietà fondiaria tra ordinamento corporativo e progetto del codice civile, «istituto a base privata, aiutato e disciplinato dallo Stato», con il titolare «moderator et arbiter» della propria iniziativa. Nel codice civile del 1942 la proprietà fondiaria aveva senso dell’aspetto dinamico dell’attività produttiva, senza contemplare la «funzione sociale» come «nuovo diritto di proprietà» (Pugliatti, Vassalli, D’Amelio).Dopo la caduta del regime fascista le lotte nelle campagne imponevano al ministro Gullo di progare i contratti agrari e regolare l’occupazione delle terre incolte, con concessioni pluriennali ai contadini occupanti; il lodo De Gasperi indennizzava i mezzadri. Le differenti economie delle ‘diverse Italie agrarie’ sconsigliavano una riforma uniforme (Rossi Doria, Serpieri); i riorganizzati partiti politici miravano alla ripartizione delle terre espropriate e ad indennizzi al proprietario privato, senza lesioni del diritto di proprietà. L’iniziale azione dello Stato ad erosione del latifondo, con appositi Enti di riforma, aveva per scopo la valorizzazione della piccola proprietà contadina (Segni, Bandini). Per coniugare proprietà privata ed interesse sociale nella Costituzione Mortati motivava la sua proposta di «statuizione costituzionale»; Fanfani chiedeva «un articolo che parli espressamente della terra». Il latifondo era la questione più urgente ma divisiva; Di Vittorio ne chiedeva l’«abolizione » ed Einaudi la «trasformazione», scelta che si imponeva in nome delle diverse ‘Italie rurali’; non si recepiva la proposta di una norma intesa ad ostacolare le grandi proprietà terriere. L’articolo 44 della Costituzione prevedeva una legge a imporre «obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata», al fine di «conseguire il razionale sfruttamento del suolo ed equi rapporti sociali». Bolla apprezzava la scelta di «trasformare la proprietà individuale in proprietà sociale»; Vassalli scriveva di un non originale «prontuario di risoluzione del problema agrario». Nel progetto del Ministro per l’agricoltura Segni – che riusciva a far varare una contrastata riforma agraria – l’art. 44 dettava compiti al «legislatore futuro»; la legge Sila 21 Maggio 1950, la legge stralcio del 21 Ottobre 1950 per le zone particolarmente depresse, i progetti di legge sui contratti agrari erano discussi nel Terzo congresso di diritto agrario e nel primo Convegno internazionale, promosso da Bolla, con interventi di Bassanelli, Segni, Capograssi, Pugliatti, Santoro Passarelli, Mortati, Esposito. Il lavoro era considerato l’architrave della proprietà della terra, «diritto continuamente cangiante, che deve modellarsi sui bisogni sociali» (Bolla). In questo quadro è interessante la riflessione teorico-pratica, giuridico-politica di Mario Bracci, docente di diritto amministrativo a Siena, rettore, incaricato anche dell’insegnamento di diritto agrario. Rappresentante del PdA alla Consulta nazionale nella Commissione agricoltura, Bracci si proponeva di scrivere un «libro sulla socializzazione della terra», mai pubblicato; l’Archivio personale offre una mole di appunti finora inediti sul tema. Bracci collocava nella storia la proprietà della terra, che aveva senso nel «lavoro»; la definiva architrave del diritto agrario e crocevia di diritto privato e pubblico, tra le leggi di bonifica, la codificazione civile, l’art. 44 della Costituzione, la riforma agraria, intesa come «problema di giustizia». Dal fascismo alla Repubblica Bracci coglieva continuità tecniche e discontinuità ideologiche nell’assetto dell’istituto di rilevanza costituzionale, «le condizioni della persona sono indissolubilmente legate a quelle della proprietà fondiaria». Da studioso e docente di diritto amministrativo e diritto agrario dal luglio 1944 Bracci intendeva rispondere al conflitto nelle campagne, mediando tra «fini pubblici della produzione agraria e le esigenze della giustizia sociale»; proponeva «forme giuridiche adeguate e che sono forme di diritto pubblico».
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Alpa, Guido. "Gli obblighi informativi precontrattuali nei contratti di investimento finanziario. Per l'armonizzazione dei modelli regolatori e per l'uniformazione delle regole di diritto comune." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (June 2010): 395–421. http://dx.doi.org/10.3280/ed2009-003001.

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Abstract:
A proposito della violazione di obblighi informativi precontrattuali l'interrogativo che si pongono gli interpreti, nella nostra esperienza ed in altre, ad essa simili o da essa distanti, č se sia possibile qualificare la fattispecie mediante le regole generali del contratto, e far sopravvivere l'orientamento interpretativo che distingue le regole di validitŕ dalle regole di comportamento, essendo le prime dirette - primieramente - ad incidere il vincolo contrattuale, e le seconde - primieramente - a salvare il vincolo comportando perň una responsabilitŕ (precontrattuale, contrattuale, extracontrattuale) a carico della parte inadempiente, oppure se non convenga distinguere fattispecie da fattispecie e, adottando un'ottica funzionale volta alla protezione dell'interesse pubblico e alla protezione dell'interesse del contraente piů debole, scegliere il rimedio piů confacente alla bisogna. Per rispondere all'interrogativo si possono seguire vie diverse. Operare una ricognizione delle disposizioni contenute nei codici e nei repertori della giurisprudenza, nei progetti di legge di riforma dei codici, nei progetti di uniformazione del diritto contrattuale, e poi nelle leggi speciali, sempre in correlazione con le fonti del diritto comunitario. Operare una tripartizione per modelli contrattuali, tenendo conto del ruolo e dello status delle parti, e quindi distinguendo i contratti conclusi tra privati e contratti conclusi tra professionisti (C2C e B2B), i contratti conclusi tra professionisti e consumatori (B2C), i contratti conclusi tra professionisti con maggior potere contrattuale e professionisti piů deboli, esposti dunque all'abuso di dipendenza economica o comunque all' esercizio del un potere preponderante della controparte (B2b). Operare una valutazione degli scopi perseguiti sulla base dell'analisi economica del diritto e delle esigenze del mercato. Nell'ampia letteratura che si č venuta raccogliendo in questi ultimi anni si rinvengono contributi che esplorano una o piů di queste prospettive, che si possono separare per mere esigenze espositive, dal momento che esse sono per lo piů intrecciate tra loro. La linea seguita in queste pagine corrisponde al primo percorso, ma per prospettare uno scenario piů compiuto della problematica anche gli altri due percorsi dovrebbero essere sviluppati, o comunque esser tenuti in considerazione, almeno sullo sfondo.
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Dissertations / Theses on the topic "Codice dei contratti"

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GIRGENTI, ALFIO LIVIO. "Il contratto di cooperazione nel codice dei contratti pubblici." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2017. http://hdl.handle.net/10281/152404.

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Abstract:
Il contratto di cooperazione è un istituto introdotto per la prima volta nel codice dei contratti pubblici, all’art. 5, comma 6, D.Lgs. n. 50/2016, in attuazione delle direttive europee sui contratti pubblici di quarta generazione. In particolare, tale tipo di contratto è finalizzato alla cooperazione nei servizi pubblici in comune attraverso la condivisione di attività esposte al mercato aperto, e si presenta come una fattispecie comune alle tre direttive europee in materia di concessioni (art. 17, par. 4, dir. 2014/23/UE), appalti pubblici nei settori ordinari (art. 12, par. 4, dir. 2014/24/UE) e nelle “utilities” (art. 28, par. 4, dir. 2014/25/UE), che hanno codificato la fattispecie elaborata dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Essenzialmente, tale cooperazione per via consensuale si configura, sul piano formale, sotto forma di (i) convenzione pubblicistica conclusa esclusivamente tra enti pubblici, (ii) esente dall’obbligo di gara. La ricerca si concentra su entrambe le caratteristiche di tale tipo di contratto e persegue un duplice obiettivo: da un lato criticare, sul piano strutturale, l’adeguatezza della nozione di accordo amministrativo ai fini della qualificazione della natura di tale contratto, e dall’altro lato estendere, sul piano funzionale, la portata dell’esenzione oltre la classica libertà di cooperare e di organizzare i servizi pubblici in forma aggregata, sancita dall’art. 2, par. 1, secondo periodo, dir. 2014/23/UE. Ciò implica le seguenti due questioni: se il contratto di cooperazione si risolve in sostanza nella codificazione nell’ambito del diritto europeo di una situazione meramente interna (l’accordo di collaborazione) e, se in caso contrario, tale tipo di contratto comporta l’esenzione dall’obbligo di gara di una fattispecie che comunque non ricade nell’ambito di applicazione dalle libertà fondamentali (in quanto strumento di autoproduzione in senso lato). A tale fine, prenderò in esame le origini giurisprudenziali della fattispecie, in modo da ricostruire il percorso logico e cronologico che ha portato a differenziare tale contratto di cooperazione dal partenariato pubblico-pubblico, dai contratti in house e, infine, dall’accordo di collaborazione, attraverso il confronto con le fattispecie previste dal diritto nazionale di accordo inter-amministrativo, che il diritto europeo prende sì in considerazione, ma senza armonizzarle. Alla luce di questa analisi, si cercherà di mettere in evidenza che la nozione codificata di contratto di cooperazione rappresenta la versione evoluta dell’accordo di collaborazione, con la quale sono esentati appalti pubblici e concessioni aventi ad oggetto attività economiche esposte al mercato aperto, finalizzate all’erogazione di servizi pubblici e scambiate in regime cooperazione pubblica. Al centro di tale interpretazione sta la previsione, introdotta in modo innovativo rispetto alla precedente giurisprudenza, che ammette lo svolgimento di attività esposta al mercato aperto, come previsto alla lettera c) dell'articolo citato. In sintesi, intendo sostenere che il contratto di cooperazione è formalmente un accordo inter-amministrativo e sostanzialmente un contratto pubblico quando, sotto il profilo strutturale, può riguardare attività accessorie al servizio pubblico, e non comporta alcun rapporto in house, nonché dimostrare che, sotto il profilo funzionale, l’esenzione di tale contratto va oltre la semplice aggregazione dei servizi ed è estesa ai casi in cui si verifica la condivisione delle risorse e delle prestazioni attraverso lo svolgimento di attività complementari.
The cooperation contract is a legal type common to the three European directives on concessions (art. 17, para 4, dir. 2014/23/EU), procurement in the public sector (art. 12, para 4, dir. 2014/24/EU) and utilities (art. 28, para 4, dir. 2014/25/EU), which never introduced before, but established by the case law. Essentially, such contract is aimed to the cooperation in the public services in common through the sharing of activities exposed to the open maket, and configures, at a formal level, (i) an arrangement concluded exclusively between public bodies, (ii) exempt from the obligation to follow the competitive procedures. The research focalizes both the characteristics of the legal type and aims a twofold objective: on the one hand -structurally-, criticizing the adequacy of the concept of public agreement in order to qualify the nature of that contract, and on the other hand -functionally-, extending the scope of that exemption beyond the classic freedom of cooperation and organization of public services in aggregate form, provided by art. 2, para 1, second sentence, dir. 2014/23/EU). This entails the following two questions: whether the cooperation contract resolves essentially in the codification of European law in the context of a purely internal situation (the cooperation agreement) and, if not, this type of contract involves the exemption from the obligation to follow the competitive procedures of a situation that in any case does not fall within the scope of the fundamental freedoms (as an instrument of in house providing in a broad sense). To this purpose, I will delve into the jurisprudential origins of the present legal type, in such a way to reconstruct the logical and chronological path which leads to differentiate such a cooperation contract from the public-public partnership, from the in-house contract and, finally, from the cooperation agreement, by means of the comparison with the legal types of inter-administrative arrangement provided by the domestic law, which the European law takes into account without a full harmonization. In the light of this analysis, I will seek to point out the codified notion of cooperation contract represents the evolved version of the collaboration agreement, with which are exempted public contracts and concessions relating to economic activities exposed to the open market, aimed to the provision of public services and exchanged in cooperation within the public sector. At the core of this interpretation is the provision, introduced in innovative way than the previous case law, that allows the performance in cooperation of activities exposed to the open market, as provided in subparagraph c) of the cited articles. Furthermore, with regard to structure yet, it will observe that the cooperation contract does not overlap or interfere with the in house providing in a narrow sense, even if this kind of contract is inserted in the same statutory package. Turning to the scope of the exemption from the functional point of view, it should be noted that as part of the contractual cooperation was allowed, in the recitals of the 2014 EU directives, the integration between public bodies to carry out complementary activities. In summary, I want to argue that the cooperation contract is formally an inter-administrative arrangement and essentially a public contract as, structurally, may relate to activities ancillary to the public service, and does not imply any in house relationship, and to demonstrate that, functionally, the exemption of that contract goes beyond simple service aggregation and is extended to cases where there is the sharing of performance by carrying out complementary activities.
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Petrone, Iole <1976&gt. "I nuovo istituti introdotti dal Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (D. LGS. 12 Arile 2006, N. 163)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2337/1/Tesi_Iole_Petrone.pdf.

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Petrone, Iole <1976&gt. "I nuovo istituti introdotti dal Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (D. LGS. 12 Arile 2006, N. 163)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2337/.

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Vianello, Massimo <1981&gt. "Programmazione e finanziamento delle infrastrutture pubbliche alla luce delle modifiche introdotte dal nuovo codice dei contratti pubblici D.Lgs. 50/2016. Analisi e peculiarità del caso MO.S.E." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12285.

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Abstract:
Il documento tratta delle nuove procedure di programmazione e di finanziamento delle infrastrutture alla luce del nuovo codice dei contratti pubblici. Vengono inizialmente definite e classificate le infrastrutture; successivamente vengono messe in evidenza le procedure di programmazione delle opere prioritarie nazionali e degli enti territoriali. Vengono poi analizzati i metodi di finanziamento delle infrastrutture classici ed innovativi. Infine viene analizzate le caratteristiche e le peculiarità del caso MO.S.E.
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NAPOLEONE, ANDREA. "Gli appalti di grandi opere infrastrutturali: dalla legge obiettivo (L. 443/2001) al terzo decreto correttivo del nuovo codice dei contratti pubblici (D.lgs. 163/2006 e ss.mm.ii.)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/1150.

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Abstract:
Analizzando i peculiari profili normativi della disciplina in materia di opere di preminente interesse nazionale, la tesi giunge alla conclusione di ritenere la normativa sugli appalti di infrastrutture strategiche, non una legislazione "speciale", ma un sottoinsieme settoriale di disposizioni normative, volta per volta utilizzabile dall'interprete, al fine di risolvere problemi ermeneutici e applicativi in tema di appalti di opere pubbliche tout court.
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GRILLO, ELISA. "Le concessioni di servizi pubblici locali a rilevanza economica: i principi europei dell'evidenza pubblica nella giurisprudenza della Corte di Giustizia e nel Codice dei contratti pubblici." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/43993.

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Abstract:
Le concessioni di servizi pubblici locali a rilevanza economica, inquadramento normativo e giurisprudenziale aggiornato all'anno 2012. Particolare attenzione alla procedura di selezione del concessionario e, in particolare, ai principi generali estrapolati dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia e tradotti in norme di trasparenza, imparzialità e parità di trattamento immediatamente applicabili. analisi della casistica nazionale in cerca di riscontro degli insegnamenti del giudice europeo alla luce del recepimento delle direttive del 2004 attraverso il d.lgs. 163/2006.
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Chicco, Donatella. "Profili penali negli appalti pubblici: dallo schema legislativo alla normativa antimafia." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8610.

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Abstract:
2011/2012
La presente trattazione affronta un settore specifico del diritto penale con l’obiettivo di contribuire alla riflessione su una materia, quella degli appalti pubblici, che è in continua, magmatica evoluzione e costantemente al centro dell’attenzione giuridica non meno che politica e sociale. Del resto, è ormai da due decenni che il settore delle gare d’appalto italiano è testimone di una serie di cambiamenti che, da un lato, sono la conseguenza di un necessario adeguamento della normativa nazionale a quella comunitaria, ma, dall’altro, rappresentano i diversi passaggi della vita economica ed istituzionale del Paese. Il primo aspetto considerato interessa la ricostruzione del contesto entro il quale si colloca il Codice dei contratti, per poi passare alla legislazione penale con particolare riferimento ai reati dei pubblici ufficiali e dei privati contro la Pubblica amministrazione, fino ad arrivare alle più recenti evoluzioni legislative, prime fra tutte le nuove disposizioni introdotte dal Codice antimafia. In una seconda fase vengono affrontate tematiche rilevanti, sia in dottrina che in giurisprudenza, quali la disciplina relativa alle cause di esclusione dei soggetti concorrenti alla contrattazione pubblica, ai sensi dell’art. 38 del d.lgs. 163/2006 e s.m.i. Sotto un profilo strettamente penalistico, sono messe in luce le criticità di un sistema vittima di una evidente iper-regolamentazione che ha comportato solo il proliferare, a ritmo incalzante, di regole, sia sostanziali che processuali, le prime doppiate, poi, in gran parte, nelle varie sedi regionali e, infine, accompagnate da sempre più analitiche disposizioni regolamentari. Nell’ambito di questo percorso, l’indagine prosegue approfondendo il sistema di condizionamento mafioso all’interno delle gare ad evidenza pubblica e le misure adottate dal nostro ordinamento per arginare tale fenomeno. Infine, si allungherà lo sguardo ad altri sistemi penali e, in particolare, a quelli europei di civil law, nonché alle più recenti iniziative sovranazionali nel campo della lotta alla criminalità organizzata, al fine di completare il bagaglio di conoscenze utili per proporre alcune ipotesi di riorganizzazione normativa concernente i temi trattati, in un’ottica di semplificazione e di perfezionamento del sistema delle gare d’appalto.
XXV Ciclo
1982
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Cassata, Laura <1988&gt. "L'arabo giuridico nei Codici delle obbligazioni e dei contratti: analisi e confronto tra paesi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8106.

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Abstract:
Il presente lavoro mira ad analizzare le caratteristiche peculiari dell’arabo giuridico nelle sue varianti nazionali. Partendo dall’evoluzione del diritto islamico, e da come questo sia stato influenzato dal diritto della tradizione occidentale, principalmente dal modello di civil law francese, si è passati a prendere in considerazione i Codici delle obbligazioni e dei contratti del Marocco, della Tunisia e del Libano. Tali codici sono relativamente recenti e la loro nascita risale ai primi decenni del Novecento, quando questi paesi erano ancora sotto l’influenza della Francia. In particolare, da questi codici sono state estratte le norme relative alle obbligazioni solidali, alternative, divisibili e indivisibili. L’analisi che ne è stata fatta è di tipo prettamente linguistico e vuole mettere in luce le varianti che ogni paese, tra quelli sopracitati, ha sviluppato, creando così una sorta di arabo giuridico nazionale. Nello specifico, l’analisi è sviluppata dapprima sul piano lessicale, prendendo in esame sia le differenze tra i tre paesi, sia le uguaglianze; secondariamente si è passati a un’analisi di tipo morfo-sintattico. Le scelte operate da un paese, in alcuni casi, divergono da quelle di un altro. Per tale ragione non è possibile considerare l’arabo giuridico come una lingua monolitica, poiché esso subisce delle variazioni, a volte anche considerevoli, lungo l’asse diatopico.
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Maile-Zinser, Tanja. "Auswirkungen der Unmöglichkeit auf den Erfüllungsanspruch : eine rechtsvergleichende Untersuchung zum deutschen Recht, dem US-amerikanischen Uniform Commercial Code, dem UN-Kaufrecht, den UNIDROIT Principles of International Commercial Contracts, den Principles of European Contract Law und dem Vorentwurf eines Europäischen Vertragsgesetzbuchs /." Berlin : Logos-Verl, 2006. http://deposit.ddb.de/cgi-bin/dokserv?id=2820899&prov=M&dok_var=1&dok_ext=htm.

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Santos, Gilberto Pinto dos. "Revisão dos contratos no Código de Defesa do Consumidor /." Franca : [s.n.], 2004. http://hdl.handle.net/11449/89895.

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Abstract:
Orientador: Artur Marques da Silva Filho
Resumo: O objeto do presente estudo é o de examinar as causas que podem autorizar a revisão dos contratos, suas circunstâncias e efeitos jurídicos, principalmente em face do Código Brasileiro de Defesa do Consumidor. Partindo-se da teoria clássica do contrato (Capítulo I), cuja essência se traduz nos dogmas da autonomia da vontade e da liberdade contratual e culmina na intangibilidade do pacta sunt servanda, passa-se à nova teoria contratual (Capítulo II), que ganhou corpo a partir do final do século XIX, admitindo a interferência estatal e a relativização da força obrigatória dos contratos, de modo a evitar ou a coibir abusos por parte dos contratantes mais fortes, mormente nas situações de contratação de massa, por adesão ou estandardizada. A relação contratual de consumo (Capítulo III), com suas características e elementos próprios, e a proteção do consumidor na formação e na execução do contrato (Capítulo IV) são tratadas em seguida, particularizando-se os seus aspectos mais relevantes, tais como o princípio da vulnerabilidade do consumidor, publicidade e oferta, informações adequadas sobre o produto ou serviço, dever de garantia, conteúdo e interpretação do contrato, direito de arrependimento pelo consumidor, proteção contra práticas comerciais ou cláusulas abusivas, resolução das obrigações pelo inadimplemento etc. Por fim, com remissão à doutrina e jurisprudência pertinentes, são analisados os fundamentos e as situações que podem autorizar a revisão contratual (Capítulo V), notadamente aquelas envolvendo abuso do direito, cláusulas abusivas, lesão enorme, caso fortuito ou força maior, teoria da imprevisão e teoria da base do negócio, bem como quais os limites e os seus efeitos, quando admitida a revisão do contrato.
Riassunto: L' obiettivo del presente studio è quello di esaminare le cause che possono autorizzare la revisione dei contrati, le loro circonstanze e gli effeti giuridici, soprattuto quelli che riguardano il Codice Brasiliano di Difesa del Consumatore. Partendo dalla teoria classica del contrato (Capitolo I), la cui essenza si traduce nei dogmi dell'autonomia della volontà e della libertà contrattuale e culmina nell' intangibilità del pacta sunt servanda, si passa alla nuova teoria contrattuale (Capitolo II), che ha preso corpo a partire della fine del XIX secolo, e che ammette l'interferenza statale e la relativizzazione della forza obbligatoria dei contratti, per evitare o impedire abusi da parte dei contrattanti più forti, principalmente nelle situazioni di contratto di massa, per adesione o standardizzata. La relazione contrattuale di consumo (Capitolo III) com le sua caractteristiche e i suoi elementi propri, e la protezione del consumatore nella formazione e nell' esecuzione del contratto (Capitolo IV) sono trattate in seguito, esaminando nei suoi particolari i suoi aspetti più rilevanti, come il principio della vulnerabilità del consumatore, pubblicità e offerta, informazioni adeguate sul prodotto o servizio, obbligo di garanzia, contenuto e interpretazione del contratto, dirito di pentimento del consumatore, protezione contro pratiche commerciali o clausole abusive, risoluzione degli obblighi per inadempienza ecc. Infine, in remissione alla dottrina e alla giurisprudenza pertinenti, sono analizzatti i fondamenti e le situazioni che possono autorizzare la revisione contrattuale (Capitolo V), notoriamente quelle che riguardano l'abuso di diritto, clausole abusive, lesione enorme, caso fortuito o forza maggiore, teoria dell' imprevisto e teoria della basse dell' afare, così come quali siano i limiti e i loro offetti, quando è ammessa la revisione del contratto.
Mestre
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Books on the topic "Codice dei contratti"

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Italy, ed. Commentario al codice dei contratti pubblici. Torino: G. Giappichelli, 2010.

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Franchini, Claudio, and Federico Titomanlio. I settori speciali nel codice dei contratti pubblici. Torino: G. Giappichelli, 2010.

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3

Pignataro, Sergio. L'authority di vigilanza nel codice dei contratti pubblici. 2nd ed. Torino: G. Giappichelli, 2010.

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4

Mariotti, Paolo. Codice dei contratti assicurativi: Compendio normativo e giurisprudenziale commentato. Milano: A. Giuffrè, 1999.

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5

Italy. Codice dei contratti pubblici: [annotato con la dottrina e la giurisprudenza]. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2009.

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6

Biagetti, Vittorio, and Pasquale De Lise. Commento al Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Torino: G. Giappichelli, 2007.

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7

Alpa, Guido. I contratti dei consumatori: L'iter normativo degli articoli 1469 bis-sexies del Codice civile. Roma: SEAM, 1997.

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Italy. Codice dei contratti pubblici: Commento al D. lvo 12 aprile 2006, n. 163 : codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/ CE e 2004/18/ CE. Milano: A. Giuffrè, 2007.

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9

Italy. Codice delle banche e dei contratti bancari: Commentato con ampie note di giurisprudenza, dottrina e prassi amministrativa : disciplina civilistica, regime fiscale, usi bancari. 3rd ed. Milano: Pirola, 1988.

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Cabrini, Federica, and Maria Cappellano. Il codice dei contratti pubblici in Sicilia: La legislazione regionale annotata e ordinata per una lettura sinottica con il D.lgs. 163/2006 e gli approfondimenti ... Santarcangelo di Romagna (Rimini): Maggioli, 2010.

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Book chapters on the topic "Codice dei contratti"

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D'Onghia, Madia. "Tensioni tra tecniche e valori nella disciplina delle tutele sociali dei lavoratori flessibili." In Studi e saggi, 285–304. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-484-7.19.

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Abstract:
The essay deals with the social protections of atypical workers that represent an extraordinary proof of the link between values and regulatory techniques. The author points out that current legislation does not always provide adequate forms of social protection for atypical workers. For this reason, often, more effective protections have been recognized in the jurisprudential. Three examples are analyzed: 1) the extension of the principle referred to in art. 2116 of the Italian Civil Code, as well as subordination; 2) the method of calculating the contributory seniority in the vertical part-time for retirement purposes; 3) the right to family allowances for permanent temporary workers. The author provides several points of reflection on the close intertwining of flexibility and social protections and on the need to move the plane of reasoning beyond the contract; it links rights and protections directly to the person entering the labour market and releases them from the status of worker.
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Olechowski, Marcin. "L’inexécution du contrat après la réforme du Code civil français ‒ regards d’un civiliste polonais." In La réforme du droit des contrats en France – réflexions de juristes européens. Wydawnictwo Uniwersytetu Łódzkiego, 2019. http://dx.doi.org/10.18778/8142-601-5.04.

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Vela, Richard. "Sicarios and the Latin American Assassin on Film." In Next Generation Adaptation, 149–67. University Press of Mississippi, 2021. http://dx.doi.org/10.14325/mississippi/9781496832603.003.0009.

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Abstract:
Contributor Richard Vela discusses a range of Latin sicario films before comparing the focus of that tradition to Taylor Sheridan’s two recent screenplays, Sicario (2015) and Sicario: Day of the Soldado (2018). Vela reveals how carefully Sheridan articulates the ethical codes at play in the “Land of Wolves,” the intellectual and emotional space that Alejandro (Benicio del Toro) most especially occupies, and the physical space the border tolerates. Vela explores the ethical questions Sheridan sets in this space to show that his films tempt audiences to justify even the worst atrocities if the benefit appears to warrant it. Vela contrasts this message to the more restrained code of the sicario as it is realized in Latin traditions. The difference raises a number of issues as they relate to representations of border violence, the cartels and the American government, and the way these dramas implicate young people on both sides of the border.
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Jousmet, Raymond. "Stratification sociale et code socioprofessionnel dans les contrats de mariage ruraux en Aunis et Saintonge, 1750 -1789." In Campagnes de l'Ouest, 511–28. Presses universitaires de Rennes, 1999. http://dx.doi.org/10.4000/books.pur.20591.

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Dauvillier, Jean. "Chapitre XIV : La parabole des mines ou des talents et le « contrat pour faire fructifier » (§ 100-103) du code de Hammurabi." In Le nouveau testament et les droits de l’Antiquité, 349–70. Presses de l’Université Toulouse 1 Capitole, 2005. http://dx.doi.org/10.4000/books.putc.13202.

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Conference papers on the topic "Codice dei contratti"

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Durelli, Vinícius, Rafael Durelli, Simone De Sousa Borges, and Rosana Braga. "A Domain Specific Language for Lessening the Effort Needed to Instantiate Applications Using GRENJ Framework." In VI Simpósio Brasileiro de Sistemas de Informação. Sociedade Brasileira de Computação, 2010. http://dx.doi.org/10.5753/sbsi.2010.14707.

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Abstract:
GRENJ is a white-box framework implemented in Java. White-box frameworks are reusable designs composed of a set of concrete and abstract classes so that the collaboration among these classes provides support for large-scale reuse of design and source code. However, instantiating applications by using this sort of framework is quite complex and demands detailed architectural knowledge. In order to lessen the amount of source code, effort, and expertise required to instantiate applications by using GRENJ framework, we have developed a domain specific language that manages all application instantiation issues systematically. This domain specific language facilitates the application instantiation process by acting as a facade over GRENJ framework as well as providing the user with a more concise, human-readable syntax than Java. In this paper, we contrast the major differences and benefits resulting from instantiating applications solely using GRENJ framework and indirectly reusing its source code by applying our domain specific language.
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